"Siete cattivi: costringete gli imprenditori onesti a scappare da Roma". La lettera aperta di un ristorante che non vuole fare abusivismo a Ignazio Marino

28 giugno 2015

Roma è l'unica città che fa una guerriglia costante ai tavolini all'aperto. Il risultato di questa guerriglia, che Roma fa Schifo è l'unico organo di informazione cittadina a raccontare in maniera diversa ed a individuare come un enorme problema di visione, è duplice: da una parte porta le aziende poco serie a stare nell'abusivismo, dall'altra porta le aziende serie a soffrire ed a chiudere.

Questi sono i risultati di primo livello. Il risultato di secondo livello, invece, è il degrado della città: tavolini para-abusivi dall'aspetto orrendo (nessuno investe su dehors che da un momento all'altro possono esserti tolti o che ti possono essere revocati anche se regolari se l'amministrazione decide di approvare una norma, come la follia dei Piani di Massima Occupabilità) e spazi pubblici che vengono invasi da altri elementi - per lo più autovetture, ma anche commercio ambulante più o meno abusivo - quando sarebbero perfettamente vocati per i tavolini. 

Tutto questo mentre tutte le altre grandi città occidentali, nessuna esclusa, puntano - pur non avendo le bellezze da godere stando all'aperto e il clima favorevole che ha Roma - sui dehors come servizio per i turisti, come volano per l'economia e dunque per il gettito fiscale, per la crescita dei posti di lavoro. La nostra città, per squallide questioni ideologiche (e anche a causa di una classe imprenditoriale orrenda, nel mondo della ristorazione), si perde tutto questo.

Questa lettera da parte di un ristorante di buona qualità situato a pochi metri dal Colosseo (circondato invece da decine di ristoranti mediocri) spiega davvero tutto. Spiega a quale calvario sono sottoposti gli imprenditori che provano, nell'immondo scenario romano, a stare nella legalità.




Leggete che roba: il Comune qui rinuncia a posti di lavoro, a gettito fiscale, rinuncia a dare sicurezza ai pedoni ed ai turisti, rinuncia a combattere la sosta selvaggia, rinuncia ai versamenti di tassazione dell'occupazione di suolo pubblico. E, facendolo, non ha neppure il coraggio di rispondere di no dando la sicurezza a quell'operatore di non poter crescere (permettendogli magari di scegliere di andare da altre parti della città o, meglio, di chiudere e riaprire all'estero): semplicemente oppone il silenzio. Al massimo chiede nuovi progetti, come se gli architetti fossero gratis. Tutti sanno come si risolvono queste cose negli uffici, nei municipi e nei dipartimenti del Comune di Roma. Si risolvono con le mazzette anche se la lettera di Caffè Propaganda, elegantemente, non lo dice. 
Tutti i locali circostanti, locali quasi sempre di pessimo livello che ricoprono di vergogna la città e lasciano un ricordo orrendo nella mente dei turisti (pensiamo ai ristoranti su Piazza del Colosseo) hanno i tavolini all'aperto, Caffè Propaganda che è il ristorante migliore della zona no: forse perché ha la colpa di tener pulito, pagare le tasse e segnare i dipendenti. A perderci non sono solo loro, ma tutta la città.
Dietro a Caffè Propaganda ci sono soci che hanno creato posti - andateli a visitare, andateci a mangiare - come Litro al Gianicolo e il nuovissimo Banco a Via Ostiense. In tutti i casi posti di grande cura, di grande garbo e di qualità enormemente sopra la media. Banco, ad esempio, ha appena aperto e si è occupato di riqualificare un pezzetto altrimenti marcio e degradato di Via Ostiense con giardini verticali ed un'opera di street art. Questi imprenditori per il Comune di Roma sono il fumo negli occhi: perché generalmente non si fanno ricattare col rito della mazzetta. E dunque sono personaggi poco profittevoli, poco sexy per l'amministrazione: è gente per lo più onesta, destabilizzante per la città di Roma.

