L'ultimo post dell'anno lo dedichiamo all'uomo dell'anno per Roma: Giuseppe Pignatone

31 dicembre 2015

Questo qua sotto è un pezzo di un articolo che ci rigiriamo tra le mani da giugno scorso. A firmarlo, su Repubblica, Roberto Saviano. La prosa è asciutta e diretta e ci aiuta a capire l'importanza di una inchiesta come Mafia Capitale. Dell'importanza culturale - sperando che faccia effetto nella popolazione, per ora no purtroppo - prima ancora dell'importanza giudiziaria e politica. Leggiamo.


Sembravano "semplici favori", "piccoli scambi", "tipiche pastette locali". Per la prima volta Pignatone, e la magistratura tutta, ci ha spiegato - noi cerchiamo di ripeterlo da anni e anni, sovente presi per i fondelli - che il modo di comportarsi "alla romana" non solo non è normale, non solo non è folkloristico, non solo è criminale, ma oltretutto è certificatamente mafioso.

Il problema è che questo atteggiamento è diffuso in maniera micidiale e amplissima nella popolazione. Certo non dappertutto è reato penale, ma dovunque è eticamente censurabile. Ora visto che Pignatone non può arrestare due milioni di persone (tante quelle che se lo meriterebbero probabilmente) e visto che comportarsi da cafone, egoista e coatto non sempre è passibile di reclusione, bisognerà trovare un altro modo per cambiare: con l'anno nuovo, innanzitutto, si potrebbe iniziare a piantarla con questo modo di fare da imbecilli e ad iniziare a immaginare, sempre, le conseguenze delle proprie azioni. Ad oggi, 13 mesi dopo lo scoppio di Mafia Capitale, tutto questo non è accaduto: il romano medio, dimostrando ancora una volta di non aver capito un fico secco, non ha smesso neppure un po' di comportarsi come al solito, l'avvocato continua ad andare a Piazzale Clodio e a lasciare le chiavi della macchina al parcheggiatore abusivo che con la violenza controlla il suo pezzetto di territorio. Anche quella è Mafia Capitale ma non ci siamo ancora posti minimamente il problema di esserle complici ogni santo giorno. Cambiare. Il dipendente pubblico si comporta allo stesso modo di 2 anni fa, l'insegnante si comporta come 2 anni fa, il professionista continua a fare una fattura su sei come 2 anni fa, il ristoratore continua con i tavolini all'aperto, il dirigente Atac è sempre il solito. Hanno tutti scoperto che la loro città è una città di mafia, ma non hanno cambiato di una virgola il loro stile di vita e le loro abitudini, neppure quelle sbagliatissime.
Nel 2016 dovete cambiare: noi non faremo altro, ogni giorno, di spingervi a farlo e ci sforzeremo di farvi sentire sempre più inadeguati e fuori posto se continuerete a comportarvi così, alla romana. Cialtronaggine, aggressività e spirito malavitoso non possono essere tratti identitari di una popolazione, sono solo difetti di cui liberarsi al più presto. Basta.

Giubileo. Chiudono i cantieri, Tronca esulta, ma il risultato fa a dirpoco schifo. Il video lo dimostra



Giubileo: chiudono i primi 4 cantieri Come previsto dalla tabella di marcia imposta dal Commissario Straordinario di Roma Capitale, Francesco Paolo Tronca,  si chiudono  in queste ore i primi 4 dei 22 cantieri, avviati da zero in poco meno di due mesi, e nei primi giorni di gennaio verranno aperti anche i restanti  previsti dal piano per il Giubileo, che prevede il rifacimento di sei tratti del Lungotevere di sinistra. Con il Capodanno vengono, dunque, restituiti alla piena fruibilità dei cittadini, e completamente riqualificati,  sia lo snodo di interscambio strategico per i pellegrini di Piazzale Ostiense, che  l’importante arteria veicolare che si dirama da Piazza di Porta S. Paolo. Prosegue in queste ore, sul lato di viale Aventino a ridosso dell’antica Porta monumentale, solo un intervento accessorio di tutela richiesto dalla Sovrintendenza Comunale. Su tutta l’area interessata dagli interventi  sono  stati necessari i rifacimenti dei  marciapiedi, della pavimentazione e il riposizionamento del selciato originario, di particolare valore architettonico e paesaggistico. Si è provveduto inoltre all’adeguamento dei percorsi per i diversamente abili e alla revisione degli impianti per il deflusso delle acque reflue. Via del Banco di Santo Spirito, a poche ore dalla fine dei lavori, si presenta con l’abito delle migliori occasioni.  Il passaggio conclusivo dei tre percorsi giubilari, che termina sul ponte pedonale di Castel Sant’Angelo, è stato completamente rivisitato. Marciapiedi  più larghi e carreggiata stradale ristretta.  In questo tratto della Roma cinquecentesca si è proceduto alla ricollocazione e ripristino dei cigli di granito e del selciato originario di largo Tassoni. La strada, dove sono in corso le ultime sigillature della pavimentazione in sanpietrini, che ha sostituito quella in asfalto, esibirà  al meglio le quinte urbane di grande pregio architettonico come Palazzo Alberini Cicciaporci di Giulio Romano ed il Palazzo Gaddi del Sansovino. Conclusi anche gli interventi  nel percorso storico di  Viale delle Mura Latine e Viale di Porta Ardeatina che giunge alla Piramide Cestia. Il tratto viario è interessato sia da un discreto flusso veicolare che da numerosi bus turistici utilizzati dai gruppi di visitatori. Con i lavori si è provveduto a rinnovare le  pavimentazioni stradali di Viale di Porta Ardeatina nel tratto da Via Appia Antica e Via C. Colombo e di Via delle Mura Latine nel tratto da Via Appia Antica a Via Cameria, e a ristrutturare e risanare i  marciapiedi di Porta Latina, di via di Porta Ardeatina compresi i percorsi per i diversamente abili. Riqualificati gli impianti di deflusso delle acque, sostituiti ampi tratti di guard rails danneggiati o fuori norma, e  completamente ridisegnata la segnaletica orizzontale. Anche la manutenzione delle Aree verdi adiacenti alle Basiliche Giubilari di San Pietro, San Giovanni,  Santa Croce in Gerusalemme e San Paolo sono ai ritocchi finali. In questi luoghi si è dato corso,  con straordinario  vigore, alla manutenzione straordinaria dell’ arredo del verde. Dopo aver  terminato  gli interventi in via Carlo Felice e nella parte superiore di Castel Sant’Angelo, sono  stati completati anche quelli  nella parte inferiore di Castel Sant’Angelo e nell’area verde circostante la Basilica  di San Paolo Fuori le Mura. Il Commissario esprime un vivo ringraziamento al personale capitolino, ai tecnici, alle imprese e agli operai che, alternandosi  anche  su turni notturni e festivi, hanno impresso tempi più  celeri per la  realizzazione di tali opere.

 

Riceviamo il comunicato stampa di Franco Tronca, qui sopra, e di corsa ci catapultiamo a Piazzale Ostiense, dietro Porta San Paolo, attorno alla Piramide. E, non avendo creduto ai nostri occhi, abbiamo deciso di condividere con voi attraverso questo filmato...

L'ecobit, i tornelli aperti, i big data e l'ennesima presa per i fondelli di Atac

30 dicembre 2015

Sull'idea assurda di regalare l'intera giornata di trasporto pubblico a chi timbri il biglietto una volta, uccidendo di fatto le vendite del biglietto giornaliero e umiliando gli abbonati mensili avevamo già scritto qui. Parlandone malissimo per mille motivi. Ma tra questi mille non avevamo davvero immaginato che si potesse arrivare a questo punto. Non avremmo mai immaginato che la sciatteria con cui è amministrata l'azienda municipalizzata dei trasporti arrivasse al punto di utilizzare questo provvedimento sperimentale per trasformare tutto il trasporto pubblico in trasporto gratuito per molti o per trasporto a cifre più alte del dovuto per altri.

