La storia del car-sharing a Roma. Criticità e opportunità. Ripubblichiamo un bell'articolo uscito su Noise From Amerika

7 agosto 2014



Un post che racconta una storia di successo e, assieme, di un grande fallimento. Un caso da manuale su come dovrebbe (o non dovrebbe) operare l’amministrazione pubblica.

Introduzione: un caso concreto

In questo post si parla della storia del car sharing in Italia. Cos’è il car sharing? In sostanza, si tratta di utilizzare il telefonino per aprire a piacimento le porte di “automobili collettive” sparse in giro per la città. Si prenota con un click (anzi, un tap del dito), in ogni istante. Finita la corsa, la fattura con i dati del pagamento (trasparente tariffazione a tempo) viene recapitata al vostro indirizzo email e la vostra carta di credito viene addebitata. Assicurazione, carburante, parcheggio: tutto incluso. Una rivoluzione. 
Storicamente, l’Italia è stata assolutamente in ritardo nell’utilizzo di queste forme di mobilità alternative, con un conseguente danno per tutta la società. Come mai questo ritardo? La risposta che esce dalla lettura dei documenti programmatici delle amministrazioni pubbliche suonava così: “c’è un problema culturale in Italia nell’utilizzo di questi mezzi alternativi”, “ci vuole un forte intervento finanziario pubblico per favorire l’innovazione sociale in questo campo”. Vi prego di tenere a mente questo tipo di spiegazione. Probabilmente sentite spesso argomenti di questo tipo. 
Ci sono molti modi in cui l’azione pubblica può favorire il diffondersi di utili tecnologie, soprattutto quando, muovendosi con ritardo, le tecnologie a disposizione sono ormai mature. L’Italia sceglie la via dello Stato imprenditore, nel tentativo di svegliare lo spirito animale dell’innovazione e risolvere i “problemi culturali”. Attenzione: qui per “Stato” non intendo semplicemente il governo centrale, ma intendo pure le amministrazioni locali che, nella loro autonomia, hanno grande peso nella narrazione dei fatti che vado a riportare.
Il governo centrale comincia mettendoci i soldi. Si tratta di 19 milioni di euro, in due finanziamenti successivi nel 2000 e nel 2006, che finiscono nell’Iniziativa Car Sharing (ICS) con il compito di organizzare e co-finanziare, assieme alle ulteriori risorse fiscali messe in campo dagli enti locali, lo sviluppo del car sharing nelle varie città italiane.

