Sale cinematografiche chiuse a Roma. Chi dice di difenderle è chi le sta condannando all'abbandono

23 dicembre 2014

“Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente”.
-Mario Monicelli, 1991

In Italia il pubblico dei cinematografi è cresciuto per tutti gli anni Trenta e Quaranta fino alla metà degli anni Cinquanta arrivando a superare gli 800milioni di spettatori nel 1955. Da quell'anno, nata la televisione, gli spettatori hanno subito una flessione che è arrivata ben sotto ai 100milioni di spettatori annui per poi risalire e attestarsi un po' sopra questa soglia psicologica. Sta di fatto che, rispetto agli Anni Cinquanta, il numero di spettatori si è stabilizzato su una sommatoria otto volte inferiore. Peccato che alcuni geni e alcune vestali della difesa della cultura pretendano che l'offerta di sale cinematografiche, le relative caratteristiche, la loro dislocazione in città sia esattamente uguale a quella di sessanta anni fa. E' ovvio che sia impossibile, è ovvio che quell'offerta debba evolvere e differenziarsi, ma è evidente come benpensanti di ogni risma facciano finta di niente. E' un caso essenzialmente romano, dove figli di papà ben protetti si divertono ad occupare sale abbandonate, abbandonate perché magari gravate da vincoli che ne impediscono la trasformazione o in qualcosa d'altro (talvolta è necessario) o sempre in sale cinematografiche, ma più contemporanee.

Lasciamo perdere il Volturno e l'America, episodi squallidi e prepotenti, e concentriamoci sul Cinema Metropolitan. Su questa sala all'inizio di Via del Corso si sta letteralmente accanendo la politica. La Giunta ha giustamente approvato una trasformazione del cinema: sale cinematografiche più piccole e nell'enorme spazio rimanente (oggi non servono sale da centinaia di posti) largo ad attività commerciali per sostenere tutta la piattaforma. Un cinema, insomma, non è più solamente un cinema ma diventa un dispositivo urbano di servizi (commercio, ristorazione, cultura) che si autosostengono l'un l'altro e si mantengono grazie alla loro stessa sinergia. A queste funzioni, a seconda dei casi, se ne possono aggiungere altri: residenziale, ricettivo, laboratori ecc.

Certo, non si deve cadere nel ridicolo come il caso del Cinema Etoile di Piazza San Lorenzo in Lucina che doveva in qualche maniera sopravvivere pur dentro un bellissimo store di Louis Vuitton e che invece si è ridotto ad una saletta patetica con poche seggiole. Il cinema deve rimanere e la sua presenza deve essere garantita in percentuali che possono essere variabili, ma devono essere credibili e reali, ma dopodiché a tutto il resto deve essere dato modo di cambiare, evolvere, modificarsi, tentare nuove strade di sostenibilità imprenditoriale.

Dopo l'approvazione in Giunta, invece, sul Metropolitan si sono scatenati (e non solo quelli di Sel, anche il Pd): le Commissioni consiliari (cultura e urbanistica) hanno dato parere negativo alla trasformazione e speriamo che il Consiglio non si faccia traviare perché altrimenti, semplicemente, significherebbe lasciare il Metropolitan in abbandono per ancora chissà quanto tempo. Il cinema è chiuso dal 2010 e nessun imprenditore degno di questo nome è interessato a riaprirlo dovendo destinare alle attività cinematografiche più spazio di quello che il mercato richiede alle attività cinematografiche stesse.

46 commenti | dì la tua:

Signor Smith ha detto...

Davvero fantastico questo cercare di andare "contro" quello che il pubblico "vuole" (o non vuole). Se l'attività di proiezione cinematografica avesse modo di risultare economicamente interessante... perché viene man mano abbandonata? Chi andrebbe allo spettacolo delle 22:30 al Metropolitan (nella ZTL) sapendo che all'uscita non avrebbe mezzi pubblici per tornare a casa? È giusto difendere ciò che è "difendibile", non ostinarsi a voler mantenere in vita un mercato marginale e morente.

Anonimo ha detto...

