31 marzo 2015

Nasce AdesiviLeaks, il nuovo sito di RetakeRoma contro il racket degli adesivari. Ecco come funziona


La piattaforma Adesivileaks è stata sviluppata da Retake Roma e concordata con i vertici della Polizia Locale. Vive di un form da compilare dove vengono immessi dati riguardanti la tipologia dell'abuso (oggi volantini, adesivi e 'cerco casa', ma nella versione 2.0 prossima a venire, anche tags di vandali graffitari). 
Le segnalazioni producono un report che verrà consegnato alla Polizia Locale, che provvederà a risalire ai committenti e sanzionarli. Poi c'è l'idea era di coinvolgere tutti coloro che hanno strutture su strada colpite dal problema, come Ama, Atac, Servizi per la Mobilità, Acea, affinché i rispettivi uffici legali si possano attivare per intentare azioni legali contro i responsabili. La manovra di accerchiamento dovrebbe produrre quantomeno un rallentamento del fenomeno. Speriamo. 
Un fenomeno, ricordiamolo a beneficio di tutti coloro cui piace minimizzare e dire che "i problemi sono altri" che ha proporzioni assurde. Si parte da un piccolo adesivo e si arriva, in un attimo, alle ecomafie che sversano rifiuti in aree protette, che trafficano sostanze tossiche, che interrano rifiuti speciali. Consegnare cose da buttare a questa gente è semplicemente pericoloso oltre che illegale. 


Le discariche abusive che trovate nei parchi, nelle riserve naturali, nelle aree protette non sono altro che il frutto di una telefonata ai cellulari stampigliati su questi adesivi posizionati un po' dovunque, ma soprattutto a deturpare i cassonetti dell'Ama. E poi ci sono i serrandari, un'altro scandalo tutto romano: perché tutte le serrande e le relative cornici devono essere ricoperte.




Il protocollo verrà presentato nel corso di un incontro pubblico martedì 31 marzo alle ore 18 presso la Casa della Città in via della Moletta 85, con la partecipazione degli assessori Maurizio Pucci, Marta Leonori, Estella Marino, Alessandra Cattoi e Paolo Masini, del Comandante Generale della Polizia Locale Roma Capitale, Raffaele Clemente, del presidente Atac, Roberto Grappelli, del presidente e a.d. di Roma Servizi per la mobilità, Carlo Maria Medaglia, del direttore generale AMA, Alessandro Filippi e del direttore delle reti Acea, Andrea Bossola.
Con questa iniziativa daremo una risposta ai signori della pubblicità abusiva, per poi colpire anche i ‘taggaroli’, altra categoria finora impunita di imbrattatori”, dichiara Stefano Miceli, fondatore e amministratore del gruppo FB ‘Roma Pulita!’.

Sulla stessa linea Paolo Di Pasquale che, a nome dell’Associazione Retake Roma, afferma: “Auspico che tutti i soggetti coinvolti utilizzino la piattaforma Adesivileaks per denunciare le azioni di vandalismo ai danni delle rispettive strutture”.

INSOMMA, INIZIATE PRIMA POSSIBILE AD USARLO: WWW.ADESIVILEAKS.COM

DinamoPress diffama, calunnia e denigra Roma fa Schifo. Analisi di un dossieraggio che fa paura prima ancora di far pena


Come molti di voi sanno nella giornata di ieri gli attacchi contro il lavoro e il ruolo di questo blog hanno subito un salto di qualità. Dagli attacchi sparuti, puntuali e sporadici sui social network si è arrivati ad un'aggressione frontale, personale, basata su dossier facilmente smentibili ma costruiti con quel minimo di perizia e malizia giornalistica tale da suggestionare il lettore che non trovi il tempo di approfondire un istante. E con tante settimane di lavoro (e un nutrito staff di persone) alle spalle. 

Molti ci hanno detto: "davvero vi abbassate a rispondere a chi sostiene che un blogghetto fatto a gratis con Blogger e gestito da qualche cittadino a tempo perso possa essere lo strumento di lobbing di una multinazionale da miliardi di fatturato?". In effetti non ci sarebbe da rispondere e le risposte iniziali le abbiamo già date ieri. Raccontare Roma fa Schifo come corporate blog della azienda Astaldi (se Astaldi vuole sponsorizzarci comunque è la benvenuta!) è una follia nella forma ancor prima che nei fatti che snoccioleremo sotto.

Tuttavia il salto di qualità c'è stato anche a livello di coinvolgimento di aziende e persone. Ne deriva che il grumo di diffamazioni e calunnie tocca fior di aziende quotate generando danni di immagine incalcolabili di cui si chiederà conto. Mettendo in cattiva luce persone, professionisti, gente per bene. L'obbiettivo è ottenere risarcimenti elevati, da girare tutti in beneficenza a vantaggio di centri per il recupero mentale e il disagio psichico: con dedica a chi ha compilato l'inchiesta. E raggruppando il materiale utile alla difesa giudiziaria è emerso molto di più di quello che ci aspettavamo, da qui la necessità di un secondo post (qui il primo) a beneficio di quei lettori più disattenti cui l'inchiesta in questione avesse lasciato qualche dubbio.


