Votare SI unica strada seria se si vuole il bene di Roma. Spieghiamo perché

30 novembre 2016
Ci sono oggettivamente moltissimi motivi per votare SI al referendum costituzionale. Si può votare sì perché tutto sommato dopo il sì ci saranno delle novità e l'Italia ha un disperato bisogno di novità; si può votare sì perché, seppur omeopatica e largamente insufficiente (speriamo ve ne siano altre in seguito, ma ci saranno solo se vincerà il sì), la riforma affronta e punta a risolvere alcuni problemi incancreniti da secoli; si può votare sì perché a dispetto del controverso personaggio Renzi il governo sta muovendosi bene e molti ministri sono persone in gamba e competenti che stanno portando avanti riforme concrete e amministrando a dovere la cosa pubblica; si può votare sì perché si è schifati dallo schieramento del no all'interno del quale si va dal vetero fascismo di Forza Nuova al neo fascismo dei 5 Stelle transitando attraverso Gasparri, Quagliarello, Brunetta, Salvini e Berlusconi. Si può votare sì perché ormai, arrivati a questo punto, un paese immobile è comunque peggio di un paese se cambia, perfino se nel cambiamento fa degli errori. E si può votare sì, infine, per evitare la presumibile e assolutamente plausibile catastrofe economica che seguirà alla malaugurata vittoria del no.

Dall'altro lato della barricata, poi, le obiezioni che vengono mosse da chi invece sostiene il no o sono inconsistenti, o sono pura disinformazione (sapete quelli della "deriva autoritaria", del "non sceglieremo più i nostri senatori" e iodiozie immonde su questo stile?) oppure sono piccoli oggettivi difetti che però, messi sulla bilancia, perdono su tutta la linea rispetto ai pregi della proposta di riforma. Per tacere poi - ma non bisognerebbe tacerne affatto! - della violenza verbale (per ora verbale) con cui vengono portate avanti le motivazioni del no e che troverete facilmente nei commenti a questo post e al relativo lancio Facebook.

Non è questa la sede per entrare nel merito della riforma (merito che comunque rimane il primo motivo per scegliere uno schieramento piuttosto che l'altro), ma adempiamo al nostro ruolo di blog cittadino per analizzare i cascami che questo voto potrebbe avere sulla città di Roma.

A ROMA E' UN VOTO SULL'AMMINISTRAZIONE
Fin qui a livello nazionale. Poi però c'è una partita locale. Ogni città con la sua storia e ogni sindaco o amministrazione locale pronta a contare come, sul proprio territorio, si saranno divisi gli elettori. 

Inutile dire che a Roma il voto sarà anche un plateale giudizio politico della città nei confronti dell'amministrazione. Abbiamo convintamente invitato i nostri lettori a votare Raggi nelle passate amministrative e lo rifaremmo anche alla luce di quanto sta capitando. Non c'era secondo noi nessuna alternativa e il discreto progetto (non più che discreto) messo in piedi da Roberto Giachetti non poteva cancellare l'onta di quanto era successo pochi mesi prima nei confronti di Ignazio Marino.

Essendo dunque stati i primi supporter di questa amministrazione in tempo di elezioni ed avendo noi per primi fatto lo sforzo di contestualizzare e rendere lineare e ben spiegata la necessità civile di votare Raggi (e avendo da sempre intrapreso una battaglia polemica contro Matteo Renzi per come ha gestito la Capitale del paese che governa), abbiamo a fortiori tutta la autorevolezza per dire che oggi, dopo sei mesi, la situazione è catastrofica a tal punto che una reazione da parte dell'elettorato si rende assolutamente necessaria. 

MANDARE UN MESSAGGIO AL CAMPIDOGLIO
Il referendum costituzionale dà insomma ai cittadini romani la insperata  e formidabile possibilità di recapitare un messaggio chiarissimo al Campidoglio. Siete soddisfatti di quanto sta succedendo, siete felici del comportamento di chi amministra, siete orgogliosi dei vostri eletti in consiglio comunale e nei municipi, avete delle risposte da parte di queste persone oppure sono sparite, siete entusiasti dei miliardi e miliardi di euro di ammanco (e decine di migliaia di posti di lavoro) che le decisioni di Paolo Berdini hanno provocato, vi fa piacere il livello di opacità e di omertà che regna in ogni dove, avete intenzione di premiare chi sta gestendo in questo modo la manutenzione delle strade, l'illuminazione pubblica, la raccolta dei rifiuti, il traffico, il commercio, il dramma dell'immigrazione, l'abusivismo? 

Beh se tutto questo vi piace e vi sentite felici allora non dovete fare altro che votare un bel NO. La Giunta e il Consiglio si sentiranno apprezzati e continueranno a comportarsi così, in questa maniera raccapricciante che non ha paralleli in nessuna altra città d'Italia e d'Europa. Anzi probabilmente rincareranno ulteriormente il loro atteggiamento forti di una conferma popolare. I fratelli Marra saranno ancora più forti, la Muraro diverrà intoccabile, Berdini continuerà a desertificare la città dove prima o poi dovranno operare i vostri figli, Paolo Ferrara proporrà dopo quella sul referendum mozioni sulla fame nel mondo e sulle scie chimiche, tutto e il contrario di tutto pur di affrontare i problemi veri. Mentre altri consiglieri seguiteranno a tramare giorno e notte a favore delle lobbies, dai bancarellari, dei cartellonari e di tutte le metastasi maligne che stanno uccidendo la città da decenni e che hanno trovato nei Cinque Stelle degli inediti alleati: quell'economia - parassita se non addirittura criminale - secondo chi governa oggi è l'unica che merita tutela. Nel frattempo, come sta succedendo in questo istante mentre voi leggete, i migliori imprenditori e i migliori talenti scapperanno dalla città lasciando qui solo operatori economici para criminali, gli unici capaci di sopravvivere in una atmosfera così ostile. In una sorta di selezione della specie al ribasso: via tutti quelli onesti, dentro solo i furfanti. Se l'atmosfera che si respira a Roma vi piace votate insomma NO con convinzione, al contrario un'affermazione in città del SI potrebbe sperabilmente cambiare le cose.

La sindaca potrebbe aprire gli occhi e capire che sta sbagliando, la giunta potrebbe essere rimpastata eliminando gli elementi impresentabili, nei municipi si potrebbe decidere di iniziare a lavorare seriamente perché quello che sta succedendo sui territori è perfino difficile da raccontare. Si potrebbe perfino decidere finalmente di nominare il Capo di Gabinetto o il Ragioniere Generale...

