I pasticci dell'assessore Frongia di cui nessuno parla: Granfondo Campagnolo e Mezza Roma Run

30 dicembre 2017
Interessante raccontare cosa è successo con la Granfondo Campagnolo di ciclismo.
La gara si è sempre svolta all'inizio di ottobre e l'amministrazione della città, come è giusto che sia per un evento internazionale (sì vengono da tutto il mondo per correrla, l'ultima volta che l'ho fatta c'erano persone dalla Nuova Zelanda, Irlanda, Polonia, Giappone), è sempre stata presente.
Come tutti i grandi eventi, il giorno dopo lo svolgimento dello stesso si aprono le iscrizione all'edizione dell'anno successivo. Con una grande sorpresa però: "il prossimo anno la manifestazione si svolgerà il 27 maggio!" Ovviamente molti corrono a iscriversi (il numero di iscritti è contingentato), ma dopo un paio di mesi c'è una bella novità: il 27 maggio a Roma si chiuderà il Giro d'Italia. Quindi il programma sarebbe: mattina Granfondo, pomeriggio Giro d'Italia, per un ciclista quale giornata migliore? (Per un maghinaro romano quale giornata peggiore?) Tutto bello, bello, bellissimo... Gente paga l'iscrizione, compra i biglietti aerei o ferroviari (viaggiare con bici al seguito richiede organizzazione), prenota hotel... Poi il giorno di Santo Stefano questo comunicato:

La Campagnolo Roma torna a ottobre.
Il 14 tutti a pedalare all’alba al Colosseo
L’Amministrazione di Roma Capitale ce l’ha messa tutta ma le tribune per la festa della Repubblica non ci avrebbero consentito la partenza dal Colosseo ed il circuito del Giro d’Italia, diverso dal nostro percorso, avrebbe creato ulteriori problemi anche di ordine pubblico.
Si è quindi si è concordato di tornare alla nostra classica data della seconda domenica di ottobre.
Avremo il totale supporto di Roma Capitale, che ha eletto il nostro a grande evento sportivo della città e molto più tempo per preparare la più bella edizione di sempre.
Un grande Villaggio, un evento per ogni tipologia di ciclista, traffico chiuso e tante novità che vi sveleremo pian piano.
Ci scusiamo con tutti per eventuali disagi che faremo di tutto per alleviare.
Chi è già iscritto ma non potrà partecipare sarà ovviamente rimborsato.
Il 14 ottobre, all’alba, ci vedremo al Colosseo per CR VII.
https://www.facebook.com/granfondocampagnolo/



Il giorno successivo le parole dell'Assessore Frongia: 

Novità sulla Granfondo Campagnolo Roma: gara spostata al 14 ottobre. Dopo attente verifiche, infatti, abbiamo ritenuto opportuno cambiare la data dell’evento per l’estrema criticità che si poteva verificare dalla contestualità della stessa con l’ultima tappa del Giro d’Italia prevista per il 27 maggio.
Granfondo Campagnolo Roma torna così alla sua data classica, la seconda domenica d’ottobre, onde garantire a ciascuna manifestazione il massimo supporto e risalto.
GFCR, giunta alla sua VII edizione, è un grande evento internazionale che merita il massimo appoggio da parte di Roma Capitale. La bicicletta e quanto rappresenta è infatti uno strumento sul quale questa Amministrazione vuole investire proprio per promuovere una mobilità sostenibile e sana.
Varie le iniziative che si andranno a sviluppare nel corso del nuovo anno, su tutte #PEDALAROMA, in coordinamento con i Municipi interessati, le scuole, le associazioni ciclistiche e i negozi ciclo per promuovere, specialmente fra i bambini e i ragazzi, uno sport così affascinante e sano.



Benché dica "abbiamo ritenuto di cambiare data", nei commenti al post Facebook Frongia corregge la rotta scaricando tutte le colpe sugli organizzatori della Granfondo: "non li avevamo mai autorizzati per la data di Maggio", da par loro gli organizzatori nella loro pagina spiegano che lo spostamento non è colpa loro e che la data di Maggio era stata addirittura annunciata in una conferenza stampa. Chi dice menzogne? Ad ogni modo chi ha comprato un biglietto aereo da Palermo o da Dublino per la data del 27 maggio che fa? Si viene a vedere il Giro d'Italia? E soprattutto dopo quanto successo quest'anno il prossimo anno che farà? Semplice: va un'altra della mille Granfondo che si svolgono in Italia!

Questa cosa fa più o meno il paio con la Mezza Roma Run, in programma l'8 dicembre, ma il 6 i vigili hanno tolto l'autorizzazione perché siccome passava vicino piazza di Spagna (la mattina) e lì sarebbe andato il Papa (il pomeriggio) c'erano problemi di sicurezza (come se il Papa avesse deciso il 6 dicembre di andare l'8 a piazza di Spagna: ci va da cent'anni e forse più). La manifestazione è stata posticipata così al 17 dicembre (anche qui con problemi logistici per le persone iscritte e non voglio parlare di problemi sportivi di preparazione perché tanto interessano sempre meno). Il 15 dicembre però gli organizzatori si vedono sospendere la manifestazione nuovamente per motivi di sicurezza sollevati dal Comando del XV gruppo. Si parlava di recuperarla durante le feste ma se andate sul sito della manifestazione (http://www.mezzaromarun.com/) troverete questo comunicato:


Gentili Atleti,
purtroppo abbiamo ricevuto dal Comune un'altro diniego, Venerdì 22 Dicembre alle ore 18:00 (naturalmente in questi giorni nessuno risponde alle nostre domande e richieste).
Oramai per noi  è impossibile poter dire quando si realizzerà la MezzaRomaRun.
Riceverete per email elenco delle spese principali che abbiamo sostenuto per provare ad organizzare la gara, soldi spesi dal Presidente perché l'Associazione non dispone ne di fondi Istituzionali ne di Sponsor finanziari.
Comunque sarete tutti rimborsati, chiediamo solo, se possibile, di farlo brevimano, perché fare bonifici per le centinaia di Atleti che si erano iscritti ci farebbe aumentare le spese........
Coloro che per qualunque motivo non potessero passare in sede, potranno inviarci la ricevuta del pagamento e scrivere in evidenza IBAN e saranno rimborsati.
Ringraziamo tutti gli Atleti che avevano scelto di partecipare alla nostra gara. Continueremo ad insistere con la programmazione della gara, nella speranza che le Istituzioni smettano di utilizzare "due pesi due misure" , rendendosi conto che la progettazione e la realizzazione di una gara come la MezzaRomaRun richiede tempi e sacrifici e, non si può annullare tutto in un attimo senza calcolarne le conseguenze.
Auguri per un 2018 come lo immaginate.

