Abbattono la Tangenziale ma al suo posto stanno per realizzare un progetto orribile

30 luglio 2019
Il progetto di riqualificazione presentato dai residenti della Stazione Tiburtina già approvato dai due municipi, ha sicuramente il merito di aver smosso quel pachiderma che è il Comune di Roma che dopo quasi 10 anni di immobilismo si è messo a riprogettare l’area attorno alla Stazione Tiburtina, quella che la Sindaca Raggi definì il 5 dicembre “cuore pulsante di Roma e il polo direzionale della città”. La Sindaca si lasciò un po’ andare con la fantasia e uscendo dalla seconda Stazione più importante d’Italia sul lato della BNL questo è il panorama. Una zona totalmente abbandonata dove il nostro Comune fenomenale non riesce neanche a curare un’aiuola o a non far parcheggiare le auto in divieto di sosta, benvenuti a Roma sembra dire la scena ai poveri malcapitati!



Veniamo dunque al progetto di riassetto della Stazione Tiburtina presentato venerdì 19 luglio in Commissione Mobilità presieduta da Pietro Calabrese. Come piccola premessa vi diciamo che le tavole sono due non perché ci siano due luoghi differenti, siamo sempre alla Stazione Tiburtina, ma perché il Comune di Roma non è riuscito a stampare nella stessa tavola i due lati della Stazione. Purtroppo riportiamo delle foto perché il progetto essendo ancora in una fase di valutazione non è disponibile su file. Scopriremo che, pur migliore rispetto al precedente assetto, il nuovo progetto comunale è e resta una schifezza. 

Nel progetto del Comune l’elemento fondamentale nonché l’unico che può essere realmente realizzato è l’eliminazione dell’autostazione dei pullman Tibus. I progettisti del Comune hanno poi scopiazzato in parte e in brutta copia il progetto dei residenti eliminando il famoso parcheggiaccio al posto della sopraelevata che sta per essere demolita. Proprio grazie ai nostri articoli di un anno fa, che gridavano contro quel progetto, ci si è probabilmente mossi per cambiarlo. C’è poi tra gli obiettivi l’acquisizione da parte del Comune di Roma dell’ex Istituto Ittiogenico dismesso dalla Regione che verrebbe contornato da un parco. Vediamo nel dettaglio gli elementi.

Lato Ovest: eliminata l’autostazione dei pullman e superata l’ipotesi del parcheggione

L'immondo progetto attuale 

Progetto nuovo del Comune

Progetto dei residenti

Nelle tre immagini riportiamo il progetto attualmente in esecuzione del Comune di Roma di abbattimento della sopraelevata (lavori partiti che dureranno 450 giorni), il nuovo progetto del Comune di Roma e il progetto di riqualificazione dei residenti sotto. Del progetto di abbattimento della sopraelevata che riduceva la zona ad un enorme parcheggio ne abbiamo già parlato. Il Comune su questo sembra aver preso spunto dal progetto dei residenti creando una stretta piazza ad Elle in continuità con la Stazione Tiburtina. Viene eliminato quindi l’attraversamento delle macchine all’uscita della Stazione creando un viale alberato che non si capisce bene dove porti. Se infatti nel progetto dei residenti il percorso pedonale (arancione nell’immagine) porta e fa da contorno alla Stazione dei pullman in quello del Comune avendo eliminato l’autostazione non si collega a nulla. 
Poco visibile ma nonostante questa riscoperta della pedonalità, il Comune sceglie di spostare parte dei capolinea degli autobus Atac tra l’area pedonale e i palazzi a Via Guido Mazzoni.  Perché spostare dei capolinea di autobus sotto i palazzi? Nell’intento di eliminare la Stazione dei pullman, nel dogma che lì i pullman non possono stare, i progettisti del Comune hanno eliminato anche Cotral i cui pullman si andrebbero ad aggiungere ad Atac nel piazzale della Stazione tiburtina dove gli stalli anziché essere rivolti verso l’ingresso della Stazione cambierebbero verso e diventerebbero rivolti verso Via della Lega Lombarda. Qualche capolinea non entrava e per questo li hanno buttati sotto ai palazzi a Via Guido Mazzoni. 