VOTARE SI PER IL BENE DI ROMA
Insomma al di là di ogni considerazione nazionale e parlando solo per il bene della nostra città, occorre recandosi alla cabina elettorale avere bene a mente che votare NO significa dire che vi piace Berdini, che vi piace la Muraro, che vi piace Andrea Coia, Paolo Ferrara, che vi piace quello che sta succedendo nel XIV Municipio o nel V Municipio, significa dire che vi sta bene Raffaele Marra, significa che considerate giusto quello che si sta facendo in Atac dove Linda Meleo arriva a vette di idiozia mai sperimentate pur di cercare di difendere l'assenteismo, significa dare forza alla capacità di questa amministrazione di intessere connivenze con tutto il peggio di questa città, dai sindacati alle burocrazie passando dalle lobbies economiche peggiori. Votare NO significa dare ragione alla Raggi che, prima donna sindaco, non si presenta alla mega manifestazione sulla violenza sulle donne e invece non si perde nessuna delle sempre più miserabili manifestazioni flop a Cinque Stelle.

Mettere una convinta croce sul SI equivale a mandare un messaggio inequivocabile a tutte queste persone e fargli capire che la pazienza, qualora mai ci fosse stata, è esaurita. Il voto di domenica sarà scorporato per collegi e per sezioni e, oltre al risultato nazionale, ci sarà un risultato locale. Si vedrà insomma come i romani - non solo gli italiani - voteranno. E le conseguenze saranno immediate. I voti per il NO saranno uguali, superiori o inferiori alla percentuale dei voti che ha totalizzato la sindaca nelle recenti elezioni? Dovete solo decidere se la imbarazzante spazzatura amministrativa che sta governando la città oggi vi va benissimo così o se volete sollecitarne un miglioramento, un cambiamento, una evoluzione, una presa di coscienza.

Acquisti di Natale fatene solo al centro commerciale o fuori Roma. Un video spiega perché

29 novembre 2016

Camion bar trasformati in negozi di pelletteria scadente, autovetture parcheggiate che diventano espositori per merce venduta da clandestini abusivi, marciapiedi infrequentabili a causa degli ambulanti "regolari", insegne dei negozi nascoste dai mutandari, banchetti improvvisati che vendono ogni genere di articoli di fronte a negozi che pagano cifre allucinanti d'affitto e di tasse. Panciere, mutandoni, pigiama. Il tutto in un contesto fetente di sosta selvaggia, illuminazione scarsa e tetra, illegalità diffusa e oceani di munnezza, furgoni che rendono la strada fisicamente separata dai suoi marciapiedi e catalizzano sui passaggi pedonali il tanfo dei gruppi elettrogeni.

C'è il centro, poi c'è Prati, poi ci sono le consolari. Ma la zona di Piazza Bologna non è assolutamente da meno quando si parla di shopping signorile, di case alto borghesi e di atmosfera affluente. Peccato che negli ultimi anni gli ambulanti abbiano completamente cambiato i connotati a quest'area che dovrebbe essere, per le caratteristiche che ha, totalmente a bancarella-zero. Questo video cerca di mostrarvi come è ridotta la altrimenti bellissima Via Ravenna.

Pare che ancora una buona percentuale di romani non provi alcun raccapriccio e alcuna vergogna a passeggiare (farsi largo nella immondizia loro lo chiamano "passeggiare") in questo contesto. Poi ci sono tutti gli altri che hanno capito e che non ce la fanno. Hanno smesso di uscire, di comprare cose in città, di fare una normale passeggiata. Rimandano a quando sono fuori città o ricorrono ai centri commerciali: lì non c'è abusivismo alcuno, non c'è puzzo di marcio e di fetenzie, non c'è evasione fiscale, lavoro nero, l'illuminazione e la sicurezza sono più che decenti e i si può rilassare 10 minuti senza stare sempre calati in questa atmosfera sciatta e angosciante che rende brutto chi la vive.

Ecco come siamo ridotti. A fare l'elogio dei centri commerciali, luoghi atroci ma molto meno atroci di come è stata ridotta la città di Roma. Comprare in questo contesto significa soltanto complicità. Non portate soldi in queste strade. Non li portate alle bancarelle, non li portate agli abusivi, non li portate neppure ai commercianti normali. Nessuno ha ancora capito perché non si ribellano, perché non bloccano le strade e non impugnano i forconi. 
E badate che il video non rende assolutamente bene. 

Naturalmente una delle strade per risolvere questo stato di cose è la Direttiva Bolkestein, l'unico strumento che può permettere all'amministrazione comunale di pianificare e di decidere: "nel Secondo Municipio, così come nel Primo gli spazi per gli ambulanti saranno zero". Chiaro che se se ne vanno le orripilanti bancarelle regolari, coi loro furgoni e il loro tanfo di cherosene, poi se ne vanno (o è più facile controllarli) anche gli abusivi che si accodano solitamente laddove c'è già degrado commerciale. Questo è il ragionamento che questa amministrazione è nelle condizioni di fare, ma si pensa ad approvare riforme per sostenere il NO alla riforma della Costituzione. 

Uno stato di cose a cui tutti dovremmo ribellarci. Un modo per farlo è modulare i propri consumi: non spendete una lira in queste strade finché non saranno sistemate. Portate i vostri soldi altrove, o fuori Roma o ai centri commerciali. 

Quartieri in abbandono. Collina Lanciani lancia il suo grido di dolore che divulghiamo volentieri

28 novembre 2016














Vorrei porre alla vostra attenzione una questione, a mio avviso assurda, che riguarda i residenti di un quartiere di Roma e spero che possiate aiutarci in qualche modo.
Il quartiere in questione è quello di Collina Lanciani, che si sviluppa a cavallo tra Via dei Monti Tiburtini e Via Nomentana, e che, tramite la sua strada principale Via dei Monti di Pietralata, collega fra loro le zone Tiburtina, Lanciani, Pietralata, Monte Sacro e la Tangenziale nelle due direzioni.
E’ facile quindi immaginarla come una strada di passaggio a tutte le ore del giorno e della notte, grazie anche al fatto che la via è a doppio senso di marcia nonostante la sua larghezza sia appena di 6-7 metri nella parte più ampia.

La prima problematica che affligge i residenti è il fatto che, per una buona metà, la via è sprovvista di marciapiedi (vi sono abitazioni con accesso diretto sulla strada ed in curva) ed inoltre sono inesistenti gli attraversamenti pedonali nonostante vi sia la fermata dell’autobus e tre accessi al parco pubblico .
Gli automobilisti non si fanno problemi a transitare oltre gli 80 km orari (salvo qualche cittadino rispettoso) e quindi i residenti vivono in una situazione di costante pericolo per la propria incolumità.
Inoltre i residenti in nessun modo possono lasciare il quartiere a piedi poiché il nuovo piano di viabilità ha creato delle barriere architettoniche fatte in modo tale che per raggiungere il quartiere vicino si deve camminare al buio, in mezzo alla strada e vicino l’imbocco della tangenziale oppure salire una scala alla quale sono stati apposti dei sigilli dalla polizia municipale e che, come se non bastasse, arriva direttamente dentro ad un tunnel sotto il quale sono accampati dei rom.