Quale è l'assunto? Roma fa Schifo "ignora le vicende" (testuale) dello scandalo della Metro C per coprire la società Astaldi che è una delle componenti del Consorzio Metro C. A corroborare questo assunto tutta una serie di intrecci, conoscenze, coincidenze che hanno come punto di partenza questa trasmissione radiofonica che, oltre un anno fa, con le stesse identiche modalità attaccava il blog: sempre anonimato, sempre il finto contributo dall'esterno, sempre le stesse bugie e soprattutto sempre le stesse deduzioni. Se avete tempo ascoltatela perché è il presupposto di quanto ha pubblicato DinamoPress ieri. Questi signori sono mesi che cercano appigli per fare dossieraggio col fine di denigrare Roma fa Schifo e dopo un anno stanno ancora al punto di partenza: non sono riusciti a trovare nulla. Come vedremo l'ansia di pubblicare qualcosa che infanghi il lavoro del blog li fa tuttavia sbagliare in maniera marchiana.

QUI IL LINK ALL'ARTICOLO da tenere sempre aperto a fianco di questo.

La cosa che più riteniamo grave, ma anche che più ci sorprende visto che stiamo parlando comunque di un sito con una sua redazione e una sua autorevolezza, è che si dichiari in premessa che ci si è presi più di qualche giorno per verificare le fonti. Peccato però che sarebbe bastata qualche ora per confutare totalmente gli assunti iniziali. Sarebbe bastato un search nel blog, sarebbe bastato andare a ritroso nella nostra pagina Facebook o nel profilo Twitter. Non è vero, infatti, che Roma fa Schifo non ha parlato della Metro C. Ne ha parlato moltissimo e in termini molto duri, come vedremo in seguito. 


Facciamo un appello ai lettori affinché ci aiutino a ritrovare tra le migliaia di post, e le decine di migliaia di tweet e post su Facebook tutti gli elementi che dimostrino in maniera cristallina come gli addebiti siano pura diffamazione. Noi abbiamo trovato qualcosa, ma moltissimo altro c'è visto che questo è un argomento che abbiamo toccato con frequenza e visto che nessuno ci ha mai neppure lontanamente chiesto di andarci leggeri su Metro C. Infatti ci siamo andati alle volte molto, ma molto pesanti come si accorgerà chi avrà la pazienza di leggere tutto e come ravviserà con molta facilità il giudice. 

DinamoPress dice testualmente che non facciamo "nessun cenno" ai ritardi sull'apertura dell'infrastruttura. Ma di contenuti in questo senso a nostro nome è piena la rete. Qui sopra si parla di "terribile ritardo" e siamo nell'aprile 2013, all'epoca noi smascheravamo la cena di Alemanno e Poletti con Buzzi e i Casamonica (la famosa foto diventata simbolo di Mafia Capitale uscì sul nostro blog un anno e mezzo prima che si arrivasse all'inchiesta Mondo di Mezzo da parte del Procuratore Pignatone), DinamoPress che faceva? Ma usciamo dalla logica di guerra-tra-blog e restiamo nelle diffamazioni. Qui, ancora prima, siamo a gennaio 2013 e si parla di prolungamento dei tempi e di "lestofanti" dell'amministrazione comunale che stanno facendo "inguacchi" con questa infrastruttura. Ma di Metro C parlavamo, sempre facendo riferimento ai tempi prolungati di cantiere, fin dall'aprile del 2011: 5 anni fa! Sarebbe bastato cercare un attimo e leggere qui

Ce n'è anche per Caltagirone. Le sue aziende di costruzioni fanno parte del Consorzio Metro C assieme ad Astaldi. Qui Roma fa Schifo segnala come Caltagirone strumentalizzi il suo giornale per ottenere i pagamenti dell'opera. Ma DinamoPress dice che non diciamo "Nemmeno una parola, nemmeno quando, nella seconda metà del 2013, scoppiala guerra tra assessorati con lo stop ai pagamenti voluto dall'Assessore Daniela Morgante". Perché mentono? O meglio: perché non hanno controllato?

Di ritardi parliamo anche fin dal marzo 2014, in questo articolo, che non solo segnala i tempi dilatati dell'apertura (è sui tempi dilatati che il General Contractor, di cui fa parte la ditta che terrebbe per le palle il nostro blog decidendo quello che il nostro blog può o non può dire, lucra cospicui aumenti di stanziamento), ma segnala come i costruttori (di cui fa parte la medesima ditta) non siano in grado di tenere in sicurezza il manufatto appena realizzato, lasciandolo alla mercé dei vandali.

