Video. Aggrediti dal guidatore di una vela pubblicitaria dopo averla filmata perché in seconda fila

31 maggio 2016

A Roma il problema delle vele elettorali è in primis un problema di sicurezza stradale. Al di là della normativa, come al solito farraginosa, che vieta a 30 giorni dalle elezioni i manifesti fissi ma non vieta quelli su quattro ruote, al di là del Codice della Strada che fa differenza tra un'auto in divieto di sosta con o senza il guidatore al suo posto, c'è proprio un grande problemi di sicurezza stradale in questi giorni e non sarebbe strano l'arrivo di qualche notizia relativa a incidenti dovuti a questi catafalchi da giorni piazzati in tutte le strade e in tutte le piazze più di passaggio. 

Da Piazza Ippolito Nievo a Piazza Re di Roma, da Piazza Mazzini a Piazzale Dunant. Non c'è scampo: dovunque candidati che si ritengono più furbi e scaltri di altri (e che ritengono che questa ridicola forma di promozione possa per davvero portare voci) ricorrono a questo mezzuccio messo a disposizione dalla solita pletora romana di aziendelle che sguazzano da decenni nella pozzanghera del mondo tutto capitolino della pubblicità esterna. 

Oggi passando da Piazzale Dunant ci è sembrato però davvero eccessivo, oltre al furgone che ormai da giorni, sempre in divieto, pubblicizza in mezzo alla strada alcuni candidati della Giorgia Meloni, trovare anche un furgone, in posizione pericolosissima, che reclamizzava niente di meno la presidente uscente - e ricandidata - del Dodicesimo Municipio Cristina Maltese. Come successo in questi giorni abbiamo tirato fuori il telefonino per fare un piccolo filmato, ma apriti cielo. Al grido (ormai lo conoscete) di "io sto a lavorà", il simpatico guidatore si è prima sporto fuori, poi è sceso, poi ha chiesto di chiamare i Vigili (lui, che era in seconda fila!) perché sosteneva di stare solo in "fermata" e non in "sosta" e che non poteva essere ripreso.



Peccato è che nessuno volesse riprenderlo, ma che lui deliberatamente e più volte abbia deciso di entrare nell'inquadratura. Peccato che non è vero che non si può riprendere una persona in volto (semmai non si può pubblicare, ma riprendere si può). Peccato che non ci risulta che sia lecito sostare in mezzo ad un incrocio, in seconda fila, solo coprendosi dietro al fatto di stare dentro all'automezzo. E peccato che a monte di tutto questo ci siano degli amministratori pubblici che mandano sul territorio dei personaggi che si comportano così.

Il video si interrompe quando siamo costretti a scappare perché il 'signore' ci afferra un braccio col tentativo di sottrarci il telefonino. Se proprio la presidente del XII Municipio vuole continuare anche nei prossimi giorni a servirsi di questi assurdi mezzi al limite della legalità per farsi promozione (è vietato stare fermi con una vela pubblicitaria, bisognerebbe muoversi sempre, ma se il guidatore sta dentro può sempre dire - anche se sta lì per ore - che è giusto fermo un attimo in fermata per riposarsi e riparte istantaneamente), forse dovrebbe dare istruzioni diverse ai suoi fornitori.



Anche perché, come si vede dalla foto qui, il furgone non è nuovo a soste illegali nel Municipio Dodici. Ieri, ad esempio, se ne stava bel bello, sempre fermo (ma, attenzione, solo in sosta eh!), a Piazza San Giovanni di Dio, occupando la corsia di destra, quella dove devono transitare i veicoli più lenti, le bici, i motorini che non vogliono superare i limiti o sgattaiolare. Ebbene quella corsia ieri era occupata. Sempre da lui. "In relazione al video pubblicato sul vostro sito" ci hanno scritto dal Comitato di Cristina Maltese, "volevamo informarvi che sarà nostra cura raccomandare a tutti i volontari che collaborano con il Comitato la massima attenzione nel loro lavoro quotidiano. Attenzione massima che dovrà essere tenuta anche in tutte le fasi di utilizzo del furgone che dovrà naturalmente rispettare le regole del codice della strada". Ma sono volontari? E allora la solfa del "io sto a lavorà" è inventata? Bah.

Ci auguriamo che il nuovo sindaco, se davvero darà seguito al grande cambiamento che prospetta (tanto vale per tutti), provveda immediatamente a una normativa e ad una delibera che regoli questo ricorso sconsiderato e privo di senso alla pubblicità mobile su vele. Un altro piccolo pezzo di quarto mondo da eliminare dalle strade, già sufficientemente disastrate e ingombre di porcheria, di questa città...
Tiziano R. 