Per far funzionare il biglietto per tutta la giornata e non per i canonici 100 minuti (o una sola corsa in metro) occorre, infatti, adeguare i software dei tornelli. Cosa a quanto pare impossibile (in un mondo normale basterebbero 5 minuti di lavoro di un programmatore). Ne consegue che in alcune stazioni - quelle presidiate - Atac ha apposto dei volgari cartelli scritti a penna (Atac ha più dipendenti della Fiat, ma nessuno che si sbatte a stampare un foglio alla stampante magari su carta intestata) e lasciato i tornelli aperti "per chi aveva già timbrato il biglietto" permettendo di fatto di entrare gratis a tutti salvo qualche "controllo a campione" che come è ovvio non scoraggia nessun evasore perché nella remota ipotesi si venga controllati non si rischia nulla, al massimo bisogna tornare indietro e fare il biglietto. La beffa poi si è avuta nelle stazioni considerate "minori" da Atac. Lì nessun presidio e tornelli chiusi così chi aveva già pagato ha dovuto pagare di nuovo, non potendo beneficiare dell'ordinanza ecologica sperimentale.

Danno e beffa.

Ma queste, attenzione, potrebbero essere suggestioni, superstizioni, cattiverie nostre o semplici nostre sensazioni non suffragate da dati. E dunque i dati potrebbero smentirle. Già, i dati. Dove sono? Chi li pubblica? Quando si possono leggere? Atac, in realtà, si caratterizza a differenza di tutte le altre aziende di trasporto urbano di massa per un utilizzo pari a zero dei big data. I big data sono l'elemento sul quale si basa la pianificazione e la strategia di ogni azienda di grandi dimensioni che si rispetti, specie una azienda che ha a che fare con ampie masse di clientela. Dalla Ratp a Parigi alla Tfl a Londra tutte le grandi società di trasporto pubblico locale utilizzano lo studio meticoloso dei flussi per capire come adeguare l'offerta, in quali orari investire, in quali date incrementare, quali sono le zone da coprire e così via. Ogni utente, dotato di tessera digitale, parla dei suoi spostamento e mettendo insieme tutti questi milioni di dati, analizzandoli con appositi algoritmi, è possibile strutturare al meglio l'offerta per dare risposte tagliate su misura di bisogni. 

Atac tutto questo semplicemente non lo fa. I dati non vengono raccolti e non vengono lavorati. Ecco perché non sapremo mai quanto ha incassato in questi giorni Atac, che esito ha avuto la follia del biglietto giornaliero trasformato in metro gratis per i paraculi e pagamento doppio per gli onesti. Non sapremo nulla, non potremmo riflettere su alcun dato, non potremmo immaginare una pianificazione di nuove sperimentazioni salvo che siano sulla scorta della pancia e dell'ennesima emergenza gestita in maniera cialtronesca dall'azienda e dal Comune che la controlla.

Sicurezza totale! Ecco il video di come il Palatino viene usato a nascondiglio delle merci abusive


Così, davanti a tutti, in mezzo a Via di San Gregorio, senza nascondersi, senza problemi, senza paura. Siamo all'ingresso della più importante, significativa, ampia e visitata area archeologica urbana del pianeta. Qui c'è sempre la fila per entrare al Palatino. Se questa attrazione fosse a Vienna, Londra, o Tokyo sarebbe controllata da telecamere o da personale addetto alla sicurezza di chi visita il nostro patrimonio. A Roma nulla, se al Colosseo qualche presenza sparuta c'è, al Palatino nulla. Il piazzale, recentissimamente restaurato, è stato liberato da urtisti e camion bar (non dai bus turistici, autentico scandalo di cui tante volte abbiamo parlato), ma non è controllato da nessuno. 

Il risultato è che gli abusivi la fanno da padroni e arrivano addirittura ad utilizzare le aree verdi dell'ingresso come nascondigli per la loro merce abusiva. In questo caso si tratta di bottiglie d'acqua. Un giovane intento a preparare la sua merce infila un pacco pieno di bottigliette sotto ad un rampicante, quando ci mettiamo a riprendere la scena decide di recuperare il materiale e, tranquillissimo, si mette a preparare il materiale utile per la vendita.

 

Mentre ce ne stiamo andando lo riprendiamo una volta ancora e lui ci regala il tocco finale. Geniale. Assoluto. "Aho, ma che problema c'hai?". Perché gli immigrati che vengono a Roma non imparano l'italiano (che potrebbe essere magari loro utile in caso di qualche lavoro serio e onesto), no, imparano a grugnire come qualsiasi romano medio quando gli fai notare che sta facendo qualcosa di sbagliato. "Aho, ma che probblema c'hai". E poi qualcuno dice che non si sono integrati: si sono integrati alla perfezione. Sembrano noi, solo leggermente meno aggressivi: un romano, vedendoci fare questo filmato, ci avrebbe semplicemente menato e assai minacciato.

Video. Allerta terroristica, Natale, Giubileo. Ma alla Stazione Termini la situazione è comunque questa

29 dicembre 2015

Fattucchiere, megere, impostori, millantatori, zozzoni, saltimbanchi, nani, ballerine, ladroni, impiastri e mezze tacche. Tutti terribilmente organizzati. Mille volte più organizzati, comunque, che le forze dell'ordine che dovrebbero intervenire, prevenire, dissuadere. E la videosorveglianza, come al solito, la fanno i nostri lettori con i video come questo. 

A Roma non gira un'anima e il commercio è in crisi? Ma allora perché i Fori scoppiano di gente?


A Roma non gira un'anima, i negozi fanno segno meno mentre tutto il resto d'Italia fa un timido segno più, l'attrattività della città è in picchiata mentre salgono città "concorrenti" come Firenze, Napoli e soprattutto Milano. Tutto vero. Ma quale è il motivo? È qui che si sbizzarriscono i cazzari: è colpa dell'Isis (ma allora nelle altre città?), è colpa della crisi (e perché a Napoli non c'è crisi? Eppure la città pullula), è colpa delle targhe alterne (se vabè).

 

Poi un lunedì feriale (ieri, ore 16 circa) giri in bicicletta e noti che in centro effettivamente c'è la morte civile e invece a via dei Fori Imperiali c'è lo scenario che vedete. Migliaia di persone a passeggiare. E allora pensi alla domanda di cui sopra, quella dei cazzari: quale è il motivo? E lo scopri facile il motivo, il motivo è che oltre a negozi rimasti fermi a 35 anni fa con zero innovazione, zero idee, zero spunti, zero suggestioni e zero progetti, le strade fanno raccapriccio. Nessuno più ormai è disposto a passeggiare in mezzo a macchine in seconda fila, scappamenti, smog, clacson e gruppi elettrogeni che danno luce a stuoli infiniti di micidiali bancarelle. 

Ecco perché sull'Appia, sulla Tuscolana, a viale Marconi o a via Cola di Rienzo il segno davanti alle vendite è meno. Lo stesso motivo per cui i Fori Imperiali sono zeppi di persone. Un motivo di contesto. La gente invade i Fori per lo stesso motivo per cui invade i centri commerciali: la possibilità di passeggiare salvaguardati dal brutto delle auto e del commercio ambulante.

Il punto è, lo abbiamo ripetuto fino alla noia, che nei centri commerciali (perfino nei centri commerciali coatti e orrendi come quelli che sono stati realizzati a Roma, per il confronto andate, chessò, a Istanbul) la gente ritrova tutti i servizi minimi che i commercianti si rifiutano di offrire ai loro clienti nelle strade normali: pedonalizzazioni, zero rischi per girare con i passeggini, illuminazione, videsorveglianza, orari continuati, parcheggi interrati. È grazie a questi semplici e banali servizi, inesistenti nelle 'normali' strade commerciali, che a via Appia girano tre gatti sfigati e a Euroma2 non si cammina. Ed è sempre per questo motivo che moltissime città italiane si sono - da 15 anni per la verità - attrezzate nella realizzazione di quelli che si chiamano 'centri commerciali naturali'... Guardate la differenza tra via del Babuino e via di Ripetta. E chiedete ai commercianti di via del Babuino come è cambiata la loro vita (e i loro fatturati) da quando le auto in sosta sono state tolte da davanti alle loro vetrine...