Perché DinamoPress dice che abbiamo ignorato i ritardi? Quando abbiamo detto che non erano importanti lo abbiamo fatto con questo sarcasmo. Bastava controllare. 

DinamoPress scrive testualmente: "Quando il primo troncone della Linea C di Astaldi viene finalmente inaugurata le cose non vanno tanto bene. Il sindaco Ignazio Marino rimane bloccato in un vagone per problemi tecnici con le nuove porte. Su Romafaschifo nemmeno un accenno a questo difetto dell'opera".


Ma non bastava, anche qui, controllare? Si sono presi tanti giorni per verificare le fonti, scrivono, e poi cadono in gaffe come questa? Ammettiamo la difficoltà di barcamenarsi tra decine di migliaia di tweet e post, ma delle due l'una: o si rinuncia a dimostrare teoremi inesistenti e inventati, oppure se lo si fa ci si prende la briga di lavorarci davvero. Non con la mano sinistra. 


E così siamo a novembre 2014 e finalmente l'infrastruttura apre, ma prima di allora, ad ottobre 2014 abbiamo trovato questo nostro tweet. Un attacco diretto al General Contractor: extra costi e infiltrazioni della malavita. Ma allora perché il pool di cervelli messi insieme da DinamoPress
sostiene testualmente che Roma fa Schifo non fa cenno "al lievitare dei costi, alle infiltrazioni mafiose nei subappalti"? Semplice: lo sostiene solo per infangare, per diffamare, per calunniare, per gettare discredito su un progetto che sta cambiando la mentalità di tanti cittadini a Roma. Ma non contenti di chiamare in causa la mafia nel 2014, chiamammo anche in causa la 'Ndrangheta nell'aprile 2013. In questo tweet qui sotto che evidentemente il pool di diffamatori di DinamoPress non ha voluto considerare. Come è possibile che Roma fa Schifo stia attenta a non far male a Astaldi e poi lanci questi tweet? Chi ce lo spiega?


Oh, sia chiaro: accanto a questi post di attacco su chi costruisce la metro troverete anche nella nostra time line decine di tweet che invece sono ampiamente a favore della linea. Siamo convinti che Roma si debba dotare di altre metropolitane per essere una città civile e lo sosteniamo da sempre. Quello che non sosteniamo, a differenza di ciò che afferma l'inchiesta diffamatoria, è chi costruisce speculando. Quelli li abbiamo sempre attaccati. Ma andiamo avanti, anche se questa è solo una piccola parte dei contenuti che si possono trovare sui nostri mezzi. Una parte dell'infrastruttura finalmente apre in periferia, dicevamo, e iniziano i nostri post di denuncia a valle dell'apertura. Basati sui manufatti che finalmente si potevano vedere e che finalmente (prima di allora non era possibile) i cittadini potevano segnalare.


Sempre il 9 novembre 2014, giorno dell'apertura, facevamo en plein. Il tweet che vedete sopra, questo post Facebook e un post in cui si parla di "distruzione" dell'infrastruttura per mezzo dei vandali. Anzi, il post Facebook data 6 novembre: a rovinare la festa dell'inaugurazione. Eppure Roma fa Schifo viene raccontata come ufficio stampa di chi questa infrastruttura - fatiscente ancor prima di aprire - l'ha costruita. Il lancio Facebook qua sopra fa 300 condivisioni e viene visto da 50mila persone. Una bella operazione d'immagine pro-Astaldi non c'è che dire...
In realtà anche a giugno 2014 parlavamo di sistemazioni superficiali (le sistemazioni superficiali le fa lo stesso Consorzio che scava le gallerie dunque ogni attacco su marciapiedi e progetto architettonico delle stazioni è un attacco al General Contractor e dunque, ci dispiace per loro, ad Astaldi) in questo articolo. DinamoPress scrive testualmente: "fino a dicembre 2014 non c'è mai una critica ai lavori". Giudicate voi mettendo insieme tutto il materiale qui sopra. E magari aggiungeteci, giusto per gradire, il tweet qui sotto.


Ma all'apertura del primo troncone abbiamo intensificato la presa su quello che reputavamo e reputiamo un autentico scandalo: secondo i nostri lettori, infatti, come abbiamo riportato in svariati articoli, chi costruisce la Metro C si è imbertato (ci si perdoni la semplificazione) o ha dirottato da altre parti le risorse destinate alle strade, ai marciapiedi, alle stazioni: proponendo realizzazioni in economia e scadenti a danno della città. Uno scandalo che siamo certi emergerà e del quale abbiamo iniziato a parlare da subito. Appena i cantieri si sono iniziati a smontare. Attaccando duramente chi l'opera l'ha progettata e realizzata. 

