Si sono svegliati pure gli albergatori! Pagano 90milioni l'anno di tassa di soggiorno per avere in cambio degrado e turisti scippati. Ecco la videoprotesta

31 gennaio 2015

Positivo che via via le categorie che hanno per anni tenuto in pugno la città (contribuendo al suo clamoroso declino) si stiano svegliando. Lo stanno facendo i commercianti che hanno compreso che con la tripla fila di maghine di fronte alle vetrine si guadagna bene, ma senza neppure una maghina si guadagna anche di più. Lo hanno capito forse anche gli albergatori. Chissà magari non se la pianteranno di utilizzare le rampe per il carico e scarico dei passeggeri degli hotel di Via Veneto come parcheggi abusivi dei dipendenti (trasformando quella strada in una favela), ma magari - dovendo ogni anno girare al Comune somme ingentissime di tassa di soggiorno - iniziano a sensibilizzarsi.
Federalberghi, ad esempio, si sta muovendo bene. Recentemente ha organizzato assieme a Retake Roma una azione a Largo Argentina e l'occasione è stata propizia per produrre questo video.
Gli albergatori sono le prime vittime di una città gestita male: i turisti scappano, rimangono solo quelli scadenti, le tasse aumentano perché il Comune è incapace di andare a prendere i soldi dove si devono prendere (ambulanti, osp, cartelloni) e si risolve dunque a prelevarli dove è più facile. Una meschinità amministrativa imperdonabile. Fino a ieri gli albergatori sembravano rassegnati a tutto questo. Grazie alla crisi - sempre sia lodata e speriamo non terminata - si stanno destando anche loro da un lungo letargo. Ne salutiamo il risveglio auspicando azioni e provvedimenti che vadano oltre il simbolico. Ogni partita che riguarda la legalità di questa città, riguarda anche il turismo.

La teppaglia dei movimenti manifesta oggi a Roma. E la riempie di manifesti. Ecco come hanno pubblicizzato l'iniziativa











Solo per il nome che si sono dati dovresti prendere i responsabili e fargli passare qualche ora in Questura a spiegare. Blocca Roma. Con sottotitoli ancora più minacciosi: blocchiamo la città, no jobs act, no buono scuola, no piano casa. Dicono no a tutto, e già questo è tanto facile quanto fastidioso. Ma non basta. Si divertono ad andare in giro a disturbare, interrompere, dar fastidio. Ieri ad AltaRoma, durante le sfilate di moda, e poi un convegno con un ministro Lupi, sempre ieri. Interrotto da questi prepotenti. Maurizio Lupi ha il merito, per la prima volta in Italia, di aver predisposto una normativa che va contro (non a sufficienza purtroppo) a chi occupa case non sue. I titolari del racket delle occupazioni, ovviamente, non hanno gradito e sono in fibrillazione.

La fibrillazione si paleserà poi quest'oggi nella manifestazione che i movimenti hanno organizzato a partire dalle 15 da Piramide. Chiunque parteciperà alla manifestazione sarà però complice di una ennesima e vigliacca operazione di vandalismo da parte di questi personaggi che in tutto il mondo sono gruppi di protesta con la loro dignità ma che operano nel rispetto del senso civico e che invece a Roma si trasformano in gruppi para criminali, para camorristi, che si comportano all'insegna della violenza, della sopraffazione, della prepotenza. 

Guardate cosa hanno combinato questi signori per pubblicizzare la manifestazione di oggi. Manifesti sciocchi, inutili, che non dicono nulla, che non spiegano il senso della manifestazione, che non ne decrittano i contenuti (perché contenuti non ce ne sono, probabilmente). I manifesti totalmente abusivi sono nei posti più impensabili. Sotto il nuovo sottopasso di Via delle Conce, appena restaurato. Ma poi anche sulla Nomentana lungo i muri di un parco pubblico come Villa Torlonia. E addirittura sui muri dell'Ambasciata dell'Arabia Saudita. Dovrebbe essere il posto più controllato e inaccessibile della città, specie in questo periodo, e invece i muri dell'ambasciata dell'Arabia può tranquillamente essere incartata da una banda di prepotentelli sfigati. Strano no.? Ma d'altronde loro sono abituati: comandano loro e fanno quello che gli pare. Un modo curioso di tutelare i deboli: i deboli sono i primi a pagare con enorme difficoltà soldi spaventosi di tasse comunali, tasse nelle quali c'è anche la ripulitura dei manifesti abusivi, un servizio che ogni anno ci costa una enormità come Amministrazione e che, dunque, pagate voi!

