Perché non trasformare la Stazione Tiburtina in un carcere? Storia di un fallimento e 10 idee per risolverlo

1 settembre 2015











A Napoli c'è - da decenni - il Centro Direzionale, a Milano c'è tutta la nuova e straordinaria zona di Porta Nuova, a Roma il grande quartiere semi-centrale moderno e funzionale che la città poteva avere si chiama Pietralata e poteva nascere sui terreni di proprietà ferroviaria sopra alla nuova Circonvallazione Interna (ovvero la Tangenziale Est interrata che voi tutti, sempre ad eccessiva velocità, avrete almeno una volta percorso). Ebbene non sta succedendo niente di paragonabile alle altre città italiane (e occidentali). Gli sviluppi in corso - oltre alla Stazione Tiburtina, appunto - si fermano alla nuova sede della Bnl che cresce velocemente, che sarà molto bella, ma che rischia di restare isolata, circondata di piazzali, parcheggi, tendopoli per profughi di passaggio, tanta polvere e, forse nel 2017, un piccolo parco. Insomma cabotaggio molto contenuto, alla romana. L'unica capitale europea che si rifiuta di esserlo e di pensarsi come tale.

Le avvisaglie però c'erano e si dovevano intravedere subito dalle condizioni della Stazione Tiburtina. E soprattutto nell'atto di grande cialtronaggine di sfregiare un'opera architettonica di qualità con superfetazioni architettoniche degne neppure di un carcere. Prefabbricati da galera di serie C. Roma Tiburtina, l'unica gattabuia al mondo col tetto progettato da Paolo Desideri.

Ovviamente in questo lager (ma i motivi sono anche altri purtroppo, non solo estetici) nessuno ha pacere di affittare un negozio - magari manco economico - e dunque le saracinesche sono per metà abbassate assommando tristezza su tristezza.

Le cose che bisognerebbe mettere in cantiere (il Comune sta a manco il 20%) sono forse sintetizzabili nelle seguenti 10.

1. far partire i cantieri sul lato Pietralata convincendo in qualche modo (certo a Roma è dura) aziende e enti a venire a costruire qui la propria sede come sta facendo Bnl.

2. abbattere o rifunzionalizzare la Tangenziale vecchia. Magari lasciando simbolicamente solo i piloni come chiede Nathalie Grenon.

3. realizzare il progetto di Nathalie Grenon nella restante parte della Tangenziale vecchia: all'insegna non banalmente del verde, ma anche dell'educazione, della ricerca, dello studio, della sperimentazione.

4. realizzare tanti parcheggi sotto il progetto di Nathalie Grenon (il progetto non ne prevede granché ed è l'unico suo vulnus) in modo da liberare dalle auto tutto il quartiere di Piazza Bologna attuando una vera rivoluzione urbanistica in quel quadrante.

5. riqualificare o spostare la autostazione Tibus che versa in stato di semi putrefazione quando invece potrebbe essere un hub di qualità, piacevole, fautore di posti di lavoro, commerci e confort.

6. riqualificare pesantemente o demolire il Centro Ittologico e tutte le aree circostante per cucire tutta l'area fino alla Città del  Sole e dunque intervenire pesantemente sulla zella inumana di Piazza delle Crocia e sulla zella inumana di Largo Guido Mazzoni.

7. modificare tutta la viabilità circostante alla stazione lato Nomentano eliminando la sosta selvaggia possibilmente con tecniche simili a quelle adottate a Via Giolitti. Oggi chi porta e prende le persone in stazione sosta in mezzo alla strada ignorando che sull'altro lato ci sono regolarissimi parcheggi gratuiti a volontà.

8. realizzare il collegamento tranviario che, sfiocchettando dal Verano, arrivi fino sulla Via Tiburtina servendo questa area. E' tutto già progettato e impostato, costa pure poco e corre in mezzo alla preferenziale della Tiburtina.

9. realizzare un boulevard alberato e passeggiabile con spazi ridotti per le macchine e ampi per i pedoni e per le attività (street food e altro) nel tratto della Tiburtina (che sarà appunto percorso dal tram) tra Piazzale Verano e la Stazione, in modo da rendere la Tiburtina facilissimamente e piacevolissimamente raggiungibile a piedi da San Lorenzo con una bella passeggiata.

