15 gennaio 2016

1800 orribili cassoni gialli della mafia. Dovevano sparire il 15 novembre, il 15 gennaio e sono ancora tutti lì







Prima ancora dei giudici e dei processi, la magagna l'avevano scoperta i giornalisti facendo emergere giri loschi dietro agli indumenti raccolti in questi cassoni. Finalmente l'Ama se n'è accorta e il 15 novembre 2015  ha promesso che "nei prossimi giorni" i 1800 mostruosi cassoni gialli sarebbero stati eliminati. Diteci nei vostri quartieri, ma nella città che vediamo noi nessuno di questi mammozzoni è stato rimosso. Sono tutti al loro posto. Tutti e 1800. E ancora vengono riempiti di rifiuti da parte dei cittadini e depredati da parte della filiera criminale che poi va a alimentare i mercatini del rubato e dell'immondizia ormai famosi a livello nazionale grazie a tanti servizi televisivi. Molti ormai vengono aperti come scatolette di tonno, dal retro, per rubare scarpe e abiti usati che i cittadini, ingenuamente, credono di consegnare ai bisognosi. 

Per tacere, poi, dell'ingombro. Molti di questi cassoni sono in curva, sui marciapiedi, dentro le fermate dell'Atac, al posto di parcheggi. 1800 cassoni sono almeno un migliaio di posti auto sottratti alla città, l'equivalente di una decina di PUP. La cosa grave e assurda è che, invece di ricorrere a sistemi più intelligenti (porta a porta o mobili) l'Ama, come dice il comunicato stampa qui sotto, punta a fare un bando per dar seguito a questa modalità antidiluviana di raccolta rifiuti.

“MAFIA CAPITALE”, AMA: INTERROTTA RACCOLTA INDUMENTI
USATI; IL SERVIZIO VERRA’ INTERNALIZZATO

Ama Spa comunica di aver disposto l’interruzione del servizio di raccolta differenziata di indumenti e accessori di abbigliamento usati sul territorio comunale, revocando
l’affidamento ai consorzi aggiudicatari Sol.Co e Bastiani. Nei prossimi giorni, pertanto, i consorzi citati dovranno rimuovere i circa 1.800 contenitori gialli dedicati alla raccolta nella città di Roma. Si rende noto, inoltre, che il Consiglio di Amministrazione di Ama ha già deciso che tale servizio di raccolta differenziata verrà internalizzato. A questo fine, nel 2016, sarà bandita una gara ad evidenza pubblica per l’acquisto di cassonetti da utilizzare per il conferimento dei rifiuti tessili e si procederà per dotare l’azienda capitolina di strutture atte alla valorizzazione in proprio di tali materiali.

Il provvedimento, che si inserisce nel percorso di trasparenza e legalità intrapreso dal nuovo management di Ama, è stato deciso in quanto nell’ambito del processo per “Mafia Capitale”, lo scorso 5 novembre è stata resa pubblica la “Relazione sugli esiti dell’accesso presso Roma Capitale” del Prefetto di Roma, che contiene anche un capitolo riguardante questo servizio. All’interno del documento, si evidenziano condotte non corrette dei due consorzi nella gestione e nella partecipazione alla gara del 2008, nonché l’esistenza di gravi infiltrazioni mafiose che avrebbero interessato anche direttamente talune delle cooperative esecutrici del servizio. Gli attuali vertici di Ama Spa, anche in questo caso, assicureranno la massima collaborazione alla Procura della Repubblica che, attraverso la Direzione Distrettuale Antimafia, ha richiesto gli atti relativi sia all’appalto del 2008 sia a quello risalente al 2013, riguardanti i medesimi soggetti.


Nella lettera che l’azienda, a propria tutela, ha già inviato ai consorzi Sol.Co e Bastiani, vengono sottolineate le “gravi ragioni di opportunità nonché di tutela del pubblico interesse” che hanno determinato la decisione di non procedere alla stipula dei nuovi contratti di affidamento e di “interrompere la prosecuzione del servizio in essere”.


Roma, 15 novembre 2015

20 commenti:


  1. Partendo dai cassonetti gialli, andando a ritroso, possiamo individuare una simpatica 'connection criminale'?
    Sembra che ad ogni azione o proposta delle aziende sia collegato un qual interesse criminale. Non è ora di farla finita e vendere tutto?
    Almeno a sporcarsi le mani saranno dei privati e non funzionari pubblici!

