Palazzina crollata a Ponte Milvio? Ne crolleranno molte altre. Ammenoché...

5 ottobre 2016
Mi è capitato di vedere l'altro giorno la palazzina crollata a Roma Nord, in zona Ponte Milvio. Si tratta di una fattispecie che vedremo spesso nei prossimi anni, a causa della scadente edilizia post-bellica che ha imbruttito tutte le nostre città e la Capitale in particolare: ogni immobile ha infatti un suo ciclo di vita e il ciclo di vita del cemento armato è noto.

Come avete scritto sul blog, l'unica prevenzione è demolire e ricostruire questi edifici. “Il cemento non è eterno: bisogna rottamare gli edifici senza qualità e non antismici realizzati tra il 1945 e il 1972/75, la cosiddetta mondezza del dopoguerra”, diceva un luminare come Aldo Loris Rossi. Non a caso, da quanto si legge, altri 7 palazzi - solo nella zona di Roma Nord - sarebbero a rischio crollo.

Oggi ci sono gli incentivi - detrazione fino al 65% - per ricostruire la palazzina crollata. L’ENEA applica l’ecobonus anche alla fattispecie (articolo 3 lettera d) del TUE ) di demolizione e ricostruzione a pari volumetria. Inoltre, è stato da poco approvato anche un regolamento specifico per la riqualificazione dei condomini. Il Provvedimento 43434 dell’Agenzia delle Entrate del 22 marzo 2016 prevede la possibilità di cedere il credito alla ditta che si occuperà dei lavori. E' necessaria una delibera assembleare che approva gli interventi. La ditta, a sua volta, dovrà comunicare al condominio l’avvenuta accettazione del credito a titolo di pagamento di parte del corrispettivo. Dunque, lo sconto del 65% sui lavori da effettuare è immediato per i condomini. Non solo, ma ulteriori novità saranno previste in Finanziaria, come si apprende da molteplici fonti di stampa.

Quello che (non) sorprende è stato leggere le reazioni dei cittadini che abitavano la palazzina. Oggi non sanno cosa fare e che al momento vivono in condizioni precarie, appoggiandosi temporaneamente presso familiari, amici, seconde case o presso un Residence a spese del Municipio. Come è possibile che oggi non si riesca a programmare la ricostruzione di una semplice palazzina nella Capitale d'Italia? Eppure basterebbero due/tre mesi per l'iter burocratico in Municipio e presso il Genio civile (massimo 60 gg., come da regolamento regionale n. 16/2014), sperando non vi siano altri Enti competenti. Inutile dire che con un apposito intervento istituzionale si potrebbero anche ridurre tali tempi.

E' vero: Municipio, Genio civile (cioè la Regione), ENEA, Agenzia delle entrate, assemblea condominiale. Magari Sovrintendenza e altro ancora. Non è facile, ma questa è l’Italia. Epperò, affidandosi a dei bravi tecnici sarà un’impresa meno impervia di quanto possa sembrare.

Quanto tempo ancora le persone dovranno aspettare? Tra fondamenta (senza seminterrato: altrimenti, i tempi si allungherebbero di ulteriori due mesi) ed immobile, in soli altri due/tre mesi si potrebbe ricostruire la palazzina come era (si può farla anche più bella, eh)  con le tecnologie a secco, di cui oggi tante grandi aziende italiane possiedono già tutto il know-how. A chi subito pensa alla speculazione edilizia (?!?), basti ricordare che gli incentivi del 65% sono possibili solo in caso di demolizione/ricostruzione a pari volumetria, come ha statuito l’ENEA.