La situazione è ulteriormente peggiorata da giovedì 3 novembre poiché da quella data i lampioni dell’illuminazione stradale sono completamente spenti (allegare delle foto sarebbe stato inutile). Inoltre sulla strada non vi sono negozi che possano fornire un po’ di luce, ne’ tantomeno dei semafori, e gli automobilisti non hanno mutato la loro cattiva abitudine di transitare ad alte velocità. Tutte le segnalazioni fatte ad Acea per il ripristino dell’illuminazione, ad oggi, sono risultate vane.

I residenti stanno cercando a proprie spese di risolvere alcune delle problematiche che affliggono il quartiere (ad esempio provvedono alla manutenzione del Parco dell’Acqua Vergine dove vi è anche un acquedotto di epoca romana) ma adesso a questo punto non abbiamo i mezzi per poter fare qualcosa.
La porzione di strada più interessata è quella di Via dei Monti di Pietralata compresa tra il civico 238 ed il civico 314, visualizzabile a questo link

Spero che possiate darci qualche indicazione o qualche consiglio per poterci muovere senza essere messi nel dimenticatoio.
Annalisa

3 video da Barberini autentico hub dello scippo. Ma c'è una sorpresa

27 novembre 2016

Si tratta di tre video girati nell'arco di 10 minuti a Barberini. Ormai è diventato il loro hub di riferimento, chissà perché.
I filmati sono stati montati uno di seguito all'altro. Nel primo ad un certo punto ho dovuto mettermi il telefonino in tasca. Perché? Storia strana. Perché un tizio (che poi mi ha detto essere un maresciallo dei Carabinieri, sarà vero?) le stava prendendo tutte a una a una per cacciarle e gli ho dato una mano. Alla fine del video si vede che le accompagna per le scale.
Dopodiché è risceso e ne ha accompagnate altre tre fuori. Queste tre fanno parte di un altro gruppo e si differenziano perché sono più grandi e hanno i famosi neonati a tracolla. Una è assurdamente rossa di capelli e chiarissima di carnagione. Sembra una svedese... 
Dopo averne cacciate circa una decina quindi, hanno però resistito le tre degli altri due video successivi.
Divertente che tutte e tre abbiano la stessa identica tracolla. Dalla serie i ferri del mestiere...
Pietro Pio


*Pietro Pio ci sta dando una notizia. Che l'Arma dei Carabinieri si sia svegliata e abbia mandato persone in borghese a occuparsi della faccenda? Speriamo, sarebbe importante. Certo è anomalo che un Maresciallo si muova da solo e si limiti a "accompagnare fuori" chi dopo 10 minuti prende e riscende in metro a rubare o banalmente cambia stazione. Grazie all'incredibile lavoro dei nostri lettori continuiamo a monitorare questo ennesimo assurdo scandalo.
-RFS

Anagrafe di Roma e PEC. Cronaca di giorni di ordinaria follia

26 novembre 2016
Come a tutti i cittadini residenti in città può capitare di richiedere un certificato all’anagrafe: cosa normalissima ma a Roma anche questo può diventare un’impresa.

Nell’era della digitalizzazione e della posta elettronica certificata non dovrebbe essere un grosso ostacolo in quanto l’utilizzo di tali strumenti consente al cittadino ed alla PA un notevole risparmio di tempo e di denaro.

Sul sito istituzionale di Roma Capitale in effetti il Comune viene incontro al cittadino che identificandosi sul portale può richiedere una serie di certificati senza recarsi all’ufficio di appartenenza.

Su questo link troviamo infatti scritto che per alcuni certificati il cittadino residente a Roma “Utilizzando la casella di posta certificata, dopo aver scaricato dal portale il modulo di richiesta, dovrà allegarlo all'e-mail certificata da inviare all'indirizzo anagraferoma@postacertificata.gov.it. Entro 24 ore l'Anagrafe invierà digitalmente alla PEC del cittadino il certificato richiesto “

Favoloso! Entro 24h ricevo il documento! Nella mia mente ingenua penso “i cittadini in questa città si lamentano sempre ma il vero problema è che non si informano in maniera adeguata“. Bene scarico il modulo in pdf, lo compilo e allego tutto con la mia PEC. Dopo un giorno l’email torna indietro:

<anagraferoma@postacertificata.gov.it>: connect to
smtp.postacertificata.gov.it[94.86.40.185]:25: Connection timed out

C’è qualcosa che non va. Chiamo al centralino all’URP e un impiegato dopo aver ascoltato quanto accaduto mi invita ad usare un nuovo indirizzo: anagrafe.statocivile@pec.comune.roma.it sostenendo che quello usato in precedenza “è da quel di’ che non è più in funzione”... bene allora perché non avvertire il webmaster e farlo sostituire?

Scrivo ed effettivamente questa volta il messaggio viene consegnato e ricevo una ricevuta di avvenuta consegna. Bene, penso, un piccolo disguido ma tutto sommato poco male. Naturalmente passano giorni e giorni non ricevo nessun certificato né tantomeno una risposta di qualunque tipo.

Scrivo alla PEC dei responsabili del dipartimento e nessuno mi risponde. A questo punto mi reco all’Anagrafe di persona e non posso richiedere il certificato perché mi devo prenotare con il servizio “tupassi” il quale mi da appuntamento nei 4gg successivi.

Richiedo il documento di persona e dopo 7gg mi reco nuovamente a ritirarlo.

Risultato? Ho chiesto 3 permessi dal lavoro, ho contribuito 3 volte al traffico di Roma inutilmente, ho inquinato la città ed ho perso un sacco di tempo. Ho chiesto come mai le informazioni sul sito fossero errate e perché non fosse possibile avere certificati via PEC e le risposte naturalmente sono state le più variegate “ahò quà non se capisce niente, è meglio che venite qui direttamente, lasciate perdere a pec!”

Bene allora mi sono chiesto quanto guadagna un dirigente del Comune di Roma e quiho trovato le info utili. Dalla tabella (anno 2012) si evince che tra stipendio, indennità di posizione + indennità di risultato stiamo in una forbice che indicativamente va da 94.000 / 120.000 lordi beh niente male equiparabile al trattamento di un dirigente di una grande azienda privata..il quale però se non porta risultati o se il suo reparto funziona così viene mandato a casa o non riceve nessun premio di risultato.

L’indolenza che affligge questa città è ben rappresentata da questo episodio. Il servizio PEC non funziona o al momento non è attivo, bene il dirigente di turno responsabile del dipartimento ha l’obbligo di informarsi e di far aggiornare la pagina del Comune di Roma altrimenti è responsabile quanto tutti i suoi sottoposti che danno risposte evasive e contraddittorie. Il cittadino scrive facendo notare in maniera educata e costruttiva il disservizio, bene bisogna rispondere!