Le scelte dell'amministrazione locale

Già, le città. A livello locale, i comuni mettono in piedi società di pubbliche di gestione, quasi sempre sotto l’ombrello societario della locale municipalizzata del trasporto. La qualità del servizio varia ovviamente da città a città, ma non c’è dubbio che le esperienze di maggior rilievo siano quelle di Milano e di Roma.
Parliamo di Roma. Nella capitale il car sharing parte su scala minimale (10 auto) nel 2005, gestito dalla società municipalizzata dei trasporti, per poi espandersi negli anni successivi. I dati certificano il fallimento dell’iniziativa. Alla data odierna, l’ICS conta la presenza a Roma di soli  115 veicoli forniti dal car sharing comunale, e di 3300 utenti registrati, in una città di quasi 3 milioni di abitanti. Visti i numeri esigui non stupisce che molti romani non si sia nemmeno mai accorti dell’esistenza di un car sharing cittadino. Ovviamente ci sarà sempre chi dirà che passare da 0 a 3300 iscritti è un “grande successo” (in fondo è pure sempre un aumento del…+infinito%...) . Invece no, è una sconfitta, basta mettere il nasofuori dai confini nazionali per rendersene conto. 
Il fallimento, sia economico, che di impatto sul trasporto cittadino, del car sharing municipale è raccontato dagli stessi bilanci e delibere della giunta capitolina. Per esempio, nella relazione di bilancio 2012 (l’ultima disponibile) di Roma Mobilità emerge che i ricavi totali del car sharing romano erano poco più di 900 mila euro, mentre i soli costi del carburante e dei canoni di noleggio dei veicoli sfioravano il milione di euro. Non ci è dato di sapere a quanto ammontano le perdite annue operative una volta che si sia tenuto conto di tutte le voci di costo (tra le quali quelle per il personale). L’anti-economicità del servizio, e il suo grado di sottosviluppo, vegono così certificati nella relazione:
“per la gestione dei servizi ‘car e bike sharing’ si conferma, in assenza di interventi di investimento e riorganizzazione operativa/commerciale degli stessi, un fatturato senza prospettive di incremento e sempre meno remunerativo dei crescenti costi sostenuti per la gestione”, 
“riconosciuta e condivisa con il Socio l’impossibilità e incompatibilità economico-finanziaria e operativa della gestione delle due attività [car e bike sharing, ndr] in seno all’Agenzia […]”.
A questo punto, la narrazione continua con un passo indietro nel tempo, istruttivo vedere come l’amministrazione locale abbia reagito all’insuccesso e all’anti-economicità della propria fornitura di servizi di servizio car sharing. 
A suonare il primo campanello sul fallimento pubblico, suggerendo correzioni di tiro, non è stata l’amministrazione stessa, ma l’autorità antitrust, che col parere 36 del 28 settembre 2009 ricorda al Comune capitolino come, a seguito di norme comunitarie e italiane, “il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali debba avvenire, in via ordinaria, a favore di soggetti individuati medianteprocedure competitive ad evidenza pubblica”. 
Obtorto collo, l’amministrazione capitolina mette quindi in piedi, nel 2010, un bando pubblico per la gestione del servizio di car sharing. Dal bando, tuttavia, traspare la chiara intenzione dell’amministrazione di volere mantenere la gestione del servizio. L’amministrazione infatti non si limita a trattenere alcuni (doverosi) poteri di controllo sulla gestione privata, ma si riserva anche il potere di continuare a gestire autonomamente fasi cruciali della produzione del servizio, quali quelle di marketing e di relazioni dirette coi soci-utenti del car sharing. Con Deliberazione di Giunta n. 154/2010  si afferma infatti che
“Permarranno in capo alla Società Roma Servizi per la Mobilità i seguenti compiti e compensi:
– pianificazione dello sviluppo del servizio;
– programmazione e progettazione delle strutture sul territorio;
– promozione e marketing del Servizio;
– gestione ed interfaccia con i Soci del Servizio;
– percentuale dei ricavi da Servizio;”
A seguito della delibera di cui sopra, viene indetto nel 2011 un bando per l’affidamento del servizio. Il risultato non stupisce: il bando va deserto, e la municipalizzata continua così a mantenere il monopolio sul car sharing romano (La storia di questa delibera “ammazza privati” non si ferma qui, e ritornerà nelle conclusioni a questo post).
Passano altri tre anni, il servizio langue, ma nella primavera del 2014 arriva la prima svolta. Sull’onda dei successi milanesi, la nuova amministrazione capitolina decide di mantenere il monopolio pubblico sulla fornitura di car sharing “a postazione fissa”, ma liberalizza, tramite apposito bando (privo di clausole ammazza-privato), la fornitura di servizi car sharing “a flusso libero”. Il “flusso libero” si differenzia dal car sharing “a postazione fissa”  in quanto permette di effettuare “viaggi di sola andata”, nel senso che il cliente può terminare il noleggio parcheggiando l’auto in un qualsiasi punto della città (nel caso di “postazione fissa”, invece, l’auto va riportata nell’apposito parcheggio riservato da cui era stata inizialmente prelevata). 
In pochi mesi, fra marzo e giugno 2014, entrano nel mercato due operatori, la tedesca Car2Go, che già effettua il servizio di car sharing in varie città del mondo, e l’italiana Enjoy, già operante a Milano.
I numeri, in rapida crescita, indicano che le due società di car sharing hanno messo sulle strade una flotta di 1200 auto, decuplicando quindi, nel giro di pochi mesi, i numeri della flotta del servizio pubblico, che invece si era andata costituendo nell’arco di un decennio. 
La risposta dei romani è entusiasta: le iscrizioni totali ai due servizi si aggirano sulle 70 mila unità, più di 20 volte superiori alle iscrizioni al servizio municipalizzato.  La tesi del “deficit culturale” si sgretola, in favore di una molto più probabile alternativa: il car sharing in Italia non decollava perché la fornitura del servizio, gestita dalle municipalizzate, era inefficiente e arretrata.
Se guardiamo all’effetto della liberalizzazione sulle casse comunali, ecco che al danno si aggiunge la beffa. Il bando con cui si liberalizza il servizio “a flusso libero” (delibera 5 marzo 2014) indica infatti che,
“Il soggetto interessato ed autorizzato a svolgere il servizio di Car Sharing a flusso libero, dovrà corrispondere in favore di Roma Capitale un canone pari ad Euro 1.200,00 , I.V.A. inclusa, annui, per ciascun veicolo. […] il numero totale delle vetture in servizio contemporaneo, non può superare il valore 1.500 unità”
Avete letto bene. Calcolando che al momento la flotta privata è di circa 1200 auto, grazie alla liberalizzazioni arriveranno nelle casse comunali circa 1,4 milioni di euro all’anno. Tutto ciò al confronto del servizio del car sharing municipalizzato che di euro ne genera forse altrettanti, ma in forma di perdite. Tutto ciò, in una città il cui bilancio pubblico è in bancarotta. Vi ricordate poi la preoccupazione secondo cui, in assenza di un massiccio intervento di fornitura pubblica, l’offerta di auto in car sharing non sarebbe mai potuta decollare in Italia? Bene, proprio nel momento in cui liberalizza il segmento “a flusso libero” è la stessa amministrazione a dirci che quelle preoccupazioni erano baggianate: la preoccupazione diventa di colpo quella di fissare limiti massimi alla numerosità della flotta privata.

