IMUS. Un modo più appropriato per calcolare un indice di mobilità urbana?

29 gennaio 2017
In tema di mobilità propongo un indice sintetico dell'efficienza del Trasporto pubblico (TP) che ho chiamato IMUS (Indice Mobilità Urbana Suburbana). Tale indice prende spunto dall'idea di offrire a tutti la possibilità di confrontare la mobilità nelle varie città dell'Europa e del mondo con dati facilmente accessibili e reperibili dal WEB, in particolare da Google Maps. In sostanza si basa sul tempo medio calcolato in minuti per percorrere un chilometro con i mezzi pubblici partendo dalla stazione ferroviaria centrale in direzione di quattro destinazioni scelte in corrispondenza delle quattro direzioni cardinali poste in un raggio di 14-20 km. I dati dei tempi di percorrenza e delle distanze vengono forniti da Google Maps prendendo in considerazione fra i tempi i valori medi delle varie soluzioni proposte mentre per le distanze si prendono quelle più brevi dei relativi percorsi a piedi. Più avanti darò degli esempi di calcolo e di confronto fra varie capitali europee.
Tale indice vuole essere anche una risposta ad un giornalismo e ad alcuni servizi pubblici televisivi che, pur pregevoli nei vari aspetti dell'informazione e dell'inchiesta, scontano però in tema di mobilità una prevalente visione autocentrica ancora radicata nei media. Prova ne è quel recente servizio di Presa diretta svolto su un'auto mirante a verificare tempi e fluidità del traffico in un percorso stradale romano, riservando al TP solo vaghi e approssimativi accenni: "Signora, da quant'è che aspetta il bus?".
Del resto non c'è da meravigliarsi più di tanto: fu proprio la stampa ed il glorioso giornalismo italiano che a partire dalle olimpiadi del 60 e nel corso dei successivi anni contribuì significativamente allo smantellamento della rete tranviaria di Roma che agli inizi del secolo scorso era la seconda in Europa per estensione. Si doveva assolutamente, in nome e in omaggio alla crescente motorizzazione, far spazio alle auto ed il tram era di ostacolo.
La mobilità pubblica è invece oltre che un diritto fondamentale dei cittadini in un paese civile è anche e soprattutto un fattore di sviluppo sostenibile perché in stretta relazione con l'economia, l'ambiente, la salute e la vivibilità. Il recente rapporto Pendolaria 2016 ci consegna lo stato di un paese fortemente arretrato e disastrato sul piano infrastrutturale delle ferrovie regionali e urbane con un vistoso gap nell'efficienza e qualità dei servizi ferroviari nei confronti degli altri paesi europei. Insostenibile lo squilibrio modale tra il ferro e la gomma tutto a favore di quest'ultima ed il fatto che si continui ad investire in strade ed autostrade mentre per le ferrovie ed il TP mancano sempre i finanziamenti. "Dobbiamo puntare a raddoppiare i pendolari che prendono i treni regionali e metropolitani ogni giorno. Arrivare a 10 milioni di persone al 2030 è una sfida alla portata del nostro paese e nell'interesse dei suoi cittadini con vantaggi non solo in termini ambientali, ma di attrattività delle nostre città e dei territori con ricadute positive sull'occupazione e sul turismo" (Pendolaria 2016).
Comunque oggetto di questo blog è Roma, ma se la capitale è lo specchio di un paese allora l'Italia è messa davvero male e purtroppo si tratta del nostro paese.