Grande spazio seppur utopistico nel nuovo progetto del Comune di Roma è il recupero dell’ex Istituto Ittiogenico (in giallo nell’immagine), immobile totalmente vincolato che era di proprietà della Regione Lazio e che la stessa ha ceduto ad un fondo immobiliare di natura privata per rivenderlo al miglior offerente (2,8 milioni il prezzo stabilito). Il Presidente della Commissione Mobilità Pietro Calabrese ha lasciato intuire un interesse da parte del Comune ad acquisirlo ma va tenuto presente che ai 2,8 milioni di euro per l’acquisto vanno aggiunti almeno 7 milioni di euro per il recupero. L’ittiogenico è situato al di sotto del livello della strada. Vediamo dalla tavola che il Comune ha pensato di creare un ingresso inclinato sia dal lato della Stazione Tiburtina che dal lato opposto. Il grande parco verde che verrebbe realizzato, in alto nell’immagine dove ora c’è l’autostazione dei pullman, sarebbe anche questo inclinato per arrivare al livello dell’Ittiogenico. Anche questo livellare e creare un parco ha un costo elevatissimo da aggiungere al costo dell’acquisto e del recupero, la semplicità con cui è stato disegnato il tutto lascia pensare che anche i progettisti del Comune sanno che a Roma trovare 15milioni di euro per creare questa roba di dubbia utilità è fantascienza. Sull’ittiogenico sappiamo che ci sono dei privati che ne stanno trattando l’acquisto, il Comune quindi perché mai si dovrebbe inserire? Per farci cosa? Perché non lasciare che dei privati dotati di fondi e di velocità operativa facciano qualcosa di interessante qui?


La futura Circonvallazione Nomentana
Seppur il nuovo progetto del Comune raffigura solo un piccolo tratto della Circonvallazione Nomentana e della ex Tangenziale che con l’abbattimento della sopraelevata perderebbe la sua funzione visto che non permetterebbe più il collegamento con San Giovanni qualcosa lo intuiamo. Intuiamo ad esempio che seppur diventerebbe una normale strada di quartiere non c’è la volontà di ridurre l’asfalto. Il Comune lascerebbe difatti tre corsie rispetto alle cinque attuali aggiungendo una striscia di parcheggi al centro e un marciapiede lato binari del treno.


 
Il confronto col progetto dei cittadini, quello coi colori accesi, è d’obbligo. Nel progetto dei cittadini si parte dal presupposto che quella è viabilità di quartiere e pertanto non servono le tre corsie di automobili pensate dal Comune. Il progetto dei cittadini seppur aumenta di poco i parcheggi in superficie rispetto alla situazione attuale posiziona diverse centinaia di parcheggi sottoterra. E’ proprio il privato che si aggiudicherà la realizzazione e la gestione dei parcheggi interrati che pagherà la realizzazione e la gestione del parco lineare in superficie che costeggia il confine coi binari del treno dalla Stazione Tiburtina a Via Nomentana. Un parco lineare lunghissimo dove una pista ciclabile collegherebbe la pista in realizzazione sulla Tiburtina con quella appena inaugurata sulla Nomentana. Quello che oggi è un tratto autostradale in città diventerebbe un punto verde importantissimo per un quartiere altamente popolato come il Nomentano-Italia.
Lato est: l’eterno incompiuto
Il lato est, quello dove sorge la sede della BNL, è ad oggi immerso nel degrado. Andandoci oggi troviamo accampati un centinaio di migranti che potrebbero essere posizionati in maniera più dignitosa e il motivo paesaggistico dominante è fatto di erbacce, rifiuti e macchine parcheggiate in divieto di sosta. Il parcheggio pubblico comunale realizzato su quel lato è chiuso da ormai quasi cinque anni al pari di quello sul lato est realizzato sotto la Città del sole che è chiuso da quasi dieci anni. Entrambi i parcheggi sono stati realizzati dai privati che hanno costruito le loro architetture, sarebbero pronti per essere utilizzati ma il Comune di Roma non li ha mai collaudati e messi a servizio della cittadinanza. La geniale idea che hanno avuto le migliori menti dell’urbanistica e della mobilità del Comune di Roma per riqualificare il lato est è realizzare un parcheggio per i pullman privati del centro Italia che sostituirebbe l’attuale Autostazione dei pullman posizionata sull’altro lato della Stazione. 

