Il cancro delle bancarelle. Il problema non sono solo quelle di fronte ai monumenti, ma anche e soprattutto tutte le altre

9 giugno 2014

Da Via Appia Nuova a Viale Marconi, da Via Tuscolana alle strade – come quella, allucinante, nella foto del prestigioso II Municipio – passando addirittura per Via Cola di Rienzo che dovrebbe essere la strada dello shopping più esclusiva della città. Per tacere di Viale Trastevere o Via di Boccea, tutta l'area della Stazione Termini o le strade attorno a San Paolo o la povera Piazza Vittorio. Da Santa Maria Maggiore all'Eur e via elencando volendo per ore e ore. Le bancarelle di stracci, articoli per la casa, accessori per la cucina sono un cancro – uno dei cancri – che sta uccidendo la città. Migliaia le metastasi che generano solo danni al corpaccione malato e morente della capitale d'Italia. Forse non solo danni (l'acquisto di generi scadenti a prezzi bassi è comunque un servizio), ma comunque enormemente più danni che vantaggi.
Sporcizia, inquinamento visivo da far paura, evasione fiscale, concorrenza sleale al commercio regolare, lavoro nero, sosta selvaggia dei furgoni – sistematicamente sgangherati, inquinantissimi – che vengono utilizzati come magazzini. E, come potete vedere in questa foto che abbiamo preso come esemplificativa per tornare sul problema: completo nascondimento delle insegne dei negozi tradizionali. Pagano le tasse per l'insegna (che le bancarelle non pagano), ma l'insegna è coperta dalle bancarelle stesse, invisibile dalla strada. Vorremmo chiedere al Gruppo Coin (lo stesso che ha il suo prestigioso department store di Cola di Rienzo nascosto dietro a vomitevoli banchetti che oscurano perfino il marchio Tiffany) in quale altra città del mondo – visto che questo brand è globale – sarebbe possibile che il marchio OVS venisse completamente coperto da una bancarella in questo modo. E vorremmo chiedergli soprattutto perché i sindacati e le associazioni di categoria del commercio non combattano contro una situazione oggettivamente fuori controllo, insensata, inaudita, che crea vantaggi esclusivamente per le poche famiglie del racket ambulante romano facendo scappare a gambe levate miliari e miliardi di euro che potrebbero essere portati in città da imprenditori di qualità e qualificati?

Piazza dei Cinquecento. Situazione al di là della realtà di fronte alla seconda più grande stazione ferroviaria d'Europa

E c'è di peggio: di questo problema, semplicemente, non si parla. Ne parliamo solo noi (e le minacce della camorretta bancarellara non si fanno attendere) e basta. Al massimo si parla del commercio ambulante – rivoltante anche lui, intendiamoci – che sta davanti ai monumenti. Su quello c'è dibattito e qualche provvedimento – solo nazionale, perché il Comune non osa – per ora poco efficace. Ma sull'immondizia del resto del commercio ambulante niente. I nostri figli e i nostri nipoti saranno condannati a vedere la città ridotta in questo modo? Ci sono speranze che queste licenze vengano forzosamente riconvertite in altro (pensate che i mercati rionali sono vuoti, con migliaia di posteggi liberi) o liquidate? Esiste una normativa che permetta ad un Comune lucido e con la voglia di pianificare il suo futuro di liberarsi di questa porcheria che non esiste da nessuna altra parte del mondo Nordafrica e Medioriente compreso? L'attuale assessore al commercio Marta Leonori ha idee e visioni in merito? Vogliamo continuare a vedere bancarelle che proliferano e fanno affari d'oro proprio sulle spalle dei negozi loro dirimpettai che chiudono a causa di tasse, adempimenti, utenze, affitto e visibilità oscurata dalle bancarelle stesse? Vogliamo che le nostre strade abbiano ben presto – come in alcune sta accadendo già oggi – tutte le saracinesche abbassate e tutti i marciapiedi invasi da questa forma sottosviluppata di commercio che non ha raffronti in occidente ma che in realtà non ha raffronti in Italia ne al nord, ma neppure al sud? Vogliamo continuare a guardare senza far nulla l'emorragia di posti di lavoro: meno 20mila negli ultimi 5 anni ma in questo articolo di oggi che dà i dati non si fa accenno alla concorrenza sleale del commercio ambulante come potete leggere? Vogliamo continuare ad avere strade pericolose con il costante e concreto pericolo per centinaia di cittadini di fare la fine del socio visto che uscite di sicurezza e vie di fuga (di metropolitane, di grandi centri di aggregazione) sono costantemente occluse dai catafalchi del commercio ambulante?