Roma si salverà soltanto se una stessa visione di città apparterrà sia ai cittadini che ai suoi amministratori. Questa visione dovrà essere di una città a misura di pedone con percorsi pedonali accuratamente progettati e mantenuti che si integrano con un efficiente sistema di TP, le piste ciclabili saranno un desiderabile e opportuno complemento.
Se Roma si sgonfierà nella sua pomposa, deleteria e pallonara costruzione di mobilità a misura di auto molti dei problemi lamentati connessi a questo modello si ridurranno e potranno risolversi più facilmente con il contributo dei cittadini. I cartelloni pubblicitari per esempio sono quasi sempre a misura di auto, da drive-in. Inutile la strategia di affannarsi a risolvere gli effetti se prima non si prova a rimuoverne le cause.
Ma dopo tante parole che comunque non aggiungono nulla di nuovo alle ben note e risapute situazioni di degrado e inefficienza ecco degli esempi di IMUS dai quali Roma, come largamente previsto, non ne esce bene.
Roberto Luffarelli (link)
(foto in alto Roma Sparita)

29 commenti | dì la tua:

Anonimo ha detto...

RITENGO CHE SIA UNA SIGNIFICATIVA E OTTIMA INIZIATIVA.TROVO L'ARTICOLO OBIETTIVO E INTELLETTUALMENTE ONESTO QUANDO SI PARLA DELLO SMANTELLAMENTO DELLA RETE TRANVIARIA A PARTIRE DAGLI ANNI SESSANTA È LA VERITÀ. QUESTO È GIORNALISMO SERIO E NON SETTARIO,DOVE TUTTI SÌ POSSONO CONFRONTARE ED EVENTUALMENTE DARE DEI SUGGERIMENTI POSITIVI PER LA CITTÀ.LA RAGGI È VERO FINO ADESSO HA COMMESSO DEGLI ERRORI, MA QUANTI DEI SUOI PREDECESSORI NON NE HANNO COMMESSI?.IO PENSO CHE QUANTO È ACCADUTO LE SERVIRÀ DA LEZIONE E NON CADRÀ PIÙ IN TENTAZIONI.

Anonimo ha detto...

La raggi non ha rubato la marmellata, ha dimostrato di far parte di un sistema, e da prima che la eleggessero. Ma fa anche parte di un partito che almeno un po' prende le distanze dai peggiori vizi della politica italiana, quindi viene tenuta a bada più che un sindaco pd.
Nessuna persona sana di mente può aver voglia di salire su un autobus o su un treno in una società ormai anarchica, in cui su ogni mezzo pubblico si rischia di incontrare qualunque esemplare subumanità, senza apparati di sicurezza in grado di garantire la benché minima difesa della quiete e della civiltà.
Se in omaggio alla fiat negli anni '60 venne disastrosamente smantellata la rete ferroviaria, è sempre in omaggio alla fiat che ora vengono prese gran parte delle peggiori iniziative legislative, regolamentari e comunali, come il veto di circolazione di macchine più vecchie di due anni, che hanno l'unico scopo di rinverdire il mercato automobilistico.
Con la differenza che negli anni'60 la fiat era una corazzata delinquenziale ma italiana, oggi, grazie a un criminoso golpe intrafamiliare, è un'azienda in mano al pronipote di un rotschild, nato a new york, con la faccia da pirla e un mocho vileda in testa, e gestita da un boss canadese, a nome marchionne.
Quindi, non solo lo stato italiano mantiene una pessima azienda privata, ma peggio, mantiene una pessima azienda privata in mano a banchieri statunitensi.
Ergo, le leggi in Italia le fanno i suddetti.
Considerando poi che hanno in mano anche tutta la stampa e i media, o quasi, se ne ricava anche l'identità di chi gestisce l'opinione cosiddetta pubblica, e in omaggio a chi si dan da fare i vari lustrascarpe.

Anonimo ha detto...

La stessa fiat ha la principale quota parte delle aziende private che gestiscono la mobilità su rotaie e gli autobus, tramite le subordinate e socie di finmeccanica, quindi ogni incitamento a sviluppare questo filone industriale è sempre indirizzato a favorire gli elkann e la loro banda.

Anonimo ha detto...