Massimiliano Zanetti
Presidente ASGS


Si vogliono fare grandi eventi a Roma e gli organizzatori devono scontrare con queste situazioni. Dove altro al mondo succede? Il Comune invece di indire un bando per togliere a chi oggi organizza la Maratona di Roma e darla ad altri (anche qui si potrebbe pensar male ma evitiamo) pensasse a garantire lo svolgimento degli eventi sportivi che portano tante persone a Roma! Per lo meno abbiamo ben capito il motivo del no alle Olimpiadi: non certo per evitare ruberie e intrallazzi (che peraltro si svolgono ogni giorno, si pensi al caso Spelacchio), ma perché proprio non sarebbero stati materialmente in grado loro come classe dirigente.

Torino, pur grillina, ha un mercatino di Natale impeccabile mentre Piazza Navona fa schifo. Ecco perché

28 dicembre 2017
 Alla grande tristezza diffusa che si respira in città (l'unica città italiana ed europea dove a Natale non sembra Natale) si è quest'anno aggiunta la mestizia di Piazza Navona. Dopo anni il Comune ha fatto le carte - letteralmente - false pur di restituire la festa della Befana alla ghenga di bancarellari che l'aveva massacrata negli ultimi anni. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e ne abbiamo parlato tante volte.
Ma come mai questi episodi si svolgono solo a Roma? Come mai nelle altre città vediamo solo rispetto e qualità? Quali sono i modelli? Ed è un problema del Movimento 5 Stelle, partito comunque totalmente suddito delle lobbies e alle clientele, o è un problema del Movimento 5 Stelle a Roma?



 Per capirci qualcosa e per darci qualche risposta siamo andati a Torino. Non a caso: la città, come Roma, è amministrata dal Movimento 5 Stelle e anche qui il governo municipale non versa in buone acque. Ma un conto è avere difficoltà, un conto è allearsi con le cricche. A Torino l'alleanza con le cricche evidentemente non l'hanno fatta. Potevano inventarsi bandi improbabili, potevano far valere assurde "anzianità", potevano giocare sul termine di "fiera" e di "festa" e potevano strumentalizzare a favore delle lobbies portatrici di voti alcune normative regionali (ammesso che il Piemonte abbia leggi raccapriccianti come il Lazio di Zingaretti). Così non ha fatto. 

In città ci sono molti mercati natalizi, in varie zone della città. Tutti fanno parte, fate attenzione, di un unico bando pubblico che si chiama "A Torino un Natale coi Fiocchi". Cosa ha fatto l'amministrazione comunale? Il suo mestiere: a tutto tondo! Ha individuato alcuni spazi, cinque più uno, dove si potevano svolgere manifestazioni commerciali natalizie, ha scritto un bando e ha messo "in palio" questi spazi. Nel bando c'era un capitolato molto preciso con chiari obblighi sulla qualità dell'allestimento, sulla qualità della merce e quant'altro. Tutto chiaro e tutto facilmente leggibile. Chi avrebbe vinto? Fermi restando tutti gli obblighi del concessionario avrebbe vinto, attenzione attenzione, chi avrebbe offerto di più. Sì, avete capito bene, in cambio infatti del suolo pubblico messo a disposizione e dell'utilizzo del marchio "Natale coi Fiocchi" (che fa cagare, ma è un marchio registrato del Comune), la città di Torino in-cas-sa un sacco di soldi. Ha piazze pulite, allestite e natalizie e in più incamera mezzo milione di euro sonante da parte del concessionario. Una società con le caratteristiche per partecipare, dunque, ha vinto il bando, ha pagato il Comune e poi ha lavorato per rientrare dei costi e per guadagnarci affittando gli spazi e gli chalet oltre che facendo attività con sponsor e quant'altro fosse consentito dal bando stesso. 

I vantaggi di questa soluzione sono evidenti: tutto è omogeneo perché hai un solo interlocutore per quanto riguarda gli allestimenti, tutto è elegante e credibile. Se ci sono delle questioni, l'amministrazione ha un interlocutore, uno solo, non deve fare riunioni come è successo a Roma con l'assessorato affollato da decine di famiglie o, peggio, clan di bancarellari a intimidire. Chiaramente un solo interlocutore ha la forza finanziaria per pagare quello che c'è da pagare, per dare garanzie bancarie, per ottemperare alle spese di sicurezza (che invece da noi sono state un ridicolo problema) e così via. Se qualcosa del bando viene violato ne risponde un legale rappresentante, uno e uno solo. Non una pletora ovviamente ingovernabile di finte srl o peggio.

Tornando a Roma tutto questo è stato lo spauracchio di Coia (e di qualcuno che in buona o in cattiva fede ancora casca nelle sue frottole che tanti danni stanno facendo alla città). "Se trasformiamo Piazza Navona da 'fiera' a 'festa' poi rischiamo che tutto venga gestito da una sola società e non dai singoli bancarellari, ecco perché non lo abbiamo fatto". Ha detto proprio così. Nessuno gli ha fatto notare che ciò che lui considera come negativo è la soluzione adottata nella pentastellata Torino per realizzare mercatini non solo nella piazza principale ma bensì in tutta la città. Sarebbe bastato questo per zittire l'ennesima idizoia del micidiale presidente della Commisione Commercio. 

