La morte commerciale della città. A Trastevere solo cartelli "affittasi"

1 settembre 2018





 Dell'assessore al commercio non ricordiamo neppure il nome, tanto per dire il carisma. E visto che non ricordiamo il nome non possiamo incolpare direttamente nessuno visto che nessuno esiste, visto che nessuno si fa carico dell'olocausco commerciale ed economico della città.
Il micidiale governo giallo-verde sta lavorando per "romanizzare" tutto il paese (i dati economici di questi ultimi 3 mesi sono alla portata di tutti, basta leggerli) per cui tra poco la differenza non si vedrà molto, ma per ora lo iato tra la nostra città e il resto d'Italia è allucinante. Il commercio sta letteralmente andando a gambe all'aria.

Da una parte nessuno investe in strade commerciali ridotte al disastro, putrescenti, puzzolenti, distrutte. Dall'altra la struttura della proprietà immobiliare in città - e il particolare sistema di tassazione che non penalizza chi tiene sfitti gli immobili - fa sì che per molte famiglie che posseggono 100, 200, 500 fondi commerciali, lasciarne alcune decine sfitti non cambi nulla e anzi contribuisca a proteggere il valore di mercato di tutti quegli altri. Se so che è necessario abbassare i prezzi di un fondo per affittarlo, ma ho tantissimi altri fondi nella zona circostante già affittati a prezzi alti non effettuerò mai il calo perché rischio 'rimostranze' da parte degli altri affittuari, rischio di dover adeguare insomma il nuovo prezzo a tutte le altre mie proprietà. A Roma più che altrove, la composizione dei 'padroni di casa' (chiesa, ordini religioso, famiglie nobili, storiche famiglie) dovrebbe suggerire una legislazione molto penalizzante per chi tiene sfitto, una legislazione che punti così ad un adeguamento graduale dei prezzi - quando serve - verso il basso in modo da consentire l'ingresso nel mercato a giovani imprenditori creativi che oggi vengono tenuti fuori o espulsi dalla vita economica della città, magari costretti ad andare in altre città o all'estero. 

Nel frattempo che qualcuno inizi a pensare le strategie adeguate ed idonee per rispondere al disastro (e nel frattempo che qualcuno provveda a trasformare le strade della città in "strade" appunto visto che oggi sono parcheggi o discariche), Roma muore sotto migliaia di tristissimi cartelli "AFFITTASI" o "VENDESI" che non interessano a nessuno. Questa gallery fotografica interessa Trastevere ma potrebbe essere fatta dovunque. Ovviamente dietro ad ogni saracinesca chiusa ci sono posti di lavoro in meno, povertà nelle famiglie, ricavi inferiori per il Comune (e dunque meno servizi), maggiore degrado in strada come le foto testimoniano, disagi e imbarazzi per i pochi commercianti che invece in questo scenario post nucleare ancora provano a resistere. Ma tutto questo, che è un'emergenza, andrebbe spiegato all'assessore. Di cui neppure sappiamo il nome, voi vi ricordate come si chiama?

51 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

E' ovunque cosi' in Italia, specie nei piccoli paesi. L'Italia sta morendo, qualcuno l'ha ammazzata ma sembra che a nessuno importi......

Rosino ha detto...

Quanti anni di Berlusconi ci siamo fatti? Berlusconi che ha portato al governo Dell'Utri e Previti. E ora che abbiamo? Governo di propaganda ed incompetenza. Nessuna speranza per questa nazione.

Anonimo ha detto...

Ahahahahahahahahahahah

Anonimo ha detto...

Non si possono avere centri commerciali pieni e negozi Floridia, specie in un periodo di crisi

Anonimo ha detto...

Parole sante ma buttate al vento.

Unknown ha detto...

La cosa piu triste è che in ogni foto vedi solo imbrattate di scritte....quella fogna chiamata roma

Anonimo ha detto...