E qui arriva il bello. Il 10 dicembre 2014 in risposta a questo lettore segnaliamo "incapacità, corruzioni e ruberie" e dell'evidenza del fatto che si stiano mangiando i soldi. Ma cosa dovevamo dire di più per non essere tacciati di prezzolati dal Consorzio Metro C che è il diretto responsabile di queste pessime opere che condanniamo da mesi? E che dire del titolo? "Disastro Metro C", "progettata da cani". Il 3 dicembre 2014 avviciniamo i progetti della Metro C di Roma a quelle di "Addis Abeba o Algeri, nonostante i miliardi spesi". Qui l'articolo. Il 7 dicembre 2014 associamo direttamente le orribili sistemazioni superficiali della metro con "la malapolitica e il malaffare". Testuale. Ma andiamo avanti perché il materiale è potenzialmente infinito: ci accusano di aver taciuto su una questione sulla quale in realtà ci siamo spesi dozzine e dozzine di volte. 

Un passaggio interessante è quello del 1 dicembre 2014. In quella data riceviamo e pubblichiamo una nota diretta a noi del Movimento 5 Stelle che smonta pezzo per pezzo il sistema del General Contractor di cui fa parte Astaldi. Se siamo schiavi di Astaldi perché abbiamo pubblicato questo articolo che parla di tutte le cose di cui DinamoPress ci accusa, senza neppure aver fatto mezza googlata, di non parlare? E perché abbiamo replicato in calce che la Metro C è "una zozzata galattica e lo sanno anche i bambini?" dando ragione, su quel versante, alle tesi del M5S? E arriviamo a gennaio 2015 dove in questo articolo arriviamo a chiederci cosa "ci sia sotto" alla debacle dei cantieri in un'opera che fa schifo a dispetto di "finanziamenti enormi". La cosa incredibile è che l'ultimo post sul nostro Facebook che rilancia le inchieste su Metro C è di domenica 29 marzo 2015, l'attacco di DinamoPress secondo cui noi nascondiamo le inchieste su Metro C per tutelare Astaldi è del 30 marzo 2015. Siamo al paradosso e ci chiediamo sinceramente il perché si sia arrivati a questo punto. 

Dopo aver letto tutto questo materiale potreste affermare come fa DinamoPress, calunniando e diffamando, che Roma fa Schifo "ignora le vicende della grande opera"? Come si fa a dire una cosa del genere? Ma soprattutto perché si arriva ad affermare il falso in maniera così plateale?

Sappiamo di non essere simpatici (lungi da noi il volerlo essere), sappiamo di essere aggressivi, insopportabili, di raccontare la storia di questa città in una maniera completamente inedita rispetto a come la si è sempre raccontata. E comprendiamo perfettamente che questo dia enorme fastidio a chi vuole che le cose rimangono come sono sempre state. Ma quando si arriva al dossieraggio di questo livello, mettendo nel calderone persone, aziende, società quotate che utilizzerebbero in maniera coperta blog civici come copertura significa che si è superato uno step fondamentale. 
Ci auguriamo che una inchiesta giudiziaria ci permetta di poter chiedere a queste persone perché sono arrivate a questo. Cosa li ha spinti a farlo: se interessi o se, come è probabile, solamente idiozia. Ci auguriamo però che l'escalation di aggressività e di violenza contro questo progetto si fermi al testo scritto perché abbiamo la sensazione che si sia oltrepassata una soglia e da qui in avanti la paura non è solo quella di essere ingiustamente diffamati e calunniati. Se in mesi di lavoro sono riusciti a partorire questa clamorosa figuraccia, quale sarà il prossimo tentativo di fermarci? Se ne inventeranno un'altra, scriveranno che dietro Roma fa Schifo c'è il Bildelberg, Obama o l'Isis? Oppure adotteranno altre strategie di aggressione? Paura, francamente, prima ancora di pena.

Video. Salvate questi bambini: sotto la metro macchinette presidiate dagli "aiutanti". Avverti i vigilantes e ti rispondono "testa di caxxo" che





Arrivi a Termini e Roma ti battezza così. Tre bambini abbandonati a 'aiutare' chiunque NON ne abbia bisogno a fare il biglietto alla metropolitana. Stress, caos e tensione (nel video scuserete la voce alta, ma alzare la voce è venuto spontaneo al momento che un 'aiutante' si avvicinava eccessivamente a mia moglie) in quello che dovrebbe essere un semplicissimo atto: mettere degli spiccioli e fare il ticket per prendere la metropolitana.

Roma ti saluta così. Arrivi sotto la metropolitana e le macchinette sono presidiate in questa maniera.

Come è possibile che questi bambini non vengano tolti alle famiglie che li fanno mendicare (nella migliore delle ipotesi) non è dato sapersi. E' francamente impensabile che non si intervenga prendendo provvedimenti e offrendo a questi bimbi una possibilità di riscatto, una vita normale. Almeno ora che si sarebbe ancora probabilmente in tempo. 