Atroce a Vigna Clara! Ricorso di 4 cittadini blocca il cantiere della nuova stazione










Mentre tutta Roma appare concentrata (sebbene non appassionata) sulla campagna elettorale, fatti incresciosi si continuano a ripetere in città. Fatti incresciosi che, paradossalmente, ci inviano un messaggio chiaro: chiunque vinca, governare questa città è e resterà impossibile. 

Una situazione a dir poco umiliante ed assurda si sta creando nella Stazione FS di Vigna Clara, la famigerata stazione fantasma aperta per i Mondiali del '90 e mai messa in funzione. Poi occupata. Poi trasformata in qualcosa d'altro. Poi diventata sede per party illegali e rave notturni all'insegna del totale spregio delle regole. 

E' da febbraio che una ditta sta effettuando lavori di riqualificazione della stazione stessa in vista della riapertura prevista per la fine dell'estate, è stata quindi demolita per intero la vecchia stazione ormai fatiscente e che versava in pessime condizioni per lasciare il posto ad una nuova struttura che stava per essere ultimata. 

Da sabato scorso a seguito di un esposto di quattro cittadini residenti a Via Monterosi i lavori sono stati sospesi, i macchinari sono stati portati via e la stazione è stata lasciata a metà, una cattedrale in mezzo al nulla: incompiuta.

Poiché già nel '90 furono spesi soldi pubblici per la costruzione di quest'opera e altrettanti ne sono stati spesi per demolirla e ricostruirla, è possibile che l'esposto di pochi cittadini di zona possa fermare un'opera strategica per la viabilità cittadina? Chi pagherà per tutto questo? Davvero come dice il TAR - concedendo la sospensiva - bisognava prima coinvolgere i cittadini? E davvero appigliarsi al mancato coinvolgimento basta per sospendere per mesi e mesi (la prossima udienza sarà a fine ottobre) una infrastruttura dalla quale dipende la vita di decine di migliaia di persone? Il lavoro di decine di operai? La vita di una o più ditte costruttrici? Come è possibile? 

Peraltro la stazione è accessibile a chiunque, quindi anche da parte di vandali che nel frattempo (prima che il TAR si pronunci) potrebbero vandalizzare l'opera appena costruita e che ora resta incustodita. Come è accessibile a tutti l'informazioni su quanto è successo: uno strumento formidabile per tenere ancora più lontani dal nostro paese e dalla nostra città grandi capitali stranieri, investimenti internazionali e l'attenzione dei fondi infrastrutturali che sono quelli grazie ai quali vediamo le altre città crescere, migliorare e trasformarsi. Nessuno viene a portare neppure un centesimo di euro qui dove bastano quattro individui per annullare investimenti di milioni o miliardi di euro. 

E' evidente che finché le norme (le norme di questo Paese, tante tante leggi assolutamente inadeguate) saranno queste, finché chiunque, con la scusa delle vibrazioni e dell'aria che esce dal tunnel, potrà bloccare per mesi una infrastruttura, questa città continuerà ad essere la fogna ingovernabile e ingestibile che è oggi. Dove la qualità della vita è garantita soltanto agli egoisti. 

A Testaccio sta per inaugurare un'altra nuova piazza grazie ad un altro nuovo parcheggio

30 maggio 2016





La città potrebbe avere nei prossimi giorni (conoscendo i nostri polli potrebbe essere proprio prima delle elezioni, dunque in questa settimana) un nuovo parcheggio interrato che si occuperà della manutenzione dell'area in superficie.
Siamo a Testaccio e in particolare a Via Volta dove, dopo un contestato cantiere (come al solito), i cittadini si stanno per ritrovare con un'area finalmente moderna (ma attenzione a quel marciapiedone senza protezioni, è a rischio posteggio selvaggio), manutenuta, con un arredo urbano di buona qualità, con giochi per bambini, essenze verdi e con una manutenzione che - speriamo - sarà effettuata dal privato nell'ambito di un accordo esattamente come accade per molti altri parcheggi in città. Il tutto vicino al già apprezzato parcheggio pubblico che sta sotto al mercato rionale di Testaccio. Una zona - al netto del micidiale benzinaro, onestamente fuori luogo - totalmente trasformata nel giro di qualche anno.