10. fare lo stesso con Via della Lega Lombarda collegando così con un viale piacevole, con ampi marciapiedi e servizi e arredi di livello Piazzale delle Provincie con Piazza delle Crociate. Oggi qui c'è sottosviluppo allo stato brado e invece si tratterebbe di valorizzare l'edificio delle case popolari di Innocenzo Sabbatini (le più belle case popolari di Roma) e l'edificio della Città del Sole di Studio Labics (il più bello sviluppo immobiliare contemporaneo di Roma).
Solo a questo punto il ponte commerciale della Stazione Tiburtina avrà il suo senso. Ma se non c'è la voglia, la lucidità e la visione per fare tutto questo (e non ci raccontate la frottola che mancano le risorse cortesemente, che basterebbe ritornare in possesso e vendere al migliore occupante l'enorme palazzo occupato a Viale delle Provincie per avere le risorse per fare tutto e bene!) si trasformi questo pseudo carcere in un vero carcere. C'è un enorme bisogno di spazi dove mettere malviventi, malavitosi, furfanti e delinquenti. Pensiamoci...

25 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Tonelli: perchè ci devi far rosicare continuamente?

Anonimo ha detto...

caro tonelli, ma lo vuoi capire che a roma la riqualificazione non si puo fare?
Non si puo fare perchè negli uffici appositi ci sono solo raccomandati incompetenti e alla popolazione fregacazzo della qualità della vita, tanto possono andare in vacanza a dubai (o a farsi le canne ad amsterdam).

Anonimo ha detto...

ah ah. Beata l'ignoranza si stai bene de mente de core e de panza

Anonimo ha detto...

Metro B, FL1, 2 e ora anche la 3 per Bracciano e Viterbo. Luogo ideale per un mini centro direzionale.

Ma come diceva un mio prof architetto, le italiche leggi urbanistiche prevedono a Pietralata un'infinito numero di posti auto nonostante il massiccio TPL su ferro e non. Faceva l'esempio dei grattacieli a Liverpool street a Londra che, essendo vicini a un nodo ferroviario, non hanno nemmeno i garage per i dipendenti (eccetto i manager).

Finchè esisterà la logica della gomma (che si è instaurata negli anni 60 anche per le amicizie della politica col noto gruppo torinese di automobili) Roma sarà soffocata, improduttiva, immobile fisicamente.

Emanuele ha detto...

Il progetto della Grenon, sponsorizzato guardacaso dal sindaco Marino e dal senatore PD Zanda, è assurdo e paradossale. Prevede di piantare orti e frutteti a ridosso dell'alta velocità e vuole destinare gli spazi "pubblici" alle università, ossia renderli di fatto privati e per nulla accessibili alle famiglie ed ai residenti del quartiere. E' un progetto che -se mai realizzato- porterebbe solo degrado e ulteriore disagio nella zona, incrementando i problemi già esistenti. Chi si preoccuperebbe della cura e della manutenzione degli spazi? La frutta coltivata tra metalli pesanti e smog -ammesso che si possa coltivarla- chi dovrà poi mangiarla? Costruire nuovi spazi da dare in gestione privatamente alle università, togliendoli all'uso dei cittadini, a chi giova?
Esistono -in alternativa a questo progetto- almeno altri due progetti, elaborati dal Comune e dai cittadini del quartiere. La Grenon, straniera e sponsorizzata da associazioni e comitati amici estranei al quartiere, mira solo ad una enorme speculazione personale e accademica, nonchè naturalmente economica.

Anonimo ha detto...

Perchè quando apro la pagina del blog compaiono tanti spot pubblicitari?

Anonimo ha detto...

La gara per l'abbattimento della tangenziale parte: http://www.romatoday.it/politica/abbattimento-tangenziale-est-stazione-tiburtina.html

Anonimo ha detto...

Avrai un virus, cojone.

Anonimo ha detto...

Potremmo farci uno spazioporto, da dove far partire tante tante navicelle per Orione!

Anonimo ha detto...

Che spiritoso quello che ha postato la finta notizia dell'abbattimento della tangenziale, linkandoci un sito porno: adesso ti senti meglio, romanaro ?