Sì, ma senza andare all'estero, basta andare già a Milano per vedere una rete di trasporti pubblici molto più efficiente e razionale di quella di Roma. Milano dispone di una rete tramviaria consistente e capillarmente diffusa, che in alcuni tratti extraurbani acquista caratteristiche pure di metrotramvia (es. quella che va a Cinisello Balsamo). Inoltre, dispone di quattro linee di metropolitana, più una quinta in costruzione, nonchè di un passante ferroviario. E non solo: l'azienda esercente i trasporti urbani milanesi, l'ATM, è tutt'altra pasta rispetto all'ATAC: è efficiente, ha i conti a posto (pure in leggero attivo), e non ha la valanga di debiti che ha l'ATAC. Tanto è vero che (forse pochi lo sanno) l'azienda milanese gestisce pure la metropolitana di Copenaghen.
Io stesso ho potuto visitare personalmente sia le officine aziendali ATAC che quelle ATM, e posso assicurarvi l'enorme differenza esistente tra le due aziende, in termini di serietà, efficienza ed attenzione nel manutenzionare i propri mezzi, ed è tutta a favore dell'ATM milanese. E non solo: se ti presenti negli uffici aziendali ATAC come studioso di trasporti pubblici, ti prendono a calci in culo: se vai negli stessi uffici dell'ATM di Milano, ti stendono a momenti il tappeto rosso.

Anonimo ha detto...

Comunque, anche Torino dispone di una buona rete di trasporto pubblico. Pur avendo una sola linea di metropolitana, peraltro realizzata con tecnologia VAL, che a me non piace molto, conserva però ancora un'estesa rete tramviaria, che come a Milano, in alcuni tratti periferici, presenta moderne caratteristiche di metrotramvia: mi riferisco al 4, che arriva alla Falchera con un percorso completamente riservato e con una fermata posta in galleria. Inoltre, Torino da alcuni anni ha intrapreso una simpatica iniziativa: tramite l'Associazione Torinese Tram Storici, sta raccogliendo e rimettendo in funzione alcuni antichi tram anche non torinesi, a fini storici e con lo scopo di avvicinare sempre più la gente all'utilizzo del mezzo pubblico. Torino ha, come Milano, un'azienda di trasporto piuttosto seria ed efficiente (GTT, Gruppo Torinese Trasporti), anch'essa avanti anni luce rispetto all'ATAC romana come serietà ed efficienza.

Anonimo ha detto...

Pensate che un giovane conducente di tram torinese, appassionato del suo lavoro, gestisce un bellissimo sito sulla storia e la tecnica dei tram di Torino. Posto qui il link, se qualcuno fosse interessato a vederlo:

http://www.tramditorino.it/

Anonimo ha detto...

Hillary e la Boldrini stanno cominciando ad ammazzare l'informazione libera dei blogger. Anche RFS e' in pericolo.
Guardate il seguente video e cominciate a preoccuparvi.


https://www.youtube.com/watch?v=tXOcUOD91gc

Anonimo ha detto...

In gioventù militante del Pci e poi del Pds, è stato presidente dell'Enel, ma anche amministratore delegato della banca d'affari Rothschild. E' al vertice di Sorgenia dopo l'uscita di scena dei De Benedetti. Nell'era renziana, conta sull'amicizia con Marco Carrai e firma un manifesto di sostegno al governo. La prossima tappa potrà essere via Veneto...ecc. ecc.
Pongo di stato, per non dire merda, che fa troppo salotto bene.

Anonimo ha detto...

h 12.43 in compenso la moglie sembra un trans, così pur nel matrimonio ha seguito le orme di rapo.

Rocco ha detto...

Aggiungo a questo interessante commento che il personale Atm è ancora autista nel vero senso della parola... A Roma molte nuove leve le avranno assunte con la benda credo... ci sono conducenti che guidano come i cani, pardon come i romani.... molti sono degli arroganti con il loro tatuaggi Spqr e con il cellulare attaccato.... Atm ti pigliano a calci... Ovviamente devono conoscere la rete di mezzi, non come i nostri che conoscono come muli solo la linea che fanno... Dimenticavo... Inglese quasi d'obbligo.....

moebius ha detto...