La nuova inaugurazione, infatti, ci spinge a riconsiderare tutti i parcheggi recentemente inaugurati e grazie ai quali alcune piazze hanno riacquistato un briciolo di dignità urbana da anni persa. Piazza Melozzo da Forlì, ma ancor di più Piazza Gentile da Fabriano, Piazzale delle Muse e sopra ogni altra Piazza Cavour, attualmente la piazza più bella e ben tenuta di Roma solo grazie all'accordo coi gestori del parcheggio sottostante. Nulla di tutto quello che vedete in Piazza Cavour sarebbe stato possibile senza realizzare il parcheggio sottostante. Grazie a quel parcheggio si è realizzata la nuova piazza, si sono trovate le risorse per manutenerla, si sono dati tanti soldi al Comune per le opere circostanti, si è dato tanto lavoro durante il cantiere e anche durante la gestione\manutenzione. E si sarebbe potuto fare molto, ma molto di più se, ad esempio, l'opportunità dei posti auto interrati fosse stata sfruttata per riqualificare gli arredi urbani circostanti eliminando la sosta selvaggia, o se si fosse ragionato sull'offerta di somministrazione nell'area verde promuovendo la nascita di un chiosco bar\ristorante con ulteriore generazione di posti di lavoro e con ulteriore spinta alla manutenzione, peraltro già quasi-prefetta, del parco. 

Insomma come abbiamo più volte spiegato, specie in un contesto come quello romano, la realizzazione di parcheggi interrati è un qualcosa che genera solo tanti, tanti, tanti vantaggi per tutti i soggetti interessati non provocando nessun reale disagio. Salvo per chi deve sopportare momentanei cantieri di fronte casa (ma è necessaria un po' di pazienza se si vuol vivere in una città migliore) e per chi vuole continuare a parcheggiare in maniera incivile (ma questi egoisti devono essere i primi nemici di una seria amministrazione). 

Magie&follie della Lista Marchini: ecco come puoi votare anche un candidato che non si candida


A qualcuno, e in primis ai responsabili della Lista Marchini che se la sono presa più del dovuto, il nostro potrebbe apparire accanimento. Ma così non è. Non può essere insomma colpa nostra se l'ex candidato civico libero dai partiti ad un certo punto ha deciso di imbarcare tutto e il contrario di tutto pur di raggranellare qualche voto in più. Non è colpa di Roma fa Schifo se alleandosi con Forza Italia e La Destra, Alfio abbia così legato il suo nome al peggio del peggio della immondizia politica della città (non che il PD, SEL e quant'altri siano da meglio intendiamoci...). Non è neppure colpa nostra se, come raccontiamo ancora oggi, perfino nelle liste che portano il suo nome si trovino cadute di stile che è eufemistico definire tali.

E se accanimento c'è, è semmai quello dei nostri lettori che continuano imperterriti a segnalarci anomalie su anomalie che, per una schiacciante percentuale, riguardano la candidatura di Marchini. 

L'ultima storia non sappiamo ancora se collocarla nella colonna delle cose comiche o delle cose drammatiche. Sembra un remake del film "Fascisti su Marte" o meglio "Fascisti su Montemario" visto che ci troviamo in vetta al Municipio 14.
Fabio Felice Molinaro, già consigliere municipale, titolare di licenze per la vendita ambulante, la cui famiglia è vicinissima alla famiglia Tredicine ("i Tredicine del futuro" secondo Repubblica), ha dato il suo nome al giovane Stefano Oddo. Sì proprio così, se sulla scheda elettorale rosa nel XIV Municipio scrivete Molinaro, il voto per alias andrà a Stefano Oddo! 
Si usa sostanzialmente lo stratagemma del soprannome, previsto per legge, per inserire una denominazione che soprannome non è, ma che è invece il cognome di tutt'altra persona. Persona che per vari motivi non si candida. In parallelo è quello che ha fatto Tredicine nel VII Municipio: ne lui ne sua sorella hanno avuto la possibilità di candidarsi, ma non dandosi per vinti hanno riempito il quartiere di manifesti in cui indicavano chi votare. Molinaro ha fatto di più, è l'unico candidato che gli elettori possono votare pur non essendo in lista: sorge il dubbio, tutto ciò è regolare? Si può forzare fino a questo punto la norma che consente di indicare un alias?

