Il fallimento di Piazza San Cosimato. Ne abbiamo già parlato, ne riparliamo

25 marzo 2012

Quanto tempo e quanti soldi sprecati per "sistemare" Piazza San Cosimato, per renderla più a misura di pedone. Invece e' successo tutto il contrario: le auto sono parcheggiate illegalmente intorno alla piazza, su i marciapiedi, e perfino dentro la piazza. 
Che spreco, che vergogna.
Rosanna

5 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Come dire, soldi per rifare decentemente la piazza? Sì, intanto li prendiamo, facciamo due cacatine e passa la paura. E il resto dei soldi anche.

SCHIFO!

Anonimo ha detto...

Rosanna, prendi per esempio le due foto che hai messo. Se la carreggiata fosse stata ristretta (e quindi i marciapiedi allagati) di modo da permettere il passaggio di Una macchina, il problema della sosat selvaggia sarebbe stato fisicamente impossibile. Per il parcheggio sui marciapiedi, bastano dei robusti parapedonali come in ogni città degna di questo nome.
Non voglio pensare che questi siano degli errori di progettazione, non posso crederci. Credo invece che sia la politica che nelle apparenze fa qualcosa per allinearsi agli standard minimi europei, ma lascia VOLUTAMENTE spazio a situazioni che nei fatti permettono che nulla cambi. Tra l'altro senza la sosta selvaggia, e con un arredo che la impedisca fisicamente, non si potrebbe giustificare l'esistenza del corpo piu' inutile che abbia mai messo piede in questa città cioè quello che và sotto il roboante quanto inutile nome di corpo di polizia di roma capitale. No parking a cazzo --> no mazzette. E non lo dico io ma la magistratura

Anonimo ha detto...

Claro... W il cittadino romano!

Comunque è una guerra senza fine. Le strade/marciapiedi/parcheggi saranno pure fatti male, e non saranno fatti in modo da prevenire la sosta selvaggia e quant'altro... ma finché nella testa bacata dell'italiano medio non entra in testa un po' di disciplina questo schifo non finirà mai.

Anonimo ha detto...

Non sono d'accordo. L'indisciplina dell Italiano e del romano, nasce da la possibilità di sfruttare zone grigie volutamente create dalla politica solo per gestione del consenso.
E poi voglio vedere, anche senza disciplina che ti succede se lasci la macchina ferma su una carreggiata a corsia unica o se provi a parcheggiare sul marciapiede con sopre parapedonali tipo cavalli di frisia

Massimiliano Tonelli ha detto...

Noto che ci sono due scuole di pensiero, dunque è opportuno fare chiarezza. Ebbene la notizia che vi do è che non è colpa dei romani e della loro, pur vera, inciviltà. Tutte le popolazioni urbane, infatti, sono potenzialmente "incivili" e dediti alla violazione delle regole, dipende da quello che gli si fa fare.

A Roma una carreggiata larga 3,50 metri o una larga 4,00 metri determinano una differenza cruciale. Nel primo caso, neppure volendo, si può sostare in divieto; nel secondo caso, invece, alla bell'e meglio ci si fa. In quel bell'e meglio ci sta tutto e ci sta soprattutto la corruzione del sistema dei controlli.

A chi, per lavoro di comitato di quartiere, è capitato di avere a che fare con la Polizia Municipale (che deve dare il suo vialibera ai lavori stradali) la cosa non suona come novità: i vigili urbani trovano sempre il modo di dire di no a soluzioni che garantirebbero la legalità. Perché? E' semplice e lo abbiamo visto negli ultimi mesi: la legalità non gli conviene. Quei pochi centimetri che consentono la sosta selvaggia davanti ad un esercizio commerciale non sono un errore progettuale, sono una precisa scelta per consentire l'esistenza di corruzioni e concussioni, sono multe che si può decidere di fare e non fare, si può decidere di togliere o non togliere. C'è tutta la discrezionalità di un corpo che è parte costituiva dell'economia del degrado e della Quinta Mafia romana.

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