28 febbraio 2019

Area archeologica centrale. Tante foto dimostrano lo schifo dello schifo














































Invio una cartella con delle foto scattate nei dintorni dell'area archeologica centrale. 

Ogni giorno sono lì, da 3 anni lavoro per una società che si sta occupando del restauro di una porzione del Colle Palatino, e vi assicuro che, almeno in questo arco di tempo, la situazione non è mai cambiata. 

Nel piazzale del Colosseo sono presenti continuamente almeno 2 o 3 volanti della Municipale, ma continua ad essere pieno di venditori ambulanti e guide fasulle in ogni dove. Parlo spesso con gli agenti presenti, mi ripetono continuamente di non poter fare nulla. 

Si assiste a scenette ridicole di corse alla 'guardie e ladri', e gli ambulanti se la ridono mentre scappano, perché sanno di poter tornare dopo pochi minuti. 

I giardini sono costellati di rifiuti di ogni genere, ogni palo segnaletico è inclinato e cosparso di adesivi; qualunque buco o pertugio è una buona scusa per fare lunghe trecce di nastro giallo, che rimarranno fino a decomposizione. 


Lungo la via Claudia, alle pendici del Parco del Celio, c'è una discarica di resti di pic-nic improvvisati e i secchioni sono putrescenti. 

Insomma, fa male al cuore vedere tanto splendore e così poco impegno per proteggerlo. Stiamo parlando di un'area storica che non ha eguali al mondo. Dovunque fosse, sarebbe trasformata in una miniera d'oro capace di produrre benefici per tutti, qui a Roma tutta questa abbondanza di patrimonio culturale produce solo disagio.
LETTERA FIRMATA

21 febbraio 2019

Viadotto della Magliana. Hanno impiegato 200 giorni per un lavoro da 10 giorni


Caduti un po’ tristemente nel dimenticatoio i lavori per la sostituzione del guardrail sul viadotto della Magliana (accesso per l’autostrada della Roma - Fiumicino) si sono conclusi pochi giorni fa nella notte fra il 15 e il 16 febbraio.
Intervento che ricordiamo è stato commissionato dal SIMU (Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana) e i cui i cantieri sono stati allestiti nella notte tra il 1 e 2 agosto 2018 con data di ultimazione lavori dichiarata entro il 15 settembre 2018. Lavori che però sono partiti solo il 21 agosto 2018, obbligando così gli automobilisti a 20 giorni di code, seppur nel mese estivo, senza alcuna ragione.
Riepilogando si trattava di un normalissimo lavoro di manutenzione che prevedeva la sostituzione di ben 170 metri del vecchio guardrail, il rifacimento del cordolo in calcestruzzo armato e il posizionamento dei nuovi new jersey in cemento prefabbricati (come se ne vedono per chilometri e chilometri su strade extraurbane e autostrade). Intervento reso necessario dallo stato del vecchio guardrail dovuto a scarsa, o per meglio dire inesistente, manutenzione ed ai frequenti incidenti.
Un lavoro che in qualsiasi città del mondo si sarebbe svolto in circa 10 giorni con una squadra ben organizzata su più turni 24h su 24h (soprattutto la sera, con meno flussi di traffico) ma che solo a Roma ha visto impiegati una media di 2 operai con rare punte di 4 persone al lavoro su un turno unico (8-16) rigorosamente solo nei feriali. Un andamento che ha portato a 200 giorni la durata complessiva del cantiere.
Una situazione che già di per se si presenta ridicola ma diventa ancora più grave se si ripercorrono le tappe degli ultimi mesi: i lavori, iniziati come detto in ritardo, sono andati ad un ritmo così lento che fin da subito si è pensato bene di rinviare il termine prima al 30 ottobre (1 mese e mezzo in più) e poi successivamente al 29 novembre (2 mesi e mezzo oltre la data concordata) con l’amministrazione che si difendeva per mezzo dell’ass. Gatta sia tirando in ballo il cattivo tempo sia con la difficoltà degli operai a lavorare in pochi metri di spazio con il traffico nella corsia vicina (come se nel resto del mondo non siano all’ordine del giorno interventi di questo tipo).

Si arriva quindi alla fatidica data con i cantieri in pieno svolgimento tanto da rinviare i lavori al 4 dicembre 2018 e poi addirittura al 15 dicembre 2018. A questo punto, arrivati a fine dicembre, i lavori seppur complessivamente conclusi non erano ancora completi. La consigliera capitolina Monica Montella del M5S ci spiegava che la ditta “ha avuto problemi nel reperire un corrimano d’acciaio dalla ditta fornitrice” obbligatorio per il collaudo finale e quindi per la rimozione dei new jersey in plastica del cantieri, lasciando quindi il restringimento e le lunghe code praticamente ad ogni ora del giorno.