Molinaro e Oddo

Stefano Oddo è un consigliere municipale uscente, nel suo profilo Facebook oltre all'infaticabile impegno sul territorio, sono frequenti e non nascosti i riferimenti ad un certo neofascismo, a Montemario è il "podestà" indiscusso della sede storica di via Assarotti del vecchio Movimento Sociale. Il mondo di potere che gira attorno, tra gli altri, ai Tredicine improvvisamente decide di puntare su di lui e diventa "alias Molinaro": il tutto sotto l'egida e la regia di Andrea Augello, vera testa d'uovo del consenso a Roma che vuole provare con Marchini il blitz che gli riuscì (le conseguenze le stiamo ancora pagando) con Gianni Alemanno. Un king maker di razza che è tra i responsabili dell'arrivo in pancia alla Lista Marchini di personalità di così alto lignaggio (un altro responsabile è Luciano Ciocchetti, altro portatore di soggetti di altissima qualità nelle liste del povero Marchini...).

Intanto il profilo Facebook di Fabio Felice Molinaro è quasi commovente, aiuta due giovinetti nella tremenda campagna elettorale, li supporta negli sforzi, poi però comunque dice: "Tranquilli c'è Molinaro".

Quanti voti riuscirà a prendere Oddo? Supererà le circa 800 preferenze della volta scorsa? Il trucchetto per sommare i voti di due candidati funzionerà? Verrà ancora una volta eletto? Quanti consiglieri riuscirà ad eleggere la Lista Marchini, alleatasi con questi personaggi, nel Municipio XIV? Quanto peso specifico questo sottobosco riuscirà a conferire, nel mondo che gira attorno a Marchini (ancor di più ad un Marchini eventualmente sindaco), a Andrea Augello? Risposte tra una settimana, brividi già fin da oggi.

La grande idiozia delle telecamere che controllano le corsie preferenziali. Giachetti lo capirà mai?

29 maggio 2016

Tra i tantissimi progetti urbanistici che possono migliorare (peggiorare è quasi impossibile) la mobilità e la possibilità di spostarsi dei cittadini romani ce ne sono alcuni (tram, metropolitane, ridisegno del carico e scarico delle merci) che necessitano di tempo e tanti investimenti, mentre ce ne sono altri facili da fare, realizzabili in pochi giorni e con pochissimi fondi.

Tra questi ultimi progetti, oltre alle ciclabili leggere, ci sono le corsie preferenziali protette. Le corsie preferenziali a Roma non solo soltanto in numero ridicolo, ma nella maggior parte dei casi sono occupate dalle auto private non essendo fisicamente protette. La situazione si è aggravata molto a partire dagli anni 2009\2010 quando la Giunta Alemanno, inventandosi una presunta pericolosità dei cordoli per gli scooteristi (una scusa ridicola e che anzi valorizza e tutela chi supera il limite dei 50km orari e chi vive la strada come una pista da slalom speciale), ha smantellato tutti i cordoli montati negli anni precedenti. E' stato il delirio. La corsia al fianco della preferenziale è stata a quel punto invasa dalla sosta selvaggia visto che tanto le auto in doppia fila potevano essere evitate sgattaiolando sulla preferenziale e tagliando così la strada a autobus e tram. Risultato: aumento sconsiderato del traffico, della congestione e della pericolosità. E abbassamento fisiologico della velocità commerciale dei mezzi pubblici. Altro che restituire mezz'ora di tempo al giorno ai romani come dice di voler fare Giachetti.


E la cosa assurda è che proprio Giachetti, dal quale ci si aspetterebbe una parola chiara su questo problema, è evasivo e propone soluzioni pasticciate che, sotto sotto, puntano alla conservazione dello status quo inaccettabile che gli utenti del trasporto pubblico vivono oggi, di fatto perpetuando l'idea di città impostata da Alemanno.

L'unico rimedio alla situazione disperata delle preferenziali contenuto nel programma di Giachetti riguarda il loro controllo con le telecamere, ma chiunque conosca la reale conformazione del problema sa bene che questa soluzione non risolverebbe alcunché: da Via Eritrea a Viale Libia passando per Viale Marconi e Via Principe Eugenio è evidente che il problema non sono tanto le auto che usano (o si fermano) la preferenziale, il problema sono semmai le auto che si fermano nella corsia adiacente obbligando chi transita a invadere la corsia riservata.


