22 settembre 2011

Che non si dica in giro che Catarci non risponde alle mail dei cittadini...


Vi ricordate la lettera che una lettrice ha scritto al presidente dell'XI Municipio Andrea Catarci senza ricevere risposta. La cosa ci supì vista l'attenzione di Catarci per queste cose, ma pubblicammo volentieri le rimostranze della cittadina. Oggi dallo staff di Catarci ci comunicato di avere finalmente trovato il tempo per rispondere, in maniera articolata, e ci chiedono di pubblicare anche qui il contenuto della replica. Eccolo qui sotto.


Gentile sig. Montanile,

la sua lettera è purtroppo arrivata in un momento particolare, in cui alla calura estiva si sommavano una serie di gravosi impegni perché nella città Capitale d’Italia il Sindaco Alemanno ha introdotto la malsana abitudine di approvare i bilanci preventivi a luglio, anziché nei primi mesi dell’anno. Pur ricordandola, ritenendola stimolante e intelligentemente provocatoria, tra l’impegnativa quotidianità e lo sforzo di capire cosa stesse succedendo sul piano economico e contabile non ho trovato allora il tempo per una risposta, cosa di cui mi scuso con lei. L’occasione mi viene fornita di nuovo dalla pubblicazione dello scritto sul blog Roma fa schifo. Senza entrare in eccessivi dettagli circa i compiti e le reali condizioni in cui versano i Municipi, si può dire che ad oggi continuano ad essere Enti dimezzati, senza autonomia patrimoniale (il bilancio viene appunto approvato dal Campidoglio anche per le 19 municipalità), a cui sono delegate essenzialmente le funzioni relative ai servizi sociali (es. assistenza domiciliare) ed alla cittadinanza (es. uffici anagrafici), alla manutenzione degli edifici scolastici ed alla manutenzione stradale (quest’ultima relativamente ad alcune parti della rete definite viabilità secondaria, cioè con l’esclusione della primaria che è di pertinenza degli Assessorati comunali e che comprende sia le consolari che altre strade ritenute comunque non secondarie). Ciò viene fatto con risorse sempre più insufficienti, sia di tipo economico che umano. Per quanto riguarda l’aspetto economico, basti pensare che i 19 Municipi hanno in carico all’incirca l’80% delle strade cittadine ma si vedono riconosciuti solo il 20% delle risorse, mentre per l’Assessorato comunale vale il rapporto inverso, cioè per il 20% delle strade si hanno a disposizione l’80% dei finanziamenti. Per quanto riguarda il personale, essendo molto meno pesanti i carichi di lavoro presso gli Uffici centrali, si registra la tendenza a fuggire dai Municipi, con le politiche relative ad accentuare tali migrazioni interne attraverso incentivi e straordinari.
Poco significative sono le deleghe su altre questioni di estrema rilevanza, come ad esempio le politiche urbanistiche. Nel Municipio Roma XI sono state avviate, o stanno per esserlo, rilevanti trasformazioni socio-urbanistiche (su tutti quelle che riguardano gli ex Mercati Generali ed il progetto “Campidoglio 2” all’Ostiense e quella dell’ex Fiera su Viale C. Colombo), ma i Municipi sono chiamati unicamente ad esprimere al riguardo pareri consultivi e non vincolanti: decide solo il Campidoglio. Anche su altre questioni di primo piano, dalla manutenzione di parchi ed aree verdi, a gran parte degli ambiti commerciali, sportivi, culturali, alla gestione delle politiche del personale di cui si è accennato, esistono Assessorati, Dipartimenti ed Uffici comunali che gestiscono le politiche ed i relativi fondi, seppur a venire chiamati in causa dalla cittadinanza sono spesso i livelli territoriali. Particolarmente negativa per gli Enti municipali e, ritengo, per la cittadinanza, continua ad essere la stipula dei contratti con le aziende di servizi (Acea, Ama, Atac, Multiservizi…), che avviene a livello comunale per l’intera città: con l’ovvia difficoltà per i Municipi a far rispettare impegni relativi alla qualità del servizio non essendo firmatari di nulla.
