L'incredibile stop agli sgomberi degli edifici occupati lo pagherete voi. Voi!

29 agosto 2019
Questo allucinante palazzo, insicuro, pericoloso, inadatto ad accogliere residenzialità di alcun tipo in condizioni igieniche accettabili, strumentalizzato dalla malavita degli occupatori non verrà sgomberato. L'operazione era prevista in questi giorni: non ci sarà. Il nuovo scenario politico assieme all'insistenza della Regione (oltre che sotto sotto del Campidoglio) ha permesso questa cosa: oggi in Prefettura si è deciso incredibilmente così. Dal Comune un freddo comunicato, dalla Regione invece esultanza ma del rapporto inaudito dell'amministrazione Zingaretti con gli occupatori abbiamo già detto in passato.

Vincono ancora una volta gli occupanti che hanno minacciato azioni di resistenza violenta e attiva ("vi daremo del filo da torcere") contro ogni tentativo di ripristino della normalità e della legalità.

Ora tutta la camorra delle occupazioni romane si ringalluzzisce: basta minacciare, e si ottiene. "Più lotta, più resistenza ma anche più attacco e più conflitto" ha dichiarato a Radio Onda Rossa Luca Fagiano dei Blocchi Precari Metropolitani (su di lui vi basterà googlare).

Sappiate una cosa: tutto questo lo pagate voi. Non ve ne accorgerete ma pagherete voi fino all'ultimo centesimo. Duramente e amaramente.

Le carogne che gestiscono a livello cittadino le occupazioni li foraggiate voi, ma pagate soprattutto i costruttori e i grandi proprietari immobiliari. Che gongolano: più i loro palazzi restano occupati più incassano di risarcimenti e si parla di decine e decine di milioni. Una edilizia orripilante, fuori mercato, che invece rende tantissimo grazie alle occupazioni. Confermandoci una tesi che ripetiamo da dieci anni: la immondizia dei boss delle occupazioni e l'immondizia dei palazzinari romani sono due facce della medesima medaglia. Guardacaso sono due tipologie (dis)umane che esistono solo a Roma.
E voi pagate: dieci, venti, quaranta milioni di risarcimenti. Soldi tolti ai servizi sociali, soldi tolti all'assistenza agli anziani, soldi tolti alle scuole materne. Calano i servizi, peggiorano le prestazioni e si dà la colpa in generale a chi amministra. Ma perché non andiamo a vedere dove vengono davvero allocati i soldi. Perché non approfondiamo i motivi per cui manca il denaro. E così chi paga le tasse paga due volte. E così chi ha bisogno di servizi pubblici perché non può permettersi quelli privati ha disagi doppi. E chi se ne approfitta vive a gratis a due passi dal centro.

Il tutto in nome di una emergenza abitativa totalmente inventata, costruita per strumentalizzare il disagio a vantaggio di alcuni, pochi individui senza scrupoli che sovraintendono il crimine delle occupazioni. Una autentica 'ndrangheta che esiste solo a Roma e che nessuno sembra davvero intenzionato ad estirpare e che anzi fa comodo, spostando voti ma soprattutto spostando gente, determinando il successo o l'insuccesso di manifestazioni e picchetti e lavorando con l'arma più odiosa: quella del ricatto. Ricatto peraltro contro una parte, quella pubblica, incapace di difendersi e di farsi valere. Dopo l'elemosiniere del papa che riattacca la luce (la pagate sempre voi, TUTTA), ora la Prefettura che si tira indietro il giorno prima di un sacrosanto sgombero. L'unica città del mondo dove c'è una situazione simile, l'unica città del mondo che sulla legalità va indietro invece di andare avanti. L'unica città del mondo che scambia il banditismo per solidarietà. Non c'è nulla di più sbagliato e mistificatorio.

Dove c'è banditismo i deboli, quelli veri, hanno solo da perderci. E le condizioni della gente povera a Roma - la gente povera per davvero, non la gente paracula - sono evidenti. E saranno sempre peggiori, perché in una città dove lo stato non ha il coraggio di farsi rispettare nessuno verrà ad investire, nessuno verrà a scommettere, nessuno verrà a portare i propri capitali e le proprie idee per dare una speranza a chi è senza lavoro e senza opportunità.

