Casale dei Cedrati a Villa Pamphili. La storia allucinante che tutti dovrebbero conoscere

24 maggio 2018


Tutti a Roma dovrebbero approfondire la storia che sta dietro al Casale dei Cedrati. Tutti dovrebbero perché la storia è paradigmatica e quintessenziale di come funziona questa città atroce e meschina: burocrazia folle, tempi assurdi, tolleranza totale verso chi fa male e accanimento verso chi fa la qualità, norme scritte coi piedi utilizzate come clava contro chi ancora investe invece che minimizzate nel loro impatto nefasto, imprenditori di eccellenza che dopo anni di calvario mollano e lasciano così campo libero ai tanti sciacalli pronti a subentrare. Quintessenzialmente Roma. Questa storia racconta la vostra città. State a sentire...

Cosa è successo al Casale dei Cedrati? Quale è la vicenda di questo stupendo spazio dentro Villa Pamphili una villa che, come abbiamo spiegato, avrebbe un enorme bisogno di attività economiche al suo interno così come tutti gli spazi verdi a Roma?

Per scoprire tutta la storia occorre riavvolgere il nastro del tempo per quasi due decenni. Erano i tempi del Giubileo del 2000 quando questo casale venne restaurato. Ovviamente con soldi pubblici.

Nel 2001 il Casale è pronto per essere aperto. Ma la funzionaria Sovrintendenziale decide che è meno rischioso per lei lasciare tutto chiuso. Il Casale, appena restaurato con denari pubblici, viene tenuto in abbandono fino al 2013.

Nel 2013 finalmente un bando. Lo vince la compagine composta da Coopculture e da una associazione nata da alcune donne di Monteverde (donne, non femministe, donne!).

Nel 2014 si chiude l'accordo con la Sovrintendenza. A differenza di altri soggetti (ogni riferimento alla Casa delle Donne è puramente voluto), il Casale dei Cedrati pagherà un fior di affitto alla Sovrintendenza (2000 euro al mese) e sarà obbligato a fare parecchie attivitità culturali oltre che quelle di ristorazione.

Dopo due anni di calvario burocratico il Casale riesce ad aprire a dicembre 2015. Era tenuto in abbandono dunque i lavori richiedono 300mila euro ulteriori. Uno spazio stupendo ne scaturisce: gastronomia di buon livello, spazio espositivo con mostre di qualità, cura del verde e soldi nelle casse dell'amministrazione al posto di un bene pubblico in abbandono.









Dopo l'apertura da tutti i fronti arrivano gli attacchi alla nuova struttura. Invece di sostenerla e fare i ponti d'oro a chi portava lavoro, qualità e riqualificazione a spese zero per le casse pubbliche (anzi pagando ogni mese un affitto!), il Municipio XII inizia a massacrarla in maniera feroce e inspiegabile (evidentemente non posso aprire progetti di grande respiro senza aver unto a dovere dove bisogna ungere, e questo non viene tollerato; significherebbe un precedente), la Sovrintendenza Comunale fa lo stesso e ci si mette anche la Soprintendenza di Stato visto che come sa chi è passato da qui un pezzo dell'antico casale appoggia sull'Acquedotto dell'Acqua Paola, di proprietà dello Stato italiano. Il resto lo fanno le allucinanti associazioni banditesche che dicono di difendere Villa Pamphili ma che in realtà lavorano per interessi loschi distantissimi dal bene comune: Roma è piena di queste realtà di finto impegno civico che in realtà quasi sempre giocano di sponda con l'imprenditoria criminale e con la politica corrotta. Abbiamo più volte raccontato il modo ignobile con cui i così detti "comitati di quartiere" si comportano in città.

