Giocare a freccette sui muri dei palazzi storici di Prati. Ceccefrega...

4 agosto 2012
Premetto che sono un assiduo lettore del vostro blog, e per la prima volta voglio contribuire con del materiale.
Vi allego questa foto che ho scattato oggi stesso in Via Vespasiano, vicinissima a San Pietro, zona molto frequentata dai turisti. Ho notato dei ragazzi che con un adulto (forse il padre) si divertivano lanciando freccette contro questo bersaglio inchiodato a un palazzo. Dalla foto si possono notare gli evidenti danni causati all'intonaco. Non ho avuto la possibilità di scattare da altre angolazioni poiché le persone in questione avendomi visto hanno provveduto immediatamente a rimuovere il bersaglio.
Alessandro

E arrivò una enorme e immonda bancarella pure sulla ciclabile e sulpercorso per non vedenti. Di fronte a Fao e Circo Massimo

3 agosto 2012
Ma sapete che vuol dire non vedere l'ora di leggere nei due programmi elettorali del 2013 cosa starà scritto alla voce "commercio ambulante". Ciò che sta succedendo sulle bancarelle a Roma ha dei contorni orrorifici, non sembra vero, non può essere vero, non può finire così...
Foto Alex

Una lettera da Casal Bertone e la risposta polemica di Roma fa schifo

Gentili amici di Roma fa schifo,
vi scrivo a proposito del mio quartiere, Casal Bertone, V municipio, incastrato tra la via Tiburtina e la Prenestina.
Purtroppo, ai tanti problemi di un quartiere, negli ultimi anni se ne sono aggiunti troppi. I lavori per la linea TAV, colate di cemento ovunque, nuovi palazzi e edilizia di lusso per i soliti noti, insomma a noi cittadini restava una 
piccola area verde, nel desolante paesaggio della Tangenziale Est, eppure era un luogo molto curato, pulito e gestito con buon senso dai frequentatori abituali, di solito proprietari di cani, i quali correvano e giocano felici.
Da circa un anno in questa area hanno costruito un parcheggio a pagamento, e a noi resta il solito amaro in bocca.
Abbiamo scritto agli assessori della V circoscrizione e a quelli di Roma Capitale, ma niente.
Desiana Mammone

*Cara Desiana,
Alcune lamentele ci sembrano strumentali. L'Italia ha fatto la sua rete di treni ad alta velocità, cosa doveva fare il paese, rinunziarvi perché voi non volevate i cantieri vicino a casa? Che razza di sindrome da Nimby è questa? Evviva la TAV: l'unica cosa moderna che ha migliorato la qualità della vita di questo paese negli ultimi venticinque anni, caspita! L'edilizia? Beh, cosa succede, non si possono più costruire case? Vanno bene solo le case dove stiamo noi e le case per gli altri non si possono edificare? Perché? Edilizia di lusso per i soliti noti? Ma che cosa vuol dire? Le case sono di chi se le compra, mica le regalano. Se uno ha guadagnato -vogliamo sperare onestamente!- e può comprarsi un bell'appartamento nuovo venendo ad abitare a Casal Bertone (magari un po' di gente dell'alta società in un quartiere popolare può pure far bene, no? O vogliamo essere snob al contrario?) cosa c'è di male? Tra l'altro quello a cui fate riferimento è uno sviluppo architettonico bellissimo, firmato da grandi studi di architettura, si chiama Rèdais ed è uno dei pochi palazzi che non sono la solita caltagironata: tutto sostenibile, tutto ben curato, tutto ben realizzato, tutto per gente di alto livello. Quale è il problema? Devono regalare le case, i costruttori?
Riguardo al giardino avete ragione. Purtroppo in questa città c'è della gentaccia chiamata "no pup" che sostiene la tesi secondo cui al posto delle aree verdi bisogna far parcheggi pur di non farli dove li fanno in tutto il mondo: ovvero sottoterra. Lottiamo insieme affinché le auto vengano ficcate sottoterra e affinché la superficie venga utilizzata per altro: per i giardini ad esempio.
Attaccato alla nuova Stazione Tiburtina (vi ha dato noia anche quella?) e in grande fase di trasformazione, Casal Bertone è uno dei luoghi più interessati al momento. E voi vi lamentate pure... Mah.
-Roma fa schifo

Anche voi siete tra i coglioni che difendono l'acqua pubblica? Ecco, bravi coglioni