Quando nel 1993 collasso' il blocco partitico della prima Repubblica, i poteri forti occultamente agganciati dentro il sistema diedero incarico al loro rappresentante piu' importante di creare un'organizzazione politica che potesse mantenere lo status quo italiano; non per niente quel partito fu denominato "Forza Italia". La differenza organizzativa tra il vecchio blocco e quello nuovo era sostanzialmente basata sull'ausilio dell'utilizzo di una base d'appoggio (cioé gli organi mediatici Fininvest-Mediaset) per la diffusione del messaggio di quel partito, unito ad una forte propaganda populista ("Il nuovo miracolo economico italiano", ecc.) che potesse nell'era predigitale precedente ai social network catalizzare il massimo consenso possibile. Dopo la riprovevole fine del berlusconismo si é venuto a creare un sistema ancora più populista, supportato ed alimentato stavolta dalla mastodontica potenza tecnologica dell'epoca 2.0, ovvero il grillismo, accentuato e spalleggiato dal suo lato ancor più destrorso, ovvero il salvinismo, predefiniti arnesi di quegli stessi poteri forti sovrani che avendo come scopo la deriva di degrado sociale, la marginalizzazione e la destrutturazione dell'Italia (non solo di Roma), e soprattutto avendo come scopo principale ed imprescindibile la Italexit dalla UE, porteranno per loro volontà il paese a non poter più sostenere il progetto europeo (che ormai ha gli anni contati), ed abbasseranno ulteriormente ed in maniera esponenziale il tenore di vita della popolazione italiana. Era scritto già 25 anni fa: il berlusconismo lascerà solo macerie, il sistema che verrà dopo non lascerà neppure i detriti, ma solo la sabbia.

Anonimo ha detto...

ogni foto mostra un degrado senza ritegno....la città è un'enorme fogna abitata da animali....Trastevere è una cloaca immonda

Anonimo ha detto...

Purtroppo dalla pessima giunta Raggi, in due anni nessun progetto neanche minimale per Trastevere, una pedonalizzazione, una ciclabile, bike sharing, ecc... . Questi i risultati.

Anonimo ha detto...

Io a Trastevere non vado più, non è più un quartiere piacevole, ormai è un ghetto lurido popolato da bancarellari, tossici e americani ubriachi....peccato perchè invece era un quartiere dalle grandi potenzialità!

Anonimo ha detto...

Inutile fare il pianto greco sui negozi vuoti e sfitti se non si cambia radicalmente impostazione al sistema economico. Da una parte, l'impoverimento generale della popolazione causato da lavoro nero (specie nel commercio, anche se la piaga colpisce ogni settore), salari e stipendi sempre più bassi e incerti a causa dei lavori temporanei, dell'abolizione di ogni tutela per i dipendenti del privato e la riduzione drastica dei dipendenti pubblici continuano a ridurre la capacità di consumo; dall'altra le liberalizzazioni selvagge hanno favorito il proliferare senza criterio della grande distribuzione organizzata (peraltro anch'essa sempre più annaspante), consentito l'apertura a chiunque di qualsiasi tipo di attività commerciale, inflazionando il mercato e riempiendolo di operatori senza arte né parte, magari spinti a tentare la sorte con un'attività qualsiasi per sfuggire alla disoccupazione o alle condizioni miserabili di lavoro (ovvio che questi difficilmente avranno successo: chiudono in qualche mese o pochi anni). Sono ormai pochissimi i commercianti "veri", competenti, in grado di selezionare articoli e prodotti tali da offrire alternative di qualità a prezzi che non solo l'élite può permettersi e questi hanno successo. Se vogliamo dare una possibilità ai negozi oggi tristemente vuoti bisogna innanzitutto dare alla gente entrate non da fame, ripristinare una regolazione sulle licenze, frenare supermercati, ipermercati e centri commerciali. Per calmierare il mercato degli affitti, ricordiamo che esiste ancora un vasto patrimonio immobiliare di proprietà pubblica: invece di svendere per racimolare due soldi e fare arricchire i soliti squali, questo patrimonio deve restare pubblico ed essere gestito come si deve.

Anonimo ha detto...

