Finalmente pubblico il contratto che Raggi ha firmato con Grillo&Casaleggio. Da leggere

17 dicembre 2016
Adesso le anime belle del Movimento 5 Stelle fanno tanto gli indignati contro la Raggi e il suo "raggio magico" composto da Marra, Romeo e compagnia cantante. Ma forse le colpe sono da distribuirsi in maniera più diffusa e ampia e non da addossare solo alla sindaca che ha l'unica colpa di non avere  neppure lontanamente una struttura ed una lucidità intellettuale e psicologica adatta al ruolo. Ma di sindaci intellettualmente e psicologicamente inadeguati è peno il mondo, di movimenti politici che invece di dare sostegno e struttura e di compensare questi vulnus li accentuano invece no!
E così a Roma, a differenza che a Torino, tutti i candidati al consiglio comunale, sindaco incluso, sono stati fatti passare dalla vergognosa e probabilmente illegale e anticostituzionale firma di un contratto di puro strozzinaggio psichiatrico che li vincolava, pena 150mila euro di multa, a comportarsi come dicevano Grillo e Casaleggio. Ci si domanda come è possibile che per una azione così grave chi l'ha proposta non sia oggi iscritto nel registro degli indagati: chi ha concepito e imposto questo contratto è secondo voi meno pericoloso e capace di "ripetere i reati" di Raffaele Marra? Pensateci.

Le parti più gravi di questo contratto (di cui si è parlato per mesi ma che la "trasparenza" pentastellata ha preferito oscurare fino a che qualche giudice - mosso da alcuni parlamentari PD che hanno presentato esposto - non l'ha fatto uscire fuori) sono sostanzialmente due: 

1. La sindaca e gli eletti capitolini possono prendere solo decisioni di ordinaria amministrazione, tutte le decisioni importanti le prendono Grillo e Casaleggio.

2. La comunicazione (che nella gestione di una metropoli occidentale oggi è al primo posto nelle strategie di governo) è tutta in mano a Grillo, alla Casaleggio e associati e al Gruppo Parlamentare del Movimento. Ovvero a Rocco Casalino, un personaggio caricaturale uscito dal Grande Fratello e oggi tra i primissimi collaboratori del comico di Genova.

Il contratto - scritto con il ben noto e secondo noi pericolosissimo mood da setta fondamentalista - ci fa anche capire come mai la sindaca, invece di farsi un sito suo come hanno fatto prima di lei Alemanno e Marino per interfacciarsi coi cittadini, utilizza il blog di Beppe Grillo per le comunicazioni istituzionali: è, semplicemente, obbligata a fare così. Da contratto. Un documento tutto da leggere, specie in questi giorni. La sindaca Raggi ha fatto migliaia di errori, ma queste erano le atroci condizioni di partenza. Delle condizioni inaccettabili, inedite e indecenti che presagivano in se stesse un fallimento dell'azione di governo. Il 13 gennaio, come ci informano i senatori del PD, ci sarà una sentenza su questa ennesima losca faccenda. E le conseguenze per la Raggi da politiche si potrebbero trasformare - qui come in altre partite, a partire dalle nomine - in giudiziarie. 







Arresti di Marra servono solo a confondere le acque. Il problema non èlui!

Farebbero bene ad essere poco contenti i detrattori di questa amministrazione e coloro che si sono resi conto degli autentici disastri che sta compiendo ai danni della città. 
Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane, non si farà altro che parlare di Raffaele Marra, di suo fratello, del rapporto strettissimo che aveva con il sindaco, del suo ruolo di burattinaio, di "spermatozoo che ha fecondato il Movimento 5 Stelle". Si parlerà solo di lui e non si parlerà di altro. Questo arresto - pesante politicamente per il sindaco Raggi ma riferito alle mille zozzerie che si svolgevano negli anni di Alemanno - sarà un'arma di distrazione di massa che paradossalmente favorirà l'attuale amministrazione nel continuare le porcate che ha iniziato e che sta portando avanti con caparbietà. Vediamone qualcuna.

Nella Legge di Bilancio si continueranno a inserire voci di costo assurde in capo al Gabinetto (peraltro senza un capo!) che consentiranno al Presidente del Consiglio Comunale e al Sindaco di farsi la loro personalissima monovra d'aula alimentando lacché e clientele.

Mazzillo, l'assessore al bilancio molto "marriano", continuerà nel suo proposito di girare i proventi dei buoni casa agli stessi costruttori che gestiscono i micidiali residence per l'emergenza abitativa, smontando tutto il lodevole tentativo di superare questo scandalo messo faticosamente in piedi dalla giunta Marino. 