Gli imprenditori di Propaganda si rivolgono al Sindaco Marino. Ovviamente la cosa non è così semplice: questo genere di impostazione mentale il Comune di Roma ce l'aveva prima di Marino (non a caso il calvario di Propaganda conta più di tre anni e mezzo e Marino c'è da due anni) e ce l'avrà dopo. Sia, come abbiamo detto, per motivi ideologici, sia perché tenere tutto bloccato serve ad una parte dell'apparato cittadino che così può lucrare sul dividendo enorme della corruzione. Se io dico no a tutti, posso dire qualche a chi mi foraggia. Questo il ragionamento di una frangia dei vigili, questo il ragionamento di una frangia della Sovrintendenza e di una frangia degli uffici e dei funzionari cittadini. E', semplicemente, Mafia Capitale. Quella cosa che fa fuggire gli imprenditori onesti e rende la città un posto povero, degradato, miserabile e squallido. E' una tipologia di Mafia Capitale che fa più danni della Mafia Capitale di Buzzi e Odevaine, loro pare abbiano sottratto 100 o 200 milioni. Qui stiamo parlando di danni per miliardi, da moltiplicarsi per ogni anno. Qualche mese fa, e questo vi dice tutto sulla malattia mentale con la quale sono vissuti a Roma i tavolini all'aperto, abbiamo sentito una consigliera del Primo Muncipio affermare: "meglio non riqualificare Piazza del Colosseo anche se pagano i privati, perché poi rischiamo che con i marciapiedi più larghi ci mettono qualche tavolino in più". A Roma (e in particolare oggi nel Primo Municipio, amministrato in maniera sciocca) siamo - per stupidità, per ideologia o per cattiva fede, a seconda dei casi - nella stessa condizione del marito che, tradito dalla moglie, decide per dispetto di tagliarsi il pisello. Geniale...

***


Lettera Aperta al Signor Sindaco Supremo Ignazio Marino:Buongiorno signor Sindaco dopo 3 anni e 7 mesi , dopo 4 progetti diversi presentati costati tantissimi soldi tra consulenti urbanistici e avvocati le chiediamo anzi la preghiamo di sbloccare la richiesta per i tavoli esterni al nostro locale... Tutti i locali del Rione Celio hanno i tavoli esterni tranne noi... Lei capisce Signor Sindaco in estate che danni ci crea? Noi diamo lavoro a circa 22 persone tra chef, barman, runner, lavapiatti, addetti alle pulizie, segretaria d'ufficio, tutto personale regolarmente segnato, muoviamo l'economia di circa 35 fornitori italiani divisi tra food e beverage con materie prime scelte e molte di queste a km zero dando forza al nostro territorio laziale, siamo nelle più importanti guide internazionali dando un servizio di alta qualità alla nostra città, rispettiamo gli orari, la pulizia e il buon rapporto con il vicinato... perché dobbiamo subire questa prepotenza da parte del Comune Di Roma?
Perché la Sovrintendenza capitolina non esprime un parere? Ci siamo anche offerti di rifare a nostre spese il marciapiede inesistente all'esterno diroccato, distrutto da buche e sanpietrini divelti, dove non ci sono nemmeno le rampe di accesso per i disabili, dove le macchine con i lori musi parcheggiano dentro il nostro locale sfiorando le vetrine e ostruendo il passaggio dei tantissimi turisti che vengono a visitare il Colosseo dato che siamo a 300 metri dal monumento più importante della città in Via Claudia 15, infatti la cosa bella signor Sindaco che non siamo nemmeno davanti al Colosseo siamo verso il Celio, non catturiamo turisti in esterno noi siamo un bistrot elegante e riservato.
Caro signor Sindaco noi troviamo tutto questo assurdo e purtroppo essendo delle persone oneste non facciamo nulla di abusivo... ma voi state costringendo gli imprenditori onesti a scappare da questa città per investire in altri posti magari all'estero dove la politica è vicina a chi investe e da lavoro a tante persone, qui sembra che noi siamo i vostri nemici da combattere, qui non c'è rispetto per chi lavora dalla mattina alla sera voi siete cattivi... si siete cattivi non ci sono altre parole per definire tutto questo menefreghismo, questa è soltanto pura cattiveria. 
Perché la Sovrintendenza capitolina non esprime un parere? Ci siamo anche offerti di rifare a nostre spese il marciapiede inesistente all'esterno diroccato, distrutto da buche e sanpietrini divelti, dove non ci sono nemmeno le rampe di accesso per i disabili, dove le macchine con i lori musi parcheggiano dentro il nostro locale sfiorando le vetrine e ostruendo il passaggio dei tantissimi turisti che vengono a visitare il Colosseo dato che siamo a 300 metri dal monumento più importante della città in Via Claudia 15, infatti la cosa bella signor Sindaco che non siamo nemmeno davanti al Colosseo siamo verso il Celio, non catturiamo turisti in esterno noi siamo un bistrot elegante e riservato.
Caro signor Sindaco noi troviamo tutto questo assurdo e purtroppo essendo delle persone oneste non facciamo nulla di abusivo... ma voi state costringendo gli imprenditori onesti a scappare da questa città per investire in altri posti magari all'estero dove la politica è vicina a chi investe e da lavoro a tante persone, qui sembra che noi siamo i vostri nemici da combattere, qui non c'è rispetto per chi lavora dalla mattina alla sera voi siete cattivi... si siete cattivi non ci sono altre parole per definire tutto questo menefreghismo, questa è soltanto pura cattiveria.Da parte di tutto lo staff del Caffè Propaganda Via Claudia 15 Rione Celio

