21 giugno 2012

Buon pranzo da Eataly

Ecco i tavolini di Eataly all'aperto. Il megacentro commerciale delle bontà apre oggi le sue porte e potete farvi un bel pranzo con questa vista (ingrandite la foto). Con i graffiti arrivati a dieci metri d'altezza.
In realtà ieri, giusto in tempo, sono arrivati con una gru e ne hanno cancellati un po'. Ma la sostanza rimane la solita perché tutta la zona fa impressione per quanto è degradata. E i graffiti, in assenza di opportuni controlli (leggi: telecamere), torneranno alla velocità della luce...

19 commenti:

  1. Poi un graffitaro cade da lassù e indagano chi ha progettato la colonna

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  2. Pulire e applicare la vernice antigraffiti.
    Che cè vò ?

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  3. In effetti non'è uno spettacolo bello a vedersi, considerando che rappresenta l'eccellenza del made in italy il contesto non mi sembra appropriato. Ma rassegnamoci, parte qualche zona del centro, tutta roma è così. Il degrado genera degrado. Perchè quando ci rechiamo all'estero siamo attenti a non gettare nulla in terra e ci comportiamo civilmente? E perche il civile turista a roma diventa un maiale???? La risposta è semplice.

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  4. l'eccellenza del made in italy ?
    incredibile come basti una buona pubblicità e un bel sito internet per far passare concetti fuori dal mondo !
    Vi pare che in qualche capitale europea si poteva fare un centro commerciale nel cuore della città ??! ! Un ulteriore centro commerciale !!!
    Speriamo che il piccolo commercio riesca a sopravivvere !

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  5. "Speriamo che il piccolo commercio riesca a sopravivvere"

    Se riesce a vivere sarà per merito, altrimenti chiude. Mi sembra pacifico. E' quello che tu stesso fai quando valuti dove spendere i tuoi soldi per la spesa.

    Il marketing è utilizzato normalmente per spingere i prodotti DOC ecc.... alle fiere internazionali, essendo parte integrante di qualsiasi commercio. Senza marketing e siti web, niente eccellenze italiane.

    Personalmente, preferisco una struttura del genere a una marea di negozietti a gestione familiare o mercatini improvvisati o bancarelle che vivono di debiti, lavorano in nero o con contrattini inutili e alimentano il degrado.

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  6. L'auspicio è che il piccolo commercio -quasi tutto- chiuda e fallisca. Il motivo lo spieghiamo domani su Pro Pup Roma... seguiteci.

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  7. per chiarirci ! Le eccellenze , in qualsiasi parte del mondo, sono date dall'artigianato. Non certo dall'"industriale".

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  8. Per gli ipercritici, prima di esprimere un giudizio fatevi un giro. stiamo parlando di una zona e di una struttura dove sono stati spesi a profusione soldi pubblici per i modiali del '90 (come si sarebbe voluto fare con le olompiadi e come è stato fatto con i mondiali di nuoto) degradata in cui c'erano solo barboni che facevano i lori bisogni ed un mega parcheggio mai utilizzato. Ora c'è un luogo in cui si vendono al 90% prodotti che non mi azzardo a definire artigianali ma non sono neanche industriali, chiamiamoli di piccoli produttori. Inoltre c'è una serie di proposte gastronomiche per mangiare più o meno velocemente. il riutilizzo della stazione mi sembra azzeccato, non mi sembra ci fossero molte altre alternative. forse preferivate un museo del trasporto ferroviario, delle giostrine, un florilegio di bancarelle o cosa?
    ps, non sono il proprietario ci ho fatto un giro stamattina. in effetti l'unica cosa buona è la struttura e l'interno.

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  9. ma guardate che il degrado sta ancora tutto l'ì ! C'erano solo barboni ? i barboni stanno ancora tutti lì !
    Ma vai a vedere la staizone invece di scrivere al passato !
    Quale iper critico ! perchè non mi faccio convincere dai messaggi subliminali dovrei essere super critico ?

    ps
    per quanto mi riguarda puoi anche andarci a vivere nei centri commerciali . Se ti diverte no problem !

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  10. Insomma c'è una zona degradata, graffittata (il punto del post), morente, arriva un tizio che investe, rimette a posto la struttura, porta qualche centinaio di posti di lavoro in ambito gastronomico (anche e soprattuto di qualità), e adesso è tutta colpa sua: la crisi, i barboni, il piccolo commercio che non ce la fa, magari anche i nastri trasportatori del sottopassaggio che non funzionano...

    Dai anonimo, facce ride.