Mercato immobiliare a Roma. Dati clamorosi: 22 miliardi persi in tre anni di Raggi

22 agosto 2019

Il 22 giugno 2016 diventa sindaca di Roma Virginia Raggi, che incanala la voglia di cambiamento e di onestà dell’elettorato romano, “esasperato” dalla polemiche contro Marino sugli scontrini per le spese di rappresentanza e sulle multe alla... Panda rossa. A fine 2015 la Raggi, De Vito (poi incarcerato per corruzione), ed altri rappresentanti romani dei 5 Stelle si scagliarono contro Marino, con l’obiettivo di far sciogliere la giunta e vincere le successive elezioni. E così andò nonostante poi il tempo darà ragione a Marino.
 
In pochi anni la Capitale d’Italia è diventata il simbolo della più totale e profonda incapacità gestionale dei pentastellati. 
Però, oltre alla mancanza di servizi, c’è un’altra grave conseguenza della mediocre capacità amministrativa della Raggi, ed è la tassa patrimoniale che stiamo pagando a causa della svalutazione immobiliare. La gravità della situazione romana è ancora più evidente se mettiamo a confronto Roma con Milano.

Milano si sa, rispetto a Roma, primeggia nei servizi, per esempio i trasporti funzionano, grazie ad un sistema tramviario economico, che si regge anche su vetture che hanno 90 anni, e ad una rete metropolitana in continua espansione. Milano ha gestito l’Expo nel 2015, che ha dato un impulso positivo alla città, e gestirà, insieme a Cortina, le Olimpiadi invernali del 2026. Olimpiadi che la Raggi ha affossato, e che a Milano e in tutta la Lombardia porteranno crescita occupazionale e ricchezza. Milano ha saputo rivalutare alcune zone attraverso grandiosi progetti immobiliari, che l’hanno portata alla ribalta sullo scenario internazionale, pensiamo al bosco verticale che hanno voluto anche a Nanchino, in Cina, o alla riqualificazione dell’ex zona fieristica con City Life, o alle decine di altri progetti di riqualificazione già completati o in partenza: Portello, Fondazione Prada, gli scali ferroviari, o l'anello verde che attraverso dei corridoi verdi ciclabili, mira ad unire tra di loro i parchi alla periferia di Milano, creando di fatto un Grande Raccordo Anulare da percorrere in bicicletta. E a Roma la Raggi che fa? Stravolge e annulla gli unici progetti degni di nota: Ex Fiera, Olimpiadi, Tor di Valle...

Ma qual è l’effetto di tutta questa inadeguatezza nell’amministrazione cittadina? Oltre alla mancanza di servizi, che avvicina sempre più Roma, non a una capitale europea ma a una metropoli del terzo mondo, abbiamo un effetto diretto sul portafoglio dei romani. Pensiamo per esempio a due fratelli Romolo e Remo, che il 22 Giugno del 2016, giorno di insediamento della sindaca Raggi decidono di comprare casa, Romolo compra una casa di 100mq a Roma, mentre Remo, trasferitosi per lavoro, compra una casa simile a Milano. Romolo paga la sua casa 330 mila euro, mentre Remo 327 mila euro.
In entrambe le città il mercato immobiliare  è in discesa dopo il boom del primo decennio del XI secolo, però come ci siamo detti Milano  è in continuo fermento, da tutti i punti di vista, servizi, lavoro, progetti immobiliari, eventi internazionali, etc, mentre a Roma i 5 Stelle dicono "no" a tutto e gettano la città nel caos, non riuscendo ad amministrare un singolo settore tanto che anche gli imprenditori spaventati chiedono alla Raggi un cambio di marcia.
Cambio di marcia che non avviene e che dopo 3 anni determina un effetto catastrofico sul mercato immobiliare, infatti la casa di Remo a Milano vale oggi 347 mila euro, 20 mila euro di più di quando l’aveva acquistata, mentre la casa del povero Romolo vale solo 306 mila euro.

Romolo in 3 anni di amministrazione Raggi ha perso 23 mila euro, più di 7mila euro l’anno. Ecco quanto sta pagando l'incapacità di questi amministratori. Denaro sonante!
Se consideriamo che a Roma ci sono circa 1.3 milioni di famiglie e che in media 74 famiglie su cento hanno una casa di proprietà possiamo quantificare il danno che la Raggi sta procurando ai romani, stiamo parlando di 22 miliardi di euro andati in fumo, persi dalle famiglie romane.