Intanto, si dovrà provvedere alla demolizione e allo smaltimento dei detriti della palazzina, in modo tale da mettere finalmente in sicurezza la zona. Si potrebbe immaginare una soluzione amministrativa innovativa (cd. “baratto amministrativo”, compensazioni, contributi, etc.) per sgravare i proprietari di tale onere e al accelerare in tal modo l'iter della ricostruzione. Ma qui entra in gioco la politica e quindi “passo e chiudo”.
GIANMARIO

46 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

L'idea mi pare ottima, tuttavia mi sfugge un dettaglio: vivo in una palazzina dei primi anni Settanta, ho acquistato l'appartamento otto anni fa e sto pagando un mutuo trentennale. Tra mutuo, bollette, spese condominiali (alle quali recentemente si è aggiunta una spesa di circa 3000 euro in sei rate per alcuni lavori indifferibili alle strutture del condominio) in famiglia arriviamo a fine mese perché lavoriamo in due e un salario se ne va proprio per la casa, ma non resta granché e basterebbe un imprevisto per mandare in crisi il bilancio famigliare. Dove li trovo i soldi per pagare un abbattimento e ricostruzione di casa mia? E disponendo di due salari ritengo di essere molto più fortunato di tanti altri...

Anonimo ha detto...

"....Si tratta di una fattispecie che vedremo spesso nei prossimi anni, a causa della scadente edilizia post-bellica che ha imbruttito tutte le nostre città e la Capitale in particolare: ogni immobile ha infatti un suo ciclo di vita e il ciclo di vita del cemento armato è noto..."
la piu' bella notizia da quanto sono nato.
il solo pensiero che tutte le schifezze architettoniche costruite in questa citta' crolleranno un giorno non lontano e' una notizia fantastica....

Anonimo ha detto...

Rispondo al signore qui sopra. Secondo te chi dovrebbe provvedere a ricostruire la tua palazzina? Lo Stato? Quindi tu compri un immobile fatiscente, senza prima avere in mano una perizia statica di un tecnico abilitato che ti assevera la qualità dell'immobile, senza avere in mano una cazzo di assicurazione che possa coprirti in caso di imprevisti e poi vieni qui a dire che con due stipendi non ce la fai?
Dimmi, ci stai prendendo in giro?
Ma perchè quando comprate una macchina usata da 2000 euro la fate vedere da un meccanico e quando invece comprate una casa da 200.000 ci mandate l'arredatore?
Non c'è stata nessuna scossa di terremoto ma il comune sta pagando il residence ad altri come te che l'appartamento a Ponte MIlvio se lo potevano permettere ma 300 euro di assicurazione l'anno no.
E poi sono i politici a rubare!


Anonimo ha detto...

@ 9:31 io ho cercato di mantenere un tono pacato e ho posto una questione, tra l'altro non mi sono lamentato e ho sottolineato la fortuna di disporre di due salari che ci consentono di pagare un mutuo e di vivere senza troppi sacrifici ma senza scialare e confidando che non arrivino gravi imprevisti; di certo non potremmo accollarci un ulteriore mutuo da centinaia di euro. L'assicurazione sulla casa la pago eccome, ma quella interverrebbe in caso di imprevisto, non se l'assemblea condominiale decidesse di demolire lo stabile per rifarlo. L'immobile non è affatto "fatiscente" e ha tutte le caratteristiche previste dalle normative, tuttavia mi pare di capire che l'articolo proponga una radicale riqualificazione del patrimonio immobiliare attraverso demolizioni e rifacimenti ex novo PRIMA che si diano condizioni d'emergenza. Ribadisco la mia perplessità circa la fattibilità economica di tale operazione per la stragrande maggioranza delle persone. Se può interessare, gli arredatori dei quali ci siamo avvalsi sono stati quelli di Ikea e di Mondo Convenienza: tanto abbiamo potuto permetterci.

Anonimo ha detto...

Questa è gagliarda......

"....Si tratta di una fattispecie che vedremo spesso nei prossimi anni, a causa della scadente edilizia post-bellica che ha imbruttito tutte le nostre città e la Capitale in particolare: ogni immobile ha infatti un suo ciclo di vita e il ciclo di vita del cemento armato è noto..."