A Piazza Navona ormai le speranze di arrivare a questi risultati sono minime: l'amministrazione per costruire il suo lurido consenso ha regalato per 9 anni la piazza agli operatori peggiori possibile con le scuse di cui sopra. Ma un Comune serio, qualora mai ci fosse, potrebbe fare qualcosaltro per diluire la presenza di una manifestazione così mediocre? Certo che sì. Una amministrazione seria, in altre piazze (una piazza Esedra momentaneamente pedonalizzata, una piazza Venezia parzialmente pedonalizzata per le feste e mille altre) potrebbe attuare la stessa modalità torinese creando dei veri mercatini natalizi (a Torino la società vincitrice è stata quella dei Mercatini di Bolzano) che costringerebbero Piazza Navona o al fallimento economico o ad adeguarsi ad un livello alto di qualità. Il tutto fatto incassando soldi. E magari facendo anche meglio di questo bando torinese che ci piace nella modalità ma che pure non è esente da critiche e scivoloni nel merito. Ma per fare questo ci vorrebbe lungimiranza, visione, progetto, buona fede, sentimento del bene comune e non focus esclusivo sulla costruzione del consenso purchéssia...

(Per tutte le info sul bando di Torino, cliccate qui. E rifatevi gli occhi cazzarola!)

La tragedia dei servizi durante le Feste. Nettezza urbana e trasporti pubblici mai così male

26 dicembre 2017
Probabilmente lo scorso anno era realmente piuttosto presto e non era giusto giudicare. La vittoria elettorale si era palesata a metà dell'anno e la giunta era stata fatta dopo una vita, dopo settimane e settimane di ridicoli tira molla modello Primissima Repubblica. E allora transeat.

Quest'anno però lo scenario è molto diverso. Sono passati ulteriori 12 mesi e soprattutto sono state fatte delle promesse chiare. Specialmente nell'ambito dei due principali argomenti che riguardano i servizi pubblici a rete: raccolta rifiuti e trasporti di massa. Sia da una parte e dall'altra l'amministrazione si è prodigata a promettere: quest'anno nulla si ferma, quest'anno tutto girerà nella massima efficienza.

La verità amara è un'altra. Il servizio su metro e bus è raccapricciante. Come sempre, per carità, ma un po' più di sempre. Una vera umiliazione per le tante persone (basti pensare agli infermieri degli ospedali) costrette a lavorare durante le festività. Un servizio raccapricciante benché ci sia mossi tempestivamente come a questa Giunta piace muoversi: dilapidando denari pubblici e incrementando il debito che graverà sulle spalle dei nostri figli. Cosa è successo? Semplice: clientelismo grillino come abbiamo imparato a riconoscerlo lontano chilometri. Agli autisti e ai macchinisti Atac è stato garantito un bonus di 140 euro per il lavoro festivo in caso di presenza volontaria. Una cifra alta? Una cifra bassa? Una cifra corretta? Difficile dirlo, l'unico modo è parametrarla sia al passato sia a quel che fanno le altre grandi città italiana. 

Ebbene la cifra è superiore al 40% rispetto agli anni passati e superiore al 100% rispetto a quanto si fa a Milano. Nessuno vi spiegherà il perché di tutto questo poiché la risposta è "voto di scambio" e "clientelismo" e non c'è sufficiente onestà intellettuale per ammetterlo. Sta di fatto che a Roma, nonostante il servizio sia cento volte peggiore che a Milano, chi lavora a Natale becca il doppio dei soldi. Tanto poi qualcuno che paga si trova, magari proprio il cittadino onesto di Milano che versa regolarmente le imposte e che si trova impiegati quei soldi per tamponare le assurdità di Roma.

Riguardo alla raccolta dei rifiuti la situazione è ancora più drammatica. La città è sommersa di pattume e la nostra pagina Facebook così come il nostro profilo Twitter si sono riempiti di foto rivoltanti. Tutto questo avviene a dispetto delle promesse di Pinuccia Montanari, la sempre più caricaturale assessora all'ambiente (quella di Spelacchio) che aveva prefigurato qualche giorno fa una città pulita e impeccabile. Se un po' di raccolta si fa al centro per salvare la faccia rispetto ai turisti (che tuttavia si ritrovano in una città triste, buia e deprimente con una atmosfera natalizia pari a zero tra Tredicine e alberi di natale morti), la periferia è abbandonata a se stessa e inondata di sacchetti a tutte le latitudini.

Ma comunque lasciamoli lavorare, ma comunque loro sono gli onesti, ma comunque cosa volete che torna Buzzi, ma comunque pensate alla Banca Etruria e così via elencando le scuse pentecatte a tutta questa allucinante situazione che non ha eguali e raffronti in nessuna altra città italiana e europea. L'unica nota positiva è che i lobotomizzati disposti a difendere l'indifendibile sono sempre di meno e sempre più isolati. 

Resta il fatto che paghiamo i bonus festivi più alti d'Italia per avere bus e metro che non passano. E paghiamo la tariffa rifiuti più alta d'Italia per avere la città più lercia del paese.


PS. Foto tutte di oggi e di ieri, provenienti dai quattro angoli della città. Dal Tuscolano al Nomentano, dalla Balduina a Spinaceto, da Casal Palocco a Tor De Schiavi, dalla Laurentina alla Togliatti. Tutta Roma è combinata così.

5 domande su Spelacchio (e tutta la sua rassegna stampa internazionale mai vista prima)

21 dicembre 2017
Riuscire ad incartarsi perfino su un albero di Natale spelacchiato cheppoi di notte manco è così brutto (certo, di giorno...). Hanno fatto tutto da soli. A ripercorrere la storia oggi, fa pietà ed è la rappresentazione plastica dell'incapacità grillina su ogni fronte possibile e immaginabile. Sembrano persone selezionate per avere il massimo livello di inadeguatezza, spocchia, aggressività, stupidità, ottusità. Tutti i difetti personificati e portati al massimo. Anche la criticità più piccola diventa dramma. Gente che vuole amministrare la ottava potenza industriale del mondo e che sarebbe fuori luogo anche come rappresentante d'istituto di una scuola di provincia.

Come è andata la vicenda Spelacchio? Chi meglio di noi può raccontarla visto che, come spesso accade, tutto si è sviluppato grazie a (o per colpa di) questo blog? A onor del vero, risalendo ai primissimi giorni di dicembre, il merito del nome va tutto al sagace giornalista Vittorio Zucconi. Anche se Zucconi partì con "Spellacchio", due elle. Poi arrivammo noi e iniziammo con "Spelacchio", una elle. E la cosa partì in maniera virale dopo i primi tweet o post su Facebook. 

