Sostiene Inches: come diavolo sono disegnate le strisce pedonali a Roma?

20 giugno 2010


Sto seguendo da vicino come avviene la manutenzione della segnaletica e delle strade nel 2° municipio, come mi è stato richiesto dai cittadini residenti, iniziando proprio dalle strisce pedonali che dopo un solo mese già si dissolvono, per poi passare al modo indegno con cui vengono lasciati i lavori, dopo l’intervento delle varie Ditte appaltatrici private per conto delle Società che eseguono riparazioni, come l’Italgas.

Dopo avere accertato dal capitolato d’appalto capitolino che la garanzia delle vernici impiegate è di almeno 18 – 24 mesi, contrariamente a quanto avviene, e che in strade come via dei Giordani l’asfalto è a pezzi dopo soli sei mesi dall’esecuzione dei lavori, ho trasmesso tutta la documentazione alla Procura della Repubblica di Roma, che sembrerebbe avere già aperto un’indagine, con delega alla Polizia Giudiziaria. Infatti qualcuno dovrà chiarire come sia possibile che l’apposizione degli attraversamenti pedonali abbiano una durata di gran lunga inferiore al contratto d’appalto o che esistano delle certificazioni di professionisti sulla buona esecuzione delle riparazioni degli scavi, il cui risultato indecoroso ed indegno è sotto gli occhi di chiunque.

In particolare ho constatato personalmente come in via Nemorense 23 – strada di competenza del Dipartimento Grande Viabilità – sia stato lasciato uno strato di asfalto, che sembra più del materiale caduto accidentalmente dal cassone di un autocarro, o in via Bacchiglione dove sono state chiuse e stuccate a regola d’arte tutte le caditoie, rendendo la via, durante le piogge, simile ad un torrente in piena; in via Bradano poi gli scavi dell’Italgas hanno lasciato una traccia al centro della carreggiata simile ad un percorso di guerra per addestrare le reclute ed in corrispondenza di alcuni condominii come davanti al civico 8 del materiale di risulta ha pareggiato la superficie della sede stradale col marciapiede, causando ogni volta che piove l’allagamento del cortile del fabbricato, dove è anche alloggiata una centrale elettrica nel sottosuolo. Il paradosso si trova in via Scirè 11 dove è caduta una signora sulle buche del marciapiede, riportando fratture con 40 giorni di prognosi, ed avevo richiesto di fare la riparazione con urgenza; l’ufficio tecnico mi ha risposto “l’intervento è stato eseguito con materiale provvisorio a freddo per eliminare lo stato di pericolo”; è partita immediatamente la mia contestazione, a causa dello stato del marciapiede, che rappresenta sempre una trappola per i pedoni.

Le mie richieste le indirizzerò anche al Segretario Generale del Comune di Roma, sperando che oltre all’indagine giudiziaria, possa aprirsene anche un’altra amministrativa, al fine di accertare responsabilità su chi sta portando i quartiere del 2° municipio ad essere sempre più simili alle vie di Kabul.

In questa mia iniziativa sono sostenuto dal Presidente della Commissione Sicurezza municipale Roberto Cappiello, che dopo avere esaminato le mie contestazioni, ha riportato i miei dubbi e reclami nell’aula consiliare del Municipio Roma II che all’unanimità ha votato l’istituzione di una Commissione paritetica con la partecipazione della Polizia Municipale e società private competenti nei contratti per effettuare il controllo dei materiali impiegati nelle lavorazioni.

Sarà una coincidenza, ma da alcuni giorni operai stanno verniciando tutti gli attraversamenti pedonali nel quartiere africano, dove abito, ed un tecnico mi ha fermato per farmi notare l’esistenza della certificazione ministeriale apposta sui bidoni del materiale bicomponente che stanno utilizzando, come previsto dal capitolato d’appalto.

Evidentemente qualcosa si sta muovendo nella direzione giusta.

Consigliere Massimo Inches
Roma, 12/06/2010

3 commenti | dì la tua:

Riprendiamoci Roma ha detto...

Immagini allucinanti. Una ditta che fa questi lavori andrebbe marchiata a fuoco e radiata.

Anonimo ha detto...

L'importante è non fermarsi quando cercheranno di mettere due toppe per azzittirci...

Orgoglio

Anonimo ha detto...

Che lettera illuminante. Ce ne sono troppo pochi di personaggi così attenti alla questione della segnaletica stradale.

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