Conclusioni e una domanda al sindaco

Le nuove tecnologie dell’informazione hanno aperto grandi spazi per migliorare i sistemi di trasporto cittadino nella direzione di un abbassamento dei costi (di un innalzamento, quindi, del reddito reale) e di un miglioramento della qualità dell’ambiente urbano. Lascio al lettore interessato il compito di verificare quanto sia il risparmio economico ottenibile dall’utilizzo del car sharing in luogo del veicolo di proprietà. Ovviamente i vantaggi variano a seconda delle necessità individuali di utilizzo, ma per alcune gruppi di cittadini (possessori di seconda auto, giovani senza figli, professionisti che smettono di pagare taxi costosi)  i risparmi per i cittadini possono essere significativi, pari o superiori ai famosi “80 euro in più” al mese.
Per cogliere questi vantaggi ci vogliono produttori efficienti, all’avanguardia tecnologica e “affamati” di ampliare le proprie quote di mercato. La fornitura pubblica è, da questo punto di vista, veramente mal posizionata. Il servizio di car sharing è ormai per molti versi un servizio maturo. Alla sua fornitura concorrono soggetti privati con grande esperienza gestionale che operano, con una tecnologia ben consolidata, a livello internazionale. È proprio l’esperienza di queste società private, pionieri dell’innovazione, ad aver progressivamente portato alla definizione di standard internazionali di settore. Una fornitura pubblica, in questo settore (dove i privati possono operare efficientemente, a livello cittadino, in regime non-monopolistico) è tanto sconsigliabile quanto lo è la fornitura pubblica di servizi di taglio di capelli.
Aprire i mercati, rendere possibile l’innovazione tecnologica, è un tassello fondamentale di ciò di cui l’Italia ha davvero bisogno. Si tratta, in piena regola, di attuare le famigerate “riforme strutturali” che “facciano ripartire la crescita della produttività”, e con essa dei salari e dei redditi. Sono riforme che dobbiamo fare per noi stessi, per il nostro benessere collettivo. Invece, come nel caso del car sharing, molto spesso l’amministrazione pubblica abdica al suo vero ruolo di promotore di benessere. Fornisce servizi di bassa qualità, finanziandoli sottocosto e ripianando le perdite grazie ad un’altissima imposizione fiscale. Gli spazi per una importante azione pubblica non possono risiedere nella fornitura di questo tipo di servizi (di altri, forse sì). In questi campi uno spazio c’è per il ruolo pubblico, ma ha a che fare col creare un quadro regolamentare snello e stabile, che tuteli il mercato e permetta alle società private di muoversi agevolemente ed in modo concorrenziale.
Concludo con una domanda al sindaco Marino. Visti i risultati della liberalizzazione del servizio “a flusso libero”, perché non liberalizzare anche il servizio “a postazione fissa”? I due servizi sono parzialmente diversi, e possono benissimo coesistere fra loro. Si guardi per esempio al caso della capitale americana, di quella austriaca, di quella inglese. In queste moderne capitali (Roma aspira ad essere moderna?) operano, a titolo di esempio, sia la società Car2Go (che come detto già offre il “flusso libero” anche a Roma) sia la società Zipcar. Quest’ultima, offre da quasi 15 anni servizi car sharing “a postazione fissa” in varie città del mondo. 
Caro sindaco, lei crede davvero che la municipalizzata di Roma possa competere, in termini di tecnologia, efficienza ed esperienza con una società come Zipcar, pionieri del car sharing mondiale,  che coi suoi servizi si è guadagnata 870.000 iscritti a livello globale? Chi può fornire il miglior servizio ai cittadini? Una società internazionale o la municipalizzata romana, che macina annualmente perdite a carico del disastrato bilancio cittadino (e a carico quindi delle addizionali Irpef)?