In Atac l'amministratore unico Fantasia e l'assessore Meleo continueranno a governare in combutta coi peggiori sindacati restaurando ciò che era prima del tentativo di Rettighieri di trasformare l'azienda in un posto minimamente normale. 

Ama perderà Bina, il direttore generale (poveraccio, gli hanno fatto subire anche un faccia a faccia con Grillo tempo fa. Il direttore generale di una municipalizzata che deve interfacciarsi con Beppe Grillo...) che ci risulta essere una persona in gamba e dunque contrario alla restaurazione della macrostruttura proposta e imposta da Paola Muraro.

Paolo Berdini imporrà ulteriori salassi economici alla città facendo fuggire imprenditori, investitori, fondi e capitali di qualità. Dopo lo Stadio della Roma, gli Ex Mercati, la Città della Scienza, il Parcheggio di Via Giulia, le Torri dell'Eur, la Ex Fiera decine di altri progetti verranno mutilati e umiliati saranno coloro che vi hanno creduto e investito; mille altri progetti potenziali non partiranno proprio perché nessuno scommette su una città le cui sorti sono decise da una figura come quella del nostro inquietante assessore all'urbanistica. 

I Vigili Urbani potranno insistere a brutalizzare e sabotare le innovative misure inventate durante la precedente amministrazione: non si contano i cittadini che vengono intimiditi se osano utilizzare IoSegnalo ad esempio...

L'assessore Adriano Meloni potrà insistere nelle sue simpatiche azioni contro gli abusivi, che ritornano sul posto più numerosi di prima 20 minuti dopo la fine dei costotissimi quanto inutili blitz.

Personaggi come Andrea Coia continueranno a favorire quella che solo a Roma è chiamata "imprenditoria locale" e che invece in tutto il mondo è additata come racket e feccia arraffona. E così le bancarelle, i cartelloni e tutti coloro che usurpano suolo pubblico generando bruttezza e non dando nulla in cambio alla collettività non avranno nulla da temere: la città si sta ulteriormente riempiendo di immondizia commerciale in una maniera inenarrabile.

muncipi e i territori continueranno a venire amministrati come sono amministrati ora. Zero concretezza, delibere surreali e decisioni criminogene come accade (ve ne abbiamo parlato millemila volte) nel XIV Muncipio così come nel V Municipio dove, tra le altre cose, le amministrazioni sono tenute per le palle dalla 'ndrangheta dei movimenti, delle organizzazioni nazifasciste, degli occupatori di professione. Nell'ambito di una opacità amministrativa plateale.

Tutti gli uffici continueranno semplicemente a non lavorare, a non dare risposte, a non erogare servizi a stare immobili come stanno da mesi. Nessuno muove un dito, nessuno si piglia una responsabilità, nessuno lavora una pratica.

Nei dipartimenti si continueranno ad assumere amici, leccaculo, fidanzate, amanti, nani, ballerine, saltimbanchi. E tanti tanti falliti, incapaci miracolati solo perché amici. Tutti fuorché le persone di qualità che ci si aspettava finalmente, dopo anni di disastro, potessero essere coinvolte nell'amministrazione della cosa pubblica.

E di tutto questo non si parlerà, tutto questo passerà in secondo piano, tutto questo sembrerà molto marginale e meno grave perché ci sarà da occuparsi di Raffaele Marra. Senza rendersi conto che il problema è altrove. 
Il problema è una amministrazione dotata di qualità tecniche politiche e anche morali diffusamente scarsissime. Un'amministrazione che doveva permettere ad una città moribonda un colpo di reni e invece le sta dando il colpo di grazia.

Il grandioso (involontario) capolavoro artistico di Virginia Raggi. Tutti i fotomontaggi più spassosi

15 dicembre 2016
 
Grand Budapest Hotel

Harry Potter

Harry Potter 

Harry Potter 

Kill Bill 

Matrix 

La Passione di Cristo 

Shining 

Essi Vivono 

The Avengers 

Bastardi senza Gloria 

La Grande Bellezza 

Grand Budapest Hotel 

La Parola ai Giurati 

Star Trek 

Il Villaggio dei Dannati 

The Young Pope

Austin Powers

Da arresto. Il Comune stoppa la chiusura dei residence e distrugge il buono casa

14 dicembre 2016


Mentre le prime pagine sono occupate - giustamente eh! - dalle dimissioni della Muraro, dalla restaurazione in Atac e dal povero albero di Natale di Piazza Venezia una notizia forse più inquietante è finora passata sotto-silenzio fatta salva l'uscita di oggi sul Corriere della Sera.
Parliamo della "Direttiva Forza Nuova", cioè di una memoria di giunta approvata praticamente durante il week end dal Campidoglio che revoca di fatto le procedure di chiusura dei residence (leggasi: orrendi palazzoni con catapecchie di 20mq infestati da topi e scarafaggi e per i quali il comune paga 2-3mila euro di affitto al mese manco fossero superattici a Fontana di Trevi per fornire assistenza alloggiativa "temporanea" agli sfrattati) e vanificando così anni di sforzi della passata Giunta e degli uffici dipartimentali.