Marco1963

Anonimo ha detto...

La Stazione Tiburtina fa Schifo. E' un pessimo progetto realizzato con i piedi! I rivestimenti vengono via con un dito e sembrano di pietra ed in realtà sono di carta!!!
Le scritte inaugurali sembrano su ferro ed in realtà sono su compensato!!!
Uno schifo che è gestito da schifo: piena coerenza, no?
Viva l'Italia. Ciao

Anonimo ha detto...

concordo col commento di sopra delle 7:46
come cazzo si fa a progettare una stazione storta rispetto ai binari, almeno la avesse fatta perpendicolare, poi anche all'interno quei grandi loculi non hanno manco un ascensore o scale mobili cosi uno in carrozzina come cazzo fa a salire, poi che idea idiota quella dell'admin di non abbattere quell'orrore di tangenziale altro chè lasciare i piloni deve essere rasa al suolo tutta come deve essere raso al suolo il quartiere tiburtino al di là del ponte i cui palazzi fanno vomitare per quanto sono bruttihe fa vomitare.
sta Nathalie Grenon è una mezza sega che non capisce niente

Anonimo ha detto...

Quanto siete irrazionali. Termini, il terminal centrale che tale è rimasto, era appena stata rimessa a nuovo per il Gibileo, con tanto di recupero del museo di primo Novecento al secondo piano; la nuova stazione Tiburtina, periferica e mal collegata, è opera del tutto pretestuosa ma basata sul medesimo concetto che anima le encomiabili cooperative di carcerati. Invece di tenere i rei in cella con le mani in mano, se ne agevola l'ingresso nell'attività d'impresa grazie a una pioggia torrenziale di finanziamenti pubblici.
E' così' che nasce Grandi stazioni, una azienda che ha consentito il recupero di una dozzina di papabili galeotti, e il loro reinserimento nella società.
Francesco, Mauro, Fabio, Diego, Angelo, invece di occupare le patrie galere, dirigono società da milioni di euro a spese dello Stato, e (nemmeno troppo) lentamente le mandano a rotoli, come è successo con la Pirelli o succederà con l'Eni.
Ma ciò che conta per noi italiani che abbiamo il cuore grande, è che i nostri fratelli papabili carcerati si siano rifatti una vita.
L'estetica della stazione Tiburtina non è che un'evocazione struggente di un retroterra condiviso, con un richiamo jazzistico al museo più brutto e non a caso cementizzato della storia, il maxxi.

Anonimo ha detto...

Da Dagospia...ci sono tutti. SEMPRE!

9 giu 2010 13:20
BINARI ROVENTI - FURIOSO CONTRO LA SOCIETà GRANDI STAZIONI, MORETTI CAZZIA L’AD FABIO BATTAGGIA (CHE GIÀ SI ERA BECCATO IL “NIET” DI MATTEOLI AI PIANI DI INVESTIMENTO): “LA SOCIETÀ NON PRESIDIA LA PIANIFICAZIONE E IL CONTROLLO DEGLI INVESTIMENTI” - RISTRUTTURAZIONI IN RITARDO, SPRECHI DI DENARO PUBBLICO, COLLEGAMENTI CON LA CRICCA DI BALDUCCI – L’AD DI FS HA LE MANI LEGATE: LA NOMINA DI BATTAGGIA DIPENDE DAI SOCI PRIVATI BENETTON, PIRELLI E CALTAGIRONE…


Alla fine anche Mauro Moretti, il gran capo delle Ferrovie, non ha potuto fare a meno di mettere nero su bianco quello che suona come un messaggio dai toni ultimativi. \"La società non appare presidiare adeguatamente il processo di pianificazione e controllo investimenti\", recita testualmente la lettera, con data 13 maggio, firmata dal numero uno delle Fs.

Che poi conclude intimando di \"attivare ogni azione necessaria per recuperare il gap\". Il siluro di Moretti è destinato a Fabio Battaggia, l\'amministratore delegato di Grandi Stazioni. Toccherebbe a lui, in carica dal 2008, dare un taglio alla spirale infinita di ritardi che ha fin qui segnato la vita dell\'azienda nata una decina di anni fa per gestire e riqualificare le 13 maggiori stazioni ferroviarie italiane.

