I romani hanno un enorme problema non facilissimo da risolvere: la loro ignoranza crassa, diffusa, ostentata, rivendicata, autocompiaciuta. Sono impreparati su tutto e considerano questo un pregio di cui vantarsi. Non conoscono nulla di nulla, ma vogliono esprimersi considerando il loro giudizio, scevro da qualsiasi approfondimento, valevole quanto quello di chi ha studiato e approfondito quella o quell'altra questione.
Gli ignoranti ci sono in tutte le città del mondo, beninteso, ma la sensazione (complicata da dimostrare, invero, ma papabile) è che a Roma la percentuale sia decisamente maggiore: sopra il livello di guardia e tollerabilità. Inoltre a Roma di fronte ad un ceto d'insipienti assai attivo e rumoroso, s'oppone silente e mesta la vasta e inutile schiera dei cittadini preparati e aggiornati. Chi nulla sa sbraita facendo un caos dannato, chi è aggiornato al massimo parla sottovoce e viene guardato storto da chi sta in mezzo a questi due poli in posizione neutrale.
Il romano ignorante si trova sempre a disagio nella sua città. Si trovava a disagio con Alemanno e sbraitava, si trovava a disagio con Marino e sbraitava, si trova a disagio con Raggi e sbraita. Essendo ignorante non sa precisamente perché si trova a disagio, ma sa che sta male. Peraltro è ovvio: è impossibile stare a proprio agio in una città così piena di ignoranti.
Oggi il romano ignorante vede strade malridotte, monnezza dovunque, traffico impazzito, mezzi pubblici che non passano, aree verdi e ville in abbandono: costerna, s'indigna e non s'impegna. Il romano ignorante non approfondisce, non studia, non cerca di comprendere cosa c'è dietro ai problemi e quali potrebbero essere le relative soluzioni: semplicemente protesta. Come un bebè che frigna.
Ultimamente, dopo mesi e mesi di #marinodimettiti, il romano ignorante ha preso a ripetere a pappardella un rotondo #raggivattene. Con lo stesso principio. Il romano ignorante non si rende conto che il primo problema della città è lui stesso e utilizza, di volta in volta, il sindaco come capro espiatorio pur di non assumersi le proprie enormi responsabilità. Secondo il romano ignorante bisognerebbe cambiare un sindaco grossomodo ogni 4 mesi.
L'aspetto più atroce del romano ignorante è che protesta contro i problemi, ma quando arrivano le soluzioni protesta contro le soluzioni. La profonda stupidità senza speranza di questa particolare tipologia antropologica è tutta qui. Ed è questo gioco al massacro che tiene la città bloccata. Le persone protestano contro la monnezza, ma se fai gli impianti di incenerimento o di biocompostaggio protesta contro gli impianti di biocompostaggio; le persone protestano contro il traffico ma se scavi parcheggi interrati e aumenti il costo delle strisce blu protestano contro queste misure; le persone si lagnano dei mezzi che non passano mai ma se finalmente realizzi qualche cordolo per proteggere le corsie preferenziali protestano contro quella scelta. L'ignoranza genera questo tipo di surreali situazioni e impedisce qualsiasi progresso piccolo o grande. L'unica è stare immobile. Ed è la strada che sovente i sindaci sono portati a scegliere.
Da questa situazione si esce soltanto con la comunicazione e un approccio, come dire, didattico ai problemi. Spiegando ai romani ignoranti e stupidi (o almeno alla piccola parte di loro disposta ad ascoltare) quanto sciocche sono le loro battaglie e le loro proteste miopi, facendo capire loro - anche usando strumenti nuovi (video tutorial, grafici, clip animate, perché i romani ignoranti vanno considerati dei malati o meglio dei tossicodipendenti da disintossicare) - cosa sono i problemi che gli generano tutto questo disagio, come sono stati affrontati altrove, come sono stati risolti, quale è la strada per affrontarli e superarli. Cercando di illustrargli che protestare contro le soluzioni alla stessa stregua che protestare contro i problemi non ha alcun senso.
Inutile dire che una situazione come questa (centinaia di migliaia di persone fondamentalmente stupide, ignoranti, esasperate dal disagio e convinte nel loro profondo che lo studio e l'approfondimento delle questioni sia roba da sfigati) è facilmente strumentalizzabile e oggi siamo alla vigilia di una goffa strumentalizzazione che si concretizzerà il prossimo 27 ottobre in Piazza del Campidoglio.