Si lo so “i problemi so altri”, bene ma saranno anche i vostri quando scoprirete che la carta d’identità vostra o di vostro figlio è scaduta e non la potete rinnovare se non prenotandosi a “tupassi” aspettando 2/3gg per prendere appuntamento e magari vi è saltata la vacanza.


In conclusione perché il servizio PEC non funzioni e perché sul sito istituzionale del Comune di Roma sia riportato un indirizzo non più funzionante rimane ancora ad oggi un interrogativo inevaso.

Video. 3 milioni per Piazza Vittorio. Ma al giardino servirebbe solo manutenzione

24 novembre 2016
Enormi critiche erano state snocciolate alcuni anni fa quando il progetto di riqualificazione di Piazza Vittorio Emanuele (o meglio: del solo giardino di Piazza Vittorio) era stato proposto ai tempi di Alemanno. Gli stanziamenti sembravano eccessivi rispetto ad un'area verde che tutto sommato necessitava esclusivamente di essere manutenuta, non certo di essere stravolta, e il progetto era di grande impatto, addirittura prevedeva nuovi ingressi e uno stravolgimento del recinto in alcune sue revisioni. Comunque erano 2 milioni e si interveniva anche sui marciapiedi esterni. 

Oggi la nostra Virginia Alemanno, confermando la sua tendenza a portare avanti con decisione le bizzarre scelte politiche della Giunta 2008-2013, fa molto di più. Prende quel progetto criticato perché eccessivamente costoso e lo finanzia... ancora di più. Grazie ai rimasugli dei fondi del Giubileo della Misericordia, che la città non è stata in grado di spendere (andate a vedere le condizioni di Via Marsala o  i antieri per la riqualificazione delle toilette pubbliche), l'ammontare si avvicina ai 3 milioni di euro. Con la differenza che questa volta i soldi saranno non comunali, ma statali per il 90%. 
Insomma tutti i cittadini italiani, residenti a Sondrio o a Lecce, pagheranno a peso d'oro il rifacimento di un giardino che non necessita di essere rifatto, ma solo manutenuto. 



Ci saranno telecamere, ed è giusto, ci saranno i nuovi bagni pubblici, che sono stati però già realizzati, ci saranno poi 1200 nuovi alberi. Giudicate voi dalle immagini se questo giardino necessita di 1200 nuovi alberi. Certo magari con quasi 3 milioni di euro si potrebbe pensare ad un progetto firmato dai più grandi paesaggisti del mondo, architetti straordinari che renderanno l'area verde una vera attrazione turistica, un esempio emblematico di giardino urbano. Andrà così oppure, come ci risulta, i progettisti saranno semplicemente figure interne al Servizio Giardini di Roma Capitale? E poi i grandi problemi che affliggono l'area saranno affrontati oppure il progetto si occuperà di tutto fuorché delle cose veramente urgenti come la sistemazione dell'area interna dedicata alle giostrine (oggi operate in regime di proroga, senza bando e particolarmente degradata, la sistemazione delle bancarelle esterne (bar e fiori), la sistemazione dei "golfi" nelle due entrate nord e sud che vengono riempiti dalla sosta selvaggia rendendo difficile entrata e deflusso dall'area verde, l'assenza nel cuore della piazza di un punto di ristorazione di qualità che possa partecipare alla manutenzione visto che l'appalto dedica alla stessa il 3% (avete letto bene, la legge d'altronde non permette altro) del valore?


Non tutto verrà seriamente affrontato e comunque non è possibile verificarlo in maniera corretta perché noi sfidiamo chiunque a trovare sul sito del Comune (trasparenza?) il bando pubblicato e la planimetria del progetto. Impossibile.

Davvero la giostrina verrà eliminata e (forse) spostata? Verrà fatto un bando per assegnarne la gestione? Davvero una volta realizzato il giardino nuovo nuovo di pacca fuori rimarranno chioschi e fiorai degradati e degradanti come ora? Davvero nel casottino di proprietà di Ama si ricaverà lo spazio per un esercizio di ristorazione cui - vivaddio - assegnare l'onere di parte della manutenzione? E con quali modalità? Con che bando? Le cronache e i generosi post Facebook delle tante parti politiche che si prendono i meriti parlano solo in generale, senza entrare nel merito e senza farci capire se i VERI problemi del Giardino (e della Piazza!) verranno affrontati. 

Il nostro filmato parla chiaro: ovviamente un grande progetto può migliorare l'assetto del giardino. Ma davvero è questa la priorità? Davvero la prima cosa da fare è smantellare questo progetto del 1995 per ridisegnare il layout dei giardini quando intorno, per dirne una, i portici sono marci di affissioni, scritte, bancarelle, scarsa illuminazione?

Mentre l'Esquilino muore per mancanza di investimenti e di progetti, l'unico investimento e l'unico progetto che catalizza ingenti risorse economiche atterra sull'unica porzione di territorio che avrebbe bisogno di mera manutenzione e non di interventi straordinari. Sarà felice la ditta vincitrice dell'appalto, molto meno i cittadini che sperimenteranno un dispendio di denaro pubblico considerevole in cambio di un miglioramento solo ipotetico e comunque funestato dal degrado circostante e dall'assenza di un progetto complessivo. 

Video. Delirio parcheggiatori all'Auditorium, ma le signore che vanno a teatro gradiscono

23 novembre 2016
Auditorium Parco della Musica. Orgoglio di Roma e del Modello Roma. Fiore all'occhiello di una città che nonostante tutto è in grado di produrre cultura e di distribuirla. Nella vulgata "secondo polo culturale al mondo dopo il Lincoln Center di New York City". Ma provate un po' voi ad andare al Lincoln Center in macchina a trovare uno spiazzo semi abbandonato al fianco della sala concerti e a parcheggiare letteralmente in mezzo alla piazza laddove sono disegnati gli spartitraffico, magari familiarizzando e scambiando battute col parcheggiatore abusivo che, protetto dal racket, sovraintende alla sosta selvaggia in cambio del pizzo. 


A New York non sarebbe possibile, ma purtroppo a Roma lo è. E lo è da anni e anni. Nonostante un comodissimo e poco costoso parcheggio sotterraneo, l'Auditorium è da sempre fiaccato dalla piaga della sosta selvaggia. Tutta l'area che lo separa dal Palazzetto dello Sport di Nervi (Nervi, Piano, Hadid... Un autentico parco dell'architettura contemporanea abbandonato al degrado più infame...) è trasformata h24 in un enorme parking abusivo come testimonia il nostro filmato. Succede da sempre e nessuno pare interessato ad occuparsene. Compresa questa Giunta che da 5 mesi amministra la città senza curarsi minimamente di correggere le storture delle giunte precedenti. 


E così al posto di un'isola spartitraffico si crea lo sconfinato garage abusivo. E' il biglietto da visita di chiunque arrivi all'Auditorium. La prima cosa che vedi non sono i carapaci dei tre coleotteri coleotteri di Piano, bensì la distesa di lamiere.

