Roma Uno Tv. I veri motivi perché muore una televisione locale nella città di Cartellopoli

20 ottobre 2015

Roma Uno è, o forse era, l'unica televisione locale a Roma capace di fare informazione, ma soprattutto di fare approfondimento e ancor più di fare dibattito. Non si contano i confronti diretti, le analisi dei problemi reali, il coinvolgimento di comitati, cittadini e anche di blog come il nostro. Non si contano le questioni sollevate che sono state risolte grazie all'intervento della televisione. Il tutto in una città dove la stampa di fatto non esiste e dove, anzi, il suo ruolo è spesso quello di ancella a favore (e non di sentinella contro) del macro e micro malaffare diffuso e dilagante.

In qualsiasi città d'occidente, a Madrid, Parigi, Berlino o Londra, Roma Uno Tv sarebbe una emittente ricca, piena zeppa di inserzionisti e sponsor, con professionisti ben pagati, avvocati agguerriti per eventuali ritorsioni e sede spaziale. A Roma fare qualità giornalistica, invece, non basta. La proprietà, innanzitutto, non è mai una proprietà autenticamente editoriale. Mai. Non succede per i quotidiani (quelli romani solitamente sono di proprietà di imprenditori del cemento, che utilizzano i giornalisti per fare pressione dove occorre) e non succede neppure per le tv. Roma Uno, infatti, era di proprietà di Manlio Cerroni, l'imprenditore proprietario di Malagrotta. 

Ma perché un tizio che si occupa di discariche e smaltimento dei rifiuti acquista una televisione? E soprattutto, perché una televisione non può sostenersi se non come strumento "mecenatistico" nelle mani di chi fa tutt'altro nella vita? La risposta è semplice e attiene al mercato pubblicitario di questa città. La cosa amara è che più e più volte, negli anni, su Roma Uno questa anomalia era stata denunciata: siamo poveri perché tutta la pubblicità in città viene drenata dal settore cartellonistico.


Ed è proprio così. Ecco la spiegazione. Semplice e atroce. E' la stessa spiegazione che illustra il motivo per cui a Roma non ci sono riviste cittadine (da Pariscope a New York Magazine passando per Time Out). Nulla può sopravvivere alla concorrenza sleale di una cartellonistica che in altre città o è iper regolamentata (Parigi, Madrid) o semplicemente non esiste di fatto (Londra, New York). Ed è per questo motivo - ecco perché non si capisce perché non si mobilitino e non ne parlino ogni santo giorno - che a Roma chi lavora nell'editoria e nei giornali fa la vita da pezzente, è per questo che tu, amico giornalista precario che lavori al Tempo, al Messaggero, al Corriere o a Repubblica non hai uno stipendio decente. Roma è una città piena di eventi (teatrali, cinematografici, artistici) eppure non è riuscita neppure a sostenere l'esistenza di una rivista che raccontasse questo aspetto (Roma C'è ha chiuso da anni). E su web le cose non vanno meglio. 

Quindi se i professionisti (molti davvero in gamba) di Roma Uno Tv sono senza stipendio da mesi, se difficilmente il rilancio della tv anche con nuovi proprietari sarà un percorso facile, se Roma e il suo enorme bacino d'utenza (oltre che la ricchezza di storie da raccontare, basti pensare solo a quelle giudiziarie...) non riescono a dotarsi di strumenti di informazione e se le chiavi di lettura più interessanti sulla città siete costretti a leggerle su questo blog il motivo è esattamente questo. L'anomalia deriva da centinaia di migliaia di cartelloni buttati abusivamente in mezzo alle strade che deturpano il paesaggio, sì, ma che soprattutto sconquassano l'ecosistema economico della città. 

Oggi alle 16 alla Casa della Città Marta Leonori, assessore alle attività produttive, spiegherà alla vigilia della fine del suo mandato interruptus, a che punto siamo sulla riforma di questo settore che così tanto inquina la città, sabota l'economia sana, lascia spazi alla criminalità. Se siete ancora tra quelli che vanno a ricercare i veri motivi per cui Ignazio Marino è stato fatto saltare guardate anche ai cartelloni: il processo di riqualificazione e riforma del settore stava andando avanti e si sarebbe completato entro qualche mese, dopo quarant'anni di schifo. Meglio trovare delle scuse patetiche e bloccare tutto: si parla di un business para criminale da centinaia di milioni di euro all'anno, con un impatto non secondario sulle campagne elettorali...

12 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Marino e' andato ma ora chi amministra Roma avra' la decenza di abbattere i cartelloni abusivi, cacciare i mutandari ecc ecc come promesso o gli intoccabili rimarranno tali ??

Anonimo ha detto...

Basta auto, sulla rive droite della Senna presto si potrà passeggiare

La svolta annunciata dal sindaco di Parigi: l'anno prossimo saranno pedonalizzati i 3,3 chilometri della via Georges-Pompidou nei quartieri centrali fino al Bassin de l'Arsenal, vicino alla Bastiglia

http://www.repubblica.it/ambiente/2015/10/19/news/nel_2016_a_parigi_una_parte_della_riva_destra_della_senna_sara_interdetta_al_traffico-125418990/?ref=HRLV-16

Anonimo ha detto...

