Sul quanto siete cretini, abitando a Roma, a possedere ancora un'auto di proprietà

30 giugno 2016

Certo che avere oggi a Roma una vettura di proprietà significa essere davvero imbecilli eh. Chiaramente questo non vale per quelle persone a cui l'auto, per tanti motivi (basta banalmente abitare in una periferia poco servita; scelta che molti improvvidamente e non considerando i costi per la mobilità hanno fatto), serve per davvero. Ma per davvero, per davvero, per davvero. Perché per tutti gli altri, che posseggono una maghena di proprietà pur non avendone assoluta e stringente necessità, sono davvero degli inguaribili sfigati. 

Nessuno vuole affermare che l'auto non vada usata. Anzi. Nell'economia degli spostamenti urbani è fondamentale che vi sia un mix sano di mezzi di cui servirsi. Molto si può fare a piedi (una specie di onta per i romani), altrettanto, anzi di più, si può fare in bicicletta (senza dimenticare la grandiosa opportunità che danno le pieghevoli). Poi ci sono i mezzi pubblici, che funzionano male ma che qualche esigenza - seppur potrebbero fare molto meglio - la soddisfano. Certo vanno sviluppati e non mortificati come fa il nostro assessore all'urbanistica che sostiene di volere bloccare la Metro C. E poi ci sono i servizi nuovi, che hanno cambiato la faccia e il paradigma stesso della mobilità urbana. 

Li conoscete tutti, ma vanno menzionati e valorizzati perché sono in aumento, si stanno strutturando e rendono sempre più idiota chi, potendone fare a meno, ancora si tiene sul groppone un'auto che alla fine costa 500 euro al mese e che dunque è il vero motivo per cui le famiglie non arrivano alla fine del mese.


Partiamo dai classici Enjoy e Car2Go, servizi di car sharing a flusso libero che coprono una fascia vasta della città, che permettono di avere abbonamenti validi in tutto il resto del mondo nelle città ove i servizi sono attivi, che costano pochissimo, che non hanno spese di benzina, assicurazione, manutenzione, parcheggio. Hanno cambiato la vita a tantissimi cittadini. Da qualche giorno Enjoy mette a disposizione anche degli scooter: si apre la app, si individua lo scooter più vicino, lo si prenota, ci si avvicina, lo si apre, si prendono chiavi e casco e si parte. Si arriva dall'altra parte della città, lo si posteggia, con l'app si fa il rilascio e si paga automaticamente una cifra che difficilmente arriverà ai 5 euro. 


Ma i servizi di car sharing a flusso libero non sono finiti qui perché da qualche mese è arrivato anche Share N Go che mette a disposizione delle vetturette disegnate in Italia (la società punta all'espansione mondiale, ma è di Livorno!) ma realizzate in Cina e dotate di una trazione totalmente elettrica. Funzionano anche queste molto bene, costano poco e inquinano zero. Come le Car2Go sono a due posti. Non dimentichiamo poi che, seppur purtroppo un po' macchinoso ma comunque utile per determinati utilizzi, c'è il car sharing "comunale", gestito dall'Agenzia per la Mobilità e impostato sulla piattaforma di IoGuido. A Milano, poi, che a differenza di Roma beneficia di un capillare sistema di bike-sharing decisivo per cambiare le abitudini a tanti cittadini, sta arrivando anche il quarto operatore di car sharing: Drive Now. Solitamente dopo Milano queste realtà arrivano anche a Roma, speriamo. Certo è che bisogna aprire il mercato e fare bandi - come ha fatto appunto Milano - e dovrà essere un compito del nuovo assessore ai trasporti se mai verrà nominato un giorno.


Intanto l'infomobilità ha fatto passi da gigante e i mezzi pubblici, seppur sgangherati, sono ben segnalati da app tipo Moovit. È fondamentale questo servizio perché migliaia di romani subiscono disservizi da Atac, ma altre migliaia hanno dei servizi magari comodissimi e sotto casa ma non-lo-sanno, perché a Roma i mezzi non funzionano a prescindere per la vulgata del romano medio. Ci sono poi delle app geniali che hanno ingegnerizzato il concetto di "passaggio". Non serve più alzare il pollicione, ma basta aprire lo smartphone e sapere come usarlo in maniera intelligente. Il caso più eclatante si chiama BlaBlaCar che vi toglie anche la scusa di "devo avere la macchina perché una volta al mese devo andare a Perugia a trovare nonna". Apri la app, trovi altri che fanno lo stesso tragitto, condividi la tratta con loro salendo sulla loro macchina e smezzi il costo della benzina. Un geniale imprenditore - ovviamente straniero - si è inventato una cosa simile ma solo dentro la città di Roma e solo coi motorini, si chiama Scooterino ed è l'ennesima riprova che oggi spostarsi è un obbiettivo che si può e si deve raggiungere a prescindere dal possedere un mezzo per farlo. 


Dice: ma io il finesettimana, una o due volte al mese, vado fuori Roma, a farmi una vacanzetta nelle Marche o in Maremma, e allora me serve amaghina pure se durante la settimana non la uso mai. Cavolata! Se ti serve la macchina una o due volte al mese dal venerdì alla domenica sai cosa devi fare? Andare da Hertz, Europcar, Maggiore, Avis, Sixt e altri e te l'affitti. Ormai costa 20 euro al giorno e hai ogni volta una vettura nuova, controllata, sicura. Senza pensare a manutenzione, officine, tagliandi, scadenze e altro. 