Caro sindaco, mi sembra che le risposte alle mie domande siano scontate, alla luce proprio dell’esperienza che la sua amministrazione ha intrapreso tramite le liberalizzazione del servizio “a flusso libero”. Ecco perché mi stupisco, e mi preoccupo, quando leggo che nella recente delibera della giunta (20 giungo 2014), l’amministrazione cittadina intende investire ulteriormente nell’ampliamento della fornitura di car sharing da parte della municipalizzata. Tutto questo in assenza di alcun bando pubblico (assenza che viene giustificata dal fatto che il precedente bando, quello ammazza-privati, era andato deserto – ben sappiamo il perché…). Ecco alcuni stralci dalla delibera,
[...] nel corso degli anni, il Servizio romano di Car Sharing “a postazione fissa”, pur contenuto nelle sue dimensioni territoriali, ha rivelato un andamento di sicuro interesse quanto al crescente numero di adesioni e di soci raggiunti e all’utilizzo effettivo del parco macchine, palesando, in tal senso, l’opportunità di una messa a regime dello stesso, mediante il suo ampliamento a tutti i Municipi cittadini e con un sostanziale incremento della flotta;
[...] pertanto, anche in ragione delle risultanze negative della precedente procedura concorsuale esperita, in ossequio ai principi di efficacia, efficienza, ed economicità, appare opportuno, per le finalità pubbliche perseguite, implementare in modo capillare il Servizio pubblico di Car Sharing a “postazione fissa” e procedere in via diretta nell’espletamento di tutte le attività necessarie per la prevista espansione territoriale del Servizio, al fine di [...] individuare un modello di gestione appetibile per un operatore economico privato.
I neretti sono miei. Caro sindaco, è assolutamente irreale pensare che la municipalizzata “Roma Servizi per la Mobilità S.r.l” possa aver in alcun modo la pretesa di insegnare a società con l’esperienza di Zipcar quale sia “un modello di gestione appetibile per un operatore economico privato” e di gestione “efficace ed efficiente” nel campo del car sharing a postazione fissa. Questo modello già c’è, e l’hanno inventato loro. Per sfruttare questi modelli, basta scrivere dei bandi che non siano volutamente “ammazza privati”. Ciò non toglie che una società come Zipcar avrebbe certamente bisogno che l’amministrazione facesse con rigore la propria parte. In primis, multando e rimuovendo prontamente qualsiasi auto parcheggiata nelle postazioni  espressamente riservate al car sharing, condizione senza la quale nessun servizio “a postazione fissa” potrà mai essere efficiente. Per far esplodere l’innovazione non c’è bisogno di una società pubblica in perdita che creda di insegnare il mestiere all’oste. C’è bisogno soltanto di un’amministrazione pubblica che faccia rispettare il codice della strada. Da qui partono le riforme strutturali. E’ così che la politica, e l’amministrazione pubblica, può rivoluzionare la vita di questo Paese e delle nostre città.

48 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Sì va beh ma se viene il privato come faccio a farci imbucare dentro mio cognato con la 3^ elementare, che non c'ha voglia di fare niente ed è pure mezzo rintronato? Vuoi mettere quanto è più comodo con la municipalizzata.

Anonimo ha detto...

Questo è martellamento continuo! fissazione! chiodo fisso! frullamento mentale!

Anonimo ha detto...

Ma si, togliamo un altro po di parcheggi che tanto abbondano .... I cittadini? Costringiamoli a comperarsi un bel box così ci pagano pure l'imu.... La macchina? Quando si spostano rendiamo gli la vita più impossibile di quello che già è.... Parcheggi introvabili e costosissimi photored col giallo che dura quattro secondi scarsi così tutti belli incolonnati è impossibile inchiodare e la multa è sicura, euro 6 poi 7 poi 8 se no non puoi circolare ecc ecc... Ed ora questa bella novità... Alternativa/ obbligatoria. Del car sharing. Altre macchine ad ingolfare le strade. Poi i pulmann, poi i furgoni rigorosamente euro 0 dei bancarellari, quelli parcheggio free, e dulcis in fundo un venerdì al mese un bello sciopero dei mezzi pubblici.... Mah.... Però il romano è coatto rozzo e va educato cambiandogli la sua incivile cultura.