28 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Ci sono stato, locale notevole, al livello di quelli delle migliori Capitali europee. Purtroppo la burocrazia e' solo una scusa perche' funzionari corrotti possano esercitare il loro potere vessatorio. Tutta la mia solidarieta' al Propaganda !!

bat21 ha detto...

Scusate ma ecco molto lucidamente illustrato un motivo per cui Marino e' pienamente inadatto al ruolo. Ha una visione ideologica e di sinistra estrema del reale, quando invece ci vorrebbe qualcuno che cerca di agevolare qualunque libero cittadino voglia creare valore. Per la corruzione da che mondo e' mondo in contesti involuti, come sono quelli romani e del sud, la mania regolatoria tesa solo ad ingabbiare l imprenditorialità diventa discrezionalità della mazzetta. E' orrenda normalità.

bat21 ha detto...

La lettera e' bella ma non e' cattiveria ma ignoranza, parassitismo e incapacità il tutto condito da una visione del mondo profondamente sbagliata ed inadeguata. In questa insalata, a condimento, ci metto la corruzione. E' uno sbandamento che ricorda molto da vicino i cugini greci, se tutta l Italia fossa come Roma e il meridione a questa ora condivideremmo le loro sorti.

Anonimo ha detto...

In tutto ciò non c'entra nulla Marino, ma piuttosto l'atteggiamento diffuso dei romani tutti. che da decenni considerano come qualcosa di ineluttabile il fatto che, dovendo ottenere un permesso, una licenza, o far ricoverare un parente in ospedale, sia necessario "ungere" qualche ingranaggio.
Di fronte, se non si fa così, si trova un muro di gomma invalicabile.
Naturalmente l'unzione di ingranaggi funziona a prescindere dal fatto che la cosa richiesta sia lecita o meno,
Quindi chi paga fa quello che gli pare, chi non paga se la pija 'n saccoccia.
In tutto ciò i vigili urbani fanno quello che gli pare, ecco perché si sono opposti fieramente ad un comandante esterno ed alle rotazioni di incarichi.
La sovrintendenza non credo prenda mazzette ma spesso non ha un atteggiamento costruttivo: tu gli mandi il progetto, loro aspettano e poi lo bocciano, senza dirti il perché, senza farti qualche prescrizione, così ci riprovi e te lo bocciano di nuovo e intanto il tempo passa.
La soluzione è fare tutto abusivamente e poi pagare i vigili.
Finora ha funzionato così e i risultati si vedono, purtroppo.

