Usare i mezzi pubblici a Barcellona o a Budapest. E incazzarsi di brutto facendo il confronto

20 luglio 2012


Sono appena rientrato da un viaggio tra Barcellona e Budapest. Lasciando stare Londra (è su un altro pianeta), Parigi che non ci sono ancora stato, vorrei mettere in mostra l'arretratezza del nostro sistema di trasporto pubblico, dell'incapacità dei manager dell'Atac e dell'amministrazione comunale di gestire e rendere efficiente la rete dei trasporti pubblici della più bella e turistica città del mondo.
Viaggio molto sugli autobus stranieri per vedere bene e meglio periferie, usi e costumi locali lontani dalle classiche attrazioni turistiche.

A Berlino il sistema dei trasporti, benché caro, è ben gestito, efficiente, puntuale e attivo anche nelle prime ore del mattino. Non si vedono macchine, ma catene di bici (se non affitti una bici a Berlino ti sei perso metà dello spettacolo).
A Barcellona stanno costruendo la nona linea della metropolitana (loro forza 9, noi serie b), hanno autobus puliti, funzionanti e regolari. In più offrono alternative interessanti alle esigenze mobili degli utenti: hanno il T10: 10 corse a 9,25 euro. Dagli autobus si entra solo dalla porta d'avanti e tutti (tutti!) timbrano il biglietto (non possono fare diversamente). Ovunque macchinette automatiche dei biglietti; non come da noi, dove molte macchinette non sono funzionanti, ma servono solo ad arredare il tessuto urbano e consegnare scuse a chi non vuole pagare. Pensate un po', in alcuni tratti, accanto alle fermate, ci sono anche i marciapiedi per consentire alle persone con disabilità di salire agevolmente.
A Budapest la stessa cosa: ad ogni fermata della metro ci sono i controllori che pretendono di vedere il biglietto (non si passa!) e gli autobus (puliti, sebbene non tutti siano nuovi) e i numerosi tram passano con una frequenza impressionante.
Su Roma stendo un velo pietoso. Non dico nulla perché conoscete molto meglio di me il dramma.
Mi piacerebbe condividere con voi questa mia incazzatura, costretto ogni giorno a viaggiare sui pietosi mezzi pubblici capitolini.Raffaele Coniglio

15 commenti | dì la tua:

Raffaele Coniglio ha detto...

un refuso: davanti e non d'avanti.Me ne scuso!

Giò ha detto...

Lavoro in due uffici diversi e uno di questi si trova al COlosseo. Abito a Csal palocco e quando vado lì mi trovo bene con il trenino di ostia che arriva a Piramide. Mi trovo bene perchè è diretto e faccio capolinea-capolinea quindi sempre seduto. dviersamente non lo so. Comunque ieri pomeriggio, trno delle 17.45 da piramide per tornare a casa, uno di quelli nuovi senza finestrini, già strapieno al capolinea perchè era saltata la corsa precedente tutto il viaggio fino a Colombo senza aria condizionata. un vero inferno e non sono sceso perchè rischiavo di fare tardi ad un appuntamento a cui sono arrivato grondante di sudore e con una fiacca addosso che mi immagino solo gli anziani presenti come abbiano superato.

diego ha detto...

questo pargone impietoso è di fronte agli occhi di tutti coloro che hanno l'opportunità di viaggiare all'estero ( chi non esce mai da Roma pensa che la merda in cui vive sia la quotidiana normalità...).
Il problema si chiama disorganizzazione ma diciamolo pure senza peli sulla lingua, si chiama soprattutto CORRUZIONE. Poichè l'Ungheria la Spagna il Regno Unito non sono paesi più ricchi dell'Italia... e che possono permettersi dunque servizi più efficienti e decorosi...ad esempio le risorse impiegate dal comune di Parigi per la manutenzione stradale sono, per ogni KM, le stesse di quelle che impiega il comune di Roma!...Fatevi un giretto a Parigi, vedete come sono strade e i marciapiedi e fate il paragone con Roma...ma dove finiscono i soldi dei cittadini romani? Dove finiscono i soldi dell'imu?? Per il trasporto pubblico si può fare esattamente lo stesso discorso, per non parlare, a livello regionale, della sanità.

Raffaele Coniglio ha detto...

