I murales di Wiliam Kentridge starebbero meglio in periferia? La cosa triste è che il Lungotevere all'altezza di Ponte Margherita e Ponte Nenni periferia lo è a pieno titolo

3 febbraio 2014





Sono andato a Ponte Regina Margherita per fotografare lo stato delle prove tecniche dell'opera di William Kentridge sui muraglioni, quelle fatte pulendo lo smog per lasciare a vista i disegni. Si, i "murales" che qualcuno diceva che danneggiavano l'immagine di Roma. I murales "più adatti alle periferie" secondo alcuni politici.
I critici possono stare tranquilli. Con il fiume che gli copre quasi del tutto, non credo che rimarrà niente.  
Però sopra, fra Ponte Margherita e Ponte Pietro Nenni, sembra veramente di trovarsi in una periferia sperduta. Giardinetti incolti con macchine in sosta sull'erbaccia, cantieri abbandonati da anni, immondizia dovunque. L'autostrada nella galleria aperta sembra una scena da Bladerunner. E poi i marciapiedi vista fiume occupati da macchine in sosta. La presenza di una Jeep con la targa inglese rende il tutto un set da film di guerra. 
E siamo a 200 metri da Piazza del Popolo!
Lettera Firmata

10 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

la scelta di fare i murales di un artista famosissimo sulle sponde del Tevere la dice lunga sul grado di ignoranza e provincialismo di chi ha avuto la trovata, visto che almeno una volta l'anno il fiume esonda con regolarità. i commenti dei politichetti romani e delle loro corti di disperati neanche li voglio commentare, dubito che avessero coscienza di chi fosse Kentridge. Periferia o meno, la cosa certa è che Roma ha fatto l'ennesima figura di merda agli occhi del mondo e si sta tagliando fuori dallo sviluppo sociale ed economico che le altri capitali europee stanno invece cavalcando alla grande. se non succede un miracolo sarà difficile che nei prossimi 50 anni a Roma si possa vivere in modo dignitoso

Anonimo ha detto...

volemo vedere la firma!!!!!!!!!!!!!!!!

Anonimo ha detto...

I "murales" di Kentridge sono stati pensati per essere fatti pulendo la patina di sporco e smog che rende i muraglioni neri, non verniciando o sporcando.
Ma certo, molto più importante smuovere ministeri per questo che non per i treni della metro e i palazzi di trastevere e ogni vetrina di questa città lordate da vernici, acidi, e brutti scarabocchi........

Anonimo ha detto...

Ho visto e fotografato i murales un mesetto fa e mi dispiace vederli inondati. D'altra parte non sono ottenuti con la vernice ma dissolvendo la morchia di decenni di incuria e inquinamento, e quindi spero che quando il Tevere tornerá normale ci saranno ancora.

Mi ricordano un po' i graffiti al centro di Dresda che raffigurano tutti i Re della Sassonia. Alla guida turistica dissi che erano graffiti e si arrabbió un po', ma in realtá mi piacevano molto.

Al di lá dell'inutile opera all'Ara Pacis, questi murales sono quasi l'unico monumento di arte contemporanea a Roma, e mi piace pensare che simbolicamente basti rimuovere un po' dell'effetto di decenni di menegrefhismo per ottenere qualcosa di bello.

PM

Anonimo ha detto...

"I valori che accomunano progetti d'arte negli spazi pubblici sono sempre collettivi, rivolti alla popolazione civile e accompagnati dal presupposto di migliorare la qualità della città dei cittadini " (Detheridge)

è difficile agire sul "rimosso" di una città, sulla memoria negata, su luoghi ignorati ma qualora si riesce in tale impresa...è una magia che riporterebbe un po' di poesia!

La bellezza del progetto di Kentridge credo sia anche la temporaneità, la sua mutevolezza, un gesto effimero che dialoga perfettamente con il fiume e la città. E' forse però più facile lasciare i muraglioni a se stessi e alla loro patina "storica"?

AB ha detto...

I cittadini si stanno riprendendo gli spazi abbandonati di questa città. Stanno creando attività culturali e opere condivise che la politica e i municipi non sono in grado di offrire. Il Tevere, i muraglioni e le banchine sono ad oggi spazi abbandonati e che non sono vissuti dai romani. L'arte pubblica contemporanea può offrire l'opportunità di condividere questi spazi dimenticati.

mare cielo ha detto...

L'indolenza romana fatta solo di lamentele, disapprovazione e diniego. Se tutta l'energia che si spreca per indignarsi e basta la si usasse per fare qualcosa per questa città, o per il proprio quartiere insomma un gesto che per una volta tanto non sia solo per il proprio tornaconto personale. Questa è una bella iniziativa, come lo è stata quella di ripulire le banchine del Tevere e come lo sono tante altre che una esigua minoranza fa per la comunità. Essere cittadini attivi, bisogna muovere il culo invece di postare solo foto e commenti di quello che non va. Se non va è perchè sei rimasto li dietro al pc.

Unknown ha detto...

“Le vantate muraglie”: il muraglione piemontese dritto e compatto, sempre uguale a se stesso, ha definitivamente
confinato il “biondo Tevere” nell’oblio. Dall’irregolarità e confusione vitale si è passati ad una monotona razionalità. Il
fiume, da polarità, centro del vivere cittadino, dall’alto contenuto simbolico, diventa un grande “non luogo” lasciato al
degrado fisico e sociale.
Roma nega così la sua stessa esistenza, continua a seguire la modernità, si espande, si stratifica, si aggiorna,
ignorando e a volte schiacciando il fiume che le ha donato la vita.
Ed è proprio da queste muraglie che si deve ripartire per far ritornare a battere ancora il cuore di Roma, ed è qui che interviene Kentridge. L'opera di Kentridge nasce da un profondo amore e rispetto per la città: liberare 'il muro' dal degrado e sporcizia che lo affliggono da decenni, il tutto attraverso un grande intervento artistico e CULTURALE, una forma di TUTELA si potrebbe dire. Tutela di cui le soprintendenze dovrebbero occuparsi ma che al contrario ostacolano.

Paola F.

Anonimo ha detto...

Mare cielo, scusami ma non concordo del tutto con quanto dici. Ognuno di noi, per migliorare le cose, può fare qualcosa. E anche segnalare le situazioni anomale in siti come questo fa parte di "fare qualcosa"; forse poco, ma meglio di niente.
Le cose che non vanno debbono prima di tutto essere segnalate in qualche modo, o cumunque può essere un punto di partenza per fare, poi, eventualmente qualcosa di più, se ciò è possibile.

Aldo ha detto...

La Jeep con targa inglese la vedo lì da ANNI!! Credo che sia lì fissa!

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