Acea, denunciati due alti dirigenti
Vendevano auto in orario di lavoro

Lasciavano gli uffici per lavorare in una concessionaria a Tor Cervara. Pizzicati dagli agenti di polizia di Roma Capitale, sono accusati di peculato, truffa e falso. All'atto dell'assunzione uno dei due presentò un diploma di laurea rilasciato da un'università fantasma: Indagini anche sulle note spese per trasferte mai effettuate. L'Ad Staderini: "Massima collaborazione". Alemanno: "Complimenti ai vigili"

di EMILIO ORLANDO
Vendevano auto durante l'orario di lavoro. Denunciati due alti dirigenti Acea. Nuova bufera per la multiutility capitolina. Dopo lo scandalo di Parentopoli l'azienda municipalizzata finisce sotto i riflettori per un caso di assenteismo. Nel corso di un blitz, la polizia di Roma Capitale ha pizzicato due dirigenti dell'Acea intenti a vendere automobili mentre risultavano presenti al lavoro. Denunciati per peculato, truffa e falso il responsabile della sicurezza interna dell'acqua e della luce e il responsabile della sezione informatica. 
 
I due dipendenti, pedinati e fotografati per mesi dagli agenti, timbravano regolarmente il cartellino per poi lasciare l'ufficio, accompagnati delle guardie giurate addette alla vigilanza di Acea. Dopo aver raggiunto un autosalone su via di Tor Cervara, di cui il responsabile della sicurezza, A. C. era proprietario, si dedicavano alla vendita delle macchine. 
 
Molti sono i punti oscuri che verranno chiariti con l'indagine, ancora in corso. Entrambi, infatti, sarebbero stati assunti per chiamata diretta dall'amministratore delegato di Acea Marco Staderini. Secondo una prima ricostruzione, A. C., la cui assunzione sarebbe stata fortemente caldeggiata dal sindaco Gianni Alemanno, aveva presentato un diploma di laurea in Scienze dell'investigazione, che però risulta rilasciato da un'università americana inesistente. 
 
Le verifiche degli agenti si stanno concentrando anche sulla lunga lista di rimborsi presentata dai due indagati che avrebbero dichiarato numerose spese per trasferte mai effettuate. I viaggi, infatti, sarebbero stati solo una copertura per permetter loro di lavorare a tempo pieno nella concessionaria.

In serata la reazione dell'amministratore delegato di Acea, Marco Staderini: "Assicuro la più ampia collaborazione, mia e della Società, nella verifica di eventuali comportamenti infedeli da parte di dipendenti". E sottolinea inoltre che a fronte di "false affermazione sulla mia persona adirò alle vie legali".

Mentre il sindaco si congratula con i vigili urbani: "Complimenti ai gruppi speciali della Polizia di Roma Capitale per l'indagine che ha permesso di scoprire l'infedeltà di due funzionari (non alti dirigenti) dell'Acea. Abbiamo chiesto al vicecomandante Antonio Di Maggio un'informativa su quest'inchiesta in modo da consentire ai vertici Acea di sospendere immediatamente questi due funzionari e di avviare un procedimento disciplinare finalizzato, se i fatti saranno confermati, al licenziamento. Inutile aggiungere che le due persone sono da me completamente sconosciute e che quest'Amministrazione nulla sa del modo con cui sono state assunte".


*Considerate questo articolo di Repubblica -uscito ieri- qualcosa di riprovevole? Siete convinti che sotto ci sia qualcosa? Pensate che le concessionarie -regno dei Casamonica specie a Est- non siano un caso in questa storiaccia di parentopoli e malaffare? E che non sia un caso neppure il legame Piccolo-Casamonica? Pensate che i sindaci di qualsiasi città civile si dimetterebbero per molto, molto meno? Beh, siete causa del vostro male, ergo piangete voi stessi! Perché probabilmente siete tra i coglioni che hanno votato per l'acqua pubblica, senza capire che in Italia ciò che è pubblico è gestito dai partiti, regalato ai partiti, nelle fauci e nelle grinfie dei partiti. E che, sempre in Italia, i partiti sono pieni di gente come Alemanno e soprattutto come i suoi bravacci, uno che -a stare alle ricostruzioni speriamo totalmente smentite- raccomanda furfanti con la laurea finta inzeppando le aziende pubbliche di nulla facenti, picchiatori, terroristi che non sono solo inutili, ma anche dannosi visto che generano grandi inefficienze e assurdi costi (addirittura i rimborsi spese fasulli). Le aziende che offrono servizi, in questo paese, devono essere private. Avete capito o no? Pri-va-te. Possibilmente appartenenti a soggetti esteri. Si tratta di scegliere tra il malaffare e la camorra da una parte e le ragioni del profitto dall'altra. Noi scegliamo il profitto e il mercato. Coglioni!
-Roma fa schifo