Questo parcheggio per i pullman che ci troveremmo di fronte appena usciti dalla Stazione Tiburtina è stato definito dai progettisti del Comune di Roma una autostazione che dovrebbe servire 9 milioni di passeggeri. Senza nulla togliere agli illustrissimi progettisti ci preme ripetere a noi stessi che una autostazione oltre a degli stalli a terra deve avere dei servizi tra cui: biglietterie, bagni, sale d’attesa, punti ristoro, deposito bagagli, commerci, spazi per gestire i flussi di persone che partono e arrivano, parcheggi di servizio almeno per il trasporto di anziani e disabili, monitor che indichino le partenze e gli arrivi, ecc. Al contrario viene realizzata questa “cosa” per pullman in questa rotatoria ovale senza alcun servizio e senza possibilità di prevedere nessuno dei servizi prima elencati. A riguardo vogliamo partire da quello che chiedevano i residenti nel loro progetto di riqualificazione ovvero un bando di gara per la realizzazione e gestione di una autostazione moderna anche architettonicamente dove il gestore sarebbe obbligato per tutta la durata della concessione a gestire e ad effettuare la manutenzione a tutti quegli spazi attorno la Stazione Tiburtina che il Comune ha ormai tralasciato. Vediamo le immagini dell’autostazione pensata dai residenti:

La Stazione è totalmente chiusa per limitare al massimo l’impatto acustico e ambientale dei pullman e per far percepire il meno possibile a livello visivo la presenza di mezzi pesanti. L’ingresso e l’uscita dei pullman è dal lato di Via Tiburtina cosicché il transito non tocchi mai i palazzi.

La Stazione pensata dai residenti si collega direttamente alla Stazione dei treni creando un grande hub della mobilità. L’autostazione viene quindi intesa come una architettura moderna che si inserisce tra la Nuova Stazione Tiburtina e la Città del Sole potendo quindi anche essere fattore di rivitalizzazione di quest’ultima. 
Per dare l’idea di cosa avviene invece in Europa in tema autostazioni riportiamo le seguenti immagini dove al di là della bellezza vediamo che fuori da Roma le autostazioni non sono intese come quattro strisce disegnate per terra per creare dei finti stalli come nel progetto del nostro Comune ma come architetture vere e proprie.




Il dibattito sul futuro della Stazione Tiburtina entrerà nel vivo nei prossimi mesi. Vi salutiamo elencando delle linee guida fondamentali per poter seguire il dibattito che si verrà a creare:
  • Di un intervento di riqualificazione ce ne è assoluto bisogno
  • Il Comune di Roma non ha la forza ne la capacità per gestire nessuno degli spazi pubblici fuori dalla stazione
  • I privati se messi in condizione possono avere un forte interesse ad insediarsi a Tiburtina e proprio a questi investimenti può essere legata la riqualificazione dell’area



Allucinante a San Paolo. La stazione della Metro B trasformata in magazzino per la bancarella

23 luglio 2019








Vi ricordate le promesse di pulirla, riqualificarla, riportarla ad un minimo di dignità a beneficio dei tanti pendolari e cittadini che ancora a Roma si autoinfliggono l'umiliazione di prendere i mezzi pubblici? 
Ebbene ecco invece le condizioni della stazione San Paolo della Metro B. C'era stato anche lo sgombero della enorme bancarella perché pericolosa, abusiva e perché parandosi davanti all'uscita di sicurezza garantiva la morte del sorcio agli eventuali passeggeri in fuga in caso di emergenza, esplosione, incendio.
Nulla di fatto, non solo la bancarella è tornata al suo posto (del resto dopo pochi giorni sono tornate anche quelle su Viale Trastevere, nonostante il grande battage mediatico che raccontava il loro spostamento), ma ora utilizza la stazione come deposito per i suoi scatoloni. 
Si fa enorme fatica a credere che questa sia la stazione di una città occidentale, in pieno centro storico, a servizio di una delle basiliche più importanti della cristianità a livello mondiale. 
Naturalmente per il presidente del Municipio Ciaccheri i problemi sono altri. Anzi i suoi amici dei centri sociali di zona contribuiscono al degrado riempiendo ogni santo giorno le pareti di manifesti abusivi.