Anonimo ha detto...

Non guastiamo la genuinità romanesca che è sempre piaciuta a tutto il mondo! o volemo trasformà i romani in fighetti che gli piace a città fredda solitaria schematica? ma lasciamolo stà il romano perchè il mondo lo ama come' e ama la sua bella città! e a chi non piace Roma e i romani gli cantamo Ma che ce frega ma che ce importa ...........

College Street ha detto...

Mia umilissima opinione....non cerchiamo di rincorrere i paesi che stanno avanti a noi quando a malapena riusciamo a camminare. Car sharing e bike sharing (almeno a Roma) non funzioneranno per ora. Abbiamo tanti di quei c@#zi da risolvere prima...
Non siamo pronti.

Anonimo ha detto...

Questa mania ideologica di inseguire i paesi che stanno avanti a noi quando a malapena riusciamo a camminare produce solo disastri che aggravano i problemi risolti esistenti perché le infrastrutture ed i servizi sono gravemente carenti, l'abusivismo imperversa sotto tutte le forme, ecc ecc, è come se pretendessimo di far circolare una Ferrari su uno sterrato.

Anonimo ha detto...

semo italiani de Roma e famo come quelli che semo! non annate in vacanza in artri paesi e poi ce portate e novità che noi non semo come loro, noi semo cos' e tutti ci amano e ci invidiano. quanno andate in artri paesi godeteve a vacanza e non ce state a ammortì che cose che avete visto! ce state a rompe il cervello! semo italiani e semo romani, volemo continuarlo ad esse! e fatece vive nella semplicita.

Anonimo ha detto...

Noise From Amerika è americano, ma che fate il copia incolla delle notizie? un mezzo di informazione che copia e incolla le informazioni di un altro mezzo di comunicazione? questa si che è comunicazione pura, alla grande.

Anonimo ha detto...

Si dice: siamo a Roma, allora voliamo basso chè car sharing e bike sharing non funzioneranno mai, come anche solo a Milano funzionano come un orologio.

Accontentiamoci di ripulire le aree verdi e di togliere la monnezza che sommerge la città.

E' una sconfitta. Così si perde prima di iniziare.

Devi puntare al massimo per ottenere la decenza. Se ti accontenti di essere tubercolotico piuttosto che lebbroso, non avrai mai la forza per diventare sano.

Anonimo ha detto...

beh, visti i commenti all'articolo, l'unica conclusione è una notevole carenza di maestre brave alle elemantari.

Anonimo ha detto...

elementari*. altrimenti....

Anonimo ha detto...

6.41 PM, Ciuco si dice elementari.

Anonimo ha detto...

6.07 PM, Lo stesso per RfS, se la finisse di ammareggiargi ed esasperarci non staremmo meglio psicologicamente! Pensare positivo.

Anonimo ha detto...

Macché ammareggiare. Si dice ammarare. RFS smettila di ammarare...

Anonimo ha detto...

La volpe quando non arriva all'uva dice che e' acida! Come al solito per voi non conta la sostanza ma l'apparenza e a noi de Roma c'e interessa la sostanza, te e quelli come te tenetevi l'apparenza pero' non ce fate ammalare e angosciare. Ciao professo'.

Anonimo ha detto...

6.07 PM, Lo stesso per RfS, se la finisse di ammareggiargi ed esasperarci noi staremmo meglio psicologicamente! Pensare positivo.

Anonimo ha detto...

Insomma, anche per un servizio buono che il Sindaco ha fatto partire a Roma, bisogna rigirare la frittata per dare addosso al Sindaco ed accusarlo di colpe che non ha.
Gianni Alemanno, esci da questo blog.

Anonimo ha detto...

Insomma, anche per un servizio buono che il Sindaco ha fatto partire a Roma, bisogna rigirare la frittata per dare addosso al Sindaco ed accusarlo di colpe che non ha.
Gianni Alemanno, esci da questo blog.

Anonimo ha detto...