La risposta dei ras del commercio ambulante è sempre la stessa: "noi con sti banchi schifosi ci sfamiamo le nostre famiglie. Toccateci e facciamo scoppiare la guerra civile". La costante minaccia della violenza da una parte (con la tiritera di “noi siamo gente di strada”, della serie “non forzate troppo la mano perché finite male”) e la costante minaccia elettorale, sottaciuta ma sempre presente, dall'altra visto che le numerose famiglie spostano pacchetti di voti che nel gioco squallido delle preferenze del lurido Consiglio Comunale romano fanno sempre comodo per questa o quella parte politica. Famiglie da sfamare? Forse si, ma a fronte di queste decine di famiglie del racket ambulantaro quante decine di migliaia (decine di migliaia!) di famiglie versano in città nella povertà e nella disoccupazione a causa del degrado e della fuga di capitali che le bancarelle comportano? Quanti onesti commercianti tradizionali hanno dovuto chiudere a causa di questo e magari manco se ne sono resi conto? Quanti imprenditori stranieri, quante catene di negozi hanno deciso di non aprire in una città dove neppure una strada, una sola strada, neppure Via Condotti (pensiamo ai caldarrostari che oggi con 36 gradi vengono castagne arrostite nonostante i divieti espliciti con buona pace del Primo Municipio che quest'anno aveva promesso di farli rispettare), è libera da inquinamento visivo, sporcizia, squallore, sciatteria? Sono decine di migliaia di posti di lavoro dilapidati: queste sono le famiglie che dovrebbero scendere in piazza e scatenare la guerra civile, queste sono le famiglie che dovrebbero capire il reale motivo per cui vivono in povertà e in disagio. Ovvio che le bancarelle non siano l'unico motivo, ma sono uno dei motivi e dunque sono un problema da affrontare a differenza di quanto si sta facendo. Sul danno erariale per il Comune (una bancarella incassa anche 2 o 3mila euro al giorno versandone al Comune meno della metà, all'anno! Per non parlare del danno enorme di un negozio che chiude a causa di una bancarella che lo oscura e gli fa concorrenza sleale) poi non ci pronunziamo neppure: ma tanto che problema c'è, basta andare a chiedere leggi speciali al Governo centrale no? Quando invece si potrebbero ricavare centinaia di milioni all'anno sistemando solo questo ambito.

Eppure di questo non si parla. Sistematicamente non si parla. Mai. Si parla, giustamente, degli abusivi e dei vu cumprà (oggi parte una task force e quando sentiamo parlare di task force parte subito una risata amara); si parla, giustamente, di bancarelle e camion-bar davanti ai monumenti, ma di tutte le altre migliaia e migliaia di licenze rilasciate truffaldinamente negli anni che stanno radendo al suolo il commercio in questa città e che non esistono in nessuna altra città dell'universo nessuno fa accenno. E se il commercio rionale è in crisi sapete di chi è colpa, secondo il romano-medio? Ma dei centri commerciali ovviamente...

50 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Sante, SANTE parole!!!! L'articolo centra in pieno il problema.

E poi mi chiedo: ma i commercianti, i negozianti che pagano le tasse, PERCHE' NON SCENDONO IN PIAZZA CONTRO QUESTO SCHIFO????

Sta città, è diventata un merdaio e scusate l'eufemismo.

Anonimo ha detto...

la vicenda delle bancarelle dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, la debolezza dello stato proprio nella capitale del paese contro la camorra. chi non crede che dietro a questo sistema potentissimo e organizzatissimo (basta studiarsi un po' il posizionamento delle bancarelle per capirlo) ci sia la camorra o è un pollo o è colluso. non ci vuole un genio. la camorra è nel DNA degli italiani (soprattutto nel meridione) ci nascono con una certa mentalità e in tempi di crisi questo si radicalizza e si diffonde. ci campano le famiglie? certo, è sempre la solita solfa, se andate a chiedere ai mafiosi, agli ndranghetisti, ai camorristi, a uno spacciatore, a un rapinatore diranno sempre tutti la stessa cosa: ci campano le famiglie!

Anonimo ha detto...

boh se i commercianti non si muovono forse avranno i loro motivi.
non leciti di sicuro.
nel senso che hanno fatto casino solo quando si paventava la fine della doppia fila in via merulana, mentre quando gli piazzano le bancarelle davanti alle vetrine non fanno un fiato.
oppure fanno casino quando gli vogliono togliere i tavoli abusivi sui marciapiedi.
fino a che permettono ai clienti di parcheggiare in mezzo alla strada e di tenere i tavoli sui marciapiedi allora va tutto bene. gli tocchi ste due cose w vanno su tutte le furie.
è la tipica mentalità mafiosetta italica da cui probabilmente non ci libereremo mai perchè insita nel nostro dna latino.
sinceramente non li capisco sti commercianti. io, se fossi un commerciate, vorrei che la strada dov'è il mio negozio fosse il più possibile bella ed ordinata per attirare così più volentieri i clienti a frequentare la strada e la zona.
questi invece si accontentano dei loro piccoli "privilegi" che gli vegngono concessi in un modo o nell'altro dai vigili e dall'amministrazione.
miopi e poveretti

Anonimo ha detto...

P.S.
dimenticavo di dire che, proprio perchè reputo i commercianti romani niente altro che dei patetici furbetti, io non compro praticamente mai dai loro negozi su strada.
per quanto riguarda il vestiario ne faccio rifornimento quando mi capita di andare all'estero in vacanza, premiando così la civiltà di altri paesi.
oppure qui in italia solo nei centri commerciali.
frequentare strade "commerciali" come via cola di rienzo, via appia nuova, via nazionale o similari non se ne parla proprio. fanno cagare, sporche, squallide, degradate, caotiche di traffico e doppia fila e quindi da evitare per chiunque abbia un minimo di dignità e senso civico.

Anonimo ha detto...

In Spagna ho visto la polizia arrivare sui venditori ambulanti e spaccare tutto. Ma in Spagna la politica ha le palle.
Comunque ottimo articolo.

Anonimo ha detto...