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  11. Tonelli la beceraggine del piccolo commercio è frutto dell'assurda espansione della grande distribuzione.
    Oggi sopravvivono quasi esclusivamente negozi specializzati che ovviamente sono pochi e frequentati da clientela non strettamente locale, la quale anche per comprare un piccolo oggetto prende l'automobile o lo scooterone, spesso per cogliere un prezzo vantaggioso annullato dal consumo di carburante o da un'eventuale parcheggio a pagamento.
    Inoltre il tasso di impunità di questa città è tale che ormai anche in presenza di parcheggio regolare la maggior parte (triste ma è così) non ha voglia di perdere tempo e lascia in doppia fila o altra sosta selvaggia.
    Se cominciassimo a ridurre la grande distribuzione, anch'essa crisi per la competizione al ribasso, forse si comprerebbe più local e con meno spostamento di automobili.
    Comunque io ho chiesto sul sito Eataly proprio ieri se c'erano parcheggi per biciclette e non mi hanno ancora risposto...
    marco

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  12. Logistica (e logica), questa sconosciuta.

    La piccola distribuzione non può portare prodotti in giro, e ci ritroviamo al mitico KM0, cioè tu devi prendere la macchina e andare dal prodotto, aggiungi traffico e inquinamento, hai una scelta ridicola, non hai concorrenza e rimani all'oscuro dei prodotti più lontani.

    Il risultato? Miseria e ignoranza.

    Certo può capitare, per puro caso, che tu abbia la casa accanto a un produttore di formaggio. Bene, molto "local", e per il restante 99% della spesa che fai?

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  13. Insomma c'è una zona degradata, graffittata (il punto del post), morente, arriva un tizio che investe, rimette a posto la struttura, porta qualche centinaio di posti di lavoro"

    Complimenti ! dici tutto quello che ti ha insegnato la propaganda ! Il tizio è un benefattore !

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  14. Se la piantassi di combattere con il tuo "straw man" ti accorgeresti che

    - nessuno dice che il tizio è un benefattore. E' un imprenditore. I benefattori non esistono

    - il fatto che abbia investito, rimesso a posto la struttura in una zona degradata e portato contratti di lavoro è talmente oggettivo che non è in discussione. Poteva speculare in borsa, e tu neanche lo avresti saputo

    - il centro non è un McDonald (niente di male se lo fosse), ma addirittura vende cibi italiani di fascia media e alta. Le stesse cose con cui si riempiono la bocca i negozietti, spesso fallendo

    - i grossi negozi aperti fino a tardi portano benessere e qualità della vita, i graffittari da centro sociale portano solo merda. E la seconda opzione, ti piaccia o no, l'abbiamo già provata in quella zona

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  15. va bene ciccio ! nulla da dirti ! Ti chiedo solo il pacere di non continuare a ripetere queste cose che t'hanno insegnato (e che hai imparato) . Non sopporto tutta questa omologazione !


    ps
    Prova a mandare il curriculum e vedi il contrattone che ti fanno !

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  16. "Non sopporto tutta questa omologazione"

    Bah. Io ho elencato fatti e argomentato. Direi che in questo caso l'omologato sei tu.

    "vedi il contrattone che ti fanno"

    Stesse balle sentite per i McDonald. I contratti (che concordo, possono fare schifo) si fanno sulla base di leggi nazionali. Sicuramente non sarà peggio del contratto che ti fa il baretto o il negozietto, visto che la maggior parte lavora in nero o a gestione familiare.

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  17. Anonimo 5.32 (un nome no? così per praticità) probabilmente non è mai entrato in un Eataly a Torino o a NY perchè altrimenti saprebbe che non ha niente a che vedere con i centri commerciali che ci sono dappertutto. E' una formula innovativa, di grande intelligenza e successo, che promuove i prodotti italiani soprattutto quelli artigianali e di qualità. Anonimo probabilmente nella sua vita ha conosciuto solo il suo quartiere e il bar sport, e i suoi commenti sono il segno della più inconcludente omologazione

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  18. Il nome EATALY in realtà è un messaggio subliminale per comunicarci che in italia se stanno a magnà tutto quello che se po' magnà.

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  19. per me l'inziaitva è lodevole.
    un solo appunto per l'investitore: ha deciso di perdere tempo e soldi investendo a Roma.
    La zona è spaventosamente degradata e non basta certo l'apertura di una tale attività per portare senso civico ed educazione in una città del genere.
    la gente deve essere educata a forza di multe ed equitalia, altrimenti non se ne esce.
    un esempio può essere il Teatro Brancaccio. In un'altra città europea l'esito della proposta grandi musical sarebbe stata diversa.

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