Prima sale bingo, ora negozi. E' questa la fine dei cinema storici romani. Purtroppo non fa più effetto un cinema in pieno centro quando i "divertimentifici all'americana" in periferia offrono una varietà di prodotti che varia dal cinema al bowling e che garantisce introiti enormi. Che peccato.
Sarebbe bello vedere qualche articolo sulla fine che molti cinema romani hanno fatto

Anonimo ha detto...

Del resto se i film fanno schifo e qualche settimana dopo sono scaricabili da internet la gente al cinema non ci va.
E in Francia, Germania, Inghilterra, come sono messi i cinema?

paola ha detto...

nel 2012 sembrava che questa area finisse definitivamente nella mani di H&M, alla fine del 2013 invece qui doveva aprire il nuovo mega Benetton. Ma a Via del Corso c'è veramente ancora bisogno di altre attività commerciali così ??? Io vorrei vederci ancora il cinema, certo ristrutturato e non quel cadavere che c'era prima, magari supportato da altre attività, come un ufficio turistico (sai quelli che all'estero trovi ad ogni angolo e a roma non vedi mai ?), una rivendita x biglietti teatrali, una zona ristoro particolare, insomma tra migliaia di negozi, che sono spesso brutti franchising, e visto che via del corso al momento della chiusura di questi negozi diventa un posto tristissimo e buio, perché non ipotizzare un'area post-shopping ???

odisseo ha detto...

Su questa storia apparite abbastanza disinformati e, come spesso vi accade, faziosi.

Il cinema Metropolitan prima della chiusura aveva una gestione positiva, avendo individuato la nicchia dei film in lingua originale, e vi sono i dati degli incassi a dimostrarlo.
Ovviamente i guadagni di una sala cinematografica non sono paragonabili con una possibile speculazione edilizia, specialmente se si tratta di pieno centro storico. Per cui la proprietà ha provato il colpo grosso e invece che prevedere una ristrutturazione nel rispetto del piano regolatore, prevedendo fino al 50% di trasformazione in commerciale, è arrivata a circa l'85%, per cui la necessità di andare in deroga al piano regolatore ed il passaggio in Consiglio Regionale.
Detto in altri termini, invece che fare quello che voi stessi ammettete essere comprensibile e forse necessario, ossia coniugare l'attività cinematografica con altre attività commerciali, la proprietà ha puntato al bersaglio grosso praticamente annullando la funzione cinematografica (circa 300 mq complessivi, includendo i servizi vari, non possono essere considerati neanche un cinemino). Ma curiosamente a voi questo va bene lo stesso.

Purtroppo per voi, ma fortunatemente per la città, l'attuale progetto è ormai stato nei fatti cancellato, visto che solo la proprietà è ancora disposta a sostenerlo (oltre a voi e forse qualcuno della cerchia dell'ex-sindachetto).
Sarebbe bello che la proprietà ridesse il cinema alla gestione precedente che lo stava conducendo egregiamente e parallelamente lavorasse ad una riconversione che garantisse il giusto peso alla cultura. Perché di commercio a via del Corso non ce n'è bisogno di ulteriore, lo capite anche voi, vero? Ed appare sempre più chiaro che solo di commercio questa città sta ormai morendo.

Anonimo ha detto...

Giusto Paola! C'è davvero bisogno di negozi a Via del Corso? Io dico no!

Si potrebbe riaprire una sala del cinema dove proiettare film di un certo tipo, magari quelli fantastici in russo dei primi del novecento, sottotitolati in serbo-croato. Come area commerciale propongo la vendita di biglietti tatrali di spettacoli indipendenti, un negozio etnico, ristorazione migrante di un certo tipo (cuscus, vegano), un'area sociale di svago per discutere di tematiche moderne (salario, scala mobile, lotte sindacali), un'area dedicata all'antispecismo dove i nostri amici non umani possano socializzare con gli umani e con i cuccioli di umani e magari anche una biglietteria sociale dove ognuno contribuisce con quello che può al prezzo del biglietto, senza piegarsi alle logiche capitalistiche che vogliono un biglietto uguale per tutti indipendentemente dalla sofferenza sociale delle classi proletarie.

Ma come si fa a non capire che i giovani d'oggi vogliono questo, e non un altro negozio Benetton o H&M??? Io sono sbigotto!!!