Sicuramente non li prendono i vigilantes che se ne stanno esattamente dalla parte opposta della stazione. Lontani anni luce. Dopo aver lottato con i ninos da rua alla capitolina li incontri, gli spieghi cosa diavolo succede. Fanno una faccia da idioti che la metà basta e quando ti allontani contando sul fatto che non li senti sibilano "sto testa de caxxo". Cioè testa di caxxo sono io che segnalo una anomalia, non loro che alle 18.45 di domenica 29 marzo 2015 (così chi vuole può risalire alla grande ai nomi e ai cognomi ) stanno in tre a chiacchierare mentre tutto intorno c'è la guerra civile...

Hanno le mani legate? Cretinate! Basterebbe starsene a chiacchierare di fronte alle macchinette piuttosto che in un angoletto infrattato e già una parte dei problemi sarebbe risolto perché non si presenterebbe proprio alla base. Quando vi dicono che non possono fare nulla sappiate che è 'falso' e deriva solo dalla scarsa voglia di lavorare cronica.




A Milano al posto degli 'aiutanti - bambini' ci sono vigilantes e addetti dell'azienda del trasporto pubblico che, in tutte le lingue, danno una mano a chi deve fare il biglietto. Basterebbe anche solo una presenza, credendoci, di fronte alle macchinette per dissuadere qualsiasi tipo di anomalia e per dare sicurezza e servizi di qualità ai romani, all'utenza, ai turisti. 


30 marzo 2015

Scoop: scoperta la vera identità di Roma fa Schifo. In realtà è l'ufficio stampa dell'Astaldi, la società che costruisce la Metro C


LEGGI QUI LA SECONDA PARTE DELLA RISPOSTA
Come i nostri lettori sanno bene, Roma fa Schifo, tra le sue mille proposte e tra i suoi mille spunti, è l'unica realtà d'opinione a Roma che si impegna ormai da anni ad aprire gli occhi alle persone sulla vera identità di quelli che vengono chiamati "movimenti" e che invece sono a nostro avviso autentiche organizzazioni a delinquere che tra una occupazione e un sit-in strumentalizzano il dolore, il disagio e la povertà per obbiettivi di potere, politici, economici. 
Uno schifo che si presenta, in queste proporzioni, solo a Roma. Uno schifo che è oro per le amministrazioni che, grazie a questa finta emergenza, possono lucrare e darci sotto di corruzione. Uno schifo che mortifica chi si comporta bene ed esalta chi viola le regole spingendo sempre più persone verso l'illegalità. Uno schifo, ed è la cosa più grave, che non ha - o meglio non aveva - una narrazione contraria in città. Se c'è una occupazione, si tende a raccontarla come un gruppo di cittadini che hanno bisogno di casa e che sono stati sfortunati maltrattati dalla sorte e dallo stato, se la pensi diversamente sei un naziskin! Non ci si pone neppure il beneficio del dubbio: ma non è che sono semplici paraculi che non vogliono pagare l'affitto? Ma non è che chi organizza l'occupazione lucra in denaro o per lo meno in ricatto utilizzando poi il tetto come merce di scambio per il voto o per la presenza a manifestazioni? Ma non è che i locali abusivi interni alle occupazioni generano concorrenza sleale massacrando l'attività dei locali regolari dove si pagano affitti, utenze, dipendenti, contributi? 

Tutti dubbi, questi e mille altri, che Roma fa Schifo sta cercando di infilare nelle teste dei romani, anche in parte riuscendoci e contribuendo a modificare radicalmente il punto di vista, la chiave di lettura e la prospettiva con cui oggi si guardano questi fenomeni. Roma fa Schifo è l'unica realtà a Roma che ha dichiarato e ampiamente dimostrato l'autentica natura fascista dei movimenti a Roma. 

Chi su questi fenomeni campa, tuttavia, si arrabbia. Ha trovato chi, per la prima volta da decenni, gli rompe le uova nel paniere generando un clima non favorevole. Ed è anche positivo che si arrabbi perché questo sottolinea l'efficacia della nostra azione di sensibilizzazione.

La loro arrabbiatura è tuttavia sempre anonima, nascosta, vigliacca, meschina. E' una costante. Difficile trovare gente con nome e cognome. L'ultima novità sono le inchieste inventate con l'unico scopo di gettare fango e discredito. Scritte con lo stile del giornalismo d'inchiesta da quattro soldi, ma con nessun contenuto. Pura macchina del fango (non una novità per questi fascisti che giocano a fare i rivoluzionari) realizzata anche in maniera decisamente approssimativa. Da una parte qualche intuizione buona, per rendere credibile il nulla, dall'altra la scelta, felice, di tirare Roma fa Schifo dentro lo scandalo Metro C mentre lo scandalo Metro C è in pieno corso (se ci fosse stato un altro scandalo in ballo, saremmo stati chiamati in ballo per quello in maniera totalmente intercambiabile).