Dici bene Diego, il problema è la corruzione, insieme all'incapacità gestionale dei vertici aziendali. Sappiamo con quali criteri vengono nominati dirigenti e manager dell'Atac (Ama, Acea, ecc). Il risultato del loro operato è sotto gli occhi di tutti!

riccardo ha detto...

Ho vissuto circa 10 anni a Londra quindi la conosco molto bene. Per gli autobus viene impiegato lo stesso sistema che esiste a Barcellona: Si entra dalla porta anteriore e il biglietto, se ne hai bisogno, lo fa il conducente.
Personalmente sono contrario a questo sistema. Rallenta le corse. Avvolte bisogna aspettare anche 5 minuti prima che tutta la gente sia salita a bordo. Inoltre dare la responsabilità al conducente di avere del denaro con se è una situazione che crea molto disagio. Ho visto con i miei occhi battaglie tra conducenti e criminali.
Spesso questa questione veniva discussa dai dirigenti proprio perchè gli autisti si lamentavano. Nel 2007 furono introdotti i jumbo bus, proprio come quelli di Roma, in cui gli utenti potevano salire da differenti porte e gli autisti non erano più responsabili dei biglietti. risultato-servizio più veloce, autisti più rilassati, meno battaglie e più sicurezza per tutti.
Tuttavia a Roma serve più decoro delle fermate (pensiline-spazio esente da macchine parcheggiate-accessi per i disabili) questi sono i problemi che l'Atac e la sua parentopoli non è riuscita a risolvere. É un paradosso che dopo il loro fallimento si pretenda che la gente debba pagare un aumento delle tariffe.

Anonimo ha detto...

Vivo in Giappone e posso dire che non ci sono proprio paragoni con i mezzi di Roma.Devo dire anche che la tarrifa dei bus giapponesi e molto alta e che dipende anche dal numero delle fermate che fai.Se non dipende, e il bus ha una tariffa fissa,allora si sale davanti e si paga l'importo fisso inserendolo in una macchineta speciale vicino all'autista oppure avvicini il tuo card.Poi scendi da dietro.Se la tariffa non e fissa,sali da dietro prendendo un ticket con il numero della fermata oppure avvcini il tuo card ad un sensore,questo per far calcolare in modo giusto la tariffa nel momento in cui scendi,questa volta davanti pagando l'importo dovuto rispetto alla distanza percorsa.Sotto questo aspetto,magari rimpiango Roma,perche ammetto che ogni tanto non facevo il biglietto.Ma generalmente preferisco i bus giapponesi perche anche se affolatto la gente non s'incazza,l'aria condizionata o l'aria calda funzionano bene,e il piu importante partono e arrivano in tempi giusti.Ogni fermata ha la tabella del orario del arrivo,quindi posso sapere precisamente quando arrivera.L'altra cosa,e poi chiudo,che mi ha sorpreso ,e la gentilezza del autista,sempre in divisa,con il badge indicativo,microfono per communicare le fermate ai viaggiatori e anche i guanti bianchi.

Raffaele Coniglio ha detto...

Riccardo, il rallentamento di cui parli è vero solo in parte. La politica di fare entrare la gente solo davanti (io metterei a bordo il buon vecchio controllore/bigliettaio e toglierei molti addetti dagli uffici) deve essere attuata insieme all'aumento degli autobus e al potenziamento delle corsie preferenziali. Certamente bisogna anche lavorare sul senso civico dei cittadini (siamo ai livelli del sudamerica). Il risultato? Tutti pagheranno il biglietto, le casse dell'atac segnerenno un segno positivo, si potranno comprare nuovi bus, il servizio migliorerà e l'utente potrà ritenersi più soddisfatto. Detto così potrebbe risultare tutto molto semplice. Ma non è nemmeno così complicato. Se penso che siamo andati sulla luna, questa non potrà essere che una luna di miele!

Anonimo ha detto...

si possono fare migliaia di proposte, tutte giuste, il vero dramma è come affrontare l'atteggiamento di centinaia di migliaia di cittadini educati da 50 di malgoverno alla violazione sistematica delle leggi e all'impunità. ok rimettiamo il bigliettaio a bordo, ma gli dobbiamo fornire la pistola e un addestramento da militare per far fronte a chi penserà di trovare un bancomat a portata di mano negli autobus, e non saranno pochi secondo me.

