Un fenomeno simile, vergognosamente mascherato per di più da iniziativa culturale (Roma è piena di iniziative culturali serie gestite da giovani, non fatevi raggirare da questa gentaglia), si dovrebbe qualificare da solo. E invece a Roma insistere è opportuno perché nonostante i nostri plurimi tentativi di smascherare l'imbroglio, solo una piccola parte dei cittadini ha capito di che pasta sono fatti i "ragazzi" di Scomodo (anche perché siamo gli unici, noi, a proporre una contronarrazione su questa esperienza che invece ha buona anzi ottima stampa su tutti i media nessuno escluso come si addice ai raccomandati di ferro). Per comprendere ulteriormente il fenomeno ad ogni modo è perfetto l'ultimo recente episodio, che parla di miracoli.
Avrete infatti tutti notato il delirio di manifesti abusivi, a volte di dimensioni gigantesche, che hanno invaso la città in questi giorni. "CI VORREBBE UN MIRACOLO" c'è scritto sui cartelli affissi su palazzi storici, monumenti, architetture pubbliche, mercati rionali, addirittura istituti scolastici. Non ci vuole un miracolo invece per scoprire i responsabili di questa meschina campagna di affissioni abusive modello Casa Pound dei tempi d'oro: si tratta dei nostri "ragazzi" di Scomodo. È sufficiente andare sui loro social per scoprire la rivendicazione e apprendere che i manifesti servono come campagna abbonamenti alla loro rivista.
Scomodo infatti non solo è l'unica redazione culturale della città che può esistere senza pagare affitto e utenze essendosi imbucata in uno spazio occupato illegalmente dai furfanti di Action, ma è anche l'unica testata che può promuovere il proprio abbonamento senza pagare alcunché. Adoperando esclusivamente inserzioni abusive e illegali, facendosi forza delle raccomandazioni che dicevamo sopra e che garantiscono zero sanzioni, zero multe, zero rischi rispetto alla propria condotta illegale. Qualsiasi organizzazione che si promuovesse in questo modo e con campagne di questa aggressività con mega manifesti affissi dovunque sarebbe pesantissimamente sanzionata, ma loro non rischiano nulla in virtù di entrature politiche potentissime. Questi sono oggi, a Roma, i giovani intellettuali: professionisti della prepotenza senza neppure rischiare nulla.
Incredibile poi constatare che se invece si va sui social, Instagram e Facebook ad esempio, si trovano dovunque inserzioni a pagamento di Scomodo. I post sponsorizzati si sprecano, i denari investiti in social media marketing sono cospicui e questo vuol dire una cosa sola: quando si tratta di foraggiare multinazionali globali che pagano le imposte in Irlanda o in Olanda allora i nostri "ragazzi" ribelli e anti-capitalisti pagano e muti. Quando invece si tratta di sostenere il Comune di Roma (ergo la collettività) acquistando a poche lire qualche regolare spazio per pubbliche affissione, i nostri "ragazzi" invece evadono senza ritegno, magari addirittura coprono le affissioni di chi ha regolarmente pagato, contribuiscono al degrado e generano anche un danno collettivo perché poi qualcuno - pagato dal Comune appunto, dunque da noi e dalle nostre tasse, quelle che Scomodo non sa neppure cosa siano - dovrà andare a pulire questa porcheria. Ma del resto chi è causa del suo mal pianga se stesso: Instagram e Facebook semplicemente NON CONSENTONO abusivismo al loro interno, il Comune di Roma invece sì, anzi quasi lo incoraggia. E quando sei eccessivamente permissivo, i prepotenti e i drittoni se ne approfittano. Ecco perché i prepotenti non vedono di buon grado l'applicazione delle leggi, perché significherebbe mettersi a livello di tutti gli altri e smetterla di sentirsi più forti. Il vero fascismo.
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Mega affissione abusiva al San Calisto. Perché il target alla fine è esattamente quello: il gregge dei lobotomizzati del San Calisto, ovviamente in gruppo in piazza senza mascherina |
Questo succede quando sei raccomandato, viziato, stronzo, aggressivo, prepotente, fascistello dentro e privo di qualsiasi visione civica e culturale che vada oltre il concetto ultra romano de "io faccio come cazzo me pare anagabidoh".
Tutto sto autentico distillato di spazzatura che sarebbe inimmaginabile in qualsiasi altra città italiana ed europea, a Roma è contrabbandato come "progetto culturale giovane da promuovere e tutelare": chiedete cosa ne pensano Luca Bergamo o Sabrina Alfonsi di questa immondizia. Chiedete e diteci le risposte. Rendiamoci conto quali conseguenze, soprattutto di diseducazione, tutto ciò riesce ad ingenerare specie per i giovani che, ingenuamente, si fidano di chi gli indica esperienze simili come casi validi da seguire e da cui prendere ispirazione.
P. S. Come vedete, un sacco di gente non gliela fa più e reagisce nei commenti. Fatelo anche voi se vi va.
P. P. S. Scomodo con questa campagna anche mediante affissioni con adesivi sta mirando a imbrattare non solo Roma ma altre città. Se ci leggete da Torino, Firenze o altre città dove è presente questa organizzazione, segnalate alle forze dell'ordine della vostra città i responsabili degli adesivi. A Roma è utopistico, ma altrove magari le multe partono eccome.
P. P. P. S. Abbonarsi a riviste come questa è una beffa. Lo è soprattutto per le riviste serie che lavorano in maniera onesta. Se volete sottoscrivere un abbonamento ad una testata culturale avete una scelta sconfinata, se invece sovvenzionate iniziative simili siete solo degli squallidi complici.