Il rapporto malato tra pubblico e privato spiegato con una semplice aiuola di Trastevere

27 febbraio 2017
Cosa è pubblico? Cosa è privato? Quando un privato è anche pubblico e quando un pubblico viene inesorabilmente - e magari illegamente - privatizzato? Cosa è comune? E quali confini ci sono tra queste definizioni? In Italia e in particolare a Roma la sensibilità verso questi concetti è totalmente sfalsata rispetto a tutto il resto dell'occidente evoluto. Gli stessi termini sono travisati: nella retorica squallida ma ormai smascherata dei Movimenti "spazi pubblici" che vengono requisiti illecitamente da privati, ad esempio con le occupazioni, vengono chiamati "beni comuni" proprio nel momento in cui vengono sottratti alla comunità e rubati da un gruppo di individui che perseguono obiettivi di potere o di business e dunque tecnicamente privatizzati.

All'estero tutti questi steccati creati ad arte per favorire i prepotenti e i profittatori non esistono. Non esistono ne nelle normative e neppure nella mentalità delle persone. A Londra il municipio della città, il City Hall, si trova in un'area... privata. Edificata da privati, manutenuta da privati, videosorvegliata da privati. Un'area dunque impeccabile e perfetta per una frequentazione che però è "pubblica" h24: in definitiva un bene comune al quadrato, sia per le disponibilità che offre alla comunità, sia per il fatto che questa offerta neppure grava sulle tasse dei contribuenti. Un doppio vantaggio laddove a Roma siamo abituati, basti pensare alla vicenda dello Stadio della Roma, solo a doppi svantaggi, a danni che si sommano a beffe.


Un piccolo esempio di questo ragionamento lo possiamo trovare da qualche tempo a Piazza Belli, nel cuore di Trastevere. Il video, crediamo, è molto eloquente seppur semplicissimo e ingenuo. C'è la parte puramente "pubblica" dell'area verde che decora la piazza, una parte pubblica buia, triste, abbandonata, non manutenuta, piena di spazzatura, potenzialmente pericolosa e ricovero di malintenzionati. C'è poi la nuova parte "privata", realizzata da Confcommercio che qui ha sede (e che no, purtroppo non ci paga per questo articolo, ma se lo volesse fare sarebbe assai bene accetta!), che però come si può ben vedere è l'unica parte a dare un minimo di lustro e di dignità a tutta una piazza che è "pubblica". Un esempio per parlare del tutto. In una città abituata a considerare il suo suolo pubblico (che è la prima ricchezza di ogni ente territoriale) solo come merce di scambio elettorale (cartellonari, bancarellari, tavolini) e non come cosa da cui estrarre un valore economico da investire poi immediatamente in qualità urbana condivisa.


Il rapporto tra enti pubblici e operatori privati deve modularsi nella direzione del bene comune, incluso nel bene comune anche il benessere delle aziende beninteso. E' un ragionamento che qui è difficile da affermare, ma che, se si affermasse, potrebbe determinare la trasformazione della città in senso positivo senza l'investimento di un solo euro di tasse dei contribuenti. "Io ti faccio fare quello che mi chiedi per il tuo benessere economico, specie se è di qualità, ma tu mi devi convincere dandomi in cambio più cose possibile per il benessere civico di tutti". E' il ragionamento che si fa in tutte le città del mondo salvo che in una. Anzi qui magari qualcuno rimpiange la situazione precedente, quella della foto qua sopra, con il suolo pubblico usato non per il verde ma come parcheggio più o meno abusivo. Anche perché la mentalità malata del romano medio riguardo al concetto di pubblico e privato parte proprio dal suo rapporto incestuoso con la propria autovettura e la sua sosta: la più clamorosa privatizzazione di spazi pubblici.

14 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Io ormai ho deciso, me ne vado all'estero e fonderò una società altrove. Tanto in questa città di merda l'unico che stava mettendo apposto le cose lo hanno silurato. Non c'è più speranza

Anonimo ha detto...

scrivete a peppe e tutto si sistema

Dario ha detto...