    Ma Tronca che fa? Qualcuno l'ha visto dopo il baciamano al PAPA?
    Boh? Mistero ...

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  2. Il post parla dei cassonetti gialli, ma il problema, in tutta evidenza, è nella totale inadeguatezza di AMA a gestire, tanto in termini di logistica quanto in termini amministrativi, così tante e così complesse attività, su un territorio vastissimo.
    Dato che esiste, in tutta evidenza, un enorme scostamento fra ciò che sarebbe necessario - in termini di capacità di "governance" - e ciò che riesce concretamente a fare AMA, per affrontare seriamente il problema si dovrebbe prendere atto della necessità di dividere le funzioni in una pluralità di differenti aziende, specializzaste per compiti e anche per copertura territoriale.

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  3. Io prima strappo/taglio i vestiti e le scarpe da buttare, rendendoli inutilizzabili. Poi le inserisco nei contenitori gialli. Vediamo chi vince.

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  4. chi come me ha dovuto lascaire la sua terra per venire in questa Città per costruirsi un futuro .. oggi rimpiange ancor di più quanto fatto.
    Purtroppo ROMA è allo sbando e viverci non ripaga gli sforzi fatti... e tornare indietro a 45 anni non credo si possa fare !!!!
    I ROMANI non meritano questa Città perchè credo che non la amino veramente.

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  5. I cassonetti gialli non vanno più usati. Per l'AMA invece di dividerla in ulteriori scatolette incontrollabili, occorrerebbe invece 1) venderla a privati, oppure 2) Risanarla, cacciando via tutti i raccomandati (quanti dipendenti rimarrebbero?) e soprattutto i suoi vertici, rimpiazzandoli con funzionari ed operai svedesi e giapponesi. Scommettiamo che nel giro di due mesi tutto cambia?

    Ciao

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  6. Dalle mie parti (Boccea) sono ancora tutti li', tra l' altro nella mia zona ci sono ancora i cassonetti verdi (tutti rotti) mentre in quasi tutta Roma ci sono almeno i piu' funzionali e decenti cassonetti grigi.

    Andrea Rossi

    P.S.: A chi invoca l' intervento di aziende private, ricordo che già molti servizi dell' Ama sono svolte da privati ed in particolare da cooperative rosse, come la famigerata 29 giugno che continua ad operare.

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  7. Io metto da parte le cose che nn uso piu le lavo le metto in busta e poi le lascio ogni tanto alla caritas della chiesa vicino....che ce vo?!?

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  8. In poche foto tutti i mali di Roma, raccolta differenziata, degrado, disservizi e Rom

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  9. E poi mia madre dove li prende i vestiti?

    Andrea Rossi

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  10. Al commentatore delle 1:38.

    Mia madre li prende al negozio pagandoli (cosa che non piace fare ai tuoi amici rom), tu invece rosichi se parlo male del PD e delle cooperative rosso-mafiose, evidentemente fai parte di quel mondo di delinquenti criminali che vive grazie alla cosidetta sinistra.

    Andrea Rossi

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  11. Guarda, TUTTO quello che ha a che fare con la beneficienza è inserito in un unico circuito di mafia, che si tratti di caritas, di onlus varie, di cooperative o di quei banditi della comunità di Sant'Egidio. Basti solo pensare al fatto che le donazioni passano per lo più per un canale bancario, e di solito confluiscono al 75 % nel pagamento di stipendi degli impiegati, e che la gestione è su base nazionale con degli amministratori delegati, e che si arriva a investimenti di grande portata e dai risvolti discutibili, come da ultime vicende giudiziarie di Monsignor paglia.
    Un barbone italiano che viveva in un camper e che per un po' ha stazionato in Viale Castrense, finché in Viale Castrense c'è stata la caritas, mi raccontò cosa combinavano lì all'epoca, e mi disse che se veramente volevo aiutare qualcuno i soldi o i vestiti li avrei dovuto mettere nelle mani della persona da aiutare.
    La continuità tra associazionismi è evidente. Dove prima c'era il centro Caritas poi è stata impiantata una delle coop di mafia capitale, mica un negozio di frutta e verdura.