Quando i commercianti inizieranno a capire che una bancarella sulla strada gli porta 10 persone (non clienti, persone) ma gliene fa perdere 50; quando i commercianti capiranno che una macchina in doppia fila di fronte alle vetrine (rese peraltro invisibili) gli fa guadagnare 1 cliente e gliene fa perdere 10 allora qualcosa inizierà a cambiare. Per il momento i commercianti romani se ne stanno paciosi nel secolo scorso. Ogni tanto grazie a qualche cantiere (Ripetta, Urbana...) si rendono conto che dalle strade quando togli le macchine sboccia un +40% di fatturato, ma poi non ce la fanno perché sì, è vero, si guadagnerebbe di più, ma poi con una strada sistemata non potrebbero loro per primi parcheggiare in divieto davanti al negozio (il 70% delle vetrine romane sono invisibili ai passanti perché coperte dalle auto dei proprietari delle vetrine stesse, giuro!) e allora meglio di no. Meglio tornare in letargo. Buon 2016!

Il pelo e il contropelo all'intervista di Ignazio Marino all'Huffington Post

28 dicembre 2015

ABBIAMO CONTRODEDOTTO A QUESTA BELLA INTERVISTA CHE L'HUFFINGTONPOST HA RIVOLTO ALL'EX SINDACO DI ROMA IGNAZIO MARINO. IN ROSSO I NOSTRI COMMENTI.


Alcune sue mosse recenti, come la visita nelle Marche a Max Fanelli, malato di Sla che chiede una legge sul fine-vita, potevano far pensare a un ritorno del chirurgo all’antico impegno sui diritti civili. E invece Marino è impegnato full time sulla Capitale. E sfida il premier: “Venga con me a fare una passeggiata in un quartiere di periferia della Capitale. Così vediamo con chi si è rotto il rapporto dei romani…”. “Io penso in primo luogo alla missione incompiuta a Roma –spiega l’ex sindaco-. Dopo un anno di lavoro intensissimo avevamo individuato le criticità che durano da decenni, dai rifiuti alle rotaie del metrò che da quarant'anni non vengono sostituite fino alle illegalità di Ostia a cui, nella Legge di Stabilità, Pd di Renzi e Ncd di Alfano stavano per fare un regalo, prima che io denunciassi la cosa in rete e li costringessi a fare retromarcia…”.

Lei sembra una sorta di capo dell’opposizione all’attuale squadra che governa Roma…
“E’ l’amore per la mia città che sta morendo asfissiata non solo per lo smog, ma anche per la mancanza di politica e di democrazia. Palazzo Chigi ha deciso di rimuovere la politica da Roma, e così adesso tornano avanti le lobby, i potentati e il sottogoverno. A far traboccare il vaso, e dunque a prendere la decisione di cacciare il sindaco eletto democraticamente dai romani, ha contribuito in modo pesante il fatto che io mi sia opposto all’idea di Giovanni Malagò e di Luca di Montezemolo di realizzare il villaggio olimpico in un’area verde di Tor Vergata. L'assessore Caudo ed io volevamo progettarlo in un’altra area, tra la Flaminia e la Salaria, dove già esiste un vecchio collegamento ferroviario che si può trasformare in una metropolitana di superficie. L’idea non piaceva a chi vuole edificare nuove aree, realizzare quindicimila appartamenti in un ennesimo quartiere-ghetto: questa è la visione condivisa da palazzo Chigi. E vedrà che il prefetto Tronca, quando dovrà decidere, indicherà Tor Vergata. Non ho la palla di vetro, ma ho imparato a capire dove vanno gli interessi…”.

VERO, PURTROPPO. SULLA COSA ERA TORNATO ANCHE GIOVANNI CAUDO IN UN INCONTRO CHE, UN MESETTO FA, PROMOSSE ALL'UNIVERSITÀ ROMA TRE ASSIEME A ESTELLA MARINO. E LA STORIA DEL VILLAGGIO OLIMPICO DI TOR VERGATA (PER FAR CONTENTO QUALE COSTRUTTORE?) EMERSE. OGGI MARINO LA USA COME ESORDIO DI QUESTA IMPORTANTE INTERVISTA, EVIDENTEMENTE È EMERSO CHE SI È TRATTATO DAVVERO DI UNO DEI MOTIVI CHE HANNO CONSIGLIATO IL BIZZARRO E GOFFO SACRIFICIO DEL SINDACO. E PENSARE CHE ROMA NON VINCERÀ MAI CONTRO PARIGI PER OSPITARE LE OLIMPIADI E CHE, DUNQUE, IL VILLAGGIO OLIMPICO NON SI FARÀ MAI.

La sua è un’accusa grave nei confronti di Montezemolo e Malagò.
Non è un’accusa, solo una constatazione. Se li interroga proveranno a incantarla con tante spiegazioni per giustificare la scelta di Tor Vergata, tipo che gli atleti si muovono sui pullman e non su rotaia. Ma io penso ai cittadini che abiteranno quelle aree dopo, che non si muovono certo su auto di lusso o con gli autisti, ma resteranno ingolfati nel traffico”.

SMENTIRANNO? CI SA TANTO CHE NON SMENTIRANNO...

Che giudizio dà, obiettivamente, di questi due mesi a Roma?
Noto intanto il comportamento di certa stampa evidentemente orientata. Se ci fossi ancora io non oso immaginare cosa direbbe il Tg1. Ma ora Roma è governata direttamente da Palazzo Chigi e dunque anche i media si adeguano. Renzi aveva annunciato l’arrivo dei super eroi e di un sacco di soldi statali, la città pulita, i problemi risolti. E invece per la prima volta ci troviamo, io vivo a Roma dal 1969, con la chiusura dei lungoteveri per il guano degli uccelli. Peggio della neve di Alemanno! (ride). Siamo all’impraticabilità da guano di Matteo Renzi, che è assai più maleodorante della neve di Alemanno”.

In effetti questa vicenda del guano in pieno centro colpisce chiunque passi da Roma in queste settimane.
Evidentemente Renzi e i suoi 19 consiglieri-accoltellatori si sono occupati di allontanare una amministrazione sana, e si sono disinteressati di cose semplici come i dissuasori sonori che andavano installati prima che i 4 milioni di uccelli arrivassero. Capisco, questi sono solo piccoli pensieri da amministratore che non passano per la mente a uomini di governo come il premier. Lui ha avuto la possibilità di amministrare una città, Firenze, che è poco più grande di Ostia…”.

COLPO BASSO CHE FA DA BOOMERANG. IL GUANO? LA COLPA È IN TOTO DI MARINO, ALTROCHÉ. E LA SITUAZIONE SAREBBE STATA QUESTA ANCHE SE MARINO FOSSE RIMASTO SINDACO. PURTROPPO DOPO "MAFIA CAPITALE" TUTTO IL SISTEMA DEGLI APPALTI AFFERENTI ALL'ASSESSORATO ALL'AMBIENTE È ANDATO IN TILT PER INCAPACITÀ E PAURA. TRA QUESTI ANCHE I DISSUASORI PER GLI STORNI CHE, TRA L'ALTRO, PUR ARRIVANDO OGNI ANNO, SONO CONSIDERATI ALLA STREGUA DI UNO STANZIAMENTO STRAORDINARIO; COSI' SE PER UN ANNO NON SI TROVANO I SOLDI LA DISSUASIONE NON SI FA E CI SI RITROVA COPERTI DI M...A.
SU QUESTO MARINO FA MALE AD INSISTERE.

E tuttavia a Roma ora c’è il prefetto Tronca…
Insisto, non sarebbe giusto né onesto attribuire responsabilità, che sono politiche, al prefetto Tronca. E’ di Matteo Renzi la responsabilità politica del blocco del piano che a settembre il consiglio comunale aveva approvato per la gestione di 11 miliardi, il contratto per la pulizia di Roma nei prossimi 15 anni. Avevamo posto tre condizioni, tutte e tre sospese. Si trattava di condizioni che miravano all’efficientamento del servizio e spingevano la società dei rifiuti Ama verso un percorso di aziendalizzazione anche con la ricerca di partner privati. Le scelte che abbiamo fatto su Ama hanno portato a un risparmio di 30 milioni nel 2015. Vedremo se ora il governo accetterà che vengano scalati dalla tasse locali.