Vi fa capire tutto di questa città il dialogo che ascolterete tra le signore e il parcheggiatore nei primi minuti del video. Pensate una scena simile in qualsiasi altra città occidentale. La forma mentis dei romani non la trovate da nessuna altra parte del mondo. Donne impellicciate che vanno al concerto del Santa Cecilia che parcheggiano la macchina in mezzo alla strada e preferiscono pagare un abusivo, facendoci amicizia, piuttosto che il parcheggio pubblico. Abbiamo il marcio dentro e non ce ne accorgiamo neppure. 

E pensare che basterebbe semplicemente un po' di arredo urbano e di riprogettazione delle strade. E tutto questo deprimente siparietto sarebbe semplicemente impossibile.

Caso Cartellopoli. Massimiliano Tonelli assolto perché il fatto non sussiste

22 novembre 2016

Assolto perché il fatto non sussiste.

Revoca di tutte le statuizioni civili a favore della parte civile costituita, la società di cartellonistica e pubblicità DDN srl.

È questa la sentenza emessa dalla I sezione penale della Corte d’appello di Roma il 21 novembre 2016, dopo un’ora e mezza circa di Camera di Consiglio, nei confronti di Massimiliano Tonelli uno degli animatori del blog di resistenza civica “Cartellopoli”.

La Corte d’Appello accoglie così tutte le tesi del difensore di Tonelli, l’Avv. Fulvio Sarzana di S.Ippolito che aveva assunto la difesa dopo il giudizio di primo grado.
Il difensore aveva sollecitato l’assoluzione del Tonelli insistendo sulla impossibilità di attribuire allo stesso una responsabilità editoriale nella gestione del blog.

Come si ricorderà Tonelli era stato condannato in primo grado a 9 mesi di reclusione per istigazione a delinquere per avere ospitato, secondo la prospettazione fornita dalla parte civile, frasi istigatorie dirette a compiere atti di danneggiamento e di furto nei  confronti degli impianti pubblicitari di proprietà della stessa società pubblicitaria, e di altre concessionarie.

Il difensore in udienza ha ricordato le battaglie civiche compiute dai numerosi animatori del portale antidegrado, prima fra tutte quella per l’emanazione del PRIP, il piano regolatore degli Impianti pubblicitari.
Lo stesso aveva poi richiamato la Giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell’Uomo che esclude la responsabilità del Blogger per i commenti inseriti da terzi.

IL RUOLO DEL BLOG
Il ruolo straordinario del blog Cartellopoli (e dei suoi lettori, visto che la battaglia legale è stata vinta grazie alle donazioni di decine di cittadini) viene così totalmente risarcito. Non certo una pagina orchestrata da una persona per istigare a delinquere ma, al contrario, un luogo di sensibilizzazione civica su una forma gravissima di degrado urbano che umilia, assieme a tutte le altre, la città di Roma. Grazie al blog Cartellopoli, fin dal 2010, a Roma si è cominciato a parlare di cartellonistica abusiva, grazie a Cartellopoli decine di migliaia di cittadini hanno capito quanto fosse più vicina alla mafia che alla normale imprenditoria l'attività economica in questo settore, Cartellopoli ha dato visibilità alle battaglie di altre associazioni che, nel frattempo, sono nate per combattere questo fenomeno come VAS e Basta Cartelloni. 

I RISULTATI E CHI VUOLE VANIFICARLI
Le battaglie di questi cittadini hanno trovato ascolto durante la passata consiliatura non tanto dal Consiglio Comunale (a capo della Commissione Commercio c'era Orlando Corsetti che semmai ha fatto di tutto per rallentare la riforma del settore) quanto soprattutto dalla Giunta dove Marta Leonori è riuscita in due anni a fare ciò che si attendeva da 30 portando all'approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. Dopo questi successi, a riprova del fatto che gli scopi erano puramente civici, il blog è stato praticamente chiuso considerando raggiunti i suoi obbiettivi. 
Oggi purtroppo le grandi conquiste colte pochi mesi fa vengono continuamente messe in discussione dalla nuova maggioranza capitolina che sembra ragionare esattamente come si ragionava ai tempi oscuri della Giunta Alemanno. Speriamo davvero che questa sentenza così positiva sia utile anche per cambiare l'atteggiamento di alcuni consiglieri comunali e di consentire alla città, almeno in questo settore, di diventare un posto civile, europeo e occidentale per il beneficio di tutti.

UN RISULTATO PER TUTTI I BLOG
La sentenza è di grande sollievo anche per il lavoro di altri blog. A Roma non esiste purtroppo una stampa che veramente intervenga sui problemi profondi della città. Oggi in parte le cose stanno cambiando ma in passato il consociativismo tra pessima politica e pessimo giornalismo è stato totale. All'inizio degli anni Dieci i blog hanno compensato questa mancanza e si sono esposti in prima persona. Oltre a Cartellopoli, ad esempio, anche Roma fa Schifo e molti altri. Questo ha portato un cambiamento culturale radicale in città, ma ha esposto i fondatori, i gestori, gli amministratori a attacchi giudiziari violentissimi. Oggi la Corte d'Appello di Roma ci ha spiegato che non sarà così facile mettere il bavaglio alle uniche realtà d'opinione che a Roma lottano davvero, e con una efficacia formidabile, contro la cattiva politica, contro l'imprenditoria malata, contro le bugie di chi vuole che tutto resti così.

Io volevo solo portare mio figlio a giocare al nuovo parchetto della metro Jonio...

21 novembre 2016










Ciao Roma fa Schifo,
sono un tuo assiduo lettore da anni e ti scrivo perchè ieri (domenica 20 novembre 2016) avevo deciso di portare mio figlio al parco giochi sopra la "nuova" stazione della metro jonio.
Avendolo vicino casa ero consapevole che non mi sarei ritrovato a Central Park ma non mi immaginavo di vedere quello che ho visto, quindi preso dalla più classica mistura di sentimenti di rabbia e rassegnazione tipica di noi cittadini romani ho sentito il dovere di accendere il telefono fare qualche foto e mandartele...
Lo stato di abbando del parco ha fatto si che sia diventato l'ennesima terra di nessuno, quindi vandali (compresi writers), tossicodipendenti e senza fissa dimora hanno potuto fare i "propri comodi" diciamo così, come vandalizzare i giochi dei bambini, lasciare le siringhe usate a terra, defecare nei punti meno visibili, crearsi giacigli di fortuna per dormire, bivaccare gettando bottiglie e rifiuti in terra e quanto altro si possa immaginare vedendo lo stato del parco.
E' stato spiacevole vedere come col tempo nello spazio che una volta era dedicato ai bambini ci fossero le altalene i dondoli a molla e una bella staccionata in legno che rendeva l'uso dei giochi ancora più sicuro, mentre ora ci ritroviamo quello che puoi vedere nelle foto col solo scivolo superstite (probabilmente ancora per poco).
Tutto questo su uno spazio pubblico inaugurato nell'aprile 2015 e che già con i suoi enormi difetti (assenza di fontanelle, assenza di alberi da ombra) avrebbe comunque potuto essere una valvola di sfogo per questa porzione del III municipo senza necessariamente essere costretti a raggiungere il ben più grande parco delle valli (sul quale potremmo aprire un altro triste capitolo).
Ti saluto con stima per il servizio che offri.
Roberto