Arriva un esposto (ovviamente anonimo) per abusi edilizi durante i lavori di ristrutturazione (una rampa disabili che prima non c'era ed era obbligatoria per la messa a norma). Arriva poi un giorno alle 8 del mattino la Municipale del XII Municipio e mette a verbale che nel Casale non ci sono attività culturali in corso: il Casale aveva un intero piano espositivo, con mostre di livello seguite da curatori e recensite su riviste di settore, ovviamente alle 8 del mattino non c'erano gli artisti a lavoro nella mostra (perché avrebbero dovuto?). 
E' il segnale: la cosa non s'ha da fare. Nelle ville romane si possono tollerare solo i camion bar e gli abusivi, chi fa qualità è destabilizzante per tutto un oliato sistema costruito da decenni. La magistratura apre un fascicolo e mette immediatamente i sigilli (se voi denunciate un abuso edilizio vero potete aspettare anche trent'anni!), la Sovrintendenza prende atto e toglie la concessione ai vincitori del bando. Casale dei Cedrati, dopo soli 2 mesi di apertura, deve chiudere: in fumo due anni di lavori e 300mila euro di investimenti oltre che 14 posti di lavoro. Le associazioni in difesa di Villa Pamphili, esultano per il risultato raggiunto.

Avete capito bene: a Roma, capitale intercontinentale della camorraglia e degli abusi di ogni genere in ogni singolo settore economico a partire da quello edilizio, la magistratura ha sequestrato un centro culturale con ristorazione impeccabile, dentro Villa Pamphilj, che in soli due mesi aveva fatto decine di attività e riqualificato l'area, per via di una risalita per disabili forse non correttamente autorizzata. A Roma, nella città dei bancarellari, dei cartellonari, dei balneari, dei palazzinari, dei palazzi occupati. Proprio così.

Ma ci sono anche un tot di storie parallele. Nel bando che ha assegnato il Casale c'erano altri casali della Villa assegnati. Se tutto fosse andato in porto Villa Pamphili avrebbe cambiato faccia con nuovi servizi, nuove destinazioni, nuova qualità, tanti posti di lavoro. Gli altri vincitori dei bandi, ad esempio quelli di Casale Giovi, ricevono però lo stesso trattamento: attacchi devastanti dagli uffici tecnici del Municipio XII, controlli vessatori della Municipale, esposti anonimi. A differenza di quelli del Casale dei Cedrati, i gestori di Casale di Giovi rinunciano, scappano a gambe levate pur avendo speso 60mila euro fino a quel momento. Se oggi andate a Casale Giovi (se non potete cliccate qui) potete vedere i risultati di questa follia, i lavori lasciati a metà di un altro bellissimo progetto pieno di contenuti culturali e gastronomici di tutto rilievo che non vedrà mai la luce perché se a Roma fai le cose di buon gusto e pulite rischi di prosciugare la pozzanghera melmosa di chi lucra da sempre sulla disonestà e la bruttezza. E sono tanti, e sono potenti. 

Negli stessi anni addirittura un ulteriore bando, riguardante altri casali abbandonati (la villa ne è così piena che se li metti a reddito sul serio risolvi il debito del Comune di Roma in 10 anni!) viene annullato dall'amministrazione in autotutela visto quello che era successo col bando precedente. Le acque sono definitivamente avvelenate e le speranze di rientrare nella normalità dopo episodi simili sono al lumicino. Nessun pubblico amministratore si prenderà mai più la responsabilità di far uscire dal degrado e dall'abbandono le decine di beni di proprietà comunale incastonati nella grande Villa Pamphili. È molto più comodo per tutti lasciarli lì. 

Dopo quasi un anno e mezzo, a maggio 2017 il TAR da totalmente ragione ai gestori del Casale dei Cedrati. Con un sentenza durissima contro l'amministrazione Comunale che addirittura rinuncia a ricorrere al Consiglio di Stato giusto per dirvi il livello di cattiva fede. A ottobre 2017 anche la magistratura torna sui suoi passi e toglie i sigilli.

