Quale commerciante al mondo riesce a ripagarsi in mezza giornata l'affitto di tutto l'anno? Solo il caldarrostaro romano

30 novembre 2015

Il grande caos di Piazza Navona (e ora speriamo di divertirci con il lavoro della Procura della Repubblica) ha oscurato molti altri casini più o meno grandi che interessano il Primo Municipio. Dalle luci di Natale agli altri mercatini invernali (e ce ne sarebbe da approfondire) fino alla storiaccia dei castagnari. 
Non si è fatta distrarre però una giornalista del Corriere della Sera che la settimana scorsa ha scoperto che a Roma i venditori di caldarroste stanno lì solo in virtù di una sospensiva del Tar che il Comune non ha, guardaunpo', mai impugnato e che dunque è andata in prescrizione. A questo si è aggiunto, in questi giorni, il rinnovo senza ombra di uno straccio di bando e di gara di 4 postazioni di castagnari (indovinate chi è il titolare) nella zona di Prati che, secondo alcune normative, sarebbe dovuto dover rinnovare automaticamente - bah - fino al 2017, anno in cui entrerà in vigore la normativa Bolkestein (anche se abbiamo scarse speranze). 
Ebbene queste 4 ordinanze noi ce le maneggiavamo in mano ormai da qualche giorno. Premesso che non siamo sicuri che fosse stato obbligatorio rinnovarle senza bando, ma detto questo la cosa ci permette di riflettere sui costi che queste concessioni generano per chi le richiede e le gestisce da anni. E sui guadagni che il Comune ha dal fatto di cedere pezzetti di territorio e pagare un prezzo in termini di decoro.








Il nostro castagnaro, come racconta oggi la bravissima Erica Dellapasqua sul Corriere della Sera, vende le sue castagnucce (perlatro anche a Ferragosto) a 5 euro per un cartoccio di 8 pezzi (buoni eh, bisogna dirlo, ma otto!). Fa 0,625 a castagna. 

Ora noi sappiamo, visto che ce lo dicono le carte che pubblichiamo, che la cifra che deve pagare per l'occupazione di suolo pubblico (ovvero quello che lui dà alla città in cambio di quel posto privilegiato dove poter lavorare e far business) è pari a 349€ all'anno (all'anno!!!). Questo significa, ci aiuta l'aritmetica, che al castagnaro sarà sufficiente vendere 558,4 castagne per essersi ampiamente ripagato il costo dei quello che potremmo considerare il suo "affitto". Il che, considerati cartocci da 8 equivale a meno di 70 cartocci. Ipotizziamo realisticamente 15 cartocci all'ora ed ecco il tempo necessario per un castagnaro per ripagarsi interamente l'affitto annuo: quattro ore e mezzo, facciamo cinque per essere buoni. 

Ne deriva che non c'è attività al mondo, traffico di organi, di cocaina e di armi inclusa, che consenta dei  margini di guadagno pari a questa. Con l'aiuto che questa è una attività perfettamente legale e che non ti mette a rischio. Tanto è dal 1996 che il Tar ha dato la sospensiva e che aspetta una risposta dal Comune per capire se davvero a Roma sono compatibili in queste modalità 40 postazioni di castagnari che somministrano marroni abbrustoliti anche con 38 gradi all'ombra...

Vi sfidiamo! Trovateci un solo altro ospedale in Europa ridotto come un qualsiasi ospedale romano


Qui prendiamo ad esempio il San Camillo, ma le cose sono esattamente le stesse al Policlinico o al San Giovanni. Cambia poco o niente. Parcheggiatori abusivi all'esterno che taglieggiano le persone che, magari con dolore (peraltro sono sempre gli stessi, totalmente padroni della strada), vanno a trovare un parente o un amico; bancarelle lungo il marciapiede; baracche che vendono i giornali, baracche che vendono fiori; bar a forma di baracche come se non fosse molto più sensato e agevole avere puliti e comodi bar all'interno; auto in seconda fila che rendono la strada un budello (un budello anche per le autoambulanze).

 

Questo è lo scenario fuori a tutti i nosocomi romani. I cittadini di questa città si sono, pian pianino, abituati. Se li interrogate non troveranno nulla di strano in questa situazione: per loro è normale, sono nati così, sono cresciuti così, nessuno ne a casa, ne a scuola, ne in parrocchia, ne alla sezione del partito gli ha mai fatto presente che la cosa è anomala e, soprattutto, totalmente inedita a livello mondiale.