Poche storie, a Roma governano i "prenditori", i palazzinari, gli ambulanti, i balneari, qualche ristoratore .Una mafia che può permettersi di fare miliardi senza investire. L'unica maniera possibile per far sopravvivere questa casta (questa volta il termine è esatto) è lasciar degradare tutto il reato: non riqualificare i quartieri, non investire in nuove infrastrutture, non promuovere il turismo.

Anonimo ha detto...

Torniamo al comunismo per riaprire i piccoli negozi che ormai sono un residuo degli anni 70. Ma quando mai ! Occorre creare spazi più grandi unendo più locali. La gente vuole quelli. Giusto tassare lo sfitto solo così si convinceranno i nostri proprietari retrogradi e avari che (vedi autostrade) non investono mai nulla in manutenzione, come queste foto mostrano.

Federico ha detto...

Menomale che c'è lei radicalchic anonimo delle 2 39 che ci ricorda come stanno le cose anche se in realtà negli anni 90 e i primi del 2000 l'Italia non andava poi cosi male solo che ormai la globalizzazione ha permesso che le ricchezze Europe andassero nei paesi emergenti

Anonimo ha detto...

"Torniamo al comunismo"??? Scusa ma quando mai hai vissuto in una società comunista, cosa ne sai? Semmai è proprio nei Paesi comunisti che i negozi a gestione famigliare erano inesistenti e le merci si trovavano solo nelle grandi catene, in quel caso statali, e comunque tutte uguali, a prezzo fisso e di qualità standard, esattamente come nei centri commerciali che abbiamo oggi, dove la merda magari te la infiocchettano meglio, tu abbocchi e la paghi cento volte quel che vale, almeno i comunisti la merda la facevano costare pochissimo. Studiare un po' mai, eh? A parte questo, un negozio può voler dire lavoro dignitoso per una famiglia e magari per qualche dipendente, qualità del servizio e della merce, lavoro per il territorio, mentre un centro commerciale vuol dire paga da fame per pochi schiavi, grandissimi profitti per pochissime multinazionali, prodotti scrausi e tutti uguali. Alla Conad in questi giorni ci sono le spigole "estere" (??) di allevamento a meno di 6 euro al kg; il pescivendolo del mercato vicino a casa mia invece proponeva anche dei cefali freschissimi e molto più sani ad un prezzo simile; sai perché? Perché gli ignoranti preferiscono comprare le spigole piene di antibiotici e allevate a spazzatura invece di un pesce fresco pescato che richiede un minimo di conoscenza per dare grandi soddisfazioni. Ragiono da anni Settanta? Pure da anni Dieci se vuoi, ma al centro commerciale la spesa la lascio fare a te.

Anonimo ha detto...

Tutti bravi ad attaccare Roma e la Raggi ma tutti altrettanto ignoranti, compreso chi ha scritto l'articolo, su come funziona il mondo del commercio (regolamenti, incentivi, tassazione). Il commercio su strada è regolato da leggi regionali e quella del Lazio è ferma a più di dieci anni fa. Zingaretti ha dormito per 5 anni e adesso sembra che abbia fatto approvare dalla sua Giunta un nuovo testo unico. Ad oggi, la programmazione urbanistica e commerciale degli esercizi su strada di Roma è di competenza regionale. Probabilmente con questo nuovo testo saranno finalmente devoluta alla capitale.
Ma prima di scrivere cazzate su un blog, ormai abbastanza screditato da tutti, provate a fare un minimo sforzo per documentarvi:
http://www.regione.lazio.it/rl_main/?vw=newsdettaglio&id=4460

Anonimo ha detto...

@ Federico 6:08 PM La verità incontestabile é che la decadenza dell'Italia é partita proprio dalla discesa in campo di Berlusconi; da quando quel sistema di poteri forti che si copriva dietro a lui ha iniziato ad operare in maniera diretta nella politica italiana, il paese e' sprofondato in un declino morale, sociale ed economico come mai era accaduto nella storia repubblicana. Il salvinismo é una conseguenza diretta del berlusconismo, due tipi di degrado materiale interiore che influiscono sulla profondamente debole psicologia dell'italiano medio. In Italia si viveva bene negli anni '80, quando la nazione era annoverata tra le potenze mondiali e vi era un alto tenore di vita generalizzato, non nei mediocri '90, visto che già nel 1992 vi furono il prelievo forzoso sui depositi bancari operato dal governo Amato e la successiva svalutazione della lira dopo l'attacco al nostro sistema valutario perpetrato dal membro Rothschild George Soros. La successiva bruttissima prima decade degli anni 2000 é stata solamente il preludio alla condizione di smembramento delle fondamenta socio-economiche italiane, un passaggio diretto verso la condizione irrecuperabile dell'Italia di oggi.