LA SCELTA DELLA SOSTANZIALE PRIVATIZZAZIONE DI AMA (CONTESTUALMENTE AL LICENZIAMENTO DI ALCUNI ASSUNTI NELLA MUNICIPALIZZATA AI TEMPI DI PARENTOPOLI) HA MISTERIOSAMENTE COINCISO CON LA DEFENESTRAZIONE DEL SINDACO... NON È NEGABILE.

Dopo la giunta Alemanno, la sua e questi due mesi di commissariamento –con i risultati che vediamo- tra cittadini e osservatori si alimenta la convinzione che Roma sia ingovernabile a prescindere da chi siede in Campidoglio.
Roma da due mesi ha la più alta forma di governo possibile: è governata da Palazzo Chigi. Semmai sono i risultati che sono al minimo storico. Non si era mai vista una confusione tale sul tema delle polveri sottili. Nelle altre capitali come Parigi si aprono gratis le metropolitane. A Roma invece si chiude la metro all’ora di pranzo.

GIÀ. PECCATO CHE LA STESSA IDENTICA COSA SI VERIFICÒ LO SCORSO ANNO. NOI LO SCRIVEMMO PER FILO E PER SEGNO QUI

Era stata chiusa in anticipo a Natale anche gli altri anni..
Sì, ma il governo di una città serve proprio a prendere delle decisioni dopo aver analizzato le diverse situazioni. Non è mica un computer che agisce in automatico. E’ evidente che in caso di emergenza smog i mezzi pubblici devono essere potenziati.

È EVIDENTE UN CIUFOLO! LA DEBACLE ATTUALE DI ATAC È ANCHE COLPA DI IGNAZIO MARINO CHE IN DUE ANNI NON È RIUSCITO A PORRE RIMEDIO A UNO DEI MILLE PROBLEMI CHE ATTANAGLIANO L'AZIENDA. SI TRATTA DEL PIÙ GRANDE FALLIMENTO DELLA CONSILIATURA MARINO E L'EX SINDACO HA PURE IL CORAGGIO DI PARLARE DI MEZZI PUBBLICI? IN 28 MESI NON È RIUSCITO A FARE UN METRO DI NUOVA CORSIA PREFERENZIALE PROTETTA, UN METRO DI CORSIA CICLABILE, UNA SERIA LOTTA ALLA SOSTA SELVAGGIA. E POI PARLIAMO DI INQUINAMENTO?

Il commissario non ha responsabilità?
I prefetti rispondono al ministro dell’Interno e non possono avere il compito di decisioni che spettano alla politica. Tronca non ha corso alle elezioni, è stato mandato dal governo. E tuttavia anche alcune recenti nomine in Campidoglio fanno capire che il ministro dell’Interno e i suoi amici hanno voglia di tornare al passato, al clima di nebbia che c’era prima di noi. Una sorta di normalizzazione della città.

NOMINE INQUIETANTI, CLIMA DI NEBBIA, NORMALIZZAZIONE E RESTAURAZIONE. CHI È IN GRADO DI SMENTIRE?

Il Pd e Renzi che guadagno ne trarrebbero?
Il passato è molto rimpianto da una parte della classe dirigente romana che con la trasparenza ha perso privilegi acquisiti. Io credo che a palazzo Chigi siano sensibili a queste esigenze.

RIBADIAMO: CHI È IN GRADO DI SMENTIRE?

In questi giorni si parla di una proposta di legge del Pd per rinviare le elezioni a Roma. Cosa ne pensa?
Renzi governa sulla base dei sondaggi, come Berlusconi. E non c’è bisogno di grandi sondaggi per capire che oggi il Pd a Roma è messo molto male. Il Pd sta lavorando alacremente contro Roma, la città si è rivoltata contro la manovra di palazzo che dalla stanza di un notaio mi ha estromesso, e di super eroi non c’è traccia. Per questo credo che pensino al voto nel 2017, magari insieme alle politiche. Ma una capitale europea come Roma non può essere governata dalla polizia per 2 anni. Sarebbe una scelta grave e inaccettabile e io credo che i romani andrebbero a manifestare sotto palazzo Chigi.

FALSO. NESSUNO ANDRÀ A PROTESTARE SOTTO PALAZZO CHIGI. AI ROMANI NON FREGA UN CAVOLO DI NULLA, MEN CHE MENO DI CHI LI GOVERNA. CERTO È VERO CHE LA CITTÀ HA CAPITO QUALE ZOZZATA HA FATTO RENZI CONTRO MARINO, QUESTO SI, MA NON È ABBASTANZA PER FAR MUOVERE LORO IL CULO. I TEORICI DELLA RIVOLTA DI MASSA NON SI ILLUDANO. IL PROBLEMA NON SONO 2 ANNI DI COMMISSARIO, IL PROBLEMA SONO I RISULTATI CHE QUESTO COMMISSARIO PORTERÀ A CASA IN DUE ANNI. PER ORA SCARSEGGIANO!

Lei appare molto combattivo, ma in questi due mesi avrà pure fatto una riflessione su come è fallita la sua amministrazione. Molti la paragonano a quel medico che dice ‘l’operazione è andata bene, ma poi il malato peggiora. Quali errori si attribuisce?
Di errori ce ne sono stati come è inevitabile per chi vuole portare il cambiamento. Per esempio c’è stato da parte nostra un deficit di comunicazione, che va imputato a me. Ma la responsabilità è anche dei media: io chiudo Malagrotta e i giornali parlano della Panda rossa; io apro le spiagge di Ostia e i giornali parlano dell’elicottero dei Casamonica; io cambio i vertici delle aziende e i giornali fanno campagne sulla sporcizia. Ora la città è ugualmente sporca ma i giornali tacciono. Io ritengo che i giornali romani rispondano a interessi che evidentemente io non conosco.

VITTIMISMO UN PÒ PATETICO, MA L'ULTIMA FRASE È INCONTESTABILE...

E tuttavia dopo Mafia Capitale lei ha avuto una grande occasione di ripartenza e l’ha sprecata con alcune gaffe come il viaggio negli Usa dietro al Papa.
Io un errore l’ho commesso prima delle elezioni del 2013: non ho esaminato per nulla i curriculum dei consiglieri candidati dal Pd. Se lo avessi fatto, su alcuni avrei espresso delle perplessità. Non ho preteso che il Pd candidasse solo persone cristalline e motivate dall’amore per Roma. Pensi che, pur di spingerli alle dimissioni per allontanare me, ad alcuni di loro è stata promessa la presidenza di alcuni municipi: solo che la stessa poltrona è stata promessa a più persone in alcuni municipi come il II, il V e il VI…”.

Al suo posto, un altro professionista come lei vorrebbe dimenticare l’esperienza romana, e forse la politica tutta. Lei invece vuole andare avanti. Ma come? Partecipando alle primarie Pd? Con una sua lista civica?
Questa riflessione è prematura. Certo, Renzi al Tg1 ha detto di avermi cacciato perché si era rotto il rapporto con la città. Bene, io lo sfido a fare un giro insieme in un quartiere popolare di Roma. Così verifichiamo con chi il rapporto si è realmente rotto. Stamattina al mercato di Primavalle in tanti mi hanno fermato per una foto, per incitarmi a non dargliela vinta. La cosa che più mi ha commosso è che tutti mi chiamavano sindaco.

IN PARTE È VERO CHE MOLTA GENTE SI È RICREDUTA SUL SINDACO SIA DOPO AVER OSSERVATO LA ZOZZA MANOVRA DI RENZI, SIA DOPO AVER ASSAPORATO IL BUON TRONCA.

Lei ritiene dunque che i romani abbiano nostalgia di lei?
I romani non tollerano che il loro sindaco si decida altrove. Non tollerano che arrivi qualcuno da Firenze e indichi chi deve governare Roma. Anche tra chi non ha votato per me la cosa che è stata fatta da Renzi ai romani viene considerata inaccettabile. I romani non vogliono che a decidere per loro sia un fiorentino.