Chichibio ha detto...

Deve essere veramente opaco (è un eufemismo, eh) il meccanismo della concessione di suolo pubblico per i tavolini. Non conosco la normativa, tutto avrà pur una spiegazione, non so, tuttavia osservo quanto accade nei pressi di casa, pieno centro storico. Un locale ha dovuto ridurre la dimensione della pedana per i tavoli: prontamente eseguito. Non è stato sufficiente, evidentemente, dacché dopo qualche tempo sono scomparse del tutto pedana e tenda, sostituite da una agile recinzione con ombrelloni. Immagino il tutto come adeguamento a una qualche normativa. Bene, nulla di cui stupirsi. Però. Com'è che altri locali, negli immediati paraggi, la sera fanno il bello e il cattivo tempo, con tavolini che appaiono improvvisi e si dilatano sul marciapiede impedendo persino il passaggio dei pedoni? È tutto normale? Curiosità, naturalmente, nulla di più.

Anonimo ha detto...

Forse in casi come questi bisognerebbe togliere la discrezionalità.

La discrezionalità di decidere se un locale va bene oppure no perché è ovvio che su chi decide cadono le mazzette.
Un abaco degli arredi esterni consentiti.
Una metratura esterna ocvupabile stabilità a priori.

Punto.
Nessun ufficio corrotto che decide sulla vita e morte di un locale giusto o sbagliato.
A seconda di quanto beccano quelli dell'ufficio preposto.

Anonimo ha detto...

Sì però all'impiegatuccio medio interessa poco. Non sono problemi suoi. A lui interessa spendere meno, quel che c'è dietro non lo tange. Anzi, come già dimostrato dai commenti inopportuni di chi se ne fregava dei problemi di Eataly -per dirne uno- che vuole aprire in piazza della Repubblica, questi più sono curati più hanno soldi, quindi che paghino! Ulteriore dimostrazione è la folla che assedia l'abusivo di turno, che vende 'le stesse cose dei negozi' a molto meno e quindi tutti là. Miriadi di negozi bengalesi di 'alimentari' che fanno tanto comodo 'perché sono aperti quasi h24', dove la roba fa schifo e mahari costa pure di più, ma vuoi mettere? Se ne fregano del fatto che magari ci lavorano in diciotto, di cui forse solo uno in regola, e con orari da schiavo: a loro conviene trovarli aperti e tanto gli basta. Poi però se al figlio propongono un lavoretto estivo che non contempli 'le ferie ad agosto', come nella migliore tradizione fantozziana, preferiscono che stia a casa o esca con gli amici. O termini, senza distrazioni, il diciannovesimo anno di università. Così magari, prima o poi, mamma e papà -grazie alle conoscenze- gli trovano un lavoro.

bat21 ha detto...

Siamo d'accordo che Marino non abbia responsabilità dirette, ma per contrastare questa oscenità che devasta l' economia (e inquina la mentalita' di tutti gli abitanti) romana e meridionale, ci vuole qualcuno con idee ben differenti dalle sue!

Dadani ha detto...

Al nord la corruzione non c'è? Bravo

Anonimo ha detto...