Perfino il mitico Giardino degli Aranci sta morendo. Piante senz'acqua e zeppe di parassiti

22 luglio 2019












Uno dei luoghi imperdibili di Roma Capitale, adiacente alla Basilica di Santa Sabina all’Aventino, è diventato un altro triste esempio di totale abbandono e di profondo disprezzo per il verde.
 
Il Giardino degli Aranci con un affaccio unico e celebre sulla Capitale, versa ormai in uno stato di incuria incredibile: non c’è più erba nei prati e le decine di aranci amari, che caratterizzano il progetto degli anni Trenta firmato dal noto architetto Raffaele de Vico, sono tutti talmente malati da farne presagire una tristissima fine.
 
E’ evidente che da tempo le piante non vengono concimate, trattate e bagnate. I frutti portano le stimmate della sofferenza e sono soffocati da ragnatele e parassiti. Nei vasoni, che insieme alle panchine di travertino ornano il giardino, sono lasciati resti di oleandri secchi. Intorno tutto è polvere, cani che vanno e fanno quello che vogliono, cartacce dovunque, tracce di tanti picnic disperati dove prima c’era l’erba.
 
Solo tre anni fa il Giardino degli Aranci era tornato infatti ad essere un luogo incantato dopo l’intervento di restyling e di valorizzazione della Fondazione Sorgente Group che riportò questa porzione di Aventino (8.000 mq) alla sua originaria valenza. 
Poi la gestione è ritornata al Comune e ora, se l’Amministrazione non corre ai ripari, la Capitale perderà un altro pezzo della sua storia e bellezza.  

Dopo il palazzo, gli occupatori di SpinTime si sono impossessati di un parco pubblico a Via Statilia

12 luglio 2019

Ogni giorno l'asticella viene collocata un millimetro più su, avete notato? Qualche settimana fa ci fu l'elemosiniere del papa, con l'eroico riallaccio della luce al palazzo occupato. Ora siamo direttamente all'occupazione dei parchi pubblici...
Non paghi di essersi presi da anni un enorme edificio nel pieno centro della città mentre i loro concittadini si fanno in quattro per pagare mutui, affitti o decidono di andare a vivere in estrema periferia o fuori Roma dove si possono permettere di stare, gli amici di SpinTime hanno traversato la strada e dopo il gigantesco palazzo di Via Statilia ora si sono impossessati anche del parco pubblico dirimpetto.

Adesso è loro, praticamente di loro proprietà. C'è stata proprio una specie di colonizzazione che sconsiglia a chiunque altro di entrare. Questa volta, oltre che con la complicità del I Municpio grande amico degli abusivi e grande nemico per chiunque - cittadino o imprenditore - si voglia muovere nella legalità, gli occupatori illegali si sono mossi fianco a fianco con la famigerata associazione dei genitori della scuola Di Donato. Il colmo: una operazione illegale, abusiva e pure pericolosa, con contenuti peraltro discutibili e senz'altro schierati e estremisti, passata come momento di educazione per i bambini. Difficile pensare a qualcosa di più meschino.

La prima giornata di operazioni in quello che è stato ribattezzato "Parcobaleno" con tanto di profilo Facebook è stata la presentazione di un libro. Al tavolo oltre che all'autore - Andrea Catarci - anche Emiliano Monteverde appunto del I Municipio a riprova di quel che si diceva sopra e Andrea "Tarzan" Alzetta, esponente della malavita delle occupazioni romane. Davvero molto molto di beneficio per i bambini.
due gruppi elettrogeni nell'area verde del parco
Ieri sera poi si è toccato il culmine. Gli occupatori erano impegnatissimi ad allestire un rudimentale cinema all'aperto servendosi in parte delle strutture del parco e in parte portando teli e panchine. Per far andare l'elettricità sono stati portati nell'area verde (!) due puzzolenti gruppi elettrogeni a kerosene e i cavi elettrici svolazzavano dappertutto con pericolosa vicinanza tra prese elettriche e pozzanghere create dalla fontanella del parchetto. 
Cavi elettrici, prese, ciabatte in mezzo alle pozzanghere con i bambini che ci passano sopra. Aspettiamo il bambino folgorato per intervenire...
Qualsiasi associazione culturale regolare che avesse voluto realizzare manifestazioni e iniziative nel parco sarebbe stata bloccata: soprintendenza, Vigili Urbani, Municipio, Vigili del Fuoco, Asl ecc ecc. Se invece sei abusivo puoi fare quello che vuoi e nessuno ti dirà mai niente. Del resto gli organizzatori lo dichiarano nero su bianco nel loro manifesto riguardante le attività nel parchetto che fu ripulito lo scorso febbraio da Retake: "vengono prima le persone e dopo le norme!". Testuale. Questo insegnano i Genitori della Di Donato ai loro figli, la filosofia del chiunque può fare quello che gli pare. Questo promuove il Primo Municipio. Intanto stiamo coi gruppi elettrogeni a kerosene appoggiati sulle sterpaglie secche di un parco pubblico. Così vediamo che fine fanno i bambini in caso di incendio...