MA CHE C'ENTRA CHE È FIORENTINO!? COSA NE FACCIAMO UNA FACCENDA DI CAMPANILE? ANCHE SE RENZI FOSSE STATO DI TESTACCIO LA COSA SAREBBE STATA NEI MEDESIMI TERMINI: IL GOLPETTINO GOFFO SAREBBE STATO SQUALLIDO UGUALMENTE.

Dunque vuol dire che il premier ha accresciuto la popolarità di Marino tra i romani?
Questa è la mia valutazione. E credo che i 19 consiglieri accoltellatori avranno molte difficoltà a farsi rieleggere. Non ci si candida con la spada del sovrano sulla spalla.

BHE NOI CE LA METTEREMO TUTTA A RICORDARE AGLI ELETTORI I NOMI DEI 19, ANZI I NOMI DEI 26 PERCHÉ LE DIMISSIONI DEI SOLI 19 NON SAREBBERO BASTATE...

Lei sfiderebbe alle primarie un renziano come Roberto Giachetti?
Vedo che più che una corsa alle primarie c’è una corsa a fuggire dalle primarie. Vedo che tutti i nomi che girano poi si fanno da parte. Mi pare che lo stesso Giachetti abbia detto che lo farebbe solo se costretto e per ordine superiore del sovrano. E che anche il prefetto Gabrielli si sia già chiamato fuori, come anche Malagò. Eppure il ruolo di sindaco della capitale dovrebbe generare entusiasmo. La verità è che tutti sanno bene –anche se non riescono a dirlo al sovrano - che la ferita di ottobre penalizzerà il Pd. Il partito ha solo una possibilità: chiedere scusa alla città per aver allontanato il sindaco eletto democraticamente.

In questi mesi ha sentito qualcuno del Pd? Qualcuno le è stato vicino?
Il commissario del Pd di Roma mi è stato molto vicino, in prima fila nell’affilare i coltelli e poi colpirmi.

SU ORFINI CASO HA VOLUTO CHE CI ERAVAMO ESPRESSI GIUSTO QUALCHE ORA PRIMA CHE QUESTA INTERVISTA FACESSE LA SUA COMPARSA ONLINE. ECCO QUI.

Intendo dopo la sua uscita dal Campidoglio…
Ho sentito molti dirigenti e amministratori del Pd di tutta Italia, e mi hanno detto che non condividono questa manovra di palazzo.

Vuole fare qualche nome?
Si tratta di colloqui confidenziali, con amici e persone che, anche al di là delle opinioni politiche, ritengono che in un partito come il nostro la democrazia e la libertà di pensiero debbano sempre prevalere, nonostante Renzi.

Uscirà un libro con i suoi diari di due anni in Campidoglio?
“Scrivere mi piace molto, è una passione che non nascondo e coltivo da sempre”.

BRUTTA CHIUSURA CON IL SOLITO MISTERO BUFFO DEL LIBRO ROSSO DI MARINO. E CHE PALLE! MA CHE SENSO HA MINACCIARE DOCUMENTI RISERVATI PER MESI? PERFINO ANDREOTTI E LICIO GELLI SONO MORTI SENZA CHE USCISSE NULLA, COSA VOLETE CHE CI SIA NEI QUADERNI DI MARINO DI PIÙ SCANDALOSO RISPETTO A CIÒ CHE VIVIAMO OGNI GIORNO?

LA SENSAZIONE, CONCLUDENDO, È CHE MARINO POTRÀ ESSERE UTILE ALLA CITTÀ NEI PROSSIMI MESI O ANNI. LA SUA PRESENZA, SE FUORI DAL PD, POTRÀ VENIR BUONA AD IMPEDIRE AL CANDIDATO UFFICIALE DEL PD DI ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO, MANDANDO AL SECONDO TURNO UN GRILLINO CONTRO UN MARCHINI CON UNA VITTORIA DEL GRILLINO. CHE POI, TUTTO SOMMATO, È CIÒ DI CUI LA CITTÀ POTREBBE AVERE BISOGNO. 

Consigli non richiesti alla redazione di RomaToday. Meno rosicate e più inchieste scomode per il 2016

27 dicembre 2015

Prima o poi doveva succedere, ed è successo: hanno rosicato, come usa dire a Roma!

RomaToday è in qualche misura la quinta testata della città: c'è Messaggero, Repubblica, Corriere, Tempo e poi c'è RomaToday, nata da non molti anni e presente solo su internet. 
La quinta arrivata, ma con ogni probabilità la prima come numero di lettori. Grazie ad un ottimo sistema di gestione dei contenuti (alert, newsletter, social...), ad una velocità accurata e ad una sapiente ottimizzazione SEO, la testata del gruppo CityNews è sicuramente quella che fa i numeri più interessanti. A livello tecnico l'offerta appare magari non contemporaneissima, ma di certo più moderna di quella pachidermica dei siti afferenti alle testate tradizionali.

Il punto è che se a livello di packaging RomaToday ha portato delle innovazioni, non ne ha portata neppure mezza a livello di contenuti. Articoli piatti, rare opinioni, copincollage spinto di comunicati stampa e dispacci di agenzia e, questa la cosa più amara, una posizione troppo spesso schiacciata sul sentire comune, lo stesso sentire comune a causa del quale questa città si trova nelle condizioni che sappiamo: e i parcheggi sotterranei nun ze ponno fa perché crolleno eee palazzine; e le aree pedonali nun ze ponno fa perché poi ndoamettemoamaghina; e le trasformazioni urbane nun ze ponno fa perché è speculazione edilizia; e i vigggili tutto sommato c'hanno ragggione perché magari a colpa è del comandante e così via. 

Un approccio tradizionalista e reazionario nel raccontare una città che invece avrebbe bisogno come il pane di una informazione un po' meno politicamente corretta e un po' più aggressiva nei confronti dei vizi che la stanno uccidendo. Nasce una testata solo online, con degli editori indipendenti, e ti auguri che sparigli dibbrutto. E invece l'encefalogramma piatto, che spesso è solo inutile ma talvolta è pure dannoso.

RomaToday, insomma, o per calcolo politico-economico o magari per calcolo meramente numerico (non schierarsi mai e non scontentare nessuno alla fin fine garantisce più pubblico? Garantisce più inserzionisti? Boh, non ne abbiamo idea), non fa opinione manco pagata oro. Zero, niente, flat, kaputt. E a non fare opinione un po' si rosica. Soprattutto si rosica se in giro per la città c'è chi opinione la fa e manco poco come ad esempio noi di Roma fa Schifo che, tra mille errori, centomila cadute di stile e un milione di esagerazioni, apriamo gli occhi ad un numero di romani un filo superiore agli zero cui viene data una svegliata leggendo RomaToday. I ragazzi, alcuni di talento tutti di buona volontà, che fanno RomaToday ogni tanto, giustamente, si stufano di compilare un seppur seguitissimo gazzettino di informazioni locali come se Roma fosse una gigantesca Sondrio e allora alzano il capino senza però averne del tutto la struttura.

Ultimamente, sempre più di frequente, alzano il capino proprio contro di noi colpevoli non solo di fare opinione a fronte della loro non capacità (o più probabilmente non volontà editoriale) a farne, ma di farla senza essere nulla, senza avere neppure cinquanta centesimi di euro di sostegno, senza avere una redazione, senza pubblicità, senza investimenti, senza staff, senza avere un editore, senza avere manco mezzo stipendio. Nulla. Eppure è trecentomila volte più facile trovare un romano che si è fatto un'idea di città perché "lo leggevo ieri su Roma fa Schifo" piuttosto che perché "lo leggevo ieri su RomaToday". Non che l'idea di città che diamo noi sia giusta, non che il modo con cui somministriamo la nostra idea di città sia corretto e acconcio, ma per lo meno non ci proponiamo di addormentare i cervelli come fa la stampa tradizionale, piuttosto il contrario. Perlomeno, insomma, ci proviamo. Peraltro non guadagnandoci un fico secco, anzi spendendo purtroppo di avvocati visto che ogni tanto arrivano dei personaggi che, per intimidire, querelano.