RFS.....Sarà colpa di Virginia Raggi o di tutta la "non-politica urbanistica" degli ultimi 70 anni? E con 9 appalti su 10 irregolari per il giubileo (fonte anac)... volevate fare le olimpiadi "mantenendo le strutture vigenti"?


Ecco un altro fenomeno.....
"Rispondo al signore qui sopra. Secondo te chi dovrebbe provvedere a ricostruire la tua palazzina? Lo Stato? Quindi tu compri un immobile fatiscente, senza prima avere in mano una perizia statica di un tecnico abilitato che ti assevera la qualità dell'immobile, senza avere in mano una cazzo di assicurazione che possa coprirti in caso di imprevisti e poi vieni qui a dire che con due stipendi non ce la fai?"

Rispondo a lei, senza scadere nel suo turpiloquio. Le faccio un esempio: ho comprato casa nel 2004, con tutte le certificazioni possibili: nella palazzina - dopo pochi anni - vi sono danneggiamenti da materiale scadente.
E ora? Non posso far causa al costruttore che è fallito, è riemerso, è ri-fallito, è ri-riemerso e continua a far danni.... devo prendermela con le amministrazioni locali che in questi anni gli hanno permesso di fare il bello ed il cattivo tempo su tutta Roma Ovest?
Mi dia un'idea..... saluti.

Anonimo ha detto...

già, chissà perchè la gente non demolisce e ricostruisce nuove le proprie case... devono essere scemi, eh? :-)

...ma vivete su Marte?

2 milioni costa costruire una palazzina del genere, da 10-15 appartamenti... 2 milioni, esclusa la demolizione e lo smaltimento dei detriti... e 2 anni di lavori se va bene. Stima appena fatta per determinare le condizioni della polizza assicurativa del mio condominio. E nel frattempo la gente deve andare ad abitare da un'altra parte... e vai di traslochi e affitti vari... le 10 famiglie dovrebbero avere ciascuna 200.000 euri pronto cassa per far fronte alla spesa.

Anonimo ha detto...

https://www.google.co.nz/search?q=torvaianica&safe=active&biw=1366&bih=662&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiWw_7WlsPPAhWH34MKHRIRAdUQ_AUIBigB#imgrc=DBduDwCCxuilcM%3A


Godo solo al pensiero che tutto queto un giorno sparira'.....

Anonimo ha detto...

In Germania è prassi demolire e ricostruire. A Francoforte ci sono sempre decine di cantieri aperti a tale scopo. Immaginate come sarebbero andati gli ultimi decenni se fosse stato possibile anche a Roma... Magari invece dei palazzinari avremmo potuto avere imprese edili "normali", che invece di speculare sul bordo del GRA avrebbero forse potuto concentrarsi sulle ricostruzioni. Quando verranno giù i palazzoni da 10 piani del Tuscolano ne vedremo delle brutte...

P.s. incredibile che nessuno si sia mai nemmeno posto il problema di cosa succede dopo X anni ai palazzi in cemento. Stiamo proprio a Roma. Ciò che è ovvio e normale altrove, qui è una "scoperta" che viene fuori al momento in cui crolla il palazzo con la gente dentro.

Anonimo ha detto...