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  12. C'è una tale interferenza di interessi che si va dall'appropriazione semplice alla speculazione alla gestione fantasia dei sussidi (io a te dò una branda e due panini al giorno, nonché la tutela si stampo mafioso sulle attività abusive però mi prendo la diaria che ti spetta), all'organizzazione dello spaccio e di crimini vari coordinata con l'associazionismo criminale, alla creazione scombinata di posti di lavoro, che è forse il punto chiave.
    Se si seguono le diramazioni assistenziali legate soprattutto alla preordinata immigrazione, si arriva a traffici di portata internazionale.
    Ed è il motivo per cui la mafia si è da tempo legata a una base civile per modo di dire, organizzata in una vera e propria associazione segreta, di autotutela.
    Da ciò le resistenze che trovano sempre le procure e l'anti-mafia, anche al proprio interno, in particolare quando si tratta di perseguire i delitti perpetrati da categorie di particolare profitto per il sistema, come gli zingari.

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  13. Qualunque gruppo che si dichiari legato da finalità ideali assuma una forma societaria ha già virato verso una china di questo genere, ed è inutile che Don Ciotti ringhi a destra e a manca contro i detrattori di Libera, non serve essere un bravo Magistrato per rendersi conto che tra i suoi accoliti per rendersi conto che non tutti sono persone a cui lasciare le chiavi di casa l'estate.
    La beneficienza di per sé non dovrebbe esistere - perché porta profitto a chi la organizza ed eterna la povertà di chi dovrebbe goderne - e che si moltiplichino le associazioni invece di ridursi la povertà fa capire bene che nessuno di questi signori mira a riolvere i problemi, ma piuttosto a incrementarli, come base di una spaventosa rete di traffici e di potere.
    "Sono rimedi che non guariscono la malattia, la prolungano e basta. Anzi, quei rimedi fanno parte della malattia".

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  14. Ora mia mamma sarà costretta a prendere l'autobus fino alla comunità di S.Egidio per potersi vestire. Grazie RFS.

    Andrea Rossi

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  15. Torno poi a dire che nella autosalvaguardia del sistema criminale si arriva a livelli di strafottenza quasi imbecille, come dimostra il riaffidamento delle attività delle cooperative indagate in mafia capitale ai vertici delle cooperative medesime, quando è evidente che nessuno che si trovi a lavorare in questi gruppi può essere estraneo alle attività criminali da essi perpetrate.
    Basta vedere come si svolgono le assunzioni (intercettazioni di mafia capitale), ahò c'ho na nipote vedi se ppò ffà quarcosa llì da voi, e come no, un posto si trova sempre; è un posto di lavoro che nasce come scambio di favori e produrrà altri scambi di favori, perché la nipote all'occorrenza dovrà saper dimostrare la propria gratitudine.
    Si chiama associazione a delinquere, e questa gente andrebbe indagata, non garantita nel proprio posto di lavoro.

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  16. Quindi, i cassonetti restano lì per:

    - Negligenza. Oppure
    - Dirigenti che fanno orecchie da mercante perché sperano di ottenere una proroga di attività. Oppure
    - Comodità dei rom. Ma che vi credete, che dai cassonetti ci recuperino solo i vestiti? Buuum.

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  17. Per capirci, coi soldi spesi per questi abnormi cassonetti e per la settimanale attività di svuotamento, ci si comprava casa e si sistemava la situazione economica di chissà quante famiglie indigenti.
    Così invece ci si sono sistemati la ditta che ha fornito l'appalto, la cooperativa che gestisce la pratica, e gli zingari che non sanno dove lasciare il materiale di lavoro da far recuperare ai colleghi.

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  18. La mafia avrebbe minacciato legacoop (seee...), che dichiara "noi stiamo con libera".
    Pappapparaparapappappara, pappapparaparapappappara, papparapara papparapara...
    Vi stupiremo con effetti speciali, fuochi artificiali, specchio riflesso e i quattro cantoni.

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  19. Un invito a tutti i lettori,

    Prendiamo tutti il bue per le corna: Bombardiamo, tutti quanti, vigili, comune, enti, giornali, e TV con foto, video che umiliano questa città. Sì, assumiamoci la responsabilità di combatteere il degrado, l'anarchia e l'illegalità che regna e comanda Roma.

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