Il malgoverno dei 5 Stelle si è tradotto in una tassa patrimoniale, una tassa di quelle che fanno male, perché non solo l’importo  è elevatissimo, 7 mila euro l’anno per una casa di 100mq, ma anche perché, mentre con le tasse si finanziano servizi, come l’istruzione, i trasporti, la spazzatura (insomma come diceva il povero Padoa Schioppa davvero qualche volta le tasse sono "una cosa bellissima" perché redistribuiscono reddito e opportunità), questa  è una perdita netta del patrimonio dei romani che non porta a niente di buono, se non alimentare questa spirale negativa di depressione e di declino che sta privando Roma ed i romani del loro stesso futuro intrappolandogli e privandoli dell'ultimo bene a disposizione: la proprietà immobiliare che è in crollo e crollerà ancora.
Ci stiamo impoverendo, le aziende stanno andando tutte vie, questa china non sembra essere un problema per chi amministra e non sembra essere neppure un grande problema per i cittadini stessi. E' un incubo che probabilmente non ha eguali nella storia moderna delle grandi metropoli occidentali. 
GIANLUCA

Il senso dell'Italia per i monopattini elettrici in condivisione



















Sono appena tornato da un giro turistico tra il Tirolo, l'Austria e la Germania. Praticamente un mondo a parte, fatto di pulizia, ordine e rispetto, concetti a noi ormai sconosciuti che abitiamo a Roma.
A Monaco di Baviera, sono rimasto colpito e anche umiliato come romano, per la perfetta efficienza dalla città, la sua pulizia e il rispetto che c'è tra le persone.
Girando per la città ho visto ovunque biciclette in sharing con relative piste ciclabili, perfettamente segnalate e rispettate dagli automobilisti.
Sono rimasto molto colpito da questo fenomeno (credo nuovo) dei monopattini in sharing... praticamente sono ovunque, tenuti in maniera esemplare e usati da tutta la popolazione per spostarsi ovunque per le strade cittadine. Sono bellissimi da vedere, pratici da usare, non inquinano e sono simpatici da fotografare. Rendono la città ancora più carina, giovanile, frizzante, aperta al nuovo e al bello, con un rispetto assoluto dell'ambiente e della qualità della vita.
Guardando questi monopattini tutti nuovi, puliti, capillari, mi sono chiesto che fine farebbero se fossero lasciati così in giro per la città  di Roma. Anche la sera, si trovano ovunque e non sono legati, così come le stesse biciclette in condivisione.
Ecco anche da questo si misura il grado di civiltà di una città e di un popolo. Quanto avremmo da imparare dai metodi tedeschi; ma qui ci sentiamo dei grandi furboni e siamo ora ridotti a vivere in una giungla umana e sociale.
CRISTIANO

*Grazie Cristiano del tuo contributo. No, in realtà non è una novità ma un fenomeno che si è diffuso in tutta Europa da qualche mese. Già, Europa... In Italia ovviamente le ditte, a costo zero per le amministrazioni che anzi incassano un po' da questi soggetti, erano pronte ad invadere Milano e anche Roma. Ma sono state fermate. Il micidiale Danilo Toninelli ha fatto approvare dei regolamenti che di fatto impediscono nelle nostre città il libero utilizzo dei monopattini come avviene in tutto il resto del mondo occidentale evoluto. Davvero una cosa penosa. Le tante ditte che già avevano occupato mezza Milano si sono dovute proprio in questi giorni ritirare.
Quanto alle biciclette, invece, tutto a Roma è bloccato perché uno schema serio di bike sharing lo si può fare solo "pagandolo" con i cartelloni e la riforma dei cartelloni, per compiacere le lobbies più vergognose della città, Raggi l'ha bloccata fin da subito: da oltre 3 anni tutto è stato insabbiato per l'esultanza dei criminali cartellonari rinunciando tra l'altro a decine di milioni di euro all'anno di incasso.
-RFS

Videoreportage da Tiberis 2019. Meglio dello scorso anno, ma non bene

21 agosto 2019
Come lo scorso anno siamo andati a Tiberis, la spiaggia urbana più (tristemente) famosa del pianeta Terra, a vedere come procedono le cose. A differenza dello scorso anno ci siamo concentrati solo sulla spiaggia invece di dimostrare quanto siano atroci le condizioni del circondario: le condizioni del circondario sono rimaste le medesime - o sono forse peggiorate - e per gli interessati vale il discorso fatto qui. (Oltre che le importanti riflessioni qui e qui)

Le considerazioni invece su questa edizione di Tiberis sono tutte nel filmato. In estrema sintesi: le cose sono migliorate, ma sono ben lontane dall'essere accettabili.