Anonimo ha detto...

Io mi chiedo solo una cosa: ma perché in questo Paese non si può fare la cosa più normale del mondo e cioè se una attività va male, viene chiusa e al suo posto qualcun altro aprirà un'attività che va bene?
Perché è così difficile da fare?
Perché se chiude un cinema i politici devono decidere che la prossima attività dovrà avere una saletta di 40 mq che fa finta di essere cinema? Perché bisogna dare soldi pubblici per non fare chiudere una libreria, se questa attività va male? Perché bisogna salvare i "cinema storici" e non le "discoteche storiche" o i "supermercati storici"? Questo malinteso senso di "curtura" è tipico di chi della parola cultura si riempie la bocca ma in realtà non ne conosce nulla.

Anonimo ha detto...

@odisseo

Ed ecco a quanto dice Odisseo apparire un'altra deroga, questo paese sta morendo di deroghe.
Ma all'estero esiste la maledetta abitudine di derogare ai piani regolatori?

odisseo ha detto...

Sì, certo, lasciamo fare tutto al mercato, così su via del Corso oggi ci troveremmo solo bar, pizzerie a taglio, kebab e paninoteche.
Ma rispettare la legge che prevede un minimo di 50% a destinazione culturale no eh? Hai visto mai che gli ultimi neuroni che uno ha in testa finissero per riprodursi.

E se non capisci da solo la differenza tra un cinema storico ed un "supermercato storico" hai grossi problemi, sappilo.

odisseo ha detto...

@Anonimo 10:37 AM
Quello che è più brutto (e losco) è derogare al piano regolatore solo per far guadagnare di più un privato. Per di più depauperando un'intera area della città dell'ultimo cinema lì presente.

Mattia Merusi ha detto...

Ragazzi sostenere il cambio di attivita' con un commerciale ulteriore e rendere il centro di ROma ancora di piu' un centro commerciale per turisti o un parco a tema e' criminale.
Se il cinema finisce per motivi economici vari ( la cui causa e' pero' sopratutto legata al fatto che al centro ci vive sempre meno gente viste le politiche di cui sopra ) allora si prendesse coraggio e lo si trasformasse in una funzione con forte valenza pubblica e di aggregazione non in un altro tempio del consumismo .
Le sale che trattate qui con superficilita', l'america e il Volturno sono esempi nobili di spazi restituiti ai quartieri e si vede che chi scrive non ne sa niente perche' gli abitanti erano ben lieti di avere queste realta' vicino.

P.s.
Perche' non firmate gli articoli o presunti tali ?

Anonimo ha detto...

"se non capisci da solo la differenza tra un cinema storico ed un "supermercato storico" hai grossi problemi, sappilo"

Se non capisci che "aa curtura" non si difende mantenendo in vita attività commerciali moribonde a spese di tutti, sei tu ad avere grossi problemi. Sappilo.

odisseo ha detto...

Guarda che il Metropolitan non lo stava mantenendo nessuno, né la proprietà, che ci guadagnava, poco ma ci guadagnava, né tantomeno la collettività.
Invece che cercare di fare lo spiritoso giocando (male) con le parole, meglio faresti a concentrarti sul succo dei ragionamenti, che nel tuo caso fanno abbastanza acqua.

Anonimo ha detto...

Boh, cari miei, la chiusura delle sale cinematografiche è un po una questione di evoluzione dei costumi e dell'economia, un po la colpa dei loro gestori. Oggi vanno forte i multisala, come quello di Piazza Esedra, le sale "antiche" stanno scomparendo. Perché colpa dei gestori: altro giorno, sono andato al cinema con i miei figli, per vedere uno spettacolo per ragazzini. Il biglietto a 8 euro, prezzo del CD, vabbe, devono vivere anche loro, lasciamo stare. Ma 30 minuti di pubblicità (di cui 20 dall'ora di inizio annunciata) di una sconcezza unica (tette, culi, atti sessuali simulati), davanti ad una platea di ragazzini, ad un volume di mille decibel. Comincia il film, con un pessimo audio (troppo forte e gracchiante), qualità dell'immagine lascia a desiderare... Non ci tornerò più, grazie al cazzo. I multisala sono un'altra cosa e come hanno anche delle salette piccoline, possono proiettare anche dei film di qualità. L'idea di riqualificazione della Metropolitan mi sembra ottima, già troppe sale bingo (che in realtà sono dei casinò) ci sono

Anonimo ha detto...