Già da questa schematica descrizione dovrebbe risultare evidente una cosa: quando a Roma ci si lamenta di decoro compromesso o di sporcizia, volendo comprenderne effettivamente le cause ed i soggetti che devono adoperarsi per rimuoverle, bisognerebbe analizzare i diversi gradi delle responsabilità, altrimenti si rischia di addossare all’Ente più vicino, per il solo fatto che lo si individua o che è disposto all’ascolto, tutta una catena di inadempienze, come mi sembra faccia lei. E’ un po’ come puntare il dito sui Dirigenti scolastici o sui singoli Provveditorati per le difficoltà delle Scuole o sui responsabili delle Asl per quanto riguarda il sistema sanitario che lei da medico sicuramente conosce: direi che, seppur ci possano essere e senza andare troppo lontano (Europa e oltre), prima vengono le scelte distruttive dei Ministeri competenti e di molte Regioni, o no? Così, in prima battuta sulla sofferenza in cui versa il verde urbano, sulle scarsa pulizia nei quartieri, sull’approssimativa manutenzione degli edifici scolastici e dell’intero patrimonio comunale, come su servizi sociali che dovrebbero essere ampliati ed invece vengono ridotti o delegati a strutture di volontariato, incidono in maniera determinante le scelte di un Governo nazionale che taglia i fondi agli Enti Locali e quelle di un Comune (oggi Roma Capitale) che li utilizza secondo priorità a mio avviso discutibili, in maniera inadatta. Poi si può anche imputare ai Municipi il fatto di non aver saputo ottenere abbastanza soldi in bilancio per fare adeguatamente quello che è previsto, o di non essere stati abbastanza incisivi politicamente da aver costretto altri a fare ciò che dovrebbero. Ma solo in seconda battuta e comprendendone il ruolo.
A questo punto si arriva ad un altro pezzo di ragionamento. Tutto ciò che trascende le funzioni amministrative delegate, che non rientra nelle competenze specifiche, non dovrebbe rientrare nell’azione dei Municipi. Per chi non vuole rassegnarsi a ciò, resta la possibilità di acquisire autorevolezza e forza d’urto puntando sui legami con la propria comunità territoriale, da valorizzare nell’ascolto e nella partecipazione, svolgendo azione di pressione finalizzata ad ottenere risultati nell’incontro-scontro con l’Amministrazione centrale e con gli altri soggetti competenti sulle diverse questioni, dando vita a campagne di impatto sulla popolazione ed il territorio, municipale e cittadino, individuando soluzioni (spesso creative…) alle problematiche insolute dal punto di vista amministrativo. In sintesi, per rovesciare l’impostazione che ci vorrebbe sempre impotenti a rispondere “non è nostra competenza” e qualificarsi come governo locale a 360 gradi, è necessario occuparsi di tutto ciò che succede nella sfera territoriale, perché parte della vita della nostra comunità di riferimento. Così, quando il Municipio non ha risposte dirette ed operative da fornire, deve cercarle insieme alla cittadinanza, scovando le responsabilità anche se lontane e nascoste.
Se avrà modo di consultare la sezione riservata alla Presidenza del sito municipale (www.comune.roma.it/municipio/11.it) o il mio blog personale (www.andreacatarci.it), ritroverà l’eco dell’impostazione che ho accennato, nelle parole come nelle azioni. In particolare leggerà delle iniziative di grande respiro contro l’abusivismo e la speculazione edilizia, per la tutela dell’Appia Antica, di quelle contro l’invasione dei cartelloni pubblicitari di vaste dimensioni, della difesa dell’ospedale CTO e della sanità pubblica, dell’introduzione del Registro dei Testamenti Biologici in materia di libertà personali, degli sforzi per rispondere all’inumana condizione dei rifugiati afghani dell’Ostiense senza adeguati strumenti amministrativi in mano, della lotta per mantenere un livello decente dei servizi educativi e scolastici mortificati dal Ministro Gelmini come dalle scelte di Alemanno e della Presidente Polverini. E leggerà di una quotidiana ricerca di soluzioni alle problematiche locali che sono sempre molto difficili da conquistare.