MA da quando in qua il comune deve controllare la qualità delle case PRIVATE che vengono realizzate?
Ma sempre con qualcun'altro dovete prendervela? Er Giubbileo, le Olimpiadi, i probblemi so arrrtti...!
E' casa vostra, lo volete capire? Perchè dovrebbe pensarci la comunità al vostro incauto acquisto?
Hai comprato la casa, è a rischio crollo perchè il costruttore l'ha fatta male? Cazzi tuoi! Che vuoi che ti dica?
Rivendila prima che qualcuno se ne accorga e compratene una più piccola a Rocca di Papa.
Eh.. no, l'appartamento in centro, il lavoro vicino, la scuola pure.
Poi appena si fa una crepa ve la prendete cor comune.
Io mi sono rotto il cazzo di pagare per voi.
Una casa di Roma anteriore al 1980 a livello statico fa schifo, mettetevelo in testa, non ve la comprate, così i prezzi scenderanno al livello che meritano.
Ma se ve la comprate poi non venite a piangere e chiedere 200.000 euro pronto cassa per sistemarla.
Mi sono rotto il cazzo di chi si ricostruisce la casa dopo il terremoto a spese mie. Stai abitando ad Amatrice (ovvero una delle zone più sismiche del mondo) dentro una casa di sassi, e vuoi che lo stato te la ricostruisca se fa due scossette?
FATEVE L'ASSICURAZIONE!!!
Per non parlare di chi ad amatrice ha la seconda o terza casa, e sono la maggior parte visto che gli abitanti sono meno di 3000 e d'estate sono il tripo.
Dobbiamo ricostruire la seconda casa ai romani che vanno in vacanza ad amatrice?
STICAZZI!!!!

Anonimo ha detto...

Ci sono una serie di imprecisioni che provo a chiarire, essendo un tecnico:
-gli incentivi sono dati dallo stato come agevolazioni fiscali sulle tasse da pagare, sono diluiti in 10 anni sull'IRPEF, non di danno cash il 65% del valore dell'immobile PRIMA di cominciare i lavori.

-demolizioni e ricostruzioni nelle capitali Europee si attuano perché la municipalità al 90% premia con volumetrie aggiunte il nuovo fabbricato, spesso anche nel sottosuolo dove si ricavano parcheggi e locali commerciali.

-in Italia la stragrande maggioranza è PROPRIETARIA, quindi difficoltà di mettersi d'accordo e difficoltà spesso nel reperire i fondi per la ricostruzione del fabbricato; a Ponte Milvio se vai a fare le pulci nessuno o quasi avrebbe i contanti per poter demolire e ricostruire il fabbricato.

Infine non è vero che l'edilizia degli anni 60 e 70 sia la peggiore, quella palazzina era stata realizzata prima della guerra ed era molto più scadente dei fabbricati attorno fatti dopo (che, infatti, non hanno avuto problemi); forse è "brutta" e troppo densa, ma costruttivamente sono edifici fatti anche meglio di quelli di adesso (Caltagirone, etc.).

Anonimo ha detto...

"-gli incentivi sono dati dallo stato come agevolazioni fiscali sulle tasse da pagare, sono diluiti in 10 anni sull'IRPEF, non di danno cash il 65% del valore dell'immobile PRIMA di cominciare i lavori."

esatto, ma vaglielo a spiegare...

chi scrive questi articoli mi ricorda quella del pane e delle brioches...

Anonimo ha detto...

Ti prendi la responsabilità di quello che dici sugli edifici realizzati dalla ditta Caltagirone?
Oppure come tutti gli altri ti difendi con l'anonimato?
Ma la volete smettere di calunniare le persone?
Se gli edifici di Caltagirone o Mezzaroma non vi piacciono o pensate che siano scadenti perchè fate la corsa a comprarli? E quell'altro che blatera delle case sul raccordo. Sono venuti con la pistola per obbligarvi a comprarle?

Anonimo ha detto...

"In Germania è prassi demolire e ricostruire"

a Muenchen è prassi pure girare con la porsche... hanno i soldi per farlo, hai presente? Noi no.

Anonimo ha detto...

Per me l'importante è che le palazzine private vengano ricostruite con soldi privati, dopodiché ben venga qualsiasi piano. Se invece si sta pensando si utilizzare debito pubblico, magari quello che Renzi va elemosinando in Europa per via del terremoto, non andiamo per niente bene. Lo Stato non dovrebbe occuparsi di far girare l'economia, ma piuttosto di non sottrarre risorse a cittadini e imprese.

Anonimo ha detto...

