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E' vero, è verissimo: Ama e Atac sono grandi decine e decine di volte più di Farmacap e avrebbe più senso parlare di loro piuttosto che della piccola municipalizzata che gestisce 45 farmacie comunali a Roma. Tuttavia più volte abbiamo approfondito quanto avvenuto nell'azienda delle farmacie perché è davvero emblematico dell'azione devastante che il Movimento 5 Stelle ha portato sulla città. Ora che l'azienda è stata condotta sull'orlo del baratro e che la liquidazione e la svendita ai privati sembra inevitabile, abbiamo provato per punti a sintetizzare ancora una volta quello che è accaduto in Farmacap in questi 4 anni assurdi e incredibili. Ovviamente siamo disposti a accogliere qualsiasi correzione alla ricostruzione con modifiche e aggiustamenti da parte di chiunque volesse spedirceli.
1. Nel 2015 l’azienda speciale
capitolina ha un bilancio in rosso da quattro anni consecutivi e, con
il quinto in negativo, per legge sarebbe stata dismessa o trasformata
in spa. Il sindaco Marino sceglie tramite selezione pubblica
(tramite-selezione-pubblica!!!) il direttore generale di Farmacap per
tentare il risanamento. La scelta cade su Simona Laing, manager
che aveva già messo in salute le farmacie comunali di Pistoia.
2. Laing riesce a portare in pareggio
il bilancio 2015, con utile di 15 mila euro. Il bilancio con doppia
certificazione dei sindaci revisori e di una società esterna scelta
con bando a evidenza pubblica dalla giunta Alemanno consolida il
risultato e far venir meno l’esigenza della vendita di Farmacap.
3. Venuto così meno l’obbligo di
dismissione, il piano industriale presentato dall’assessore
Francesca Danese rilancia l’azienda senza necessità
ricapitalizzazione con risorse pubbliche, tenendo insieme natura
sociale e anima commerciale, necessaria per sostenere gli alti costi
e potenziare i servizi nelle aree periferiche.
4. In quest’ottica vengono aperte 3
farmacie h24 e un magazzino all’ingrosso che inizia a portare
ricavi freschi. Viene lanciata una linea di prodotti a marchio
Farmacap dove la marginalità supera il 75% netto. Obiettivo della
giunta Marino? Creare un modello europeo di farmacie comunali con
forte connotazione sociale.
5. Nel 2016 per la prima volta dopo
otto anni viene indetta una gara europea per selezionare i fornitori
della consegna farmaci giornalieri. La gara consente un risparmio
annuo di qualcosa come 2 milioni di euro. E' lo sconto più alto d'Italia. Ovviamente chi su quella commessa artatamente tenuta altissima mangiava e lucrava rosica e non poco...
6. Siamo ad aprile 2016: accordo
sindacale per riconoscere ai dipendenti l’adeguamento del nuovo
contratto Assofarm, cioè dei farmacisti.
7. Immediatamente dopo la caduta di
Marino si riaprono le gabbie. Contestualmente alla vittoria da parte
di un operatore del nord della gara europea per la scelta del
fornitore, il commissario straordinario Francesco Alvaro avvia una
politica di opposizione al piano industriale e alla stessa direttrice
Laing. Esce intanto un video Youtube dell’allora consigliera
comunale Virginia Raggi in cui denuncia Alvaro di aver manipolato la
gara di affidamento di un asilo gestito da Farmacap. Lo stesso
commissario straordinario viene posto ai domiciliari per questa
vicenda.
8. Con l’assessore Minenna, primo
assessore al bilancio della Giunta Raggi, il piano industriale viene
riconfermato così come tutte le attività che compongono il
fatturato aziendale. Il piano industriale, che prevede
l’autofinanziamento, sembra essere approvato anche dal nuovo
assessore alle partecipate Colomban.
9. Il 2016 si chiude così: 4 milioni
in meno di esposizione finanziaria bancaria, quasi 2 milioni in meno
di debiti verso fornitori, quasi 4 milioni in più di ricavi e
contenimento del costo del personale e utile di 526 mila euro. Un
bilancio clamoroso per Farmacap.