Il Casale può riaprire, semplicemente ripristinando le piccole anomalie contestate (uno scivolo per carrozzine per disabili e una porta in legno al piano superiore montata per separare due ambienti e creare una stanza sicura dove riporre la tecnologia). I gestori chiedono alla Sovrintendenza, la Sovrintendenza rimpalla col Muncipio, il Municipio rimpalla con la Soprintendenza di Stato, l'assessore alla cultura da mesi dice che vuole risolvere ma evidentemente è debolissimo rispetto allo strapotere ignobile degli uffici e degli apparati. I Cinque Stelle al governo - benché la sindaca si fosse interessata alla cosa proprio in campagna elettorale nel 2016 e dunque conosca perfettamente la faccenda - non fanno nulla di nulla per due anni. Però poi la sindaca, senza alcun merito, è andata a farsi bella al nuovo Palazzo Merulana (ormai aprono solo spazi culturali privati, l'amministrazione è immobile) senza sapere forse che i gestori - Coopculture - sono gli stessi "abusivi" dei Cedrati. Chissà se tra breve faranno chiudere e getteranno di nuovo nell'abbandono pure il nuovo museo della Fondazione Cerasi... Ad oggi comunque Casale dei Cedrati ancora non riesce ad aprire, alle sollecitazioni dei titolari nessuno risponde in Sovrintendenza e negli altri enti, ci si diverte a torturare degli operatori onesti che avevano portato qualità e speranza ad un pezzo di Villa Pamphili. A breve si passerà alle vie legali entrando in un ginepraio ancora peggiore. 

Il Casale è piombato intanto di nuovo nel degrado più profondo (vedi video qua sotto e confrontalo alle foto sopra), serviranno ancora molti lavori per ripristinarlo per la terza volta. Il parco circostante è in condizioni disperate e le antiche serre si sono di nuovo riempite di senzatetto  e sbandati per la gioia delle associazioni banditesche che fanno il bello e il cattivo tempo a Villa Pamphili così come in mille altri luoghi di Roma sotto ricatto e sotto il giogo di personaggi ideologizzati più indicati per un sano TSO che per una attività civica volta allo sviluppo e alla qualità urbana.


Il degrado non deve cambiare, l'abbandono non deve lasciare la città, il disagio, la disoccupazione (ai Cedrati 14 persone hanno perso, senza alcun motivo, il loro posto di lavoro), il declino sono il brodo primordiale perfetto dove far crescere in coltura i bacilli della corruzione. Se si iniziano a sistemare le cose a guadagnare sono le persone per bene, di qualità, leali, oneste; se si continuano a tenere le cose come stanno continuano a guadagnare i banditi che hanno sempre guadagnato. Ecco tradotta la logica della burocrazia romana che tiene alla larga dalla città gli investitori, che scoraggia l'arrivo di società e di capitali stranieri (non sarebbero disposti a venire a patti con l'economia della corruzione), che gode di una legislatura contraddittoria e incomprensibile che lascia enormi spazi di interpretazione a chi deve attuarla. In tutto questo la politica, spesso complice spesso insipiente spettatrice, sta a guardare senza fare nulla. Limitandosi a contare le scorie che episodi come questi lasciano sul territorio.

Non ci sarà più un bando per assegnare i casali abbandonati di Villa Pamphili visto il caos del bando di cui abbiamo parlato: nessun pubblico amministratore si metterà in queste beghe; se pure un giorno ci sarà non ci sarà più nessun imprenditore onesto disposto a partecipare visto il calvario cui sono stati sottoposti gli imprenditori prima di lui, e così ci sarà spazio libero per gli squali. Gli unici capaci di sopravvivere in un acquario simile. Inutile dire che queste storie non le racconta nessuno.

LA PROSSIMA DOMENICA 27 MAGGIO AL CASALE DEI CEDRATI SI SVOLGERÀ UNA MOBILITAZIONE PER CHIEDERE LA RIAPERTURA. CI VEDIAMO A VIA AURELIA ANTICA 219 DALLE 10 ALLE 13. CHI NON PARTECIPA È COMPLICE DEI FURFANTI CEH CI AMMINISTRANO E DI CHI GLI PERMETTE DI COMPORTARSI DA CAMORRISTI IN QUESTA MANIERA VESSANDO CHI OFFRE ECCELLENZA E ONESTÀ E LASCIANDO OGNI GIORNO SEMPRE PIÙ SPAZI ALL'IMPRENDITORIA MAFIOSA CHE STA UCCIDENDO LA CITTÀ.


Se domani poi il Casale potrà mai riaprire, nessuno risarcirà chi ha investito nell'utopia di poter ancora realizzare normali attività economiche sane nella città di Roma. 