Ne deriva, come capirebbe anche un bambino, che piazzare delle telecamere a proteggere le preferenziali penalizzerebbe e sanzionerebbe non i veri autori dell'infrazione, ma le vittime di questi ultimi. Una bella beffa. Peraltro una bella beffa a pagamento visto che una telecamere prevede un costo di installazione, una richiesta di autorizzazione al Ministero (tempi lunghi), un costo di manutenzione e una persona che, dall'altra parte, controlla cosa succede. Costi enormi, tempi dilatati e efficacia pari a zero per un problema che si potrebbe risolvere semplicemente con un cordolo esattamente come accade a Parigi o a Madrid. 
Per avere maggiore chiarezza ieri sera, su Twitter, abbiamo interpellato sull'argomento Stefania Di Serio che Roberto Giachetti ha indicato come assessore alla mobilità. Con nostra grande sorpresa e delusione anche lei ha vagheggiato di telecamere. La soluzione passepartout che tanto non si può fare perché costa assai, che tanto non si può fare perché richiede un sacco di tempo, che così non dà fastidio a nessuno e non fa perdere voti e, semmai si facesse, sanziona gli innocenti e non i colpevoli. A nulla è valsa la gran quantità di utenti Twitter che ha cercato di spiegare alla Di Serio quali sciocchezze stesse dicendo. Ovviamente le telecamere non sono da trascurare, ma servono soltanto nelle situazioni in cui si rischia che la preferenziale venga utilizzata impropriamente da chi non ne ha titolo (Via Nazionale, Via Nomentana...), ma la schiacciante maggioranza dei problemi non riguarda quell'infrazione, bensì riguarda l'infrazione di chi occupa in seconda fila la strada adiacente la preferenziale e obbliga chi transita a passarci sopra per evitare le auto in divieto.

D'altro canto nel programma di Giachetti non c'è nessuna menzione neppure verso una lotta seria all'evasione su tram e autobus. Lotta che passa esclusivamente (esclusivamente!) dall'implementazione di un biglietto solo elettronico e da una salita dalla porta anteriore con controllo da parte dell'autista (se qualcuno non paga, non si parte). 

Purtroppo senza questi piccoli accorgimenti (preferenziali protette, lotta all'evasione) qualsiasi discorso sul miglioramento di Atac è totalmente campato in aria. Si tratta degli indizi che ci dicono che, in assenza di ulteriori precisazioni, la ricetta di Giachetti è quella della assoluta conservazione dello status quo, ovvero quello della città col peggior trasporto pubblico d'occidente. Forse chi si muove solo in scooter non si rende conto del danno in termini di civiltà, produttività, economia, turismo che queste scelte scellerate provocano.

Il grande studio su Atac della Fondazione Einaudi e le opinioni dei candidati. Il testo da leggere

28 maggio 2016

Pubblichiamo con piacere questo studio uscito in questi giorni perché è perfettamente on time con il momento elettorale e perché si fa carico di riflettere sui programmi dei candidati proponendo ricette e soluzioni (che ormai sappiamo peraltro a memoria, salvo non riuscire a trovare nessuno che le metta in pratica). Sempre nella consapevolezza tuttavia che queste perfette indagini tecniche non riescono a fotografare a pieno una realtà che davvero supera ogni fantasia: tra biglietti falsi, mense aziendali gestite dai sindacati, distacchi sindacali assurdi e dipendenti che sono anche fornitori per milioni e milioni di euro con tanto di gomme bucate inventate per gonfiare le fatture. Ad ogni modo una lettura importante. 

Denuncio con IoSegnalo ma invece di intervenire mi telefonano per chiedermi di smettere