E allora vi sfidiamo: trovateci (foto, video, racconti) un qualsiasi ospedale in una qualsiasi altra capitale europea che sia in queste condizioni. Madrid o Berlino, Lisbona o Londra, Parigi o Vienna. Vedete voi. Trovateci qualcosa di minimamente paragonabile e mettetelo nei commenti. 

E i vigili continuano ad intimidire chi usa ioSegnalo. Così la Municipale uccide il senso civico. Ora basta!

29 novembre 2015

Da una parte c'è la soddisfazione di notare come un semplice e banale strumento tecnologico abbia mandato a gambe all'aria il pietoso quieto vivere dei Vigili Urbani romani (di gran lunga i peggiori d'Europa, per distacco e sotto ogni punto di vista; con le dovute piccole eccezioni beninteso), dall'altra però bisogna rendersi conto che qui si esagera. 
Un conto è continuare nell'ignavia, nel pressappochismo, nella tendenza a stare sempre un po' più dalla parte dei delinquenti rispetto che degli onesti; un altro conto invece è adottare toni intimidatori propri delle peggiori polizie corrotte sudamericane degli anni peggiori del Venezuela e della Colombia. Perché questo è.


Pubblichiamo questa lettera anche se la cittadina che l'ha mandata ci ha chiesto di non farlo, lo facciamo perché tanto questa persona (notate come è spaventata da chi, al contrario, è pagato coi soldi delle tasse di quella stessa cittadina per fare esattamente il contrario, per scacciar via la paura e lo spavento) sarà irriconoscibile. Lo sarà per un semplice motivo: le lettere che ci sono arrivate su questo tono sono tantissime, accade in ogni Comando e l'ultima volta ce n'eravamo occupati qui poco più di un mesetto fa. Ma l'escalation di intimidazioni di bassissima lega si incrementa come si può notare in questo episodio e nelle decine che ogni giorno ci vengono segnalati soprattutto su Twitter.

Chiaramente aver indebolito e poi annientato la guida politica della città non ha fatto altro che contribuire a questo. ioSegnalo è una delle tante rivoluzioni del comandante Raffaele Clemente, figura fortemente voluta da Ignazio Marino. Quando Marino era debole e sotto attacco Clemente era più vulnerabile, ora che Marino non c'è più Clemente si è ancora indebolito e tornano i vecchi atteggiamenti, i vecchi modi di fare, torna l'idea che una  macchina in divieto di sosta "nun dà fastidio a nisuno" e che non bisogna rompere troppo le scatole con le segnalazioni perché poi con ioSegnalo resta traccia e l'inefficienza e la nullafacenza dei Gruppi diventa evidente e statisticamente rilevabile.


Insistete con forza. Utilizzate ioSegnalo con vigore ogni qual volta che ne vedete la necessità. Allegate alla vostra segnalazione delle foto in modo che chi preferisce la pax dell'illegalità alle vibrazioni del lavoro e dell'impegno non possa far finta di non capire e trovare scuse per telefonare a casa e chiedere che le segnalazioni siano "oculate". Insistete e fatelo anche per rispetto e tutela dei tanti cittadini che in queste ore si stanno subendo, solo per avere la colpa di essere dotati di senso civico, le squallide ramanzine della Polizia Municipale, l'unica al mondo che se deve scegliere tra un cittadino abusivo e furbo e uno onesto e rispettoso sceglie al contrario. A Roma il senso civico è merce rarissima, le istituzioni della città dovrebbero lavorare strenuamente per incoraggiarlo, non per ucciderlo nella culla. Non glielo consentiremo tanto facilmente. 

I mercatini di natale di Colonia. Eccolo lo spread tra l'Italia e la Germania. Non servono modelli economici

28 novembre 2015

































Per la serie di post sui mercatini di Natale volevo contribuire mandandovi alcune foto scattate ieri ai due mercatini del centro storico di Colonia. 
Stand tutti uguali nel mercatino sotto la cattedrale (quello rosso), ma anche nell'altro sono abbastanza uniformi.
Per dare un aspetto più "standardizzato" a tutto il mercatino persino le tazze dove vengono servite alcune bevande sono uguali per i diversi stand e sono decorate con motivi natalizi specifici del mercatino di Colonia '15 (il comune in alcuni stand le vende anche senza dover comprare da bere semplicemente per poterle portare via come souvenir, insieme ad altra oggettistica "ufficiale" del mercatino di Natale).
Prezzi uniformi, cibo ed articoli di artigianato di qualità, pulizia ed ordine, giochi per bambini e per adulti, spettacoli musicali, una pista di pattinaggio e persino dei pub coperti dove poter mangiare o bersi una birra al riparo dalla pioggia.
Venendo da Roma il tutto si riassume purtroppo in una sola parola, umiliante.

