Siamo nel pieno dell'estate, fa un caldo che si crepa e dunque la difficoltà nel pensare alla città che sarà il prossimo inverno (peggio ancora il prossimo Natale & Capodanno) è evidente.
Ma è proprio oggi che si fanno i giochi per le prossime feste comandate. Ed è proprio approfittando della bonaccia d'agosto (che non riguarderà il nostro blog, statene certi) che alcuni colpi di mano potranno passare inosservati ed indolori.
ORA LA BEFANA LA DEVE ORGANIZZARE IL COMUNE Come ricorderete il vomitevole Regolamento Coia sugli ambulanti è stato fatto passare in fretta e furia tra maggio e giugno proprio per dare il tempo agli uffici di fare quest'anno un bando per far ripartire la Festa della Befana di Piazza Navona. Tutti hanno notato la rapidità e tutti l'hanno spiegata in questo modo. D'altro canto Coia già ci provò nel Natale-Befana 2016/2017 per fortuna non riuscendoci: ma il Natale e la Befana del 2017/2018 segneranno "finalmente" il ritorno alla raccapricciante piazza piena di tanfo di fritto, bancarelle trash, gruppi elettrogeni e decine di altri insulti ad una delle piazze più belle del mondo.
Coia è riuscito con il suo vergognoso Regolamento a togliere l'organizzazione della fiera di Piazza Navona alle competenze del Municipio I per assegnare l'incombenza al Comune. E dunque quest'anno per la prima volta l'amministrazione dovrà pubblicare il bando (che assegnerà Piazza Navona per 10 anni!) e sebbene il Dipartimento Attività Produttive sia composto (anche) da gente seria, il rischio che lo faccia nel cuore dei mesi estivi e in qualche pagina nascosta del meraviglioso sito comunale è non è da escludersi.
DIECI ANNI DI BANCHI E NORME SULL'ANZIANITÀ La posta in palio è enorme: la fiera giustamente e grazie all'intervento, all'epoca, della Giunta Marino, non si svolge da anni perché si era trasformata in un letamaio irripetibile, insicura per vie di fuga e normative, illegale, contraria a qualsiasi criterio di qualità, vomitevole quanto a cibo. I bandi che si sono provati a pubblicare negli anni successivi hanno sempre trovato ostacoli e questa volta le dinastie di bancarellari, forti di un rapporti incredibile che sono riuscite a costruirsi con l'amministrazione, sono certe di riprendersi in mano il grande malloppo.
Tanto più che Coia nel suo imbarazzante Regolamento (lo stesso che obbliga a determinati colori per i camion bar, casualmente gli stessi colori dei camion bar di proprietà di alcune note famiglie dell'ambulantato romano!) ha indicato che i criteri per assegnare le licenze sono quelli delle atroci leggi regionali di epoca Storaciana: ovvero l'anzianità di servizio.
C'È UN MODO PER FARE LA QUALITÀ? Ma dunque non ci sono scappatoie rispetto ad un ritorno a Piazza Navona degli operatori che per decenni hanno devastato questa fiera e hanno umiliato architetture storiche e beni culturali?
In realtà con un pizzico di volontà politica si potrebbe fare tutto, per fino selezionare operatori realmente di qualità escludendo una volta per tutte chi appare marchianamente non in grado di produrre una proposta gastronomica e commerciale in linea con l'altissimo livello che certe location si meriterebbero. Basterebbe che l'amministrazione - e qui parliamo dell'assessore Meloni, visto che il "suo" dipartimento deve scrivere il bando - dicesse quel che è vero: ossia che Piazza Navona è un luogo di tale rilievo storico artistico che gli operatori che ci dovranno fare affari devono essere a loro volta livellati verso l'alto. Indiscutibilmente. Dovunque al mondo sarebbe una cosa normale, a Roma non lo è. A Roma anche se sei il più scadente commerciante della città, puoi concorrere (e se hai i giusti agganci vincere) per portare i tuoi prodotti scadenti e totalmente inidonei nella piazza più bella della città. Costruendo così la tua carriera, le tue relazioni e la tua "anzianità" poi da spenderti in bandi e evidenze pubbliche che considerano la presenza su piazza più importante della oggettiva qualità della proposta. E così l'alleanza a doppio nodo tra le filosofie politiche di Storace e della peggiore destra corporativa e clientelare e del Movimento 5 Stelle può fare disastri. Ammenoché, appunto, non ci si svegli. Ammenoché non vi sia un sussulto civile all'ultimo momento.