A dispetto di quel che dicono oggi alcuni rappresentanti grillini nell'ambito dell'ennesima campagna di difesa dell'indifendibile di cui si sono fatti protagonisti ripetendo come automi i dettami di chi imposta la loro comunicazione, l'albero era di imbarazzante bruttezza fin da principio. Altro che "lo hanno rovinato le luci". Le due persone maggiormente coinvolte - sindaco e assessore all'ambiente - potevano prendere la palla al balzo e reagire: "cacchio che brutto cari cittadini, avete ragione! Cerchiamo di capire cosa è successo e vediamo se posiamo sostituirlo o se dobbiamo tenercelo così". Se avessero reagito così la cosa si sarebbe chiusa li. Fine. Però stiamo parlando non di persone normodotate, ma di pentastellati. Al di là del bene e del male. La reazione al primo giro di viralità mediatica su Spelacchio quale è stata dunque? Difesa. Difesa al di là di tutto, difesa contro l'evidenza, difesa cieca e arroccata. L'Assessora Montanari sproloquia e parla di risparmi e sobrietà, mentre la sindaca se ne esce con robe tipo "è sobrio e elegante". A quel punto cerchiamo di approfondire.

Facilmente emerge tutta la faccenda dei costi, degli affidamenti diretti, degli appalti. Era tutto pubblicato sul sito del Comune come normativa vuole. Ci lavoriamo su tutta domenica 10 dicembre e lunedì 11 dicembre esce questo articolo. A quel punto la storia, che era tutta giocata sul ridicolo di un alberello rachitico, cambia completamente i toni. Avevamo alzato la manina e detto: "guardate che il problema non è la bruttezza di Spelacchio, il problema è un attimino diverso...". Apriti cielo. I giornali romani, ormai quasi totalmente appiattiti sulle inquietanti posizioni dell'amministrazione per i motivi più vari, fanno finta di non capire e seguitano a parlare dell'albero, dell'albero spelacchiato, dell'albero morto e così via. Il nulla. Non è lo stesso però con la stampa estera: corrispondenti di giornali e agenzie di stanza a Roma leggono il nostro articolo e cominciano a capire che la faccenda è interessante. In pochi giorni uno, due, venti, cinquanta articoli. Tutte le testate del mondo approfondiscono la questione, non si limitano a copincollare l'agenzia ma fanno interviste, video, servizi di raffronto. 

Molti hanno pensato che l'attenzione fosse esagerata (altri, gli esponenti Pentecatti, hanno gridato addirittura al complotto, ma non perdiamo troppo tempo ad analizzare opinioni patetiche), ma è dura pensare che così tante testate ai quattro angoli del mondo si siano incattivite tutte assieme contro la città.

In realtà un albero di Natale morente e rinseccolito si è trasformato in un simulacro, in un simbolo, un memento mori riferito ad una amministrazione imbarazzante che si era presentata affermando che avrebbe spaccato il mondo, che avrebbe cambiato le modalità, che avrebbe combattuto gli sprechi, che avrebbe inaugurato una nuova era di trasparenza: invece solo opacità, solo sprechi, solo insulti al buon senso pur di difendere le modalità che sempre ci sono state. Ma anche questa ondata mediatica si sarebbe potuta arrestare. Semplicemente rispondendo a cinque domande, le domande che tutti i media internazionali (raramente italiani) si stanno ponendo: 

1. Perché Spelacchio è costato il triplo dell’anno scorso?
2. Perché non si è fatta una evidenza pubblica per scegliere la ditta che doveva trasportarlo?
3. Perché l’affidamento diretto è andato a vantaggio proprio della ditta dello scorso anno?
4. Perché in tutto il mondo sono i privati a pagare le decorazioni natalizie e gli alberi mentre a Roma pagano i cittadini?
5. Perché gli uffici si sono mossi a metà novembre per ottenere la fornitura, quando ad esempio a Milano si sono mossi ad aprile? 

Invece di rispondere puntualmente e fugare ogni dubbio di intrallazzo e di magheggio, la sindaca ha preferito tacere per giorni e giorni. Quale sindaco può permettersi di tacere quando la sua città è protagonista sui giornali di tutto il mondo indipendentemente dalla rilevanza del fatto? Prima la difesa ridicola ("è elegante e sobrio") pubblicando foto largamente rimaneggiate e post che lasciavano intendere il costo zero ("se ne occupa il servizio giardini, delle luci invece l'Acea" si come no...), poi il silenzio per giorni e giorni, poi l'insistenza sulla gratuità dell'albero (ma è stata smentita anche quella), poi a quanto pare la rinuncia all'offerta di un albero in sostituzione, in seguito (oggi) la chiusura: "prendiamola a ridere". Mentre tutti i rappresentanti Pentecatti dopo giorni di mutismo imbarazzato hanno contrattaccato spiegando che non bisogna parlare di alberi ma di Boschi (il benaltrismo è uno dei pilastri dell'attuale egemonia al potere e i post usciti da parte dei consiglieri comunali sono raccapriccianti davvero e dovrebbero umiliare chi li ha votati), la sindaca ha detto proprio così: "prendiamola a ridere".

Inefficienza, spreco di denari pubblici, un danno di immagine spaventoso (qui sotto una selezione delle testate che si sono occupate della faccenda), totale incapacità di comunicare e gestire le difficoltà. Epperò i cittadini dovrebbero "prenderla a ridere". Certo non è un caso 'grave' come quello degli scontrini o della Panda Rossa di Marino, casi durante i quali l'attuale sindaca faceva la diavola a quattro chiamando in Carabinieri, citofonando alla ragioneria del comune per avere all'istante i giustificativi e chiedendo le dimissioni del sindaco ogni giorno. L'unica che può ridere oggi è lei: non esiste al mondo un altro uomo politico capace di spingersi a questo punto e come reazione non avere nessuna reale opposizione ne dalla stampa ne dalle altre parti politiche. L'unica sindaca del mondo cui tutto è consentito, tutto è perdonato, tutto è istituzionalmente permesso anche le cose più totalmente lontane da un comportamento minimamente istituzionale. Una presa per i fondelli continua della cittadinanza, e la cittadinanza muta. La cittadinanza, tutto sommato, accetta l'invito a pigliarla a ridere. Una tristezza tale che al confronto Spelacchio è allegro.