Sulla Tuscolana c'è solo una cosa peggio delle bancarelle: i negozi fissi

2 agosto 2012

Buongiorno a tutti gli operatori della Municipale. Camminando su via Tuscolana noto spesso i contenitori della differenziata colmi e con buste, ammassate all'esterno, di bottiglie e fin quì posso solo pensare ad un cattivo servizio dell'AMA, Ma cosa pensare di fronte a chi butta oggetti certamente non di pertinenza dei cassonetti? Mi riferisco, in particolare, a due negozi della strada, all'altezza di Giulio Agricola. Guru e Replay. Il primo ha buttato l'insegna vecchia vicino ai cassonetti, il secondo mucchi di scatole vuote, come documentato oggi alle 14 circa. Ma non dovrebbero, entrambi rispettare la regola che vorrebbe che fossero conferiti in discarica o direttamente al camion AMA?
 E' un vero peccato che questo quartiere, già ostaggio di pseudo-artisti di murales balordi, abusivi e quant'altro, sia anche oltraggiato dai commercianti. Mi auguro che la mia segnalazione serva a ristabilire un pò di decenza nei pressi del suddetto cassonetto.
Bruno Marcelli

Lo stranissimo caso di Marco Visconti. Lettore attento e efficace di Roma fa schifo nella realtà, scorbutico e prepotente su Twitter. Che succede?

Che succede a Marco Visconti? Che succede ad uno dei pochi esponenti della Giunta Bordoni (quella con sindaco Alemanno) che abbiamo sempre rispettato, seguito, con il quale abbiamo più volte collaborato (a gratis, non come si usa al Campidoglio)? Con l'assessore e con il suo ottimo staff (il coriaceo Anselmo Ricci, quello dei Pics; il caterpillar Roberto Miccò, quello che ha cambiato faccia a Piazza Venezia, giusto per dirne una) il rapporto è sempre stato buono, oggetivamente. Visconti, una vita sul territorio a fare il presidente di municipio quando la destra aveva solo un municipio, si è sempre dimostrato in sintonia con le nostre battaglie. Visconti è uno che ha capito che l'importanza di non avere muri pieni di graffiti o di affissioni abusive non è solo un problema estetico e neppure solo di legalità, bensì di ordine pubblico. Lo ha capito, ci ha creduto, ha insistito.
Da lettore di Roma fa schifo più di una volta si è attivato semplicemente leggendo i nostri post. Segnalavamo una cosa e il giorno dopo era risolta. Alle volte lo ha fatto addirittura commentando direttamente sul blog come quel giorno in cui fece togliere un cartellone che impallava la prospettiva di Via XX Settembre verso Porta Pia.

Ora è cambiato tutto, a quanto pare. Ad un nostro commento -peraltro scherzoso- in cui gli chiedevamo perché Romafaschifo e Cartellopoli risultassero bannati -senza alcun motivo- dal suo profilo Twitter ci ha risposto a maleparole, scorbutico, prepotente, sprezzante. Uno stile proprio di Alemanno (o degli screanzati scriteriati che gli gestiscono la pagina Facebook), ma non di Visconti. Uno stile che non porta da nessuna parte, che fa perdere voti e non guadagnarli, uno stile che, per esempio, ha portato il profilo Twitter di Alemanno ad essere quello con il maggior numero di bannati in tutto il social network: un calvario.
Ebbene come è possibile che Visconti, uomo di tutt'altra pasta, abbia adottato la stessa strategia? Qualcuno ci ha avvertito: guardate che i Twitter degli assessori sono gestiti tutti dalla stessa persona, sono finti profili personali in realtà squallidi strumenti di consenso strumentalizzati da una stessa persona, con lo stesso stile. Beh, non ci abbiamo voluto credere. Non possiamo pensare che Visconti abbia venduto se stesso (il profilo è un profilo personale) e le persone che lo seguono e che desiderano ricevere i suoi aggiornamenti a certi personaggi. Non può essere così, ci deve essere dell'altro. Già, ma cosa?