27 maggio 2016

Scrivo per raccontare la mia ultima esperienza con la grande innovazione del servizio IoSegnalo ma soprattutto del risvolto che hanno avuto le mie ultime segnalazioni.
Fin da prima che fosse istituito il servizio di IoSegnalo, ero un assiduo "segnalatore" via twitter dei vari malcostumi e delle enormi inciviltà che quotidianamente il popolo del romanaro medio ("Aho, io c'ho la maghina, pago le tasse, e la devo poté parcheggià ndo me pare") commettono soprattutto con il loro mezzo di trasporto preferito.
Da quando è nato IoSegnalo, servizio geniale e devo dire estremamente efficiente almeno dal mio punto di vista, ho fatto centinaia se non migliaia di segnalazioni, la gran parte inerenti a soste selvagge, sui marciapiedi, alle fermate Atac, su strisce pedonali, discese per disabili, parcheggi riservati e passi carrabili.
Oggi, dopo le mie ennesime segnalazioni inerenti sempre le stesse vie e le stesse tipologie di infrazioni (evidentemente sti romanari co le maghine proprio non lo vogliono capire che nella società civile ci si comporta, appunto, in maniera civile) ricevo una telefonata da parte del comando dei vigili urbani della zona dove solitamente segnalo (evito appositamente di indicare la zona, dato che vivo proprio qui...)
Con mio grande rammarico non ho attivato la registrazione della telefonata, altrimenti ve l'avrei girata più che volentieri.
Sostanzialmente, il comandante di zona, mi invitava a "limitare" le mie segnalazioni adducendo le solite problematiche di carenza di personale e l'impegno da parte delle poche pattuglie a disposizione su fronti ben più importanti di "parcheggi in divieto di sosta" o similari.
Ad onor del vero, il tono del mio interlocutore è stato sempre, per tutta la durata della lunga telefonata, molto cordiale e mai minaccioso (e ci mancherebbe...) anche se spesso sentivo sotto la sua voce qualcun altro che lo invitava ad insistere sul fatto che segnalavo troppo.
Il colmo di tutto è stato quando, per avvalorare la sua tesi di scarsa disponibilità di personale (che sottolineo, io non metto in dubbio, d'altronde anche io vivo in questa città e mi rendo conto benissimo delle enormi difficoltà che la attanagliano), ha sottolineato anche il fatto che oltre ad essere pochi sono anche in là con l'età...
Questo mi ha lasciato più perplesso di tutto il resto. Che già per certi versi mi lasciava basito.
Ho provato a controbattere che la scarsità di personale per via della mancanza di possibilità di assunzione da parte del Comune in un certo senso potrebbe essere anche aiutata dalle centinaia di multe che loro stessi potrebbero fare (e in parte fanno), chiudendo una volta per tutte questo circolo vizioso di "mancanza di denaro-mancanza di personale".
Dopo quasi 15 minuti di chiacchierata in cui mi ha menzionato le varie problematiche del corpo dei vigili urbani, MafiaCapitale e i suoi danni, il ribadirmi più e più volte che non hanno modo di evadere tutte le richieste che gli arrivano (sottolineando comunque la correttezza da parte mia dell'utilizzo dello strumento IoSegnalo), è rimasto quasi senza parole in attesa di una mia risposta affermativa riguardo al fatto che avrei limitato le mie segnalazioni.
Risposta che da parte mia è arrivata sostenendo che avrei forse segnalato solo le infrazioni più gravi.

Al termine della telefonata sono rimasto diverso tempo a pensare al fatto che non è possibile che venga messo a disposizione uno strumento del genere quando poi, però, non si è in grado di gestirlo.
Non voglio mettere in dubbio la buona fede del comandante di zona (anche se la seconda voce di sottofondo qualche perplessità me la farebbe venire), ma alla luce delle recenti vicende segnalate anche su questo sito (una su tutte il ragazzo chiamato dai vigili al Pigneto per lo stesso mio motivo) mi chiedo chi è che sta sbagliando: noi a segnalare "troppo" (che poi cosa significhi "troppo" non mi è ancora chiaro), loro che non ce la fanno (o non ce la vogliono fare) o qualcun altro in alto che ci ha dato in mano uno strumento senza però valutare l'effettiva efficienza da parte del proprio corpo di vigili.

Chiedo cortesemente di non mostrare il mio nome o qualsiasi cosa riporti al mio nome, dato che (è estremamente chiaro) continuerò a segnalare con le mie credenziali.

Lettera Firmata


*Ci si domanda quante multe potrebbero fare i nostri amati vigili utilizzando il tempo che invece investono in telefonate e riunioni con la cittadinanza per cercare di far passare la voglia ai cittadini di contribuire e di partecipare. Le quotazioni dell'omertà, ci dispiace per voi, sono in ribasso e la gente è stufa di subire prepotenze, cattiverie e sciatteria: non smetteranno di segnalare. Anzi questo modo di fare serve solo a fare aumentare le segnalazioni e la voglia di sollecitare la città a funzionare. 
Quanto a noi siamo orgogliosi di continuare ad essere voce di chi viene intimidito. Cari Comandanti e cari dipendenti del Comune che non riuscite a confrontarvi civilmente con chi banalmente vi chiede di lavorare sodo: evitate. Perché tanto è abbastanza matematico che finite su Roma fa Schifo...
-RFS

Come si sta muovendo il clan Tredicine per le elezioni del 5 giugno?