A questa feccia chi ha dato i soldi per stampare decine di migliaia di manifesti? Chi copre i loro movimenti? Chi gli garantisce impunità?

In una città normale oggi, alle 15, alla manifestazione si presentano degli ufficiali dei Carabinieri e notificano agli organizzatori che, causa vandalismo, l'autorizzazione è stata ritirata da parte del prefetto. E tutti a casa. 

Segnalo questi cartelli rossi abusivi dal 2012 e nessuno fa niente. Le agenzie immobiliari truffaldine che incartano il territorio di affissioni illegali

30 gennaio 2015

Vi scrivo per segnalare ancora una volta l'invasione di questi cartelli rossi, che a intervalli regolari sono incollati sui muri e tutte le altre superfici attaccabili nel quartiere di Centocelle e limitrofi. E' dal 2012 che lo segnalo, è dal 2012 che questa persona/ditta (presumibilmente un'agenzia immobiliare) utilizza l'affisione selvaggia come mezzo pubblicitario, per giunta utilizzando sempre gli stessi numeri di telefono e gli stessi formati grafici.

Oltre all'evidente degrado che questo causa (vi prego di vedere gli strati di manifesti accumulati negli anni), sospetto vi possano anche essere aspetti di carattere penale/fiscale che varrebbe la pena di approfondire.

Ho appena risegnalato la cosa al Municipio e al Gruppo della Polizia di Roma Capitale di competenza (rispettivamente il V e il V Casilino), e ai PICS.

Dopo tre anni (almeno) di sostanziale immobilismo, nonostante le segnalazioni (vedete le mail in basso), mi aspetto questa volte iniziative concrete, sia per sconfiggere il senso di impunità di chi pone in essere questi comportamenti scorretti, sia per non vanificare il lavoro dei volontari anti-degrado di Retake, che da giugno di quest'anno sono attivi nel quartiere (e di cui faccio orgogliosamente parte).
Antonio Privitera

*Caro Antonio,

in questi casi la strada - dopo un minimo di indagini che evitino strumentalizzazioni - è quella di bloccare l'utenza telefonica (oltre che di rintracciare, ove possibile, i responsabili e contestargli una grave contravvenzione oltre che il reato, penale, di affissione abusiva). Il nostro sindaco ha promesso di farlo ma poi non ha fatto niente, la promessa risale a dicembre, in un contesto pubblico. I nostri amati magistrati si oppongono a farlo. Intanto i farabutti prosperano. Non resta che l'attività di stacchinaggio che ormai tanti cittadini, giocoforza, hanno intrapreso...
-RFS

Come riqualificare i mercati rionali? Qualcuno compri a Marta Leonori un biglietto del Frecciarossa per andare a Bologna al Mercato delle Erbe