Secondo la Giunta ora il buono casa (dopo vedremo cos'è) può essere pagato anche ai residence. Addio progetti di dare alle famiglie un luogo civile dove abitare, occhi chiusi sulle irregolarità dei residence stessi, grandi favori ai costruttori che dei residence sono gestori e proprietari, pace fatta con tutti i movimenti, fascisti, anarchici, comunisti e tutta la feccia possibile e immaginabile cui questa amministrazione ha fatto da sempre mille promesse.

Su siti e social network, i neofascisti di Forza Nuova cantano giustamente vittoria poiché quella approvata è una direttiva  scritta su misura per loro, che il sindaco ha vigliaccamente concesso cedendo alle intimidazioni e ai violenti blitz inscenati in questi giorni da Forza Nuova nei municipi e presso gli uffici del Dipartimento casa.


Ma andiamo per gradi: nel 2015 (grazie al lavoro dell'assessore Francesca Danese e all'opera encomiabile del dirigente comunale Aldo Barletta), viene istituito il "buono casa", un contributo di 600/800 euro al mese destinato agli ospiti dei residence che nelle intenzioni dell'ex Giunta Marino avrebbe dovuto sostituire il vergognoso sistema dei residence, permettendo ai beneficiari di pagarsi l'affitto altrove. Viene fatta anche una gara europea (che ovviamente va deserta!) e contestualmente si comincia a far circolare la voce che il buono casa non funziona: se lasciate i residence per avere il buono casa poi il comune smette di pagarvi il buono casa e restate in un appartamento privato morosi e sotto sfratto. Così sia le persone bisognose di assistenza sia i cittadini che mettevano sul mercato gli immobili ci sono andati coi piedi molto di piombo.


Il comune decide di disdettare la maggior parte dei contratti di affitto dei residence (lasciandone in corso solo quattro). Ma il bonus funziona male, un po' perché i proprietari privati non si fidano a dare in affitto le proprie case ai beneficiari e un po' perché molti ospiti dei residence non vedono di buon occhio l'idea di abbandonare un alloggio magari degradato ma per loro totalmente gratuito, per trasferirsi in una casa privata dove sarebbero tenuti a pagare utenze e condominio e, in futuro, anche il canone di affitto (perché il buono casa dura solo 4 anni).

Il risultato è che alcune strutture, per le quali il Comune non paga più l'affitto da mesi, devono essere chiuse perché i proprietari intanto hanno proceduto ad ottenere lo sfratto dal Tribunale; in Comune hanno perciò pensato di traferire gli inquilini alla spicciolata nelle quattro strutture che ancora risultano coperte da contratto di affitto.
Alcune italiche famiglie legate all'estrema destra, alle quali Alemanno (non l'attuale Virginia Alemanno, ma Gianni Alemanno quello autentico) aveva generosamente concesso di vivere in "assistenza alloggiativa" (cioè totalmente gratis a spalle di tutti noi) in un lussuoso e nuovissimo palazzo a Torrevecchia, a questo punto si scatenano contro la minaccia di "deportazione" e decidono, spalleggiati da un pugno di squadristi di Forza Nuova, di forzare la mano al presidente del 14° municipio Alfredino Campagna (sempre lui!) per chiedere il ritiro immediato dei trasferimenti: Campagna, con sprezzante italico vigore, accetta in blocco le richieste dei fascistoidi manifestanti chiedendo al sindaco di bloccare immediatamente gli sgomberi. 


Detto, fatto... dopo poche ore, il sindaco annuncia via Facebook l'immediata sospensione di tutti trasferimenti in attesa cioè di una futura e vaghissima soluzione del problema tramite il buono casa.
Forza Nuova (ribattezzata per l'occasione Forza Raggi) sventola orgogliosamente copia firmata in originale della "memoria di Giunta" approvata, mentre il testo è irreperibile sia sul sito del Comune che nell'esuberante profilo Facebook della Raggi (ma non su Roma fa Schifo, eccolo qui sotto).




C'è da scommettere che tra non molto tempo, i residence torneranno ad operare a pienissimo regime, in nome di un' "emergenza" che trova d'accordo neofascisti, palazzinari, nuova politica honesta e pasdaran dell'assistenzialismo.