ASSEGNARE IL 60% DEI VOTI SOLO A OPERATORI DI ALTISSIMO LIVELLO Cosa può fare il Comune? Consideriamo che l'anzianità di piazza, considerata da molti come elemento per vincere facile, assegna il 40% dei punti. Non il 50%, non il 51%, il 40% "soltanto"! Resta il 60%. C'è un modo infallibile per depotenziare quel 40% che leggi sbagliate - strumentalizzate dai pentastellati - regalano a chi ha il "merito" di aver operato (male, bene? Non importa!) in Piazza Navona negli anni passati: il modo è potenziare il restante 60%. Se il restante 60% tu lo assegni esclusivamente avendo in testa un criterio di qualità, puoi avere fior di operatori (ricordiamocelo: visto che si parla di una fiera possono parteciparvi solo ambulanti, non qualsiasi commerciante come sarebbe giusto) che raggiungono 60 punti su 100 grazie alla loro qualità (pur prendendo zero punti nella parte sull'anzianità) e avere altri operatori che restano fermi a 40 perché magari fanno questo mestiere da anni ma lo fanno male e non possono dimostrare la loro qualità.
Questo è quello che ogni cittadino lucido e dotato di buon senso si aspetterebbe da una amministrazione a 5 Stelle. Non certo un lavorìo sconsiderato e senza sosta per tutelare lobbies e cricche romane ogni oltre logica dignità.
Ma come si selezione un ambulante in base alla qualità? Come fai a scommettere sul livello di questi soggetti evitando semplicemente di basarti sulle loro promesse?
DUE MODI PER FILTRARE OGGETTIVAMENTE SOGGETTI DI QUALITÀ Ci sono due modi: il primo riguarda la storia aziendale delle imprese che proveranno a partecipare al bando; il secondo riguarda la storia aziendale dei loro fornitori. Non dimentichiamo che stiamo parlando di cibo: tu sei un ambulante? Bene. Fai panini? Bene. Questi panini sono fatti con un pane industriale di quart'ordine o artigianale magari realizzato da un forno rinomato? Bene. Dimostramelo con le fatture. Fammi vedere, con le regolari bolle, dove hai comprato il pane negli ultimi 12 mesi. Fammi veder dove hai comprato la verdura negli ultimi 12 mesi. Fammi capire se i tuoi fornitori sono soggetti qualitativamente selezionati e livellati verso l'alto come Piazza Navona si merita (e dimostramelo con la loro rassegna stampa, i loro punteggi sulle guide, le loro menzioni in organi di informazione specializzati). Non me lo puoi dimostrare? Zero punti. Me lo riesci a dimostrare? Punteggio pieno.
Ricordiamoci che il bando dovrebbe essere aperto ad operatori di tutta Italia. Significa mettere sul tavolo la capacità da parte di Roma di attrarre investitori e operatori da tutto il paese: ambulanti di eccellenza di Milano, di Firenze, di Venezia, siciliani... Basta avere una licenza per il commercio e somministrazione su area pubblica e tutti, in presenza di un bando scritto in maniera seria, possono diventare concorrenti dei nostri abominevoli ambulanti romani, far loro concorrenza e, sperabilmente, spazzarli via esclusivamente sul piano della oggettiva qualità del prodotto a tutto vantaggio del consumatore finale.