Ad esempio se un gruppo di 100 persone chiede la pedonalizzazione di Via Urbana e un gruppo di 3 persone chiede che vengano garantiti i loro posti auto (peraltro para abusivi) sotto le finestre, noi non ci vergogniamo mica a parteggiare per i primi, RomaToday no, manco fosse una copia del Messaggero del 1975, mette sullo stesso piano chi vuole vivibilità e chiede progetti europei con chi è rimasto fermo a 40 anni fa. Una grande responsabilità per una testata così tanto seguita. Proprio in quella circostanza, in una conversazione privata, facemmo l'imperdonabile errore di dare della "stronxa" ad una collaboratrice della testata che effettivamente si era comportata da "stronxa". Apriti cielo. Oltre che non interessati a proporre quel giornalismo d'opinione oggi indispensabile alla città, i ragazzi di RomaToday dimostrarono di avere un altro difetto ancor peggiore: la permalosità. 

Da quel momento, per aver fatto volare un semplice "stronxa" peraltro meritatissimo, rapporti civili e cordiali tra le due testate (non si contano la quantità di dichiarazioni che negli anni rilasciammo alla testata), diventarono freddi e inesistenti. Poi si passò agli attacchetti personali fino a scadere, come quest'oggi, alle punzecchiature alla matriciana.

Il rimprovero che RomaToday ci fa oggi è di aver alzato la canizza (ci "rimproverarono" qualche giorno fa anche di essere stati noi ad aver fatto cacciare i risciò; peccato che sia un merito, mica una colpa) contro gli orari della metropolitana essendo arrivati in ritardo. In questo articolo l'indiziato è questo nostro post colpevole (oltre di essere stato visualizzato da 150mila persone...) di aver denunciato troppo tardi lo scandalo degli orari della metro decisi da Atac. "La decisione era stata divulgata cinque giorni prima ed era la stessa degli anni passati" dice RomaToday "allora perché cadere dalle nuvole?".
Per carità, in parte è giusto e condivisibile. Avremmo potuto accorgercene prima e denunciare qualche giorno avanti la cosa. Il problema però è che con tutti i nostri ritardi siamo comunque stati i primi a farlo, prima di tutti i quotidiani e prima di RomaToday che ha parlato della faccenda solo per redarguire chi l'aveva denunciata, seppur tardivamente. 
Insomma è meglio cadere dalle nuvole o è meglio restarci vita natural durante? 
Noi siamo dei semplici cittadini, non dei giornalisti pagati per produrre contenuti, facciamo tutt'altro nella vita e ci siamo accorti degli assurdi orari della metro il giorno stesso in cui si sono manifestati, quando abbiamo avuto concreto bisogno di usarla quella metro. Se bisognava svegliarsi prima, perché nessun giornale l'ha fatto?
RomaToday dice: "questo orario era in vigore anche con le precedenti amministrazioni, perché vi sorprendete?". Già, ma perché non controllare meglio? Lo scorso anno, quando c'era Marino (quante volte siamo stati semplicisticamente accusati di sostenerlo acriticamente?), facemmo un lavoro ancor più accurato - sebbene ancor più tardivo, visto che uscì il giorno di Santo Stefano - che potete leggere a questo link. Dunque si può dire che invece che in ritardo di qualche giorno eravamo in anticipo di un anno intero? 
Lavori di inchiesta come questo qua sopra sulla questione dei trasporti pubblici (e sulle tante altre questioni che rappresentano i cancri di questa città) ci aspettiamo di leggere nel 2016 su RomaToday. Con la promessa di dar loro visibilità e rilancio sui nostri mezzi. Fino a quel momento la gente continuerà a leggere la testata, ma a farsi un'opinione altrove visto che è di gran lunga meglio sollecitare i cervelli dei propri lettori con qualche giorno di ritardo piuttosto che non farlo affatto.

Ovviamente l'auspicio di un cambio radicale di linea editoriale vale per tutti gli organi di informazione della città (ultimamente qualche bel segnale arriva dal Corriere della Sera, coltiviamolo!), il problema non è di certo solo RomaToday. RomaToday ha solo la colpa - e scusate se è poco - di essersi accodato ad un andazzo colpevole tuttavia iniziato e alimentato da altri (ciò che è stata capace di fare Repubblica durante l'epilogo della consiliatura Marino è roba da corso di giornalismo, come esempio negativo ovviamente). Ma la consapevolezza che Roma è ridotta come è ridotta anche a causa di una informazione cittadina da quarto mondo deve essere diffusa e, sfortunatamente, viene confermata ogni giorno. Speriamo in una svolta per il nuovo anno.

A Roma non ci saranno elezioni nel 2016. La ridicola presenza di Matteo Orfini in città lo certifica


Che a Roma non si andrà a votare a primavera per le elezioni amministrative lo vedi da mille indizi, non servono le indiscrezioni di giornali e blog e la dietrologia grillina. La città è in condizioni così disperate sotto ogni punto di vista che qualsiasi decreto che ne procrastini il ritorno alle urne sarebbe in qualche modo giustificato dalle circostanze e difficile da contestare.

Il pallino è il mano al PD perché è il PD a governare il paese e devi guardare al PD romano, alla tranquillità che regna in queste settimane (pensate alla frenesia di Milano, ma anche di Napoli, città dove si dovrebbe votare stando al calendario negli stessi identici giorni di Roma), che si deve guardare per capire che non si voterà mai e poi mai. 

Pensate solo alle figure di cacca che il PD, per mezzo di Franco Tronca, sta inanellando senza battere ciglio. Roba che fa perdere decine di migliaia di voti ogni volta, ma che viene incassata senza isterismi e arrabbiature: tanto mica ci si deve misurare con l'elettorato a breve. Tronca promulga ordinanze e non le comunica; Tronca annulla il concerto della notte di San Silvestro e poi - anche tramite il PD - è costretto a ripristinarlo; Tronca annuncia lo stop al traffico e poi il PD stesso (per non inimicarsi troppo l'elettorato dei commercianti, sticaxxi se stiamo tutti ammalandoci di asma e tumore ai polmoni) lo costringe a smentirsi dopo 6 ore. Il caos, che al confronto Ignazio Marino col suo staff di cazzari era Angela Merkel, eppure va bene così tanto non c'è rischio: non si vota mica!

Che non si vota, poi, lo puoi certificare dal fatto che ancora Matteo Renzi non ha giubilato Matteo Orfini. Un personaggio che da quando è stato messo a capo del partito romano commissariato, non ha fatto altro che danni, siparietti ridicoli e figurette da dilettante allo sbaraglio. La presenza di Orfini è la prima garanzia che il Partito Democratico non è intenzionato ad andare ad elezioni. A meno che non prevalga la tesi del suicidio assistito: regalare la città ai grillini in modo tale che, grazie all'ingovernabilità di Roma, si impantanino definitivamente rendendosi scarsamente credibili anche a livello nazionale in vista delle elezioni del '18 (o del '17). Potrebbe essere anche questa una strategia.

Orfini avrebbe dovuto salvare un partito furfantesco, ma tutti i personaggi che avevano trasformato il partito in una conventicola per la gestione del potere e del denaro sono ancora in giro, indisturbati. Alcuni circoli che Fabrizio Barca aveva giustamente bollato come negativi sono stati per fino avvantaggiati. Il fatto è che il PD già ha pochissimo consenso residuo così, ci manca solo di decapitare le macchine delle tessere e i boss di quartiere: si va attorno al 6% e tanti saluti. (Questa è la awarenes del Partito Democratico a Roma finché non deciderà di rivoluzionarsi). E così Orfini è stato sostanzialmente inutile se non dannoso. Per tacere poi sulla imbarazzante gestione della crisi di Marino. Ma il fallimento era scritto: come si può mettere il capo di una delle correnti cittadine di un partito come capo-commissario di quello stesso partito? Ovvio che il suo punto principale sarà favorire i suoi uomini piuttosto che salvare l'organizzazione e perseguire il bene della città. E così è stato. Lo si è dimostrato in maniera chiara durante l'episodio di Piazza Navona e del vergognoso bando: pur di tutelare i suoi lacché piazzati nei vari Municipi, Orfini è arrivato al punto di attaccare l'ex Assessore al Commercio Marta Leonori. Un fatto gravissimo che all'epoca raccontammo con cura: Orfini ci disse che eravamo dei "troll", dimostrando tra l'altro di non conoscere neppure il senso della parola.