LA RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE DI SPELACCHIO 
mancano televisioni, carta stampata e radio, solo web (e già basta e avanza)

https://www.thetimes.co.uk/article/rome-mayor-virginia-raggi-needled-over-citys-dead-christmas-tree-3sfgrcnfh


http://www.bbc.com/news/av/world-europe-42425029/what-s-wrong-with-rome-s-christmas-tree
https://www.washingtonpost.com/news/worldviews/wp/2017/12/20/rome-paid-57000-for-a-very-sad-christmas-tree-that-locals-nicknamed-toilet-brush/?utm_term=.50dd7478d3c4
https://www.cbsnews.com/news/rome-christmas-tree-spelacchio-disappoints-with-its-very-sad-looks/?ftag=CNM-00-10aab7e&linkId=46117364
http://time.com/5073391/rome-christmas-tree-2017-spelacchio/
https://www.lexpress.fr/insolite/completement-deplume-le-tres-cher-sapin-de-noel-de-rome-est-la-risee-du-net_1970565.html
https://elpais.com/internacional/2017/12/20/mundo_global/1513766474_052035.html

http://www.chicagotribune.com/hoy/chicago/95480513-132.html

https://www.usatoday.com/story/news/nation-now/2017/12/20/romes-sickly-christmas-tree-causes-uproar-needles-continue-fall/968065001/
http://www.latimes.com/world/la-fg-italy-rome-christmas-tree-20171219-story.html

http://www.telegraph.co.uk/news/2017/12/20/romes-dead-christmas-tree-dubbed-mangy-one-sparks-accusations/
https://www.publimetro.cl/cl/estilo-vida/2017/12/20/digno-una-republica-bananera-polemico-costoso-arbol-navidad-parece-cepillo-limpiar-bano.html


https://www.welt.de/vermischtes/article171574748/Roemer-empoeren-sich-ueber-dieses-50-000-Euro-Fiasko.html
https://www.informador.mx/La-triste-historia-del-arbol-de-Navidad-de-Roma-ve201712190009.html
https://www.courrierinternational.com/article/deplume-le-sapin-romain-naura-pas-tenu-jusqua-noel


3 raccapriccianti minuti di video a Trastevere per ricordarci l'infamia PD che annulla la Bolkestein

20 dicembre 2017
Alla fine hanno vinto loro. La assurda lobby degli ambulanti l'ha fatta franca. Come al solito di notte, una pillolina avvelenata nella Legge di Bilancio ha prorogato a babbo morto l'applicazione in Italia della direttiva Bolkestein sul commercio ambulante.
Niente concorrenza, niente merito, niente sana competizione, porte sbarrate a chi vuole entrare nel settore e privilegi totali per chi ci sta già dentro. Lo stato continua a regalare i suoi beni più cari (il suolo pubblico è il primo) in cambio di nulla, come merce di scambio di voti e consenso. Chi sta dentro al settore può continuare a starci, chi sta fuori (anche se magari offrirebbe qualità, progetti e idee molto migliori) non può mai entrare. Corporativismo medievale e fascista. Non c'è dispetto più atroce che una nazione può fare ai propri concittadini. 


In Italia poi paghiamo quattro volte. 

In primis paghiamo perché l'ambulantato, pur avendo grande impatto sul paese, non paga nulla in cambio. Le tasse per l'occupazione del suolo pubblico sono semplicemente risibili.
In secundis paghiamo per la concorrenza sleale. Io ho il negozio pago tasse, affitto, imposte comunali, insegna, utenze, dipendenti, mutui. E di fronte ho la bancarella che magari vende i miei stessi prodotti a prezzo dimezzato non avendo questi costi. E mi impalla anche l'insegna su cui pago fior di tasse. 
In terzo luogo paghiamo per il degrado delle nostre città. Chiaramente questo non avviene dappertutto è chiaro, Milano, Torino o Bologna non hanno la situazione della capitale, ma per quanto riguarda Roma l'impatto di questa proroga è devastante.
Il quarto punto è sulle sanzioni europee: il nostro paese regala ad una lobby un bene che potrebbe fruttargli molto (permettendogli di abbassare le altre tasse), ci fa concorrenza sleale se facciamo i commercianti, ci obbliga a vivere in città degradate deprimendo il valore dei nostri immobili e in più, non applicando puntualmente una direttiva europea, ci espone a sanzioni e multe. Che pagheremo con le nostre tasse. In altri paesi questi affronti del potere ai cittadini determinano rivoluzioni. In Italia il silenzio.

E' stato il PD (per noi, non da oggi, Partito Delinquenti) a proporre e approvare l'emendamento alla manovra. Marco Donati (ricordatevi questo nome) è felicissimo nel suo comunicato stampa annunciando che nonostante le indicazioni dell'Unione Europea tutto resterà imbalsamato fino al 2021 (chiaramente nel frattempo ci sarà modo di smontare ulteriormente la cosa, la scadenza è puramente strumentale). E anche dopo si provvederà a fare in modo che chi dimostra di avere solo la bancarella come sua fonte di sostentamento sarà tutelato. Si parla di decine di migliaia di posti di lavoro salvati (ovviamente un falso), ma non si parla di quante decine di migliaia di posti di lavoro si perdono in un mercato dove non gira la concorrenza e dove le categorie sono protette e arroccate in se stesse. Lorenzo Becattini, l'altro firmatario, è ancora più sincero: vogliamo far uscire gli ambulanti dalla Bolkestein, per farlo intanto dovevamo bloccare le gare in essere. Non hanno idea quanto il paese pagherà cara questa mossa. Anzi ne hanno idea alla perfezione.

Ad oggi il quadro politico italiano, per quanto riguarda questo genere di libertà economiche, è raggelante. La destra è su posizione impiccettare vetero corporative, da sempre dalla parte di chi già ha e distante da chi potrebbe avere in virtù del suo talento o del suo impegno. Il Movimento 5 Stelle è la quintessenza del partito populista: l'unico loro obbiettivo è raggiungere e mantenere il potere costi quel che costi. Se è necessario si alleano con il diavolo in persona, figurati con gli ambulanti. E così hanno fatto. E poi c'è il PD che si è comportato come abbiamo raccontato in occasione di questa Legge di Bilancio. 

Uno scenario che umilia le persone per bene e che toglie qualsivoglia speranza e prospettiva di futuro per il paese. I capaci, quelli in gamba, quelli competenti, quelli intenzionati a misurarsi col mercato e a investire in nome del merito e della qualità seguiteranno ad andare via. Qui rimarranno solo i bancarellari e i politici che elemosinano i loro voti.