Scusate se scrivo nei commenti di questo articolo, ma vorrei portare a conoscenza la situazione della fermata Flaminio della Metro A lato piazzale Flaminio che, da un anno circa, risulta chiusa per non meglio specificati lavori. Sul cartello apposto a suo tempo si legge che, dal 7 dicembre 2014 sarebbero occorsi 270 giorni per la riapertura, quindi circa verso il 7 ottobre 2015.
Tutt'oggi, e come me migliaia e migliaia di utenti possono confermarlo, la fermata risulta chiusa per metà, costringendo chi volesse o dovesse andare a piazza del Popolo a scendere a piazzale Flaminio o alla fermata del treno, attraversando poi la strada.
Poca cosa, ma se sceso dal metrò le scale mobili non funzionano da anni (confermo almeno due), in vista del Giubileo un biglietto da visita così è ben poca cosa.
A ciò si aggiunga che ogni volta si giochi una partita di calcio almeno tre bus dell'Atac vengono messi a disposizione dei 'tifosi' gratuitamente per raggiungere lo stadio.

Anonimo ha detto...

Ahimè il sonetto n. 7 dei VERSETTI MARZIANICI sarà superato dal ritorno di PALAZZINARI PIACIONI E NIPOTI del barbaro AleDanno

Assessore Marta Leonori
dai cittadini onesti tutti gli onori
hai dimezzato lo scempio de’cartelloni
laida vergogna di AleDanno e Bordoni.
Ma orsùdunque finire il lavoro
per ridare a Roma il suo decoro
in nessuna città al mondo di cavallette stuolo
a rapinar bellezza e pubblico suolo

MARINO RESISTI al metodo Boffo !

Anonimo ha detto...

io neanche sapevo che esistesse questa tv romana, magari ne avrò incrociato il canale operando un pò di telecomando ma l'avrò sicuramente evitata perchè di solito le stazioni locali hanno solo due missioni : 'A MAGGGICA E A LAZZZIE

Anonimo ha detto...

Metro al collasso, il Comune sapeva. Il documento riservato su gare, debiti e incidentiESCLUSIVO. A settembre Atac trasmette al sindaco Marino e agli assessori Causi e Esposito un dossier che denunciava le proroghe delle gare d'appalto della gestione Alemanno e la preoccupazione per l'assenza totale di investimenti sulle infrastrutture prevedendo la possibilità di incidenti. Il "fuoco amico" di Stefano Esposito e IL PIANO PER PRIVATIZZARE IL TRASPORTO

La denuncia all'Anac per le gare mai fatte dall'Atac? E' l'ultimo bluff mediatico dell'assessore uscente Stefano Esposito. Secondo quanto risulta ad affaritaliani.it era da tempo che il sindaco, l'assessore Causi e lo stesso Esposito avevano sul tavolo una relazione dettagliatissima firmata dall'azienda, nella quale si spiegava chiaramente come l'Atac avesse avviato un percorso virtuoso di gestione del dopo-Alemanno, proprio partendo dalle gare e seguendo il principio di ripristino della legalità. La stessa relazione evidenziava il "grave deficit degli investimenti che prima o poi avrebbero avuto come effetto il collasso delle infrastrutture di trasporto.

IN COMUNE TUTTI SAPEVANO che all'atto dell'insediamento dell'Ad Danilo Broggi era stata effettuata un ricognizione complessiva delle gare. Il dato emerso lasciava senza parole: il 95 per cento delle gare era in regime di proroga e quindi i manager uscenti si era ben guardati dall'effettuare i rinnovi, scegliendo la pratica scorretta di continuare a pagare beni e servizi mostrando una certa attenzione disinvolta verso fornitori di "fiducia". Marino, Causi ed Esposito hanno avuto ben chiaro che in appena due anni la situazione era stata ribaltata. Infatti nel periodo luglio 2013-agosto 2015 gli uffici di via Prenestina hanno pubblicato 5327 gare per un valore totale di circa 536 milioni di euro con un ribasso medio - e un risparmio - di circa il 26 per cento. La fotografia che Marino aveva letto sul documento era chiara: tutti gli acquisti erano stati rimessi in gara ad eccezione del servizio di vigilanza, la cui procedura è ancora aperta.
I FURBETTI DEL CAMPIDOGLIO. Invece di denunciare come la gestione Alemanno aveva messo in ginocchio la società e come la stessa Atac aveva rialzato la testa, l'assessore Esposito ha pensato bene di spedire il "dossier risanamento" all'Anac per sfruttare con i soliti tweet e le dichiarazioni a giornali e agenzie di stampa, prendendosi il merito di aver denunciato il malcostume e gettando fango sui due anni di gestione dello stesso sindaco Marino.
ESPOSITO è fuoco amico su Marino. Infatti l'assessore uscente invece di cercare soluzioni ai problemi che lo stesso Comune ha provocato sull'Atac ha avviato una campagna mediatica senza precedenti sui disservizi, ergendosi a capo spirituale dei comitati dei pendolari che da anni combattono per un servizio migliore. Dunque, invece di dare soluzioni ai problemi, cioè di fare l'assessore, si è trasformato nel vendicatore, usando i poveri pendolari come strumenti per valorizzare la sua figura di zorro dei trasporti .