Francesco

*E probabilmente, Francesco, qui non è dovuto intervenire l'esercito, la Legione Straniera, l'Autorità Anti Corruzione, la Conferenza Stato Regioni, l'ispettore, il Comune, il Commissario del Partito, il Presidente del PD e ben presto la Procura della Repubblica, Magistrati, Avvocati.. e via via paglicciando. Ci mancava il Papa. E tutto per un mercatino. Rendiamoci conto.
-RFS

Franco Magni. Ecco chi è il famigerato "operatore turistico" che si è asserragliato oggi sul Colosseo e poi è andato da Tronca

27 novembre 2015

Ma come, un operatore turistico dotato di fior di società aperta a Roma che si arrabbia contro le ordinanze di Tronca che, al contrario, finalmente puntano a tutelare un minimo le aree storiche e centrali che sono proprio la miniera del turismo in città? Che strano! Come mai?
Eppure è andata così.

Un uomo canta con altre persone sotto di lui, dal Colosseo, cori da stadio tipo "volemo lavoraaaaa". Provate un attimo a chiudere gli occhi e a immaginare una scena del genere in un punto di interesse artistico di Parigi, Londra o Berlino, quanto sarebbe durato un soggetto del genere? C'erano Polizia, Municipale e Vigili del Fuoco, pensate quanto ci è costata questa kermesse. Ma chi è l'uomo che canta e che minaccia di buttarsi in caso di mancato arrivo di Tronca? Chi fa parte della clacque in basso? Quali sarebbero questi "posti di lavoro"?

La storia è sempre la solita. L'amministrazione che cerca di allontanare l'abusivismo dei centurioni e loro che, considerando l'area del Colosseo come peggio di casa loro, la strumentalizzano a loro vantaggio tra minacce di morte e intimidazioni a smontare l'Anfiteatro.



Questa volta poco cambia: siamo in presenza non di un centurione, ma di un ex centurione. Che con il suo gesto ha ottenuto di essere portato al cospetto del Commissario Tronca. Ma con quale personaggio ha parlato Tronca?
Si tratterebbe di Franco Magni, notissimo alle nostre pagine Facebook come potete vedere sopra, dove interviene sempre con eleganza e tatto. Secondo le cronache di queste ore Magni sarebbe titolare di una agenzia turistica e ci spiega che a Roma il settore dei procacciatori d'affari (quelli che vendono ai turisti il biglietto per saltare la fila del Colosseo o dei Musei Vaticani, applicando un sovrapprezzo e promuovendosi con venditori che affollano le aree più turistiche facendo profferte di servizi) conta qualcosa come 45 aziende e 2000 addetti. Un business che ci fa capire che dimensioni abbia il mercato che, a Roma, si spartisce il parco buoi dei turisti. Esiste qualcosa di paragonabile al mondo? Ad ogni modo tra queste 45 aziende c'è quella del buon Magni, che su TripAdvisor è accreditata delle recensioni che - ve lo consigliamo - potete leggere qui. Le recensioni sono sicuramente false e esagerate, ma anche se solo una, tra centinaia, fosse vera a quanto ammonterebbe il danno di immagine e dunque economico che realtà di questa caratura infliggerebbero a Roma? Ve lo diciamo noi: incalcolabile. 