Ottobre 05, 2016 10:58 AM, Anonimo disse:

"Ti prendi la responsabilità di quello che dici sugli edifici realizzati dalla ditta Caltagirone? Oppure come tutti gli altri ti difendi con l'anonimato?
Ma la volete smettere di calunniare le persone?"

Calmati, relax....... quell'utente ha fatto solo un esempio, non ha calunniato nulla e nessuno, ed ha scritto un giudizio completamente neutro: "anche meglio" non ha alcuna accezione negativa, non è ascrivibile ad alcun reato, ma se non sei sicuro puoi tranquillamente denunciarlo.
Le calunnie sono altro.
Sono quelle di certi giornalisti che non si difendono dietro un anonimato ma grazie a stuoli di avvocati forniti dai loro "editori-padroni".
Salute.


Anonimo ha detto...

CHE SENSO HA DEMOLIRE E ricostruire?
allora VENDO e RICOMPRO da un'altra parte
oppure faccio l'assicurazione aspetto che crolli cosi' poi me lo ricostruisce l'assicurazione
demolire, per ricostruire, puo' essere vantaggioso economicamente solo se si amplia, facendo per esempio un piano in piu' e box interrati da rivendere

Anonimo ha detto...

La palazzina di ponte Milvio sarà stata anche di qualità costruttiva scadente, ma in base ai primi sopralluoghi di VVFF e periti il crollo è stato causato da un dissesto del terreno di fondazione, probabilmente dovuto ad una perdita di acqua da una condotta idrica o fognaria.
In queste condizioni anche un fabbricato nuovo e con tutti i crismi sarebbe stato gravemente danneggiato.
Chi sarebbe così scemo da spendere un mucchio di soldi per ricostruire un palazzo sapendo che il terreno su cui poggia è a rischio di dissesto per colpa delle infrastrutture idriche e fognarie fatiscenti?

Anonimo ha detto...

PS
Si vede chiaramente dalle foto che la palazzina di Ponte Milvio non è in cemento armato, ma in muratura. Forse solo la copertura era stata rifatta in cemento armato (scelta pessima dal punto di vista statico, peraltro).

Anonimo ha detto...

Non esiste l'assicurazione per il deperimento del fabbricato ma solo la copertura per eventi che causano il dannegiament,crollo,ecc

Anonimo ha detto...

cmq, ammenochè non è una parola...

Anonimo ha detto...

@3:41 PM Pare che invece sul vocabolario (Treccani) ci sia...

Anonimo ha detto...

se ero CR7 me ne fottevo che crolla casa mia....tanto poi me ne compro altre dieci a Miami e le riempio di pollastre bone....no ste cesse sfatte

Anonimo ha detto...

Ma chi è che fa la corsa per comprare la spazzatura di caltagirone e mezzaroma? Giusto qualche romeno ubriaco.
Caltagirone ha un cumulo di cause pendenti per la qualità ignobile degli immobili che rifila, e come mezzaroma vive di sussidi pubblici: lo stato e i comuni li pagano per offrite "edilizia a basso costo": a basso costo per loro che costruiscono, ad altissimo dispendio per il pubblico che acquista.
Dobbiamo poi ricordarti che caltagirone è un mafioso, processato per traffico d'armi CON CARMINATI, e che se sta a piede libero è solo perché è VERAMENTE UN MAFIOSO?
Ricordiamotelo.
Vuoi vedere come la nuova edilizia distrugge una citàà, e la vita delle persone? Fatti un firo a ponte di nona. O vatti a vedere come hanno combinato Torino con le Olimpiadi.

Anonimo ha detto...

D'altronde si tratta di palazzinari ebrei, una cosca direttamente legata alla mafia bancaria.

Anonimo ha detto...

Le uniche case che resistono in caso di cataclismi sono quelle vecchie, qui da rottamare c'è solo la massoneria di papponi che ti paga, tonelli, a te come agli altri.