Roma è all'anno zero del mercato rionale, questo è evidente a tutti. O per incapacità dell'amministrazione, o per mancanza di una visione, o per ignoranza di politici, operatori economici e cittadini, o per ottusità di cooperative e commercianti. Beh, sarà quel che sarà, ma la città è l'unica in occidente a non ripensare - una piccolisssssssima eccezione il mercato in fondo a Viale Parioli e qualche spunto a Testaccio - come adeguare i propri mercati rionali. Alcuni sono ancora delle bidonville pericolose, fetenti e foriere di malattie (pensate a Piazza San Giovanni di Dio, una roba di cui dovrebbe parlare il Parlamento Europeo), altri, quelli che almeno una struttura ce l'anno, da Via Chiana a Via Magna Grecia, da Ponte Milvio a Trionfale arrivando a Via Baccina, a Testaccio o a Cola di Rienzo, aprono all'alba e chiudono a pranzo. Una autentica follia sotto ogni punto di vista. 
Ovviamente altre città stanno affrontando e risolvendo questa faccenda. All'estero già da anni (come su quasi tutte le partite economiche siamo una trentina d'anni indietro), basti pensare a Chelsea Market a New York, Borough Market a Londra, San Miguel e San Antòn a Madrid, Boqueria a Barcellona, Ribeira a Lisbona e avanti così, ad esempio, in tutte le città dei paesi nordici, da Stoccolma a Amsterdam.
A Roma niente. "Aho se svegliamo presto ma che dovemo pure sta aperti er pomeriggio?". Certo che si se guadagni bene, dai servizi e magari riesci a assumere altre persone che coprano i turni. Certo se vivi una vita al limite della legalità, se non fai uno scontrino neppure sotto minaccia e se sei più al nero che altro ovvio che non hai alcun interesse a strutturarti come un'impresa seria. Questo è. Rispetto a questo disastro il comune non fa nulla o quasi. E così la città rinuncia ad avere servizi che altrove generano economia, posti di lavoro, qualità per i turisti che si divertono, spendono, ritornano.

Mentre i nostri mercati sono chiusi e sbarrati (se non, in alcuni casi, abbandonati anche perché abbiamo deciso di trasformare in mercato i marciapiedi, rubando spazio pubblico e riempiendo la città di un format commerciale, la bancarellademutande, che non ha cittadinanza neppure nelle peggiori repubbliche centroafricane), a Bologna il Mercato delle Erbe, luogo della tradizione in pieno centro, sta aperto fino alle 2 di notte. E non pensate a movida e casini. La maggior parte dei banchi chiudono, ma quelli che restano aperti si sono attrezzati. C'è il posto che fa cucina pugliese, c'è il banco che fa dim sum asiatici ma fatti tirare a mano dalle sfogline emiliane e una volta a settimana fa una serata dedicata al bere di qualità, c'è il ristorante del pesce, immerso nell'area delle pescherie, che di giorno è un ristorante vero e proprio e la sera prepara solo squisite tapas, c'è il posto che prepara panini gourmet. E a metà dicembre, occupando tutta un'ala del mercato, ha aperto "Altro?" (come la richiesta che i commercianti fanno ai clienti), un format che comprende bar, panineria, pizzeria, ristorante vegetariano con un centinaio di posti a sedere. Il tutto con un arredo azzeccatissimo: grande eleganza e buon gusto. Perfetto inserimento nel contesto.

E sempre tanta, tantissima gente che mangia e si diverte in maniera composta. Il mercato si riempie di giovani che passano davanti ai banchi chiusi e buttano l'occhio. Una funzione quasi didattica che permette ai frequentatori di visualizzare all'istante quali siano frutti e verdure di stagione. Per magari poi tornare l'indomani a comprarle quando tutto il mercato tradizionale sarà riaperto. E dunque una crescita dei fatturati anche dei banchi che comunque rimangono chiusi.

Insomma ci guadagnano tutti: i commercianti, l'amministrazione, i visitatori e turisti e in fine i clienti. L'unica cosa che ci perde è l'abitudine a lasciare le cose come sono. La sciatteria e la pigrizia intellettuale, quelle si, vanno a farsi benedire. Sia mai eh...!? Evidentemente questa città ritiene di potersi permettere il lusso di lasciare brani di economia e di business inutilizzati, improduttivi. Tanto poi basta tagliare la cultura, basta tagliare i servizi, basta risparmiare sugli asili nido. Perché mai mettersi a lavorare per far girare le cose e diffondere benessere quando c'è ancora spazio per far pagare a tutti l'inefficienza e le cattive pratiche diffuse? E poi, tanto, a Roma nessuno si arrabbia. Questi ragionamenti - e soprattutto la quantificazione (decine di milioni di euro all'anno) della perdita di tutti noi dovuta alle mancate riforme della città - li fa al massimo Roma fa Schifo. Nessun altro. Non leggerete nulla di simile da nessuna altra parte. Questo è.