Sono un commerciante romano che per anni in zona viale Marconi ha combattuto le bancarelle non in quanto tali ma almeno per il rispetto delle regole relative alla misura dei banchi del divieto di appendere la merce al fatto di non poter aprire gli ombrelloni se non in caso di pioggia e non ultimo i generatori per l illuminazione rumorosi ed inquinanti più di un Malaguti 50 del 1974!!!!!....NULLA!!! Municipale assente, qualche controllo e niente più, non si prendono responsabilità!
Perché non si reagisce? La quasi totalità dei proprietari di licenze ambulanti sono Ebrei, la maggior parte dei commercianti Romani sono Ebrei, l'unico che ottenne da Veltroni lo spostamento dei banchi da Viale Marconi a piazza Fermi e via Grimaldi, uccidendole, fu la Feltrinelli.

Anonimo ha detto...

Bellissimo e illuminante post, il cui pensiero di fondo mi sento di condividere appieno.

Purtroppo la cecità (o finta cecità?) delle amministrazioni di questa città sta portando al collasso un potenziale bacino economico potentissimo quale Roma rappresenta.

Unica arma a nostra disposizione è far pervenire il nostro disappunto nei confronti di queste politiche, senza arrendersi mai e insistendo fino allo sfinimento.

Anonimo ha detto...

C'è un altro aspetto importantissimo da sottolineare. Le bancarelle davanti agli ingressi dei grandi magazzini (ad esempio quelle davanti a Coin in Via Cola di Rienzo) rappresentano un grande pericolo per la sicurezza. In caso di evacuazione dal negozio, per incendio, minaccia bomba, ecc., il deflusso delle persone sarebbe fortemente ostacolato dalle bancarelle situate a pochi metri dalle porte, con le conseguenze che si possono immaginare. Dobbiamo aspettare che qualcuno si faccia male prima di prendere provvedimenti?

diego ha detto...

La miopia di di chi invoca la possibilità di acquistare cianfrusaglie a basso prezzo per poi ritrovarsi il figlio disoccupato costretto ad emigrare all'estero...
No, francamente le bancarelle non offrono nessun servizio...ma solo distruzione del territorio, miseria e disoccupazione.

Anonimo ha detto...

mi sento di concordare
1. sul livello infimo dei commercianti romani, boni solo a protestare quando si cerca di ristabilire la legalità come a via merulana (a proposito hanno vinto loro, ormai la doppia fila si è ristabilita)
2. sul forte sospetto che dietro ai mancati controlli di vigili e amministratori ci sia un magna magna generale

Anonimo ha detto...

ho fatto un sogno via tutte le bancarelle da roma e via la famiglia TREDICINE bos delle bancarelle. sig. sindaco lo vuole capire che roma fa veramente schifo da quando c'e' lei al comando!!!!!! Via lei, la giunta, il consiglio insieme ai minisindaci tutti via da roma con le bancarelle.

Anonimo ha detto...

finalmente l'articolo centra il problema...
altro che monumenti e sovrintendenza. tutta roma è invasa dai bancarellari e tutti i marciapiedi ormai sono 'cosa loro'

Anonimo ha detto...

le mafiette (bancarellari e non solo) portano voti e nessun sindaco ha le palle e la volontà politica di andare a disturbarle

marino aveva promesso la rivoluzione della legalità ma dopo più di un anno si è distinto solo per parlare dei tossici ("liberalizzare le droghe", come se poi spettasse a lui parlarne e non al parlamento), aumentare sussidi e alloggi agli immigrati (con i soldi dei già tartassati romani), cambiare nome agli zingari (di questo si che ne avevamo bisogno) e andare al gay-pride.

Insomma, questo ometto va girando occupandosi di tossici, immigrati, zingari e gay e nel frattempo il degrado dilaga come mai visto prima. Credo che Roma andrebbe immediatamente commissariata. Qui ci vogliono misure drastiche ed urgenti, e questa giunta è davvero fuori dalla realtà.

Anonimo ha detto...

perché la finanza è sempre pronta a controllare negozianti e imprenditori italiani e nessuno tocca i cinesi ? Perché il vero problema è che la merda venduta alle bancarelle è tutta di produzione e distribuzione cinese. E' li il vero cancro.
Mettersi i cinesi in casa è un suicidio economico (e sociale) ma evidentemente questa classe politica si è venduta pura l'anima al diavolo.

Anonimo ha detto...

Articolo ben fatto: FINALMENTE si comincia a fare chiarezza sul fenomeno tutto romano dell'invasione dei banchi "ambulanti".

Una cosa voglio nuovamente ribadire:
-Il commercio ambulante romano come si è venuto a configurare negli ultimi 15 anni ha fatto CONCORRENZA SLEALE a tutte le altre forme di commercio rionale e ha FATTO CHIUDERE migliaia e migliaia di piccoli negozi di quartiere e FATTO LICENZIARE decine di migliaia di commessi.

Queste forme di commercio ambulante proliferano solo grazie ad una sistematica EVASIONE FISCALE, utilizzo massiccio del LAVORO NERO mancato rispetto del CdS e delle regole di Convivenza Civile.

Il ripristino della piena LEGALITA' nel commercio romano è IL PRESUPPOSTO INELUDIBILE per portare SVILUPPO ECONOMICO A ROMA.

@dottopav

Anonimo ha detto...