PS. Con le associazioni di cui sopra, con i comitati di cui abbiamo raccontato, Sora Pinuccia Montanari, la nostra prestigiosa assessore all'ambiente, sta scrivendo il Regolamento del Verde. Lo sta scrivendo con loro. E ci potete mettere le mani sul fuoco: sarà un regolamento gradito a questi personaggi da ospedale psichiatrico e lontanissimo da qualsiasi esperienza che possiamo vedere e godere in ogni parco di Vienna, in ogni parco di New York, in ogni parco di Londra e così via. Una nuova, ulteriore, definitiva condanna. L'ergastolo civile.

61 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Andatevene al mare che oggi è bello!

Franesco T. ha detto...

Anonimo qui sopra cancro di Roma e dell'Italia.

Fabio Bomarsi ha detto...

Tutto vero tranne i presunti attacchi e le presunte guerre alla gestione del casale da parte del Municipio XII. La guerra è stata portata da altri soggetti (cfr denuncia anonima) e evidentemente da lobbies confortate da supporti tecnici. Per quanto riguarda la politica, il PD Municipale e il sottoscritto a più riprese (come capogruppo ma anche come cittadino utente) ha sostenuto i bandi e tutto ciò che avrebbe portato lotta al degrado e risparmi per comune e amministrazione statale con migliore fruizione dei beni pubblici per i cittadini. Vale per il casale dei cedrati così come per il casale di Giovi e il bando dei quattro casali Ma il XII Municipio ha anche un altro bubbone:si chiama Villa Flora. Disponibile a tutto per essa, la sua riqualificazione e la possibilità di farne bene comune e non degrado comune.

Anonimo ha detto...

Vicenda ALLUCINANTE. Intanto, noi cittadini, ci "godiamo" il VOMITO di una villa Pamphili praticamente lasciata a sé stessa, in uno schifo continuo inenarrabile. E i soldi che versiamo per tasse foraggiano, foraggiano...

Anonimo ha detto...

Boh, a me pare che il problema principale siano i poveracci costretti a trovare riparo nelle serre. Cominciamo a risolvere questa faccenda trovando una sistemazione dignitosa a chi ne ha bisogno, poi penseremo alla gastronomia di qualità e alle mostre di livello.

Anonimo ha detto...

Capirai Tone' mo' ti sei messo contro pure la lobby delle femministe, quelle ti fanno a pezzi come le Erinni!

Rosino ha detto...

All'anonimo qui sopra: questo tipo di ragionamento manca di lungimiranza. Siccome ci sono senza tetto e persone senza lavoro allora fermiamo il progresso lasciando tutto nel declino? Inoltre solo se la città prospera poi può offrire lavoro ed opportunità a a tutti. Se Roma rimane una cloaca come è adesso le persone di cui parli non faranno che aumentare e non ci sarà nessun modo per far riprendere la città in assenza di lavoro ed investimenti. Cioè lo scenario che descrivi porta al baratro e non risolve, anzi decuplica, i problemi che a te stanno apparentemente a cuore. Chiaro?

Luca R ha detto...

Le femministe non pagano il canone da anni nonostante il Comune abbia notificato più volte l'inadempimento. Quindi non è Tonelli che si è messo contro le femministe, ma le femministe che si sono messe contro Roma.

Anonimo ha detto...


Viviamo in un bilico. Il contesto romano è alla fruttas. La povertà avanza e coinvolge sempre più persone. Sono d'accordo: cercare innanzitutto un alloggio dignitoso ed un minimo di reddito a chi ne ha bisogno, poi potremmo fare di Roma la città più bella del mondo. Dove c'è ineguaglianza non può esserci bellezza.
Una condizione minima di dignità condivisa che non significa reddito di cittadinanza ma un aiuto da parte dei municipi ad esempio, soprattutto abitativo ed istruttivo.
Questo blog, pur ottimo, dimentica spesso che se c'è un solo romano alla porta della dignità, non può esserci il bello e neppure il carino. Solo tristezza e melanconia.
Ciao fratelli romani!

Anonimo ha detto...

Vattene al mare pure te che te manca la vitamina D

Anonimo ha detto...