L'idea è buona ma bisognerebbe considerare più punti. Con 4 punti il risultato può essere molto aleatorio.
Inoltre modificherei la distanza dal centro in funzione della dimensione della città. Ciliegina sulla torta sarebbe presentare anche il valore diviso per la lunghezza dello spostamento medio.

Anonimo ha detto...

Lo sai come si assume la gente, in atac come in banca come ovunque? A seconda della disponibilità a compiere irregolarità e reati in conto terzi.
Cosa vuoi che venga fuori da questi quadri organici, se non una piramide sociale di delinquenza, dove chi più è criminale più in alto sale?
Per questo i concorsi sono importanti, perché per quanto li trucchi devono attenersi a requisiti di legge, e quindi sono argini alle clientele corruttive.

TsA ha detto...

Certo moebius, aumentando i punti aumenta il grado di precisione dell'indice per il quale ho pensato non solo agli spostamenti radiali ma anche agli spostamenti periferici e potrebbero essere quelli che in un quadrilatero uniscono i quattro punti destinazione. Si potrebbe poi pensare ad un valore medio della lunghezza dei percorsi al quale approssimativamente attenersi nella scelta delle quattro o più destinazioni. Nel mio sito ho aggiunto anche il fattore frequenza che bisogna vedere se applicarlo come fattore o come media sul primo indice basato solo sui tempi medi di percorrenza a chilometro.

Anonimo ha detto...

@Rocco Pitasi
Considera pure che a Roma non è che l'utenza sia un gran che.
Spesso vedo gente che vorrebbe che ogni autista sapesse strade, fermate, linee e orari i tutta la città a memoria. quando oggidì tra app, web e altro c'è modo di farsi il percorso da se.
Vedo quarantenni spaesati che chiaramente non hanno mai preso un mezzo pubblico da anni fissare le tabelle Atac alle fermate, o i led dei treni a Termini, come se contenessero oscuri codici segreti. Gente che ti chiede dove sia il loro binario (sono in ordine crescente) e che stupisce quando gli dici che il 29 o il 20 bis sono giù in fondo (da anni). Gente che pensa che quello in costruzione sopra Termini sia un ristorante e non un parcheggio. Che non si informano. A me è capitato su un treno due che parlavano di film, con lei che con un'applicazione su cellulare trovava attori e registi rimasta attonita quando lui gli chiede a che ora il treno arrivava alla loro fermata. Dove andremo a finire??

Anonimo ha detto...

mi sembra un articolo molto ben documentato ed interessante. Per investire sul tpl ferro è naturale che ve esservi utenza e questa la si trova ricucendo il tessuto urbano intorno alla città. L'area metropolitana di Roma deve diventare come quella di Milano, dove tra l'altro la metropolitana serve anche comuni limitrofi.
In ogni caso, come si può sostenere - di fronte a questi numeri - di affidare l'atac ad aziende che non sanno neppure far marciare velocemente i propri treni ? Sarebbe come finire dalla padella alla brace.

Anonimo ha detto...

Io che i treni li prendo tutti i giorni, garantisco che nell'ultimo hanno e mezzo il servizio è decisamente migliorato. Trenitalia sta imboccando la strada del risanamento economico e investimento per riqualificare il tutto che tutti noi vorremmo facesse imboccare anche ad Atac.

Anonimo ha detto...

non capisco perchè il servizio tpl non si può liberalizzare e mettere a gara. poi se trenitalia ha le carte in regola vince, altrimenti può vincere qualche privato.
la cosa importante dell'articolo è che evidenzia il fatto che il trasporto a Roma non va pensato limitandolo al comune di roma, ma a livello di città metropolitana, perchè altrimenti i flussi in entrata e uscita saranno sempre in macchina, con lunghi incolonnamenti su raccordo e consolari. Bisogna solo COPIARE quel che fanno all'estero in città delle stesse dimensioni di hinterland ! Santo cielo, nemmeno a copiare siamo più capaci ?

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