Anonimo ha detto...

Coi criteri di tonelli bisognerebbe rifare ex novo il centro storico di Firenze. Strano che stia ancora in piedi.

fracatz ha detto...

ma come, c'è il colosseo che stà lì pietra su pietra ed il cimento armato invece crolla?
Ma così mi fate crollare il mondo addosso, mi fate

Anonimo ha detto...

se la ricostruisci possibilmente fai anche i box auto per togliere macchine dalla sede stradale

Anonimo ha detto...

Io la ricostruirei sotto terra, così non può piu crollare

Anonimo ha detto...

Oppure ricostruire a forma di cazzo, con una fontana all'ultimo piano!

Anonimo ha detto...

@ 9.20: Ovviamente non ci dovresti rimettere "cash". Una casa anni 70 probabilmente ha una metratura discreta. Rinunciare ad es. a 10 mq + aumento cubatura (1-2 piani) servirebbe a creare proprietà condominiali da cedere all'impresa per finanziare opera.

Poi mettici il risparmio energetico, ascensore che non si rompe tutti i mesi, facciata che probilmente dovrai rifare, spese condominiali più basse perché aumentano gli inquilini, colonnine per caricare auto elettrica che metteresti in garage (magari tra 10 anni sarà normale), etc, ed ecco altre fonti di risparmio.

Ah,poi c'è la ricaduta sociale che non avrebbe prezzo!

Anonimo ha detto...

roma delenda est

Anonimo ha detto...

E' impensabile che in un condominio i proprietari decidano di demolire e ricostruire il fabbricato a proprie spese.
L'unica possibilità è che un'impresa acquisti in blocco tutti gli appartamenti dai rispettivi proprietari, per poi abbattere, ricostruire e rivendere.
Ma questo, per essere economicamente sostenibile, presuppone che il mercato immobiliare riconosca il valore di un appartamento anche (e soprattutto, direi) in base alla sua sicurezza statica e sismica. Finché le quotazioni immobiliari dipenderanno da quanto la zona è di moda o dall'estetica della facciata ma non dalla sicurezza del fabbricato, un'operazione di ricostruzione non avrà senso, perché le quotazioni dei nuovi appartamenti saranno praticamente uguali a quelle dei vecchi, e allora non c'è premio di cubatura che tenga.
Poi c'è da dire che le operazioni di demolizione e ricostruzione andrebbero stimolate con una normativa che vieti (o disincentivi pesantemente) la costruzione in terreni non edificati, mentre il PRG firmato Veltroni-Morassut ha reso edificabili distese sterminate di agro romano, casualmente di proprietà dei palazzinari.



Anonimo ha detto...

Ma chi l'ha detto che il cemento armato si sa che dura poco? Allora i grattacieli costruiti in America cento anni fa dovrebbero essere tutti crollati. E chi ha detto che le case costruite negli anni 60 fanno schifo? Non sarebbe meglio sentire il parere di qualche esperto prima di fare certe affermazioni?

Anonimo ha detto...

12:13 AM
A Roma negli anni '60 ci fu un noto scandalo di palazzinari che costruivano con due lire e mezzo, comprando l'agro romano tanto caro a Berdini e ottenendo a tempo di record i permessi edilizi. É uno dei motivi per cui Roma ad est è tanto "spalmata" e caotica.
Spero di averlo spiegato bene.

Anonimo ha detto...

@12:13AM
I grattacieli costruiti in America hanno tutti la struttura portante in acciaio, non in cemento armato.
Ciò non toglie che la storia che il cemento armato dura poco è una stronzata colossale.
Se viene fatta la giusta manutenzione, il cemento armato è virtualmente eterno. Certo, se viene lasciato esposto alle intemperie va in malora, come qualsiasi altro materiale.
Poi ovviamente bisogna vedere la qualità del cemento, se è fatto con la sabbia e lo sputo certo che dura poco, ma questo vale sia per i vecchi edifici che per i nuovi. Vedi per esempio gli edifici costruiti 20 anni fa all'Aquila, che nel 2009 sono venuti giù.