*Caro Roberto,
gli amministratori del tuo territorio sono evidentemente troppo coinvolti nell'organizzare balletti e coreografie in mezzo a pozzanghere e cartelloni abusivi per il NO al Referendum. Non è che si possono occupare delle aree verdi...
E poi queste sono le prestigiose aree verdi dove i più alti rappresentanti dell'amministrazione - Marcello De Vito così come Roberta Lombardi - portano a divertirsi i loro pargoli. Dunque probabilmente a loro piace no!?
-RFS

Scippi in diretta in metro. Tre documentari. E ora pure i militari vanno via

Piccoli eserciti. Si erano riunite a Barberini. Comunicano con Whatsapp. Ho ripreso un tentativo di borseggio sul treno ed erano tipo cinque. Sono scese di corsa a Barberini e sono diventati molti di più. Devo dire che tutti insieme un po' di timore lo mettono.
Sono stato un po' sotto a riprenderli e poi mi hanno scoperto. Abbiamo giocato un po' a guardie e ladri ma erano troppi si sono divisi e scappati.

Neanche l'ombra di un militare e di un vigilante. Conoscono alla perfezione le stazioni dove hanno campo libero. Soprattutto quelle profonde dove per salire e avvertire impieghi troppo tempo e quindi loro scappano‎. Ho chiamato il 113 ma quando mi hanno risposto erano già andati.

Arrivato a Termini dove i vigilanti si sprecavano ne ho fermato uno e gli ho detto: "guardate che nelle altre stazioni c'è il delirio". Lui: "delirio de che?". Io: "borseggiatori". Risposta testuale: "voi dovete capì che è corpa doo Stato".
Non ho avuto la forza di controbattere.


I tre video sono stati girati nell'arco di 10 minuti partendo da Vittorio Emanuele e finendo alla stazione di Barberini. Non scendono mai a Termini perché sanno che è presidiata. 

Gian Giacomo

Le condizioni del giardino pubblico più bello del mondo. Filmato straziante

20 novembre 2016
Per rinnovare il nostro impegno sulle aree verdi e per sottolineare quali sono le nostre semplici ricette per riqualificarle, siamo andati a girare un breve documentario in un parco che pochi conoscono. 
C'è davvero poco da aggiungere rispetto a quello che vedrete e sentirete nel filmato. 
C'è una cosa che dobbiamo continuare a digerire, a capire, a insistere a dire e a dirci sempre di più: pur di generare un ambiente il più possibile friendly per il racket, per i prepotenti, per le mafie abbiamo fatto sì che ciò che dovunque è risorsa e ricchezza qui si trasforma in problema. Dai rifiuti ai tavolini all'aperto, dal commercio ambulante al verde pubblico. Tutte le cose che generano posti di lavoro e denaro per la collettività in tutto il mondo, qui si trasformano in degrado, in problemi da gestire che invece di produrre risorse le bruciano. 
E i cittadini si sono a tal punto assuefatti alla situazione da considerare "speculazione" e guardare con sospetto qualsiasi cambiamento da questo atroce status quo. 
E così un triangolino di verde posizionato di fronte al Colosseo e al Palatino, in una condizione paesaggistica che sarebbe sfruttata dovunque al mondo, qui chiama solo abbandono, depressione, declino, sciatteria, sporcizia. E invece di produrre economie per il territorio, posti di lavoro, qualità urbana, orgoglio, appartenenza, richiede soltanto risorse per una manutenzione che poi neppure si fa. Un caso emblematico. Uno tra mille. Ma statene certi: per l'assessorato all'ambiente, l'assessorato alle attività produttive, le soprintendenze e il Primo Muncipio è assolutamente normale così. Anzi sarebbe strano il contrario. 

Come sono messi i dintorni della Nuvola di Fuksas a 20 giorni dall'inaugurazione?

19 novembre 2016
In questo contesto tra meno di una settimana l'Audi ha scelto di presentare la sua vettura invitando ospiti, clienti, concessionari, giornalisti. Secondo voi cosa desumeranno gli organizzatori? Secondo voi la società che ha portato Audi a Roma, regalando benefici immeritati all'economia della città, porterà altri suoi clienti? Faremo una buona figura o potremmo farla migliore? Voi cosa dite? Ci sono speranze di migliorare? Sarà molto difficile perché la svolta di quest'area - più che dalla Nuvola - doveva essere data dalla riqualificazione della "Beirut" delle ex Torri delle Finanze. Una "Beirut" che rimarrà al suo posto per chissà quanti anni ancora visto che l'eccellente riqualificazione portata a dama da Giovanni Caudo e dalla Giunta Marino è stata distrutta dall'attuale Giunta e da Paolo Berdini.

Investitori in fuga. Agli Ex Mercati 500 milioni e 7000 posti di lavoro polverizzati

18 novembre 2016


QUALCUNO FERMI LA FOLLIA DI BERDINI
Non c'è solo il criminale tentativo ormai quasi riuscito di distruggere un miliardo e 700mila euro di investimenti (con oltre 400milioni di opere pubbliche) allo Stadio della Roma. Non c'è solo lo scandalo nazionale delle ex Torri delle Finanze, una faccenda per la quale speriamo si muova la Magistratura (e non solo contro i dirigenti ma anche contro i ruoli più politici). Non c'è solo il cantiere bloccato di Piazza Augusto Imperatore. Non c'è solo la palude del progetto del Museo della Scienza di Via Guido Reni. Non ci sono solo le  inutili e altamente dannose sevizie inferte alla ex Fiera di Roma. Oltre a tutti questi miliardi e miliardi di euro che Paolo Berdini sta condannando la città a perdere condannandola al declino definitivo, c'è un altro progetto che sta per andare a ramengo.

IL PROGETTO DEGLI EX MERCATI 
Stiamo parlando degli Ex Mercati Generali di Via Ostiense. Un progetto dal percorso complicatissimo il cui iter è partito una vita fa, che doveva essere realizzato su disegno di Rem Koolhaas poi abortito, che si è bloccato per il ritrovamento di un "tratturo non lastricato" (ovvero un sentiero) di epoca medievale, che si stava per bloccare perché negli acquitrini del cantiere veniva a nidificare una specifica tipologia d'uccello.
Però ora l'iter è finito. Dopo un'eternità si può partire, anche domani, coi cantieri, con i lavori, assumendo 3000 operai, progettando il futuro di un pezzo importantissimo di città. Il progetto è approvato, la conferenza dei servizi è stata indetta, vi hanno partecipato tutti, hanno tutti chiesto adeguamenti e li hanno ottenuti. Ad aprile 2016 la conferenza dei servizi si è chiusa positivamente. Tutti hanno detto sì per fortuna prima che questa Giunta popolata sovente da personaggi imbarazzanti prendesse incarico. 