E poi, dicevamo, la storia aziendale. Sei un ambulante? Ti chiami Pinco pallino? Fammi vedere dove hanno parlato di te, fammi vedere se hai punteggi sulle guide gastronomiche, fammi vedere se ci sono blog qualificati o organi di informazione internazionali che ti hanno citato. Attenzione, solo citazioni positive però perché i tanti "empori" che ammorbano il panorama dei food truck romani sono spesso citati dalla stampa internazionale, sì, ma solo per raccontare quanto la loro presenza sia assurda e allucinante. Peccato che poi l'amministrazione voglia premiarli. E se il concetto di rassegna stampa vi sembra qualcosa di astratto per un operatore ambulante, andate a chiedere a gente come Zoe o Mordi&Vai al Mercato di Testaccio, a gente come Ape Romeo e Mozao: c'è chi ha collezionato fior di articoli sul New York Times e chi invece sul New York Times ci va perché simbolo di degrado, mafia, prepotenza. Possibile che l'amministrazione degli honesti spinta per tutelare questi ultimi a scapito degli operatori seri e qualificati?
UN BANDO CHE CAMBI DAVVERO PIAZZA NAVONA È POSSIBILE
Ecco dunque facilmente dimostrato come un bando scritto con tutti i crismi possa smitizzare e togliere quasi tutta la rilevanza alla famosa e temutissima "anzianità". Ammenoché qualcuno non metta l'anzianità al 51% (ma sarebbe addirittura incostituzionale), tutto si può fare perché sul piano della qualità gli attuali operatori "anziani" sono destinati a prendere zero e a soccombere in tutto o in parte.
Ricordatevi di questo articolo quando leggerete di una Piazza Navona regalata per 10 anni ai solidi squallidi operatori di sempre e quando scoprirete che i consiglieri grillini, in coro, ripeteranno che "per colpa delle leggi vigenti non si poteva fare diversamente". E' vero l'esatto contrario. L'amministrazione è totalmente sovrana delle sue scelte, può compierle (se le sa scrivere con dovizia) come e dove vuole e può portare la città dove meglio crede. O verso la qualità e la meritocrazia a vantaggio di tutti o verso la clientela, la sciatteria, il declino, la prepotenza a vantaggio di pochi.
Tutte le città del mondo, come dimostrano le foto pubblicate in questa pagina (esclusa la prima, ahinoi) organizzano mercatini di Natale puntando tutto sulla qualità. Questo si tramuta in fattore di richiamo turistico alto e di ricchezza. Per quale motivo Roma deve continuare a sottostare al ricatto e alla dittatura di alcune prepotenti famiglie di mediocri ambulanti che non sarebbero degni della più anonima piazza di estrema periferia?
Ma è proprio oggi che si fanno i giochi per le prossime feste comandate. Ed è proprio approfittando della bonaccia d'agosto (che non riguarderà il nostro blog, statene certi) che alcuni colpi di mano potranno passare inosservati ed indolori.
ORA LA BEFANA LA DEVE ORGANIZZARE IL COMUNE Come ricorderete il vomitevole Regolamento Coia sugli ambulanti è stato fatto passare in fretta e furia tra maggio e giugno proprio per dare il tempo agli uffici di fare quest'anno un bando per far ripartire la Festa della Befana di Piazza Navona. Tutti hanno notato la rapidità e tutti l'hanno spiegata in questo modo. D'altro canto Coia già ci provò nel Natale-Befana 2016/2017 per fortuna non riuscendoci: ma il Natale e la Befana del 2017/2018 segneranno "finalmente" il ritorno alla raccapricciante piazza piena di tanfo di fritto, bancarelle trash, gruppi elettrogeni e decine di altri insulti ad una delle piazze più belle del mondo.
Coia è riuscito con il suo vergognoso Regolamento a togliere l'organizzazione della fiera di Piazza Navona alle competenze del Municipio I per assegnare l'incombenza al Comune. E dunque quest'anno per la prima volta l'amministrazione dovrà pubblicare il bando (che assegnerà Piazza Navona per 10 anni!) e sebbene il Dipartimento Attività Produttive sia composto (anche) da gente seria, il rischio che lo faccia nel cuore dei mesi estivi e in qualche pagina nascosta del meraviglioso sito comunale è non è da escludersi.
DIECI ANNI DI BANCHI E NORME SULL'ANZIANITÀ La posta in palio è enorme: la fiera giustamente e grazie all'intervento, all'epoca, della Giunta Marino, non si svolge da anni perché si era trasformata in un letamaio irripetibile, insicura per vie di fuga e normative, illegale, contraria a qualsiasi criterio di qualità, vomitevole quanto a cibo. I bandi che si sono provati a pubblicare negli anni successivi hanno sempre trovato ostacoli e questa volta le dinastie di bancarellari, forti di un rapporti incredibile che sono riuscite a costruirsi con l'amministrazione, sono certe di riprendersi in mano il grande malloppo.