Dopo il servizio de Le Iene che fanno le borseggiatrici? Ci sputano addosso

13 dicembre 2016

Siamo tornati alla fermata della metro Repubblica per vedere se il lungo e approfondito servizio de Le Iene - che domenica scorsa ha utilizzato anche alcuni nostri spezzoni filmati per raccontare il fenomeno assurdo delle scippatrici-bambine sotto la metropolitana di Roma - ha sortito qualche effetto. 
Sicuramente, abbiamo pensato, dopo una copertura mediatica così importante su una tv nazionale che riportava la gravità assoluta della situazione si saranno moltiplicati a dismisura i controlli e almeno per qualche giorno saranno spariti tutti i borseggiatori. Almeno per far abbassare l'attenzione dei mezzi di comunicazione.

Niente di tutto questo. La situazione era peggiore che prima del filmato andato in onda e e ladre si sentivano ancor più padrone del territorio. Questa volta, vedendoci filmare e magari sentendosi braccate non solo da quattro poveri blogger ma finalmente anche dalla tv, hanno optato per sputarci in faccia. Così. La metropolitana è roba loro. 

La nuova preferenziale di Via Emanuele Filiberto non funziona. Filmato e riflessioni

12 dicembre 2016
Eravamo talmente felici, dopo anni, della nascita di una nuova corsia preferenziale a Roma (400 metri eh, non vi credete), che ci siamo andati molto soft. Abbiamo deciso di fare la prima prova su strada all'ora di pranzo del lunedì, in una giornata invernata ma calda, di sole, limpida. Con nuvolo, freddo, sciopero o pioggia forse le cose sarebbero andate differentemente.
Il punto è che le cose sono andate male lo stesso. La corsia preferenziale di Via Emanuele Filiberto è una nostra battaglia storica tanto che anni fa dedicammo alla cosa addirittura una piccola pagina Facebook ad hoc. Un progetto del cuore che però ad oggi fa piangere il cuore per come è gestito. 

Nessuna nuova segnaletica, nessuna presenza dei vigili per far 'digerire' agli automobilisti (automobilisti romani!) la nuova disciplina del traffico. E così su una strada in condizioni da malata terminale (come tutte le strade della città, beninteso) è stata fatta la ennesima cura omeopatica. Via Emanuele Filiberto ha infatti corsie errate anche dopo la nascita della preferenziale e dovrebbe essere completamente ridisegnata, allargati i marciapiedi, possibilmente eliminata la sosta, ricavata una ciclabile leggera tra auto e percorsi pedonali. Questo è l'unico modo per rilanciare la strada e il suo commercio un tempo fiorente e oggi decrepito. 


Affrontare i problemi del genere con questo pressappochismo (la stessa Sindaca Raggi oggi in diretta Facebook sul 51 di passaggio da Via Emanuele Filiberto ha avuto modo di sottolineare come sia necessario almeno avvisare i cittadini, ed effettivamente in una città normale una novità simile viene calata non in questo modo, ma sottoposta ai cittadini con riunioni, assemblee, spiegazioni, materiale esplicativo cartaceo in cassetta delle lettere, mail) rischia di offuscare anche le scelte positive come molto positiva è stata la scelta di fare questa preferenziale. Nulla è peggio di avere buone intuizioni e poi di perdersi in una realizzazione sciatta, deficitaria in comunicazione, non valorizzata e, infine, non funzionante come questa. Sono soldi e tempo buttati e maggiori pericoli, invece che minori, per la circolazione. Pensate ad esempio alle auto che vengono da Manzoni verso San Giovanni e si aspettano di non trovarsi più nessuno che gli taglia la strada per salire su Via Domenico Fontana... Questa e altre riflessioni nel nostro lungo filmato. 

Il gradevole shopping di Natale a Piazza di Spagna: più abusivi che turisti

11 dicembre 2016

Zero controlli, abbandono totale, anarchia vera, sciatteria unica. Decine e decine di manovali della malavita, gestiti e organizzati dalla criminalità organizzata. Contro di loro nessuno alza un dito. D'altronde è la storia degli ultimi mesi e per la verità degli ultimi anni: contro le mafie, quelle vere, ci si va molto cauti.
Poi ti sorprendi se durante questo ponte i turisti, specie quelli migliori, se ne sono andati a Milano, a Napoli e a Firenze?
La verità è che sempre meno gente è disposta a spendere i propri soldi per poi essere catapultata in una realtà simile. L'abusivismo in Italia è presente ovunque, anche nelle grandi città del nord (Bologna, Milano o Torino): purtroppo le nostre leggi sono atrocemente inadeguate e nessuno pare intenzionato a modificarle. Ma da nessuna parte è così spudorato, da nessuna parte è così di impatto. Da nessuna parte come a Roma l'abusivismo arriva a cambiare a tal punto il panorama della città impendendoti, anche volendo, di godertela. E poi è solo uno dei mille problemi che rendono l'esperienza di viaggio terribilmente spiacevole...