E non dimentichiamo che in città ci sono i taxi. Sissignori, i taxi. Hanno tanti difetti a Roma, ma spesso sono sempre meglio che girare come idioti per venti minuti a cercare posteggio. Tra l'altro oggi, grazie ad applicazioni come MyTaxi e ItTaxi, è molto più facile prenotarli, aspettarli, tracciarli, pagarli senza toccare i contanti e facendo tutto al volo via PayPal. Sta cambiando tutto, svegliatevi. C'è poi anche Uber, altro attore fondamentale di questa rivoluzione che deve convincere decine di migliaia di romani a vendere la propria auto e sperimentare come si sta bene senza (risparmiando un sacco di soldi e guadagnandoci enormemente in salute). Tutti conoscete Uber e sapete come funziona, non tutti sapete che il nostro blog ha una convenzione con la società californiana e dunque se abbonandovi per la prima volta inserite il codice ROMAFASCHIFO avete 20 euro gratis per la prima corsa. Qui scoprite come funziona e anche qui ci ringrazierete. 

Insomma, chiaramente ci sarà sempre chi avrà bisogno della propria macchina, chi avrà addirittura convenienza a possederla, chi si farà i suoi conti e deciderà che cambiare abitudini è troppo complicato o oneroso. Ma è assurdo che con tutto quello che sta succedendo la percentuale dei possessori di vetture private non diminuisca. In una enorme percentuale di casi a non cambiare abitudini adeguandovi ai tempi perdete tempo e perdete soldi. Tanti, in entrambi i casi. E il tutto per stupidità, mancanza di aggiornamento e informazione, pigrizia. Poi non vi lamentate se uno vi considera dei cretini! Scaricate queste app, abbonatevi, utilizzate e poi fateci sapere. 

Rifarsi gli occhi con tante foto dai trasporti pubblici di Stoccolma e pensare a Roma

29 giugno 2016

Sono da poco tornato a Roma, dopo un bel viaggio nella bellissima e pulitissima città di Stoccolma. 
Oltre ad essere stato favorevolmente colpito dalla pulizia, l'efficienza e la perfetta organizzazione della città scandinava, mi ha molto impressionato la sua bellissima metropolitana, con le sue stazioni tirate a lucido e piene di ingegnosi e sorprendenti motivi architettonici, che rendono il viaggio nella stessa un vero piacere e uno stimolo visivo di prim'ordine. 
Per non parlare dell'impeccabile puntualità dei convogli e della loro estrema pulizia, sia per quanto riguarda l'esterno (mai visto un graffito a deturparne l'aspetto) sia per ciò che concerne gli interni e le poltrone (tutte foderate e nessuna che abbia un minimo squarcio o segno di degrado).
Insomma parliamo di un paese a sole tre ore di aereo da noi, ma che in fatto di civiltà ci distanzia di trent'anni.
Lettera Firmata

*Caro lettore,
onestamente non ci appassionano le stazioni artistiche. Stoccolma, Napoli, Mosca, San Pietroburgo. Bellissime, da restare a bocca aperta. Ma ci piacciono di più le metro che risolvono davvero i problemi di mobilità e i bisogni trasportistici delle città: semplici, pulite e funzionali. E dunque Madrid, Parigi, Londra New York (anche se quest'ultima pulita non è...).
A Roma non chiediamo opere d'arte sotto la metro, chiediamo che vengano realizzate metro, tante, in velocità. Piuttosto Roma ha, più o meno unica a livello mondiale (sebbene qualche esempio, da Napoli a Atene ci sia) di portare non opere d'arte nelle stazioni, ma di aprire stazioni dentro ad opere d'arte. Questa dovrebbe essere la logica della stazione ai Fori Imperiali, idem a San Giovanni dove i ritrovamenti archeologici non si sono fatti attendere. E idem anche a Largo Argentina (quanto sarebbe strategico ripristinare quella fermata della linea C?) e a Chiesa Nuova. Moltissime stazioni potrebbero trasformarsi in veri musei sotterranei e invece, non sappiamo se per insipienza del Consorzio Metro C che realizza la metro o per incapacità di visione dei suoi committenti pubblici così non è. Il Soprintendente Prosperetti è stato costretto a stoppare e a chiedere modifiche sulla costruzione della fermata del Colosseo-Fori Imperiali perché il Consorzio Metro C la stava realizzando come se fosse la stazione della Borgata Finocchio, con lo stesso approccio, con gli stessi disegni, con gli stessi materiali. Zero qualità architettonica. La stessa cosa si sta verificando a San Giovanni e, cosa ancor più grave, la stessa cosa si verifica sulla superficie. La enorme occasione mancata delle stazioni della Metro C grida vendetta: zero riqualificazione urbana, zero trasformazione di strade e carreggiate, tante anzi tantissime strade disegnate "alla romana", con dimensioni sbagliate e dunque immediatamente invase dalla sosta selvaggia (si pensi a quello che c'è attorno alla fermata Pigneto o all'occasione mancata della fermata Malatesta).
Il modello delle stazioni artistiche, dunque, non è perseguibile e sensato da noi. Sarebbero necessari altri modelli, ma neppure quelli vengono percorsi. Resta purtroppo il modello della più lancinante e agghiacciante sciatteria.

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