Scatenatevi. Diamo consigli al giovane reporter Giovanni dopo aver visto questo suo primo video per Roma fa Schifo

29 gennaio 2015


A quanto pare Roma fa Schifo stimola la creatività e la produzione di nuovi reporter in erba. E così il nostro Giovanni, in stile, diremmo, tra Le Iene e Zoro, ha realizzato e inviato questo reportage sull'abusivismo commerciale a Piazza del Popolo e Piazza di Spagna con tanto di confronto internazionale. 
A voi il compito di dargli consigli e di indicargli quali errori correggere per il suo secondo video. Altri video che arriveranno, naturalmente, saranno vagliati come sempre. 
Da parte nostra solo una riflessione: il ragazzo intervistato da Giovanni dice che lui è lì a vendere abusivamente a Piazza di Spagna perché lavorava nel mondo dell'edilizia e dei cantieri nel quale non c'è più spazio. Ecco. Immaginiamoci per un istante le conseguenze che sta avendo tener fermo lo sviluppo e la trasformazione della città. Immaginiamoci i danni che fanno i mille comitati del no-a-tutto che impediscono la realizzazione di infrastrutture, ferrovie, parcheggi interrati, sviluppi immobiliari Il danno è doppio: si ostacola lo sviluppo della città, si genera povertà e disoccupazione, si favorisce l'abusivismo, si crea un contesto imprenditoriale dal quale le società serie scappano. E rimangono quelle criminali.
E magari il romano medio che lotta per non farsi fare il parcheggio sotto casa onde poter continuare a posteggiare da farabutto nella sua strada semi-abbandonata, è lo stesso romano medio che va a Piazza del Popolo e si scandalizza dello sciame di vu cumprà...

Ma davvero Ignazio Marino e Sabrina Alfonsi saranno così cialtroni da far tornare Via Urbana in queste condizioni? Tante foto per non dimenticare









Premessa: sia lodata Italgas. Grazie ai tantissimi lavori che la società di distribuzione del gas ha fatto e sta facendo in giro per la città si sono palesati una serie di elementi positivi ed inediti: gli scavi hanno obbligato centinai e centinaia di strade alla rimozione forzata e questo è stato l'unico modo, in una città che assurdamente non prevede lo spazzamento settimanale per la pulizia delle strade, per eliminare migliaia di vetture abbandonate. Ma c'è di più. In una strada in particolare, Via Urbana, i lavori e la chiusura al traffico ed alla sosta hanno fatto capire ai residenti che alla macchina posteggiata sotto le finestre di casa si può fare a meno e si sta meglio ed ai commercianti che senza auto davanti alla vetrina ad oscurare tutto si guadagna fino al 30% in più.
Insomma commercianti e residenti insieme (è davvero inedito a Roma, storico) si sono coalizzati e hanno proposto un progetto di pedonalizzazione al Sindaco controfirmato da 1200 persone.

 

Noi siamo scettici sulla pedonalizzazione (ma abbiamo firmato a favore e fatto firmare!) perché abbiamo paura di un effetto Borgo, di un effetto Via dei Cestari, di un effetto Piazza Farnese, di un effetto Ghetto. Pedonalizzazione sulla carta, ma poi tutti possono entrare e nessuno viene sanzionato. Certo se la pedonalizzazione fosse corroborata da pilomat reali, telecamere e quant'altro okkay, ma se fosse semplicemente un palo con un cartello allora molto meglio il modello Via di Torre Argentina: paletti a destra, paletti a sinistra e si lascia uno spazio per il transito delle auto. E basta. Zero autovetture in sosta.