Solitamente il Comune di Roma a guida pentecatta ha bisogno di un paio d'anni di sonore figure di sterco (le paghiamo tutti noi eh!) prima di imbroccare le strade corrette che spesso sono così facili che le capirebbe anche un bambino. Vedrete che alla fine faranno come per Spelacchio: un anno una figuraccia, l'anno dopo pure e alla fine hanno fatto esattamente come gli avevamo scritto noi di fare qui su questo blog. Idem faranno per Tiberis: bando di gestione e un privato a occuparsene. L'anno prossimo - speriamo benché abbiamo spiegato qui che questo progetto non abbia alcun senso - si farà così. 


Il mestiere di un amministrazione, infatti, non è fare il bagnino o il gestore di stabilimenti balneari (investendo soldi dei cittadini peraltro!). Il mestiere è creare le condizioni affinché cittadini e imprese possano convivere in maniera proficua tra regole precise e opportunità a tutti i livelli. Il Comune, insomma, non deve gestire cose; anche se sono cose di sua proprietà. Deve piuttosto lavorare seriamente per trovare professionisti che le gestiscano e controllarli con attenzione e sanzionarli se necessario.
E' semplicemente sorprendente che concetti così semplici necessitino di decine e decine di mesi per essere compresi. Anzi, conoscendo i nostri eroi non è sorprendente affatto...

Non smettono di imbrogliare manco a Ferragosto. L'assurda storia dei nuovi bus

10 agosto 2019

Il 1 agosto a Tor Bella Monaca, il 6 agosto al Corviale, l'8 agosto a Casal Bruciato, il 9 agosto ad Acilia e nei prossimi giorni chissà dove... Non conosce requie il tour agostano della sindaca di Roma Virginia Raggi che non avendo nulla da raccontare ai cittadini, non avendo un progetto, non avendo - cosa ancor più grave - l'ombra di mezza idea per il futuro e di mezzo risultato sta facendo il road show della città per presentare alcuni autobus nuovi che dopo tre anni di figuracce (vedasi i famigerati bus israeliani) stanno iniziando piano piano a sostituire una piccola, piccolissima parte dei carri bestiame di Atac. 





Dove sarebbe la notizia non si sa, ma Raggi sta trasformando tutto questo in una specie di patetico carosello quotidiano. Con tanto di tappeto del discount allestito ogni volta a favor di cinepresa per ospitare sotto il solleone il comizietto di prammatica. Una roba di una tristezza senza senso. 
Ma le cose tristi e patetiche dei politici solitamente sono inutili e tutto finisce lì. Qui invece la storia è anche dannosa. 

Innanzitutto è una presa per i fondelli - come ti sbagli!? - verso i cittadini. Raggi finge di girare le periferie per presentare i bus che saranno poi utilizzati nel quartiere. Ma è una montatura buona per i fotografi, peccato che le fotografie però mostrino i numeri di codice delle vetture e che così ci si possa facilmente accorgere che il bus 1302 è stato usato sia a Corviale sia Torbella; idem per il 1304 che però s'è sparato pure Acilia; il 2312 è stato usato a Torbella e a Casal Bruciato mentre il 2224 è stato usato a Corviale e a Torbella. Sono gli stessi, come gli aerei di Mussolini. Basta guardare foto e filmati pubblicati dalla sindaca stessa e appuntarsi i numeri di serie dei mezzi. Non è che va coi bus dedicati a quel territorio e li lascia lì, no, va con la nuova fantastica invenzione di questi bus da parata, sempre loro, fingendo di lasciarli. Servono solo a favore di telecamere e fotografi.
Ma la cosa più grave non è neppure questa, questa è una cosa ridicola ma non grave. Grave invece è il codazzo imbarazzante che, tutto attorno alla micidiale imitazione di tappeto persiano del Mercatone Uno, accompagna la Sindaca come una trista clacque. 

Decine di persone costrette a rubare lo stipendio per far da comparse meste in un rito stanco, ripetuto in ognuno dei citati quartieri deserti, torridi d'agosto; tra queste decine di autisti a arricchire la parata. Quegli stessi autisti che invece di dilapidare giornate così potrebbero stare a guidare la metro e gli autobus che non riescono in questi giorni ad erogare un servizio neppure lontanamente raffrontabile alla decenza.