Anonimo ha detto...

questa discussione è fuorviante in quanto parte dal presupposto che l'edificio sia crollato per problemi strutturali e non per voragini formatesi nel sottosuolo.

Anonimo ha detto...

La stragrande maggioranza dei grattacieli ha un nucleo interno in cemento armato. Anche le torri gemelle ce l'avevano. Non per questo si pensava di demolirle dopo qualche decennio. A proposito, quando lo demoliamo il palazzo dello sport di Nervi? E' tutto in cemento e ha quasi 60 anni. Vogliamo aspettare che crolli per caso?

Anonimo ha detto...

Ci sono strade bloccate da mesi non per palazzine crollate ma per buche o sassi caduti dal cornicione. Non riesco ad immaginare quanto tempo ci voglia per ricostruire una palazzina. Purtroppo a chi è capitata questa sciagura non credo che ne esca fuori in tempi brevi in questa città dove il lassismo regna imperante in genere.

Anonimo ha detto...

Ad Oslo ogni prima domenica del mese demoliscono e ricostruiscono l'intera città.

Anonimo ha detto...

Ho letto l'intervento e sono rimasto basito.
Premetto che Aldo Loris Rossi (quasi omonimo del più famoso e defunto Aldo Rossi), non diceva, eventualmente dice tuttora, visto che è vivo, e magari si gratta pure.
Gran parte dell'edilizia abitativa costruita nel secondo dopoguerra non ha buone qualità architettoniche, urbanistiche meno che mai, almeno se si guarda la periferia delle grandi città ed è critica per quanto riguarda la vulnerabilità sismica.
Io forse non avrò studiato abbastanza, nonostante l'edilizia sia il mio settore da un punto di vista tecnico, ma la durata certa del ciclo del cemento armato non la so, e credo non la possa affermare nessuno con certezza.
Le strutture in ca più vecchie hanno tranquillamente un secolo e nell'edilizia, almeno in Italia, si è cominciato ad usarlo in maniera decisa, a partire dagli anni '30.
A questo punto bisogna separare due aspetti, la staticità "normale" degli edifici e la resistenza al sisma, che sono cose totalmente diverse.
Le strutture in muratura, TUTTE a meno che non vengano prese particolari precauzioni, sono poco resistenti alle sollecitazioni anomale del terremoto, mentre quelle in ca, se sono realizzate con criteri antisismici, possono avere una buona resistenza.
Gli edifici in ca, realizzati fino agli anni '60 e parte '70, erano armati con ferri lisci che, sotto le sollecitazioni del terremoto, tendevano a scorrere all'interno del cemento, da qui i molti crolli (vedi anche L'Aquila). Per contrastare lo scorrimento dei ferri longitudinali, si fa ricorso alle cosiddette staffe, dei ferri che cerchiano le strutture legandosi all'armatura principale. Se i pilastri sono armati con ferri lisci e le staffe non sono in numero adeguato, sono a rischio in caso di terremoto.
Questo però non ha nulla a che vedere con la sicurezza e la staticità in condizioni normali, con le strutture sollecitate dai carichi previsti in fase di progettazione.
Far esaminare le strutture di un edificio può essere complesso e costoso, se non ci si limita ad un esame visivo per accertare che non ci siano dei dissesti in atto.
Una valutazione più precisa richiede prove di carico, sondaggi e test anche distruttivi su campioni di materiali (cemento e ferro).
Concludendo, se si fa un discorso della qualità architettonica della periferia romana post bellica, andrebbe abbattuta completamente e ricostruita con criteri urbanistici adeguati.
Naturalmente questo non è umanamente possibile.
Si è parlato anche dei grattacieli americani, confermo gli edifici alti in ca sono nel mondo pochissimi, perché strutture del genere funzionano se sono elastiche, e quindi il materiale migliore rimane l'acciaio, anche perché più leggero, e tirare su molti piani comporta nel caso del cemento un peso proprio insostenibile che si somma solaio dopo solaio ai carichi previsti. Le torri gemelle, che erano in acciaio, sono crollate a seguito del calore dell'incendio che ha snervato la struttura, fino a farla cedere.
Quindi la soluzione non c'è, è importante segnalare subito la presenza di lesioni e dissesti e, in tal caso, far intervenire un tecnico, se invece è tutto a posto, bisogna solo sperare che resti in piedi.
Piuttosto bisogna sempre vigilare sulle modifiche non autorizzate: sopraelevazioni, aperture di vani nei muri portanti e caricamento anomalo dei solai.