26 maggio 2016

Uno poteva pensare che almeno nell'anno successivo dell'arresto, dei domiciliari e dell'inserimento del suo nome - ma soprattutto del suo cognome - all'interno delle "liste" di Mafia Capitale, il buon Giordano Tredicine (e il suo vasto clan familiare) si sarebbe stato buono, avrebbe saltato un turno. E invece niente da fare. E invece attivismo e campagna elettorale esattamente come se nulla fosse accaduto. Nell'indifferenza generale, degli elettori e dei media.
La prima mossa, essendo lui incandidabile, è stato puntare sulla sorella, Ilaria Tredicine, già fatta eleggere nella scorsa consiliatura nel parlamentino del VII Municipio. La famiglia Tredicine ci ha provato ma ad un certo punto c'è stato un contrattempo: lo staff di Alfio Marchini, che nel frattempo era diventato il candidato sindaco di Forza Italia, ha posto un veto considerando davvero eccessiva e controproducente la presenza di un candidato con quel cognome. E così Ilaria è saltata. Se guardate qua sotto vedete addirittura i "santini" stampati prima della trombatura-preventiva quando la sorella di Giordano era certa di essere in lista. Ad un certo punto i "santini" sono stati cambiati e a Tredicine, nel VII Municipio, si è sostituito Pace.

Nella buca della posta il 10 maggio 2016

Nella buca della posta il 18 maggio 2016

Anche l'attività dei patronati (e delle feste in piazza) non si è fermata e benché sia tassativamente vietato, ecco i manifesti fuori dal "Patronato Tredicine", un luogo dove, dicono i maligni ma noi non ci crediamo perché queste cose in una città occidentale e civile non succedono, si dà una mano agli anziani a fare il 730 in cambio di un voto. Dentro al patronato ci sono le gigantografie di Giordano Tredicine, fuori i manifesti ci aiutano a capire che il cavallo su cui si punta per il Comune è tal "Gentile".



Ma la cosa incredibile sono onestamente i manifesti in giro per la città. Forse non capita neppure nelle tradizionali regioni di mafia italiane (la Sicilia, la Calabria, la Campania...) che individui plurimputati al processo Mafia Capitale - e non più agli arresti domiciliari solo per decorrenza dei termini di custodia cautelare - diano in maniera così plateale indicazioni di voto tra l'altro affiggendo in maniera abusiva e spendendosi per far votare quello e quell'altro. A noi appare un affronto non soltanto alla città tutta, ma in primis a Piazzale Clodio.



Tutto questo va a vantaggio di chi? Ma è chiaro, sono tutti voti che compongono il calderone che cerca di portare al ballottaggio Alfio Marchini, la candidatura che mille volte più di ogni altra si è caratterizzata in queste ultime settimane come un collettore di quella che noi in maniera figurata e parlando in generale senza nessuno riferimento specifico a persone singole abbiamo chiamato "immondizia politica" raccontandola qui e ancora qui. Sarà importante evitare accuratamente di votare per questo candidato e per le liste che lo sostengono. Chi vuole votare a destra ha la possibilità di farlo tranquillamente mettendo la X su Giorgia Meloni. È fondamentale che Marchini e le liste che lo sostengono arrivino quarti, il più in basso possibile, in modo che i candidati di cui avranno diritto in Assemblea e nei parlamentini municipali saranno pochi visto che in buon numero si tratta di gente che ogni cittadino onesto vorrebbe tenere alla larga dalle stanze dove si decide la sorte della città che vivranno i nostri figli.

Poi ci sarà tempo per analizzare i motivi del suicidio politico di Alfio Marchini, quello "libero dai partiti", uomo che sapeva benissimo a quali personaggi si sarebbe affiancato accettando il sostegno di Silvio Berlusconi e di Francesco Storace. Uomo che sta facendo vergognare in primis quella parte di città sana che aveva deciso di sostenerlo.

Video. Nuovi scempi del Primo Municipio a Monti. Voterete ancora chi ha amministrato così?

25 maggio 2016

Tra le mille strafottenze in spregio ai cittadini di questa brutta campagna elettorale c'è da considerare con particolare orrore non solo il fatto che alcuni consiglieri eletti la volta scorsa per sostenere Ignazio Marino e diventati suoi primi nemici il giorno successivo la nomina (ogni riferimento a Michela Di Biase, Orlando Corsetti ecc è puramente casuale) si ricandidino come nulla fosse accaduto, ma anche ciò che di surreale succede nei municipi e nei territori.

Prendi il Primo, ad esempio: una amministrazione disastrosa per il territorio più delicato e peculiare del pianeta Terra. Una serie di scelte assurde. Gravi aperture ai vari racket a partire da quello degli ambulanti e una progettazione urbana pensata attorno alla maghina, come fossimo nel 1966 e non nel 2016. Una amministrazione che ragiona coi modelli di cinquant'anni fa, una amministrazione fatta di presidenti, consiglieri, assessori che hanno oggettive difficoltà perfino a leggere e a scrivere, gente che ha preferito fare la vita squalliduccia della sezione di partito piuttosto che sviluppare competenze e conoscenze magari laureandosi all'università, prendendosi un master o viaggiando all'estero. Eppure si ricandidano tutti. Forse per continuare a realizzare progetti come quello raccontato in questo video riferito alla recentissimamente inaugurata Via della Madonna dei Monti.