Di fronte ai tanti che hanno criticato questa presentazione da cinegiornale, da Settimana Incom, da Istituto Luce alla matriciana col tappetaccio persiano il Movimento 5 Stelle ha risposto col solito tono istituzionale. Parlando di "Calippo" (!?), di "nemici della contentezza" (!!??) e spiegando che l'iniziativa è fatta per far sì che i cittadini possano "toccare con mano" (hanno scritto proprio così) i nuovi autobus perché sono stati pagati con le tasse dei cittadini stessi. Già, anche gli autobus di Vienna, di Parigi, di Madrid o di Berlino son pagati con le tasse dei cittadini ma queste pagliacciate non sarebbero neppure lontanamente pensabili. 

Proprio in questi giorni a Londra - dove gli autobus sono gestiti da privati ma il trasporto su ferro è pubblico - hanno inaugurato alcuni nuovi treni su una importante linea della Overground, la metropolitana scoperta che supporta la Tube su alcune tratte. Il sindaco Sadiq Khan ha deciso di offrire un mese di viaggi gratis ai cittadini. Questo sì che serve a "far toccare con mano" la novità, evita buffonate e parate stile anni Trenta e soprattutto invoglia a prendere il mezzo pubblico anche chi non lo fa ancora. Una differenza, una delle tante, tra una amministrazione semplicemente normale ed una accolita di ciarlatani come non si era mai vista e come speriamo non si vedrà più.

(Altri articolo su questo stesso tema qui e qui)

6 motivi per cui anche quest'anno Tiberis è una presa per i fondelli ineguagliabile

6 agosto 2019
Ne abbiamo parlato diffusamente lo scorso, ma a scanso di equivoci vogliamo ribadire rapidamente il concetto anche quest'anno: la spiaggetta Tiberis, allestita negli scorsi giorni in fretta e furia (ma con almeno tre mesi di ritardo dall'inizio della stagione balneare) in un orripilante tratto di banchina del Tevere all'altezza di Ponte Marconi è una presa per i fondelli che la metà bastava. 


1. ROMA È UNA CITTÀ DI MARE!
Anche se l'amministrazione non se n'è accorta o se n'è accorta esclusivamente quando si è trattato di fare interessi e clientelismo sul litorale, Roma è una città di mare a tutti gli effetti. A Roma non ha nessun senso il ragionamento di "fare iniziativa di tipo balneare per coloro che non possono permettersi di andare al mare", semplicemente perché a Roma abbiamo spiagge letteralmente paradisiache a 20 minuti di metro dalla mostruosa Tiberis. Allestire sedie sdraio su spiaggia fake a 20 minuti dagli arenili più affascinanti del Tirreno (si pensi a Castelporziano, a Capocotta...) è una roba che non ha una logica che sia una. Investire denaro su una spiaggia finta, lasciando in abbandono le spiagge vere è sintomo di una malattia mentale che andrebbe urgentemente curata. 
Dire che Tiberis è "un'oasi per i cittadini che non vanno in vacanza" è una cretinata che solo Virginia Raggi. Se conoscesse Roma saprebbe che le oasi (oasi vere, non questa presa per i fondelli) la città ce le ha a pochi minuti di mezzi pubblici, raggiungibili con un 1,5 euro di biglietto. Vanno solo comunicate e manutenute. Invece così si fa solo disinformazione.


2. A ROMA CI SONO VILLE INCREDIBILI
Dice: ma comunque non è male allestire atmosfere estivali, come si dice in Francia, per dare un senso di villeggiatura a chi rimane in città o per i turisti. Verissimo. Ecco perché ad esempio nei mitologici parchi di Londra d'estate appaiono sdraio e ombrelloni. Già, ma nei parchi, non in un uno strapuntino in una zona di periferia raccapricciante che - ci si perdoni il paradosso - era coerentissimo e perfetto nel suo ruolo di discarica. Perché invece di investire su un terreno di proprietà regionale ricoprendolo di rotoli di pratino inglese fake (il cattivo gusto non ha confini), il Comune non investe sui quei terreni di proprietà comunali che sono chiamati "ville storiche" e che versano in condizioni drammatiche con erbacce alte metri, immondizia, abbandono, degrado e sorci? Perché le sdraio invece di metterle a Tiberis non le mettiamo a Villa Torlonia, a Villa Paganini o in qualsiasi altro spazio *comunale* così come fanno altre città europee nei loro parchi? Nella foto c'è Hyde Park a Londra. 