Le prime foto di Piazza Navona riconsegnata ai bancarellari. Tristezza e disagio

19 dicembre 2017
"Spelacchio? Non si può giudicare un'amministrazione dall'albero di Natale. Ai romani interessano altre cose" dice il consigliere Paolo Ferrara ovvero probabilmente la quintessenza del grillismo al potere a Roma: spregiudicatezza, furbizia (ma totalmente scevra di intelligenza), zero preparazione, zero studi effettuati, zero esperienza nel mondo del lavoro o dell'impresa, aggressività verbale, capacità di far buon visto a qualsiasi cattiva sorte, focus concentratissimo sul potere. Potere per il potere. 

Ferrara sa benissimo che su Spelacchio il punto non è l'aspetto, lugubre, della trista conifera di Piazza Venezia, bensì che il punto sono le spese, i tempi, la ditta assegnataria, l'inefficienza degli uffici. Ma la butta sull'estetica: "la prossima volta faremo meglio, ai romani interessa altro".
Giusto. E allora parliamo di altro. Parliamo ad esempio dell'altro "polo" natalizio della città dopo Piazza Venezia: Piazza Navona. Magari Ferrara dirà che "ai romani interessa altro", ma noi siamo persuasi che a qualche romano interessi eccome di avere, dopo anni, una amministrazione che ha scientemente deciso di regalare la piazza più straordinaria della città alle solite cricche di ambulanti che l'avevano distrutta. Ora ci dovremo, grazie ai 5 Stele, subire per nove anni un terrificante ritorno al passato dopo che Ignazio Marino era riuscito a bloccare lo scempio. Tutto è tornato come prima e peggio di prima grazie ad un bando ridicolo. Nel bando, scritto dall'amministrazione assieme agli ambulanti, il requisito di "qualità" per selezionare gli operatori era uno solo: portare prodotti natalizi, doppio dei punti se i prodotti natalizi avevano marchio CE. Visto che tutti possono reperire prodotti natalizi a marchio CE tutti hanno preso il massimo dei voti e i pochi punti dati per anzianità hanno fatto la differenza come avevamo ampiamente previsto mesi e mesi prima delle assegnazioni.
 
 Ora dopo una ventina di giorni di tiramolla dovuti al fatto che gli ambulanti non volevano pagare i costi della sicurezza nella piazza, questa "qualità" la possiamo toccare con mano. Innanzitutto la qualità della "sicurezza" stessa. Ci sono ringhiere di metallo micragnose, ci sono stuoli di carabinieri in pensione di qualche organizzazione. Per forza: la sicurezza invece di essere gestita da Comune o Prefetto è nelle mani degli ambulanti stessi. Che sono andati a risparmio. Per organizzare il tutto ci volevano circa 500mila euro. La città ha accettato che loro ne spendessero 170mila. Così è tutto organizzato in maniera poraccia, alla romana. Si è deciso, lo avete capito benissimo, di risparmiare sulla sicurezza. Ma quale sicurezza dovrebbero garantire quelle ringhierine in un momento in cui c'è questo livello di allerta sicurezza? Se un mezzo decide di irrompere nella piazza e giocare a boowling con le persone viene fermato da quei crackers di latta? Certo magari portare delle barriere pesanti in cemento armato era troppo costoso...

Veniamo poi agli allestimenti. Guardate che schifezza. Gazebi bianchi (moltissimi quelli desolatamente vuoti, perché parte del bando è andato deserto), furgoni dappertutto, strutture totalmente inadeguate, tutto buio, una tristezza totale. E scatoloni. 

 Ma proprio dagli scatoloni possiamo intuire la caratura della merce sui banchi. Il livello dell'alta gastronomia offerta che certamente vedrà il consigliere Andrea Coia (il vero autore di tutto questo) come consumatore assiduo e quotidiano. I prodotti sono normali prodotti da grande distribuzione. Nulla di velenoso, beninteso, ma neppure nulla di eccellente come invece richiederebbe il contesto. Piazza Navona è un luogo unico al mondo, noi abbiamo l'ambizione che gli operatori gastronomici che vi operano siano unici al mondo per livello di qualità e così non è. Il torrone è della D. Barbero di Cuneo, panforti, ricciarelli e cavallucci sono della Masoni di Colle Val d'Elsa. Non importa se nessuno compra nulla, intanto la licenza è presa ed è un valore regalato in cambio di nulla per qualcosa come 9 anni. Bisognava dichiarare di mettere prodotti natalizi ed ecco i prodotti natalizi, poi nei prossimi anni si vedrà se si potrà cambiare e offrire qualcosa di più redditizio. Così hanno ragionato i commercianti.



 In una piazza spettrale e vuota nonostante alcune bancarelle già aperte la cosa che fa rabbia (oltre all'incredibile terrazzo con stufe e ombrellone sopra Sant'Agnese in Agone - ma si sa che la soprintendenza di stato deve pensare piuttosto alle tribune dell'ippodromo di Tor di Valle, mica alle chiese di Francesco Borromini) è vedere poi che i prodotti sono uguali dappertutto. Essendo tutti parenti, i bancarellari non si fanno concorrenza e acquistano le merci assieme per fare massa critica e spuntare prezzi ancor più contenuti. Dunque il torrone D. Barbero (6 euro da Eataly, chissà a quanto lo venderanno qui) lo trovi da tutti in egual misura. Sempre lo stesso. 

Concorrenza, trasparenza, merito, qualità, competizione. Sono concetti che stanno messi peggio perfino di Spelacchio.





Le ridicole pedonalizzazioni domenicali. L'ultima presa per i fondelli dei fasciogrillini ai romani

17 dicembre 2017
Il 17 dicembre doveva essere domenica ecologica. Finalmente l'amministrazione aveva scelto una data simbolica, a ridosso del Natale, per mandare un messaggio chiaro ai cittadini dopo decenni di politica basata sull'abuso dell'auto: si va a piedi, non si usa la vettura per andare a fare le compere delle feste, non si ingorga la città inutilmente, non si parcheggia fuori posto. Finalmente l'amministrazione aveva deciso di ottemperare, per una volta nella vita, al suo programma elettorale in funzione del quale è stata votata in massa dai romani stufi del solito andazzo.