Le faccio un paio di esempi al proposito. Per riqualificare un’area verde degradata nel quartiere San Paolo, la cosiddetta buca di Via Galba, il Municipio ha partecipato ad un bando regionale da cui è uscito vincente e con cui realizzerà uno spazio-giochi con attrezzature per lo sport libero. Per gestire la restante e consistente porzione ha stipulato una convenzione con un’associazione sportiva che riporterà il baseball nel luogo dove era presente molti anni prima. Per tre anni, però, il Municipio aveva richiesto in Bilancio dei fondi ordinari per riqualificare Via Galba ed impedire il ricorrente formarsi di discariche abusive, ma la Giunta Alemanno ha sempre risposto stanziando un clamoroso 0 nel documento contabile! Ancora. Sempre negli ultimi 3 anni il Campidoglio ha azzerato i fondi già esigui per la comunicazione istituzionale dei Municipi, compreso il nostro. Abbiamo avviato e stiamo realizzando un Piano comunicazione, che è alla base di un bando pubblico con cui è stata selezionata un’impresa che ha installato alcuni schermi luminosi nel territorio con la trasmissione, per il 60%, di un palinsesto istituzionale, delle notizie sulla vita del Municipio. Ciò, ovviamente, a spese nulle per l’Ente municipale che i soldi non li aveva da investire e anzi con un impegno dell’aggiudicataria di versare una percentuale sugli introiti pubblicitari in forma di sostegno ad iniziative culturali e sportive nel Municipio.
Capirà che non le sto dicendo che i Municipi a differenza del Comune sono in grado di pulire bene, di tenere parchi decenti, di rendere un adeguato servizio di manutenzione e decoro urbano e così via. Sarebbe falso. Né che noi siamo bravi e gli altri no. La sto mettendo al corrente di tentativi fatti in assenza di strumenti ordinari a disposizione e di opzioni politiche che hanno come retroterra una visione della città, in cui è necessario anche procedere al potenziamento dei Municipi, oggi volutamente lasciati nella terra di mezzo. Le chiedo di pensare per un attimo al contrario, cioè a cancellarli o a svalutarli ancor più di oggi: quale modello di città si potrebbe rincorrere dall’unica visuale del Campidoglio? Ritengo che quasi 3 milioni di persone nominali, in realtà molte di più, non possono avere per riferimento un unico centro, il Campidoglio appunto, spesso distante anche geograficamente, comunque inarrivabile per i più: sia per una questione democratica che per una di efficacia ed efficienza amministrativa. Senza validi organi decentrati, insomma, bisognerà ingegnarsi a trovare maghi e fate invece che Sindaci e Assessori…
In conclusione, è un po’ in tutto questo che va cercata la risposta alle sue domande iniziali, “in cosa consiste il suo lavoro?” e “cosa fa lei tutto il giorno?”. A muovere chi opera nei Municipi, mi creda, non sono lauti guadagni che non ci sono. E’ essenzialmente la passione per l’impegno socio-politico e l’amore per questa città. Una Roma attualmente mal amministrata, che è necessario rovesciare radicalmente, nel nuovo e necessario stimolo a convivenza civile e senso civico, con piani di sviluppo che incoraggino la crescita economica ed il lavoro, nelle dinamiche dell’urbanistica oggi ferma o asservita, nell’attenzione al sociale e alle vittime attuali e future di una crisi occupazionale che non accenna a diminuire, nell’aumentare gli argini a poteri forti che fanno il bello e cattivo tempo… Ah, non è importante ma io sono di sinistra…
Andrea Catarci