Intanto, grazie ai mille agganci politici e ai papà potenti in Giunta, i "ragazzi di Scomodo", rivista universitaria, dopo aver cercato di impadronirsi di Palazzo Nardini, stanno per aprire la loro mega redazione dentro lo stesso palazzo occupato di Via Statilia. In barba a tutti i soggetti culturali della città che la loro sede se la pagano così come le utenze, il personale e le tasse. Tutta la storia la potete trovare qui

Video. Anziano disabile blocca gli autobus che non hanno la pedana per farlo salire

9 luglio 2019
A quanto pare questo signore si trova spesso in questa situazione. E come lui tanti altri disabili. Anzi no: pochissimi altri disabili perché ormai a Roma se sei disabile sei condannato a muoverti in auto, a non essere indipendente, a non poter fruire dei servizi pubblici. E non vale solo per i trasporti, che accolgono i diversamente abili in maniera scandalosa, ma anche per i marciapiedi, semplicemente infrequentabili per chi si muove su sedia a rotelle (idem per le mamme con passeggino).


In questo video vediamo un raro momento di ribellione. Arriva l'autobus, non ha la pedana per i disabili funzionante come quasi tutti gli autobus di Atac, il disabile a quel punto è lì da una vita, al caldo, impossibilitato dallo spostarsi, ogni autobus che passa non può accoglierlo. Si mette allora in segno di protesta non violenta in mezzo alla strada a bloccare il traffico. Siamo a questo. All'umiliazione dell'essere umano in nome della clientela, della corruzione, dell'inefficienza, dell'assenteismo della sciatteria. Insomma di tutto ciò che a Roma fa consenso. Una pozzanghera opaca e lercia di squallore infinito in cui solo pochi cittadini, come questo, hanno la forza di chiedere "ma che siamo mondezza noi? Siamo mondezza?".

Racket a Termini. Per la prima volta abbiamo filmato i boss dei finti assistenti turistici

8 luglio 2019

Vi mando il video registrato la scorsa settimana alla Stazione Termini riguardante il vomitevole racket dell'accattonaggio mascherato da servizio pubblico di assistenza ai turisti appena sbarcati o disorientati alla ricerca del treno per partire. Incredibilmente questa volta mi sono ritrovato a registrare quelli che credo siano i “gestori” di questa “attività” che si avvale di giovani ragazze e ragazzi mandati a raggirare i turisti.




Vi sottolineo le parti che considero più notevoli del filmato

Inizio: tre donne e un uomo presidiano l’ingresso principale della stazione. Tutti portano qualche oggetto che può trarre in inganno facendo credere alle vittime di essere davanti a degli addetti ufficiali all'assistenza clienti: penna in mano o al collo, collare porta badge al collo.

* 00’22”: scambio di parole con un addetto delle FFSS. Sullo sfondo funzionari della polizia che escono e poi rientrano con dei militari. Abusivi e funzionari si incrociano ignorandosi mutuamente: è la tipica situazione “puoi farlo ma non quando ci sono io nei dintorni”.