Nei multisala non passano le pubblicità con tette e culi?
Tra l'altro negli anni scorsi ho letto più volte di fatti simili con genitori che protestavano e sono partite anche denunce.

Anonimo ha detto...

l'immobile è di proprietà privata....
un privato decide di voler guadagnare di più
qual'è il problema?
cambia destinazione d'uso rispettando regole e vincoli?
qual'è il problema?
un'attività imprenditoriale è fatta non per assistenzialismo ma per realizzare profitto

e poi andando nel particolare ho visto il Metropolitan anche per la location particolare (ZTL) un cinema frequanto da fancazzisti

Anonimo ha detto...

Caro odisseo, forse il tuo andare troppo a Troia ti annebbia le idee.

Il succo del ragionamento è molto chiaro (con un po' di impegno credo possa capirlo anche tu, alla fine). Un cinema come quello (sala grande, struttura scadente) è fuori dal tempo. Il cinema sopravviveva perché anche un negozio di merde preconfezionate sopravvivrebbe in quella ubicazione. Ovviamente una struttura commerciale al suo posto varrebbe oro, mentre il cinemino di scarsa qualità non lo vale. Per questo la proprietà dovrebbe essere lasciata libera di trarre il maggior valore dai suoi asset, che in questo momento sono artificialmente limitati da decisioni politiche. Decisioni che paghiamo tutti in termini di mancati introiti da tasse che il cinema (che è chiuso) non garantisce, mentre una attività commerciale garantirebbe. Ripeto: la cultura non si preserva mantenendo in vita attività moribonde, non si preserva dando soldi pubblici ai piccoli editori come non si preserva obbligando i privati a scelte commercialmente ridicole, come fare un cinema finto per potere aprire un negozio accanto.

Rolando ha detto...

Mi sono diplomato alla scuola di cinema della Vasca Navale (tanto tempo fa...), ho studiato cinema, l'ho amato, ho visto film al metropolitan, lavoro in televisione e non ce la faccio a concepire la chiusura di un cinema per far spazio ad attività commerciali anche se più remunerative. Chissenefrega dei soldi, la cultura è più preziosa.

paola ha detto...

x Anonimo dicembre 23, 2014 10:23 AM
mi è capitato più volte , dopo aver passato pomeriggi in centro, di avere voglia con gli amici di rimanere in centro e organizzare per la serata qualcosa di diverso dal solito ristorante. Al Metropolitan , e finchè c'è stato, solo film in lingua originale, per cui la più vicina (!!) alternativa è sempre stato il Barberini al Tritone .Quindi a me continua a piacere l'idea di un cinema a via del Corso. Non mi ricordo di aver mai visto film in russo, purtroppo per te. Mi ricordo bene però che a Roma (segnatelo, ti può tornare utile) già esiste un botteghino last-minute dove molti teatri, anche i più prestigiosi, e alcuni cinema, mettono a disposizione biglietti per la serata stessa a prezzi ridotti. (se cerchi su internet trovi anche il sito) . Io ho avuto modo di prenderli per l'Eliseo, per il Teatro dei Satiri, per il Quirino. Teatri indipendenti con biglietteria sociale no, non me li ricordo. Ma questo last-minute sta a Piazza Fiume, nel sottopasso e ospite della libreria Arion. Forse una collocazione in una zona più frequentata tornerebbe utile sia agli utenti che ai teatri. Ho nominato i punti informazione per turisti,che a Roma scarseggiano, e qualche attività commerciale dove magari prendere anche un aperitivo.Per il resto delle attività che tu nomini mi dispiace non potrei aiutarti, ma sicuramente puoi rivolgerti ai centri sociali di cui più volte si è parlato su RFS. Spero stavolta di essere stata più chiara, perché non saprei dire se non sai leggere, o proprio non capisci. Forse entrambe le cose.

Anonimo ha detto...