Così il piano per smantellare l'Atac e offrire su un piatto d'argento ai il sistema di trasporto pubblico. Ma a chi? Ai vecchi amici francesi dell'assessore, la Ratp o alle Ferrovie dello Stato? Un dubbio che tutt'ora non è fugato mentre ciò che è certo è che il paladino della legalità e che giovedì è andato in Procura con il dossier "gare Atac", è lo stesso che ha tentato di condizionare l'azienda, obbligandola  ad acquistare bus con la procedura del full leasing che invece l'azienda aveva giudicato troppo onerosa e contraria perché esternalizzava le attività di manutenzione

tramvinicyus ha detto...

Madonna mia cheppalle co 'sta storia del sindaco Superman! E Marino ha fatto questo, e Marino ha sconfitto quell'altro, e ha messo i bastoni tra le ruote dei potenti e allora Santo Subito...e piantatela co 'ste stronzate, che l'85 appena pia la Via de S: Giovanni in Laterano, tutte le sere anche con Marino, continua a bloccasse sempre nello stesso punto dove se blocca dai tempi de Rutelli I.

Forza, aprite gli occhi! Meno "Convescionz" e più dati di fatto!!! Marino è goffo! Basta! Totalmente scollegato con quello che doveva fare, come Alemanno!


Tramvinicyus

Anonimo ha detto...

Chiudi la finestra da dove t'affacci a criticà, movi er c. e vacce te a far Sindeco. Vojo ride ad aspettà l'85

Anonimo ha detto...

Certo hai ragione.
Roma ha bisogno diun sindaco "sgamato" che abbia il pelo sullo stomaco.
Uno che "sa stare al mondo romano"...
Uno come Carminati.
Carmianti non erano affatto spaesati e non erano "inadatti", infatti conoscevano a menadito come funzionavano i meccanismi roamni fuori e dentro il Comune di Roma..

Antropologia dell'Uomo Sgamato (non fesso come MArino).
Uno che sa a chi NON pestare i piedi.
Che capisce come NON fare le cose facendo un colpo al cerchio e uno alla botte.
Che sa parlare con tutti senza inimicarsi amici potenti (compresi i Casamonica, i Caltagirone, I 13ini, gli urtisti del ghetto e i parcheggiatori di marcipede..)
Uno furbo e intelligente uscito proprio proprio dalla fiction Romanzo criminale..

In effetti avete ragione Marino è UNFIT per governare Roma.
Infatti non scende a patti...
Al limite lo fanno fuori perchè è troppo onesto (=stupido, trad.Romanaresco/italiano) per pensare semplicemente al suo tornaconto personale.
Quindi NON media.
Non offre una delibera per i camion bar barattandola con un posto da Prefetto o da presidente di Municipazlizza o qualche FOndazione internazionale...

Ahi serva ITalia! di Romanaro ostello!
Ahi serva Roma!

A roma serve un sindaco che una mano lava l'altra..
A roma serve un sindaco che tu mi dai una cosa a me io ti do una cosa a te...

E' questo quello che vogliono i romani.
Auguri!


Anonimo ha detto...

I romani ONESTI confermano la fiducia a Marino, sindaco galantuomo reo solo di scoperchiare truogoli condivisi

Il Regnicolo ha detto...

Via Cola di Rienzo angolo via Silla: nelle foto non c'è (ovvio, sono solo un piccolo esempio dello scempio della via), ma prima o poi ci scappa il morto. Chi viene da Via Silla ha la visuale completamente istruita da una mega bancarella e i pedoni che si immettono sulle strisce non vedono a loro volta la strada.
A cinquanta metri, il mercato Unità ha decine di spazi vuoti. Mettere tutte le bancarelle lì, no?
Comunque il discorso andrebbe allargato a come viene gestito il quartiere Prati-Borgo al di là dei mutandari (peraltro, è il quartiere più visitato dai turisti, causa Vaticano, la miopia dell'amministrazione è leggendaria: chi mai tornerà a Roma dopo aver visto uno spettacolo simile nella sua via più commerciale? Fatte le debite proporzioni, riuscite a immaginare bancarelle sugli Champs Elisées?). Prati, tra locali, ristoranti con addetti al posteggio per le auto in doppia fila, bandiere pubblicitarie tipo spiaggia californiana sotto palazzi del cinquecento, finte librerie e gallerie d'arte (a proposito a quando un reportage di RFS su questo tema? È una situazione di illegalità incredibile, molto romana. Ne potrei parlare per giorni), parcheggio selvaggio MAI SANZIONATO (con decine di parcheggi a pagamento vuoti), ecc. i residenti sono alla mercé della protervia, dell'inciviltà e della maleducazione mondiale (perché di fronte a questo scempio anche il più compassato turista svizzero è capace di gettare cartacce in terra).

Anonimo ha detto...

dura ancora poco...tra un po' arriva il MS5 e saluti a tutta 'sta monnezza.

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