Io, però, mi permetto di fare una critica a questo articolo e spiego i perché:

1- nell'articolo si parla di "concorrenza sleale", come se le bancarelle e i negozi vendessero gli stessi articoli ma a prezzi più bassi. Chiunque abbia visto dal vivo queste bancarelle sa benissimo che, invece, vendono chincaglieria cinese e roba di infima qualità.
Se io debbo comperarmi un paio di Nike, Adidas, una polo Lacoste, etc. che vado alle bancarelle?
Gli unici commercianti ai quali fanno concorrenza (perché più o meno vendono la stessa roba) sono i cinesi. Ma non è escluso che gli stessi facciano parte del sistema.
Il commercio tradizionale è stato messo in ginocchio dalle vendite su internet, che offrono gli stessi prodotti a prezzi più bassi, non certamente dalle bancarelle che sono sempre esistite, ma erano familiari, non riunite a pochi proprietari come ora.

2- nell'articolo si parla di "famiglie" che gestiscono le bancarelle, ma io non ci ho mai visto lavorare un italiano, sono tutti del Bangladesh stipendiati. Nessuno dei bancarellari è il titolare della licenza.
Quella delle bancarelle è in realtà una Holding, una "S.p.A." molto più estesa di quel che si crede e ha monopolizzato il mercato del low cost, tanto amato dai romani che amano "sbancarellare" nei mercatini...

Io non escludo che molti commercianti "tradizionali" non abbiano una parte di quota di questa altra holding del commercio a poco prezzo. Non ci avete pensato?

anonymous ha detto...

Interessante articolo che pone domande alle quali non si trovano risposte.Ma chi permette a queste persone di continuare ad operare illecitamente e perche i romani ed i turisti continuano a sovvesionarle con i loro acquisti?E i negozianti cosa fanno..?
Torno a Roma citta natale una volta all'anno ,e mi riempie di tristezza vedere quest amata citta essere vittima di se stessa ,malcurata , dove la criminalita la fa da padrone ,dove le regole e le leggi sono rispettate da ben pochi ,dove le strade sono infestate da ladruncoli e venditori di paccotaglia e dove presenti e precedenti amministrazioni sembrino non avere la volonta di adottare una mano pesante per liberare la citta da questa morsa di continuo e crescente degrado.
( a meno che Obama non e in citta )
Un degrado del quale i romani sembrano essersi rassegnati .....Triste veramente!

anonymous ha detto...

Interessante articolo che pone domande alle quali non si trovano risposte.Ma chi permette a queste persone di continuare ad operare illecitamente e perche i romani ed i turisti continuano a sovvesionarle con i loro acquisti?E i negozianti cosa fanno..?
Torno a Roma citta natale una volta all'anno ,e mi riempie di tristezza vedere quest amata citta essere vittima di se stessa ,malcurata , dove la criminalita la fa da padrone ,dove le regole e le leggi sono rispettate da ben pochi ,dove le strade sono infestate da ladruncoli e venditori di paccotaglia e dove presenti e precedenti amministrazioni sembrino non avere la volonta di adottare una mano pesante per liberare la citta da questa morsa di continuo e crescente degrado.
( a meno che Obama non e in citta )
Un degrado del quale i romani sembrano essersi rassegnati .....Triste veramente!

Anonimo ha detto...

gent anonimo giugno 09, 2014 10:44 AM

Vorrei fare qualche considerazione al punto 1 del tuo interessante commento

Gli ambulanti sono sempre esistite e sempre esisteranno, MA quello che è successo a Roma negli ultimi 15 anni è che c'è stata una ingiustificata proliferazione degli ambulanti dovuta a non sempre chiare motivazioni politiche di interesse di piccoli gruppi. Come tu stesso hai notato gran parte dei banchi non è gestita da italiani ma è stata data -da italiani -in gestione a stranieri.

Per quanto riguarda la concorrenza di internet è vero che ha portato via del lavoro ai piccoli negozi MA è una forma di concorrenza che paga Iva e altre tasse e quindi è legittimata a stare sul mercato.
INVECE gran parte del COMMERCIO AMBULANTE ROMANO vive di Evasione IVA, evasione di contributi sul lavoro, vendita di merce contraffatte e non a norma.

@dottorpav

Anonimo ha detto...

Vabbene pero' l'asessore del posto infettato da queste blatte riscuote denaro per il permesso obbligatorio. No, chiedo per il semplice motivo che non posso credere che il bancarelismo sia un fenomeno abusive. Ognuno ha il suo posto fisso, ergo, qualcuno viene pagato. E chi e' costui, o costei?

Anonimo ha detto...

Guardate che il commercio su Internet potrebbe anche essere un’opportunita’ per i negozi a Roma. Il problema e’ che non si sanno organizzare per usarlo, o non hanno voglia.