L'ultima inchiesta la dovete assolutamente leggere. La trovate qui. L'assunto è che Roma fa Schifo lavora al servizio dell'Astaldi, una grossa società di costruzioni. Una serie di deduzioni e controdeduzioni portano il giornalista - ovviamente anonimo - a spiegare la vera natura di Roma fa Schifo: un blog che cerca di coprire lo scandalo della Metro C. Il presupposto iniziale è che Roma fa Schifo non abbia mai criticato la Metro C. Non che l'abbia appoggiata, bensì che non l'abbia mai criticata. Insomma secondo lorsignori Roma fa Schifo è così potente che non ha bisogno di sostenere un suo "cliente", gli basta non criticarlo. Siamo onorati...

Strano, tuttavia, visto che sono usciti tanti articoli durissimi contro questa infrastruttura (Qui, addirittura, a Febbraio scrivevamo che chi doveva fare le opere aveva "rubato" i soldi invece di farle. Indicando come responsabile il Consorzio Metro C, di cui Astaldi fa parte. Siamo proprio un strano ufficio stampa eh! Qui, a dicembre 2014, preistoria rispetto allo scandalo Metro C, introducevamo un articolo definendo 'giuste' le polemiche sui costi dell'opera. Ma come, non dovevamo coprire i costruttori?). Ma la cosa fantastica è che l'articolo in questione questi link non fa finta di ignorarli, li menziona eccome! Insomma linkano dei contributi che smontano totalmente il loro teorema, ma questo non importa. Nella macchina del fango e nel suo impeccabile funzionamento questo non importa perché nessuno cliccherà su quei link, nessuno approfondirà, nessuno si renderà conto che quegli stessi link contraddicono tutto il costrutto. Funziona così e DinamoPress lo sa alla perfezione.

Nel compilare l'inchiesta, insomma, anche gli anonimi estensori devono essersene resi conto. Hanno trovato tantissimi articoli di critica che smontavano l'assunto iniziale e allora hanno collocato questi articoli come elementi di una trattativa tra Astaldi e Comune. Insomma si dice che Roma fa Schifo non critica Metro C, poi si afferma che Metro C è stata più volte criticata ma questo è stato fatto esclusivamente per attaccare il Comune a vantaggio della società costruttrice. Magari per consentirle di chiedere altri soldi (ancora???). In realtà abbiamo scritto mille e cinquecento volte su Facebook, su web e su Twitter dell'esplosione dei costi, dello scandalo della corruzione e dei tanti difetti di questo progetto (progetto che consideriamo tuttavia da realizzare e importante per la città), dell'assurdità di saltare le fermate in centro, ma questo non importa nella logica della macchina del fango.

Un passaggio da geniale macchina del fango è quello in cui si fa parlare il capo dell'azienda Astaldi. Roma fa Schifo dice (lo diciamo da sempre) che occorrerebbe fare belle stazioni per riqualificare i quartieri. I giornalisti cosa fanno? Vanno a cercare una dichiarazione del capo di Astaldi che dica qualcosa di simile e utilizzano questo come prova dell'accordo tra due realtà. Con questo modo di procedere si potrebbe dimostrare che tu, che leggi ora questo articolo, sei un pedofilo, un evasore, uno scippatore. E' la classica costruzione di inchiesta pensata esclusivamente per gettare discredito. Ma gli amici di DinamoPress sanno il fatto loro e soprattutto sanno che questo genere di contenuti funziona presso il loro pubblico di para-lobotomizzati.

Il resto dell'inchiesta prosegue all'insegna della più totale ciarlataneria con uno stile giornalistico che non parte dai dati per arrivare ad una deduzione, ma fa il percorso inverso: c'è da calunniare qualcuno, cerchiamo di trovare gli elementi per coprirlo di fango e mettiamoli insieme in modo che la cosa risulti credibile a chi legge distrattamente. Si chiama fascismo ed è la cifra stilistica dei movimenti a Roma, proprio loro: dei "buoni" che occupano palazzi per la povera gente... E' il loro modo di fare non solo quando confezionano dossieraggio inventato contro chi li critica, è il loro modo di fare su tutto. Tutto!

Ci ha sorpreso poi vedere una mancanza grave che sarebbe stata utilissima per suggestionare ulteriormente i lettori. Consigliamo di inserirla. State a sentire: sia Artribune che Gambero Rosso hanno la loro pubblicitaria raccolta dalla società Piemme, che è la concessionaria del Gruppo Caltagirone tanto che tutte e due le testate online (i giornalisti devono non aver neppure aperto i siti, altrimenti gli sarebbe saltato all'occhio) campeggia niente meno che il logo de Il Messaggero. Scandalo! Caso vuole (usiamo lo stile dei nostri novelli Iacona alla amatriciana) che anche Caltagirone sia costruttore della Metro C. Si configura insomma in Roma fa Schifo una attività di lobbing non solo pro Astaldi, ma per tutte le società facenti parte del Consorzio Metro C. Comprese le Cooperative rosse che hanno grande gioco in partita? Chissà. Perché i grandi inchiestisti si siano fatti sfuggire questo passaggio non è dato sapersi. Peccato perché avrebbe suggestionato moltissimo i lettori. 

