Succede a Milano. Un articolo di Repubblica

3 maggio 2012

Una giungla di autorizzazioni stratificate negli anni e difficili, in alcuni casi, anche da ricostruire. Con il risultato che - dalla sicurezza al decoro - le bancarelle in giro per la città sono ormai fuori controllo. Una situazione a cui ora il Comune vuole mettere mano, con un nuovo regolamento che approderà in giunta a breve, per le 600 postazioni extramercato, ovvero tutte quelle bancarelle, chioschi, autonegozi e trespoli che si trovano un po' ovunque, dalle uscite della metropolitana agli slarghi accanto alle chiese e ai monumenti.

Più di un anno fa le concessioni decennali sono scadute, e da allora gli ambulanti hanno avuto rinnovi temporanei in attesa che Palazzo Marino stabilisse le nuove regole di sicurezza, qualità, estetica, decoro e funzionalità delle postazioni: regole che, una volta attuate, potrebbero ridurre drasticamente - fino quasi al dimezzamento - le bancarelle, soprattutto quelle che vendono articoli generici.

Il nuovo regolamento è stato realizzato dagli uffici dell’assessore al Commercio Franco D’Alfonso dopo molte riunioni con le associazioni di categoria, ma anche con la Sovrintendenza ai beni architettonici, i vigili, i consigli di zona. Tutti soggetti che avevano da dire la loro su bancarelle che espongono in bella mostra biancheria, articoli per la casa, bigiotteria e articoli simili, magari a due passi da monumenti di pregio e chiese o, ancora, troppo a ridosso di incroci e passi carrabili. Il nuovo regolamento, quindi, mette ordine proprio in questo senso, stabilendo
- per esempio - distanze minime a cui posizionare i banchi e categorie di articoli che si possono vendere: a non meno di 50 metri da chiese e cimiteri, per esempio, si potranno vendere solo fiori freschi e piantine, libri a stampa, souvenir, e lo stesso varrà per musei e biblioteche, dove però potranno chiedere l’autorizzazione anche i caldarrostai.

Bancarelle simili, poi, dovranno essere ad almeno 10 metri dai monumenti, per evitare derive troppo pittoresche nelle foto ricordo dei turisti. Distanza di sicurezza anche dagli scivoli per i disabili, dai passi carrabili, dalle strisce pedonali, dalle fermate dei mezzi pubblici (tre metri), e dagli incroci (venti metri) che non devono avere ostacoli visivi per gli automobilisti. All'insegna del decoro anche le regole sul modo in cui sarà possibile esporre la merce: niente più, per intendersi, canottiere e padelle appese agli ombrelloni che riparano i banchi, magari con accanto un pezzo di cartone che indica il prezzo: la mercanzia dovrà essere tutta concentrata in orizzontale, sul piano di vendita e in ogni zona gli ambulanti dovranno adeguarsi a indicazioni precise su materiali, dimensioni e colori delle postazioni.

In prospettiva il riordino del settore dovrebbe portare - nelle intenzioni - a una qualità più alta e a una differenziazione sempre più netta rispetto all’offerta di negozi e mercati. Per questo l'ipotesi che l’assessorato sta studiando è quella di limitare il tipo di merce che si potrà vendere lungo il 'cannocchiale' che da piazza San Babila arriva al Castello (fiori, souvenir, gelati, libri e poco altro), vietando totalmente i banchi in piazza Duomo.
(03 maggio 2012)

1 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

Uguale uguale a Roma, preciso preciso...

E figuriamoci se l'inqualificabile bordoni attua anche una millesima parte di quanto l'assessore al commercio del Comune di Milano Franco D'Alfonso invece sta portando avanti.

A Roma NOI paghiamo fior di tasse per avere cosa? DEGRADO, SUK, NON RISPETTO LEGGI, C'E' SPAZIO PER TUTTI. Ecco cosa abbiamo a Roma.

Che tristezza.

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