* 01’26”: la parte più sorprendente: per la prima volta vediamo quelli che sembrano essere i boss della banda che gestisce lo schifoso racket dell’accattonaggio abusivo mascherato da “assistenza ai turisti”. Due facce da poco di buono che guardano le ragazze in modo autoritario, quasi con disprezzo. Addirittura, dopo qualche secondo, il boss a sinistra segnala con un gesto della testa la presenza di una preda (fuori campo) da accerchiare, e una delle ragazze parte alla caccia. Ma è possibile che un semplice cittadino con uno smartphone becca in flagranza questi delinquenti mentre funzionari dello Stato e delle Ferrovie rimangono ciechi?

* Seguono immagini che mostrano parte del numeroso gruppo di accattoni che presidia tranquillamente tutto il territorio della stazione, nella totale assenza di qualsiasi autorità di pubblica sicurezza o di rappresentanti probabilmente di Grandi Stazioni.

* Si chiude con la parte finale del consueto siparietto che vediamo in continuazione: i malcapitati turisti, sicuramente stranieri, vengono accompagnati fino ad una zona da dove poter indicare i binari (da lontano, guai a mettere in imbarazzo gli addetti ai varchi, neanche loro devono essere chiamati in causa come testimoni consapevoli di questa situazione) e incassare la truffa.

* 4:22 in particolare vediamo delle turiste che salutano per andarsene verso i treni ma vengono bloccate dalla “guida” per la richiesta della mancia. La richiesta è accompagnata dai classici gesti con le braccia come a dire “tengo famiglia”. Questo passaggio dimostra l’esistenza di una vera e propria truffa: fino a quel momento le vittime pensavano nella loro testa di stare usufruendo di un servizio pagato dalle ferrovie o dalla Stazione e la sorpresa si coglie dagli sguardi che si scambiano mentre aprono la borsa dopo essere state bloccate. Molto bello il passaggio quando la “guida” esplora la propria bocca con le ditta della mano che poi porrà per ricevere le monete...
Paolo


PS.
Negli anni scorsi già abbiamo trattato il problema, almeno dal 2014, e non abbiamo notato nessun tentativo serio di risolverlo. Ecco alcuni esempi presi al volo:

Gli abusivi festeggiano: terremoto al Dipartimento Patrimonio (e il nuovo dirigente è sotto processo)

5 luglio 2019
La notizia delle dimissioni di Enrico Stefàno da vicepresidente vicario dell'assemblea (e s'è dimesso sì, sono anni che fa pur non essendolo l'assessore ai trasporti al posto della Meleo; ora erano mesi che faceva pur non essendolo il presidente dell'aula al posto di De Vito, se sarà pure rotto i cojoni no!?) non sono l'unica bomba di queste ore di canicola nella città.

Mentre tutta la malconcia impalcatura organizzativa e di potere dei Cinque Stelle viene giù pezzo pezzo giorno dopo giorno, è interessante approfondire - nel caos - ciò che i pentecatti sono riusciti a fare al Dipartimento del Patrimonio e in particolare alle politiche abitative. 

Isola di serietà e professionalità in mezzo a tanta cialtronaggine diffusa e collusione mascherata da inefficienza per cause esterne, il Dipartimento Patrimonio era retto da anni da Aldo Barletta, dirigente tutto d'un pezzo da una parte fermo sui regolamenti e dall'altra pronto a trovare delle soluzioni, sempre in punta di diritto, in presenza di reali e delicate situazioni di bisogno.
Già: reali e delicate situazioni di bisogno però. Non discoteche abusive, locali notturni e occupazioni illegali spacciate da centri di "valenza culturale" come piace pensare a una parte della città e forse anche a Sindaca, sicuramente al Vicesindaco e ad alcuni personaggi di potere in città. 

Insomma, dopo anni di onorato servizio Barletta dava fastidio, non era manovrabile, non era ricattabile e - udite udite - pretendeva di applicare la legge non facendosi abbindolare dagli imbrogli quotidiani dei vari centri sociali e movimenti. Ovviamente quando hai perfino un figlio impegnato a occupare e a compiere illeciti in città (pensate se capitasse ad un primissimo esponente della giunta), non puoi avere in simpatia un serio dirigente che interpreta il suo ruolo in maniera integerrima.

Insomma, vogliono spostare Barletta al Centro Carni trovandogli un sostituto. Gli abusivi saltano dalla gioia, gli sgomberi si allontanano, gli illegali, i paraculi e i furbetti continuano a vedersi confermata la loro idea di avere la città in pugno.