Vivo di fronte alla villa e sono stato all'epoca al Casale. Confermo lo stato di abbandono attuale e quello buono di prima dell'intervento dei vigili. Non vorrei entrare sul caso singolo, ma evidenzio un vizio all'origine che mi sarei atteso citato da un blog come questo. I casali in questione hanno come unica reale attività la ristorazione. Come tali dovrebbero essere locati. Le attività culturali dovrebbero essere svolte negli spazi più ampi come nel caso citato di Merulana. Nel casale all' epoca la parte culturale era minoritaria. Ciò genera gli inevitabili interessi e contrapposizioni fra gang che cercano di usare beni pubblici a prezzi non di mercato usando la scusa delle finalità culturali per sconti su canone e tasse. In sintesi in tutta la villa casali piccoli destinati a ristorazione, incluse le serre e arco 4venti, locati al mercato. Villa storica riaperta si per attività culturali come già il villino con la casa dei teatri. Da ultimo il tema di chi vive nella villa abusivamente, credo vada obbligato con la forza pubblica ad andarsene. Sottolineo come vicino alla villa esistano decine di strutture ecclesiastiche di cui una minima parte risolverebbe il problema. Scusate la lunghezza. Guido

Anonimo ha detto...

Quindi non possiamo andarci a magna' gratis come al solito Massimilia'?

Anonimo ha detto...

Tutto vero. Conosco molto bene la storia perché sono una delle persone che avrebbe dovuto svolgere una attività culturale che avevo proposto lì senza conoscere nessuno. Avevo trovato grande apertura da parte degli organizzatori del Casale, per la prima volta a Roma, città corrotta e infausta, e mi ero sorpresa. Dovevo iniziare il giorno in cui sono arrivati i vigili... quanto alle associazioni che difendono Villa Pamphili c'è una specie di talebano che gira indisturbato e dichiara di essere della guardia di finanza, una specie di pazzoide facinoroso dall'aria aggressiva che dovrebbe essere denunciato prima o poi dal momento che diffama le persone in totale libertà e non è ovviamente della finanza.
Ringrazio questo blog per parlare del Casale perché è davvero doloroso vedere quello che è successo. Avete ragione su Roma: una città corrotta, dove danno in concessione le sponde del Tevere per 8000 euro l'anno a una brancata di bancarellari e poi chiudono realtà culturali senza motivi. Questa storia è emblematica di una gestione allucinante della città che noi cittadini dovremmo rifiutare e contrastare e che trova nella gestione del verde pubblico la sua forma più evidente. La villa è in abbandono mentre realtà commerciali ben più invadenti e brutte del Casale fanno il buono e il cattivo tempo aprendo e chiudendo il cancello quando vogliono. Ma chi le protegge? Come ci sono arrivate lì? Perché due pesi e due misure? Bisogna davvero ribellarsi a tutto questo!

John Wayne ha detto...

Infatti chi da anni offre, quotidianamente, senza assenteismi ma con costante professionalitá, consulenze legali, aiuto in ambito sanitario, arricchimento culturale e tanto altro, È CONTRO ROMA.
La qualitá di una societā e delle sue cittá si misura anche dall'attenzione che si dá ai meno fortunati (o anche meno capaci, ma questo non lo possiamo sapere). Le 30 e piú associazioni attive grazie alla Casa Internazionale delle Donne danno il loro lavoro e appoggio ad esempio in ambito di servizi sociali a Roma ed alle sue cittadine, lavoro e appoggio che le istituzioni di Roma spesso non sanno dare. E non ci si arricchiscono, poiché spesso offrono il loro lavoro chiedendo somme volontarie, a seconda delle possibilitá economiche di chi va a chiedere aiuto.
L'edificio storico in cui operano è stato restaurato SENZA un centesimo di appoggio dalla cittá di Roma. E viene tenuto in ottimo stato.
La cultura (mostre, fiere, eventi, corsi ecc) è varia e di eccellente qualitá.
Andate anche voi una volta, se non avete paura di cambiare idea.
Tutto di GUADAGNATO per la cittá di ROMA, mia amatissima, stupenda cittá.
Fra l'altro, se amate Roma, non sviate l'attenzione con inutili accenni a chi vi sta antipatica (per vostra ignoranza), continuate invece a parlare di Roma.
Buondi' a voi, Luca R. & co.

Anonimo ha detto...