Il servizio del ristorante è buono ma manca il ristorante. Il concetto è semplice e non bisogna essere professori per spiegarlo e particolarmente intelligenti per capirlo. Marino non ha pensato male, ma crede di essere in un altro mondo. Invece è in un posto paragonabile ormai davvero a bangalore (con tutto il rispetto per bangalore).

Anonimo ha detto...

Gianni Alemanno ti vede e ti sente e legge le banalita' tue..
Motiva meglio altrimenti vai al mare e sul bagnasciuga fai salotto coi vucumpra'....
Un medico di pregio e rispettoso del giuramento di Ippocrate non lascia mai i suoi pazienti x fare malissimo il sindacuccio.
Analoga scelta la fanno tanti a sx vedi la negra congolese ingrata alle suore che ha abbandonato i pazienti italiani x dedicarsi anima e corpo agli stranieri....anche se sono antitaliani....lei non si scandalizza.....NOI...Italiani...rimaniamo basiti...
Con la carenza di medici bravi che c' e' nel mondo ed in Africa...i due suddetti bravissimi dottori sono stati distolti nolenti dall'esercizio della loro vocazione x fare politica....con risultati al momento non eccezionali....ma possono migliorare se decidessero di fare in primis gli interessi degli Italiani....avendo giurato al momento della investitura politica in tal senso...
Noi rimaniamo in attesa di vedere i risultati sperati...anche se non crediamo piu' alla Befana...

Anonimo ha detto...

'gnazio se sente NIBALI al giro di Francia x avere fatto 800 metri su bici con pedalata assistita...anch se fortuna x noi l'ha mollato il triciclo e viaggia in blu premium....
Che politicanti azzeccagarbugli che i SUDDITI sinistri si scelgono...
( SOTTO)Marino e Pisapippa non sono Bloomberg a NYC e nemmeno Rudolph Giuliani...

Anonimo ha detto...

Diciamo Calcutta o favelas sudamericana?
Comunque e' facile interessarsi solo del 10% del comune...la porzione dei ricchi...e fottersene del restante 90% che sono solo rogne e poi lui non e' ancora Premio Nobel come l'abbronzato oppure dario fo oppure mario monti ma se continua cosi' vedrai che glielo danno....mica solo Renzo Piano...e che cacchio....Lui e la sua degna giunta..HANNO LIBERATO ROMA...da non dai ROM...che quelli sono brava gente...mica quei RASSISTI e XENOFOBI ed ISLAMOFOBI di italiani a cui non piace fare il SUDDITO e quanno se incazza i politici li manda a fanculo se non fanno bene le cose promesse...

Anonimo ha detto...

A ridacete a Gianni....
Ad acclamazione popolare...

Anonimo ha detto...

GRANDE......ALEMANNO....

Anonimo ha detto...

www.artefascista.it
www.casapounditalia.irg
www.ilduce.net
www.forzanuova.org

Anonimo ha detto...

www.ilgiornale.it
www.liberoquotidiano.it
www.iltempo.it
www.lapadania.org
www.foxnews.info

Anonimo ha detto...

Errata corrige:
www.casapounditalia.org

Anonimo ha detto...

Marinuccia fara' la solita cappellata amminustrativa.

bat21 ha detto...

Questo articolo e' molto interessante e non capisco i commentatori che negano la possibilità che il car sharing si possa fare: invece costituisce una possibilità molto più efficiente del mezzo privato in quanto un auto può essere utilizzata da molte persone parallelamente. Il punto interessante e' quello del confronto tra servizio pubblico penoso (ovviamente sponsorizzato da Alemanno) e la parziale messa a bando di Marino che nella parte liberalizzata e' stata un successone. Prova ulteriore di come si debba lasciare lontano il pubblico da certi servizi quello che ora e' un servizio reale senza costo per la collettività quando era gestito dalla municipalizzata faceva schifo e pesava sulle casse comunali. E' una piccola riprova su quanto sia urgente privatizzare quanti più servizi trasportistici....

bat21 ha detto...

Ma perché il car sharing sarebbe il massimo? Dato in gestione a società private funziona senza grandi sforzi del comune. Lo potrebbero fare anche al Cairo. Non capisco l'eccezionalità di questo servizio.

bat21 ha detto...