La strada ha subìto, come quasi tutte, il grande intervento di sostituzione condutture di Italgas e questa, come è capitato con Via Urbana sempre col Primo Municipio a mettere i bastoni tra le ruote a ogni progetto di qualità, poteva essere l'occasione per togliere le auto in divieto e realizzare percorsi pedonali davvero fruibili. Ma Via della Madonna dei Monti purtroppo non aveva un grande comitato promotore della pedonalizzazione come capitato a Via Urbana e allora il Muncipio ha potuto decidere per suo conto e ha fatto come ha sempre fatto in tutti i suoi progetti in questi tre anni: pedonalizzazioni finte, percorsi pedonali finti, sicurezza stradale finta. Al massimo si disegnano strisce a terra ma guai a installare reale arredo urbano per combattere sul serio la sosta abusiva e dare sul serio l'opportunità a bambini, anziani, mamme con passeggino, non vedenti, disabili di poter uscire di casa e fare una passeggiata. Ed ecco nel video i risultati. Voterete ancora chi, in caso di vittoria, continuerà così a progettare la città? Continuerà così a dilapidare finanze pubbliche? Continuerà così a perdere occasioni?

Il cantiere di Via Marsala. Stanno sbagliando tutto, ma possono salvarsi con poco

24 maggio 2016







Avete presente la nuova Via Giolitti? Ne abbiamo parlato millemila volte: le corsie canalizzate funzionano, ma il progetto ha tantissimi difetti da correggere in primis il fatto che a lato della corsia più esterna sono stati pensati dei posteggi per motorini che, quando non ci sono e lasciano alcuni stalli liberi, permettono alle auto di affiancarsi e di congestionare la corsia. Lo abbiamo documentato in numerosi video
Ebbene finito il cantiere su Via Giolitti - ma noi speriamo sempre che ci si possa tornare a sistemare i dettagli, poiché è lì che il diavolo si annida - i lavori sono ripresi su Via Marsala. La strada era stata tutta rifatta nel 2015, ma poi, sprezzanti del ridicolo ci hanno ripensato e hanno preso a spaccare marciapiedi e cigli per rifarla tutta diversa. E menomale: da una parte stanno dilapidando soldi pubblici, dall'altra però almeno si sono resi conto di come era mal progettata la strada prima. Cosa faranno? A quanto pare anche su Via Marsala una separazione centrale con il cordolo bianco, come a Via Giolitti. Giustissimo, così nessuno si potrà fermare. A patto che il cordolo sia lungo, lungo, lungo fino alla fine della strada perché altrimenti avremo mandrie di cafoni uscire dalla parte finale della stazione e mandrie di cafoni ad aspettarli in quadrupla fila sulla parte iniziale della strada, quella in discesa che degrada verso San Lorenzo.
Ma in attesa che si capisca il progetto di arredo urbano, il problema esattamente come a Via Giolitti resta la segnaletica e la gestione della sosta. Si pretende di utilizzare i motorini come fossero degli spartitraffico e la strada, da quanto appare da queste prime foto di cantiere (per cui ci possiamo sbagliare, ma un pelo di intuito non ci manca), sarebbe un due corsie separate da cordolo con ai lati di entrambe le corsie stalli per motorini. Si ripete insomma paro paro l'errore che sta facendo miseramente fallire l'esperimento a Via Giolitti. Tutti questi posti moto non servono e dopo cena rimangono tantissimi spazi vuoti che vengono occupati da auto posizionate in maniera fantasiosa e alla rinfusa, rendendo la strada esattamente quello che era prima di questo mega cantiere: caotica e pericolosa.




Come risolvere? Ma molto semplice. Guardate questi stalli qua sopra, sono stalli moto di Parigi (ma a Milano è uguale, per dire). A differenza di quelli "alla romana" questi stalli hanno un arredo urbano fisso che ha due scopi principali: offrire un aggancio a chi vuole legare la propria motocicletta con la catena e impedire la sosta selvaggia qualora gli stalli siano vuoti. Con questo semplice accorgimento il progetto-Stazione potrebbe essere messo in sicurezza e salvato. Ci daranno retta anche sta volta? Speriamo.

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