20 gennaio 2017

Perché Roma si sta coprendo di mega affissioni sui palazzi spiegato facile






Lo scenario veleggia tra il patetico e il ridicolo. Con tutte le conseguenze del caso. Per carità, in molti casi questa organizzazione serve a far sì che vi siano i soldi, altrimenti inesistenti, per restaurare fior di palazzi storici (e il nostro punto è sempre stato quello che la pubblicità su area pubblica può esistere solo se dà qualcosa in cambio alla collettività), ma in molti altri casi - è del tutto evidente - ci si inventa delle necessità di restauri pur di piazzare enormi cartelloni pubblicitari in zone di primissimo pregio, oppure si procrastina senza reali motivi un intervento che potrebbe durare tempo 10 e invece viene fatto durare tempo 60, o magari 160. 

E la città si è completamente riempita di gigantesche affissioni che coprono i palazzi per mesi e per anni. I grandi crocevia e le zone di grandissima visibilità non sono libere mai. Mai. Si fa un palazzo, appena finisce su passa al successivo (la norma impedisce che vi siano due impianti in contemporanea sulla stessa area), indipendentemente dalla reale necessità dei lavori e degli interventi. 

Ma al di là delle malversazioni e di chi si approfitta, stando tra l'altro dentro le leggi, di come è scritta la normativa, come mai c'è questa pressione? Come mai c'è questa richiesta? Come mai le concessionarie che si occupano di restauro&inserzioni bussano alle porte dei condomini più visibili con offerte che non si possono rifiutare e che portano molti a decidere di incassare la lauta somma pur di stare per mesi e mesi nascosti dietro al pvc dei cartelloni? 

Il motivo è sempre lo stesso: il mercato delle affissioni romano e le modalità mafiose con chi è gestito. Roma è in fatti, allo stato attuale, l'unica città occidentale dove un brand serio, autorevole e famoso non ha modo di trovare spazi per le sue affissioni nei normali circuiti cittadini. Gli impianti fanno raccapriccio, sono gestiti da ditte improbabili, sono piazzati in maniera caotica, uno sull'altro, la pubblicità così perde valore, è sciatta e squallida e può essere di un qualche interesse (peraltro a prezzi stracciati, visto l'affollamento assurdo) solo a esercizi locali. A Roma si pubblicizzano mediante cartelloni concessionarie di auto, palestre, negozi si sartoria che ti rifanno la zip dei pantaloni in un'ora, compro oro e cartolerie. E' qualcosa di unico e incredibile: in tutto il mondo evoluto la pubblicità esterna è qualcosa di preziosissimo e raro, appannaggio esclusivo delle grandi marche che la usano per fare campagne di brandind, a Roma è tutto il contrario. Trovateci a New York, a Londra, a Berlino, a Parigi o a Madrid una concessionaria di auto, una palestra, un discount o una cartoleria che si pubblicizzano comprando spazi sulla cartellonistica: impensabile. Questi esercizi, in altre città, utilizzano la carta stampata o internet mentre i pochi, selezionati e begli impianti pubblicitari sono usati dalle grandi marche nazionali e internazionali. 

Secondo voi, giusto per commentare le foto in queste pagine, un'azienda come la Peugeot e le agenzie che le curano la comunicazione in tutte le grandi capitali globali, preferisce un impianto in cui è sola, visibile, magari di fronte al Colosseo oppure preferisce confondersi in mezzo a mille cartelloni e cartelletti che al massimo possono essere appetibili per una concessionaria? Il circuito normale delle affissioni romane va bene al più per le concessionarie automobilistiche, non per le case automobilistiche. Peccato che in nessuna città del mondo una mera concessionaria potrebbe mai avere accesso al mercato pubblicitario dell'esterna. E' un po' come se lo zozzone di Porta Maggiore comprasse una pagina sul New York Times, improbabile e impossibile.

Ecco perché a Roma c'è tutta questa pressione sulle grandi affissioni sui palazzi: è l'unico modo che hanno i grandi brand (e infatti le affissioni sono utilizzate solo dei grandi brand) per emergere dalla nuvola di immondizia della cartellonistica romana all'interno della quale qualsiasi affissione è squalificata, qualsiasi inserzione vale in realtà zero o addirittura meno di zero. Ed ecco perché, per certi versi, regolare e normare ulteriormente il comparto delle affissioni sui palazzi (cheppure, lo ripetiamo, sta esagerando) sarebbe un peccato perché significherebbe semplicemente tenere alla larga dalla nostra città i grandi investimenti in comunicazione di multinazionali e centri media, multinazionali e centri media che, in alternativa, mai e poi mai comprerebbero affissioni esterne "normali". Perché a Roma, nel comparto della pubblicità esterna, la normalità e immondizia impensabile dovunque al mondo.