Chi conosce il progetto si era illuso che anche a Roma il recupero e rigenerazione di aree ex industriali dismesse potesse portare qualità in un tessuto urbano disastrato, la cui unica (beninteso, unica!) salvezza può risiedere in interventi di soggetti privati che vogliono realizzare e gestire contesti di qualità, apprezzati dai residenti e dai visitatori, dove gli spazi pubblici convivono con attività private che contribuiscono a rendere questi luoghi ben tenuti e sicuri per tutti gli utilizzatori. L’ultimo progetto messo in campo per gli Ex Mercati è un progetto importante, ma soprattutto è un progetto che ha in sé stesso anche la garanzia del suo futuro, in quanto chi realizzerà l’intervento lo terrà in gestione per 60 anni ed avrà dunque tutto l’interesse che l’area sia frequentata, apprezzata e ben mantenuta.

Si tratta di un grosso investitore francese, del più grande investitore francese nel settore dei centri commerciali, che ha messo da parte più di 300 milioni per questo progetti. Soldi che con l'indotto arriveranno a 500 milioni e che ancora per un po' pazienteranno in banca in attesa degli assurdi tempi romani, ma dopodiché prenderanno il volo per altri investimenti in giro per il mondo. Lasciando la città senza questo progetto e il comune con una penale da pagare. Questo il prezzo dell'ideologia. Per non dire del danno d'immagine: perché l'imprenditore parla con altri imprenditori, perché questo imprenditore fa parte di board di banche d'affari, di consigli d'amministrazione e dovrà decidere se dire a tutti i suoi partner "a Roma si lavora bene" oppure "a Roma non si riesce a lavorare, statene alla larga". Secondo voi cosa consiglierà?

I CONTENUTI
A grandi linee il progetto prevede un sistema di piazze pubbliche aperte e coperte, dove quelle coperte sono all’interno di un sistema di spazi commerciali. Poi c'è una superficie di oltre 21.000 mq destinati alla cultura, uno studentato, spazi per il fitness, grossi e suggestivi spazi per la ristorazione una biblioteca comunale con una sala per conferenze anch’essa comunale, parcheggi interrati per oltre 2000 posti auto che potranno consentire di togliere la sosta dalle strade di Ostiense riqualificando tutta la zona; tutto su un’area di oltre 85.000 mq interamente pedonale, sicura illuminata e controllata. Oggi abbandonata e diroccata. Con un progetto di restauro attento al recupero degli edifici storici vincolati, ben integrati con architetture contemporanee che valorizzeranno e rifunzionalizzeranno l’area e le nuove attività previste. Il complesso oltre alla sua dotazione di parcheggi avrà una connessione diretta con la metro Garbatella e con il terminal Ostiense.

STORIA
Ma facciamo un po’ di storia e capiamo a che punto ci troviamo e perché il silenzio dell’Amministrazione Comunale è così grave e assurdo.

L’area degli Ex Mercati Generali si giova di un processo pianificatorio che parte nel 2003 con l’aggiornamento del Progetto Urbano “Ostiense Marconi” - relativo all’intero quadrante – quando si individua la sottozona M7 degli Ex Mercati Generali ormai dismessi per la realizzazione di servizi generali e locali.
L’intento è quello di sviluppare la vocazione delle aree ex industriali attorno a Via Ostiense per realizzare una spina di servizi per i cittadini tra i quali oggi troviamo l’Università, il nuovo Rettorato firmato da Mario Cucinella, il museo della Centrale Montemartini ed appunto gli ex Mercati Generali, individuata come area da affidare in concessione ad un soggetto privato che avrebbe dovuto realizzare tutte le opere per rifunzionalizzare il contesto, potendone disporre per 60 anni, periodo al termine del quale area e strutture realizzate ritorneranno al Comune di Roma.
La gara per l’affidamento in concessione ha il suo esito definitivo con l’aggiudicazione di Giugno 2005 e la stipula della convenzione nel Novembre 2006.
La procedura per l’inizio dei lavori è abbastanza articolata e prevede un’approvazione del progetto definitivo in Conferenza dei Servizi, ratificato dalla Giunta che lo approva definitivamente, per poi aversi una approvazione anche del progetto esecutivo da parte del Responsabile Unico del Procedimento che ne verifica la completezza e conformità a quanto approvato da tutti i soggetti coinvolti. Solo a valle dell’approvazione del progetto esecutivo viene rilasciato il titolo edilizio che consente l’inizio dei lavori. Questa procedura si giustifica proprio perché l’area è del Comune che la affida in concessione e quanto eseguito tornerà al termine dei 60 anni in possesso dell’Amministrazione, per cui appare necessario che l’Amministrazione verifichi nel dettaglio il progetto in tutti i suoi aspetti. Solitamente invece il titolo edilizio è rilasciato sulla base di un progetto definitivo assai meno dettagliato.
Con la prima soluzione viene predisposto ed approvato un progetto esecutivo a Giugno 2011. Nel mentre la situazione economica globale è sensibilmente cambiata e uno dei soci della compagine che si era aggiudicata il bando (Fondo Statunitense e principale finanziatore) fallisce ed esce dall’operazione. Successivamente (dal febbraio 2012 ad Aprile 2013) viene ridefinito ed approvato un nuovo perimetro di intervento attribuendo alla Concessionaria il recupero dell’unica porzione di recinto storico che era stata esclusa dal bando, per realizzare un centro anziani, approvando una prima variante di progetto.
Nel 2013 la Concessionaria (ovvero l'impresa Lamaro dei fratelli Toti) coinvolge nel progetto un importante investitore straniero (De Balkany) che può garantire le risorse per un intervento di qualità e che comprenda tutta l’area di concessione, valorizzando integralmente l’intero contesto aprendolo in una volta sola e proponendo di restituire ai cittadini gli Ex Mercati nel giro di 30 mesi dall’inizio dei lavori. La nuova configurazione proposta per l’area degli Ex Mercati Generali, viene approvata con Delibera di Giunta Comunale n. 66 del 13/03/2015. Si evidenzia che questa nuova variante non cambia assolutamente le volumetrie di progetto, non diminuisce gli spazi destinati alle attività culturali e neppure quelli che verranno gestiti direttamente dall’amministrazione comunale quali la biblioteca la sala conferenze, gli uffici comunali e municipali ed il centro anziani. Ad Agosto 2015 si apre la Conferenza dei Servizi per l’approvazione del progetto definitivo consegnato a Luglio, la Conferenza prevede oltre 20 soggetti che si esprimono tutti favorevolmente, incluso il Ministero dei Beni Culturali, che per farlo coinvolge i suoi organismi tecnici apicali (Comitati Tecnici scientifici della Direzione Belle Arti e Paesaggio) emettendo il proprio Nulla Osta all’intervento ed imponendo alcune prescrizioni migliorative. A questo punto si conclude a fine Aprile 2016 la Conferenza dei Servizi con l’approvazione del Progetto definitivo. Nei mesi successivi il Commissario Tronca ha predisposto la Delibera di Approvazione e chiusura dell’iter, curando in maniera rigorosissima tutti i passaggi formali, inclusa una nuova certificazione del Piano Economico Finanziario, lasciando in eredità alla Sindaca l’onore di siglare la Delibera e avviare i tempi per il progetto esecutivo (90 giorni) e il successivo riavvio dei lavori.