Per quel giorno è convocato da una auto costituitasi organizzazione web un sit in di protesta contro il sindaco e l'amministrazione. L'hashtag, indispensabile per il romano ignorante, è #romadicebasta. Purtroppo però non si capisce a cosa questa Roma vogliosa di protestare voglia urlare "basta". Qualsiasi tentativo di comprendere gli obbiettivi di questa protesta si è scontrato contro un autentco muro di gomma. La più grande manifestazione contro la giunta grillina che rischia di catalizzare l'attenzione di decine di migliaia di partecipanti è totalmente priva di programma e spina dorsale. La pars destruens monopolizza quella costruens. In ossequio al populismo più bieco, non c'è l'ombra di una proposta, di un progetto, di una soluzione. Si dice basta contro la mancanza di progetti, contro il degrado, contro la sporcizia, contro i mezzi pubblici che non funzionano, ma non si sviscerano i problemi, non si spiega a chi scende in piazza a protestare quali sarebbero le soluzioni per ovviare.
Facciamo l'esempio di Atac. Una delle soluzioni per risolvere i guai finanziari di questa azienda è quella di valorizzare a livello urbanistico e sviluppare le preziosissime aree di città di proprietà di Atac e oggi abbandonate. Si tratta di lotti pregiati nel cuore di quartieri molto richiesti come l'Appio Latino (deposito di Piazza Ragusa) o Prati - Della Vittoria (deposito Piazza Bainsizza). Va da se che cambiando la destinazione d'uso di questi spazi e facendo partire grandi operazioni immobiliari, il valore di questi cespiti potrebbe innalzarsi fino a centinaia di milioni di euro (oggi invece il Comune punta a svenderli). Le persone che il 27 ottobre manifesteranno in piazza tuttavia sono le stesse persone che hanno più volte manifestato per evitare la trasformazione e la vendita delle ex rimesse, spingendo affinché restassero spazi abbandonati o tutt'al più si imbarcassero in improbabili progettualità di tipo museale\sociale\civico. Protestano contro il problema e poi protestano anche contro la soluzione. Una popolazione del genere è la popolazione più pericolosa che ci può essere perché è una popolazione che si diverte a farsi del male da sola, altro che dare la colpa al sindaco...
Se andate sui gruppi Facebook dove il sit in si sta strutturando e per così dire organizzando trovate istanze di ogni tipo. Davvero tutto e il contrario di tutto. Ci sono alcuni cittadini preparati e consapevoli e poi ci sono quelli che protestano a prescindere e quelli che protestano - come abbiamo spiegato - contro le soluzioni invece che contro i problemi. Negli ultimi giorni non si contano i messaggi contro le preferenziali, tanto per dirne una. Ma ci sono anche quelli convinti che il nuovo Stadio coi tre grattacieli era una speculazione e quelli che vogliono abbattere il Corviale perché interrompe il flusso del vento ponentino...
E così la manifestazione che nasce contro le nefandezze (tantissime) della Giunta Raggi, rischia di trasformarsi in una manifestazione contro le poche cose corrette fatte dalla Giunta Raggi. In una manifestazione senza programma e senza linea, di fatti, chi ci può escludere che si infiltrino gruppi di potere interessati? Il 27 in Campidoglio, tanto per fare un esempio, potrebbero esserci i boss dei pullman turistici, arrabbiati per la riforma del settore che entrerà in vigore dal 1 gennaio. E senz'altro - lo sappiamo per certo dalle pagine sui social della manifestazione - ci saranno i commercianti di Viale Libia che non possono più contare sulla doppia-fila-economy di fronte ai loro locali. E così via...
Qualcuno potrà obbiettare che, al di là dei contenuti, un segnale dal basso dell'insofferenza della città verso l'amministrazione è comunque qualcosa. Qualcosa magari capace di dare una sveglia alla Giunta o di accelerarne la fine. Non è così: e se lo diciamo noi che per due anni - durante i quali la città sembrava come ipnotizzata nella sua malata lobotomia sonnecchiante - siamo stati gli unici e i soli a combattere questi ciarlatani al governo, vi potete fidare. Non conta dire che vuoi cambiare rotta se non indichi con precisione e dettaglio qual è la rotta che vuoi intraprendere in alternativa. E oltretutto una protesta confusa, senza obbiettivi, senza progetti, senza richieste chiare di percorrere determinate strade piuttosto che altre non può far altro che rinforzare il sindaco e la sua squadra. È solo con temi e progetti precisissimi (su municipalizzate, lavori pubblici, gestione degli ambulanti, problema dei cartelloni, balneari, burocrazia, sviluppo immobiliare, grandi eventi, verde pubblico, arredo urbano, manutenzione stradale, cultura, gestione dell'housing sociale, legalità, rifiuti...) che puoi mettere davvero in difficoltà chi amministra male, non certo con una protesta vaga ed esclusivamente basata sull'esasperazione di una mandria di ignoranti felici di esserlo. In quest'ultimo caso finisci probabilmente per rinforzare chi è oggetto della protesta che non ne sarà minimamente scalfito.
Insomma, peggio della Raggi c'è solo chi manifesta a casaccio contro la Raggi.