In ogni caso, ad ogni modo, non si capisce perché un patrimonio del genere (migliaia di residenti e commercianti che chiedono la pedonalizzazione della strada o almeno l'eliminazione della sosta selvaggia) non venga sfruttato da questa amministrazione a livello Municipale e Comunale. Infondo, mutatis mutandis, i cittadini stanno chiedendo ne più e ne meno quello che l'amministrazione ha fatto a Via del Babuino, perché li si è accettata una proposta dei soli commercianti mentre qui non si cavalca una proposta congiunta di commercianti e residenti? Il sindaco dovrebbe zomparci sopra a piè pari, il presidente del Municipio pure. E invece!? Tra poco dovrebbero partire i colloqui tra l'amministrazione e i cittadini. Vediamo se i nostri amministratori saranno così cialtroni da perdere questa occasione unica e storica. 

Finalmente il registro delle Unioni Civili a Roma. Ecco la reazione della città più cafona d'occidente

28 gennaio 2015






Un passo in avanti storico per la città. Da oggi a Roma, grazie all'approvazione della Delibera 96 del 2013 fortemente voluta da Ignazio Marino, ci si potrà considerare effettivamente "compagni di vita" senza distinzioni. Anche a Roma, come accade praticamente in tutto il mondo, l'amore è uguale per tutti. Una legislazione per una volta avanzata rispetto a quella nazionale e in linea con quanto accade in paesi più evoluti e civili del nostro. 
Bene, benissimo. Due note. 
La prima, folkloristica, è la reazione della città. Come al solito sui muri. Perché il romano medio, quando deve dire una cosa, è rimasto l'unico cittadino occidentale a comportarsi come uno scimmione cavernicolo del mesozoico: scrive sui muri. Che tristezza immane. Che vigliaccheria, che codardia: Roma riempita di scritte contro gli omosessuali. Facile, cari conigli, scrivere sui muri in una città che - unica al mondo - non riesce a punire chi scrive sui muri eh. Andate a scrivere "Gay al Rogo" a Londra, poi ne riparliamo, vigliacchi! Poi quando invece di scrivere sui muri lo si fa sui social network (si veda il tweet del disgustoso Luca Aubert a Ignazio Marino) è ancora peggio. Ma questa non è una notizia.
Una notizia sarebbe, invece, superato lo scoglio delle Unioni Civili, che il Consiglio Comunale si mettesse a lavorare su cose magari mono evocative e emozionanti ma più concrete. L'economia della città a pezzi, gli investimenti stranieri che sfumano, il turismo che si polverizza e si liquefà, le mille aree da riformare (commercio ambulante, bancarelle, cartelloni), la mobilità da far funzionare. Tutto questo per ora ha rappresentato una tale delusione che nessun successo sui diritti civili può cancellare una città ridotta in una maniera tale da far vergognare i propri cittadini più attenti, alla stregua, e in alcuni casi peggio, di una città in via di sviluppi. Di questo dovrebbe occuparsi, da oggi pomeriggio, il Consiglio Comunale di Roma. Altrimenti il rischio è che queste conquiste vengano considerate come un lusso che la città non può permettersi. Fino al punto non certo di legittimare, ma quanto meno di dare un contesto e un quadro alle rimostranze ignobili di cui alle foto qua sopra.

Hanno trasformato le sponde del Tevere in accampamenti e veri e propri villaggi. E nessuno fa nulla per affrontare la situazione











Purtroppo, o per fortuna, le foto non riescono a raccontare la realtà. Il disastro si intuisce, ma non si vede. La realtà è che la sponda sinistra del Tevere è ormai un enorme unico accampamento abusivo a partire da Ponte Testaccio (proprio di fronte all'Università) in giù, verso il Gazometro. Questa zona potrebbe essere un contesto paesaggistico e naturale di prim'ordine. E' invece una gigantesca bidonville impressionante. Con autentici villaggi a pelo d'acqua abitanti da decine di persone, dai quali colate di immondizia finiscono nel fiume per un danno ambientale clamoroso. La sporcizia è ovunque e gli accampamenti si trasformano in villaggi, in piccoli paesini di baracche coperti dalle frasche. Appena cala l'oscurità, al pomeriggio, iniziano i roghi per scaldarsi e per riciclare in maniera abusiva rifiuti tossici e l'aria diventa acre e irrespirabile. 
Non troverete nessuna città del mondo dove si lasci che tutto questo accada senza fare nulla. Nessuna città del mondo.

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