I vigili, il Tridente e l'incresciosa storia di Via della Vite


A proposito di vigili irresponsabili, vi mando questa foto di questi quattro vigili, mentre su nei dintorni di Piazza di Spagna ci sono minimo 50 macchine illegalmente parcheggiate. Guardate come è ridotta Via delle Vite, una strada che fino a qualche mese fa era stata liberata dal traffico e parcheggio. Viene proprio da ridere!!!
Mnz


Caro Mnz, 50 macchine? Ma quali 50... magari! E poi ci dici di Via della Vite? Beh, ci inviti a nozze: era tempo che volevamo parlare di questo capolavoro della riqualificazione del Tridente dell'epoca di Alemanno. Cosa hanno fatto? Hanno risistemato tutta la strada, ovviamente non prevedeva alcuna sosta (vi ricordate la storia della pedonalizzazione del Tridente entro il 2012???) e per evitare che le auto si piazzassero hanno messo dei vasi con delle piante. Beh, in assenza di controlli (e in presenza di arredi urbani demenziali come questi vasi) le auto hanno cominciato a mettersi tra vaso e vaso, poi i vasi sono stati spostati, ammonticchiati da una parte e le auto si sono impossessate, abusivamente, di una delle più interessanti e belle strade della città. C'è di più: su una parte della strada i vasi sono stati piazzati sul marciapiede, rendendo totalmente impossibile il passaggio dei pedoni che, tuttavia, scendendo in strada si trovavano in mezzo alle auto in divieto: un incubo tra Via del Corso e Piazza di Spagna. Un incubo totalmente impunito, che sta là ogni giorno...
-Roma fa schifo

Sostiene Inches: sui camion-bar vado avanti. E, ripeto, ce la faremo

1 agosto 2012

Ho avuto la conferma dal Dipartimento Attività Produttive che la vendita su aree pubbliche effettuata dai camion bar e dai venditori ambulanti in genere, non rientra nella liberalizzazione del Decreto “Salva Italia”, essendo riservata esclusivamente ad attività in sede fissa (negozi).
Ho inviato esposto al Questore di Roma, Gabinetto del Sindaco, Comandante del Corpo Polizia Locale Roma Capitale, Segretario Generale ed al Direttore del Dipartimento sopracitato, con l’elenco dove avvengono a Roma la maggior parte delle vendite notturne da parte di gestori di camion bar, in luoghi caratterizzati dall’alto tasso di prostituzione di strada. Mi auguro che intervengano subito, per interrompere questa vergognai, altrimenti sarò costretto a segnalare nuovamente in Procura quello che per molti cittadini è considerata una sorta di impunità cui gode questa categoria di operatori.
In via Giolitti non è cambiato nulla dopo nove giorni dal mio primo esposto sulle occupazioni abusive da parte di venditori ambulanti e del camion bar onnipresente, tanto che ho dovuto ripetere le segnalazioni, interessando questa volta anche il Segretario Generale di Roma Capitale Dr. Liborio Iudicello, cui compete il controllo degli atti amministrativi della Pubblica Amministrazione.
E’ davvero imbarazzante dover giustificare la presenza del banco di abbigliamento lungo oltre 12 metri, contrariamente ai 4 mt. previsti dal regolamento comunale; la Procura dovrà intervenire non tanto per far sanzionare il contravventore, quanto nella ricerca dei responsabili che consentono una simile bruttura e degrado nella Città.
Continuerò con i miei controlli, e con la collaborazione delle forze dell’ordine riusciremo a ridimensionare il fenomeno.
Roma, 30 Luglio 2012 - Consigliere Massimo Inches



*Consigliere Inches,
il fenomeno non va ridimensionato. Va debellato. Come quanto si cura un brutto tumore, l'obbiettivo è disfarsene, non di tenerselo un po' meno grande... Okkay?
Grazie.
- Roma fa schifo

Lavori per il tram 8 a Piazza Venezia. Clamorosi ritrovamenti archeologici, guardate la foto

Benvenuti a tutti a sciattolandia...

Ecco perché abitiamo nel comune con più tasse d'Italia. Perché Roma Capitale si fa prendere per il culo, ecco come

Presidente Catarci, fai qualcosa, tra questa strada, la zona di Eataly, via Capitan Bavastro è una continua presa in giro. La gente parcheggia in questo modo non perché manchino i posti, ma perché non sono protette le aree ove non si può posteggiare.

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