fracatz ha detto...

ahahahahahahahaha mo' puro voi ve state accorgenno che nun se vede più un euro in giro e poi questi so' tutti negozi riservati allo shopping de chi 'na vorta c'aveva la grana. Pensate piuttosto a quanto ce soffre Mario che lui da granne iconomista s'era accorto che co' l'inflazione se potevano dimimuì li debbiti ed invece qui, da nojos, in thaja, la deflazione continua, pe' nun parlà de NOI lavoratori e pinzionati che co' l'avvento dell'euro avemo dimezzato er nostro potere d'acquisto pe' consentì a quer 10% de caporioni de potesselo invece triplicà (il reddito)

Anonimo ha detto...

Fatti un giro a Milano o Bologna e vedrai che non è così. Vedrai che la qualità dei negozi è più varia e in molti casi superiore a quella che c'è a Roma. Un caso simile a questo è Viterbo: al centro i negozi storici hanno chiuso quasi tutti. Era una città ricca, ora non lo è più.
Purtrroppo l'arrivo di HM, Decathlon, Amazon e compagnia varia non ha aiutato i piccoli commercianti, che non riescono a realizzare economie di scala e, quindi, ad abbassare i prezzi.

Anonimo ha detto...

Caro Federico, immagino lei sia uno dei tanti soggetti che si parano dietro il termine "radical chic" in quanto non trovano argomenti per controbattere ad un'analisi approfondita. Lei, ogni tanto, li legge i giornali? Oppure, come va di moda oggi, dice afli altri che non si informano ma si limita alla lettura del Corriere dello Sport? Meno male che in questo Paese c'è gente arguta come Lei! Abbiamo un roseo futuro assicurato!

Anonimo ha detto...

Ieri ho fatto un giro a campo de fiori e trastevere... sembrava di percorrere i canali di una FOGNATURA.

Anonimo ha detto...

Man mano che procederà la sostituzione etnica del popolo italiano queste negozi nasceranno a nuova vita, verranno gestiti da tanti piccoli Apu. Qui in Lombardia da tempo hanno iniziato a insediarsi piccole botteghe etniche che vendono prodotti alimentari per islamici, africani o dell'est europa o piccoli laboratori cinesi di sartoria o parrucchieri. Si dovrà solo attendere che gli attuali proprietari dei muri dei negozi si decidano ad accettare affitti molto molto inferiori piuttosto che non prendere nulla. Col tempo e con l'impoverirsi di tutti questi negozi sottocasa rifioriranno a scapito dei centri commerciali e non impiegheremo molto tempo a ornare a fare la spesa dal fruttivendolo o dal lattaio sottocasa.

weareblind ha detto...

Lei ha pure speso del tempo a rispondere... Lasci stare.

Anonimo ha detto...

Trastevere va chiuso con un lungo muro, e dentro ci si mettono tutti i fricchettoni che stan bene lì!! E lo chiamiamo, Fricchettonia, nuovo quartire di Roma, fumo libero e anarchia, ma solo lì dentro così non ci rompono gli zebedei!

Anonimo ha detto...

A Roma non funziona nulla proprio per colpa di voi blogger che buttate sterco sul nome della città e non fate niente per cambiarla. Cosa vi lamentate dei graffiti quando a Roma i marciapiedi, le strade, gli acquedotti, i semafori i mezzi di trasporto etc. etc. Non funzionano, pensate alle cose serie che natale é fra 3 mesi

Anonimo ha detto...