Ma io vorrei capire, a Roma, nel resto d'italia e del mondo, come mai ci sono i locali di due metri per due senza tavolini né dentro né fuori, che lavorano, pagano le tasse e non fanno tanta lagna, e ci sono quelli che hanno sedi da paura, con passaggio continuo di avventori, e sembra che rivendicando i tavolini rivendichino i diritti civili?
Faccio un caso.
sulla via che a Scalo San Lorenzo va al Verano fa angolo con la Via che da Termini va sempre al Verano, un bar gigamtesco, il trionfo dell'abusivismo.
di fronte un buchetto senza un cartello fuori.
domanda: perché i vigili fanno sempre le pulci al buchetto rispettoso delle regole e lasciano sciolto il mega bar non solo sempre pieno ma pure arrogante nell'invadere il marciapiede?
ci volete far credere che senza cartelli sandwich e tavolini fuori questo si muore di fame?
Ma per favore.

Anonimo ha detto...

Ma bravi - lasciamo perdere i giudizi sul locale, basta guardare tripadvisor (hipsteria funesta) - ma voi che ce l'avete tanto con Pompi avete idea di cosa sia Via Claudia la notte, con orendi SUV parcheggiati in mezzo alla strada? Almeno Pompi il tiramisù lo fa buono. Ma lo scandalo ancora maggiore è lo stallo di fronte per due (2) pullman, la cui unica giustificazione è di portare i soliti giapponesi al negozio di oggettistica in Via Marco Aurelio

bat21 ha detto...

giugno 28, 2015 3:22 PM Dadani il probema non è la corruzione ma la miscomprensione dell'importanza che la libera impresa ha nella floridità di una società.
A Nord purtroppo (complice anche una PA con mentalità meridionale) siamo messi male
(ricordo il caso tanto per fare un esempio del cementificio di Faenza che per avere un permesso in patria ha avuto difficoltà insormontabili mentre un impianto in Tennesee l'hanno costruito con tanto di fanfara e popolazione in festa) ma a Roma e al sud si è in uno stato di indecenza totale.
Questa è la vera prima causa del nostro declino.

bat21 ha detto...

A proposito dove e' quel fenomeno che difende sempre la sovrintendenza come baluardo contro "a speculazzione"?
Come mai non si vede mai in questi thread che fanno emergere di che pasta e' fatta?

Anonimo ha detto...

Bat21 questa volta sono d'accordo con te in minima parte. Anche se vero che non gliene frega niente della libera impresa, non gliene frega perché uffici corrotti possono godere del potere discrezionale di far vivere o morire chi vogliono loro.

Questo si retaggio di impostazione borbonica di esercizio e godimento di prestigio del potere da parte di omuncoli della pubblica amministrazione.
Se ho potere discrezionale ho enorme potere.

Con questo rispondo anche a tutti quelli che si chiedono come mai alcuni locali vengono vessati dai vigili urbani e altri i vigili neanche li vedono.

Al di là poi se prendo mazzette oppure no c'è il godimento del potere e del prestigio da parte di chi lo detiene. Retaggio di mentalità questa sì borbonica e meridionale nella peggiore accezione del termine. Un po come la camorra che chiede l inchino da parte dei santi nelle processioni del popolo.

Bisogna ridurre al minimo il potere discrezionale degli enti che autorizzano.
Di quelli che controllano.
Di quelli che rilasciano.
Anche rendendo più rigidi i limiti volendo, ma senza potere di interpretazione né che qualcuno possa variare l'applicazione della norma a seconda dei soggetti.
Quindi norme rigide e non elastiche.
Ne valutazioni relative al contesto ma regole fisse semplici con una unica interpretazione.

Se un controllore ha il potere di interpretare o di valutare il contesto ha il potere di ricattare o di vendere la sua approvazione.

bat21 ha detto...

Perfeziono il tuo pensiero aggiungendo che vanno anche ridotte le regole. Poche e semplici come pochi e semplici e veloci devono essere i controlli...fatto questo potremmo anche licenziare una bella massa di "lavoratori" che noi del privato ci tocca mantenere pur attentando alla sostenibilità della economia. Pura utopia purtroppo la mentalità media italiana (non cito Roma e il sud perché siamo a livelli da patologia o da Borboni come dici giustamente) non prevede questo modo di ragionare

bat21 ha detto...