Detto ciò. Non abbiamo mai avuto modo di conoscere nessuno di Astaldi, ma temiamo che società da miliardi e miliardi di fatturato abbiano sistemi più efficaci per fare attività di lobbing che non un blog che tra l'altro sono mesi che parla male di una loro realizzazione. Tuttavia se Astaldi volesse sostenere un po' la nostra attività, visto che ormai da 7 anni la svolgiamo in maniera completamente gratuita e la cosa è massacrante, noi siamo qui: un contributo non sarebbe per niente sgradito, anzi. Ci permetterebbe di pagare qualche collaboratore e aiutante, di riqualificare la grafica del sito, magari di pensare una bella app, soprattutto di pagarci gli avvocati sia per difenderci dagli attacchi giudiziari (quelli dei cartellonari, quelli di Casa Pound e molti altri ad esempio, che stanno minando le nostre finanze personali) e sia per difenderci dalle diffamazioni che superano il livello di guardia, come questa. Eh già perché oggi, con le nostre finanze, non abbiamo minimamente la possibilità di contrattaccare a livello legale alla valanga di falsità e infamie di questi fascistelli da tastiera: non ce lo possiamo permettere.
Dunque appello ad Astaldi: il link per effettuare le donazioni è qui a destra. Prego cliccare, prego mettere molti zeri nella cifra, prego confermare. Ringrazieremo con un post solo se la cifra supererà i 50mila euro, sennò solo via mail. Appello che facciamo anche alle altre tante aziende romane e internazionali che, di volta in volta, vengono inserite nella lista di quelle che "ci pagano": già che ci siete pagateci per davvero che abbiamo un enorme bisogno di risorse per potare avanti questo progetto il quale, vittima del suo successo, sta attirando attacchi sempre più meschini, sempre più fascisti, sempre più mafiosi, sempre più violenti. Per fronteggiarli occorrono denari, denari che non abbiamo. E se ci pensate è in realtà davvero assurdo che quella che ormai è una istituzione come Roma fa Schifo non abbia supporto istituzionale e privato per poter andare avanti e migliorare ancora il proprio apporto al bene della città: pagatece, una buona volta!

Roma fa Schifo è in realtà un corporate blog di Astaldi, come sostengono i movimenti? Ma magari! Ecco la nostra risposta all'inchiesta. 

Ad ogni nostra battaglia c'è sempre, in definitiva, qualcuno pronto a giurare che veniamo pagati, prezzolati, foraggiati, manovrati. "Ma chi ve paga?" è il motto diffusissimo di chi a Roma vede impegno civico e non può capacitarsene, non può credere che qualcuno si impegni e si sbatta da anni, ogni giorno, per la propria città senza un tornaconto economico. Questa feccia non muove un mignolo senza un ritorno o economico, o politico, o di potere. Non possono pensare che qualcuno si muova per spirito civico e per senso del bene comune: la cosa li fa andare totalmente, come si può intuire, fuori di testa. In realtà, se ci pensate, è una notizia positiva: più l'impegno di questa brutta gente per smontare il nostro lavoro si fa sofisticato, più il segnale dell'efficacia del nostro lavoro è squillante. Mettere i bastoni tra le ruote alla mafia romana che imperversava nel silenzio dei media da decenni e che utilizzava i movimenti come stampella non poteva essere azione priva di conseguenze. E per ora si limitano a scrivere, chissà per quanto...

30 foto per segnalare l'abisso che separa Roma da Napoli. Ovviamente a vantaggio di Napoli

Solito plot che conoscete ormai molto bene: caro, vecchio post di raffronti. Questa volta non internazionali, ma riferiti ad un'altra città italiana, molto vicina a Roma peraltro. Raffronto significativo perché nella testa della grande maggioranza dei romani Napoli è considerata come una città "messa ancora peggio" di Roma. Niente di più falso e superato. Anche perché mentre nell'ultimo quindicennio Napoli ha fatto qualche passo in avanti (pur restando una città con enormi problemi), Roma ha fatto mille passi indietro tanto che, allo stato attuale, lo stato di degrado della Capitale d'Italia è assai superiore a quello della metropoli campana. Analizziamo una a una le immagini che approfondiscono alcuni piccoli punti, ma che danno un segno sulle differenze ormai purtroppo smaccatissime tra le due persone. Spiace solo non aver materiale che documenti - in raffronto alla devastazione romana - la cortesia e l'efficienza del personale dei mezzi pubblici: a Napoli chi ti corre incontro quando sei alla macchinetta non è il nomade desideroso di scipparti, bensì l'addetto che ti aiuta. Successo due volte in un giorno. Senza chiedere. A voi a Roma è mai successo?