Ma se c'è tutta questa voglia di rimanere in centro con gli amici e organizzare qualcosa di diverso dal solito ristorante, andando a vedere un bel film, come mai nessuno trova redditizio riqualificare un cinema in posizione centrale a Roma?

Perché i cinema centrali stanno scomparendo e i multisala periferici proliferano? Forse queste voglie di cinema di sera in ZTL le hanno pochi privilegiati che vivono al centro? E perché le mie tasse dovrebbero andare a soddisfare le aspettative di questi pochi? Il motivo è sempre "aa curtura"?

Marco Sisi ha detto...

E' da dimostrare che l'occupazione dell'America sia un gesto prepotente. Prepotente era il "farlo fuori" trasformandolo in un condominio. Se ci sono vincoli, vanno rispettati. Se un bene immobile viene lasciato abbandonato per decenni, in attesa del momento buono per specularci su, un qualsiasi utilizzo alternativo non fa un soldo di danno, anzi, è indiscutibile che un edificio "vissuto", pulito, illuminato e riscaldato non si deteriora, a differenza di uno abbandonato a vandali e intemperie. L'America può essere riqualificato, trasformato in un cinema moderno, multisala, riconvertito parzialmente in museo del cinema (ce ne era uno a Porta Portese anni fa, che fine ha fatto?), bookshop, luogo di vendita di gadget ad argomento cinematografico... Non mi dite che in un quartiere come Trastevere non funzionerebbe e non farebbe soldi.

odisseo ha detto...

@ anonimo 10:37 AM
Te l'ho detto e te lo ripeto: i tuoi ragionamenti fanno acqua, e tanta, per cui prova a ragionare di più e scrivere meno sciocchezze.
Nel merito ti informo, visto che evidentemente parli a vanvera, che il Metropolitan era già un multisala e proprio questo probabilmente gli permetteva di prosperare. Infatti la proprietà non l'ha chiuso (rescindendo in anticipo il contratto con la gestione) perché non andava, ma solo perché allettata da una speculazione che avrebbe reso enormemente di più. Chiude il cinema, aspetta qualche anno, denuncia il degrado e propone una tradsformazione totale. Chiaro il giochetto?
Ti informo anche che una tale speculazione, per rispettare le norme, va in deroga al piano regolatore per cui necessita dell'approvazione del Consiglio Comunale e del Consiglio Regionale, che sono lì a fare gli interessi pubblici e non del privato di turno. Per cui se il Consiglio Comunale boccia il progetto non è che si sta facendo scempio del diritto ma solo che tale progetto non va bene, è rispedito al mittente che può presentarne un altro che rispetti le norme.
Ti ricordo infine che vivi, ed immagino tu sia cittadino, di un paese la cui Costituzione all'art. 42 tutela la proprietà privata con alcuni limiti. Per cui se uno compra un cinema con certi vincoli urbanistici non è che può pensare di fare come gli pare e trasformarlo in toto in quel che più gli conviene. E questa è la legge, non il mio o il tuo parere.
Per cui o ti adoperi per cambiare la Costituzione o ti acconci a rispettarla.

Anonimo ha detto...

@Odisseo

L'anonimo delle 10.37 sono io, forse volevi rivolgerti a qualcun altro?

Anonimo ha detto...

Ma certo che siete ridicoli!
Le Sale cinematografiche chiudono perchè la gente non va più al cinema! E' un dato di fatto!
Cosa dovrebbero fare gli esercenti? Restare aperti e andare in perdita per fare piacere a voi che magari poi vi scaricate i film da internet?
Svegliatevi, il mondo cambia, se voi pensate che tutto possa rimanere immobile e pietrificato solo perchè siete abituati così, beh... vi sbagliate di grosso!

Anonimo ha detto...

Caro odisseo vedo che siamo passati da "aa curtura" a "aa costituzzione", di bene in meglio. Inoltre il tuo ossessivo ripetere "non capisci" e "parli a vanvera" è un giochetto in cui solo chi non è abituato alla dialettica stantia di '68 che ti fregi di usare può cadere.