Il fatto è che la classe dirigente orfiniana della città è quello che è. Una qualità davvero scarsina sotto tutti i punti di vista. Basta leggersi i curriculum: trovateci una persona con uno straccio di laurea e stappiamo uno spumante buono. Ma non ci riuscirete! Non si tratta poi di gente cattiva, men che meno di gente corrotta, si tratta semplicemente di poveri cristi che non hanno fatto mai nulla nella vita e vivono il loro orizzonte civico tra la passeggiata a Prati (rione distrutto, ma per loro sempre bellissimo) e la partita daaamaggica allo Stadio. Fine. Tutti amichetti, tutti de quartiere, tutti che hanno fatto lo stesso liceo: i ragazzi del muretto. Niente preparazione, niente confronto nazionale e internazionale, niente reali ambizioni e soprattutto zero visione. Se i problemi della città e del bene comune li attanagliano, beh, riescono a non dimostrarlo. A prima vista le loro priorità sembrano essere sistematicamente altre.

E arriviamo a l'altro ieri. Tutta la città scandalizzata dall'ennesimo scempio di Atac: metro chiusa il giorno di Natale a partire dall'ora di pranzo. Nulla del genere in nessuna altra grande città italiana. Molti politici, pur nella giornata festiva, si sono impegnati per capire, hanno esternato, hanno dichiarato, si sono informati. In particolare l'ex assessore Esposito. In tutto questo il commissario romano (e presidente nazionale) del PD cosa ha fatto? Che posizione ha preso? Cosa ha comunicato al suo elettorato e alla sua città? Ecco qui:



Il PD può sperare in un risultato dignitoso alle prossime elezioni solo trasformando tutto, in maniera davvero radicale. Finché sul partito ci sarà questa specie di cappa che garantisce vecchie modalità e vecchi atteggiamenti, potete star tranquilli: di elezioni neppure l'ombra. 

Attrazioni turistiche. A Roma gli unici mercatini di Natale dove puoi ritrovare la refurtiva se ti hanno svaligiato

26 dicembre 2015


Non si capisce davvero il motivo per cui a Roma il turismo sia così in calo. D'altro canto i turisti cosa cercano quando si muovo a visitare altre città diverse da quella dove abitano loro? Cercano commercio di qualità, offerte culturali all'altezza e poi trasformazioni urbane che danno una profonda motivazione di visitare una città che magari già si è visitata. 
Si va a Barcellona per dire al proprio figlio: "quando sono venuto qui la prima volta questo porto era un posto tremendo, guarda cosa è ora". Si va a Berlino per dire: "vedi quei grattacieli, li c'era Postdammer Platz, una specie di piazzale spelacchiato e abbandonato". Si va a Milano o a Londra e a New York con frequenza per questo motivo, perché cambia tutto. Poi a Natale quali sono le motivazioni per il turismo? Ma certo: i mercatini! Ecco perché l'Alto Adige, il Tirolo, Vienna e Monaco di Baviera scoppiano di turismo. 

A Roma tutto questo c'è eccome. Dunque non si comprende perché non venga apprezzato. Forse dobbiamo comunicarlo meglio, lo sforzo degli uffici turistici deve concentrarsi e deve valorizzare a pieno questa offerta culturale. Noi cerchiamo di dare il nostro contributo con questo filmato. Trasformazioni urbane? Quante ne vuoi: la zona di Ostiense era un'area residenziale severa, razionalista, con delle straordinarie stazioni ferroviarie in marmo, un sogno. Oggi è un incubo di illegalità che parte dall'utilizzo della Stazione Piramide della metro come bacheca per le affissioni dei centri sociali (incollano direttamente sul travertino), transita per i cumuli di motorini abbrustoliti lasciati per mesi di fronte alla stazione della Roma - Lido e arriva al mercatino della roba rubata alla stazione Ostiense. È o non è una trasformazione urbana? Lo è eccome e tra l'altro è anche inedita e originale: solitamente tutte le trasformazioni urbane gentrificano e rendono più bello, qui abbiamo un processo totalmente inverso. Fico, no?


E poi i mercatini appunto. Dove trovi un mercatino di Natale come questo (per girare il video ci siamo quasi beccati una coltellata, giusto per vostra informazione)? Con un po' di fortuna, se ti hanno svaligiati l'appartamento la notte prima, puoi ritrovare parte della refurtiva e ricomprartela a cifre tutto sommato ragionevoli. 

Si tratta di una offerta turistica che nessuna città occidentale può vantare. Non riusciamo a comprendere il motivi per cui non venga pubblicizzata a dovere.

Salutiamo le protagoniste dell'anno, le padrone della metro. Ecco come ci mandano gli auguri le scippatrici

25 dicembre 2015

Non potevano mancare, il giorno di Natale. Pare che oggi i sindacati delle ladre abbiano anche protestato perché la metro resterà aperta fino soltanto alle 13: "ci togliete un sacco di ore disponibili per scippare, questo è un atteggiamento fortemente discriminatorio specie durante le feste, le famiglie che basano il loro reddito sui furti devono avere il diritto di operare". Ma il fancazzismo di Atac ha superato perfino le istanze, sempre ascoltatissime, delle borseggiatrici.


E allora loro, incattivite, riprese durante un furto, ci hanno salutato così. I loro auguri di Natale dopo un anno passato intensamente insieme. Abbiamo pubblicato nel corso del 2015 decine e decine di video dedicati a questi professionisti. Ciononostante nulla si è mosso: in qualsiasi altro paese civile si sarebbe rafforzato il controllo e la repressione e soprattutto si sarebbe approvata rapidissimamente una norma per rispondere alle esigenze (ad oggi a fronte di scippatrici presunte minorenni le forze dell'ordine hanno sostanzialmente le mani legate). Il Parlamento ci costa centinaia di milioni l'anno, a cosa serve se non a produrre norme per rendere dignitosa la vita dei cittadini che contribuiscono con le tasse al suo funzionamento? Se ci pensate un istante capite quanto è assurda questa situazione. Ancor più assurdi noi che l'accettiamo tutto sommato di buon grado.

Addio Roma, hai vinto tu! Trasferirsi a Genova e viverla come una salvezza. Specie per i figli

24 dicembre 2015

Caro Romafaschifo, 
ce l'ho fatta. Finalmente sono riuscito a portare via la mia famiglia da Roma. 
Ero tornato a Roma circa 9 anni fa dopo aver vissuto a Salerno (da bambino) a Genova (da studente) e poi a Ginevra. Ho sempre considerato Roma la mia città, Roma per me è casa mia. Anche la mia compagna mi seguì nel mio girovagare ed eravamo felicissimi di trasferirci nella Capitale d’Italia (nell’immaginario di chi Roma non la conosce, dovrebbe rappresentare il meglio che l’Italia può offrire). 
Il primo impatto fu scioccante innanzitutto per il prezzo degli appartamenti, tant’è che andammo a vivere in un quartiere dormitorio di periferia (Malafede), invenzione urbana di fine millennio realizzata da Caltagirone. Si, quelle palazzine costruite in serie tutte uguali... popolari ma “chic” (almeno per i prezzi). Tuttavia la scelta del quartiere si è rivelata una piacevole sorpresa, trovandosi in una zona tutto sommato isolata e non di passaggio ha sempre rappresentato un’oasi in cui rifugiarsi e lasciare tutto il resto all’esterno. 
Ovviamente abbiamo fatto nostre le battaglie quotidiane con l’automobile nel traffico, con la mancanza di mezzi pubblici (vedi Roma-Lido), con lo sporco e la sciatteria man mano crescente, con la strafottenza, l’arroganza, il menfreghismo di tutti. Ricordo che sempre di più giustificavo tutto quello che avevo intorno con il classico frasario del romano medio: ma c’è il colosseo, abbiamo portato la civiltà nel mondo, se non ti piace te ne poi annà.
Poi succede che ti nascono i figli e il modo in cui guardi le cose cambia. Vuoi qualcosa di meglio non per te, ma per loro. Apri gli occhi e inizi a renderti conto che la cosa più assurda che ti fa Roma è stata l’abitudine al brutto.
Per lavoro sono sempre in giro per l’Italia (a volte in Europa) e iniziavo a meravigliarmi di una metro pulita, di bidoni della spazzatura svuotati ogni notte, dei controlli delle forze dell’ordine. Mi meravigliavo della normalità.
Ora per fortuna sono riuscito a portare via tutta la famiglia da Roma. Siamo al nord, a Genova. Non è il paradiso terrestre, è una città normale e questo mi basta. Ho portato con me anche mia madre che, trasferitasi a Roma dopo la nascita delle mie figlie da Salerno, non ha mai digerito lo shock di trovarsi in una città caduta cosi in basso. Lei che ricordava Roma come la città piu bella del mondo, avendoci vissuto circa 40 anni fa, ha forse subito la delusione più cocente. Si è scontrata con la cultura da far-west che pervade le strade, il menefreghismo imperante, il coattismo diffuso a ogni strato sociale.