Tra queste: Roma Termini, Milano Centrale, Torino, Bologna, Verona, Firenze e Napoli. Peccato che, in base ai piani di partenza, i lavori avrebbero dovuto essere completati entro la fine del 2008. Invece siamo a metà del 2010 e di questo passo restano poche speranze di chiudere i cantieri entro il 2013. Peggio, negli ultimi sei mesi Battaggia è andato a sbattere contro il muro di gomma del governo.

GIANNI ALEMANNO MAURO MORETTI FABIO BATTAGGIA

I tecnici del ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, hanno rispedito al mittente i programmi d\'investimento predisposti da Grandi Stazioni per un valore complessivo superiore ai 200 milioni di euro. Troppe varianti rispetto ai progetti originari. Procedure burocratiche ignorate.

Grandi Stazioni Logo

Costi fuori controllo. Questi i rilievi formulati dal ministero. Tutto bloccato. E alla fine, pochi giorni fa, anche Moretti ha alzato la voce. Gli investimenti di Grandi Stazioni sono in calo del 77 per cento nel primo trimestre 2009, dice in sostanza la lettera con il timbro delle Fs. E questo, conclude, porterà a nuovi ritardi.

L\'amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato si trova in una posizione delicata. Se non altro perché il presidente di Grandi Stazioni è proprio lui, Moretti. I suoi poteri di gestione sono però quasi nulli e questo in virtù dei patti con gli altri azionisti.
matteoli
matteoli jpeg

La quota di controllo di Grandi Stazioni (60 per cento del capitale) è infatti proprietà di Fs. Il capo azienda viene però designato dai tre soci privati. E cioè i gruppi Benetton, Pirelli e Caltagirone, che si spartiscono in parti uguali il 40 per cento del capitale, con un\'altra piccola quota (circa l\'1 per cento) intestata alle Ferrovie francesi.

Battaggia, 50 anni, una carriera tra Alitalia e Aeroporti di Roma, è considerato vicino ai Benetton, che a suo tempo ne appoggiarono la nomina al vertice delle società che gestiscono gli aeroporti di Torino e di Firenze, entrambe partecipate dalla famiglia di Ponzano.
Benetton
Benetton

Anonimo ha detto...

Con queste premesse umane che volevate, il musée d'orsay?
Già è tanto che non abbiano fatto Ponte di Nona due con un'altra Via Francesco Caltagirone (esiste).

Anonimo ha detto...

A proposito, è in arrivo al Divin Amore, per gli amanti del genere Grandi Stazioni, "il progetto di un milione e 200 mila metri cubi di Paglian Casale". NON SO SE AVETE CAPITO, PAGLIAN CASALE DI EDOARDO CALTAGIRONE AL DIVIN AMORE.
Sentite che bello: "Nel masterplan si vede un' area a forma di uovo, in mezzo alla campagna, delimitata da una striscia d' asfalto e dentro un nuovo quartiere, previsto già dal piano regolatore del 1962, anche perché vicino alla stazione delle Ferrovie al ventiduesimo chilometro dell' Ardeatina". E la super cazzola va...
Il Comune lascia che il santuario di Roma in mezzo a una campagna da far invidia, venga accerchiato da tre discariche abusive e da un milione di metri cubi di cemento.
Sarà per quello che al Divin Amore è arrivata l'ondata anomala di tosse, le colline vanno a fuoco ma i giornali non lo scrivono, e il Papa, giustamente dà forfait.

Anonimo ha detto...


GRANDI STAZIONI, ENORMI FORCHETTONI - LA SOCIETÀ “GRANDI STAZIONI” SI AGGIUDICA SENZA PROBLEMI UNA GARA PER GESTIRE ROMA TIBURTINA, LA PRINCIPALE STAZIONE PER I TRENI AD ALTA VELOCITÀ - NESSUNA CONCORRENZA, OVVIAMENTE: IL GRUPPO HA COME SOCIO DI RIFERIMENTO FERROVIE DELLO STATO OLTRE AI VARI CALTARICCONE, BENETTON E PIRELLI - E L’AUTORITÀ CHE VIGILA SU CONTRATTI PUBBLICI HA BENEDETTO LA GARA SENZA COLPO FERIRE…

Ecc. Ecc. Leggetevi per intero gli articoli di dagospia sull'argomento, ne vale la pena.