3. LA (NON) PRESENZA DELL'ACQUA
La famosa atmosfera estiva di villeggiatura che si diceva sopra non ha alcun senso senza una piscina dove si possa fare il bagno dopo essersi fatti una partita a beach volley. Lo scorso anno sembrava avessero capito la cosa, quest'anno hanno messo... dei vaporizzatori. Una roba al di là del ridicolo francamente. In ogni area pubblica o parco che si rispetti in Europa - specie nei luoghi lontani dal mare, e qui si ritorna all'assurdità del punto 1 - ci sono fontane d'acqua che forniscono insieme un beneficio estetico, un refrigerio e un conforto e infine una occasione indimenticabile di divertimento per i più piccoli. Questa nella foto, tanto per capirci, è Granary Square a Londra. 

I profili del Comune di Roma pubblicano la foto della spiaggia urbana fatta da Veltroni anni fa, oltre ogni ridicolaggine

4. TIBERIS DOVREBBE ESSERE UN GUADAGNO PER L'AMMINISTRAZIONE, INVECE È UN COSTO
Vi spieghiamo come funziona: c'è uno spazio pubblico, si fa un bando, si dice cosa si vuole un quello spazio, si valutano le candidature, la candidatura del gestore che offre di più vince e gestisce lo spazio pagando le pattuite royalties al banditore. Funziona così, punto. Funziona così ad esempio a Firenze dove il Comune ogni anno assegna la gestione della spiaggetta lungo l'Arno. A Roma, quindi, una iniziativa come Tiberis dovrebbe essere un motivo di incasso per l'amministrazione, invece è una voce di spesa (una spesa per sputtanarsi, geniale!) per decine e decine di migliaia di euro. A Roma tutto questo passa come nulla fosse, ma è una follia in piena regola, uno scandalo al sole che in qualsiasi altro luogo sarebbe oggetto di indagine della Corte dei Conti e di dura condanna civica. 

5. UN IMPATTO TURISTICO NULLO
Le spiagge fluviali (abbiamo parlato di Firenze, ma non si può non citare Parigi) si fanno anche per motivi turistici. Per destagionalizzare i flussi. Per rendere interessanti le aree urbane pure nei mesi centrali dell'estate, tipicamente poco attrattivi. Ecco perché le spiagge urbane, a Firenze e a Parigi appunto ma anche a Roma quando si tentò questo esperimento una decina d'anni fa, sono sempre in pieno centro, sotto le grandi attrattive turistiche, con panorama sul patrimonio più celebre delle città. Proprio per entrare in sinergia con questo. A Roma la spiaggia urbana è fatta in una zona rivoltante e perfino pericolosa, farsi una passeggiata nell' "entroterra" di Tiberis significa rischiare nella migliore delle ipotesi il portafoglio e nella peggiore la vita. Se non ci credete andate a farvi un giro nella zona di Via della Vasca Navale, Vicolo Savini, Via Mario Ageno, magari al tramonto dopo essere usciti da Tiberis dopo la chiusura delle 20. Se non avete il coraggio il giro fatevelo su Google Street View. Ah, naturalmente su google Tiberis non lo troverete, non hanno avuto neanche l'accortezza di inserire inserire il punto d'interesse nella mappa. Tutto questo ha un solo risultato: l'impatto turistico del progetto è nullo o, al limite, se qualche turista dovesse venirci, è negativo. Mandare la gente, specie gente inesperta di Roma, in quel contesto è un crimine, ne abbiamo parlato lo scorso anno ma tutto è rimasto com'era. 
In alto a destra Tiberis, dietro una sconfinata e agghiacciante bidonville

6. UN GRANDE MALINTESO SUL RAPPORTO TRA CITTÀ E FIUME
Il rapporto tra la città e il suo fiume è una cosa seria che non può essere trattata così. Non esiste un piano di riqualificazione complessiva del fiume, si procede in modo parcellizzato e non c'è nulla di peggio di questo, si fa finta di fare rigenerazione urbana su un pezzetto di fiume a Ponte Marconi e si abbandonano le banchine in centro, piene di accampamenti e autentici villaggi di punkabbestia se non, peggio, inondate di bancarelle disgustose. Trattare il fiume in questo modo è diseducativo, meglio non occuparsene affatto. 

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