Ma le gesta dell'uomo che oggi è riuscito a farsi ricevere da Francesco Paolo Tronca non finiscono qui e basta una rapida ricerca su Google per trovare chicche niente male. Ad esempio come nel 2010 quando il nostro fu protagonista di una rissa (una delle tante, solo che stavolta si esagerò) tra procacciatori al Colosseo. Oppure qui, nel 2002, quando Franco Magni o un suo omonimo venne coinvolto in questo episodio. Ma una delle azioni però più affascinanti di Magni (ammenoché non si tratti di omonimia) è quella relativa al tentativo di esportare l'inciviltà, la prepotenza, la cafonaggine, il cattivo gusto, la violenza e l'illegalità dei centurioni a Venezia. 
L'episodio è emblematico e ci dà la misura dell'abisso che separa la mentalità romana da quella di qualsiasi altra città italiana, Venezia o Palermo poco cambierebbe. Solo a Roma macroscopici bubboni di illegalità e degrado (anche umano) sono stati tollerati per anni e sono diventati parte del paesaggio, praticamente elementi normali di vita comune. Quando però questo schifo esce dal Raccordo Anulare emerge immediatamente per quello che è: una anomalia cui porre fine immediatamente. Ciò che viene tollerato a Roma è semplicemente impensabile fuori da Roma. L'episodio, che fa rabbia e pena al tempo stesso, è descritto alla perfezione da un articolo del Gazzettino. Un articolo che dovrebbe far riflettere tutto - se c'è - il sistema sano del turismo a Roma. Certe realtà vengono altrove espulse nel giro di 48 ore, qui prosperano da 48 anni e non si rassegnano. La colpa è solo delle istituzioni?
Intanto Magni, grazie alla solita retorica del "semo italiani datece er lavoro" e del "semo padri de famija c'avemio fame e si nun ce fate da fa come caxxo ce pare aumenta la dilinguenza" (segnaliamo che si tratta di aggravanti, non di attenuanti!) si è fatto la sua chiacchierata con il viceprefetto e prevede di incontrare Tronca lunedì 30 novembre. Cosa si diranno di bello? Tronca avrà la lucidità di spiegare al nostro amico che è anche a causa sua, in fondo, se la nostra città sta perdendo posizioni su posizioni nella graduatoria globale del turismo finendo persino dietro a Berlino o a Barcellona? In qualsiasi paese normale un folle che sale su un monumento minacciando e urlando distogliendo le forze dell'ordine, specie in momenti come questo, da compiti e attenzioni ben più importanti viene portato in galera, qui viene portato a colloquio nel palazzo civico. Dove magari l'accesso è invece totalmente precluso alla gente per bene.

E per chiudere una Franco Magni's timeline per i più distratti con rassegna stampa ragionata vista anche la confusione che, come al solito, hanno contribuito a ingenerare gli articoli di oggi sui giornali ufficiali.

1996 - inizio attività da "centurione" (http://www.romanhideout.com/News/2002/thetimes20020309_ita.asp)

2002 - gli stranieri lo prendono in giro "rubbish dress"(http://www.romanhideout.com/News/2002/thetimes20020309_ita.asp)

2002 - denunciato perché se ne va in giro con una spada vera (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/03/08/centurione-denunciato-aveva-una-spada-vera.html)

2003 - già si lamenta che i padri di famiglia "hanno perso il lavoro" (http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=1144)

2010 - risse e accoltellamenti ( http://roma.repubblica.it/cronaca/2010/04/07/news/rissa_colosseo-3174070/ - http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/08/colosseo-coltellate-tra-acchiappaturisti.html)

2012 - si arrampica al secondo anello del Colosseo per protesta (http://archivio.panorama.it/italia/Centurioni-romani-in-rivolta-contro-il-Campidoglio-Fateci-lavorare)

2013 - va a Venezia a fare il pagliaccio e lo cacciano a calci nel deretano (http://www.ilgazzettino.it/NORDEST/VENEZIA/respinti_i_centurioni_romani_abusivi_giro_per_i_musei_del_centro_a_59_euro/notizie/273679.shtml)

Infine c'è il mitico documentario della National Geographic dedicato alle città turistiche dove ti fregano. Parlano di un certo "Franco" considerato il boss della malavita del settore turistico, chissà chi è. Giudicate voi, anche Il Tempo all'epoac recensì la puntata

E poi arriviamo al 2015. Amen.

Due piccioni con una fava. Salvata Piazza Navona dal suk, sbugiardate le brutte menzogne del PD


Le scuse vanno ai nostri lettori. Hanno dovuto sopportare per settimane una quantità invero anomala di pubblicazioni relative a Piazza Navona. Oggi forse avete capito perché. Dal primo istante dopo l'uscita del bando, la time line delle pubblicazioni è rintracciabile, abbiamo parlato di truffa, ciò che oggi, dopo settimane, hanno confermato gli ispettori corroborati dall'Authority di Raffaele Cantone. Abbiamo segnalato le incongruenze sulla qualità, abbiamo ispirato ottimi articoli su altri organi di stampa, abbiamo spinto assieme l'amministrazione a integrare con un disciplinare di qualità, abbiamo spiegato i motivi per cui si stava impiegando settimane e settimane (l'authority ci ha messo due giorni) a controllare le partecipazioni, abbiamo denunciato la non-nomina di un capo-giuria di chiara fama. Il tutto lo abbiamo fatto sotto il continuo fuoco di fila del Primo Municipio, che ha sempre difeso l'impianto a spada tratta, e con una lieve supporto da parte del Comune che però è venuto rapidamente meno vista la fine che nel frattempo ha fatto Ignazio Marino.