Esperienza personale – io vivo all’estero, e un mio collega di qui e’ andato in viaggio a Roma con la famiglia allargata (6-7 persone). Per fargli una sorpresa volevo organizzare una consegna di dolci all’albergo da una nota pasticceria romana. Vedo che la pasticceria ha un sito web – un po’ primitivo, ma esiste. Mando un messaggio via l’interfaccia “contattateci”, non mi arriva risposta. Dopo un paio di giorni telefono e spiego la situazione. La commessa al sentire che pagherei con carta di credito (e come altro?) immediatamente mi dice che devo richiamare per parlare con i titolari. Dalla voce trapela la soddisfazione di aver sistemato il rompiscatole che voleva spendere 200 euro. Richiamo piu’ tardi, la titolare almeno capisce la situazione e mi da’ un altro indirizzo di email a cui inviare l’ordine. Cosa che faccio, raccomandandomi che venga consegnato in una data specifica di li’ a qualche giorno. Arriva la data, il mio collega non da’ segno di vita e mi insospettisco. La sera scrivo all’email, nessuna risposta, il giorno dopo chiamo il negozio e mi dicono che controlleranno. Mi arriva un messaggio la sera dopo dicendo che c’e’ stato un problema nella consegna (considerate che pasticceria-albergo sono 300 metri) e i dolci sono stati consegnati il giorno dopo. E meno male che il mio collega era ancora li’. E meno male che avendo capito l’andazzo, ho chiamato per controllare.

Insomma per spendere 200 euro, in un modo che qui sarebbe del tutto ordinario, ho dovuto fare i salti mortali e sentirmi un rompicoglioni. E questa e’ una grande pasticceria. Commercio in crisi? Ma se lo meritano.

Anonimo ha detto...

SOTTOSCRIVO OGNI SINGOLA PAROLA.

ROMA E'STATA VOLUTAMENTE LASCIATA NELL'ANARCHIA PIU' TOTALE ED ORA E' TUTTA UNA BANCARELLA, COME IN NESSUN ALTRO POSTO DELLA TERRA!

BASTA BANCARELLE! Uccidono il commercio regolare e stanno uccidendo Roma!

Anonimo ha detto...

il danno economico è evidente ma va esteso anche alla miriade di pseudo-frutterie e minimarket ormai spesso definiti bangla-shop, i quali si guardano bene dal fare scontrini e spesso vendono roba di provenienza almeno dubbia (dove sono i vigili ? dov'è la finanza ?)

ma il danno di immagine è altrettanto grande. Gli ultimi dati sul turismo vedono il tracollo di Roma e tra le cause principali ci sono i servizi (trasporti considerati da terzo mondo) e il degrado, la sciatteria, la sporcizia. Nel caso delle maledettissime bancarelle, oltre a rendere roma un grande suk, c'è il problema dei furgoni-scassoni con annesso generatore e, spesso, teloni e coperture del tutto indecenti. Per non parlare del fatto che questa massa di asiatici e africani assoldata alla vendita, vive di fatto in strada, dove mangia, beve, si lava (alle fontanelle, l'ho visto coi miei occhi) e piscia (spesso accanto ai cassonetti o in qualsiasi angolo pseudo-verde dove ormai l'odore di urina dilaga). Insomma, roma come l'africa o il bangladesh. Grazie politici.

Anonimo ha detto...

RICORDO A TUTTI (E ALLE QUESTURE, PREFETTURE, SE SI DEGNANO DI LEGGERE) CHE E' ANCORA IN VIGORE UNA MISURA DI SICUREZZA (ADOTTATA DOPO GLI ATTENTATI DI MADRID CREDO, O FORSE DOPO L'11 SETTEMBRE) CHE VIETA OGNI FORMA DI STRUTTURA (COMPRESE LE BANCARELLE) ENTRO 200 METRI DA VARI PUNTI A RISCHIO, COMPRESE LE STAZIONI DELLA METRO.

AVETE PRESENTE LE STAZIONI FLAMINIO O PONTE MAMMOLO TANTO PER FARE DUE ESEMPI ?

IN CASO DI ATTENTATI O COMUNQUE SITUAZIONI DEL GENERE, CHI RISPONDE DELLA MANCATA APPLICAZIONE DI QUESTA MISURA ?

PERCHE' FORSE SAREBBE BENE INIZIARE A DENUNCIARE (NON SOLO IN TERMINI INFORMATIVI, MA ANCHE PENALMENTE) TUTTA UNA SERIE DI ISTITUZIONI (SINDACO ? PREFETTO ? ETC)

Romamia ha detto...

I cittadini, uniti, dovrebbero fare una grande manifestazione sotto al Campidoglio contro questo assurdo ambulantato che sta dilagando come la peste. La città è dei romani no di questi 4 bancarellari prepotenti. Proprio davanti al nuovo negozio di Tiffany & Co. del Coin Excelsior di Cola di Rienzo c'è un mega orribile banco zeppo di paccotaglia. Immaginate la
stessa situazione davanti a Tiffany di N.Y.? Manco 5 secondi...

Anonimo ha detto...

il problema è tutto politico:
1)le mafie (bancarellari, cartellonari, etc) portano voti e gestiscono tante bustarelle
2) non sanno come gestire la massa sterminata ed in continuo aumento di immigrati e preferisco l'accattonaggio e l'illegalità all'aumento esponenziale della criminalità (ma spesso le cose coincidono)

insomma, se continui a far entrare milioni di persone (è stato calcolato che ognni immigrato costa allo stato, quindi a noi, ben 1600 euro al mese) e se continui a venire a patti con le mafie, questo problema non lo risolverai mai

servono quindi 2 azioni immediate:1) il ripristino della legalità e dell'ordine (se i vigili non bastano perché non chiamare carabinieri e/o esercito ?)
2) espellere una marea di immigrati senza lavoro e respingere nuovi arrivi

il resto sono chiacchiere da salotto, e marino tutto è meno quello che davvero servirebbe a roma

Anonimo ha detto...