Come stravolgere la realtà eludendo ad hoc i passaggi essenziali.
Lo vogliamo dire chi è coopculture?
Ce lo vuoi dire tu, o dobbiamo intonare un coro per ricordare che coopculture non è un grazioso circolo di amori del bello senza scopo di lucro, ma il maggior partner di caltagirone nella gestione dei servizi aggiuntivi nei musei italiani.
Le due c che monopolizzano le biglietterie e le librerie museali con proroghe illegittime da lustri; che hanno sottratto milioni di euro dalle percentuali dovute allo Stato, almeno secondo indagini in corso; che ricevono fior di finanziamenti; e a cui anche il comune di Roma ha appena regalato il mega edificio di Via Merulana, gestito con la fondazione cerasi.
Ossia, il comune i regali li fa solo a caltagirone e alle cooperative comuniste.
Direi quindi che questo vittimismo per coopculture è del tutto fuori luogo.
E poi, ma perché i lavori glieli deve pagare il comune cioè noi?
E 2000 euro al mese per un appezzamento di terra e un casale sarebbe un fior di affitto?
La casa delle donne poi è uno scandalo, del tutto analogo.

John Wayne ha detto...

Vedi sopra risposta di John Wayne.

Anonimo ha detto...

Ecco il gigante che si finge uno gnomo per accaparrarsi gratis gli spazi del comune:

https://www.coopculture.it/azienda.cfm?id=2

Anonimo ha detto...

Ma dove cazzo vivete?????*
2k di affitto per un casale a villa Pamphili sono un
FIOR DI AFFITTO
Con un monolocale fuori Milano ci fai 600 al mese.
Minchia un casale intero nel parco di Villa Pamphili a 12k all'anno e' un regalone.
E non parte...forse hanno ragione quelle della casa delle donne, piuttosto che far marcire gli immobili li prendo li tengo in uso ed il cazzo di comune sta muto visto che non e' in grado di trovarsi il culo con le mani.
Sostene pure questa, ma forse e' meglio vi sosteniate tutti a vicenda perche' state messi male in quanto a classe dirigente.

Anonimo ha detto...

a monte della casa delle donne c'è un abuso e quindi una iniquità nei confronti dei cittadini non comunisti.
che poi le signore giochino a fare le virtuose a spese di tutti, è una ridicola foglia di fico.
qui comunque si parla di coopculture

Anonimo ha detto...

tu invece stai messo male a italiano, fior d'affitto per Tonelli significa un affitto altissimo, mentre, appunto, per quello spazio è un affitto ridicolo

John Wayne ha detto...

Ottima informazione, grazie. Per la Casa Internazionale delle Donne invece o non sei informato -allora leggi risposta 6 o 7 commenti piú su-, oppure non hai riflettuto e tratto le uniche conclusioni possibili, e cioè che la Casa Internazionale delle Donne è tutto di guadagnato per ROMA.

Anonimo ha detto...

Il sottotesto della tua risposta è: sì, la casa delle donne è un abuso, ma so amiche mie e ce divertimo tanto, se magna, se beve e rimediano pure uno stipendio.
Ti informo che il tuo piacere e il tuo comodo non è un principio di diritto.

Anonimo ha detto...

Gli abusi sono evidenti, anche se li mascheri da kindergarten per adulti.
Ma l problema è lo Stato che invece di fare tutela sulle aree storiche le svende.

Anonimo ha detto...

la soluzione è semplice...si prendono tutti colo che fanno parte dei comitati di quartiere....TuTTi....e si comincia a portare tutti i giorni merda spazzatura ratti morti.....accanto alla porta di casa....così forse...forse capiscono qualcosa...ma ho i miei dubbi...anzi molti ci si laveranno anche la faccia

Anonimo ha detto...

Ho visitato il casale dei cedrati in una fredda mattina invernale....

.... la ludoteca aveva le stesse cianfrusaglie del giornalaio sotto casa ma al triplo del prezzo,

.. il caffè è stato fatto da una ragazzetta che non sapeva nemmeno da dove cominciare e il sapore era di gomma bruciata.
.. i cornetti surgelati cotti malissimo
.. non avevano latte scremato, no di soia o di riso, semplicemente scremato...