Oggi guardo indietro e traccio il bilancio di quest’anno (durissimo per me e la mia famiglia), il trasloco, il cambio delle scuole, nuovi amici per le mie bambine. Non so se sono più felice o più triste. Me ne sono andato e questo era il mio obiettivo. Roma ha vinto. Mi ha sopraffatto. 
È stato come un trapianto di cuore, non è il TUO cuore ma è l’unica cosa che puoi fare per salvarti. Nel mio petto non batte più il MIO cuore ma un altro che però mi consente di vivere. Il mio cuore, maltrattato, vilipeso, offeso era oramai inservibile. Trattenerlo nel petto (restare a Roma) avrebbe significato prolungare una lenta agonia. Ora col cuore nuovo si accendono anche nuove speranze, non per me ma per le mie figlie.
Luca

Bene il blocco totale del traffico, malissimo il biglietto Atac valido per tutto il giorno


A Roma il contesto e l'ambiente è talmente compromesso che neppure ti puoi godere una buona notizia quelle poche volte che arriva. La buona notizia in questione è - se verrà mai confermata - la chiusura totale al traffico automobilistico nei giorni successivi al Natale.
La città ha dei valori assurdi di inquinamento e le automobili sono grandemente responsabili: in altre città stanno decidendo di fermarle e forse, finalmente, per una volta imiteremo chi fa meglio e prima di noi. Non si tratta di un provvedimento risolutivo per l'inquinamento (che vede altrettanto responsabili gli impianti di riscaldamento), ma si tratta di una sfida utile a spiegare a qualche cittadino che una giornata senza auto è possibile, si tratta di un atto utile a convincere qualcuno a tirare fuori la bicicletta dalla cantina (e scoprire che utilizzarla per gli spostamenti in città la trasforma in un mezzo a dir poco competitivo con gli altri), si tratta di una costrizione che può far scoprire a qualcuno che quelle due escrescenze in basso, attaccate alle gambe, si chiamano piedi e si possono usare per camminare (ohmmioddio, che bestemmia) e che fare 2 km richiede 20 minuti e consente di stare maggiormente in salute. La schiacciante maggioranza dei cittadini romani compie spostamenti casa-lavoro inferiori ai 5km, su quella distanza l'auto è il mezzo meno vantaggioso per spostarsi eppure tutti la usano. Impedirgli coercitivamente di farlo non può che far bene a queste persone, autentiche malate di maghina, autentiche macchinadipendenti da disintossicare.

Tutto bene, dunque? Manco per il ciufolo. Il provvedimento, sacrosanto, verrà affiancato a quanto pare da un provvedimento ridicolo il quale - a parziale discolpa delle attuali autorità romane - c'è da dire che ha esordito in altre città italiane. Stiamo parlando dell'aumento della validità del biglietto Atac: un ticket da 1,5 euro varrà tutto il giorno. Sembra un incentivo, in realtà è un messaggio culturale deteriore. In primis perché umilia i cittadini che, mensilmente, pagano l'abbonamento. Ma soprattutto per il portato che rappresenta. Prendere i mezzi pubblici già (già!) costa molto meno che prendere quelli privati, il costo del biglietto già (già!) è livellato su cifre molto basse perché già (già!) il denaro pubblico interviene per sostenere le aziende di trasporto pubblico.  
Da non trascurare poi il fatto che il biglietto svolge anche una funzione in qualche modo di deterrente. Se devo fare due fermate e devo comprare un biglietto, magari quelle due fermate me le faccio a piedi o ricorro alla bici. Se invece il mio biglietto è comunque valido mi metto ad aspettare il bus anche se potrei farne a meno e contribuisco all'affollamento che è un problema non da poco.

Io Comune ti permetto di risparmiare un sacco di soldi impedendoti di prendere la macchina e in più ti debbo fare lo sconto sui mezzi pubblici? Per quale motivo? Se sei un "danneggiato" dai provvedimenti per il traffico significa che sei uno che prende l'auto, no? Significa dunque che sei uno abituato a spendere 10 o più euro al giorno, tutto considerato, per spostarti. Perché dovrei farti risparmiare quando prendi il mezzo pubblico se solitamente spendi e spandi quando prendi il mezzo privato? Perché tu cittadino puoi liberamente farti depredare da benzinaio, elettrauto e carrozziere e solo quando sali sul mezzo pubblico - e dunque contribuisci alle finanze della comunità - devo farti risparmiare? E' un paradosso che non può trovare una risposta logica.

Come totalmente illogica è stata in questi giorni la posizione dei commercianti. Confcommercio o Cna poco cambia. Nessuno di questi ha capito che ciò che caccia via i clienti sono le troppe auto in giro, non il blocco delle auto. La gente affolla i centri commerciali e diserta le trade del commercio per il semplice fatto che Roma è l'unica città italiana e europea dove le strade del commercio sono piene di auto, traffico, smog, pericoli, caos, impossibilità di camminare in sicurezza per anziani e bambini.

Il vertice l'hanno toccato le buffe associazioni dei commercianti del centro, di Via Condotti ecc. In un'intervista hanno spiegato che sono rovinati perché ci sono le targhe alterne (ma come, a Via Condotti e dintorni comunque non si può arrivare e men che meno sostare, cosa c'entrano le targhe alterne?) e i loro negozi sono vuoti e che andranno alla rovina se il Comune non renderà gratuita la metro in caso di ulteriori blocchi. 
Avete letto bene. Commercianti che vendono portachiavi per 500€ e borsette per 1000€ sono preoccupati dal fatto che i loro clienti possano arrivare gratis a destinazione, risparmiando i pochi spiccioli che costa un biglietto. A questo punto rendiamo gratuiti pure i taxi e, per lo stesso principio, anche la benzina e il gommista della macchina: avere la seccatura di pagare il carburante non è una limitazione al costituzionalmente tutelato diritto alla mobilità forse? Follia più totale e incapacità di leggere il problema.

E' vero che il centro di Roma è depresso e vuoto quest'anno più che mai. Ma davvero la gente non ci viene perché gli tocca pagare 1,5€ di biglietto? Oppure perché la città ha una offerta commerciale banale e triste, oppure perché a differenza di altre città italiane non c'è nulla di nuovo da vedere (si pensi alle trasformazioni di Milano, affascinantissime, che stanno richiamando un turismo di qualità), oppure perché la morsa della sosta selvaggia rovina ogni strada e ogni piazza, oppure perché la tendenza della ristorazione e non solo a fregare i turisti è venuta a noia e la voce si è sparsa, oppure perché un turismo da torpedone e da gelateria trash ha pian piano espulso il turismo di livello e di qualità, oppure perché la burocrazia e la grande potenza delle lobby del "no" bloccano qualsiasi progetto, dalla nascita di un nuovo albergo alla trasformazione di un ex cinema? 
Non ci sono purtroppo grandi motivi - fatti salvi quelli classici, sempre quelli - per passare un fine settimana a Roma. L'unica novità degli ultimi anni - e la gente cerca novità, spiacenti! - è stata la pedonalizzazione dei Fori. La concorrenza delle altre città italiane (Milano, certo, ma anche Firenze o Napoli) è molto ma molto più agguerrita e noi pensiamo che per riempire i negozi sia sufficiente far risparmiare 1,5€ ai clienti...

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