Anche a Londra i corner-shop o mini-market che vendono generi di prima necessita’ sono tutti gestiti da asiatici. Quindi in se’ questi negozi non sono la causa del degrado. Anzi essendo attivita’ per natura a basso costo e basso investimento, non c’e’ niente di strano che siano i primi a passare in mano agli immigrati, che magari lavorano fino alle 10. Casomai era la tabaccheria con le boiserie di legno ad essere un’anomalia non sostenibile prodotta dal monopolio, e prima o poi doveva sparire.

La differenza pero’ e’ che a Londra questi negozi pagano le tasse, non buttano i rifiuti per strada, e chi ci lavora non va a pisciare dietro l’angolo. Cioe’ come al solito quando uno ha brutte abitudini di suo, e nessun controllo che queste non peggiorino, poi si trova impreparato a gestire situazioni nuove…

Anonimo ha detto...

in italia entra un immigrato ogni 10 secondi

altro che bancarelle... quando anche il comparto "illegale" sarà saturo, allora vedrete cosa significherà essersi messi in casa milioni di desperados che non hanno nulla con cui andare avanti e nulla da perdere

questa non è "accoglienza", questa è un'invasione

questa non è "integrazione", questo è un suicidio economico e sociale

quando si sveglierà la gente ?

Anonimo ha detto...

incapacità ?
corruzione ?
entrambe le cose ?

in ogni caso questo sindaco se ne deve andare. Dopo un anno la situazione (anzi tutte le situazioni del degrado romano) sono peggiorate

bancarellari, abusivi, cartellonari, vandali, zingari sono i padroni della città

trasporti, strade, nettezza urbana e tutti i servizi sono precipitati

le tasse locali nel frattempo sono aumentate

ma dove vanno a finire tutti questi soldi visti i risultati ?

se roma fosse un'azienda, i cittadini gli azionisti e il sindaco l'amministratore delegato, allora marino sarebbe stato cacciato via da un bel pezzo

eppure è proprio così che i romani dovrebbero ragionare, al di fuori delle logiche politiche

noi siamo quelli che pagano e che in cambio ricevono servizi da terzo mondo

e noi dobbiamo pretendere che gli incapaci che gestiscono i nostri soldi se ne vadano subito

Boy ha detto...

Il degrado c'è, ma c'è anche tanta gente che compra, non dimentichiamocelo. Non credo che la colpa sia 'solo' dei commercianti inermi (è tutto da vedere), ma anche e SOPRATTUTTO di chi continua a comprare ciarpame da questa gente. I risparmi di Maria Calzetta: spendiamo 900 euro di iPhone (per mandare 4 cazzate su Fb e fare giochini idioti, utilizzando il potenziale dello smartphone sì e no al 15% delle sue possibilità, ma fa tanto figo) e poi affolliamo le bancarelle per comprare la custodia tarocca a 5 euro. I primi pulciari siamo noi, punto e basta. Un bell'esame di coscienza non può che farci bene ogni tanto. Che poi si possa e si debba fare tanto altro, ci sta pure. Prima, però, agiamo con coscienza noi!

Andrea ha detto...

Il solo nome bancarella ormai mi vomitare!! Non riesco neanche a guardarle, mi fanno talmente schifo. Ma poi, notate che NON hanno neanche la minima civiltà di ed usare un cestone sotto per buttarci tutta la loro maledetta cartaccia. NO, è più semplice buttarla sotto, e poi quando arrivua il vento ce la troviamo tutta in mezzo alla strada. Only in Rome!!!

Anonimo ha detto...

Ognuno fa il proprio gioco: chi vende, chi compra, ma i soldi nelle tasche sono sempre pochi. Non basta cambiare la giunta comunale, servono nuove disposizioni amministrative che intervengano proprio dove c'è n'è bisogno!

Anonimo ha detto...

Il problema dei negozi ai quali non va di lavorare esiste. Il commerciante romano medio sogna di comprare a 5 e a vendere a 100 (o 50 con dei finti sconti), impiegando degli schiavi senza contratto, pagati una miseria. Un'altra tipologia molto frequente di negozi, in questi ultimi anni, sono le coperture per riciclare denaro sporco. Credo di essere un romano abbastanza tipico: sono anni che non compro niente nei negozi perché ho pietà del mio portafoglio e non mi piacciono le fregature. Le bancarelle non cambiano niente, se la gente compra, vuol dire che la domanda c'è

claudio ha detto...

ma lo volete capire che lo straniero porta ricchezza! :D
ma lo volete capire che con il voto dato alla sinistra lo straniero con la coda di paglia ha piu diritti di voi?
Voi pensate veramente che i negozianti non abbiano protestato per la invasione di queste bancarelle?
Le bancarelle sono regolari hanno il permesso regolare dato dal comune di roma che ACCHIAPPA i soldi per tasse e occupazione pubbblica e se ne frega se poi tolgono il lavoro ai negozi tartassati......ma dai non è vero come disse qualcuno "gli stranieri portano ricchezza" dategli ancora il voto mi raccomando

Anonimo ha detto...