9 commenti:

  1. Al presidente Catarci chiedo se lui proprio non può far nulla per spostare le orrende bancarelle davanti alla fermata della metro B San Paolo.

    E' possibile accogliere in questo modo i turisti?

    http://riprendiamociroma.blogspot.com/2011/06/roma-e-sempre-piu-un-far-west.html

    http://riprendiamociroma.blogspot.com/2010/08/san-paolo-martire.html

    http://riprendiamociroma.blogspot.com/2010/05/muraglia-abusiva.html

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  2. La lettera di Catarci è molto interessante e lo ringrazio per averci fornito questo spaccato sulla realtà dei Municipi. Per chi segue un pò le vicende romane non è una novità: è da anni che prosegue la spoliazione delle funzioni dei Municipi, alla faccia del decentramento. C'è però anche da dire che in passato molti municipi non sono stati all'altezza del mandato, pieni di consiglieri senza qualità e di presidenti dimezzati.
    Penso che sia giunto il momento di una profonda riforma dei municipi, assegnando loro poteri e denari. Ma anche molta trasparenza nelle attività, in modo che i cittadini possano giudicare senza sconti l'operato dei presidenti.
    Filippo

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  3. a les:
    secondo me, le bancarelle non vanno spostate. bisogna invece trovare un modo per far decadere le licenze. non è possibile che solo a roma l'ambulantato, come i bivacchi nel verde urbano, l'occupazione del suolo pubblico, il traffico, la sosta selvaggia, la microcriminalità, l'accattonaggio molesto, i lavavetri, i cardarrostari etc. etc. finiscano per trasformarsi in ammortizzatori sociali, creando poi quel degrado che è il sottobosco principale che permette la diffusione della criminalità, grande e piccola.
    ovviamente nessuna polemica, solo la mia opinione,
    angelo

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  4. Lavoro al Comune e rispondo per Catarci pure se non ne ha di certo bisogno:quelle licenze si chiamano rotazioni e le assegna l'assessorato al commercio del comune.Se non sbaglio Catarci aveva chiesto di bloccare quelle del suo municipio giudicandole troppe, tutte ,non solo quelle di San Paolo...Catarci vi ha scritto una splendida analisi e ci mette sempre testa e cuore in tutto quello che fa,tenetevelo stretto in undicesimo che di meglio in giro non c'è.O farà il candidato Sindaco?

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  5. volevo ringraziare catarci per la risposta, molto lunga ma sicuramente esauriente.
    mi auguro tanto che riusciremo, un giorno, a rivedere la roma di dieci anni fa, grazie anche all'aiuto di chi, come lui, si dedica per passione alla gestione di questa città.
    federica

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  6. Purtroppo, cara Federica, ci vorrebbe una Roma che non si è mai vista, al pari con le altre capitali europee in quanto a pulizia, decoro, urbanistica e architettura.

    I politici romani, se vogliono, possono cominciare ad imitare i loro omologhi stranieri, smettendola di usare i manifesti ABUSIVI per farsi propaganda. Così, per dare il buon esempio.

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  7. Angelo, guarda che la penso come te ma il problema è che i politici ormai HANNO PAURA dei bancarellari e non vogliono metterseli contro, anzi ogni settimana rilasciano nuove licenze...

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  8. A volte un tale impegno "dall'alto" non è pero valorizzato "in basso".
    Un esempio: la pulizia delle strade. Magari in una strada la pulizia è programmata una volta la settimana (già decisamente insufficiente), ma gli operatori fanno un passaggio veloce e superficiale o a volte non scendono proprio dalle nuove macchine operatrici.
    A me è capitato più volte di notare situazioni simili.
    O anche la superficialità nel rifacimento della segnaletica orizzontale (strisce pedonali ecc..).
    Più controllo di tutti gli operatori su strada...
    dagli addetti dell'AMA ai vigili urbani
    Fabio

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  9. Il fatto che abbia risposto non è sufficiente a motivare alcune sue votazioni, che sono ben più importanti delle dichiarazioni, in Municipio riguardo alla bocciatura del Prip ( cartelloni ) e approvazione piano cementificazioni, lui che si spaccia contro il cemento...un altro che parla bene e vota male !

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