Con la scusa dell'inquinamento (che ci uccide) e dopo una settimana atroce (la giornata di venerdì è stata emblematica: un lungo grande ingorgo che ha coinvolto tutta la città come avviene ormai solo nelle magalopoli indiane) si poteva finalmente respirare.

Niente di tutto questo. L'amministrazione ha ceduto molto volentieri alla pressione dei commercianti, come succedeva con le peggiori giunte alemanniane. La domenica ecologica è stata spostata a febbraio (!), come se la salute delle persone (i dati sull'inquinamento sono terrificanti) fosse negoziabile e spostabile di mese in mese in base agli interessi elettorali di chi amministra. Di più: quest'anno l'amministrazione non ha predisposto alcuna contromisura contro il traffico natalizio. La ZTL è stata lasciata aperta dalle 18 in poi mentre solitamente nei giorni delle compere si allungava fino alle 20 per evitare che la città fosse presa d'assalto dal traffico e dallo smog. Per questa Giunta e per questo Consiglio traffico e smog valgon bene qualche voto in più da parte dei commercianti (che comunque in una città di lamiere e clacson falliranno in ogni caso).

In revanche a tutto questo però l'amministrazione doveva inventarsi pur qualcosa di simbolico per paravento. Doveva avere la risposta pronta per chi (comunque solo noi, perché giornali e opposizione tacciono) casomai avesse fatto presente lo scempio. E allora ecco le pedonalizzazioni. "Non abbiamo fatto la domenica ecologica però abbiamo fatto le pedonalizzazioni, per di più in ogni municipio". E così hanno proceduto. Slarghetti, piazzette, stradine totalmente irrilevanti scelte realmente a casaccio sono state pedonalizzate solo per la giornata di oggi. Vediamo uno a uno questi imbarazzanti interventi che servono solo a rendere patetico e ridicolo agli occhi dei cittadini il concetto stesso di pedonalizzazione e a divulgare in città una cultura marcia che considera la pedonalità non come una infrastruttura civica bensì come un qualcosa da strumentalizzare per poter divulgare un comunicato stampa e per potersi trovare pronto a qualche contestazione politica. Naturalmente queste finte pedonalizzazioni nascono, per poche ore nella giornata odierna, mentre in tutto il resto della città le vere pedonalizzazioni (da Piazza Farnese a Piazza Borghese passando da Via del Corso) sono state completamente trasformate in parcheggi abusivi ormai cronici.

PRIMO MUNICIPIO
Via Ottaviano
E' già praticamente pedonalizzata e comunque a traffico riservato.

SECONDO MUNICIPIO
Via dei Falisci
Un insignificante, fetente, inutile, abbandonato vicoletto di 50 metri

TERZO MUNICIPIO
Via Francesco Jovine
Una ridicola traversa di Via Ugo Ojetti (che intanto resta una autostrada urbana) di metri 30. Vi supplichiamo di andare su Google Maps a vedere cosa è questa stradina e quanto è ridicolo annunciarne la pedonalizzazione domenicale

QUARTO MUNICIPIO
Nulla

QUINTO MUNICIPIO
Via Tor Pignattara
La chiusura per qualche ora di Via Tor Pignattara, con le sue botteghe e la sua atmosfera multietnica, poteva essere una buona idea. Peccato che l'intervento interessi due (due!) isolati della strada. Neppure 200 metri

SESTO MUNICIPIO
Largo Monreale
Praticamente è il parcheggio della biblioteca della Borghesiana. A voi i commenti...

SETTIMO MUNICIPIO
Nulla di nulla

OTTAVO MUNICIPIO
Via Caffaro
Altra strada insignificante, traversa di Circonvallazione Ostiense. Potevi pedonalizzare il Ponte Spizzichino (a 10 metri da qui) trasformandolo in teatro per qualche ora di domenica. Niente.

NONO MUNICIPIO
Viale Europa
Finalmente! Le prove generali di pedonalizzazione di un viale che dovrebbe essere pedonale sempre e che invece è un incubo di lamiere e triple file. Nossignori: si pedonalizza, per poche ore, solo un isolato. Un-solo-isolato!

DECIMO MUNICIPIO
Nulla

UNDICESIMO MUNICIPIO
Via Fermi
Wow. La lunga Via Fermi pedonalizzata? Manco per niente. Solo un isolato. Di più: solo per uno dei due sensi di marcia. Una corsia di 50 metri. Una pena assoluta.

DODICESIMO MUNICIPIO
Piazza Ravizza
Piazza Ravizza è già pedonalizzata...

TREDICESIMO MUNICIPIO
Piazza Pio XI e strade circostanti
L'unico intervento che pare organico e sensato. Sono alcune stradine dietro a Via Gregorio VII. Sembrerebbe una proposta significativa con una piazza e le strade tutto intorno pedonalizzate. Da verificare.

QUATTORDICESIMO MUNICIPIO
Nulla.

QUINDICESIMO MUNICIPIO
Nulla.


Ma quanto vi piace farvi prendere per il bavero da quattro imbecilli che guadagnano 11 mila euro al mese sulla vostra pelle?

Ecco perché parte Piazza Navona. Della sicurezza se ne occupa Tredicine

15 dicembre 2017
Alla fine ce l'hanno fatta. Con la frenesia che ha caratterizzato questi mesi tutti giocati a lavorare pancia a terra per tutelare gli interessi non della città, non della dignità, non dello sviluppo, non delle tradizioni, non del turismo bensì esclusivamente degli ambulanti e delle imbarazzanti e solo romane dinastie dei bancarellari.

Alla fine ce l'hanno fatta con la consueta strana, sospetta, inspiegabile foga dimostrata negli ultimi mesi. La stessa che li ha portati con una maratona incresciosa in Aula ad approvare la Riforma del Commercio (totalmente inattuata, sebbene comunque inefficace, e approvata solo in funzione Piazza Navona), la stessa foga che ha contraddistinto le riunioni angosciate negli ultimi giorni in cui i consiglieri pentastellati che più di altri hanno deciso di tutelare gli interessi degli ambulanti si sono prodotti in una maratona di incontriincessanti monopolizzando il tempo di assessorato e dipartimento fino a quando è stata trovata la soluzione per aprire i banchi.