Siccome i tuoi amici hanno ridotto il mercato immobiliare a un gioco in borsa, il motivo per cui i negozi vanno in affitto è che i titolari non reggono le spese, tranne che non si tratti di bengalesi spacciatori, che alle spalle hanno il copasir, e la sua corruzione.
Poi si sa che gli amici degli amici del pd casa la trovano sempre: per decenni abbiamo avuto il nipote di marcianò, di monsignor marcianò, probabilmente anche del boss marcianò, a scrocco nei sottotetti di un museo.
Vi mettete pure a fare il piagnisteo, dopo aver distrutto l'Italia.

Anonimo ha detto...

Ormai è finita lo Stato è alla bancarotta....non lo vedete che tutto rimane com'è non interviene nessuno.
Alberi caduti e non portati via, voragini aperte e mai chiuse, tombini otturati, ogni pioggia si allaga anche la metro, che a sua volta è semi-distrutta per incuria, marciapiedi spaccati, autobus a fuoco o in panne per giorni, tra un pò non funzioneranno più neanche i semafori!
Per avere una carta d'identità ci vogliono 8 mesi di attesa, anni fa nella stessa giornata si andava in delegazione e si tornava a casa con in mano il documento.
E non scrivo altro....e ce ne sarebbe ancora!
Ormai siamo allo sbando più completo, si arriva a questo punto solo in un caso e lo ripeto, ricordatelo: quando lo Stato è alla bancarotta!

Anonimo ha detto...

@ 11:24 Guardi che tutte, ma proprio tutte le cose che ha citato con lo Stato non c'entrano un fico secco: sono tutte cose di competenza del Comune. Infatti, in altri Comuni che fanno parte dello stesso Stato, le cose funzionano molto meglio. Permetta un consiglio: legga qualche libro, così evita figure da analfabeta.

Anonimo ha detto...

Mi permetto: tenere sfitti gli immobili commerciali è spesso conveniente a causa dell'assurdo sistema degli studi di settore. L'assurda giunta raggi ha tante colpe ma questo è un problema che non possiamo imputare a loro

Anonimo ha detto...

In TUTTA Italia è così, non solo a Roma, dunque non c'entra niente l'assessore di cui non ricordate il nome, la colpa è degli STROZZINI INTERNAZIONALI delle Banche, dei Partiti loro complici, chi decise di VENDERE i BTP agli strozzini invece di farli ricomprare dallo Stato (il "divorzio" di Banca d'Italia e Tesoro) e di chi si inchina a 90° a questi strozzini imponendoci l'AUSTERITA' che vuol dire: togliere agl'italiani per dare agli strozzini miliardari. PS Ricodo che questa stupidaggine criminale della AUSTERITA' vige solo nel sud Europa, nel resto del Mondo a cominciare da Cina e Giappone proprio non esiste.
PR

Anonimo ha detto...

E basta! Sembrate donnette isteriche e piagnucolose! Un po' di spina dorsale, santi numi!

Anonimo ha detto...

Qualcuno spieghi a Zingaretti come si fanno le leggi regionali sul commercio.
Vedere la Lombardia ..... Una legge quadro che abbraccia tutti gli aspetti del settore, no minchiate.

http://normelombardia.consiglio.regione.lombardia.it/NormeLombardia/Accessibile/main.aspx?exp_coll=lr002010020200006&view=showdoc&iddoc=lr002010020200006&selnode=lr002010020200006

Silveri -marco ha detto...

Avvertite Gennaro Migliore ( PD ) che è un acceso sostenitore per l' austerity e che stiamo subendo da oltre dieci anni, porta inevitabilmente a questo. Oltretutto la globalizzazione e multinazionali schiacciano le economie interne e l' artigianato.

bloons tower defense 5 ha detto...

Great article and interesting, thank you for sharing.

Anonimo ha detto...

La piccola distribuzione e' destinata a sparire come i carri trainati ai cavalli. Vigliamo vietare le vendite on line ? Il problema è che in Italia per vincoli vari non si investe sul mattone. Le ristrutturazioni qui sono speculazioni. Il resto sono fantasie senza senso.

Anonimo ha detto...