Il risultato però anche quest'anno c'è stato. Lo scorso anno facemmo saltare la Fiera della Befana scoprendo in extremis una pastetta in Consiglio Comunale che mirava a rendere vane le modifiche richieste da Vigili del Fuoco e Soprintendenza; quest'anno puntando sulle caratteristiche raccapriccianti del bando. Anche nel Natale 2015 e Befana 2016 una delle piazze più belle del mondo sarà libera. E di questo dobbiamo ringraziare anche voi, i più attenti tra voi, e la vostra capacità di percepire e cogliere le tante denunce che transitano su queste pagine e farle diventare opinione diffusa in città. Insomma la quantità (impressionante) e la qualità (sorprendente) di chi frequenta quotidianamente queste pagine: Grazie.

Ma è dunque tutto come lo scorso anno? No, ci sono delle novità divertenti quest'anno.

La più divertente, nuova rispetto allo scorso anno, è stata la reazione scomposta degli orfiniani. Buffa genìe politica attualmente a capo di quel poco che resta del Partito Democratico a Roma, gli orfiniani si caratterizzano per comportamenti ed atteggiamenti non distanti da quelli che vostro figlio di 8 anni ha a scuola, quando gioca con gli amichetti. O quando viene colto con le mani nella Nutella (che è il massimo orizzonte di prodotto artigianale di qualità per un orfiniano medio). 
Dispettucci, nascondere la verità, negare l'evidenza anche a costo di cadere nel ridicolo e tentativo quasi sempre maldestro di rigirare la frittata per mettere in difficoltà, pugnalando alla schiena, chi prima era alleato e ora, per mera cattiva fede, diventa nemico del momento. Il risultato sarebbe comico se non fosse tragico. In buona sostanza è successo - chi ci legge da Trieste o da Trapani faticherà a crederci - che il presidente nazionale del Partito Democratico si sta occupando da giorni di quattro bancarelle iellate incartandosi sempre di più e contraddicendosi pur di difendere poco significativi elementi della sua corrente a Roma. I suoi uomini fanno pasticci e lui invece di dare scapellotti, difende l'indifendibile. La strategia è stata: dare la colpa del pasticcio di Piazza Navona a Marino ed alla sua Giunta e contestualmente prendersi tutti i meriti di quello che succede. A dispetto di ogni evidenza e di ogni buon senso.


LE BUGIE DEGLI ORFINIANI SUL DISCIPLINARE
Orfini e gli orfiniani sono arrivati a dire che la riduzione dei banchi dello scorso anno era merito loro (ma si trovano ancora in rete le loro dichiarazioni dello scorso anno che sostenevano fosse una riduzione imposta dalle Soprintendenze); sono arrivati a dire che il bando quest'anno è stato impugnato perché fatto da Marino (ma ci sono fior di dichiarazioni di qualche settimana prima in cui spiegano che il Comune non c'entra niente perché il bando è del Municipio e che anzi nessuno deve metterci bocca). Non sapendo a cosa appigliarsi nelle ultime ore gli orfiniani, non redarguiti come sarebbe stato ovvio bensì ancora una volta spalleggiati dallo stesso Orfini, l'hanno sparata grossa: il bando garantiva la qualità, ma è saltato per colpa del disciplinare aggiunto da Ignazio Marino e da Marta Leonori. È del tutto evidente che in assenza del disciplinare di qualità il bando avrebbe prodotto gli stessi risultati, ma che forse sarebbe stato più complicato impugnarli. Dunque senza il disciplinare il bando forse non sarebbe saltato. Ne consegue che il disciplinare ha avuto, eccome, un ruolo anche fosse stato solo quello di far emergere al pettine i nodi del problema e rendere ancora meno difendibile il risultato. 