Perché l'albero di natale di Roma fa pietà e quello di Milano è bellissimo?

9 dicembre 2016

Ieri il sindaco di Roma ha inaugurato uno degli alberi-di-Natale-di-Piazza-Venezia più insulsi, spelacchiati e tristi di sempre. Invece di sollecitare spirito festaiolo, la povera conifera - peraltro collocata in una vergognosa rotonda automobilistica: i 5 Stelle dovevano cambiare tutto dunque perché riconfermare la location? - fa venire solo una gran senso di depressione facendo passare la voglia di fare acquisti, compere e istigando a portare i propri soldi altrove. Buio, sciatto, male allestito, senza un'idea o uno spunto creativo, l'abete è comunque motivo d'orgoglio dell'amministrazione (questa foto orrida usata per il confronto non è stata divulgata dai poteri forti ma postata dalla simpatica Virginia Alemanno sul suo profilo). Perché "per realizzarlo abbiamo speso solo 15 mila euro". Già, ma se il risultato che hai è un danno d'immagine, assolutamente controproducente, allora i 15 mila euro sono pure troppo, sono perfino soldi buttati: era meglio non far nulla. L'alternativa non è tra il fare le cose sprecando o il farle risparmiando; l'alternativa è piuttosto tra il fare le cose bene, sperando e auspicando che abbiano un ritorno in termini di immagine e quindi economico, e tra il farle male. Se si devono fare male è meglio non farle affatto; e il nostro albero di Natale è fatto male. Per carità, rispecchia le condizioni della città e in questo è sincero, ma resta comunque la totale inadeguatezza.






Il giorno precedente, tradizionalmente per Sant'Ambrogio, anche a Milano è stato acceso l'albero di Natale principale, in Piazza Duomo (un'isola pedonale, non una rotonda autostradale). L'albero è scintillante e quasi impressionante per dimensioni. È stato inaugurato dopo una grande festa, la piazza gremitissima, spettacoli di teatro e danza, i ragazzi del Coro dell'Antoniano a intonare canzoni natalizie e migliaia di telefonini ad immortalare l'accensione.







Qualcosa come 28 metri di altezza, 54mila luci, 400 palle di Natale, 6km di cavi. Ma quindi il Comune di Milano è più spendaccione di quello di Roma e vuole buttare i soldi di chi paga le tasse in facezie? Fermo restando che queste non sono meramente spese bensì investimenti sull'immagine della città e dunque sulle sue potenzialità di riuscita economica, bisogna comunque dire che no, il Comune di Milano non spende di più. Il Comune di Milano semplicemente fa ogni anno una gara e assegna la realizzazione dell'albero - su sua supervisione, chiaro - ad una grande realtà privata. Quest'anno è Pandora, la multinazionale nordeuropea dei gioielli. Chiaramente queste società portano non solo il beneficio economico di sponsorizzare l'operazione, ma anche tutto un expertise sul mondo degli eventi. Grazie a Pandora insomma l'operazione-albero di Natale girerà moltissimo sui social, diventerà una destinazione, contribuirà a fare branding della città di Milano nel mondo. Ci guadagna il marchio Pandora, ci guadagna il marchio Milano. E dunque tutti i milanesi nessuno escluso.
Naturalmente a Milano questa esperienza non è la sola. L'albero in Galleria - straordinario coi suoi giochi di luce - è pagato da Swarovski, quello a Piazza Gae Aulenti da Esselunga e quello alla Darsena da Vodafone. Tutto a costo zero per l'amministrazione che, al contrario, incassa soldi e campagne pubblicitarie internazionali che mai si sarebbe potuta permettere e che fortificano l'awareness globale della città senza che Palazzo Marino metta un centesimo. Ecco che così i 15mila euro della Raggi, raccontati come virtuosi, diventano viziosi, sciocchi, stupidi. Ridicoli.

Tutta l'operazione Pandora, poi, ha un punto di caduta assolutamente benefico e charity. Pandora punta a far crescere la consapevolezza del pubblico con una campagna che punta a fare attenzione quando e come si consuma. E dove. Un bel lavoro sul concetto di "donare" che gira con un hashtag sulle reti sociali e ha come punti fissi i tanti store Pandora.