all'origine del problema c'è l'invasione di merda cinese che sta saturando (e fottendo) il comparto manufatturiero e del commercio

i prodotti cinesi (e dell'oriente in generale) dovrebbero essere sottoposti a dazi ma la nostra beneamata commissione europea ha pensato bene di toglere i dazi sul tessile asiatico e sulla frutta nord-africana, tanto i fottuti sono principalmente gli italiani

ma queste cose al TG non ve le dicono, vero ? certi personaggi che si riempiono la bocca di europa (a cominciare dal presidente della repubblica) dovrebbero pure spiegare agli italiani che noi in europa non contiamo un cazzo (così come spagnoli e greci) e che tanti danni sono proprio causati dalle politiche europee che tutelano solo i paesi del nord e centro europa

le bancarelle poi sono solo una conseguenza, tra poco i cinesi avranno il controllo totale del commercio a roma e le bancarelle non serviranno più

andatevi a vedere quanti negozi hanno comprato i cinesi a roma (per non parlare di case, capannoni, terreni, etc)

è da paura

e la beffa è che ci comprano con i soldi nostri

grazie a questa classe politica DI MERDA

Anonimo ha detto...

concordo qon quanto detto sopra. Infatti sono spuntate come funghi le frutterie e le bancarelle di prodotti tessili

la mafia delle frutterie è tutta in mano ai nord-africani

grazie a chi glielo consente

BOICOTTIAMO LE BANCARELLE E LE FRUTTERIE. CI STANNO FREGANDO. NON PORTATEGLI SOLDI E CONVINCETE TUTTI A FARE LO STESSO.

Anonimo ha detto...

solo in via baldo degli ubaldi ho visto in questi ultimi mesi chiudere una decina di negozi italiani e riaprire sotto i cinesi

i cinesi non rispettano le regole (di nessun tipo). Ecco perché si arricchiscono mentre noi siamo tartassati. E poi assumono altri cinesi (spesso clandestini, tanto non è nemmeno più reato).
E così via.

Altro che i barcono degli africani. Quelle sono zecche. I cinesi in confronto sono un vero cancro.

Ma l'immigrazione fa bene al paese, vero ? (Così dice qualcuno)

Anonimo ha detto...

I CINESI (E TUTTI GLI ASIATICI) NON ARRIVANO CON I BARCONI, MA CON L'AEREO E UN BEL PERMESSO TURISTICO (DA NON CREDERE) RILASCIATO DALLA NOSTRE AMBASCIATE
(CHI CI MANGIA ???)

MA COME CAZZO SI FA A RILASCIARE MILIONI DI PERMESSI TURISTICI A CINESI, BENGALESI, PAKISTANI, CINGALESI, ETC ETC ?

SIAMO PROPRIO DIVENTATI LA VIGNA DEI COGLIONI !!!

GRAZIE AI NOSTRI POLITICI BUONISTI DELLA MINCHIA.

Associazione Bastacartelloni-Francesco Fiori ha detto...

Anche noi denunciamo da molti anni la situazione inostenibile nascosta e mascherata da frasi giornalistiche a effetto:

http://www.bastacartelloni.it/2013/05/i-due-problemi-del-commercio-ambulante.html

Come nostro solito, ci siamo documentati. Abbiamo studiato a fondo la materia. E abbiamo avanzato delle proposte di riforma. (pag. 4 del seguente link) Volendo, potrebbero divenire una piattaforma comune dei blog antidegrado:

https://docs.google.com/file/d/0B3YGMrmn6LWaNC1kTXl6a1BaVDA/edit?pli=1

Anonimo ha detto...

Bene, ottime parole, splendide intenzioni, ma che aspettiamo? Ormai iniziamo ad essere tanti. E chiediamo una cosa sola: rispetto delle regole! Passando alle questioni burocratiche, perché non ci rechiamo da un notaio, depositiamo legalmente attraverso un atto notarile il nome del nuovo movimento (Roma Fa Schifo) insieme al suo obiettivo politico e ad un logo personale che in qualità di “marchio” - inutile dirlo - dovrà essere assolutamente originale. Per fare ciò basta essere in tre (e noi siamo molti, ma molti di più), per rappresentare le cariche istituzionali previste dalle legge italiana: quelle di Presidente, Segretario politico e Tesoriere. 
Fatto ciò si apre una regolare partita IVA e si chiede l'iscrizione alla Prefettura, indispensabile se si vuole partecipare alle elezioni. Tutto ciò affinché le nostre parole possano assumere valore trasformandosi in fatti!

Anonimo ha detto...

Bell'articolo. Ma il commento più bello è quello relativo alla pasticceria ed all'arretratezza culturale in cui versa il commercio romano.
Internet potrebbe essere un'ottima opportunità ma viene usata solamente per cose futili. All'estero l'hanno capito e stanno investendo molto su questo.
Noi....



Anonimo ha detto...

...è semplicemente vergognoso!!!
come si è arrivati a tanto?
chi ci ha venduto e tradito?
e ora?

Anonimo ha detto...

Le bancarelle sono un problema e non si discute, ma poichè è il mercato a dettare legge, un bell'esame di coscienza dei commercianti romani, no?
Non è solo un problema di soldi, ma anche di coe si viene accolti. Ogni volta che entri in un negozio viene accolto con fastidio e maleducazione, quasi fossi uno scocciatore e non uno che ti porta soldi.