Se finora il livello di pressapochismo con cui è stato condotto questo intervento non vi è sembrato abbastanza c’è ancora da domandarsi come mai la ditta costruttrice, a cui il SIMU ha assegnato i lavori su una delle arterie più trafficate e importanti della città, nonostante i mesi e mesi di ritardi non ha ordinato questo misterioso pezzo (da luglio).
Ad ogni modo le conseguenze di un bando scritto con i piedi sono sempre le stesse: nuovo rinvio della data di fine lavori al 15 gennaio 2019, poi al 30 gennaio 2019, poi al 5 febbraio 2019 e infine al 20 febbraio 2019.
Data che è stata anticipata con la riapertura al 16 febbraio grazie all’arrivo e al montaggio del pezzo mancante.
Siamo dunque di fronte a 9 (nove) rinvii ed una durata totale dei lavori di 180 giorni a fronte dei 21 previsti mentre se si considerano i giorni di cantiere si sale a 200 contro 45 previsti.
Di fronte ad una situazione che solo a raccontarla ci sarebbe da ridere, se non fosse per le ore buttate nel traffico e per i mille aerei perduti, la sindaca il 16 febbraio 2019 annuncia in pompa magna la fine dei complessi lavori (per 170 metri di muretto, lo ricordiamo) con un post su Facebook.

Tralasciando il fatto che in qualsiasi città del mondo un intervento del genere non sarebbe nemmeno sottoposto all’attenzione del sindaco della città e neppure ad un piccolo assessore municipale (ma dopo i ciclamini e i gabinetti di Pinuccia non ci si meraviglia più di nulla), Virginia Raggi ci informa che la ditta verrà “invitata” a pagare le penali.
Sottolineo il lessico che non “obbliga” ma “invita” a pagare le penali, come se fosse un qualcosa di facoltativo. Penali che peraltro sono scattate solo il 1 dicembre, ovvero 2 mesi e mezzo dopo la data di consegna prevista, e dovrebbero ammontare a soli 700 euro al giorno, evidentemente una cifra non sufficiente per far velocizzare la ditta che ha impiegato quasi due mesi solo per reperire e montare la protezione metallica superiore. Sia chiaro che è tutto nella norma grazie all’indecente programmazione del SIMU.

Insomma un’incompetenza di una gravità assoluta da parte dell’amministrazione a 5 Stelle che è ricaduta sui cittadini costretti ad ore di code per uscire dalla città e di conseguenza congestionando di un intero quadrante, devastando l'immagine di Roma rispetto ai turisti costretti a perdere migliaia e migliaia di voli. Una situazione che ora rischia di ripetersi per i più complessi e lunghi lavori di manutenzione del Ponte Magliana (proseguimento del viadotto). Intervento quest’ultimo richiesto dagli ingegneri del SIMU per via dello stato di degrado in cui versa il ponte (in parte dovuto ai frequenti incendi dei nomadi della spazzatura sotto il viadotto) e per il quale saranno necessari 150 giorni di lavori e alcune giornate di chiusure totale del ponte stesso. Ci sarà da ridere, anzi come al solito da piangere.


16 febbraio 2019

Video. Siamo tornati a Via Emanuele Filiberto un giorno dopo il fattaccio

Il filmato che abbiamo pubblicato ieri sui nostri profili Facebook e YouTube ha fatto il giro della città e già molti quotidiani lo hanno ripubblicato (purtroppo rubandolo senza manco menzionare la fonte) per documentare l'ignoranza, l'aggressività e la impunità che ormai regna sovrana, e sempre di più, nell'unica grande metropoli europea governata dall'honestà...

Oggi però, curiosi come scimmiette, ci siamo recati sul luogo del delitto per andare a verificare dal vivo la situazione e girare finalmente un video vostro. 

Beh, giudicate voi. Nello stesso identico punto (mentre tutto il resto della strada è piuttosto libera anche grazie alla nuova preferenziale protetta) c'erano anche stamani macchine in sosta selvaggia. Il disagio che provocano, a dispetto dei tanti che pensano "aho ma nun rompe, tanto ce passi!", è più che evidente e il filmato parla chiarissimo.

Abbiamo poi analizzato l'offerta della strada. Di quella, attenzione, che era fino ad alcuni decenni fa (anni Cinquanta, Sessanta e forse anche Settanta), la strada più commerciale della città di Roma. Ebbene oggi è una strada di lavanderie indiane, frutteria bangladesh e pizzerie a taglio egiziane. Però se suoni ad un incivile in doppia fila chi è l'unico che esce a minacciare come un camorrista? Ma un italiano ovviamente: romanissimo! Guarda il caso. 


Questo articolo per fare un appello: la bike line! Come si risolve questo problema? Con i vigili? Non del tutto? Con lo street control? Importante, ma serve a far multe, non a togliere le auto dalla doppia fila. Con le telecamere fisse? Idem. L'unica soluzione radicale è l'arredo urbano e la dimensione della sezione stradale: con una ciclabile leggera posizionata tra sosta e marciapiede la carreggiata arriverebbe ad un dimensione corretta, rendendo impossibile la sosta selvaggia e si darebbe una risposta seria alle tantissime persone che utilizzano questa arteria usando la bicicletta. Facciamola e il problema sarà risolto per sempre: meno conflitti, meno traffico, meno pericoli, meno stress, più sicurezza, più affari per i negozi (quelli che hanno una ciclabile davanti aumentano il fatturato fino al 25%). Coraggio!