Questo e' un confronto tra Genova e Nizza. Proviamo a farlo tra Roma e Nizza...http://www.lastampa.it/2015/06/23/italia/cronache/morire-di-burocrazia-ecco-cosa-accade-quando-si-vuole-aprire-un-ristorante-a-genova-e-a-nizza-HKBJQ7zIKpGGqD6sS9WvbI/pagina.html

Anonimo ha detto...

In quella parte di via claudia il marciapiede è largo poco più di un metro e mezzo. A ridosso di questo ci sono sempre macchine parcheggiate, che non se ne andrebbero di certo, visto che spesso appartengono agli avventori stessi del Propaganda, e di fronte uno stallo di bus turistici. Con i tavolini quella sezione di via Claudia sarebbe definitivamente privatizzata. A questo punto scriviamo tutti al sindaco esigendo il posto macchina privato sotto casa, è un diritto no?

Anonimo ha detto...

Bat21 adesso siamo d'accordo.
Solo che quando i politici dicono che riducono le regole a poche e chiare mi fischiano le orecchie perché vuole dire che lo stanno mettendo in quel posto ai cittadini e all'opinione pubblica. Se mi fai una sola regola ma interpretabile non mi cambi nulla.
Attenzione che questi sono i trucchetti tipici che hanno i politici tramite raffinati legislatori per fare solo finta di cambiare.

Il principio è che non hai discrezionalità.
Regole poche ma non interpretabili.
se An alcuni casi sono ingiuste sono ingiuste per tutti.
Meglio della discrezionalità secondo mazzette.

Saluti

Criss ha detto...

Veramente, quel bar non ha posto per i tavolini esterni. Mettere i tavolini significa occupare il marciapiede, che lì è largo un metro.

Anonimo ha detto...

Perchè il sindaco ed il Municipio non dicono niente dell'abusivismo della trattoria Luzzi al Celio: tavoli all'aperto che occupano oltre i limiti del ristorante i due negozi confinanti, posti parcheggio con strice blu, oltre che le strisce pedonali. Senza parlare della minuscola cucina che offre il più vasto e vario menù della capiatle: oltre 40 piatti!!!

Anonimo ha detto...

" qui sembra che noi siamo i vostri nemici da combattere" togliamo il "sembra". Sindaco, vigili e dipendenti comunali ci considerano tutti come nemici e "problemi".

Anonimo ha detto...

prova a fare il simpatico coi vigli, allungagli qualche euro e vedrai che tutto cambia.

Anonimo ha detto...

Come residente del quartiere ringrazio il Caffè Propaganda per rappresentare un angolo di "bella ristorazione” pressoché unica nella fin troppo ampia offerta del rione contraddistinta, salvo qualche altra rara eccezione, da una qualità davvero infima a cominciare dall’occupazione di suolo pubblico, legale e illegale, nei pressi del Colosseo e di livello da sagra paesana di bassa provincia.

Il Caffè Propaganda per me rappresenta la fortezza Bastiani di un certo modo di vedere che anche a Roma si possono compiere coraggiose azioni di qualità nel pieno rispetto delle regole: conosco e sostengo da tempo la battaglia relativa alla possibilità di offrire anche qualche bella seduta all’aperto in linea con il clima e lo spirito che si respira all’interno e mi rifiuto di credere che i guardiani dei beni culturali non solo non abbiano saputo cogliere al volo l’occasione per riqualificare un piccolo spazio della tanto degradata Via Claudia ma si ritengano davvero presuntuosi da non dover neanche riscontrare legittime richieste di valorizzazione; e tutto questo mentre a pochi metri si chiudono entrambi gli occhi sullo scempio che ogni giorno ed ogni notte viene operato dinanzi al Colosseo, attraverso una ristorazione scadente accompagnata dalla tolleranza sul consumo di alcol e iniziative più o meno illegali, nella completa assenza di controlli rispetto agli ignari avventori.