Fermo restando il rispetto pe "aa costituzzione", che in questo caso credo sia ingombrante tirare dentro visto che si parla di regolamenti comunali, e la sua tutela verso la proprietà privata (che così a occhio non ti sta proprio simpatica), il discorso è il seguente: se un privato ritiene più remunerativo per la sua attività trasformare un cinema in un negozio dovrebbe potere essere in grado di farlo. In altri Paesi e in culture vagamente più liberali si chiama "libera impresa", a Roma si chiama "aa speculazzione". I piani regolatori dovrebbero servire a favorire le imprese e i cittadini, non a creare inutili argini del tipo "questo pub irlandese deve vendere un 20% di vini locali" o "in questo locale il 40% deve essere adibito a sala cinematografica". Capisco che il concetto di libertà individuale è estraneo alla cultura che egregiamente rappresenti, ma se tu gradisci comunicare allo stato anche quante volte vai in bagno, devi comprendere che per qualcun altro questa cosa è ridicola. In ogni caso il risultato di questa "regolamentazione" che conta i peli pubici dei cittadini per vedere se sono a norma, è che per tutelare "aa curtura" in pieno centro c'è un cinema chiuso che produce degrado e fa perdere soldi alla collettività. Contento tu...

odisseo ha detto...

Non puoi capire quanto discorsi stile '68 o lesivi della proprietà mi siano estranei. Ma evidentemente ce n'è di cose che non capisci, la più grave delle quali è che la nostra Costituzione prevede dei limiti all'esercizio della proprietà. E visto che non dai l'idea di essere uno in grado neanche di pensare ad una sua eventuale modifica, meglio faresti a predisporti per andartene in uno di quei posti esteri che citi. E auguri, ne hai bisogno.

Anonimo ha detto...

Insomma odisseo, riassumendo la tua risposta "Nun capisci! Aa costituzzioneee! Ahò ma perché nu te ne vai?"
Manca "fette li cazzi tua". Complimenti vivissimi, romanaro DOC!

bat21 ha detto...

Non posso che quotare il tuo intervento 14:07 pm.
Purtroppo troppa gente confonde atteggiamenti speculativi e normale attività di creazione di valore...guarda caso in Italia fare imprenditoria e' una missione impossibile e la nostra economia sta marcendo. Ci sarebbe una vera rivoluzione di mentalità e culturale da fare.

bat21 ha detto...

I vincoli vanno rispettati come va rispettato il proprietario che nell'ottemperare ai vincoli può anche tenere chiuso il cinema nell'eventualità che riesca a variare il piano regolatore. La prepotenza e' di sicuro chi occupa una proprietà non sua

bat21 ha detto...

Bravo! 1221

Anonimo ha detto...

Vigili-Comandante, botti di fine anno
I sindacati protestano anche contro l’anti corruzione «un provvedimento vessatorio» perché comporta «un’etichetta negativa del corpo», ma il comandante Clemente va avanti con l’attuazione del Piano voluto da Raffaele Cantone e varato dal Campidoglio. Il sindaco Marino ha dichiarato che lo estenderà anche agli altri dipendenti pubblici.


Spero che cantoni lia rresti tutti.
Questi se la prendono con il TERMOMETRO e non con la MALATTIA.

bat21 ha detto...

Scusa ma mi sa che hai sbagliato thread! Capita spesso non so perché

Anonimo ha detto...

"nell'eventualità che riesca a variare il piano regolatore"

Bat21 lasciamo perdere l'esempio in discussione e parliamo in generale: dovrebbe esserti chiaro che in una situazione tipo mafia-capitale le deroghe sono un'arma potentissima in mano ai corruttori.
E che nella situazione di cui sopra il "libero mercato" ha provocato la proliferazione di attività generatrici di degrado, come agenzie di scommesse, sale slot, negozietti che campano vendendo alcolici a pochi spiccioli ecc.

bat21 ha detto...

Ok questo e' evidente. Ma nel caso specifico non credo che nessuno sano di mente possa proporre una sala bingo nel tridente. E penso che oltre certi limiti dovrebbe esserci il controllo dell opinione pubblica. Se manca quest'ultima alla fine ci si merita un po' tutto...
Detto questo comunque e' sbagliato imporre destinazione d'uso che non permette i necessari e/o desiderati ritorni di profitto. Si rischia la desertificazione. I vincoli devono essere specifici e leggeri.