E perchè Confocommercio ha riqualificato solo l'orticello davanti la sede, e non tutta la piazza?

Anonimo ha detto...

Si sono limitati a "spazzare la porta di casa", come fa la mia vicina di casa, che raccoglie le foglie davanti al suo cancello senza aspettare che passi l'ama per fare la duchessa con le amiche. Che c'entra con il rapporto economico tra pubblico e privato nella gestione dei servizi?
Come funziona il rapporto pubblico-privato in Italia lo illustra il generale sfascio, che deriva dalle deleghe del primo al secondo, a spese del primo: si va dai cantieri sanguisuga ed eterni di metro c, alle esose colate di cemento su Pompei e sul Teatro San Carlo per volontà di nastasi, alla epopea infinita della salerno reggio calabria che ha nutrito ditte mafiose per decenni, all'asfalto sbriciolato delle strade di Roma, alla qualità infima del personale ospedaliero assunto tramite interinale, ecc. ecc.

Anonimo ha detto...

e intanto per te, stupido blogger, in questa città disastrata la priorità è lo stadio della roma

Anonimo ha detto...

Non c'é bisogno: basta scappare da Roma e andare a Milano.. non potrai mai immaginare le abissali differenze che ci sono.. qui il pubblico (politici dx e sx compresi) lavorano bene, sono al servizio del cittadino..

Anonimo ha detto...

La priorità dovrebbe essere quella di investire e creare lavoro, cioè quello che devono fare gli imprenditori. Lo Stato si deve occupare di scrivere le regole e basta perché se inizia a distribuire sussidi e stipendi si finisce male.

Diego ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Diego ha detto...

Nulla in contrario a interventi privati che siano funzionali al bene comune. Tuttavia stiamo attenti alla retorica del privato sempre buono e bello, e del pubblico sempre brutto e cattivo, che poi è la retorica che in questi ultimi 30 anni ha prodotto disastri economici e amministrativi inenarrabili.
Per capire cio' basta guardarsi le immagini e i video degli spazi pubblici di Roma fino agli anni 60. Spazi pubblici gestiti da enti PUBBLICI. Ok? Non c'è neanche il barlume del degrado che affligge la Roma di oggi, pare un altro contesto, un alra città.
Dunque è semplicemente falso che una struttura pubblica per il sempice fatto di essere tale non sarebbe in grado di assolvere in maniera efficiente e con pochi costi opere di manutenzione pubblica. Molto dipende probabilmente da quali sono i contratti che regolano il lavoro nelle strutture pubbliche ma soprattutto dipende dalle risorse (non a debito) che le amministrazioni locali sono in grado di mettere in campo.
E' un discorso economico più ampio che riguarda le scelte errate di politica economica e monetaria prese dal nostro paese negli ultimi 30 anni. Tutto si lega, anche il degrado crescente di Roma, è in parte dovuto a tale contesto.


Anonimo ha detto...

nun ci stanno li sordi ... per realizzare le opere, ma rubarseli li trovano sempre!!
qualcosa non torna, o ci stanno o non ci stanno .

Anonimo ha detto...

Un'altra foto riguardante Roma con annesso sputtanamento planetario......

http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/02/27/foto/roma_la_buca_non_e_coperta_bene_il_ciclista_finisce_nella_voragine-159366174/1/?ref=RHPPBT-BS-I0-C4-P5-S2.4-F4#1

Grazie Uolter, Giannuccio, e Virgi.....

Anonimo ha detto...

Un anno al potere e Roma rimane una fognatura, e lui sorride e si difende come se noi fossimo ciechi e sordomuti. Ma, con quale coraggio si presenta in video.

Anonimo ha detto...

Roma è bellissima io ci vivo! E sono pure PERUFFO COL CIUFFO! Felicissimo di esserlo !!!!

RomaNNaro ha detto...

A me me scappa da cacà, ce se po lassa 'n ricordo su quaaa fratta privata o m'aaa devo da fa 'ddoossso?

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