Come si risolve questa faccenda? Ci si stava arrivando con la giunta Marino e con la caparbietà e la lucidità di Marta Leonori, ex assessora al commercio. Riduzione degli impianti e specializzazione dei circuiti, con un circuito pregiato, isolato e di altissimo profilo che poi sarebbe servito tra l'altro anche a pagare il bike-sharing (non solo pulizia della città, non solo riequilibrio della concorrenza, ma anche servizi utilissimi a cittadini e turisti laddove invece i grandi impianti sui palazzi danno solo peanuts indietro alla collettività). Tutto questo avrebbe sistemato un po' le anomalie attuali e avrebbe tra l'altro consentito al Comune di incassare di più nel contesto di una città più pulita, legale e sistemata. Tutto questo avrebbe costituito una concorrenza sana e leale al debordante universo delle mega affissioni sui palazzi. Ovviamente questa amministrazione ha insabbiato tutto, da mesi. Il famelico oligopolio dei gestori delle maga affissioni sui palazzi gode, il racket delle ditte pubblicitarie romane gode pure lui. Onestamente noi cittadini godiamo molto meno, anche se il 99% non se ne rende conto neppure...

15 commenti:

  1. (del laido degrado invasivo dei cartelloni)...anche se il 99% non se ne rende conto neppure...
    Ecco, appunto.
    1% di banditi e incivili prosperano perchè il restante 99% è semplicemente IGNAVO.

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  2. Romani conigli. Ormai ufficialmente siete come i calabresi, merde umane inutili

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    1. Ciao caro, io sono Calabrese e ti dico che hai detto bene che i romani sono conigli nel rispettare la propria città. Io sono 20 anni che ci vivo e cerco di lottare ogni giorno con rispetto ed educazione per aiutare la città.... tu come tanti altri ti nascondi dietro anonimato per dire genericamente che i romani come i calabresi sono merde.... tira fuori la testa dalla sabbia e palesati spiegando il perché la gente è merda..... magari tu sarai uno dei tanti che suona in macchina per manovre subite e poi supera a destra o parcheggia o butta carte ecc.... se vuoi spiegarmi il tuo pensiero io e altri ringrazieranno.... vivi anche tu qui o sbaglio? Un saluto

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  3. Mitico lo zozzone di porta maggiore!

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  4. Articolo SACROSANTO. Lucidissima esposizione. Ho votato per il M5S e, se non provvedere a disciplinare in maniera seria ed europea questo settore lasciato in mano alla camorra, non voterò più loro e consiglierò di NON votare i miei tanti amici e familiari che lo hanno fatto.

    Roma, così come è attualmente, è da VOMITO.

    (e non mi si dica, ancora, che è colpa del passato: sì, lo è, ma qui è l'IMMOBILISMO più totale. Tolto il buon Stefàno.)

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  5. Aridatece MARTA LEONORI

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  6. 1% di banditi e incivili prosperano perchè il restante 99% è semplicemente IGNAVO

    verissimo ! peraltro nel buio totale delle strade e dei lampioni, certe pubblicità sono l'unica fonte di luce sui marciapiedi

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  7. molte maxi pubblicità sono più belle di tante facciate cieche non tinteggiate

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  8. non capisco perchè gli impanti non abbiano un numero verificabile dai vigili in tempo reale, come verificano le assicurazioni delle auto dal numero di targa !

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  9. ma chi se li ricorda i pentafessi che si stracciavano le vesti e inveivano contro marino per la pubblicità della fiat del renzista marchionne (il diavolo) che campeggiava all'inizio di via della conciliazione.
    ne dissero di ogni per sputtanare il sindaco senza neppure sapere che il cantiere il palazzo e il committente erano del vaticano.
    la solita BUFALA che però in questi tempi di analfabetismo galoppante ha avuto una grande presa tra i romanari che infatti in massa hanno votato peppe.
    bene bravi però nun rompete er c.

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  10. IL PRIP, piano per il riordino dei cartelloni,

    grazie al lavoro del mai abbastanza rimpianto MARINO,
    dell'assessore MARTA LEONORI e
    delle associazioni di cittadini per il bene pubblico contro mafie e mafiette e dei loro banditi copertori politici,

    è faticosamente pronto da mesi, a questo punto anni.

    Ma gli inutili PENTASTRILLI diballisti associati Casalegggio Milano SpA hanno il coraggio di dire a tutti che di fatto lo hanno affossato ?

    E lo schifo cartellonaro continua impunito a saccheggiare e degradare lo spazio pubblico, oscenità unica al mondo, con guadagni stratosferici per loro e solo qualche eventuale briciola per il Comune?

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  11. Siete degli incorreggibili ottimisti, ricordate sempre che i responsabili delle agenzie di comunicazione, dei media per gli spazi e i dirigenti delle aziende che commissionano gli annunci sono tutti (nel 90% dei casi) ROMANI. Il problema della qualità degli impianti non si pone proprio.

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