Anonimo ha detto...

Scusa ma non vuoi che vengano imposti limiti che impediscono ai privati ritorni di profitto e poi dici che nessuno sano di mente aprirebbe una sala bingo nel tridente? E perché?
Con lo stesso criterio di chi giustifica senza se e senza ma chi vuole chiudere un cinema storico che pure non era in passivo in via del Corso, approfittando magari di deroghe, potrei dirti che se un privato vuole aprire un bingo a Piazza di Spagna o una sala slot a via Condotti nessuno dovrebbe impedirglielo.

bat21 ha detto...

Penso che esistano dei limiti (opinione personale) alla destinazione d'uso in zone di alto pregio. Posso capire ed approvare la solita schifezza commerciale che piace tanto a chi consuma da quelle parti ma e' ovvio che sale slot o assimilabili non possono essere congruenti con il salotto "buono". Quindi ok per la mano libera del privato ma con alcuni paletti. Capisci che i paletti che ho in mente io sono molto più laschi rispetto al solito personaggio che vede speculazione dovunque un privato voglia semplicemente fare una attività imprenditoriale normale.
(ps avrei preferito anche io il cinema ovviamente ma e' evidente che le persone in media non danno valore a queste cose, bisogna prendere atto della realtà)

Riccardo_C ha detto...

Articolo delirante e ricco di presunzione. La persona che ha scritto questo articolo cosa sa di sale storiche nel mondo e dell'andamento reale dell'economia del cinema? Perché da quello che scrive ne deduco che non ne sa un tubo. Numeri scritti senza senso e falsi, da una persona che mostra appunto di non avere la minima cultura del settore industriale e creativo del cinema, e forse non conosce neppure la storia di Roma e della sua influenza cinematografica nel mondo intero.
Non so cos'altro aggiungere...ma visto che questo sito spesso si schiera dietro allo slogan "perché l'Europa è l'Europa..." vorrei ricordare agli editori di Romafaschifo che ogni capitale europea degna di rispetto ospita sempre sale e multisale cinematografiche nei boulevards più importanti e più frequentati. Questa condizione crea i presupposti per l'atmosfere glamour, enfatizzate spesso da eventi come grandi première mondiali che ospitano e avvicinano le grandi star del cinema al pubblico.
A Londra e Parigi, cinema storici e non, arricchiscono ogni angolo dei rispettivi centri ... in queste città altamente civilizzate nessun pazzo ha mai pensato di chiudere i cinema nelle vie più frequentate della città, e nemmeno di dimezzarli di dimensione. ***Perché i centri storici sono già ricchi di servizi mio caro Romafaschifo***
Se qualche folle pensa di privare Roma del suo unico cinema a via del corso (già scandalosamente chiuso da troppo tempo/per ragione politiche e non economiche), vuol dire che costui ha deciso che Roma debba avvicinarsi sempre di più all'Africa piuttosto che all'Europa civilizzata.
Gli imprenditori del settore che investirebbero a via del corso ne troveresti a bizzeffe carissimo blogger...qui stiamo parlando di "via del corso", una delle vie con il maggior afflusso di potenziale pubblico di Roma ... ma se alcune lobby non vogliono e tra queste guarda caso c'è di mezzo "Benetton" .. una azienda che fa più politica che economia ... diventa difficile poi creare i presupposti per avvicinare gli imprenditori del settore.
Continuo a pensare che questo sito sia una ricchezza per Roma, ma purtroppo spesso ci si trovano articoli deliranti e privi di senso.

Bat21 ha detto...

Riccardo_c io non ti capisco: non ci sono imprenditori con il progetto di continuare a gestire la sala cinematografica., se ci fossero non staremmo qui a discutere. Non mi dire che tu vorresti "aiutarli" con incentivi statali (cosa che immagino avvenga nella Francia che citi).

Anonimo ha detto...

Il commento di Riccardo_C è delirante. E' evidente che non conosce la situazione del cinema italiano e mondiale. Seguo di solito i commenti di Riccardo_C ma a volte prende delle cantonate pazzesche con commenti deliranti come questo.

odisseo ha detto...