Tornando a Roma, qualcuno pensa che potremo persuaderci del fatto che il nostro albero ottempera alle mitologiche leggi delle Tre Erre così bene enunciate dalla nostra sindaca al momento dell'inaugurazione: Riduzione, Riciclo, Riuso. Tutto benissimo, se non ci fosse una quarta R: Ridicoli!

Pasticcio Paolo Berdini. Che resti o che vada, sarà un disastro

8 dicembre 2016
Virginia Raggi e Emanuele Montini in campagna elettorale
Pare proprio che il nostro ultimo articolo di tre giorni fa, in cui mostravamo un video di un Berdini intento a sproloquiare idiozie in un centro sociale occupato (prefigurando in 10 minuti di intervento ad almeno altrettanti reati gravi per un pubblico amministratore), sia stato la goccia che abbia fatto traboccare il vaso. Il giorno dopo una velina sulla sua uscita dalla giunta è stata diffusa ad arte dalla Adn Kronos e da quel momento si è aperta la crisi tra la Giunta e il suo assessore all'urbanistica.

La prima premessa da fare è su un punto squallido a dir poco: non si mette in discussione Berdini per i danni assurdi che ha fatto alla città, per il suo approccio datato e vecchio di 40 anni, per la sua visione urbanistica che non è la visione urbanistica di nessun altro assessore pari ruolo, per l'odio verso i privati che invece oggi sono la prima risorsa da sfruttare. No. Nulla di tutto questo. Lo si mette in discussione solo perché, mettendosi di traverso allo Stadio della Roma, rischia di far perdere al Movimento 5 Stelle centinaia di migliaia di voti di tifosi. Il punto non è mai il bene della città, il punto è solo la ricerca costi quel che costi del consenso. In questo il Movimento 5 Stelle non si conferma uguale ai vecchi partiti, si conferma perfino peggiore dei vecchi partiti in tutto e per tutto. 

Berdini può devastare la ex Fiera di Roma, può insultare la Nuvola, può cambiare i connotati allo Sviluppo di Via Guido Reni, può considerare "scellerato" lo sviluppo straordinario che ha cambiato la faccia a Milano, può dire che la Metro C deve andare a Corviale e non più a Piazzale Clodio, può azzerare il progetto che finalmente aveva salvato le Torri dell'Eur, può bloccare la trasformazione urbana degli Ex Mercati "perché non c'è verde". Insomma Berdini può fare le scemenze più dannose e più grosse di questo pianeta facendo dilapidare alla città miliardi di euro e decine di migliaia di preziosissimi posti di lavoro e nessuno gli dice niente, ma se tocca i tifosi daaamaggica allora le cose cambiano e si arriva alla crisi. Rendiamoci conto della tristezza di questo approccio.

Come andrà, andrà male. Perché? Seguiteci. Ci sono due ipotesi: Berdini resta e ingoia lo Stadio; Berdini va via. Se Berdini resta fargli digerire il Nuovo Stadio significherà consentirgli, in cambio, di poter demolire tutti gli altri progetti della città. "Statti buono sullo stadio che sennò perdiamo voti, però ti facciamo devastare tutti gli altri sviluppi in corso come piace a te". Un compromesso al ribasso a danno di tutti. Un processo peraltro già avviato.

Se Berdini invece va via sarà sostituito da chi è perfino peggio di lui. Si scalda a quanto sembra in panchina infatti Emanuele Montini, uno che viene da Italia Nostra e questo basterebbe e avanzerebbe a qualificarlo. Figura senz'altro competente (a differenza dei finti competenti che ora spadroneggiano in assessorato), ma clamorosamente ideologizzata al di là di ogni sopportazione. Peraltro abbiamo trovato un video in cui egli esplicita la sua visione sullo stadio della Roma. Se sarà lui a "salvare" il progetto, si tratterà un segnale non proprio rassicurante sulla sua coerenza...

Le ultime di Paolo Berdini. Nuovo video con affermazioni da non credere

5 dicembre 2016
Lo hanno detto e ripetuto molti analisti politici: dopo il Referendum, indipendentemente dal risultato, per il caos di Roma sarà il redde rationem e finalmente i vertici del partito a Cinque Stelle prenderanno in mano la situazione.

Noi ci auguriamo che tra le tante correzioni che saranno fatte e indicazioni che verranno date a Virginia Alemanno, ci sia anche qualcosa su Paolo Berdini. L'assessore all'urbanistica - uno dei ruoli più significativi e strategici - si rivela un giorno dopo l'altro semplicemente imbarazzante. Una figura che è passata dal folklore all'autentica sciagura: l'auspicio è che qualcuno lo fermi. 