Tanto più che Coia nel suo imbarazzante Regolamento (lo stesso che obbliga a determinati colori per i camion bar, casualmente gli stessi colori dei camion bar di proprietà di alcune note famiglie dell'ambulantato romano!) ha indicato che i criteri per assegnare le licenze sono quelli delle atroci leggi regionali di epoca Storaciana: ovvero l'anzianità di servizio.
C'È UN MODO PER FARE LA QUALITÀ? Ma dunque non ci sono scappatoie rispetto ad un ritorno a Piazza Navona degli operatori che per decenni hanno devastato questa fiera e hanno umiliato architetture storiche e beni culturali?
In realtà con un pizzico di volontà politica si potrebbe fare tutto, per fino selezionare operatori realmente di qualità escludendo una volta per tutte chi appare marchianamente non in grado di produrre una proposta gastronomica e commerciale in linea con l'altissimo livello che certe location si meriterebbero. Basterebbe che l'amministrazione - e qui parliamo dell'assessore Meloni, visto che il "suo" dipartimento deve scrivere il bando - dicesse quel che è vero: ossia che Piazza Navona è un luogo di tale rilievo storico artistico che gli operatori che ci dovranno fare affari devono essere a loro volta livellati verso l'alto. Indiscutibilmente. Dovunque al mondo sarebbe una cosa normale, a Roma non lo è. A Roma anche se sei il più scadente commerciante della città, puoi concorrere (e se hai i giusti agganci vincere) per portare i tuoi prodotti scadenti e totalmente inidonei nella piazza più bella della città. Costruendo così la tua carriera, le tue relazioni e la tua "anzianità" poi da spenderti in bandi e evidenze pubbliche che considerano la presenza su piazza più importante della oggettiva qualità della proposta. E così l'alleanza a doppio nodo tra le filosofie politiche di Storace e della peggiore destra corporativa e clientelare e del Movimento 5 Stelle può fare disastri. Ammenoché, appunto, non ci si svegli. Ammenoché non vi sia un sussulto civile all'ultimo momento.
ASSEGNARE IL 60% DEI VOTI SOLO A OPERATORI DI ALTISSIMO LIVELLO Cosa può fare il Comune? Consideriamo che l'anzianità di piazza, considerata da molti come elemento per vincere facile, assegna il 40% dei punti. Non il 50%, non il 51%, il 40% "soltanto"! Resta il 60%. C'è un modo infallibile per depotenziare quel 40% che leggi sbagliate - strumentalizzate dai pentastellati - regalano a chi ha il "merito" di aver operato (male, bene? Non importa!) in Piazza Navona negli anni passati: il modo è potenziare il restante 60%. Se il restante 60% tu lo assegni esclusivamente avendo in testa un criterio di qualità, puoi avere fior di operatori (ricordiamocelo: visto che si parla di una fiera possono parteciparvi solo ambulanti, non qualsiasi commerciante come sarebbe giusto) che raggiungono 60 punti su 100 grazie alla loro qualità (pur prendendo zero punti nella parte sull'anzianità) e avere altri operatori che restano fermi a 40 perché magari fanno questo mestiere da anni ma lo fanno male e non possono dimostrare la loro qualità.
Questo è quello che ogni cittadino lucido e dotato di buon senso si aspetterebbe da una amministrazione a 5 Stelle. Non certo un lavorìo sconsiderato e senza sosta per tutelare lobbies e cricche romane ogni oltre logica dignità.
Ma come si selezione un ambulante in base alla qualità? Come fai a scommettere sul livello di questi soggetti evitando semplicemente di basarti sulle loro promesse?