Intanto però dall'amministrazione già una mossa l'hanno ufficialmente fatta. Dal 24 giugno hanno sostituito il dirigente proprio delle Politiche Abitative. Il nuovo viene da Bari, ma casualmente è nato a Livorno. A Bari ha ricoperto per lunghi anni il ruolo di capo dei Vigili Urbani e negli ultimi tempi questo suo ruolo l'ha portato sul banco degli imputati per una questione relativa a delle licenze balneari. Perfetto per governare Roma in un comparto così delicato qualcuno che è invischiato in faccende di questo tipo, no!?

E invece è andata proprio così. I geniali Raggi, Bergamo, Castiglione, Giampaoletti e Lemmetti sono andati a pescare proprio un dirigente comunale del Comune di Bari che dal 2018 è indagato e dal 24 aprile 2019 è addirittura rinviato a giudizio per falso e abuso d'ufficio.

Ma cosa ha fatto, secondo la Procura pugliese, Stefano Donati per finire nei guai con la giustizia? Avrebbe firmato in fretta e furia, addirittura ad uffici chiusi, una concessione per una spiaggia demaniale procurando vantaggio ad un imprenditore e dimenticandosi della necessità in casi come quello di fare una evidenza pubblica. Insomma, semmai le accuse venissero confermate, Donati effettivamente risulterebbe perfetto per la città di Roma considerando come si ragiona qui da noi. Solo che purtroppo a Roma un dirigente che fa queste cose viene solitamente perdonato dal Tribunale... Vedremo, l'udienza preliminare è iniziata il 13 giugno a Bitonto. 

Intanto però Stefano Donati è in carica a Roma nel suo nuovo ruolo di dirigente delle Politiche Abitative. Sostanzialmente ignaro della materia (ma imparerà), se ne sta come un pesce fuor d'acqua seduto - nella sua ignoranza informatica come conferma il suo cv ufficiale pubblicato sul sito del Comune di Bari - su una delle poltrone più bollenti della città.

L'atroce istigazione al terrorismo al Nuovo Cinema Palazzo. Quando lo sgombero?

1 luglio 2019
 Non c'è stata alleanza più proficua, in queste prime settimane di caldo afoso, di quella tra Carola Rackete e Matteo Salvini. Capitani combattenti sui media, in realtà i due protagonisti sono stati più funzionali l'un l'altro di quanto non si possa immaginare. 
In particolare il Ministro dell'Inferno si è giovato di un'arma di distrazione di massa non da poco conto. Per giorni e giorni si è parlato esclusivamente di questi 40 migranti appollaiati sulla Sea Watch (mentre decine e decine di altri ne sbarcavano nel silenzio più totale in altri punti dell'isola di Lampedusa) e così non si è parlato affatto di un paese allo stremo, di una economia che grazie al governo sta andando in rovina e dell'inefficacia totale dell'azione amministrativa dei giallo verdi. 

Tra l'inefficacia totale c'è anche la gestione delle numerose illegalità che, una volta arrivato Matteo Selfini all'Interno, erano date in via di soluzione. E invece nulla di fatto: Roma era ostaggio di decine e decine di spazi occupati all'insegna della prepotenza e della sopraffazione e, nonostante le promesse, nulla è cambiato. Si sono al massimo fatte le liste degli spazi da sgomberare, ma ci si è incredibilmente fermati lì. E così, sentendosi sempre più invincibili, queste metastasi continuano a fiaccare il corpaccione ormai morente della città.

Uno dei tanti culmini si è raggiunto lo scorso 20 giugno quando al Cinema Palazzo, spazio occupato illegalmente ormai da anni (e in barba a fior di processi) nel cuore del quartiere di San Lorenzo, si è arrivati a fare autentica apologia del terrorismo invitando gli astanti di fatto a darsi alla lotta armata nel tempo libero...