IL PRIMO MUNICIPIO IN REALTÀ LAVORA DA SEMPRE PER PROROGARE GLI INTERESSI DEI BANCARELLARI
Ovviamente la storia è radicalmente diversa da come gli orfiniani in preda ad una lancinante crisi di nervi la narrano. Il bando, sul quale i geni del Primo Municipio hanno lavorato mesi e mesi, così com'era faceva raccapriccio a dir poco, non è bastato un anno di lavoro per fare qualcosa di decente. Un prodotto cucito addosso alle lobbies bancarellare dei camion bar; ovviamente sindaco e assessore, appena vista sta schifezza intergalattica, hanno cercato di porre rimedio (al Municipio da sempre lottano per prorogare i Tredicine a Piazza Navona, come hanno fatto nel 2013 e come tentarono fino allo stremo di fare nel 2014, ma gli intendimenti del Comune non sono mai stati questi): è stato fatto in fretta e furia un disciplinare per rendere più inaccessibile il punteggio di qualità - con bando tutti avrebbero avuto semplicemente il massimo perché bastava autocertificare quattro sciocchezze - e questo disciplinare ha avuto il merito di rappresentare, nel settore dei dolciumi in special modo, la infima qualità dei partecipanti. Un merito non da poco.



IL DISCIPLINARE DI QUALITÀ IN REALTÀ FUNZIONAVA ECCOME
Per tutta la serata di ieri gli orfiniani hanno raccontato la storia di una Befana di Piazza Navona saltata a causa del disciplinare di Marta Leonori. Arrivando al punto di strumentalizzare il lavoro della Commissione Ispettiva di Tronca e dell'Authority di Cantone. 
Ovviamente niente di più falso. Il disciplinare, in realtà, pur non perfetto, avrebbe funzionato alla grande se solo avesse avuto ad interpretarlo non una giuria inadeguata e scelta alla carlona, ma un esperto di chiara fama come previsto al momento della redazione del disciplinare stesso. Per dimostrare in maniera univoca che il disciplinare funzionava basterebbe forse andarsi ad analizzare l'unica candidatura di qualità pervenuta (ma misteriosamente esclusa per questioni di giorno di arrivo del plico) ovvero quella della nota chef Cristina Bowerman di cui hanno parlato in questi giorni Il Messaggero e molti food blog italiani: si evincerà facilmente che quella candidatura, pur nuova sulla piazza e dunque non aiutata dall'anzianità, poteva raggiungere alti punteggi complessivi proprio grazie al disciplinare. Un esperimento che gli orfiniani potrebbero fare agilmente prima di blaterare. Certo è più comodo accantonare le candidature scomode con la scusa - peraltro ampiamente impugnabile - dell'arrivo oltre tempo massimo così non c'è la controprova.

COSA HANNO DETTO GLI ISPETTORI DI TRONCA
È vero che gli ispettori hanno bacchettato anche il disciplinare (dicendo semplicemente che non garantisce la par condicio, ma è una osservazione un po' blanda giacché in un bando non ci deve essere la par condicio: se un operatore possiede un laboratorio artigianale per fare biscotti e uno non lo possiede è giusto che ci sia un discrimine a favore di chi lo possiede, no?) ma il grosso delle osservazioni sono state fatte al bando vero e proprio: 

-per quanto riguarda i tempi di risposta (vi ricordate il confronto che abbiamo fatto con Napoli) che non erano menzionati e che hanno permesso al Municipio di tenersi le carte per settimane e settimane tenendo in sospeso degli operatori che se avessero avuto una risposta in tempi civili oggi si sarebbero potuti riorganizzare magari partecipando ad altre rassegne e che invece così sono rimasti in trappola.

-per quanto riguarda la modulazione di anzianità del 40%: gli ispettori dicono che non c'è legge che obbliga questo. E se fosse vero sarebbe una piccola rivoluzione. In effetti a leggere la Stato-Regione si dice che il 40% è il limite massimo, non che è il livello obbligatorio di anzianità da garantire. E anche qui tante frottole che al Primo Municipio ci hanno raccontato cadrebbero come un castello di carte. 

-per quanto riguarda la stolta norma di discriminare in base all'orario di arrivo (in caso di parità di punteggio), che è il motivo che ha portato alcuni concorrenti a intrufolarsi in qualche ufficio postale prima ancora dell'orario di apertura. E anche qui è una nostra denuncia. Tanto che il Corriere stamani riporta esattamente la nostra nota sulla famosa richiesta arrivata con un orario anomalo: 7.56, prima dell'orario di apertura di qualsiasi ufficio postale. Sarebbe stata spedita dall'ufficio postale del Quirinale, uno di quelli non accessibili al pubblico generico. Un particolare francamente inquietante se fosse confermato, che il Municipio e la commissione giudicante aveva totalmente ignorato.