Bankomat per Dagospia

L'Italia non sarà la Grecia, ma certo che qualcosa ancora ci accomuna più alle economie del basso mediterraneo e del nord Africa che non ai Paesi evoluti. Prendiamo il caso di Grandi Stazioni, che si aggiudica una fantomatica gara per gestire la stazione di Roma Tiburtina, quella che si avvia ad essere la principale stazione per i treni ad alta velocità italiani.

Socio di riferimento di questa società chi e'? Ma Ferrovie dello Stato ovviamente, accompagnata da Caltagirone (quello vero), dai Benetton e da Pirelli. MF che da' la notizia oggi accenna a tensioni passate fra la controllata e la controllante. Forse per farci pensare ad un contesto competitivo. Grandi stazioni gestisce già, casualmente, le stazioni di Roma, Milano, Torino, Genova, Venezia Firenze...ecc.ecc.
Gilberto Benetton - azionista della holding Sintonia
Gilberto Benetton - azionista della holding Sintonia

Immaginiamo che tensione ai piani alti di Grandi Stazioni, che incertezze per la vittoria della gara. E che rischi corrono gli intrepidi privati che in società con Ferrovie hanno investito in Grandi Stazioni. Pensato, come se ENI scorporasse una società "grandi aree di servizio ", controllandola al 60 per cento e invitasse qualcuno ad essere socio in questo rischiosissimo business teso a fare gare per gestire le aree di servizio AGIP. Che spirito d'impresa, che marosi del mercato, che capitani d'industria.
incendio tiburtina foto gmt
incendio tiburtina foto gmt

Oppure immaginiamo la Barilla che scorporasse una fantomatica Barilla Advertising in società con la Armando Testa e un paio di altre società di pubblicità e che casualmente la neonata azienda si prendesse la torta delle campagne pubblicitarie del Mulino Bianco. L'ebbrezza della competizione.

Poi scopriamo che esiste anche una debita Autorità che vigila su contratti pubblici, notoriamente rigorosi in Italia, che ha benedetto con autorevole crisma la gara per Roma Tiburtina. Anche l'ultimo affanno, quella clausola sospensiva che angoscia le notti di tanti avvocati, " passerà indenne il contratto alla vigilanza delle competenti autorità pubbliche di controllo sui mercati e sulle operazioni del genere" , anche questa drammatica minaccia si e' dissolta. Finalmente un affare che si chiude per il verso giusto. L' ennesimo.

Anonimo ha detto...

Ma qualcosa tipo l'HIGH LINE che hanno realizzato a New York no? Troppo difficile, troppo bello? O a Roma si deve morire tra brutturie?!

Anonimo ha detto...

La 'ndrangheta va dove c'è da buttare cemento. Che sia una stazione da fare, o da rifare, o un terreno da edificare.
Giustissimo il riferimento al Divin Amore, il motivo per cui la chiesa è piena di corruzione è proprio questo.
Le comunità, le confraternite, i sodalizi, sono multi proprietari terrieri e di fabbricati.
In cambio di concessioni edili o di licenze d'uso con fini criminali, la 'ndrangheta si è comprata anche l'unitalsi, non parliamo poi di parroci, sacrestani, e conventi quasi interi.
Per esempio, che dire del Pio sodalizio dei Piceni? Legatissimo all'opus Dei, pare sia legato tra le altre cose a un giro di usura per via di un inamovibile segretario.
Sicuramente sono pieni di soldi. E se si vuole sfruttare siti e terreni di destinazione ecclesiastica o solidale, il primo passo da fare è squalificarne la natura religiosa.
Ecco uno dei motivi per cui la pratica di profanare le celebrazioni cattoliche e i siti sacri va di pari passo con le speculazioni della 'ndrangheta, ed ecco a che serve la tosse catarrosa che hanno escogitato, perché sia le persone che i luoghi che le pratiche devono perdere ogni dignità e senso spirituale per essere strumentalizzati dal potere malavitoso.

Anonimo ha detto...

Dove c'è catarro c'è 'ndrangheta...

Anonimo ha detto...