Associazione Bastacartelloni-Francesco Fiori ha detto...

anonimo giugno 09, 2014 8:44 PM, l'esperienza dice che siamo tanti nei commenti, ma pochi nei fatti. E la politica, intesa in senso civico, necessita unità di vedute e approccio che molto spesso, anche tra noi, mancano e sono mancate. Un coordinamento sarebbe la cosa giusta, ma ritorniamo al punto di prima, su quali basi, quale impegno collettivo, quale programma? Quest'ultimo, già c'è. Lo abbiamo presentato l'anno scorso ai candidati sindaco del centrosinistra e a quelli indipendenti. E' parte del programma sul decoro di Ignazio Marino (non del PD!) e del Movimento 5 stelle. Lo abbiamo illustrato a presidenti e assessori di municipio, associazioni, comitati. E' un punto di partenza di un'attività di consiglio e persuasione che certi atteggiamenti radicali, però non aiutano. E' per questo che serve un coordinamento su basi comuni. E con un nome che unisca e non divida (con tutto il rispetto per RFS, che sappiamo essere una provocazione). Ma oltre te, uno che scrive nei commenti e noi resistenti, chi altro è disposto a partecipare con queste premesse?

Romamia ha detto...

Io sì. Il programma e l'obbiettivo è semplice e chiaro. Senza tanti giri di parole, deve essere solo "lotta al degrado", senza se e senza ma, in tutte le sue manifestazioni.
Tralasciando l'idea di un movimento politico concordo nel costituire un unico grande comitato che raggruppi sia associazioni, già costituite, che cittadini di buona volontà di tutta Roma. In questi casi quello che da forza è il numero dei partecipanti attivi. Più siamo più ci sentiranno.

Anonimo ha detto...



-----Original Message-----
From: ADV [mailto:anddevit@gmail.com]
Sent: 10 June 2014 08:05
To: Andrea De Vitis
Subject:

Anche per l'abbigliamento il discorso su internet è simile alla storia della pasticceria. Penso per esempio a una sartoria che fa camicie artigianali. All'estero questa si metterebbe immediatamente a vendere su internet, creandosi un mercato oltre Roma e magari oltre l'Italia. In Inghilterra www.ctshirts.co.uk ha fatto proprio questo. Ma bisogna avere in magazzino tutte le taglie e i colori, non come a Roma che metà delle volte fai un viaggio a vuoto perché quello che volevi è "terminato". Bisogna anche avere un sito web funzionale, gestire la merce che torna indietro per un cambio di taglia, e tante altre cose che i commercianti a Roma sono troppo disorganizzati o pigri per fare. Mettiamoci pure l'arretratezza dei servizi in generale (per esempio, le poste) e si capisce che il settore e' fermo al 1975. Pensiamoci prima di dare la colpa ai cinesi, agli ebrei o a internet.

Le bancarelle di Roma fanno schifo e vanno combattute, ma attenzione che i commercianti non se ne approfittino per sopprimere la concorrenza e nuove iniziative.

Stefano ha detto...

Via TUTTE le bancarelle da Roma. Chiunque compri del ciarpame bancarellato si rende complice del degrado di questa città!

Camorra impera ha detto...

non ho avuto il tempo di leggere tutti i commenti ma vi siete dimenticati dello scandalo nello scandalo:
I VENDITORI ABUSIVI DI FIORI
che presidiano militarmente con apini targati NA e accento spiccatamente partenopeo ogni angolo della città.
Naturalmente esentasse e senza ombra di scontrini fiscali.
tempo fa Repubblica pubblicò un dossier che indicava alcune "famiglie" campane tra gli organizzatori del business e faceva riferimento ad inchieste della magistratura.
Ovviamente tutto messo a tacere e 200 negozi di fiorai e vivai chiusi nel solo 2012 a Roma. Paradossale ed emblematica la situazione in Via della Pineta Sacchetti dove poco tempo fa ha chiuso un noto vivaio ma gli apini dei venditori abusivi vengono parcheggiati per la notte in uno spazio attiguo al vivaio chiuso.
No hope.

Anonimo ha detto...

Sul fatto che siano ebrei la disturba molto? Le rammento che la religione ebraica poco c'entra col degrado che si vede oggigiorno. Io sono di religione ebraica e titolare di licenza commerciale ambulante da 48 anni e mai, ripeto mai, ho trasgredito alle norme di onestà, buona educazione e civiltà, sia con lo stato italiano che con i miei clienti. Pago regolarmente le imposte erariali, pago ogni imposta comunale e svolgo la mia attività in assoluto rispetto delle norme vigenti in materia commerciale. Forse, in quello che anima la sua ribellione, non c'entra affatto il degrado che vede (di certo non a causa mia o dei miei correligionari) ma piuttosto da un qualcosa che ha odore di antisemitismo strisciante, cosa questa punibile dalla legge costituzionale italiana. Le rammento comunque, e solo per dovere di cronaca, che gli ebrei popolano Roma da più di diecimila anni e voi cattolici (presumo che lui sia cattolico) da soli 2014 anni. Quindi caro anonimo, le consiglio di informarsi meglio prima di accusare un'etnia religiosa, pensi piuttosto ad andare a sbattersi il petto in qualche chiesa, che a Roma non mancano di certo, e reciti il mea culpa per non aver brillato nel commercio, perchè questo suo atteggiamento colpevolizzante verso gli ebrei, somiglia moltissimo a quell'aria che si respirava negli anni 30-40 in Germania, la stessa aria che sfociò in quello che Lei certamente saprà. Ossequi

Anonimo ha detto...

Io vorrei sapere perché ci sono tanti stranieri che non parlano neanche l'italiano ma come fanno ad avere la licenza? Perché non si fanno i controlli? Non sanno una parola di italiano. .....

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