.. dulcis in fundo appena ci siamo poggiati (non seduti perchè era tutto bagnato) a uno dei tavoli all'aperto mentre i ragazzini mangiavano lo schifoso cornetto un ragazzetto è uscito di corsa dal casale e ha approcciato dicendo che i tavoli erano solo per la consumazione (bada bene non ha chisto se avessimo voluto ordianare...) alle mie rimostranze che probabilmente ci aveva appena visto prendere il caffè al banco e che anche i cornetti venivano dal loro bar ha detto che questo non contava.. ripeto alle 10 di mattina di gennaio o febbraio, i tavoli erano tutti liberi, le sedie bagnate ed eravamoi in quel momento i soli avventori...
A quel punto mi sono divertito a chiedere di asciugare le sedie perchè avremmo ordinato (non tutti avevano già fatto colazione) e quando dopo un tempo esagerato ha asciugato sedie e tavoli per le tre famiglie che eravamo abbiamo salutato scusandoci perchè si era fatto tardi e che dovevamo andare via......

La location era discreta, ma le persone che la gestivano erano totalmente inadeguate a lavorare al pubblico, spocchiosi e arroganti molto concentrati sul profitto e per niente al servizio...
bvenvengano le chiusure.....

Anonimo ha detto...

C'è qualcosa a Roma, in Italia, che non si possa ricondurre ai caltagirone? C'è qualche intervento in merito dell'antitrust, dei politici, della magistratura? Dove la vedi una mafia più mafia di questa?

Arthur32s ha detto...

Very good, I think I found the knowledge I needed

Anonimo ha detto...

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_luglio_08/colosseo-appalto-biglietteria-vigilanza-consip-tar-c536568e-63e1-11e7-87e3-ee600ad1b24a.shtml

Praticamente coopculture pretenderebbe la proroga di affido di 50 milioni di euro di biglietteria sulla simpatia, senza gara; per inciso, 50 milioni di euro che ai tempi delle biglietterie statali andavano tutti alla finanza pubblica.
Loro sono così, chiagn'e fotti.

Marlene ha detto...

non possiamo più permetterci i monopoli degli "amici degli amici". Le casse dello Stato sono state depredate da associazioni, "prenditori" et similia. Ora è finita, devono esserci gare, e lo Stato deve mettere a reddito il suo patrimonio, per finanziare i servizi, non per arricchire la coop o il calta di turno.

John Wayne ha detto...

Non è abuso quando si offre -in tempo e denaro- ció che una cittá non offre. Comunque è fuori luogo parlare ancora di comunisti, fascisti e altro, non ti pare? quando la cancrena è molto oltre qualsiasi ideologia. A Roma discutere su ideologie è diventato un lusso. Tu te lo vuoi permettere, anonimo?
Il Tuo caro amico
John Wayne
(per Anonimo: a monte della casa delle donne c'è un abuso e quindi una iniquità nei confronti dei cittadini non comunisti.
che poi le signore giochino a fare le virtuose a spese di tutti, è una ridicola foglia di fico.
qui comunque si parla di coopculture
maggio 24, 2018 11:46 PM)

Matteo ha detto...

Qualcuno sa perché Vivi Bistrot non rientra mai nei bandi? ne nel 2002, né nel 2015 (ricordo bene)
è privato? hanno una concessione a vita? Quanto pagano di affitto?
Neanche i Tredicine sono riusciti a piazzare qualche camion bar a villa pamphili, monopolio vero. me lo sono sempre chiesto. Qualcuno è più informato di me?

addicting games ha detto...

I really like it Thanks for sharing with us

shell shockers ha detto...

Beautiful scene, thank you for posting

Anonimo ha detto...

Non lo decidi tu chi deve gestire servizi al posto dello Stato, che peraltro già li offre.
Il denaro lo guadagnano e non lo offrono, le signore, che i loro lavoretti se li fanno pagare, e non sono dame di San Vincenzo che curano i lebbrosi.
In questi abusi i comunisti c'entrano eccome, visto che i circuiti di concessioni vengono monopolizzati politicamente da tempo immemore, e che a sedicenti compagni vengono consentite zozzerie inenarrabili, come l'occupazione di Via di Santa Croce in Gerusalemme, vera prova di come la politica sovrasti il potere giudiziario, il che una volta nel codice penale si chiamava con un nome ben preciso.

Anonimo ha detto...

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Anonimo ha detto...

Lo Stato non offre cosa che la Casa delle donne offra? Perché ci sono milioni di persone che nemmeno ci sono mai entrate, come faranno a vivere senza?