10. A seguito di un’indagine da parte
della procura, alcuni dipendenti sono indagati per sottrazione di
farmaci. Alcuni, per i quali le registrazioni delle telecamere sono
inequivocabili, vengono per questo licenziati. Avete capito bene:
Farmacap faceva debiti e bilanci in negativo (le uniche farmacie del
mondo a perdere soldi) anche perché i dipendenti si rubavano i
farmaci dai magazzini...
11. In Farmacap tutto cambia con
l’arrivo a fine gennaio 2017 di Angelo Stefanori in qualità di
commissario straordinario. Si oppone infatti alle politiche di
risanamento del direttore generale Laing, con numerose contestazioni
disciplinari fino al licenziamento della fine di marzo, due ore dopo
che la Laing aveva consegnato il bilancio 2016 con i dati
straordinari di cui sopra.
12. Stefanori, nominato dal Movimento 5
Stelle, aveva anche presentato alcuni esposti contro la Laing, oggi
tutti archiviati mentre la procura adesso indaga lui per calunnia e
diffamazione. Ad oggi il bilancio 2016 non risulta depositato, né
alcun tipo di previsionale 2017. Farmacap è stata gettata in uno
stato di completo fuori controllo. In merito a questo la procura di
Roma indaga Stefanori.
13. Il commissario straordinario
Stefanori fa chiudere immediatamente il magazzino (rinunciando così
a preziose entrate) e interrompe gli acquisti con il primo fornitore,
che era quello più conveniente.
14. Anziché depositare i bilanci
(quello 2016 era strabiliante come abbiamo visto) Stefanori
commissiona una due diligence sul bilancio 2015 alla società PwC,
scelta senza gara, per effettuare una revisione sul bilancio 2015.
15. A inizio 2018 emerge in seguito ad una delle mille indagini e processi cui è sottoposta che nel telefonino della Raggi il nome della Laing, la manager che aveva fatto miracoli nel risanamento delle 45 farmacie comunali, era memorizzato come "non rispondere"...
16. Il commissario straordinario
stipula un accordo con i sindacati in base al quale vengono
riconosciuti tutti i buoni pasto con valore retroattivo che erano
stati sospesi già da qualche anno per insufficienza di liquidità
finanziaria, oltretutto i giudici del lavoro li avevano ritenuti non
dovuti. Per questo la direttrice Laing non aveva affrontato il tema
preferendo salvaguardare i posti di lavoro rilanciando l’azienda
concentrandosi sul futuro e senza prosciugare la liquidità per
garantire quelli che erano veri e propri benefits (in quanto non
dovuti). Succede in Farmacap insomma quello che i Cinque Stelle
replicano in Ama o in Atac: prostrarsi verso le richieste, anche le
più assurde, dei sindacati in modo da costruire consenso e clientela
elettorale. Ovviamente senza preoccuparsi che questo distrugge le
aziende.
17. La scorsa settimana il commissario
straordinario Stefanori convoca i sindacati e comunica che il risultato della
revisione sul bilancio 2015 riporta non l’utile ma una perdita,
perdita dovuta soprattutto proprio all’inserimento retroattivo dei
buoni pasto non dovuti, pertanto l’azienda dovrà andare verso o la
liquidazione o una forte ristrutturazione con scorporo. Insomma si
fanno dei regali ai dipendenti, si fanno risultare come retroattivi,
si inseriscono in un bilancio già chiuso e depositato e lo si mette
in discussione portandolo dal nero al rosso. E visto che i bilanci
successivi non sono mai stati depositati l'azienda risulta pronta per
essere messa in liquidazione.
18. Oggi i sindacati che si frapponevano ai progetti di rilancio della Laing frignano perché si rendono conto che l'azienda rischia di non poter garantire la continuità occupazionale ai lavoratori. Forse era meglio rinunciare ai buoni pasto!? Troppo tardi...
La domanda anche qui è solo una: perché?