Questa necessità salirà ancor più forte anche nelle vostre priorità dopo aver seguito questa ennesima perla del nostro. Si tratta di un intervento che l'assessore ha fatto all'Alexis Occupato, uno spazio illegale che alcune persone hanno sottratto illecitamente ai legittimi proprietari (Acea, dunque tutti noi fessi) perché "era in centro" e per farci 10 appartamenti per chi si sente terribilmente più furbo di coloro che ogni mese si fanno in quattro per pagare l'affitto. Lo spazio rischia un sacrosanto sgombero e l'assessore all'urbanistica invece di disegnare una città che catalizzi risorse, combatta la disoccupazione e offra spazi a chi non ce la fa, sostiene chi occupa illegalmente. 

Lo fa con un discorso indifendibile in tutto e per tutto, all'insegna della mancanza di rispetto, della consueta cafonaggine istituzionale, dei soliti tristi intercalari (avete fatto caso che questo signore ripete sempre la nenia "basta con questo giochino", una pena e un fastidio infinito) e della sostanziale volgarità. Ascoltatelo con noi e seguiteci nel nostro analizzarlo pezzo a pezzo. 


SU OTTANTAMILA MQ NON C'E' UN MQ DI VERDE
Come iniziare meglio? Tanto per gradire Berdini va in un centro sociale abusivo e illegale e spala sterco su chi? Ma sugli investitori che, in attesa da 6 mesi di una sua firma per una mera variante, vorrebbero investire dall'altra parte della strada 3 o 400 milio di euro per trasformare gli Ex Mercati Generali. E' una storia incredibile che abbiamo raccontato qua. Secondo voi è possibile al mondo una cosa del genere? Un assessore all'urbanistica che va a prendere applausi e ad allisciare il pelo di chi ruba immobili peraltro di proprietà comunale e che sbeffeggia chi invece vuole investire stando nelle regole.
Naturalmente se entriamo nel merito sono le solite fandonie. Il progetto degli Ex Mercati è dotato di un sacco di piazze e spazi pubblici (oggi preclusi perché in attesa del via libera di Berdini tutto è abbandonato e gli investitori parlano di andare a portare i loro soldi altrove), sono prevista piantumazioni di centinaia di alberi ma non certo di parchetti o boschetti visto che la soprintendenza è stata chiara e non vuole piante che impallino la visuale sui padiglioni storici degli Ex Mercati che gli imprenditori sono chiamati a restaurare.

FARE 150 NEGOZI NEGLI EX MERCATI SIGNIFICA FAR MORIRE TUTTA VIA OSTIENSE E CIRCONVALLAZIONE OSTIENSE
Tecnicamnete è terrorismo della peggior specie, gravissimo perché pronunciato da un rappresentante delle istituzioni cittadine: spaventare le persone ignoranti, una delle cose più meschine del mondo per chi amministra la cosa pubblica. Le stesse emerite idiozie erano proferite quando aprì Eataly all'Ostiense. "Una struttura di queste dimensioni farà chiudere tutti i ristoranti nei dintorni e tutte le gastronomie". Beh, quello che è successo nell'area di Ostiense e del Porto Fluviale è oggi di fronte a tutti: la sfida lanciata da Eataly è stata colta da decine di imprenditori e l'area si è trasformata ospitando tantissimi progetti gastronomici (alcuni anche di elevata qualità), laddove prima c'erano locali sfitti o offerta scadente: ricchezza, tasse, tanti posti di lavoro. Ovviamente esattamente il contrario di quanto sostiene Berdini. Oggi il commercio riprovevole di Via Ostiense e della Circonvallazione Ostiense (stuprata da 45 bancarelle una più inguardabile dell'altra) non ha nulla da tutelare, deve solo cambiare e radicalmente. E' chiarissimo anche ad un bambino, ma non ad un politicante di quart'ordine in cattiva fede, che un grande centro di commerciale di qualità e con servizi oltre che con tantissimi parcheggi potrà essere da stimolo e da sollecito, non da ostacolo, per i commercianti circostanti. Altro che morire come dice il nostro terrorista. 

L'ARCHITETTO DI MILANO, BOERI, FA PARTE DI UNA FAMIGLIA IMPORTANTE
Dopo una serie di farneticazioni su Viale Marconi e su Via Negri, nel continuo insistito atteggiamento di prendere per i fondelli gli sviluppatori francesi degli Ex Mercati, Berdini manca di rispetto anche a Stefano Boeri. Non solo architetto, ma anche suo collega a Milano durante la giunta Pisapia. "Architetto di Milano" appartenente ad una "famiglia importante". Un modo furfantesco di parlare, mandando pizzini a destra e a sinistra, alludendo, dando di gomito, parlando a nuora perché suocera intenda. "Una famiglia importante". Ma cosa significa? Che Boeri è importante grazie al padre, allo zio, al fratello? Può spiegare? Una delle figure politiche più squallide e melliflue che abbiamo visto calcare gli scranni capitolini da quando ci occupiamo di Roma. 