Giri per Via Toledo (altra pedonalizzazione vera!) e alla fine, nel breve tratto tra Piazza Trieste e Trento e la metro Toledo, pur di Sabato, ti rendi conto di aver incontrato qualcosa come 8 o 10 uomini della Polizia Locale. Ovvio che, grazie a questo impegno, fazzolettari e vu cumprà non vi siano.

E' sorprendente come in molte zone della città si sia riusciti a dare un assetto europeo alle strade. Assetto che a Roma praticamente non esiste (di fatto Via di Torre Argentina è l'unica ad avere caratteristiche simili). Questo a Napoli accade in molte aree. Da quelle più popolari a quelle più chic. La lotta alla sosta selvaggia è stata fatta con robusti paletti, non a chiacchiere o con segnaletica. Speriamo vadano avanti perché laddove non c'è arredo urbano, c'è il delirio.




A Napoli la questione è molto semplice. Se c'è una zona dello shopping di lusso (e Via dei Mille ma soprattutto Via Filangieri sono tra queste), gli arredi e l'assetto urbano devono essere di lusso. Così come accade a New York, a Londra o a Parigi. Guardate queste immagini e poi pensate al castagnaro di Via Condotti, alla sosta selvaggia di Via Frattina e di Fontanella Borghese, alla bancarella di Piazza di Spagna, alle baraccopoli di Cola di Rienzo.


 

Ma come fanno i writers napoletani a esprimersi? No perché tutti i cassonetti sono intonsi, perfetti. E come fanno i traslocatori? Come fanno i napoletani a traslocare o a svuotare le proprie cantine quando sui cassonetti non c'è l'ombra di un adesivo di queste attività abusive e criminali? A Roma i cassonetti sono completamente ricoperti. Come mai una differenza così enorme a distanza di pochi chilometri? In realtà una affissione c'è, è quella di un comitato che in collaborazione con Asia (l'Ama di Napoli) ha affisso su tutti i cassonetti un invito a impegnarsi di più per la preferenziale. Senza mandarlo a dire!


Non solo il Lungomare è pedonalizzato (ma una pedonalizzazione vera, attenzione!) nell'ambito di un'operazione che resterà nella storia, ma - con apposita indicazione comunale - si indica anche la qualità del mare per la balneazione direttamente in pieno centro. Mare eccellente sia dalle analisi che dalla vista: le foto non rendono la limpidezza!

E guardate la Stazione Mergellina. Niente male eh? E' la seconda stazione della città, come la nostra Tiburtina... ma provate a ipotizzare il confronto. Sì sì anche qui fino a pochi anni fa c'era il caos e fuori il piazzale era tutto ingombro di macchine. Ma poi hanno riqualificato l'arredo urbano e la situazione oggi è questa. 

Oltre a non aver capito come traslocano, non abbiamo capito neppure come fanno i napoletani quando hanno bisogno dei famigerati serrandari. Qui le serrande e le cornici delle entrate dei negozi sono sempre libere. Perché da noi sono completamente ricoperte di adesivi?

Non abbiamo creduto ai nostri occhi. Leggete il livello statunitense di sputtanamento che si attua verso gli affissori abusivi da parte del Comune. Solo applausi per una amministrazione comunale che dice parole chiave, le scrive, le spiega ai cittadini contro l'abusivismo. 

 A proposito di affissioni, il centro storico di Napoli, come avrete visto dalle altre foto, non è ingombro di cartelletti di ogni tipo. Sono stati fatti regolari bandi pubblici e la zona centrale della città è stata pulita e ora ha pochi cartelli e belli. Magari dotati di mappa, come questo.

A Napoli non c'è il TAR che dice "non si possono alzare le tariffe delle strisce blu perché bisogna tenere presente la scarsa propensione dei romani ad usare il trasporto pubblico". O forse a Napoli non ci sono associazioni di consumatori che si accaniscono contro l'amministrazione e in definitiva contro i cittadini. Sta di fatto che i parcheggio blu costano così. Molto più che da noi: ovvio, è l'unico modo per disincentivare le persone a utilizzare l'auto privata. 







Fuori dalla Stazione Centrale l'unica sosta plausibile è quella dei taxi. Pensate a Via Giolitti e a Via Marsala invece. Ma il nostro assessore ai lavori pubblici ha promesso "entro marzo" di risolvere la situazione. Marzo però sta finendo...





Macchinette in ottimo stato e presidiate da addetti e con nastri ad evitare l'assalto di questuanti e ladruncoli. 

Poi, dopo un'ora e dieci, arrivi a Roma e trovi le biglietterie della stazione presidiate da tre rom ragazzini che "aiutano" chi di aiuto non ha alcun bisogno...