Cosa è successo? E' successo che, al di là dello scandaloso esito del bando su Piazza Navona (da noi era stato tutto previsto addirittura a Settembre, due mesi prima dei risultati), la manifestazione è stata categorizzata come a RISCHIO MOLTO ELEVATO dalle preposte autorità riguardo ai problemi di sicurezza e terrorismo (ricordate Piazza San Carlo a Torino?). Ci sono 20 pagine di prescrizioni da parte della Prefettura - che Roma fa Schifo ha potuto leggere - che indicano cosa bisogna fare e non fare affinché la fiera possa aprire. Collocamento ambulanze, personale, agenti, metal detector, conteggi persone presenti in piazza e così via. Una roba molto costosa.

Un costo che, lo diceva chiaro e tondo il bando, i commercianti dovevano accollarsi in toto. Pur di non pagare hanno preferito aprire con due settimane di ritardo. Hanno trattato fino allo stremo. Chiaramente il Comune anche se avrebbe voluto (come vi abbiamo detto c'è una fronda totalmente prona agli interessi bancarellari, chissà poi perché) non poteva cedere: la Corte dei Conti avrebbe condannato duramente. 

LA CULTURA BANCARELLARA ROMANA
C'è un clamoroso problema culturale a monte. A Roma i commercianti su suolo pubblico non sono abituati ad avere spese, ad avere conseguenze, a rendere conto a qualcuno. Ecco perché le poche migliaia di euro a operatore sembravano assurde e inaccettabili. Per loro esiste solo il guadagno. Non esiste affitto, non esistono tasse, non esiste fisco, non esiste pagare il personale in maniera corretta, non esistono oneri e obblighi che tutti i commercianti normali assolvono pena multe salatissime, non esistono costi di una materia prima di qualità. Esiste solo l'incasso da imbertarsi quasi in maniera netta. Poi ci sono senz'altro le eccezioni, ma larga parte dell'ambulantato così è nato e cresciuto nei decenni con questa forma mentis allucinante. La mia bancarella incassa 1000 euro al giorno e io pago 1000 euro all'anno di tasse comunali per il suolo. Fine. Questa è la proporzione. Neppure lo spaccio di stupefacenti e il traffico di organi garantisce guadagni simili. Unica eccezione, riservare una percentuale dell'incassato per foraggiare politici, ungere dirigenti e funzionari, pagare campagne elettorali. Non stiamo parlando nello specifico di qualche ambulante in particolare, stiamo parlando del sistema ambulantato a Roma. Che funziona così. Un sistema che oggi è molto caro ad una parte, a quanto pare assai influente, del Movimento 5 Stelle, un partito eletto esattamente per spazzare via questo sistema.

IL TRADIMENTO DEL M5S
Ma lasciamo da parte la truffa elettorale che i rappresentanti fasciogrillini stanno perpetrando ai loro elettori e torniamo al piano di sicurezza. Come è normale che sia è stata incaricata l'azienda comunale che si occupa di queste cose. La Wolf-risolvo-i-problemi della situazione, che risponde al nome di Zetema. Zetema compila il piano e dice che costa quasi 500mila euro. Diviso per tutti gli operatori su piazza veniva circa 12 mila euro a operatore. Apriti cielo. Non volevano pagare. Gli hanno dovuto concedere di organizzare loro la sicurezza e, alla fine, ieri si sono accordati e le licenze sono state ritirate: se le terranno per 9 anni impedendoci fino al 2027 di poter assegnare questi posteggi a imprenditori finalmente degni di questo luogo magico. Questa sarà una delle ignobili eredità che i pentastellati lasceranno ai nostri figli anche quando loro non esisteranno più.
Dunque che si è fatto dopo giorni di stallo? Dopo giorni di stallo la cosa è stata risolta da Alfiero Tredicine, uno degli imprenditori più influenti su piazza. Gestisce lui, organizza lui, risolve lui. La società che si occuperà di approntare il piano sicurezza così come precisissimamente delineato dalla Prefettura è conoscenza sua, l'ha scelta lui, i Vigili Urbani (che non riescono a controllare nulla mai) questa volta hanno promesso che controlleranno con scrupolo (non sappiamo se sarà lo stesso per le prossime edizioni fino al 2027, ma l'importante è partire).

LA SICUREZZA LA PORTA TREDICINE (A SALDO)
La società portata dai Tredicine costerà qualcosa attorno ai 150 / 170mila euro. Un terzo della proposta di Zetema. Delle due l'una: o l'attuale proposta è scadente e rischia di mettere in pericolo turisti e cittadini rispetto alle esigenze di sicurezza palesate dalla Prefettura, oppure con il preventivo precedente Zetema ci stava marciando. Non ci può essere una terza opzione.

TREDICINE ASSESSORE
Ma ammettiamo che la società amica di Tredicine faccia un lavoro eccellente come senz'altro farà (altrimenti il piano non sarebbe stato approvato da Dipartimento, Vigili, Prefetto). Che metta tutte le risorse necessarie. Che paghi correttamente i suoi collaboratori (ma allora dove risparmia?). Che magari per il piacere di lavorare in un contesto di così ampia visibilità decida di rosicchiare un po' i suoi margini di guadagno. Mettiamo insomma che davvero le prescrizioni saranno rispettate di tutto punto. Resta un fatto: turisti, romani e bambini frequenteranno una piazza definita a RISCHIO MOLTO ELEVATO e la gestione di questo rischio molto elevato, in piena legalità e rispettando le procedure beninteso, sarà risolta da soluzioni portate dal signor Alfiero Tredicine. Visto che Adriano Meloni forse mangerà il panettone ma probabilmente non la colomba, consigliamo a questo punto per onestà intellettuale e coerenza da parte dell'amministrazione di nominare un esponente della famiglia Tredicine assessore al commercio, con le deleghe magari di vicesindaco. Almeno un po' di trasparenza.


A tutti l'invito a scaricarsi il bando originario e, con quello alla mano, di controllare se la merce esposta da questo fine settimana sulle bancarelle corrisponderà o meno. Ci sarà da divertirsi se non tanto quest'anno (il primo giorno di scuola tutti gli alunni sono disciplinati) a partire dai prossimi. E noi saremo sempre qui a ribadire le responsabilità di tutto questo. 

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