DUE MODI PER FILTRARE OGGETTIVAMENTE SOGGETTI DI QUALITÀ Ci sono due modi: il primo riguarda la storia aziendale delle imprese che proveranno a partecipare al bando; il secondo riguarda la storia aziendale dei loro fornitori. Non dimentichiamo che stiamo parlando di cibo: tu sei un ambulante? Bene. Fai panini? Bene. Questi panini sono fatti con un pane industriale di quart'ordine o artigianale magari realizzato da un forno rinomato? Bene. Dimostramelo con le fatture. Fammi vedere, con le regolari bolle, dove hai comprato il pane negli ultimi 12 mesi. Fammi veder dove hai comprato la verdura negli ultimi 12 mesi. Fammi capire se i tuoi fornitori sono soggetti qualitativamente selezionati e livellati verso l'alto come Piazza Navona si merita (e dimostramelo con la loro rassegna stampa, i loro punteggi sulle guide, le loro menzioni in organi di informazione specializzati). Non me lo puoi dimostrare? Zero punti. Me lo riesci a dimostrare? Punteggio pieno.
Ricordiamoci che il bando dovrebbe essere aperto ad operatori di tutta Italia. Significa mettere sul tavolo la capacità da parte di Roma di attrarre investitori e operatori da tutto il paese: ambulanti di eccellenza di Milano, di Firenze, di Venezia, siciliani... Basta avere una licenza per il commercio e somministrazione su area pubblica e tutti, in presenza di un bando scritto in maniera seria, possono diventare concorrenti dei nostri abominevoli ambulanti romani, far loro concorrenza e, sperabilmente, spazzarli via esclusivamente sul piano della oggettiva qualità del prodotto a tutto vantaggio del consumatore finale.
E poi, dicevamo, la storia aziendale. Sei un ambulante? Ti chiami Pinco pallino? Fammi vedere dove hanno parlato di te, fammi vedere se hai punteggi sulle guide gastronomiche, fammi vedere se ci sono blog qualificati o organi di informazione internazionali che ti hanno citato. Attenzione, solo citazioni positive però perché i tanti "empori" che ammorbano il panorama dei food truck romani sono spesso citati dalla stampa internazionale, sì, ma solo per raccontare quanto la loro presenza sia assurda e allucinante. Peccato che poi l'amministrazione voglia premiarli. E se il concetto di rassegna stampa vi sembra qualcosa di astratto per un operatore ambulante, andate a chiedere a gente come Zoe o Mordi&Vai al Mercato di Testaccio, a gente come Ape Romeo e Mozao: c'è chi ha collezionato fior di articoli sul New York Times e chi invece sul New York Times ci va perché simbolo di degrado, mafia, prepotenza. Possibile che l'amministrazione degli honesti spinta per tutelare questi ultimi a scapito degli operatori seri e qualificati?
UN BANDO CHE CAMBI DAVVERO PIAZZA NAVONA È POSSIBILE
Ecco dunque facilmente dimostrato come un bando scritto con tutti i crismi possa smitizzare e togliere quasi tutta la rilevanza alla famosa e temutissima "anzianità". Ammenoché qualcuno non metta l'anzianità al 51% (ma sarebbe addirittura incostituzionale), tutto si può fare perché sul piano della qualità gli attuali operatori "anziani" sono destinati a prendere zero e a soccombere in tutto o in parte.
Ricordatevi di questo articolo quando leggerete di una Piazza Navona regalata per 10 anni ai solidi squallidi operatori di sempre e quando scoprirete che i consiglieri grillini, in coro, ripeteranno che "per colpa delle leggi vigenti non si poteva fare diversamente". E' vero l'esatto contrario. L'amministrazione è totalmente sovrana delle sue scelte, può compierle (se le sa scrivere con dovizia) come e dove vuole e può portare la città dove meglio crede. O verso la qualità e la meritocrazia a vantaggio di tutti o verso la clientela, la sciatteria, il declino, la prepotenza a vantaggio di pochi.
Tutte le città del mondo, come dimostrano le foto pubblicate in questa pagina (esclusa la prima, ahinoi) organizzano mercatini di Natale puntando tutto sulla qualità. Questo si tramuta in fattore di richiamo turistico alto e di ricchezza. Per quale motivo Roma deve continuare a sottostare al ricatto e alla dittatura di alcune prepotenti famiglie di mediocri ambulanti che non sarebbero degni della più anonima piazza di estrema periferia?





















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