Anonimo ha detto...

Finalmente qualcuno che parla di cose che conosce. Purtroppo in questo blog ci sono le mode, oggi è di moda dire che il cemento armato non si deve usare perché ha un ciclo di vita breve (anche se nessuno specifica quanto breve) e bisogna fare tutto in metallo, come se il cemento nei palazzi all'estero non lo usasse nessuno.
L'unica cosa che voglio specificare è che quando si parla di cemento nei grattacieli ci si riferisce al nucleo interno. Ci sono decine di documentari replicati in continuazione su Focus che mostrano la costruzione di grattacieli alti centinaia di metri con nucleo interno in cemento armato. Anche le torri gemelle avevano il nucleo in cemento armato.

Anonimo ha detto...

L'utente anonimo delle 10.58 del 5 ottobre che mi offende dicendo che mi celo dietro l'anonimato è veramente da oscar dei blog...

E comunque non ho calunniato nessuno, ho detto che palazzine fatte negli anni 60 sono "anche migliori" di quelle fatte oggi.
Per ovvii motivi: le maestranze (muratori) erano molto più preparati e il loro costo era inferiore (meno tasse sul lavoro), meno burocrazia e maggior tempo da dedicare alla costruzione vera e propria.

Perché Caltagirone usa sempre lo stesso progetto? Perché oggi la burocrazia è tale che conviene usare sempre lo stesso layuout che ti ha dato il permesso per il progetto precedente.
La Società Generale Immobiliare non aveva questo problema all'epoca, oggi farebbe forse come i costruttori citati.

Comunque tranquillo che di perizie su le case realizzate ne ho fatte diverse e anche depositate in Tribunale per cause inoltrate dai proprietari. Ancora non mi hanno arrestato..

Anonimo ha detto...

Aggiungo ulteriore precisazione:

la "possibilità di cedere il credito alla ditta che si occuperà dei lavori" (il 65% n.d.r.) RIGUARDA ESCLUSIVAMENTE:

1) gli interventi di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici;

2) quei contribuenti che si trovano in condizioni di "incapienza".

Gianmario, vai a zappare la terra, vai....

Anonimo ha detto...


Il ciclo di vita del cemento armato non è ancora noto.

Anonimo ha detto...

Io vorrei capire di cosa state parlando. Cosa c'entra l'eta' del palazzo??
La palazzina non ha, non aveva nessun problema strutturale. Sono gia' venuti tecnici periti ingegneri geologi e tutti parlano di probabile smottamento del terreno dovuto ad acqua. Qualsiasi palazzina se gli manca il terreno sotto viene giu', se si forma una voragine!! Tutti qui sanno che c'e' stato un enorme problema di infiltrazioni d'acqua, che esattamente in questa strada e' mancata l'acqua da martedi', poi e' tornata con misteriosi cali e aumenti bruschi di pressione, voragine a piazza jacini allagamento al fleming, valvole saltate alle caldaie nel palazzo che venerdii e' crollato. Cosa c'entra l'eta' del palazzo. Roma e' piena di palazzi messi molto ma molto ma molto peggio dello stabile di via farnesina 5.

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