Roma ormai è morta in tutto. Qui c'è solo una cosa da fare: andarsene, per chi può farlo.

Anonimo ha detto...

Oltre a confermare, purtroppo, il degrado , la crisi e tutto il resto bla bla descritti dall'autore dell'articolo, volevo ricordare al medesimo che il degrado commerciale a Roma è iniziato in alcuni quartieri (in uno in particolare facile da indovinare) ai tempi di Rutelli. Si si, capito bene, ai tempi di Rutelli, me lo ricordo benissimo. Invasione di esercizi commerciali gestiti da cinesi con merce di bassa qualità a prezzi stracciati (e nulla in regola...) e negli anni a seguire (Veltroni, Alemanno, etc etc) invasione di banchi di cianfrusaglieria varia (incluse mutande all'amianto da €1) prodotta dai sopracitati, manodopera a basso costo e senza regole. Tutti esercizi commerciali ancora in pieno vigore, a cui si sono aggiunti i famosi minimarket dove non si capisce come si fa ad acquistare. Le sopracitate forme commerciali hanno portato con se disordine e spesso sporcizia, irregolarità, mal frequentazioni, fuggi fuggi dal quartiere dai vecchi abitanti. Insomma, quello che tutti hanno sotto gli occhi

Anonimo ha detto...

Per alcuni è sempre colpa di qualcun altro,o di Soros,della cattiva europa o dei musulmani che ci invadono.
Non è mai colpa delle amministrazioni ITALIANE che non saprebbero gestire nemmeno una mano di Monopoli,una volta che fosse colpa dei politici era scontato,ormai nemmeno quello.
Strano che nelle altre città europee la merda che si trova in Italia non si trovi nemmeno nella peggio periferia.

Anonimo ha detto...

Ma invece di fare le foto non potevi comprare quei negozi, ristrutturarli, aprire delle attività e far ripartire l'economia di Trastevere??? Io ste persone che denunciano da dietro una tastiera senza fare nulla non le capisco, non fanno nulla per cambiare realmente la situazione, romani lamentoni

Anonimo ha detto...

Ma infatti, basta con questi radicalscic che si lamentano di tutto e poi non si rimboccano le maniche! Volete i mezzi che funzionano? Comprate un pulmino e cominciate a girare! Volete gli immigrati? Portatevene almeno uno a casa vostra! Volete i negozi? Apritevela voi una bottega! Basta buonismo, è ora di darsi da fare.

Anonimo ha detto...

Chiudono, per lo più, negozi modaioli malavviati da imprenditori improvvisati. La ristorazione sembra diventata la discarica delle buone intenzioni pessimamente coltivate. Locali arredati in serie, con personale rigorosamente in t shirt nera, in cui vengono servite le stesse pietanze della simil tradizione romana appena uscite dal forno a microonde. Per non parlare di pizze consegnate precotte all' alba da furgoni mai revisionati e riscaldate la sera su richiesta. Il turista forse lo freghi, ma alla lunga...

claudio ha detto...

poverino lui gira con la sua biciclettina e vede i negozi chiusi chissà come mai? forse sarà per la crisi? forse sarà per via dei piu grandi centri commerciali costruiti grazie agli amichetti sinistri ....ecco non lo diciamo ma andiamo a cercare l'assessore ...e che ti dice l'assessore? Se apri un locale ti costa piu di tasse e affitto che lo apri a fare? ....noooooo ma lui se la prende con l'assessore che deve dare le giustificazioni che poi lui è pronto a criticare andando in giro con la sua biciclettina e facendo foto su foto ....
Amico mio le botteghe storiche non aprono per via del ricambio generazionale che non c'è piu...ora i figli dei bottegai non vogliono fare la fame aspettando un faggiano come te che vai a dargli l'elemosina...i figli vogliono studiare o fare carriera e non stare chiusi dentro ad una bottega tutta la vita...la crisi e il cambio generazionale ....tutto normale il mondo è questo e cambia ...solo il tuo cervello non cambia e va cercando l'assessore della fava

Anonimo ha detto...

Pienamente d'accordo con te al 100%, andassero a lavorare.

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