Se ci fosse una sottoscrizione a favore dell'iniziativa aderirei quanto prima perché non è in gioco la sopravvivenza o meno di un’iniziativa imprenditoriale di qualità ma la resistenza "civica" nel rispetto delle regole dinanzi alla barbarità dilagante connotata dalla scarsa cultura interessata solo al basso profitto, ad ogni costo, e non alla creazione di valore.

Grazie anche a questo blog che, nonostante tutto, continua a dar voce a quanti non si arrendono per una Roma migliore e degna della sua importante eredità millenaria.

Anonimo ha detto...

Eccerto ..... il tipico locale fighetto Tonelli-style ....
Aiutiamo il caffè propaganda (che sarà pure buono ma c'è di molto meglio a quei prezzi) a occupare il marciapiede largo 1,5 mt / 2 mt cosi suoi tavolini, che siccome "è di qualità, ma che ne capite voi che mangiate solo scarti alimentari, che io la fritta la pago pure 9 euro - con aggiunta di tartufo bianco d'alba, altri otto euro - che i macarons costano 2 euro l'uno, o il piatto da 6, 10 euro, con un netto risparmio di un macaron i9n omaggio .... insomma andate a vedere il menu e scoprite cosa è la pretenziosità ... certo no ? Che non gli vuoi far occupare il marciapiede co tutti i suoi tavolini ?
D'altronde quello sì, che al tonelli piace ....

Anonimo ha detto...

A parte il discorso di mettere o meno i tavolini, son passato tante volte, ma non riesco proprio a immaginare dove possano metterli i tavoli fuori visto che c'è un marciapiede di 1 metro. L'articolo sembra un trafiletto pubblicitario sul locale ( leggete tripadvisor e fatevi un 'idea )
opzioni tavolini:

1) li mettono sul marciapiede così la gente deve attraversare perchè non passa
2) li mettono in strada. in questo caso sarebbe più apprezzabile così non parcheggiano, ma non invidio i clienti che si fanno dei bei piatti al gas di scarico

la soluzione sarebbe sicuramente meno parcheggi selvaggi e rimozioni a go go

purtroppo bisogna rassegnarsi alla mentalità romana per cui nulla cambierà. si potranno cambiare politici, amministratori ecc, ma saranno sempre lo specchio di una non civiltà egoista e menefreghista, terreno fertile per un atteggiamento " mafioso"

Anonimo ha detto...

Non è che se uno ti ricorda che DEVI rispettare le regole, ti considera un nemico: è che funziona così nella società organizzata, dai tempi degli assiri e babilonesi. Altrimenti il Caffè Propaganda lo vai ad aprire nella jungla, dove ai macachi un tavolino in più o in meno non dà fastidio, a differenza di un cittadino che vuole camminare sul marciapiede e in linea di principio pretende che gli obblighi valgano per tutti.
Poi, sulla corruzione, mi pare che ci si stia lavorando, ma se già discutiamo il principio, buonanotte.

Anonimo ha detto...

Non gli fanno mettere i tavolini semplicemente perchè non c'è spazio fisico per metterli, il marciapiede è stretto. Punto.

Anonimo ha detto...

il Caffè propaganda sarebbe il locale ONESTO che non vuole fare abusivismo, paga le tasse e SEGNA i dipendenti???

Curioso, visto che c'è uno dei turnover più frequenti mai visti.

mi sa che qualcuno a questi dell'articolo li ha informati mica troppo.

E i tavolini.

Arrivare a farsi scrivere un'articolo contro l'amministrazione romana (che per altro è indifendibile già per mille motivi molto più seri di questo) per poter mettere i tavolini...

Io non lo so.

Penso che sta gente si dovrebbe solo guardare attorno.

Ma se rendono conto de quanto c'hanno già?

E per favore.

Accontentateve na volta tanto, va.

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