Interessante, e probabilmente vero. Mi ricordo che quando cambiò la gestione del santuario di San Vittorino, intorno al 2000, ci furono molte proteste da parte di alcuni dei vecchi frequentanti, e so per certo che ricevettero veementi minacce anonime, tipica modalità da viscido calabro-affiliato.
Non si riescono invece a trovare notizie sul responsabile della commercializzazione dell'ospitalità e sulla gestione, non si può dire che l'informazione in merito sia trasparente e conforme ai precetti evangelici. Niente di più facile che già col giubileo del 2000 ci siano state le più grosse infiltrazioni di calabresi nell'imprenditoria sacra, basti pensare all'albergo impiantato all'interno del monastero della basilica Sessoriana, ci poteva pensare solo uno sgangherato, o un reggino ruttante.
Ormai dove c'è un calabrese, dal ragioniere all'architetto al dentista, io non ci metto più piede. Certo, così le opzioni si riducono molto, so' peggio dei cinesi.

Anonimo ha detto...

SCOPERTA UNA "MASSONERIA BORDER LINE" CHE COLLABORA CON LA'NDRANGHETA
INQUIRENTI MAGISTRALI.

Un clan espressione di quella «’ndrangheta sofisticata» egemone nel Vibonese. Mai trascinato nelle aule di giustizia, mai riconosciuto con sentenza passata in giudicato. Clan di ultima generazione, capace di costruire, attraverso una vasta rete di faccendieri, fiancheggiatori e prestanome, una holding imprenditoriale che partendo dalla Calabria avrebbe esportato gli affari fino in Lombardia, passando per la Città eterna. Quello dei Tripodi di Porto Salvo e Vibo Marina, disse dopo la maxiretata il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, «faceva della zona grigia propria forza». Indagine tosta, tra le prime ad assestare un colpo forte - sulla scorta di elementi indiziari di una certa pregnanza - ad un livello diverso da quello meramente associativo e militare caratteristico della ’ndrangheta tradizionale. Il 23 maggio scorso le sirene di carabinieri e finanzieri: 14 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 6 ai domiciliari, altri 24 indagati a piede libero. Gli atti svelavano i rapporti del clan anche con gli esponenti di una massoneria borderline, le ingerenze negli appalti per l’emergenza alluvionale vibonese e le mire sulla ricostruzione post-terremoto in Abruzzo.
Le indagini, adesso, sono chiuse. Diverse posizioni, tra le 44 persone originariamente indagate, sono state stralciate. Entrano in scena, così, nuovi indagati: altri prestanome del clan e imprenditori che con la loro condotta avrebbero agevolato il clan del presunto boss Nicola Tripodi. Tra gli altri spiccano in particolare i catanzaresi Sebastiano e Eugenio Sgromo, parti offese secondo alcuni capi d’accusa, che chiamati a raccontare agli inquirenti i fatti di cui erano a conoscenza avrebbero riferito circostanze mendaci al pubblico ministero, ciò al fine - è la contestazione nei loro confronti - di aiutare gli uomini del clan ad eludere le investigazioni.
IL SERVIZIO COMPLETO SULL’EDIZIONE CARTACEA DI OGGI DEL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA, ACQUISTABILE ANCHE ON LINE, CON L’ELENCO DEI NOMI DELLE PERSONE COINVOLTE

Anonimo ha detto...

E c'è anche il giro di riciclaggio dello ior, che con l'edilizia ci va a braccetto, il Tempo di oggi, p. 7.

PRETI & PALAZZINARI TORNA LA GRANDE ROMA
caltagirone c'entra anche qui, ovviamente.

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/08/10/preti-palazzinari-torna-la-grande-roma.html

http://qn.quotidiano.net/2007/05/10/11019-chiesa_possiede.shtml

e sant'Egidio, ça va sans dire: http://www.uaer.it/2015/02/01/il-peccato-venale-oltre-lo-ior/

Emanuele ha detto...

Il parere dettagliato di un architetto paesaggista contro il progetto folle della Grenon.

http://paesaggiocritico.com/2014/08/04/questa-non-e-lhigh-line/

gigi ha detto...

è tutto bello ma i nostri amministratori si sono mangiati tutto...

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