Anonimo ha detto...

Evergreen:
"La questione dell'Appia Antica, attraverso gli argomenti di chi la vorrebbe ridurre una qualunque strada di città, offre uno spettacolo stupefacente quanto miserando. Abbiamo imparato che a Roma esiste uno ius singulare che tappa la bocca al Ministro dell'Istruzione in fatto di piani particolareggiati, e rende automaticamente illegale il parere di qualunque commissione il ministro voglia nominare. impariamo che le leggi sulla tutela delle cose d'interesse artistico e sulle bellezze naturali sono parole scritte sull'acqua, che un decreto non può essere annullato quando risulta difettoso, abborracciato in fretta e dannoso all'integrità del patrimonio monumentale: che infine l'interesse pubblico non è rappresentato dalla conservazione della Via Appia Antica, ma dall'interesse particolare di ventisei cooperative. Dagli argomenti lacrimogeni dei difensori della rovina dell'Appia Antica abbiamo ancora imparato che chi si oppone alle cooperative tra i ruderi ostacola la soluzione del "problema della casa", incrementa la disoccupazione, getta sul lastrico decine di famiglie, condanna all'ozio una tribù di geniali architetti. Abbiamo visto persino le cooperative sostituirsi agli organi di tutela e insegnarci che il tratto dell'Appia da esse amorevolmente scelto "non ha alcun interesse archeologico e paesistico": anzi (solito vezzo ipocrita di tutti i guastatori d'Italia) ci viene assicurato che il nuovo quartierino offrirà "un panorama di riposo" e sarà una "piccola cara quieta cittadina fatta di villini, di viali alberati, di riposo e serenità".

Anonimo ha detto...

Avete avuto folle oceaniche alla vostra manifestazione o non ve s è filato nessuno come al solito?

Anonimo ha detto...

pagate l'affitto e riceverete grandi elogi...così sarà tutto guadagnato per Roma. ci sono altre situazioni altri locali che sono stati chiusi e punto.

Anonimo ha detto...

Io praticamente ci campo dentro villa pamphili, sono stato al casale dei cedrati quando era aperto ed era un posto da sogno. ora mi mette una tristezza ed una depressione indicibili vederlo in stato di abbandono. come quando la giunta raggi ha nastrato di giallo tutto, perchè pericolante anzichè renderlo fruibile e metterlo in sicurezza. per quanto riguarda la percentuale di ristorazione vs cultura la mia domanda è una e semplicissima. ma il bistrot del parco? che sta là a guadagnare da anni con la sola ristorazione? perchè il bando del casale dei cedrati e degli altri 4 proponeva vincoli impossibili da realizzare? per casina rosa era richiesta zero ristorazione solo polo culturale e l'idea era di farne il centro informazioni di Villa Pamphili...la scelta più demente visto che è il manufatto più distante da qualsiasi ingresso...fatemi sapere chi ha un'idea per far sostenere senza ristorazione un posto che necessita di cure, manutenzione e spese...

Massimo ha detto...

A parte il fatto che dovrebbero spiegare come mai una porta "con sigilli" sia aperta (vabbè!), ci tengo a ribadire che Villa Pamphili se ben tenuta non avrebbe nulla da invidiare a parchi più famosi nel mondo! Ed è assolutamente vero che mantenere alto il livello, di questa come di altre cose, genererebbe gettito, come è altrettanto vero che nel gettito le mafiette potrebbero sguazzare meglio facendo pure tutti contenti, pensa un po'!!!
Comunque è anche vero che se il problema fosse stato una rampa ed una porta, un Sindaco con la S maiuscola, serio, si sarebbe presentato nel giusto ufficio (quello del responsabile più alto in grado, non certo quello nel sottoscala di fantozziana memoria) chiedendo sul palmo della mano il permesso firmato e controfirmato e VOILA', problema risolto in 10 minuti (15 al massimo, và).

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Anonimo ha detto...

Pure io ci vengo tutti i giorni. Uno stato di abbandono così non l'ho mai visto prima. L'amministrazione non fa che nastrare tutto quello che non va. Kilometri di nastro giallo ovunque..da due anni. Avranno speso più per quello che per sistemare. È avvilente

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