At 912 pm non se ne può più di questa volante fascista. Avete rotto: pure questo thread avete sporcato. Poi i troll che mi danno fastidio in continuazione trovano normali le farneticazioni dei fan di baffino e mascellone...non saranno le stesse persone che magari, visto che per loro stessa ammissione non trovano nulla di male in parentopoli e visto che bombardano in orario di lavoro, hanno beneficiato del sistema di Alemanno e magari si possono permettere di scrivere, azzardo, da ama, acea, atac etc...etc...? Dite che e' una congettura infondata la mia? ;)

bat21 ha detto...

At 807 a casa mia la sostanza e' una buona dose di servizi, una civiltà diffusa e tasse non elevate. Non mi pare lo scenario di Roma. Forse pero per te sostanza sono le parentopoli, il comune al default, servizi da quarto mondo e coattaggine in ogni dove. Ti informo che questa schifosa sostanza che ti piace tanto Roma non se la può più permettere perché è sostenuta in modo ignobile con i Salvaroma. La città deve evolvere e migliorare o può solo morire.

College Street ha detto...

Giusto per chiarire il mio commento iniziale, secondo me il car sharing funziona ed e' una cosa positiva (lo vedo nella citta' in cui vivo), ma non penso sia l'idea giusta o il momento giusto per farlo a Roma. Invece di dedicare un solo secondo a questa iniziativi forzatissima (ci sara' chi ci prendera' soldi) bisogna prima risolvere problemi ben piu' seri che stanno uccidendo Roma. Tantissimi problemi e molto motlo piu' seri.
Amo Roma, ma vi posso assicurare che se andate a passare un anno in un'altra citta' mondiale e dopo tornate a Roma, vi sembrera' che vada tutto a rotoli. Molte cose "assurde" ormai non vi sembrano neanche piu' tanto strane...e questo e' un grosso problema.

Anonimo ha detto...

Parlate di decoro ordine pulizia e poi condividete l'opinione che il car Sharon e' cosa buona. Come fate ad accettare di guidare un auto non vostra senza sapere chi l'ha guidata prima di voi e cosa ha potuto fare con essa? L'avrebbe guidata prima di voi la persona piu' zozza di questa terra e l'avrebbe potuta utilizzare per fare le cose piu' zozze ed igieniche di questa terra ( tipo rimorchiare una prostitute o drogarsi o etcc...... ). Io preferisco la mia macchinetta per muovermi!

Anonimo ha detto...

Parlate di decoro ordine pulizia e poi condividete l'opinione che il car sharing e' cosa buona. Come fate ad accettare di guidare un auto non vostra senza sapere chi l'ha guidata prima di voi e cosa ha potuto farci con essa? L'avrebbe guidata prima di voi la persona piu' zozza di questa terra e l'avrebbe potuta utilizzare per fare le cose piu' zozze ed igieniche di questa terra ( tipo rimorchiare una prostituta o drogarsi o etcc...... ). Io preferisco la mia macchinetta per muovermi!

bat21 ha detto...

Ma non riesco a capirti. Già funziona il servizio college tanto che un mio amico a Roma lo utilizza e mi ha consigliato di utilizzarlo a Milano! L'articolo propone di privatizzare quello a stazione fissa visto che quello a macchina mobile e' già andato a gonfie vele. Lo so che Roma e' in disastro sotto tutti i punti di vista ma un servizio come questo gestito da privati può effettivamente dare una mano.
(ps ben venga se ci guadagna un privato, preferisci ci guadagni consenso politico l alemanno di turno che utilizza roba del genere per qualche poltrona ciucciando soldi di tutti senza dare un servizio effettivo?)

bat21 ha detto...

La car Sharon non piace nemmeno a me cosa e' un servizio di car sharing del centro destra israeliano? :)

Anonimo ha detto...

Pulisciti la boccuccia prima fi nominare Alemanno.
Informati bene sulle ruberie infami dei sindaci comunisti a Roma....Petroselli-veltroni-rutelli...nonche' le ruberie nazionali che sono planetarie.

Anonimo ha detto...

per fare queste cose, cioè favorire delle società private che si inseriscano su di un servizio pubblica, ci vuole un liberale. Noi abbiamo un sindaco comunista e statalista (PD ex PCI) come pensate che possa lavorare per il mercato? C'è lo stato che pensa a tutto, pure alla mobilità: tu schiavo paga le tasse e non ti preoccupare.....

Anonimo ha detto...