-per quanto riguarda il controllo preventivo (e non a valle) dei requisiti. Vi ricordate quando parlavamo di Durc nei giorni passati? Vi ricordate quando chiedevamo al Primo Municipio di chiedere i requisiti (non solo l'autocertificazione) prima di rilasciare i titoli? Ecco anche gli ispettori l'hanno pensata allo stesso modo.

-per quanto riguarda infine la durata delle concessioni ritenuta forse eccessiva per via dei 10 anni. Le concessioni possono essere date fino ad un massimo di 12 anni, intendiamoci. Ma deve essere motivato dall'investimento necessario. Realizzare e costruire un box di metallo e vetro è oneroso, ma questo onere non può essere giustificato da una concessione di 10 anni che rende 1000 volte quell'investimento. Anche qui cade la fandonia di un Primo Municipio in strenua lotta contro le lobbies, tutto il contrario.

ECCO DIMOSTRATE LE BUGIE DEGLI ORFINIANI
Dunque gli ispettori bacchettano il disciplinare, sì, ma fanno tutta una serie di puntuali correzioni al bando. Ci sono due righe di menzione al disciplinare, ma poi il bando viene smontato nelle sue fondamenta pezzo per pezzo. Il bando, come noi ripetiamo dal 1 ottobre 2015 (qui c'è il primissimo articolo in cui lo smontiamo pezzo pezzo), era un bando-truffa. Affermare dunque che il bando sia stato impallinato dagli ispettori per colpa dell'allegato disciplinare è una bugia, una frottola, uno specchio sul quale solo un gruppetto sparuto di orfiniani poteva spericolatamente aggrapparsi. Non è un caso se in mano a lorsignori il Partito Democratico stia di fatto svanendo a Roma trasformandosi in una formazione politica da prefisso telefonico. Forse Renzi e i suoi dovrebbero un attimo rendersi conto che una emorragia continuativa e accanita porta il corpaccione ad essere poi difficilmente rianimabile...
Quello che ci stiamo domandando, da giorni ormai, va però oltre: cosa porta un personaggio di caratura politica nazionale come Matteo Orfini a farsi trascinare in un ginepraio simile? Cosa gli genera la coazione a ripetere di menzogne come sta facendo da giorni e giorni? Cosa lo fa mettere in una situazione imbarazzante e facilmente attaccabile?


È ovvio che l'unica strada per Orfini per non far dimettere il suo assessore Pescetelli era quella di inventarsi una narrazione lontana dalla realtà. Ma salvare un compagno di partito val bene ricoprirsi di ridicolo? Evidentemente per questi giovani brontosauri della politica assolutamente sì.: il confine tra lealtà e dignità si fa labile. Difesa strenua del proprio gruppetto anche in spregio della città, in spregio di altre parti del partito, in spregio di chi critica (che si trasforma in troll). A questo giro gli orfiniani sono arrivati al punto più basso dell'alterco via social: "un giorno scoprirò chi vi pilota", ci ha detto Jacopo Emiliani convinto che non esista altro mondo fuor di quello dove lui è cresciuto, dove non contano le opinioni e la verità, ma l'obbedienza e la fedeltà. Neppure Storace o l'ultimo dei grillini (quelli del "chi ti pacaaa?")  erano arrivati a tanto.

Al di là delle risposte, che non arriveranno mai, Piazza Navona consente di mettere un nuovo tassello nel mosaico di lento riscatto della città. Se lo scorso anno una piazza libera dai bancarellari fu il primo segno simbolico post Mafia Capitale, quest'anno la fiera saltata per la seconda volta di fila ha messo a nudo tutti i limiti di questo modo vecchio, volgare, aggressivo, disinteressato delle sorti civiche e comuni, correntizio di fare politica. A fare gli spacconi, i prepotenti, i bugiardi e i gradassi non ci si guadagna nulla, anzi si fanno delle figuracce clamorose. Lo avranno imparato? Avranno imparato che il tempo in cui una menzogna ripetuta venti volta diventava verità è definitivamente esaurito esattamente come la pazienza e il sistema nervoso dei cittadini?