Complimenti a Riccardo_C per la lucidissima disanima che viene infatti considerata delirante dai poveri di spirito degli ultimi commenti.
bat21 evidentemente non legge, o forse non capisce, i commenti precedenti, per cui gli comunico che prima della chiusura anticipata del contratto da parte della proprietà c'era un gestore che mandava avanti il multisala in maniera più che soddisfacente. Se poi lui vuole continuare ad addomesticare la realtà per dare un senso alle sue sciocchezze è ovviamente libero di farlo.
L'ultimo anonimo invece si direbbe un esperto di cinema italiano e mondiale, visto che dà dell'ignorante agli altri, ma curiosamente appare sposare l'ipotesi di cancellazione del Metropolitan senza colpo ferire. Delle due l'una: o è lui che non ci capisce niente o deve mettersi d'accordo con il proprio cervello. E in entrambi i casi non fa una bella figura.

bat21 ha detto...

Caro Odisseo la proprietà non ha ritenuto i ritorni di quella attività sufficienti e tanto mi basta. Sarà libero un proprietario di immobili di gestirli come crede. No tu sei convinto che ci sia l uso sociale della proprietà. Avanti cosi fino alla distruzione dell'economia! Agli insulti non rispondo mi tengo tranquillo e sereno.

odisseo ha detto...

Guarda che non sono convinzioni mie, bensì previsioni normative come da art. 42 della Costituzione. Ora tu puoi anche contestare quella previsione ma tieni conto che si tratta di uno dei fondamenti del contratto sociale in cui tu vivi e operi, che tu ne sia consapevole o meno. Per cui ti consiglierei di rifletterci un po' su e vedere se il proprietario può proprio fare tutto il comodo che vuole, avendo comprato a suo tempo un cinema, o se anche egli deve essere soggetto alla legge. Sull'opportunità poi di certe previsioni normative c'è poco da discutere, visto che in assenza di regole via del corso sarebbe una serie ininterrotta di bar, pizzerie e gelaterie. Te ne rendi conto, vero?
Insulti? Quali insulti?

Anonimo ha detto...

Hai capito Bat21? Non puoi contestare quello che dice odisseo perché sennò vai contro aaaa costituzzione.
Odisseo piantala di andare a Troia!

bat21 ha detto...

Guarda come ti ha già fatto notare qualcuno dire agli altri che dicono sciocchezze non e' il modo più cortese e tollerante di conversare...
Detto questo ti pongo una domanda e' più compatibile con un uso sociale della attività imprenditoriale una attività che occupa diverse persone e crea molto valore che diventano tasse o una attività che fa poco margine, occupa poche persone e paga poche tasse? Il fatto che la seconda faccia le rassegne di Herzog credo proprio non faccia la differenza nel calcolo del delta beneficio tra uno e due. Per quanto riguarda la catena ininterrotta di pizzerie e ristoranti se e' questo quello che vuole il mercato ed e' quello che crea piu valore in assoluto di conseguenza e che viene apprezzato dal turismo lasciamo liberta di espressione al mercato e facciamolo. Mettiamo solo dei vincoli sul livello qualitativo ed espositivo delle cose per evitare kebabberie e pizze al taglio dozzinali.

bat21 ha detto...

Purtroppo il modo di ragionare di Odisseo ha la sua diffusione e si traduce alla fine della fiera nel nostro pil che langue....

Anonimo ha detto...

Sono appena uscita dalla sala 2 dell'U.C.I. Cinema di Porta di Roma e devo dire che se le sale cinematografiche devono assomigliare più ad un porcile che ad un comodo salotto dove godere uno spettacolo, forse è ora che le si abbandoni. Poltroncine sporche o rotte, scarpe appiccicate al pavimento da bevande zuccherate, residui di altri utenti ovunque. 45 minuti di pubblicità prima del film. Alla mia segnalazione di poltroncina con schienale rotto mi è stato risposto che il problema era noto: allora perché il posto è stato venduto ugualmente? Alla mia segnalazione di pavimento sporco ed appiccicoso è stato risposto che purtroppo non c'era tempo di pulirlo: eppure passano 45 minuti tra l'uscita del pubblico e la successiva entrata. I miei soldi non erano né rotti, né sporchi.

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