Alemanno e' stato un grande sindaco scomodo ai poteri massonici comunisti-mafiosi che con lo appoggio di pm rossi hanno cercato di intimidirlo a non modificare i centri di potere criminali sinistrolsi.
Alemanno e i primi provvedimenti emanati dalla sua giunta:
schedatura degli zingari
cacciare zingari criminali
nessun sostentamento agli xingari,che lavorino onestamente come fanno quegli "stupidi" italiani
schedare i vumpra',identificarli ed espellere immediatamente i clandestini.

Anonimo ha detto...

Chiudere le moschee clandestine luogo di ritrovo di terroristi antitaliani ed anticattolici

College Street ha detto...

bat21, non ho detto che non funzioni. Lo so che l'idea funziona. La usano molti miei amici qui. Ti posso assicurare che lo so...pero' nel mio commento ho detto "invece di dedicare un solo secondo a questa iniziativa", volendo dire, sempre secondo una mia umile opinione, che invece di dedicare tempo, pensiero, soldi, ecc a questa cosa, dovrebbero usare quel tempo a dedicarsi ad altri problemi piu' seri ai quali secondo me non viene data l'attenzione e l'urgenza giusta. Se la tua casa sta crollando perche' le fondamenta sono di merda e stanno cedendo, non andrai a pensare a quale lampadario comprare per il bagno di sopra...ti dovrai sbrigare a risolvere il problema delle fondamenta, se no il bagno neanche esistera' fra poco.

Poi l'anonimo delle 7:22 AM dimostra il motivo per il quale ho anche detto che Roma ancora non e' pronta.

bat21 ha detto...

at college lo so che Roma è piena di coatti e incivili ma non sono, per fortuna, tutti così. Ti ripeto che un mio amico fruisce con soddisfazione "A ROMA" del servizio Car sharing tanto che mi ha suggerito di farlo a Milano.
E' ovvio che un uso diffuso di questa cosa non può essere una risposta alla carenza del TPL ma anche in una citta involuta come Roma può costituire un miglioramento della qualità della vita per parecchie persone! Ed il tutto senza costi per la collettività visto che gestito da privati...A chi mi diceva che Marino non è liberale è vero che purtroppo non lo è ma il provvedimento sul bando ai privati sul car sharing a punto mobile l'ha fatto lui non Alemanno che pensava invece a qualche incarico per gli amichetti suoi e non a dare un servizio alla città.

Anonimo ha detto...

Grande bat che ha gli amici che fruiscono del car sharing. Del resto, sarebbe stato strano se non li avesse avuti. Buone zanzare fratello.

bat21 ha detto...

Non perdi proprio occasione per rintuzzarmi. Ma che hai un contratto :)
In effetti oggi le zanzare pungono, ancora non sono arrivato a casa e già mi hanno massacrato un braccio. 'cci loro

Anonimo ha detto...

Pazienza per l'articolo senza capo ne coda che sostiene tesi strampalate e negazionista. Pazienza negare la parentopoli della precedente amministrazione ed ignorare che i carsharing privati sono partiti a Milano perché il precedente sindaco non li voleva mentre quello attuale li ha implementati alla velocità della luce etc etc.

Nulla di nuovo sotto il sole, ma quello che veramente è deprimente è il coro dei nostalgici xenofobi che affollano i commenti .... per puro amore della cronaca .. non per essere pedante, ma nessuna amministrazione ha mai degradato Roma ed ampliato ai massimi livelli il problema zingari, come la precedente.

bat21 ha detto...

Questi nostalgici di baffetto e mascellone stanno rendendo il blog uno schifo illeggibile. Ma cosa vorranno ottenere? Nella loro stupidità estrema pensano di convertire i romani esasperati alla loro causa immagino ma l'unico risultato che ottengono e' di dare fastidio a chi vuole discutere degli enormi problemi di Roma.

alex demontis ha detto...

A me per una volta piacerebbe vedere quando si parla di car sharing l' analisi di qualche caso reale, con numeri, calcoli. Mi son reso conto che quasi nessuno tra quelli che ne parlano bene si é mai preso la briga di fare questi calcoli... in genere ci si riferisce a vaghe informazioni presenti su questo o quel sito e "fonti assessorato alle infrastrutture etc etc". Io ho preso in esame 4 casi reali di spostamenti lavorativi giornalieri per Roma, e il rapporto di spesa Carsharing / privato varia a seconda del caso tra i 4:1 e i 7:1.
Se non ci credete provateci voi.

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