SCELLERATA TRASFORMAZIONE URBANA DI PORTA GARIBALDI
Per parlare male di Stefano Boeri, Berdini definisce "scellerata" la trasformazione urbanistica di Porta Nuova che lui ignorantemente chiama "Porta Garibaldi". Berdini - fateci caso - si rivolge  sempre a dei totali ignoranti, e se ne approfitta raggirandoli: quando parla a persone competenti non si permette di dire certe enormità, ma quando ha di fronte gente che non sa nulla, affonda il colpo in maniera scorretta, ridicola e patetica. Ma per fortuna ci sono le registrazioni video (non quella di qualche giorno fa purtroppo, quando fuori da una conferenza fece un panegirico di Francesco Gaetano Caltagirone e delle sue società). Ovviamente anche in questo caso la verità è l'opposto: si tratta di uno dei progetti più straordinari d'Europa, le torri di Boeri sono state premiate dovunque al mondo: informatevi. Ma non credete a noi o alle foto qua sopra, andate a Milano, passeggiate sotto questi edifici, parlate con le persone che vivono li intorno e dopodiché saprete cosa il nostro assessore all'urbanistica, quello che ha in mano lo sviluppo futuro della città dove abiteranno i vostri figli, considera "scellerato". Per noi resta solo scellerato chi ha selezionato questo individuo per umiliare ogni giorno la capitale del paese. 

I GIORNALISTI INGINOCCHIATI
Berdini si lamenta che dopo la riunione coi costruttori, questi ultimi avrebbero chiamato un "giornalista inginocchiato" per fargli scrivere un articolo contro Berdini stesso. Allora l'articolo cui l'assessore allude (perché lui manda pizzini, non dice mai, non fa mai nomi, fa allusioni) è questo, il giornalista inginocchiato è Paolo Boccacci e noi speriamo tanto che Paolo Boccacci quereli prontamente Paolo Berdini per questa accusa vergognosa. 

IL RAGAZZO CHE HA FATTO I GIARDINI VERTICALI
Ancora uno sberleffo vergognoso a Stefano Boeri, una personalità che aveva a Milano lo stesso ruolo che Berdini ha a Roma. Le due capitali del paese che si prendono a  pizze senza nessun motivo. Meschinità e basta. 

DOBBIAMO SFONDARLI CON UNA VALANGA DI NO
Berdini trova squallidamente l'applauso facile sul referendum senza rinunciare ad un frasario aggressivo, patetico, censurabile. 

DOBBIAMO PUNTARE AD UNA SOCIETA' CHE NON AMBISCE AD ACCRESCERE LA PROPRIA CONDIZIONE ECONOMICA
Qui non commentiamo.

IL LIBERO MERCATO E' UNA AMARA MEDICINA
Manco qui commentiamo!

COMINCEREMO A DARVI SOLDI
Dopo una serie di follie contro il sistema capitalistico, il liberalismo e il libero mercato, housing sociale e case popolari, Berdini però parla di soldi (prima disprezza il mercato e poi parla di soldi: ne consegue che i soldi si possono fare solo con le tasse e non collaborando coi privati, una posizione micidiale per tutti noi) e cosa fa? Promette ai rappresentanti del centro sociale occupato dei finanziamenti, delle mance, delle mazzette istituzionali. Gli promette una parte dei soldi destinati all'emergenza abitativa. Senza bando, senza merito, solo perché lo hanno invitato a parlare. Solo perché sono illegali. Insomma se voi invece di aspettare la vostra casa popolare o invece di darvi da fare per trovare un lavoro e pagarvi un affitto (magari a 2 ore di treno dal centro, altro che "abbiamo occupato perché era comodo e in centro") puntate un edificio dismesso e ve lo rubate, non solo avrete il plauso delle istituzioni, ma anche i soldi. E una volta ottenuti i soldi "non ci potranno essere sgomberi". Lo dice chiaro e tondo Berdini. 


Ovviamente nel contesto di maggiore prepotenza, sopraffazione e violenza che sono le occupazioni a Roma (un autentico racket per molti versi), gli applausi scrosciano fragorosi ad ogni passaggio. Noi che pensiamo che questa persona rappresenti una minaccia enorme per la città non smetteremo mai di farlo notare. 

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