URA ha detto...

hai ragione!
anche Praga batte Roma, per non parlare di Amburgo ecc.
Il problema è che io mi sono trovata meglio perfino a Napoli e a Catania, città grandi e con molti problemi, eppure...
non mi azzardo nemmeno a citare le città del nord italia, quindi non serve andare troppo lontano per capire che qui c'è del marcio. l'autobus che prendo di solito ormai parte ogni ora, è assurdo! non c'è mai l'aria condizionata, si sta ammassati e ci manca il respiro. vorrei usare più spesso la bici, ma per le lunghe tratte è impossibile.
sono davvero amareggiata!

Anonimo ha detto...

@ Raffaele Coniglio: ci si perde a fare paragoni persino con il Sud America, per lo meno in Argentina il biglietto si fa con lo stesso sistema inglese, si sale davanti e si paga al conducente. E pagano tutti per forza di cose. E incredibile, la gente rispetta la fila per salire sull'autobus!

diego ha detto...

Sud America?
Fatto di recente un viaggetto a Bogotà...capitale della Colombia, un paese ovunque descritto come "disastrato".
Strade pulite e senza buche, strisce pedonali ben visibili, tutti gli automobilisti dicasi TUTTI con la cintura! a Roma e un po' in tutto il sud Italia per molti la cintura è ancora un optional...),nessuno, dicasi NESSUNO, parcheggia in doppia fila o in sosta vietata! La città è organizzatissima, tutti i condomini sono forniti dei pericolosissimi parcheggi sotterranei. Ai semafori le automobili si fermano rigorosamente al limite della striscia bianca e non sulle strisce pedonali come si usa quasi sempre nell' "esotica" Roma. La città (ripeto parliamo di Bogotà...) è fornita di un modernissimo sistema di autobus con corsie preferenziali che funziona come una metro di superficie, si chiama Transmillennium, è rapido, comodo ed efficacie.
Questa è Bogotà, capitale di un paese del III mondo!... Ma a questo punto Roma e resto del sud Italia sono da considerarsi IV mondo.

Anonimo ha detto...

Purtroppo in ogni nazione dove sono stata ho dovuto fare questo amaro confronto. Disservizio, mancanza di pulizia,molto spesso anche autisti maleducati. Un tempo, molto lontano, c'era il bigliettaio e quindi tutti pagavano e spesso salivano i controllori. Dove sono ora? eppure sono nei libri paga dell'Atac. Chiunque ne dovesse vedere uno lo segnali immediatamente, come si fa per le razze in via di estinzione.

donata ha detto...

Il carrozzone Atac fà pena, disservizi, sporcizia, vetture vecchie e rumorose, personale cafone...e ha avuto pure il coraggio di aumentare il biglietto..che andasse a cagare...mi auguro che presto venga privatizzata.

Anonimo ha detto...

Sarò sintetico:
- Praga: si rompe un tram notturno. Poco dopo vengono due addetti, sostituiscono la tabella degli orari affissa in modo tale che l'utenza sappia sia informata sul cambio di orari. Nella metro alcuni treni sono molto vecchi, ma puliti, efficienti e perfettamente funzionanti (inutile spendere milioni se a Roma atti vandalici e cattiva manutenzione abbreviano di molto la vita dei convogli).

- Bruxelles: biglietti acquistabili alle macchinette (sempre funzionanti) con bancomat e carta di credito (evitando, come a Roma, che la macchinetta non ti accetti la banconota creando inutili file); personale preposto gentilissimo e preparato;

Unknown ha detto...

Salve,
Sono capitato su questo blog per caso. Vivo a Londra ma penso che Roma sia molto più bella di Londra. Purtroppo, pur non essendo di Roma, sono a conoscenza dei problemi di degrado delle città italiane. Mi è venuta una gran tristezza a leggere questo blog, ma sono contento che ci sia gente come voi che almeno denuncia e tenta di far qualcosa. Anche a Londra esistono problemi di degrado, anche se magari non sono così diffusi come a Roma. Sul trasporto pubblico comunque, pur ammettendo che funziona abbatsnaza bene, è difficile fare un paragone poiché una travelcard di un mese dalla zona 4 al centro (cioé non proprio in periferia estrema) costa GBP 161, circa EUR 202. So che a Roma un abbonamento per metro bus e tram mensile, senza zone, costa EUR 35 se personale, 51 se cedibile. La qualitá sará anche inferiore, ma come costo non c'è paragone. E comunque vi auguro buona fortuna con le vostre battaglie, magari ci fossero più italiani come voi. Siete dei veri patrioti! Saluti Enrico Marangon

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