Le parole di Barbara Balzerani (lì a presentare il suo libro che ha scritto invece di marcire in galera come avrebbe meritato di fare dopo ben tre ergastoli per qualche strana legge sanati a partire dal 2011) sono abbastanza inequivocabili e possono essere apprezzate nel servizio andato in onda su Quarta Repubblica, unica trasmissione ad aver affrontato la cosa nei giorni scorsi durante i quali il dibattito come dicevamo è stato monopolizzato da altro. La brigatista, che non si è mai pentita di aver ucciso tra gli altri gli innocenti che facevano da scorta a Aldo Moro e che ogni volta che ricorre la commemorazione della morte dell'ex esponente Dc prende per i fondelli sui social, ha invitato chi la ascoltava ad assecondare il conflitto con parole chiarissime. Il filmato è raggelante...



Cosa altro deve succedere perché spazi come questo vengano sgomberati? Ormai sono diventati incubatori di violenza. Davvero, cosa aspettiamo? Sul serio vogliamo aspettare il primo morto? Si badi bene: in città - complice uno stato di degrado fuori controllo in virtù del quale tutti si sentono legittimati a tutto - l'aria che si respira è atroce; c'è un processo di radicalizzazione feroce; gente che fino a ieri era normale si sta facendo convincere da ragionamenti, impostazioni intellettuali e comportamenti assolutamente estremistici. Questo vale per i gruppi di estrema sinistra e per quelli di estrema destra. Il prossimo passo è la violenza. Il prossimo passo è la morte. Non è una esagerazione questa, è la diretta conseguenza di una condizione cittadina difficoltosissima unita ad un lassismo totale che tende a considerare controllo e sanzione come fossero una forma eccessiva di presenza dello stato. Ebbene è vero il contrario. Se questa gentaglia non sente la presenza forte dello stato si tende a creare uno stato proprio, con proprie leggi, con propri regolamenti (di conti), con proprie sanzioni e con propri nemici da combattere. In una situazione di estremo degrado urbano, di povertà diffusa, di declino e di depressione collettiva, il passaggio dalla tristezza alla violenza è un attimo. E si manifesterà se invece di prevenire ci si limiterà a curare. NON ASPETTIAMO IL PRIMO MORTO AMMAZZATO!


Il filmato continua con scene davvero assurde. La Balzerani sul palco duetta con un tizio che - pensateci bene - sarebbe concepibile solo a Roma, chiamato Nunzio D'Erme, personaggio folkloristico da sempre punto di riferimento del mondo delle occupazioni illegali in città, ai tempi di Veltroni addirittura consigliere comunale come consigliere comunale fu successivamente Andrea "Tarzan" Alzetta. 

D'Erme aggiunge le sue considerazioni inaudite. Arrivando ad affermare che gli Anni di Piombo erano anni belli, che ci si "divertiva" e che poi quando ti diverti dopo un po' arriva qualcuno che ti chiede il conto. Come se fosse la cosa più consequenziale e normale del mondo. Senza contare il senso di soddisfazione e di orgoglio parlando del commando che ha sequestrato e ucciso Moro e gli agenti della sua scorta: "il più grosso aveva 32 anni, un gruppo di giovanissimi aveva messo in scacco il capitalismo". 

Si arriva insomma alla totale mistificazione della storia (le BR erano semmai lo strumento, gli utili idioti del peggiore capitalismo, della peggiore influenza statunitense sull'Italia, dei peggiori servizi segreti deviati, della parte più ignobile dello stato insomma, altro che anti-stato) pur di rendere affascinanti dei criminali. E lo si fa in un luogo dove - secondo la vulgata - si fa cultura, in un luogo secondo molti da difendere, in un luogo che perfino fior di presidenti di Municipio (che ne dice la Del Bello?) considerano una risorsa e non un problema. Tanto poi tutti i media parlano solo di Carola, tanto poi dopo c'è - come da invito - l'aperitivo popolare. Tutti amici come prima e ci rivediamo al prossimo appuntamento per indottrinare e plagiare gli ignoranti, i deboli, i fragili. Ogni giorno con quel pizzico di meschinità e doppiogioco in più del giorno prima fino al salto di qualità della 'lotta'. 

Si chiudono fior di moschee - lasciando intere comunità senza luogo di culto - sulla base di semplici sospetti o frasi mal tradotte di un imam. E invece chi fa il peana degli anni di piombo la passa liscia così...

Chi non interviene si piglia una responsabilità gigantesca.

ShareThis