Risciò sequestrati stamattina. E i pedalatori reagiscono mandandoci questo audiomessaggio di minacce

26 novembre 2015


Per carità, sarà stato un momento particolarmente concitato, di grande arrabbiatura, ma insomma che motivo c'era di aprire Facebook e di indirizzare una serie di insulti, a noi, alle nostre famiglie, ai nostri genitori. E di condirli anche di minacce? 
E invece i pedalatori di risciò non hanno trovato altro di meglio da fare, dopo i primi sequestri di stamattina, di farci capire di che pasta sono fatti: avanzi di galera. Non che gli avanzi di galera non possano lavorare, anzi devono. Non che non possano fare servizio per i turisti, per carità. Ma devono essere addestrati e selezionati per farlo. Devono essere all'altezza. Devono superare delle selezioni, devono sapere l'inglese, devono essere persone psicologicamente stabili, non aggressive, incapaci di ripetere ciò che hanno fatto in passato e che li ha portati in prigione. 
A Roma era così per i risciò? Semplicemente non lo sapevamo. Non lo sapevamo perché non c'era nessuna regolamentazione, nessun controllo, nessun filtro, nessuna selezione a monte. Tutto alla carlona. Tutto abusivo sotto ogni punto di vista. 

 

Bene le delibere di Tronca. Ma le ordinanze sono temporanee, non ce lo dimentichiamo. Le ordinanze scadono e non appena scadono tutto torna come prima. È successo mille volte. Non occorrono a questa città le ordinanze (in realtà occorrono eccome per tamponare situazioni fuori controllo come questa), occorrono piuttosto le riforme. I risciò ci possono anche stare, stanno in tutte le città del mondo. Ma vanno definiti i posteggi, vanno definite le tasse, va fatto un bando affinché passino le cooperative più in gamba, bisogna capire quanto del guadagno girano alla città, vanno definite le tariffe, vanno controllati i pedalatori, ci devono dire dove smaltiscono le batterie dei motori e milleduecento altre cose. Forse i minacciatori via Facebook in cuor loro lo sanno e si sono arrabbiati per questo: si sono resi conto in quale pozzanghera di illegalità operano a svantaggio, a dispetto e a detrimento di chi in questa città si ostina a comportarsi per bene. 
Francesco Chiappetta, il protagonista di questo elegante audiomessaggio, ad onor del vero ci ha poi riscritto spiegandoci che si era degenerato un po'. Va bene, lo perdoniamo (benché in bicicletta proprio lui, più di una volta, ci ha fatto pressoché rischiare la vita lungo i Fori). A patto che da domani si metta a trovarsi un lavoro onesto. Pare impossibile, non lo è affatto. 

Ma forse, vista anche la debolezza delle delibere, risulterà alla fine più conveniente, una volta fatta la legge, trovare l'inganno. Eh già perché le ordinanze sono atti amministrativi fragili per definizione. Innanzitutto sono temporanee (queste di Tronca dureranno fino al 30 giugno) e poi si promulgano non perché frutto di una visione di città, ma sull'onda dell'emergenza e della necessità. C'è il terrorismo? C'è il Giubileo? Facciamo un'ordinanza temporanea così poi, una volta tornata la tranquillità, le cose possono tornare come prima. Tra l'altro le due delibere (ecco la prima, ed ecco la seconda) definiscono una lista di strade e piazze ove non si può esercitare come centurioni o come guidatori di risciò, una lista piuttosto completa, ma aggirabile. Il rischio è insomma che i figuranti si spostino da Piazza di Spagna a Trinità de' Monti; che si spostino da Piazza del Colosseo a Gay Street; da Piazza della Rotonda a Via di Panico o da Piazza di Pietra banalmente facendo tre passi a Via dei Bergamaschi continuando ad operare.
Le ordinanze sono temporanee, le riforme sono stabili e durature. La riforma, in questo settore, si chiama Regolamento di Polizia Urbana. Ignazio Marino lo stava per promulgare visto che quello precedente risale agli anni Quaranta (!) e nessuno ha mai pensato di aggiornalo. Il motivo per cui Roma è l'unica città del mondo con i lavavetri ai semafori e i parcheggiatori abusivi di fronte agli ospedali (oltre che accattoni, riscioisti e centurioni) è anche quello. Ma queste ordinanze, seppur importanti, non intervengono in maniera strutturale sul problema, solo ci mettono una pezza per evitare che la Porta Santa si apra con uno sfondo di abusivismo.

Video. Le Forche Caudine del Colosseo. Piccolo suggerimento logistico&balistico per le forze dell'ordine...


Almeno dai tempi delle Forche Caudine si sa che se stai proteggendo una zona in basso devi coprirti le spalle di quello che ti può arrivare da sopra, specialmente quando sei circondato da colline. Qualcuno può avvertire le autorità di mettere qualche guardia a controllare pure il Largo Agnesi? Ne va della sicurezza non soltanto dei turisti, ma anche dei ragazzi delle Forze spiegati in Piazza del Colosseo... 

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