L'AMMINISTRAZIONE TACE DA GIUGNO
Dal 19 Giugno 2016 ad oggi però l’Amministrazione Comunale tace. O meglio dice pericolose idiozie a raffica. Infatti è nota una semplicemente ridicola (e infatti fatta sparire e neppure calendarizzata, ma noi siamo riusciti a trovarla e la pubblichiamo qua sopra: leggetela perché è comica, in pure stile Roma berdiniana, anche se per fortuna pare che il presidente dell'VIII Municipio Pasquale Pace sia uno con un pizzico di sale in zucca e non veda l'ora ovviamente che il progetto parta) Proposta di Risoluzione di Consiglio Municipale che si propone di rimettere in gioco tutto il progetto, senza tener conto del lunghissimo iter sviluppato e la concretezza e solidità, soprattutto economica, a cui si è giunti oggi. Inutile dire che in un paese normale un amministratore - che qui risponde al nome di Chiara Pascolini - che mette la sua firma sotto ad una vergogna simile poi ne deve rispondere sia davanti ai cittadini che soprattutto davanti ai magistrati visto che si configurano reati e abusi d'ufficio a profusione. Ma che importa, qui i Municipi fanno folklore e ideologia invece di amministrare territori.
Il Municipio lancia proposte palesemente irrealizzabili sia nel merito, sia nella procedura (portiamo qui una factory della Pixar -!!!-, però che ci sia silenzio, però ci servono i posti maghina), spalancando quindi le porte ad una uscita di scena dei finanziatori francesi, con un indotto previsto in oltre 4000 posti di lavoro a regime presso le attività progettate nell’area, oltre a un cantiere che per 30 mesi avrebbe occupato almeno 3000 operai e ridato fiato alle imprese.

L'OPPORTUNITÀ CHE SVANISCE
Questo grande progetto di rigenerazione urbana potrebbe portare, in un ambito centrale e strategico, servizi per i cittadini e spazi comuni di grande qualità, riaprendo all’uso pubblico un grande spazio (circa 8,5 ettari) che sin dal suo configurarsi nella storica funzione di “Mercati Generali” si è sempre negato ad una permeabilità con la città, isolandosi in una funzione preclusa ai privati cittadini per la maggior parte della giornata. Nell’immediato futuro invece tutti i Romani potrebbero usare questo nuovo/storico pezzo di città. 

L’Amministrazione ha la grande occasione di aprire subito il cantiere ed avviare un’attività stringente di controllo sulla corretta esecuzione delle opere assieme agli enti di tutela.  Ma la sta perdendo. Inoltre potrebbe coinvolgere i cittadini ed il quartiere nell’evoluzione dei luoghi, in modo da massimizzare le ricadute positive sulla qualità urbana del quadrante, valorizzando anche la proprietà immobiliare di chi ha la fortuna di abitare nei pressi di un’area che si riqualificherà inevitabilmente, oltre a valorizzare e tutelare le ricadute occupazionali che tale intervento porterà. Questo è il momento in cui progettare questo pezzo di città assieme ai costruttori: loro hanno gli investimenti, il Comune ha i progetti. Quali state nell'area del Gazometro si vogliono pedonalizzare, dove andiamo ad allargare i marciapiedi, dove facciamo del verde, dove togliamo la orribile sosta in superficie, dove facciamo ciclabili? Tutte cose che il costruttore sarebbe ben felice di finanziare e cofinanziare in un quadro economico che vede il Muncipio impossibilitato ad investire neppure una lira. Ecco perché il danno che si sta facendo è doppio.


Ad oggi sia l'amministrazione dell'Ottavo Municipio sia, ancor più, l'assessorato di Paolo Berdini, stanno vanificando tutto questo. Non solo perderemo 500 milioni di investimento e 7000 posti di lavoro, ma lasceremo un altro enorme pezzo di città nell'abbandono. 
Gli investimenti privati, che creano lavoro per chi non lo ha e versano tasse, non interessano alla nostra sindaca Raggi, perché tanto se lei ha qualche problema ha una soluzione semplice: aumentare le tasse e tagliare i servizi, la scuola, la cultura. Esattamente come si sta facendo nel prossimo mostruoso bilancio. 

IDEOLOGIA CRIMINALE Progetti già pronti e frutto di un iter lunghissimo come questo necessitano solo di superare un ostacolo semplicissimo (un mero passaggio in giunta) e al contempo di un ostacolo pericolosissimo: l'ideologia malata di chi è stato messo ad amministrare il nostro futuro. 

E' importante che più cittadini possibili sappiano che ad amministrare oggi lo sviluppo urbano della città c'è un individuo impegnato a bloccare, per puri motivi ideologici, tutti i progetti, specie quelli fatti meglio. Proprio perché possono disturbare gli interessi di chi a Roma ha sempre campato col pessimo progetto, con la pessima edilizia, con la orribile architettura: se fai cose belle, quelli si ritrovano con un pugno di mosche. Un individuo pagato per fare le cose, che invece si impegna a bloccarle mettendo una seria ipoteca sul futuro della città e dei nostri figli che la abiteranno. Semplicemente imperdonabile e inqualificabile.

L'articolo si chiude col nostro pensiero alle 3000 famiglie dei 3000 operai che avrebbero potuto lavorare a questo progetto e che invece si barcamenano nella disoccupazione, nella tristezza, nella depressione e nel declino di una città assurda. E assieme a loro alle altre decine di migliaia di operai che avrebbero potuto trovare una speranza negli altri cantieri che abbiamo menzionato sopra. A Roma non c'è nessuna (NESSUNA) crisi economica, a Roma ci sono semplicemente investimenti bloccati o per motivi di burocrazia o per modivi di immondizia ideologica in sovrappiù nelle scatole craniche di chi amministra. Non è più possibile accettare e tollerare, per motivi di periodo storico sta in questi mesi passando l'ultimo treno di flussi economici ipotizzabili per rimettere mano alla città. Poi ciao. 

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